#Franco Abruzzi
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Cortese at Pescara
This is the pit area for the Circuit of Pescara on August 15, 1948 as Franco Cortese brings in his Ferrari 166 S. This two liter sports car has received an old body from back in 1947, probably for better aerodynamics on the very fast and dangerous Pescara road course. The Circuit of Pescara was one of the longest with a lap length of 25.8 km.and was roughly triangular in shape. The course started…
#Alberto Ascari#Coppa Acerbao#Ferrari#Franco Cortese#Giovanni Bracco#klemcoll#Luigi Villoresi#Maserati#Pescara#Raymond Sommer#Targa Abruzzi
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Roseto Degli Abruzzi Ch R2: Franco Agamenone [2] def. Killian Feldbausch 6-0, 6-1 mid-match stats (3rd set)
📸 ATP Challenger Livestream (via website)
Things just did not work for Feldbausch, all things considered. Agamenone stayed stable, which carried his moment through the match, but that was even if there were hiccups somewhere in between.
Both players did not score any aces, yet only double-faulted once. However, Agamenone’s first serves mostly worked wonders since he won 93% of his points from there. Almost flawless compared to Feldbausch’s 27% winning percentage, and that was even though he won 9% of his points more from his second serves than the first. Agamenone was still stable in that department, but Feldbausch’s follow-up were not it.
This also applied when Feldbausch had 2 break points, but he never had the room to convert it as Agamenone came in a clutch to save them, mostly came from his errors in the second set. However, Agamenone still managed to control his aggression to convert more than half of his break opportunities (8 by the end of the match), thanks to pressing Feldbausch even further with his shots.
Hopefully, Feldbausch could come back stronger and took this as a great learning experience, especially after his incredible win against Navone in the last round. In the quarterfinals, Agamenone will face the winner between Nicholas David Ionel and Sumit Nagal, whose match is still ongoing as this was written. Knowing Ionel’s progress, this could be an intense one except Agamenone is on in his aggression. Definitely fun.
#atp world tour#atp tour#atp challenger#atp challenger tour#tennis updates#match stats#roseto degli abruzzi challenger#regione abruzzo#killian feldbausch#franco agamenone#WatchChallengersFolks#ChallengerMatters
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Franco Abruzzi
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Fatta eccezione per la Francia precocemente malthusiana della Terza Repubblica, l'Europa non era in grado di offrire granché ai suoi abitanti in soprannumero. Condannati a espatriare, essi cominciarono con il raggiungere a milioni, a partire dal 1880, i nuovi territori di insediamento bianco: gli Stati Uniti e il Canada, l'America latina, l'Australia. L'ondata raggiunse tali proporzioni che quei paesi chiusero le porte, o le lasciarono aperte soltanto a metà. Quando, nel 1964, gli Stati Uniti decisero di trasferire ai "paesi poveri" (quelli mediterranei) le quote di immigrazione (2 per cento degli effettivi insediati in America nel 1890) inutilizzate dai "paesi ricchi" (anglosassoni, tedeschi o scandinavi), si era già verificato il subentro dell'Europa industrializzata. A turno, italiani e nordafricani, spagnoli e portoghesi, iugoslavi, greci e turchi presero la via della Germania e della Svizzera, della Francia e dei paesi del Benelux, diventando le "braccia" della crescita degli anni 1955-75. Si ripeteva, a cinquant'anni di distanza, la storia delle grandi trasmigrazioni transoceaniche: la partenza in massa dei giovani in età da lavoro dalle regioni rurali più sovrappopolate; il loro raggruppamento in comunità di origine in grado di assicurare l'accoglienza, il primo impiego e quel minimo di calore umano indispensabile all'integrazione; la loro utilizzazione per i compiti più duri, meno qualificati e meno remunerativi; la loro facile espulsione in caso di crisi; i conflitti tra minoranze e autoctoni, spia delle difficoltà di assimilazione. L'Italia è con ogni probabilità il paese che più è stato modificato da tale recente mobilità. In poco più di un secolo (1860-1970), ha registrato 25 milioni di partenze - per la verità non tutte definitive -, pari alla metà della sua popolazione nel 1960. Si tratta di un caso per molti versi esemplare. La prima emigrazione, a partire dagli inizi del XIX secolo, aveva avuto come meta soprattutto il bacino mediterraneo, l'Egitto, la Tunisia e in particolare l'Impero ottomano, dove gli italiani, eredi dei genovesi e dei veneziani di Pera-Calata - il quartiere "franco", ossia europeo, di Istanbul -, si impongono come commercianti e negozianti, architetti e medici, ingegneri e operai delle ferrovie: una emigrazione di "tecnici". La realizzazione dell'unità, però, sconvolge l'economia e la società della penisola. A voler partire saranno ormai in maggioranza rurali, contadini senza terra, a malapena in grado di pagarsi il viaggio: li ritroveremo come operai - spesso malvisti in quanto "crumiri" - nell'agricoltura, nell'edilizia, nelle miniere. È un'emigrazione della miseria e delle illusioni perdute. Verso il 1860-80 emigranti provenienti dal Piemonte, dalla Toscana o dall'Emilia si spargono per l'Europa, e soprattutto in Francia: a partire, però, sono per il momento soltanto in 100.000 circa all'anno. Dopo il 1880 tale numero raddoppia, triplica, supera i 600.000 nel decennio 1901-10, e raggiunge la cifra record di 872.598 nel 1913. Provengono dalle zone rurali più povere, dal Veneto e soprattutto dal Sud, dalla Sicilia e dalla Calabria, dalle Puglie e dagli Abruzzi. Attraversano l'Atlantico, raggiungono l'Argentina, il Brasile meridionale - dove fondano città dai nomi evocativi, quali Nova Venetia, Nova Trento, Nova Vicenza, Nova Milano - e soprattutto gli Stati Uniti. Poverissimi, si stabiliscono nelle città e qui ricostituiscono quartieri e reti di rapporti interpersonali: Little Italy, Brooklyn, una cultura comune fatta, come scrive S. Romano, “un po' di religione, un po' di superstizione, un po' di patriottismo e un po' di gastronomia". E anche, mito o realtà, la mafia. Finisce così per prevalere un po' dappertutto l'immagine di un italiano resistente all'assimilazione, attaccato alla sua lingua, ai suoi costumi e al suo stile di vita, di volta in volta "crumiro" e "sovversivo". Dal pogrom di New Orleans nell'ottobre del 1890 all'esecuzione di Sacco e Vanzetti nel 1927, nonché al complesso della letteratura di ieri e di oggi sul sindacato del crimine, tutta la comunità italoamericana ne ha pagato il prezzo, e un prezzo pesante. In Francia, peraltro, è stato bandito dai manuali di storia, per carità di patria, il ricordo degli incidenti di Aigues-Mortes, nell'agosto del 1893 (una cinquantina di morti) e di Lione, nel giugno del 1894, dopo l'assassinio di Sadi Carnot per mano di Sante Caserio. Chi legge, oggi, il romanzo di L. Bertrand L'Invasion, che nel 1907 denunciava il "pericolo italiano"? Con le limitazioni imposte sia dagli Stati Uniti sia dal fascismo, e in seguito alla crisi degli anni '30, il movimento rallentò fin quasi a interrompersi. Dopo la guerra però eccolo riprendere vigore, diretto questa volta più verso la Svizzera e la Germania che non verso il Canada e gli Stati Uniti: intorno al 1960 l'Italia è ancora il paese che fornisce i più grossi contingenti di manodopera all'Europa industrializzata. Con il "miracolo economico", però, tale emigrazione pressoché tradizionale è aggravata ed entra in competizione con un'altra, questa volta interna, che ha per meta l'Italia del Nord, le città e le fabbriche della Lombardia e del Piemonte, e anche le campagne, dove i meridionali sostituiscono, sui terreni meno produttivi, i contadini che già li hanno abbandonati. Dei quattro milioni di uomini e donne che in vent'anni (1951-71) hanno lasciato il Sud, solo un milione si è recato all'estero. Durante l'autunno caldo del 1969, anche Torino e Milano scoprono i sordidi "ghetti", popolati di calabresi e siciliani, che hanno invaso le loro periferie, e insieme il volto sempiterno del razzismo: sono sempre i meridionali, esclusi senza complimenti dai quartieri borghesi, a occupare nei giornali le pagine di cronaca nera, colpevoli, manco a dirlo, di tutti i delitti. Ma neppure le dinamiche industrie del Nord bastano ad assorbire l'enorme massa degli emigranti: molti sono ancora ammucchiati, prima tappa o sosta provvisoria, nelle borgate e nelle bidonvilles delle periferie di Napoli e di Roma, in attesa di un ipotetico impiego in qualche ufficio o ministero promesso da un lontano cugino o da un grande elettore dei partiti al potere... Intanto, nelle campagne siciliane disertate dalla loro popolazione, bisogna fare appello ai tunisini per le vendemmie nella zona di Marsala: e ancora una volta, ecco affacciarsi il razzismo. Nello spazio di un secolo l'Italia percorre così tutto il grande ciclo delle migrazioni moderne, che svuotano a uno a uno tutti i paesi mediterranei - e all'interno di ciascuno le regioni più diseredate - delle popolazioni di campagna, mobilitandole a svolgere i compiti più bassi presso le economie industriali.
Maurice Aymard, Migrazioni, saggio raccolto in:
Fernand Braudel (a cura di), Il Mediterraneo, (traduzione di Elena De Angeli; collana Tascabili, n° 7), 2002¹³; pp. 221-24.
[ Edizione originale: La Méditerranée, Paris, Flammarion, 1985 ]
#Fernand Braudel#Braudel#Maurice Aymard#Aymard#Migrazioni#saggi#Il Mediterraneo#Mediterraneo#saggistica#italian#storia dell'emigrazione#storia dell'emigrazione italiana#emigrazione italiana#Storia d'Italia#Storia#XIX secolo#storia del XIX secolo#storia del XX secolo#migranti#libri#letture#leggere#citazioni#Storia d'Europa#Europa#Europa mediterranea#industrializzazione#anarchia#anarchici#Sante Caserio
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Co się dzisiaj działo? #76 17.3.2022
NCAA March Madness, First Four:
Wright State Raiders-Bryant Bulldogs 93:82
Rutgers Scarlet Knights-Notre Dame Fighting Irish 87:89 po dwóch dogrywkach
1 runda
Colorado State Rams-Michigan Wolverines 63:75
Providence Friars-South Dakota State Jackrabbits 66:57
Boise State Broncos-Memphis Tigers 53:64
Baylor Bears-Norfolk State Spartans 85:49 (Jeremy Sochan 15 punktów, 7 zbiórek, 3 asysty)
Tennessee Volunteers-Longwood Lancers 88:56
Iowa Hawkeyes-Richmond Spiders 63:67
Gonzaga Bulldogs-Georgia State Panthers 93:72
North Carolina Tar Heels-Marquette Golden Eagles 95:63
Turniej ATP w Indian Wells: Hubert Hurkacz-rosjanin 6:7(5) 4:6
Turniej WTA w Indian Wells: Iga Świątek-Madison Keys 6:1 6:0
CONCACAF Liga Mistrzów: Club de Foot Montreal-Cruz Azul 1:1 (1:2 w dwumeczu)
U.N.A.M-New England Revolution 4:0 po karnych (4:3 w dwumeczu)
krykiet, mecz testowy, dzień 2: Indie Zachodnie(71/1, Shamarh Brooks 31*, Veerasammy Permaul 3/126)-Anglia(507/9d, Joe Root 153, Matthew Fisher 1/18)
ICC Puchar Świata Kobiet: RPA (229/8, Laura Wolvaardt 67, Shabnim Ismail 3/27) pokonała Nową Zelandię (228, Sophie Devine 93, Amelia Kerr 3/50) 2 wicketami
Turniej ITF w Rovinju: Paweł Cias-Filip Misolić 1:6 0:6
Challenger w Roseto Degli Abruzzi: Szymon Walków/Romain Arneodo-Franco Agamenone/Manuel Guinard 6:1 3:6 7-10
FIFA World Cup, kwalifikacje OFC:
Wyspy Cooka-Wyspy Salomona 0:2
mecz Tahiti-Vanuatu nie odbył się (pozytywne testy)
Energa Basket Liga:
Start Lublin-Asseco Gdynia 90:76
Trefl Sopot-Stal Ostrów 77:101
Mistrzostwa Świata w hokeju, dywizja IIIB: Tajlandia-Bośnia i Hercegowina 4:3
1 Liga piłkarek ręcznych: Sambor Tczew-MMTS Kwidzyn 38:37 po karnych
UEFA Europa League:
Bayer Leverkusen-Atlanta 0:1 (2:4 w dwumeczu)
Crvena Zvezda-Rangers 2:1 (2:4 w dwumeczu)
Galatasaray-Barcelona 1:2 (1:2 w dwumeczu)
Monaco-Braga 1:1 (1:3 w dwumeczu)
Eintracht Frankfurt-Real Betis 1:1 po dogrywce (3:2 w dwumeczu)
Olympique Lyon-FC Porto 1:1 (2:1 w dwumeczu)
West Ham-Sevilla 2:0 po dogrywce (2:1 w dwumeczu)
UEFA Conference League:
AZ-Bodo Glimt 2:2 (3:4 w dwumeczu)
FC Basel-Olympique Marsylia 1:2 (2:4 w dwumeczu)
FC Kopenhaga-PSV 0:4 (4:8 w dwumeczu)
Rennes-Leicester 2:1 (2:3 w dwumeczu)
AS Roma-Vitesse 1:1 (2:1 w dwumeczu)
Feyenoord-Partizan 3:1 (8:3 w dwumeczu)
Gent-PAOK 1:2 (1:3 w dwumeczu)
LASK-Slavia Praga 4:3 (5:7 w dwumeczu)
Beach World Tour w Tlaxcali: Michał Bryl/Bartosz Łosiak-Daniel Dearing/Sam Schachter 2:0
Challenger w Phoenix: Kamil Majchrzak-Fernando Verdasco 6:2 4:6 6:7(5)
PDC Premier League, 6 turniej:
ćwierćfinały
Michael Smith-James Wade 6:1
Michael van Gerwen-Gerwyn Price 4:6
Gary Anderson-Jonny Clayton 6:5
Joe Cullen-Peter Wright 4:6
półfinały
Michael Smith-Gerwyn Price 6:4
Gary Anderson-Peter Wright 6:3
finał
Michael Smith-Gary Anderson 4:6
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{MASCALZONATE RAI Il video non mi si apre, ma esposto con il titolo con i furbetti della RAI, sembra che Mussolini prima ordina le fucilazioni e poi si pente. Falso. Ecco come andanta: L’eccidio dei partigiani del 1944: l’8 agosto del 1944, mentre un camion tedesco stava distribuendo, in viale Abruzzi, derrate alimentari alla popolazione quali avanzi delle mense tedesche (cosa che avveniva di frequente), intorno alle 8,15 lì dove l’arteria sfocia in piazzale Loreto, esplose una bomba che uccise alcuni soldati germanici ed alcuni cittadini (si disse 5, ma è controverso, forse furono meno). Fu un attentato vile e per il particolare evento anche odioso e prevedibile (se non voluto) nel suo scatenare la volontà tedesca di attuare una rappresaglia. Fu così che i tedeschi ordinarono l’uccisione e la conseguente esposizione in pubblico su piazzale Loreto di 15 partigiani o antifascisti presi dalle galere dove erano detenuti. Pretesero anche che all’esecuzione contribuissero i fascisti e quindi un plotone di militi della “Muti”, partecipò alla fucilazione ed al servizio di guardia ai cadaveri esposti. Ma non tutti sanno che lo stesso Mussolini (testimonianze sono molte e concordi), una volta informato (con ritardo) dell’accaduto, ebbe un terribile attacco d’ira che travolse il ministro della Cultura Popolare Fernando Mezzasoma, in quel momento presente. Mussolini quindi si mise in contatto con il comando tedesco a Milano, sfogandosi in tedesco con chi venne a rispondere al telefono. Sfinito mormorò poi: “Sono dei pazzi!. Stessa protesta fu da Mussolini rivolta al comandante della Muti, Franco Colombo. In ogni caso quelle proteste così veementi e la dissociazione di Mussolini a nome della Repubblica Sociale, da quel tipo di rappresaglie, sortirono l’effetto di impedire la fucilazione di altri 20 ostaggi decisa dai tedeschi per l’uccisione a Milano di una loro crocerossina} Maurizio Ter https://www.instagram.com/p/BwzGLwUglnB/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=t4qlaluf247s
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A Milano, il 10 agosto 1944, quindici tra partigiani e dissidenti politici furono fucilati dietro ordine del capitano SS Theodor Saevcke. L'episodio prende il nome di "strage di Piazzale Loreto" ed è allo shock di questa memoria, impressa nella mente dei milanesi, che si dovette la scelta del 25 aprile.
A Milano, la pianificazione del Quartiere Industriale Raccordato rispondeva alle esigenze di inizio Novecento di trasformare le aree rurali della periferia a nord di Milano in una “piccola Manchester” che garantisse l’espansione dell’industria siderurgico-meccanica.
Nel giro di trent’anni, Sesto San Giovanni passò dall’essere un comune spopolato di 5.000 abitanti ad accogliere un flusso giornaliero di 50.000 lavoratori. Una crescita costante, assecondata dai costanti flussi migratori interni all’Italia. La classe operaia che ogni giorno affollava i reparti di Breda, Pirelli, Falck e Magneti Marelli proveniva da tutta la penisola: nei primi anni Venti, in particolare, furono molti i lavoratori che, in fuga dalle prime manifestazioni fasciste, arrivarono a Milano dall’Emilia Romagna e dall’Italia centrale.
Per tutto il ventennio, lo spirito antifascista della Stalingrado d’Italia non venne mai meno: nel biennio 1942-44 le mobilitazioni e gli scioperi si susseguirono incessantemente, fino a quando dall’1 all’8 marzo 1944 i Comitati Segreti di Agitazione indirono uno sciopero generale chiedendo che venissero reintegrate le libertà soppresse dal fascismo.
Dei 211 deportati nei lager nazisti, sopravviveranno alla guerra solo 41 persone.
La repressione, lungi dal soffocare l’organizzazione clandestina, portò alla nascita delle Squadre di Azione Patriottica che, sempre basate all’interno delle fabbriche, avevano per la prima volta compiti offensivi. I pendolari, che ogni giorno attraversavano la metropoli per raggiungere gli stabilimenti, lungo il tragitto si facevano carico di operazioni di sabotaggio e contribuivano alla creazione di reti di resistenza in tutto l’hinterland milanese. E, oltre a ciò, guadagnavano le simpatie di una popolazione milanese oppressa dall’invasione nazista.
È in questo quadro che va probabilmente inscritto l’attentato di viale Abruzzi dell’8 agosto 1944: due bombe esplodono vicino a un camion tedesco ferendo l’autista e uccidendo 6 cittadini milanesi.
Le SS indicarono come colpevoli i GAP, sebbene Giovanni Pesce abbia sempre negato qualsiasi implicazione dei Gruppi di Azione Patriottica nell’esplosione di quei due ordigni. Si ritiene possibile che a ordinare l’attacco siano state le stesse truppe tedesche per giustificare l’eccidio che seguì, ma la misteriosa sparizione dei fascicoli nei meandri di Palazzo Cesi a Roma ha reso possibile – decenni dopo – solo una parziale ricostruzione dei fatti.
Il bando Kesserling del marzo 1944 prevedeva che in rappresaglia per ogni tedesco ucciso venissero fucilati 10 italiani. Fu, più o meno, con questa scusa che tra l’8 e il 9 agosto il capitano delle SS Theodor Sävcke stilò una lista di prigionieri del carcere di San Vittore, ordinando al gruppo Oberdan della legione Ettore Muti di fucilarli su pubblica piazza. Alle 6:10 del 10 agosto 1944, quindici antifascisti vennero uccisi a Piazzale Loreto. Eraldo Soncini provò a fuggire nascondendosi nella parrocchia del Santissimo Redentore di via Palestrina, ma venne raggiunto e ammazzato da Giacinto Luisi e Luigi Campi.
Era ancora l’alba, ma di lì a poco Piazzale Loreto si sarebbe riempito.
Da Piazzale Loreto parte infatti viale Monza, un grande boulevard napoleonico che collega Milano a Monza, passando per la città delle fabbriche, «formicaio di antifascisti, di ribelli, di sabotatori». Da Piazzale Loreto passava il tram interurbano che collegava Greco, Niguarda e Monza. Da Piazzale Loreto, alla mattina, transitavano tutti, in particolare gli operai di Sesto che, si vociferava, stavano organizzando un altro sciopero generale. L’obiettivo dell’eccidio non era tanto il punire arbitrariamente una quindicina di partigiani e dissidenti, quanto ostentare quella pena. I corpi vennero lasciati marcire sul piazzale nella canicola milanese fino alla sera, con i militi impegnati a costringere chi passava per il piazzale a fermarsi e osservare la scena, a guardare i fascisti divertirsi in una partitella a calcio sui corpi senza vita, usando talvolta le teste dei fucilati come palloni.
La vista di quella strage doveva spaventare gli operai, così come quella di viale Abruzzi serviva a sottrarre ai GAP il sostegno della popolazione.
Tra i passanti, un quattordicenne Franco Loi, che insieme a un compagno di classe «monarchico, ma antifascista» tornava dalle ripetizioni a Porta Venezia. Sulla strada, il ragazzo si deve fermare a guardare l’orrore: «ero in strada, rimasi lì per non dimenticare e vendicare gli innocenti», racconterà il poeta alla trasmissione “Uomini e profeti”.
È nelle parole che Franco Loi scriverà più avanti, nel nono passaggio della raccolta Stròlegh, l’astrologo, che l’eccidio di Piazzale Loreto del 10 agosto 1944 si sovrappone ai fatti del 25 aprile 1945. «Il sangue di Piazzale Loreto lo pagheremo molto caro», aveva profetizzato Mussolini al vice-capo della Polizia della RSI: aveva forse capito che era appena iniziato il suo viaggio verso il 25 aprile e verso quel 28 aprile di cui molti – anche a sinistra – parlano ancora a sproposito.
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Un incontro- convegno per discutere, informare ma sopratutto responsabilizzare le giovani generazioni verso il destino di una delle più importanti risorse della terra. Il continuo inquinamento globale, infatti, potrebbe portare il mare ad avere nel 2050 più plastica che pesci con la conseguenza che gli oceani, come li conosciamo oggi, potrebbero non esistere più.
Da qui il dibattito tenutosi stamattina, presso l’aula magna all’ISIS “Duca degli Abruzzi” del viale Artale Alagona a Catania e dal titolo “Mare Mostro: un mare di plastica”. Una conferenza dei servizi che ha visto come relatori la dirigente Brigida Morsellino, il Comandante Pantano che ha portato i saluti dell’Ammiraglio direzione Marittima Catania Gaetano Martinez e Federico di Penta Comitato Direttivo Marevivo. Accanto a loro, Maria de Filippo Marevivo, Franco Andaloro Dirigente di Ricerca ISPRA/SZN, Ignazio Ragusa Presidente Regionale Sib-Confcommercio, Vincenzo Ruvolo Arpa Sicilia, Concetto Puglisi Cnr Catania.
Ad introdurre ai lavori la dirigente del Politecnico del Mare Brigida Morsellino che ha aperto il tavolo di confronto salutando gli ospiti presenti- tra cui i rappresentanti delle forze dell’ordine, la delegazione del Lions Club “Catania Faro Biscari” e la professoressa Elisabetta Giustolisi– e sottolineando che «nel corso dei secoli il mare è stato fonte di ricchezza, di unione, di commerci e di aggregazione. Un mezzo per conoscere, condividere e unire. Oggi però assistiamo ad un momento dove questa grande ricchezza può diventare sinonimo di rifiuti e desertificazione. Scarichi incontrollati e materiali nocivi distruggono un ecosistema di vitale importanza per tutti noi».
Nel mondo oggi ci sono cinque vortici oceanici in cui si accumulano i rifiuti. Il “Great Pacific Garbage Patch” è grande quanto l’intero Mediterraneo. Un vero e proprio mare di plastica sotto forma di isole galleggianti. «In questo contesto è fondamentale fare squadra- spiega Federico di Penta Comitato Direttivo Marevivo – l’inquinamento marino da plastica colpisce regioni come la Sicilia dove il turismo e la pesca costituiscono risorse importanti. Ecco perchè occorre un’azione congiunta di sensibilizzazione e formazione che, nel corso di questi ultimi anni, ci ha portato a sviluppare e far approvare leggi che aiutino a proteggere il mare.
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Oggi non si può fare a meno della plastica ma si deve evitare l’impiego di quella “usa e getta” e delle microplastiche. E’ tempo, quindi, di cambiare rotta». La plastica è il maggior detrito inquinante degli oceani a causa dell’uso indiscriminato ed eccessivo da parte dell’uomo. Solo nel 2014 sono finiti in mare 270.000 tonnellate di rifiuti di plastica. Dati sottolineati dai filmati e dagli interventi che si sono susseguiti durante la mattinata. Esperti che hanno visto alternarsi Maria de Filippo Marevivo, Franco Andaloro Dirigente di Ricerca ISPRA/SZN.
Momento speciale è stato dedicato al “power point” presentato dagli stessi studenti dell’Isis Duca degli Abruzzi per entrare in merito all’importanza dei polimeri biodegradabili. Oggi il mare copre il 71% della superficie del Pianeta, produce l’80% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe un terzo dell’anidrite carbonica in eccesso. Come un organismo vitale svolge la sua funzione grazie ad un equilibrio dinamico. Quindi non bisogna oltrepassare i limiti imposti. Basta, dunque, con la pesca indiscriminata, la cementificazione delle coste, gli scarichi killer, l’acidificazione delle acque, la perdita di biodiversità e il riscaldamento globale.
Concetti ribaditi pure da Ignazio Ragusa Presidente Regionale Sib-Confcommercio, Vincenzo Ruvolo Arpa Sicilia, Concetto Puglisi Cnr Catania durante i loro interventi che, a turno, hanno riscosso notevole successo e approvazione da parte degli studenti presenti.
https://www.facebook.com/nowinsicily/videos/1950702205176647/
#nowinsicily Al #PolitecnicoDelMare Duca degli Abruzzi incontro #MareMostro: un #mare di #plastica? Un incontro- convegno per discutere, informare ma sopratutto responsabilizzare le giovani generazioni verso il destino di una delle più importanti risorse della terra.
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SAIL 2015 - "Il Mare Ci Unisce"- 2015 - tra Camogli e Recco il V Festival della Marineria - 2015
08/06/2015 - Il festival della Marineria “Il Mare Ci Unisce” è una manifestazione dedicata alla tradizione marinara ligure e alla valorizzazione delle bellezze della costa ligure. La quinta edizione, il cui tema è “La Liguria Unisce i Mari”, si terrà dal 10 al 14 giugno 2015 presso le località di Camogli e Recco, in provincia di Genova. L’evento è patrocinato dalla Regione Liguria, Comune Di Recco, Comune Di Camogli, Consolato Di Tunisia, Unicef Italia, Lega Navale Italiana. Il quinto Festival della Marineria “Il Mare Ci Unisce” presenta il Golfo Paradiso come approdo ideale della marineria tradizionale internazionale e non solo come abbraccio spettacolare delle città di Camogli e Recco.
Ascoltare, vedere e toccare la Marineria
“La Liguria Unisce i Mari “è il tema di questa edizione, che guiderà protagonisti e pubblico attraverso una varietà di eventi spettacolari, capaci di trasmettere valori universali, mettendo al centro il Mediterraneo. L’arrivo degli Antichi velieri riporterà il Golfo Paradiso e il suo autentico paesaggio all’antico splendore. La storia, lo sport, la musica, il folklore, il paesaggio, la gastronomia, in uno straordinario palcoscenico sul mare, coniugheranno l’ospitalità con lo spettacolo. La tradizione marinara ligure si confronta allora con gli altri Paesi, si attualizza, si proietta nel futuro con il messaggio per centrale di Unicef “Il vento soffia dalla parte dei bambini”. Finalmente le nuove generazioni in primo piano, protagoniste del loro destino. La marineria tradizionale testimone dei valori universali di Unicef. Per la prima volta in compagnia dei Paesi ospiti, Tunisia e Turchia, il Festival sarà un’offerta ai cinque sensi del pubblico che potrà ascoltare, vedere, gustare, odorare e toccare con mano tutti gli aspetti legati alle tradizioni navali, alla festa e al contatto diretto col mare.
Il programma ufficiale 2015
Iniziano i preparativi. Il giorno 5 aprile alle ore 11.00, presso la spiaggia di Sestri Levante, l’associazione “Il Leudo” inizia a riarmare il grande leudo “Nuovo Aiuto Di Dio”riallestendo il suo albero appena restaurato, per essere poi varato e prendere il mare i primi di giugno sulla rotta del Festival della Marineria - “Il Mare Ci Unisce”.Mercoledì 10 giugnoOre 21.00 - Sala Consigliare Comune di ReccoInaugurazione del V Festival Della Marineria con il Convegno a tema “La Liguria Unisce I Mari”. Il convegno si svolgerà alla presenza di Sua Eccellenza il Console di Tunisia, Zied Bouzouita. La Dott.ssa Marcella Rossi modererà l’incontro, al quale parteciperanno alcuni relatori d’eccezione:
Ammiraglio Federico Biroli, delegato regionale della Lega Navale Italiana.
Arch. Alessandro Casareto su “Gli insediamenti costieri dei Liguri nel Mondo”.
Pier Luigi Gardella su “Storie di mare nel Golfo Paradiso”.
Giovanni Caputo su “Tramandare l’antica arte marinaresca”.
Giovedì 11 GiugnoAlle ore 21.00, presso la Sala Polivalente Franco Lavoratori di Recco, verrà inaugurata la Mostra Fotografica: “Porticciolo Duca degli Abruzzi - Architettura e Nautica”. A cura degli architetti Roberta Ruggia e Massimo Sotteri e dell’Associazione Ardiciocca.Venerdì 12 GiugnoOre 17.00 - Recco, presso il “Lungomare Bettolo”UNICEF E LO SPORT - “Il Vento Soffia Dalla Parte Dei Bambini” - Esibizioni e dimostrazioni delle Federazioni e Società Sportive di vario genere accompagnate da musica e danze dal vivo di giovani artistiOre 17.30 – Recco “Lungomare Bettolo”Campionato italiano di Savate, l’antico sport da contatto dei marinai (combattimenti di gala su ring).Ore 21.00 - Recco Lungomare BettoloConcerto della Banda Gioacchino RossiniOre 22.30 - Presso le rive della spiaggia di ReccoSpettacolo “Note Al Chiar Di Luna”. Il pubblico sarà il protagonista della serata con laposa in mare di 10.000 lumini dalla spiaggia di Recco, distribuiti presso lo stand della Proloco allestito sul lungomare Bettolo. Con la partecipazione della Filarmonica Gioacchino Rossini, della cantante soprana Chiara Bisso e del glorioso Dragun che condurrà, con il piccolo brigantino Quinto Remo di Cadimare e la partecipazione delle barche recchesi e camogliesi, una magnifica fiaccolata notturna.Sabato 13 GiugnoOre 11.00 - Porto di CamogliEntrata in porto degli antichi velieri, dei leudi, e delle vele latine. Camogli riconquista il suo antico splendore. Tra le navi e le imbarcazioni protagoniste la Goletta a GabbioleJacob Meindert, la nave scuola Pandora, il veliero Capitan Lipari, la bellissima imbarcazione Ilda, gli antichi Leudi, il Nuovo Aiuto Di Dio, lo Zigoela, il Leonidas, il glorioso e folcloristico Dragun, il piccolo brigantino dei bambini Quinto Remo.Ore 11.30 – Camogli, Piazza Colombo“La Liguria Unisce i Mari”Spettacolo teatrale a cura della Soc. Attori & Associati con la partecipazione di giovani cantanti e musicisti. Esibizione di gruppi folcloristici locali e dei paesi Ospiti.Ore 14.00 – Camogli, Piazza Colombo“Festa dei Pirati“E’ il momento dedicato ai più piccini che potranno incontrare il temibile Pirata Barbarossa, visitare i velieri più grandi che rimarranno in porto per i bambini, partecipare alla caccia del grande tesoro, navigare sul glorioso Dragun e sul fantastico brigantino Quinto Remo, che li porterà in mare per l’attacco al castello. Sul veliero suoneranno i temibili filibustieri della Brigada Pirata, gruppo musicale pirate folk (www.brigadapirata.com). Scorribande, assalti dei pirati, bombardamenti a colpi di cannone caricati a coriandoli, alla conquista del Castello Della Dragonara.Ore 14.30 - Golfo ParadisoPartenza Regata Costiera. Riservata alle vele latine e alle derive d’epoca e derive olimpiche e monotipi moderni di ogni classe e tipo. Lo spettacolo delle vele nel golfo ci riporterà indietro nel tempo.Ore 19.30 - Camogli Fronte Mare“La Notte Azzurra”. Camogli si veste d’Azzurro riservando al suo pubblico un momento gastronomico d’eccellenza. I ristoratori locali allestiscono i coperti per la cena negli angoli più caratteristici dell’antico borgo marinaro. Musica, luci, proiezioni e spettacoli accompagneranno i commensali in un momento gastronomico unico (a cura di ASCOT Camogli – prezzo convenzionato per il pubblico).Ore 21.00 - Camogli, Lungomare / Spiaggia (Banchina Giorgio)“La Notte Del Drago”. Concerto di Antonella Ruggiero, accompagnata dal pianista Andrea Bacchetti. Performance musicale con chitarra classica del giovane musicista Bacci del Buono. Esibizione di danza moderna dell’artista “Rebecca”, coreografia a cura della Scuola del Balletto di Toscana. Sfilata marina scenografica della gloriosa imbarcazione U Dragun, del Quinto Remo e dalle altre barche storiche che, illuminate con fiaccole speciali, completeranno la scena artistica trasformando la baia di Camogli in un grande teatro naturale coinvolgendo il pubblico in un emozionante momento serale.Ore 22.30 - Camogli, Porto Piazza ColomboSpettacolo Teatrale “La Liguria Unisce i Mari”. Esibizioni artistiche, canto e danze acrobatiche concludono la serata.Ore 24.00 - Camogli, Spiaggia“Silent Disco” di Matteo Diamante. Unica nel suo genere, la discoteca silenziosa approda a Camogli con un bastimento carico di 1000 cuffie audio con cui il pubblico potrà scatenarsi e ballare la disco music senza disturbare la calma e il silenzio notturno dell’antico borgo.Domenica 14 GiugnoOre 11.00 - Camogli PortoSaluto e uscita dei velieri dal Porto di CamogliOre 12.00 - Golfo ParadisoPartenza Regata CostieraOre 17.30 – Recco, presso il Largo Gitto PendolaPremiazioni Sportive
(da www.barchedepocaeclassiche.it)
FROM http://www.navigamus.info/2015/06/il-mare-ci-unisce-tra-camogli-e-recco.html
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📸 🎥 ATP Challenger Livestream (via website)
Unfortunately, Feldbausch had a medical timeout, which likely discomfort might have had the effect on his game. Being broken at the expense of the forehand error again, he was still able to bring Agamenone to the ad-deuce drama in several occasions, including the sixth game where Agamenone responded to Feldbausch’s drop shot with a working volley to break 5-1.
Agamenone then had the opportunity to serve for the match, which he did albeit in a little drama. Feldbausch saved one of his match points after his working backhand, where Agamenone got run over trying to catch the ball from. However, a point later, Agamenone managed to secure the victory at the expense of Feldbausch’s backhand error, resulting in him serving a breadstick (6-1) in the second set, winning him the match as well.
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📸 ATP Challenger Livestream (via website)
Former junior World No. 5, Killian Feldbausch, defeated Mariano Navone 7-6(5), 6-0 in the first round before facing Italian Franco Agamenone in the second round. Known by his reliable backhand while his forehand still could make a damage last round, he faced a test from an aggressive Agamenone (when on) for a spot in the quarterfinals.
However, everything did not work starting the early stages of the first set, where he erred his forehand too wide for Agamenone to break early (2-0). Wasn’t enough, Agamenone struck back in the pressure points until the Swiss 17-year-old erred his forehand response in a forehand-to-forehand exchange to break 4-0. Having a dominant start, Agamenone held his service game to 5-0.
Feldbausch’s efforts were not enough to secure him a hold since even if he could save a set point, Agamenone broke to 6-0 as a consequence of his failed drop shot. He then took a medical time-out in the middle of the second set, when…
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