#Esportazione Film
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rpsabetto · 7 years ago
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Kill, Baby...Kill! [Operation Fear] [Operazione paura]
Kill, Baby…Kill! [Operation Fear] [Operazione paura]
(Italy 1966)
“Something in this town is supernatural. Tell me, why did they abandon the church? I’m scared. I almost think the devil’s here.”
— Monica
The second offering of a Mario Bava weekend double feature, Kill, Baby…Kill!is one of the director’s more commercially successful films. Many commentators have pointed out its influence on the horror genre and praised Bava’s gothic sensibilities,…
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koufax73 · 3 years ago
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Michael Venturini: "A modo mio" è il nuovo singolo
Esce A modo mio, secondo singolo di Michael Venturini. Dopo Alibò, il cantautore "italiano da esportazione" ritorna con un brano che affronta il tema dell'incomunicabilità
https://open.spotify.com/track/3eMi0huFgjMGzsYWlohDYE?si=7dd8356c28574987 Esce A modo mio, secondo singolo di Michael Venturini.Dopo Alibò, il cantautore “italiano da esportazione” ritorna con un brano che affronta il tema dell’incomunicabilità partendo da un riff distorto à la Kinks che catapulta l’ascoltatore tra echi Sixties, trip colorati e tracce di film di Antonioni. Il cocktail sonoro di…
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italianaradio · 5 years ago
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GIOIOSA JONICA Gli eventi finali di Filmuzik
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/gioiosa-jonica-gli-eventi-finali-di-filmuzik/
GIOIOSA JONICA Gli eventi finali di Filmuzik
GIOIOSA JONICA Gli eventi finali di Filmuzik
R. & P.
Domani giovedì 5 settembre 2019 alle 22 presso palazzo Amaduri a Gioiosa Ionica, nell’ambito del festival FilMuzik, organizzato dall’associazione Bird Production, si terr�� una proiezione speciale del film Tornare Indietro, regia di Renzo Badolisani.
Il film racconta uno spaccato della realtà della Locride, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, attraverso la storia di un ragazzo torinese che con la famiglia si trasferisce per un po’ di tempo in Calabria.
Da adulto tornerà a “rimettere a posto” alcune esperienze vissute da ragazzo.
Il film sarà preceduto dalla proiezione di un documentario, dello stesso Renzo Badolisani, dal titolo Koras Placa.
«Ho visitato per la prima volta Placanica, in occasione dei sopralluoghi del mio film Tornare indietro. Era il Venerdì Santo verso l’ora del vespro. Rimasi colpito vivamente – dice Badolisani –. Ho conosciuto poi il sindaco e altre persone della giunta comunale, con le quali sono rimasto in contatto, con l’intenzione di fare qualcosa insieme. Si è presentata una piccola occasione per cominciare, collegata ad un’iniziativa musicale estiva. Sul tema della musica e della danza, abbiamo provato ad imbastire un piccolo ritratto del paese e della sua gente».
Il regista, che da qualche anno vive negli Stati Uniti, ha scritto una nuova sceneggiatura e si propone di tornare a girare un film in Calabria quanto prima, cercando però questa volta di raccontare la Calabria di oggi e di farlo in chiave di commedia, con l’idea però di fare un film insieme alla popolazione, insieme alle persone che si raccontano nel film stesso. Si intitola provvisoriamente Love Colors – I Colori dell’amore.
Venerdì 6 settembre serata finale del FilMuzik Arts Festival.
Alle 21 , in collaborazione con Eurokom e EDIC Calabria&Europa, focus sui fondi europei per la cultura – nuove opportunità per gli artisti della Locride.
Se ne parlerà con Alessandra Tuzza, operatrice dell’Edic Calabria&Europa di Gioiosa Ionica e Marzia Santone, del Mibact, esperta del Programma Europa Creativa.
Si punta a fornire ai cittadini, alle istituzioni locali e agli artisti, un’occasione di formazione, una disamina dei fondi votati per la cultura a livello nazionale ed europeo nell’anno europeo del Patrimonio culturale, con la possibilità di confronto con gli esperti del settore.
A seguire proiezione del cortometraggio “T***O” di Enzo Niutta, musicato da Claudio Cojaniz.
Alle 22.00, in prima assoluta, il film “EurOpen People” di Alberto Gatto.
EurOpen People è il tour del regista Alberto Gatto (autore del corto “Mer rouge” che tratta il tema dell’immigrazione sui barconi dei disperati in fuga dalla fame e dalla guerra) e dei Marvanza, con la loro musica accattivante e i testi che sanno anche essere di denuncia: un minibus pieno zeppo di scatoloni e zero comfort ma alimentato dai combustibili dell’entusiasmo giovanile e del linguaggio universale della musica.
In un tour de force di una decina di giorni nel vecchio continente, la scoperta di un’Europa senza frontiere in cui le diversità diventano risorse.
Un documentario divertente e appassionante con momenti di vita quotidiana che sono tutt’uno con gli spettacoli.
La Calabria, quella positiva, da esportazione.
In caso di pioggia le proiezioni avranno luogo nella sala interna di Palazzo Amaduri.
Ingresso libero.
        R. & P. Domani giovedì 5 settembre 2019 alle 22 presso palazzo Amaduri a Gioiosa Ionica, nell’ambito del festival FilMuzik, organizzato dall’associazione Bird Production, si terrà una proiezione speciale del film Tornare Indietro, regia di Renzo Badolisani. Il film racconta uno spaccato della realtà della Locride, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli
Francesca Cusumano
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levysoft · 7 years ago
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Quando si guarda la TV non esiste il rosso che piace di più o piace di meno. Esiste un rosso, ed è il rosso che il regista e il direttore della fotografia hanno pensato per una determinata scena. Per rendere possibile tutto questo c’è una figura professionale che, partendo da un filmato registrato da una videocamera, deve ricreare lo stesso rosso per ogni scena, una figura professionale chiamata colorist. Netflix ci ha portato dietro le quinte di una produzione in Dolby Vision per capire quali sono i passaggi necessari per portare sulla piattaforma di streaming contenuti HDR certificati da Dolby. Abbiamo visto, in tempo reale, come funziona quel processo denominato “grading" e come vengono creati i contenuti a dinamica estesa che finiscono sulla piattaforma di streaming partendo dai vari master.
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Dell’HDR abbiamo già parlato tanto, ma sostanzialmente tutto si potrebbe riassumere con la fotografia qui sotto. Il concetto è semplice: i televisori e tutto il flusso di lavorazione di un contenuto video sono stati fino ad oggi un collo di bottiglia. La videocamera, infatti, ha ripreso molto di più ma parte del contenuto registrato sul master viene perso in fase di lavorazione proprio per rendere quei contenuti visibili su TV che hanno una dinamica meno ampia.
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La prima cosa da considerare è che non esiste una videocamera o una ripresa in HDR: oggi quasi tutti i film girati in digitale vengono realizzati con videocamere che dispongono di una gamma dinamica elevatissima (oltre 16 stop di dinamica) e ogni master diventa quindi un ottimo materiale di partenza per creare un vero master dinamica estesa. Perché l’HDR è questo: un sistema studiato per fare in modo che la dinamica di una scena catturata dalla videocamera, elevatissima, sia fruibile anche su un televisore. Fino ad oggi questa dinamica veniva compressa proprio perché i TV non erano in grado di visualizzare tutti i dettagli, ora con i TV HDR cambia la musica.
Con un segnale di tipo HDR un colorist si diverte molto di più: se prima doveva preoccuparsi a cosa “togliere” ora ha un enorme spazio di manovra, può giocare con livelli e luminosità sapendo che il contenuto finirà su un televisore capace di mostrare le scene come lui stesso le vede davanti al suo monitor di riferimento.
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Fino ad oggi, ci spiegano i responsabili di Dolby e Netflix, tutti i master per lo streaming e per l’home video sono stati realizzati ipotizzando come schermo un televisore capace al massimo di gestire 100 nits, ovvero 100 candele al metro quadro. Questa è infatti la luminosità tipica di un TV non HDR, un limite che il colorist deve tenere bene in considerazione: tutti gli elementi della scena con un livello di luminosità superiore devono essere portati ad un livello più basso altrimenti per evitare zone scure prive di dettaglio o zone luminose totalmente bruciate.
Con l’HDR cambia tutto: non è più necessario abbassare i livelli perché il TV riesce a mostrare  chiaramente dettagli oltre i 100 nits. Davanti ad una fiamma intensa, o ad una forte luce, l’occhio riesce anche a percepire differenze e sfumature anche se la luminosità tocca i 500 o gli 800 nits. Quando si parla di luminosità non ci riferiamo solo al bianco ma a tutti i colori: luci LED o neon stile “Las Vegas”, alcuni livelli di rosso e certe tinte fino ad oggi non potevano essere usate dai colorist perché i TV non erano in grado di visualizzarle. Ora si può e a giocare con questi “nuovi” colori è il colorist.
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Davanti alla sua console, e con una serie di clip di riferimento, il colorist di Dolby al servizio di Netflix ci mostra come cambia con poche impostazioni una scena. Decide quasi tutto lui, ha una traccia da seguire decisa dal direttore della fotografia e dal regista ma per la maggior parte delle scene ha una piena libertà. Decide lui quanto spingere in determinate scene, come rendere un tramonto o quanto far brillare un fuoco, e con i controlli a disposizione può davvero fare magia. La dinamica e le informazioni presenti nel master di partenza sono talmente tanti che addirittura si può trasformare una scena girata in pian luce in una sequenza notturna, facendo risaltare le luci e mantenendo tutti i dettagli nelle ombre.
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Master a 1000 nits, a 4000 nits, a 10000 nits, cosa vuol dire?
Il colorist, seduto di fronte alla sua una console, ci racconta i vari passaggi di intervento sulla scena e con il mouse ci mostra il “suo” potere immenso: basta variare un selettore per spingere il segnale a livelli di luminosità elevatissima, cambiando radicalmente l’impatto di una luce. Quanto devono abbagliare i fari di una automobile o il sole ci chiede? Vorremmo rispondere di alzare al massimo, perché il sole deve abbagliare, ma sappiamo che è una domanda tranello. Ogni modifica fatta al segnale è subordinata ovviamente al controllo: il risultato di ogni intervento viene visualizzato su un monitor di riferimento che, oltre ad essere perfettamente calibrato, deve essere in grado di rappresentare esattamente il segnale che il colorist sta gestendo in tutta la sua dinamica. Questo vuol dire che volendo si potrebbe spingere l’intensità del sole a 10.000 nits, un livello di luminosità elevatissimo, ma se prende questa decisione il colorist deve poter vedere a schermo cosa succede all’intera scena quando spinge la luminosità così in alto. Oggi purtroppo non può farlo, perché il miglior reference monitor per il grading di contenuti HDR è il Dolby Pulsar, un mostro da 4000 nits che non è nemmeno in vendita.
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Il Pulsar viene dato da Dolby solo ad una serie di studi di Hollywood specializzati nella color correction e nel mastering di contenuti HDR, e senza un monitor di questo tipo non è possibile masterizzare contenuti HDR a 4000 nits, figuriamoci andare oltre. Si deve tenere un livello di riferimento più basso, ed è quello che fanno un po’ tutti.
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Nella sessione alla quale abbiamo assistito il colorist ha usato monitor Sony OLED BVM X 300, schermi 4K da 30” di incredibile qualità dotati di una luminosità di picco di 1000 nits. I monitor OLED Sony sono i reference display più diffusi al mondo per il grading HDR e questo vuole dire che il 90% dei contenuti video HDR che vediamo su Netflix è stato masterizzato tenendo come riferimento 1000 nits. Questo non rappresenta un problema, perché come non esistono monitor professionali capaci di arrivare a certi livelli di luminosità non esistono neppure televisori consumer capaci di raggiungere determinate prestazioni.
Anzi, nel campo dei TV, come dei fanno notare i tecnici, c’è pure un problema legato ai consumi: secondo le regolamentazioni europee e americane un TV a seconda della dimensione dello schermo deve rispettare certi livelli di consumo e l’HDR, che richiede un aumento di luminosità, ha come diretta conseguenza anche un aumento dei consumi. I produttori per rispettare le normative hanno integrato nei TV un circuito denominato Automatic Brightness Limiting (ABL) che gestisce il rapporto tra consumo e luminosità di picco che un TV può generare. Un televisore Samsung HDR, che ha una luminosità di picco che tocca i 1000 nits, può arrivare a tale livello solo su una finestra molto piccola: se la stessa luminosità venisse richiesta a tutto il pannello, una schermata totalmente bianca a 1000 nits, il sistema Automatic Brightness Limiting (ABL) interverrebbe abbassando la luminosità globale.
Il colorist deve quindi tener conto anche del possibile intervento dell’ABL: non può esagerare nelle scene con la luminosità perché l’intervento del circuito, con relativo taglio della luminosità, renderebbe vano il suo lavoro. Questo è il motivo principale per cui non esistono film HDR con scene super luminose, ma solo film dove alcuni dettagli della scena raggiungono luminosità elevate: esagerando con la luce il TV limiterebbe la luminosità.
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Il master Dolby Vision. Prima l’HDR, poi la versione standard
Netflix, da sempre pioniere nel campo delle nuove tecnologie, ha subito abbracciato ogni formato HDR incluso il Dolby Vision. I formati HDR come sappiamo sono tre: l’HDR10, l’HLG e il Dolby Vision, ma Netflix gestisce solo HDR10 e Dolby Vision perché l’HLG è dedicato alle trasmissioni Live che non sono parte della piattaforma. La scelta di Netflix di appoggiare entrambi i formati è dovuta principalmente ai vantaggi che il Dolby Vision ha rispetto all’HDR10, ovvero la possibilità di gestire con uno stesso segnali diversi livelli di “qualità”, anche se è improprio chiamarla così.
Per realizzare una serie TV in Dolby Vision gli studi che lavorano per Netflix partono e lavorano esclusivamente sulla versione HDR. Prima viene realizzata la versione a dinamica estesa, poi basta premere un tasto per far partire una analisi della scena automatica dove tramite un algoritmo il software provvede a generare in autonomia la versione a dinamica standard, pensata per TV con spazio colore ridotto (Rec.709) e 100 nits di luminosità.
Il sistema di grading a disposizione del colorist prevede una console di gestione, un processore Dolby che funziona in modo simile al chip che Dolby inserisce nei TV predisposti, un monitor di riferimento per l’HDR e un monitor di riferimento per il segnale non HDR. Il colorist lavora esclusivamente sul segnale HDR e può farlo a diversi livelli: può decidere di lavorare a 400 nits, poi a 600 nits e infine a 1000 nits, stabilendo per ogni livello una serie di parametri che vengono memorizzati nei metadati.
Alla lavorazione dei vari livelli HDR segue l’analisi del contenuto con esportazione della versione a dinamica standard: anche se il target è l’HDR, la versione a dinamica standard deve comunque soddisfare perché sarà quella che poi viene vista dal numero maggior di persone. A volte questo processo, che è fatto in automatico dal software, non porta il risultato sperato: in questo caso il colorist torna a lavorare sulla versione HDR delle scene che non lo hanno soddisfatto al fine di trovare un buon bilanciamento che possa andare bene per entrambe le modalità di visualizzazione.
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A processo completato il master, insieme ai metadati necessari per il Dolby Vision, vengono dati a Netflix che li carica sulla piattaforma. A seconda del tipo di contenuto e dell’azienda che ha fatto il grading del film o della serie TV potrebbero esserci più livelli di Dolby Vision sfruttabili. Lo studio, a seconda del budget o della difficoltà, può infatti decidere di quanti livelli di master HDR realizzare. Qualcuno potrebbe fornire i metadati “magici” a 100 nits e a 2000 nits, prendendo gli estremi, qualcun altro  potrebbe decidere di fornire anche una versione intermedia a 600 nits e una a 1000 nits. Più versioni ci sono è meglio è, perché il TV certificato Dolby Vision usa come riferimento quella più vicina alla luminosità per la quale è stato certificato.
Un TV OLED LG, con Dolby Vision, ha una luminosità di picco di 750 nits: con una serie TV Netflix masterizzata a 2000 nits e a 100 nits il TV LG prenderebbe i metadati del master a 100 nits come riferimento, ma se ci fossero disponibili anche quelli a 600 nits e quelli a 1000 nits diventerebbero loro il riferimento offrendo una esperienza di visione più precisa ed appagante.
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Questa possibilità di scalare di qualità a seconda del TV è la caratteristica del Dolby Vision che più piace a Netflix; l’utente, purtroppo, non ha modo di sapere in che modo e a che livelli sono stati realizzati i master dei vari contenuti, ma chi ha una buona TV e un occhio allenato non ci metterà molto ad accorgersi di quali sono i film o le serie con una resa HDR migliore e più coinvolgente. I dirigenti di Dolby e Netflix (qui l’intervista che abbiamo fatto) sono consapevoli che come ci sono sul mercato ottimi TV HDR ci sono anche modesti TV HDR, ma credono che grazie alla flessibilità del Dolby Vision sia possibile offrire una immagine migliore anche su un TV che ha una luminosità di picco non troppo alta. Non sarà mai una visione perfetta, ma il peggior HDR è comunque meglio di un contenuto non HDR.
Netflix, proprio perché ormai la maggior parte delle produzioni sono girate in digitale con videocamere a dinamica estesa (Sony, RED, Arri), proporrà quasi tutte le nuove uscite in HDR. Un buon motivo per aggiornare il TV.
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eventicatanzaro-blog · 7 years ago
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Peppe Voltarelli in concerto
http://eventicatanzaro.it/event/peppe-voltarelli-in-concerto/
CHI E’ PEPPE VOLTARELLI?
Nel 1991 fonda insieme a Franco Catalano e Salvatore De Siena Il Parto delle Nuvole Pesanti, band conosciuta in Italia per la sua musica folk-rock sperimentale. Dal 1991 al 2005 Voltarelli registra nove album con la band. Discografia: 1991 – Guerra al salario 1994 – Alisifare 1996 – Pristafora 1997 – 4 Battute di povertà 1999 – Sulle ali della mosca 2001 – Roccu u stortu 2002 – Attenzione all’estinzione 2003 – Ho visto anche degli zingari felici – con Claudio Lolli 2004 – Il parto.
Nel 2005 lascia il gruppo per dedicarsi alla carriera da solista. Discografia: 2007 – Distratto ma però (Komart-Venus) 2009 – Duisburg Nantes[33] Praga Il Bootleg Live 2010 – Ultima notte a Malà Strana (Otr-Universal) 2011 – Tatanka, colonna sonora originale del film Tatanka, di Giuseppe Gagliardi (Warner Chappell Music Italiana) 2014 – Lamentarsi come ipotes[34] i (Otrlive – Universal) 2015 – Live in Trebotov (Czech Republic) 2009 2015 – Live a Radio Popolare (italia) fest. Finaz 2015 – Live a Montegranaro feat. Piaceri Proletari 2015 – Live a Dortmund feat. Alessandro Palmitessa 2016 – Live in NYC Subculture [2] 2016 – Live in Cafè Vinilo Buenos Aires Los anos luz 2016 – Voltarelli canta Profazio [4] (Squilibri Editore)
Nel 2005 lascia il gruppo per dedicarsi alla carriera da solista. l primo lavoro da solista è il film La vera leggenda di Tony Vilar, del regista Giuseppe Gagliardi. Il film è un road movie che racconta l’epopea degli italiani d’America, seguendo le tracce di un cantante italiano famoso in Argentina negli anni sessanta e ormai scomparso.
Nel 2007 esce Distratto ma però il primo lavoro discografico da solista prodotto da Alessandro Finazzo (Finaz) della Bandabardò) che vede la partecipazione di Roy Paci, Sergio Cammariere, Pau dei Negrita e Giancarlo Cauteruccio. Il disco entra nella cinquina dei finalisti per la targa Tenco 2007 riservata alle opere prime alle serate conclusive del Premio Tenco al Teatro Ariston di Sanremo Il brano Distratto ma però viene inserito nella colonna sonora del film Fuga dal call center che partecipa al Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary nella Repubblica Ceca. Nel film Peppe Voltarelli recita la parte di una curiosa guardia antitaccheggio.[ L’album Distratto ma però viene distribuito in Argentina dalla casa discografica Los Años Luz.[12] La tournée di presentazione tocca anche il Canada, gli Stati Uniti e il Messico.
Peppe Voltarelli é un artista dalle infinite doti, impegnato in vari temi sociali, debutta al festival teatrale di Festambiente Sud a Vico del Garganocome nell’opera Angolo somma zero. Lo spettacolo, scritto e recitato da Alessandro Langiu, vede sulla scena Peppe Voltarelli suonare e recitare la parte di un suonatore per matrimoni nella Puglia delle fabbriche tra Brindisi, Taranto e Manfredonia. Lo spettacolo pone l’attenzione sulle “morti bianche” e sulla situazione drammatica delle famiglie pugliesi che hanno perso i propri cari per malattie contratte sul posto di lavoro. Il disco Duisburg Nantes Praga il bootleg live è un lavoro di denuncia contro la mafia, registrato dal vivo durante il tour europeo del 2008 con il supporto della sola vendita on line e durante i concerti. Il live vende oltre 3000 copie in meno di un anno.
Voltarelli partecipa a tre edizioni consecutive del Concerto del Primo Maggio a Roma (2009, 2010 e 2011). Sul palco con Alfio Antico, i Lautari a la Bandabardò.
Compone le musiche per l’opera teatrale Medea e la luna, tratta da Lunga notte di Medea di Corrado Alvaro e messa in scena da Giancarlo Cauteruccio.
Ultima notte a Malà Strana viene pubblicato in Francia per l’etichetta Chant du monde e distribuito in Europa da Harmonia Mundi. Il disco viene presentato in anteprima a Parigi con un concerto al teatro Alhambra il 28 settembre 2010.
Ultima notte a Malà Strana vince la Targa Tenco 2010 come miglior album in dialetto, il premio è conferito per la prima volta ad un lavoro in calabrese. Voltarelli dedica la Targa al sindaco ambientalista di Pollica (Salerno) Angelo Vassallo, ucciso in un agguato di tipo mafioso.
Nell’ottobre 2010 Voltarelli è in tournée in Messico, Nel novembre 2010 esce in Argentina per la casa discografica Los Años Luz l’album Ultima notte a Malà Strana. Ultima notte a Malà Strana viene distribuito in Canada dall’etichetta Casa Nostra,l’uscita viene accompagnata da una tournée in Québec, che tocca anche Montreal, Quebec City e la Val D’Or.
Il 16 marzo 2011 partecipa alla Notte Tricolore a Torino, rappresentando la Calabria, per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia . Firma la colonna sonora originale di Tatanka di Giuseppe Gagliardi (2011), film tratto da un racconto di Roberto Saviano. Sempre nel 2011 partecipa a Luminato, festival di Toronto, e al Francofolies di Montreal, insieme al gruppo fiorentino Bandabardò.
La canzone Onda Calabra scritta per il documentario Doichlanda di Giuseppe Gagliardi viene usata in forma di parodia nel film di Giulio Manfredonia Qualunquemente con Antonio Albanese in una lettera aperta ad Albanese uscita in prima pagina su Calabria Ora fa nascere una diatriba sul brano che Voltarelli rivendica come canzone di passione ed emigrazione non in linea con l’utilizzo che ne viene fatto nel film di Manfredonia.
Lo spettacolo Il viaggio i padri l’appartenenza, monologo di teatro canzone debutta alla Galleria Toledo di Napoli a novembre 2011.
Realizza la colonna sonora di Aspromonte, commedia di Hedy Krissane con Franco Neri.
Con lo spettacolo Voci… Italiani da esportazione, insieme alle cantautrici Roberta Carrieri e Gabriella Grasso partecipa al Festival Avignon Off 2012, con una residenza teatrale di ventuno giorni al Theatre des vent.
Nel 2012 concerti a Buenos Aires, New York, Portland, Seattle, Los Angeles, Bruxelles, Barcellona, Colonia e Lussemburgo.
Ospite del Canzoniere Grecanico Salentino al concerto che si tiene al Joe’s Pub di New York nel giugno 2013. Jon Pareles dedica un articolo alla serata sulle pagine del New York Times del 28 giugno.
Partecipa al Montreal International Jazz Festival 2013 con due concerti al Savoy du Metropolis.
“Voltarelli canta Profazio” Squilibri Editore 2016 vince la Targa Tenco come miglior disco.
Per onfermare il su essere poliedrico, si presenta anche come autore di molte opere letterarie : 2000 – Ciani un’epopea banditesca nell’era mediatica, Emir edizioni, Bologna 2000 – Raggia. Versi strisce e canzoni. Poems strips and lyrics, Emir edizioni, Bologna 2000 – Il Parto delle Nuvole Pesanti: quattro racconti al dottor Cacciatutto, Emir edizioni, Bologna 2009 – Non finito calabrese, Del Vecchio Editore, Roma 2011 – Cosa volete sentire, antologia di racconti di cantautori italiani con Patate sotto la cenere, Minimum Fax, Roma 2014 – Il caciocavallo di bronzo. Romanzo cantato e suonato, Stampa Alternativa[37], Roma 2016 – Voltarelli canta Profazio[38] Squilibri Editore.
Le sue partecipazioni cinematgrafice invece sono: 2003 – Doichlanda di Giuseppe Gagliardi 2006 – La vera leggenda di Tony Vilar di Giuseppe Gagliardi 2007 – Notturno Bus di Davide Marengo 2008 – Fuga dal call center di Federico Rizzo 2009 – Belly Button Broth di Giuseppe Gagliardi 2011 – Tatanka di Giuseppe Gagliardi 2013 – Aspromonte di Hedy Krissane (colonna sonora) 2013 – Vino para robar di Ariel Winograd Argentina 2015 – 1992 di Giuseppe Gagliardi 2015 – Cançon d’amor i anarquia[41] (Spagna) di Carlos Benpar 2015 – Babylon Sisters di Gigi Roccati
A teatro possiamo incontrarlo in:
Voleva fare l’artista, recital liberamente ispirato alla vita di Domenico Modugno Roccu u stortu, di Francesco Suriano diretto e interpretato da Fulvio Cauteruccio Panza crianza e ricordanza, tre pezzi della solitudine Ico No Clast, di Giampaolo Spinato, regia di Fulvio Cauteruccio Grecia mia cara Grecia, con Irene Papas Medea e la luna, di Corrado Alvaro, regia di Giancarlo Cauteruccio, con Patrizia Zapa Mulas Parole scolpite nella terra mangiata dal mare, ispirato all’opera di Saverio Strati, con opere d’arte in scena di Anna e Rosaria Corcione Picchi mi guardi si tu si masculu, di Giancarlo Cauteruccio Angolo somma zero, di Alessandro Langiu, con musiche originali di Peppe Voltarelli Il Viaggio i padri l’appartenenza debutto a Galleria Toledo di Napoli il 1º dicembre 2012 Storia di un bene comune di Rosaria Parretti produzione Festival delle Colline Prato 2013.
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