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Il Mannarino inaugura la sua prima macelleria con cucina ad Alessandria. Un nuovo punto di riferimento per gli amanti della carne di qualità
Il 12 dicembre 2024 ha aperto ad Alessandria, in Via dei Martiri 16, la prima macelleria con cucina Il Mannarino, portando nella città piemontese un’innovativa combinazione di tradizione e modernità.
Il 12 dicembre 2024 ha aperto ad Alessandria, in Via dei Martiri 16, la prima macelleria con cucina Il Mannarino, portando nella città piemontese un’innovativa combinazione di tradizione e modernità. Si tratta del diciottesimo locale di un marchio che, in pochi anni, è diventato un simbolo di qualità e convivialità in tutta Italia. Un concept che unisce tradizione e innovazione. Nato nel 2019…
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3 set 2023 11:00
“GINO E MICHELE? SONO SPREGIUDICATI. DA FLAVIO BRIATORE TE LO ASPETTI, NON DA CHI FINGE DI ESSERE UN “COMPAGNO” – MAURIZIO MILANI, UNO DEI FONDATORI DELLO STORICO ZELIG, ATTACCA: “NON MI HANNO PIÙ CHIAMATO, MA POSSO CAPIRLI PERCHÉ HANNO DATO ALLO 'ZELIG' UN TAGLIO DA VILLAGGIO TURISTICO - CON FABIO FAZIO HO LAVORATO IN SEI EDIZIONI DI 'CHE TEMPO CHE FA' MA PER LA COLLABORAZIONE CON 'IL FOGLIO' MI SONO ACCORTO CHE MI FACEVANO MOBBING. NON VOLEVO RIMANERE DI FIANCO A FILIPPA LAGERBÄCK COME UN FIGURANTE" - "PAOLO ROSSI? UN FURBO. BEBO STORTI? ARRIVAVA ALLA CAZZO DI CANE MEZZ’ORA PRIMA DI SALIRE SUL PALCO" - E SU VALERIO AIRO’ SPIEGA CHE… - VIDEO -
Gianmarco Aimi per www.rollingstone.it
Qualche tempo fa circolava sui social una foto, in bianco e nero, dov’erano ritratti alcuni dei comici più significativi della scorsa generazione: Aldo, Giovanni e Giacomo, Antonio Albanese, Antonio Cornacchione e… “l’ultimo a destra”. Era Maurizio Milani, che con quel manipolo di cabarettisti è stato uno dei fondatori dello storico Zelig, il locale milanese che ha sfornato i migliori talenti dell’umorismo a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90 ma che, a differenza degli altri, ha raccolto – almeno a livello di notorietà – molto meno di quello che in tanti si sarebbero aspettati. Surreale, caustico, disincantato, il collega Daniele Luttazzi, di certo non tenero nei giudizi, lo ha incensato: «Fra noi comici ci sono come delle gerarchie, e lui in questo momento è Dio».
(...)
Ormai il tuo “posto fisso” è a Il Foglio, dove collabori da anni.
Devo ringraziare della segnalazione Mariarosa Mancuso, che mi ha fatto conoscere all’allora direttore Giuliano Ferrara. Lui mi dedicò anche una puntata monografica su La7. Finché c’è stato il produttore Paolo Guerra ho sempre lavorato (è venuto a mancare nel 2020, nda), oggi faccio un po’ più fatica. I produttori più potenti sono Beppe Caschetto e Lucio Presta, che vendono programmi alle tv a scatola chiusa. Anche se poi in Rai si lamentano le maestranze.
(...) A Bolzano con Paolo Rossi inciampai per davvero in una cassa acustica e le persone cominciarono a ridere. La sera dopo l’abbiamo inserito nel copione e hanno riso in due. Si percepiva che era finto. Anche se mangi le parole o sbagli i congiuntivi va bene, ma risulti fresco e arrivi. Poi c’è chi esagera, come Bebo Storti.
È famoso per il personaggio del Conte Uguccione. Che cosa faceva?
Lui non preparava nulla, una roba da pazzi. Almeno un canovaccio su un’ora e mezza di spettacolo dovresti averlo, lui niente. A Forlì il direttore del teatro alla fine ci ha detto: «Una roba così non l’ho mai vista, non so neanche dire se è bella o è brutta». Un’altra volta al Ciak di Roma, arriviamo in camerino e la moglie di Bebo ci fa: «Non si viene qui a fare queste figure…». È come se io e te adesso salissimo sul palco a improvvisare per un’ora.
Dopo ci avete riso sopra o è qualcosa su cui si recrimina?
Bebo aveva questa caratteristica: se ingranava subito l’improvvisazione andava alla grande, ma se non succedeva era facile prendere i fischi. Come a Livorno, siamo andati davanti alla gente ma si capiva che non avevamo voglia di lavorare. Al teatro Goldoni a Venezia altra situazione imbarazzante con me e Dario Vergassola, non rideva nessuno. Ma proprio perché non rideva nessuno, paradossalmente, c’era una signora in prima fila che rideva come una matta. Una scena talmente parossistica che si è trasformata in un successo.
È anche per questa vena da improvvisatore che non ti abbiamo mai visto al cinema?
Può essere, eppure Bebo Storti lo ha fatto. Anche Paolo Rossi, che è furbo, improvvisa ma ha sempre un canovaccio al quale aggrapparsi. Bebo invece saliva sul palco alla garibaldina. Ma un conto è andare in discoteca con tutti ubriachi, un altro nei teatri importanti con il tuo spettacolo in abbonamento. E lui arrivava alla cazzo di cane mezz’ora prima. Intanto che camminiamo per le strade e nel parco pubblico della cittadina lombarda, ogni passante lo saluta con un sorriso, tanto che a un certo punto ci appartiamo in un angolo.
(...)
Dopo sei anni, dal 2003 al 2009, non ti abbiamo più visto anche a Che tempo che fa condotto da Fabio Fazio. Come mai?
Perché Fazio è bravo, però è molle. Quando ho accettato di collaborare a Il Foglio di Giuliano Ferrara, mi chiamò l’allora capo struttura di Rai3 in quota Pd, Loris Mazzetti, che mi disse: «Guarda che la linea editoriale qui è chiara e tu vai a scrivere su un giornale di Berlusconi?». Da quel momento i miei spazi sono stati ridotti e spostati nella zona meno nobile. Poi sono passato a una settimana sì e una no, a seguire solo il sabato finché una volta non mi hanno mandato in onda dicendo di aver sforato con i tempi. Così gli ho detto che non ci sarei più andato. Quando ti fanno mobbing lo capisci. Non volevo rimanere di fianco a Filippa Lagerbäck come un figurante. Fazio poteva dire qualcosa a Mazzetti, ma non lo fece.
(...)
C’è qualcuno che ti ha deluso nel mondo dello spettacolo?
Direi Gino e Michele. Non mi hanno più chiamato, ma posso capirli perché hanno dato allo Zelig un taglio da villaggio turistico. Io sono un monologhista che non ha bisogno di travestirsi con le pinne o come una drag queen. La comicità di situazione è un’altra cosa.
Insomma, con Gino e Michele sembri avere un conto aperto.
Sono stato a casa di Michele Mozzati sul lago di Varese, ha una villa della madonna. A un certo punto vado in bagno e vedo che c’è una vasca lunghissima molto strana. Così quando esco chiedo a cosa serve a Diego Parasole, un collega che era con me. E lui: «Ah non lo sai? Quella vasca fa le onde al contrario, così nuoti e intanto fai esercizio». Ed era vent’anni fa. Sai, Flavio Briatore è Flavio Briatore ed è coerente, non va a far finta di essere un “compagno” che gli spiace per il salario minimo. Così come non ti aspetti che un calciatore vada a rompere le vetrine per protestare insieme a quelli dei centri sociali.
C’è ancora chi, come hai raccontato in passato, rimane spiazzato alle tue battute?
Alcuni mi dicono: «Scusi, ma sa che lei non mi fa ridere?». La gente è ormai abituata al comico che deve avere il naso rosso tipo clown. Ma come nella musica ci sono vari generi. A me piacciono, oltre a Nino Frassica, Valerio Lundini, Nicola Vicidomini e Rocco Tanica.
Sai che c’è un giovane comico che alcuni dicono ti somigli?
Se ti riferisci a Valerio Airò, vai a vedere su Youtube i commenti ai suoi filmati. In moltissimi scrivono: “Milani come sei invecchiato bene” oppure “ma chi è il figlio di Milani?”. Mentre sotto ai miei video: “Sei uguale a Valerio Airò”. Lì però gli ho risposto: “Questo è stato girato nel 1993 a Cielito Lindo”. Lui avrà 30 anni, forse non era neanche nato. Non c’è problema, però non ditemi che sono io a copiare lui. Ma sai che ho avuto una soffiata?
Su Valerio Airò?
Mi hanno detto che lui si è messo su quella strada imbeccato da Gino e Michele e da Giancarlo Bozzo, che sono spregiudicati. Lo so perché ho ancora conoscenze all’interno di Zelig. Pare gli abbiano fatto vedere le videocassette dei miei vecchi sketch consigliandogli di prendere spunto. Pensa che quando fece un’apparizione a Sky e c’era Rocco Tanica gli disse: «Assomigli a Maurizio Milani». Lui può fare quello che vuole, ma i pezzi si sovrappongono. Mi pare stia succedendo quello che era accaduto tra Giorgio Porcaro e Diego Abatantuono.
Ti riferisci alla paternità del personaggio del “Terrunciello”?
Lo inventò Giorgio Porcaro, ma i benefici se li prese tutti Diego Abatantuono. Diego non aveva voglia di andare a scuola e la mamma, che faceva la guardarobiera al Derby, lo portava con sé. Non aveva la patente e andava in giro con i I Gatti di Vicolo Miracoli ad aggiustare le luci. Un giorno ha visto Giorgio Porcaro che interpretava il ‘Terrunciello’ e l’ha rifatto avendo successo. Un po’ come sta succedendo tra me e Airò.
Maurizio Milani ce l’ha ancora un sogno che vorrebbe realizzare?
Se ci penso, di tutti i colleghi della mia generazione sono l’unico che non ha mai fatto neanche una posa al cinema. Con Aldo Giovanni e Giacomo una volta gliel’ho detto: «Ma con tutti i film che avete fatto, cosa vi costa mettermi lì a fare il barista?». A 62 anni non sono mai stato su un set per lavorare. Non spero mi chiami Marco Bellocchio, basterebbe un regista underground. Ho fatto la tv, il teatro, i libri e i giornali, ma il cinema non è capitato.
In effetti, guardando quella foto degli inizi allo Zelig sei l’unico che manca all’appello.
E la gente sui social si chiede “chi è il primo a destra?”. Sono cose che fanno rimanere male.
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MANNARINO, LA CARNE
Il Mannarino prende nome dal coltello da cucina con cui i macellai di paese lavorano la carne ed è una parola che, nel tempo, è finita con l’identificare proprio il macellaio di fiducia. La fortunata start-up è stata fondata nel 2019 da due giovani imprenditori, Filippo Sironi e Gianmarco Venuto, e oggi conta quattro locali di macelleria con cucina a Milano e uno ad Arcore, ha in programma due nuove aperture entro fine anno a Bergamo e Brescia (e per il 2023 sono già confermate altri due nuovi locali a Novara e Como), un e-commerce che spedisce tagli di carne in tutta Italia e un fatturato che nel 2021 ha superato i 7 milioni di euro. Un progetto vincente che ha alla base la selezione delle carni e delle tecnologie migliori (photo © Il Mannarino).
Fonte: “Il Mannarino, la carne al centro” di Elena Benedetti, Eurocarni 7/22
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PORTO SAN GIORGIO – Debutterà in casa sabato alle ore 18 nella nuova “casa” della palestra di Borgo Rosselli a Porto San Giorgio la De Mitri Volley Angels Project nel campionato di serie B2 femminile. Il primo avversario sarà la Vtb Pianamiele Ozzano, una formazione emiliana che per certi versi è “gemella” di quella del direttore sportivo Fulvio Taffoni, visto che i due progetti sono molto simili.
Il girone nel quale giocherà quest’anno la De Mitri è diverso da quello del passato campionato, visto che la metterà di fronte, oltre che a squadre marchigiane, anche a formazioni di Emilia, Romagna e Umbria. Un raggruppamento decisamente differente dall’altro, sia perché l’Emilia Romagna è la culla della pallavolo, sia per le distanze chilometriche delle trasferte, in questo caso ridotte rispetto al passato.
Al via la De Mitri annovera una squadra giovane ed eterogenea, con un gruppo rinnovato profondamente con sole tre atlete della passata stagione, visto l’apporto ridotto per infortunio della palleggiatrice Gulino che di fatto esordisce quest’anno in rossoblù.
Grande è stato il lavoro di questo primo periodo per lo staff che ha avuto il delicato compito di costruire un armonia di squadra. Mancherà la giovane centrale Carlotta Gennari che dovrà iniziare questa avventura dalla panchina a causa di un fastidioso infortunio al ginocchio.
«Dopo il lungo e proficuo periodo di preparazione – ha dichiarato Daniele Capriotti che quest’anno sarà l’allenatore di questa formazione, insieme ad Attilio Ruggieri e Lorenzo Ciancio – non vediamo l’ora di iniziare a giocare, visti anche i progressi fatti nelle varie amichevoli disputate finora. Il gruppo ha un grande entusiasmo ed è molto eterogeneo, con molte Under 18 che smaniano dalla voglia di mettersi in mostra e alcune atlete più esperte che accompagneranno questo percorso di crescita, dando il loro preziosissimo contributo. L’avversaria è una squadra che ha messo in pratica prima di noi un progetto giovanile importante, segnale che questa strada (che stiamo percorrendo anche noi) permette di raggiungere ottimi risultati».
Volley Team Bologna (Vtb) infatti è un progetto dedicato al settore giovanile di Bologna femminile al quale aderiscono diverse società del bolognese e dove vengono create squadre dall’under 14 all’under 18 che sono una sorta di selezione di atlete bolognesi. Al momento la squadra che occupa il gradino più alto è la B2 e questo è il terzo anno dalla nascita del progetto con una squadra composta quasi totalmente da atlete under 18 e completate con atlete under 20.
La mission quindi è quella di fare crescere atlete giovani e portarle al livello più alto possibile. In questo momento sulla panchina emiliana siede Claudio Casadio, allenatore bolognese di lunga esperienza che ha allenato per anni in serie A e che dall’anno scorso e venuto a contribuire allo sviluppo di questo progetto. Non è il primo anno che la VTB gioca in serie B2 e con le sue giovani lo scorso anno ha conquistato una agevole salvezza. Dirigeranno l’incontro Rosalba Santoniccolo e Gianmarco Annese.
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GF Vip: Cecilia sapeva cosa sarebbe accaduto tra Soleil e Marco Cartasegna
GF Vip: Cecilia sapeva cosa sarebbe accaduto tra Soleil e Marco Cartasegna
GF Vip: Cecilia sapeva cosa sarebbe accaduto tra Soleil e Marco Cartasegna Doccia fredda per Luca Onestini, ieri sera, che è venuto a sapere delle uscite della sua fidanzataSoleil con il suo “acerrimo nemico” Marco Cartasegna. A riferirglielo in diretta, con il beneplacito di Ilary Blasi, è stato suo fratello Gianmarco. Inevitabili le lacrime di Luca, che incredulo ha chiesto immediatamente un…
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SAN BENEDETTO – Questi i commenti del dopo Samb- Santarcangelo.
Franco Fedeli (presidente Samb): “Una partita difficile ed una vittoria sofferta. Dopo essere passati in vantaggio ci siamo fatti recuperare dopo pochi minuti. Non dobbiamo commettere errori in difesa, perchè abbiamo preso un gol da polli. Non cominciamo a guardare la classifica perchè sappiamo bene come è andata a finire lo scorso anno. Sono contento dei giovani, Vallocchia, Gelonese, Bove che gioca veramente bene e sa dove mettere il pallone. Vorrei verderlo calciare le punzioni perchè mi dicono che sia veramente bravo. Comunque è facile parlare dopo avere vinto 3-1, però debbo dire che il Santarcangelo ha giocato bene, mettendoci in difficoltà con i lanci lunghi verso gli attaccanti. Aridità sullo 0-0 ha fatto una parata eccezionale. Per fortuna gioca con noi. L’ arbitro? ha commesso qualche errore, ma parlo così perchè abbiamo vinto 3-1”.
Francesco Cudazzo (allenatore Samb, Moriero squalificato era in tribuna): “Sapevamo che con il Santarcangelo non sarebbe stata una passeggiata e nonostante il risultato positivo è stata una vittoria sofferta. Il merito va i ragazzi che sono riusciti a conquistare l’intera posta in palio pur non disputando una partita brillante, credendoci fino alla fine. Dopo il pareggio dei romagnoli, determinato da un nostro errore ci siamo rimessi a giocare non mollando fino alla fine. Ad un certo punto avevamo in campo quattro attaccanti.
Nel primo tempo eravamo troppo lunghi sulle seconde palle con il centrocampo scollato dai difensori. In campo c’era troppa frenesia ma poi ho detto ai ragazzi di stare tranquilli ed alla fine siamo stati bravi a crederci fino all’ ultimo. Imporsante è stato anche il gol di Miceli, il primo di un difensore, il primo da calcio d’angolo. Il Santarcangelo non merita i quattro punti in classifica, la conferma che in questo girone tutte le partite sono difficili. Siamo contenti del primo posto ma non è oggi il nostro obiettivo primario. Solo ad aprile vedremo dove saremo. Per la prima volta, a causa della squalifica di Moriero, ho diretto la squadra dalla panchina e farlo a San Benedetto è un motivo di grande soddisfazione”.
Mirko Miceli (difensore Samb): “Sono molto contento per il mio gol perchè ci ha permesso di vincere la partita. Lo dedico a Diego Conson, fuori per infortunio e a mia nipote Giorgia. Si tratta della mia decima rete in carriera. Lo scorso anno tra Olbia e Viterbese ne ho realizzate tre. Sapevamo che il Santarcangelo soffre le palle inattive ed in settimana avevamo provato diverse soluzioni in tal senso ed è andata bene. Nel primo tempo l’arbitro mi aveva annullato un gol per una mia presunta trattenuta. Sul pareggio del Santarcangelo siamo stati ingenui noi difensori. Ci siamo capiti male sui movimenti da attuare anche se i romgnoli hanno fatto una bell’ azione. Il primo posto in classifica è una bella soddisfazione, ma dobbiamo volare bassi, andando avanti di partita in partita”.
Francesco Rapisarda (difensore Samb): Sapevamo che non sarebbe stato facile battere il Santarcangelo, ma ci abbiamo creduto fino alla fine. I romagnoli chiudevano bene i varchi e ripartivano in velocità con la Samb che ha sempre provato a giocare il pallone. Prendere gol in quel modo è stata una mazzata, ma siamo rimasti lucidi e calmi creando i presupposti per vincere la partita. Ci siamo riusciti con un’azione da calcio da fermo e va bene così”.
Giuseppe Angelini (allenatore Santarcangelo): “La differenza l’ha fatta la fisicità. Miceli, autore del 2-1 per la Samb, è alto dieci centimetri in più rispetto al suo marcatore ed ha saputo sfruttare anche un bel corner. La Samb sta bene e quando si viaggia sulel ali dell’ entisiasmo anche i risultati arrivano attraverso le giocate dei singoli. Anche mercoledì scorso contro la Reggiana un episodio ci ha condannato. Con le prestazioni non si fa classifica. Purtroppo non raccogliamo ciò che produciamo in campo. Il rammarico c’è. Siamo una squadra giovane che ha bisogno di risultati per acquisire maggiore fiducia nei propri mezzi”
Gianmarco Piccioni (attaccante Santarcangelo, l’ex di turno): “E’ andata male. Una grande differenza tra noi e la Samb, in campo, non l’ho vista. Purtroppo un episiodio sfavorevole ci ha penalizzato ma ci lecchiamo le ferite ed andiamo avanti. Ho concluso la mia esperienza all’ estero e sono venuto al Santarcangelo con l’obiettivo di fare gol per la salvezza. A San Benedetto c’è il mio mondo ed è normale mostrargli rispetto. Per questo motivo non ho esultato sul gol del nostro pareggio e non l’avrei fatto neppure se avessi segnato io”.
Nella foto di Alberto Cicchini, l’ attaccante della Samb Luca Miracoli
The post Le interviste del dopo gara / Fedeli: “Non guardiamo la classifica, porta male”, Cudazzo: “I ragazzi ci hanno creduto fino alla fine”, Miceli: “Voliamo bassi” appeared first on TM notizie - ultime notizie di OGGI, cronaca, sport.
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