#FreeSpeechFight
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tmarshconnors · 10 months ago
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Abolish Section 5 NOW!
Hey, readers! Strap in because today, we're diving into the cesspool of absurdity that is Section 5 of the Public Order Act 1986 in the UK. If you're not familiar, it's the part of the law that thinks it's a great idea to slap charges on anyone causing "harassment, alarm, or distress." Spoiler alert: it's a disaster!
Let's talk about how this vague and wishy-washy legislation is turning our right to free expression into a joke. "Likely to cause distress?" Are you kidding me? Newsflash: life itself can be distressing. So, unless we all want to live in a padded bubble, maybe it's time to get real about what freedom of speech really means.
Section 5 is a playground for subjective interpretation. What's harassment, what's alarm, and what's distress? Who knows! It's a wild guessing game, and guess what? The prize is a potential criminal record. Bravo, lawmakers, bravo.
Ever heard of a chilling effect? Well, Section 5 is a prime example. People are scared to voice their opinions or stand up for what they believe in because, oh no, it might cause some distress. Give me a break! Democracy thrives on debate, dissent, and differing opinions. Section 5, on the other hand, seems hell-bent on suppressing all that good stuff.
And let's not forget the horror stories of peaceful protesters getting slapped with Section 5 charges. Yeah, because apparently holding a sign or speaking up for change is now equivalent to causing "alarm." Give me a break.
We're not saying public order isn't important, but surely there's a better way to maintain it without stifling our basic rights. Maybe it's time to put Section 5 where it belongs – in the trash.
To the policymakers out there: wake up and smell the injustice! It's time to abolish or seriously overhaul Section 5. Let's create a legal landscape that respects our right to speak our minds without fear of being labeled a criminal for causing a little discomfort.
So, UK, let's demand change, let's demand our right to speak freely, and let's abolish Section 5 of the Public Order Act 1986. The time for complacency is over.
Rant over.
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paoloxl · 4 years ago
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A Pavia sono stati emessi 2 decreti penali di condanna nei confronti di due compagni del Movimento locale per aver partecipato e promosso il 20 giugno 2020 un’assemblea in solidarietà alle lotte antirazziste che si stavano producendo negli Stati Uniti d’America dopo l’assassinio di George Floyd.
Una assemblea di “Black Lives Matter” si era  tenuta in piazza Duomo e aveva visto la partecipazione di “migranti, lavoratrici e lavoratori sfruttati, giovani di seconda generazione, disoccupati e persone pesantemente colpite dalla crisi economica e sanitaria” come ricorda il Movimento Pavese in una nota in cui denuncia quanto accaduto.
Ricordano che “in quell’occasione vi furono collegamenti con altre piazze dagli Stati Uniti a Parigi, grazie a Radio Onda d’Urto, a Bologna con il Coordinamento Migranti Bologna” e  precisano che “questa assemblea, senza le necessità di contenimento imposte dalla pandemia, si sarebbe tenuta al chiuso, come anche specificato ai funzionari di p.s. accorsi a gestire la situazione”.
Il decreto penale di condanna verrà impugnato, ci raccontano i due compagni, che abbiamo intervistato. Ascolta o scarica
Di seguito il comunicato diffuso dalla pagina Facebook “Movimento Pavia”
Due decreti penali di condanna per un’assemblea #BLM. FREE SPEECH FIGHT nella pandemia
Mentre in America l’onda lunga delle rivolte di Black Lives Matter ha travolto anche Trump, a Pavia 2 compagni vengono raggiunti da decreto penale di condanna per un’assemblea in #solidarietà alle lotte antirazziste che si stavano dando in tutto il mondo dopo l’assassinio di George Floyd. L’assemblea #blm si è tenuta in piazza Duomo il 20 giugno scorso e ha visto la partecipazione di donne e uomini migranti, lavoratrici e lavoratori sfruttati, giovani di seconda generazione, disoccupati e persone pesantemente colpite dalla crisi economica e sanitaria. In quell’occasione vi furono collegamenti con altre piazze dagli #StatiUniti a Parigi, grazie a Radio Onda d’Urto, a Bologna con il Coordinamento Migranti Bologna. Ci teniamo a precisare che questa assemblea, senza le necessità di contenimento imposte dalla pandemia, si sarebbe tenuta al chiuso, come anche specificato ai funzionari di p.s. accorsi a gestire la situazione.
Ci chiediamo come un incontro di questo tipo in cui, tra l’altro, sono state rispettate tutte le misure di distanziamento fisico in vigore, possa costituire un problema di ordine pubblico tale da emettere una condanna, in virtù di una legge del codice fascista Rocco del 1931. Ci chiediamo se questa ridicola condanna non rappresenti la precisa volontà di colpire con un’ammenda molto salata (2300 € a testa) chi porta avanti le lotte sociali in questa città. Per una questione di metodo, non ci piace lagnarci delle denunce e della repressione che subiamo, tuttavia, riteniamo sia giusto portare all’attenzione delle cronache questo episodio, che fa seguito ad altre decreti penali che ci hanno raggiunto in questi mesi, di cui uno per una manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese nel pieno delle proteste contro la decisione di Trump di trasferire l’ambasciata americana in Israele a Gerusalemme e vari altri per aver partecipato attivamente alle lotte della logistica al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici del Si Cobas. Vogliamo denunciare questo ennesimo episodio di repressione nei nostri confronti perché si inscrive in una gestione degli spazi cittadini da parte di una giunta leghista che ha utilizzato l’allarmante emergenza pandemica come pretesto per chiudere arbitrariamente spazi pubblici ai cittadini, lasciandone aperti altri. Guarda caso, si è scelto di chiudere quegli spazi di aggregazione a costo zero, come i gradini del duomo o il ponte coperto, per dare spazio ai locali della movida beneficiati di ampi dehors.
Ci rendiamo conto della natura vendicativa di questo provvedimento, anche alla luce dei numerosi tentativi di criminalizzazione a mezzo stampa e non solo, portati avanti da questa giunta che continua a evitare un confronto con noi sui temi dell’emergenza abitativa perché saremmo, a loro dire, delinquenti e non una controparte. Non ci ha fermato la pandemia, non ci ferma neanche questa piccola subdola #vendetta. Sappiamo che gli spazi, come i diritti, si prendono e si conquistano con la lotta.
Per questo continueremo a lottare al fianco di chi si rifiuta di pagare le spese più grosse di questa crisi socioeconomica che ci sta ponendo ogni giorno di più davanti all’inaccettabile ricatto tra la salute e la sopravvivenza materiale, come se morire di covid, per andare a svolgere lavori sfruttati in condizioni di rischio sanitario fosse una valida contropartita al morire di fame perché al lavoro non ci vai proprio. Più piazze, in questi ultimi tempi hanno scandito lo slogan “tu ci chiudi, tu ci paghi’. Sono mesi che noi pretendiamo dal comune di Pavia sostegno economico per le persone messe in ginocchio dalla crisi sanitaria. E riteniamo che le nostre lotte contro un sistema che anche a livello locale non fa niente per tutelare la vita umana e i diritti umani, valgano bene una misera vendetta da parte di quelle stesse istituzioni che sappiamo essere le prime responsabili, per incapacità, inettitudine, interessi particolari, di questo macello.
Al fianco di Matteo e Delo, quel giorno c’eravamo tutt* #BLM #tucichiuditucipaghi #freespeechfight #lottesociali #unitsivince
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