#Direzione Musei Civici
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marcogiovenale · 8 hours ago
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oggi, 11 gennaio, a roma, al museo di roma in trastevere: colonne sonore per gli anni '80
OGGI, sabato 11 gennaio 2025, alle ore 17, presso la Sala Multimediale del Museo di Roma in Trastevere la presentazione del volume Tondelli e la musica. Colonne sonore per gli anni ’80 e Frequenze fiorentine. Firenze anni ’80 di Bruno Casini Intervengono: 📌 𝐈𝐥𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐌𝐢𝐚𝐫𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐚𝐧𝐢, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; 📌 𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧𝐨 𝐏𝐢𝐬𝐭𝐨𝐥𝐢𝐧𝐢, giornalista; 📌 𝐀𝐥𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐏𝐢𝐜𝐜𝐢𝐧𝐢𝐧𝐢, giornalista; 📌…
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blogexperiences · 3 months ago
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XX Giornata del Contemporaneo | MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna
Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna conferma la propria adesione alla Giornata del Contemporaneo, la cui ventesima edizione si svolgerà sabato 12 ottobre 2024. La manifestazione è promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani e si realizza con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della…
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edwin--artifex · 7 months ago
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Nell’ambito del progetto Tramando, con il quale la Pinacoteca nazionale di Bologna, il Museo Morandi e il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna rendono omaggio a Francesco Arcangeli (Bologna, 1915 - 1974) nel cinquantesimo anniversario della morte, le tre sedi museali presentano un progetto espositivo condiviso che, declinato in tre itinerari, propone una lettura di parte del loro patrimonio attraverso le parole del grande storico e critico d’arte.
Si tratta di un viaggio nelle tre collezioni che interessa opere e artisti amati e studiati dal critico e che riflette la sua idea di continuità tra l’arte del passato e quella del presente. Ad accompagnare i visitatori saranno speciali didascalie con brani tratti da suoi testi accostati alle opere selezionate.
Il termine Tramando, che dà il nome all’intero progetto e alla mostra diffusa fra i tre musei, è una parola chiave della visione critica di Arcangeli. Tramando è per lui un filo nascosto di pensiero, di una inconscia affinità di visione del mondo, che lega artisti diversi nel tempo e nello spazio e permette di ritrovare denominatori comuni. È la tradizione nella quale si è nati e si cammina e che lasceremo alle generazioni che seguiranno.
Questo è il filo conduttore dei tre itinerari nelle sedi museali bolognesi con le quali Arcangeli ebbe modo di lavorare. Egli fu infatti al fianco di Cesare Gnudi e Andrea Emiliani negli anni della loro direzione della Pinacoteca e fu direttore della Galleria Comunale d’Arte Moderna - oggi MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna - dal 1958 al 1968.
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Al MAMbo e al Museo Morandi: TRAMANDO Francesco Arcangeli tra la Pinacoteca nazionale e la Galleria d’Arte Moderna di Bologna
a cura di Lorenza Selleri e Uliana Zanetti
Al Museo Morandi sei dipinti e quattordici acqueforti della collezione sono accompagnati da commenti e interpretazioni tratti dalla monografia dedicata all’artista bolognese, Giorgio Morandi (1964), e dal testo Natura ed espressione nell’arte bolognese-emiliana (1970). La selezione dei testi intende avvicinare il pubblico all’altissima qualità letteraria della prosa di Francesco Arcangeli, magistrale interprete dell’opera morandiana.
All’interno delle collezioni del MAMbo, invece, i visitatori potranno leggere, accanto a tre opere, scelte tra le tante acquisite da Francesco Arcangeli per la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna negli anni della sua direzione, alcuni suoi brani tratti da presentazioni e saggi.
“L’attività d’acquisto e d’accrescimento del patrimonio artistico, e la conseguente possibilità del pubblico di fruire di documenti diretti (i più numerosi e ad un tempo selezionati che sia possibile) dell’arte moderna e contemporanea, resta, secondo me, lo scopo precipuo del mio lavoro di storico e critico dell’arte chiamato a dirigere la Galleria d’Arte Moderna della mia città. - scrive Francesco Arcangeli nella presentazione del catalogo sulla mostra Nuove acquisizioni alla Galleria d’Arte Moderna, allestita presso il Museo Civico di Bologna dal 2 al 15 marzo 1963. - […] È possibile, insomma, ridare equilibrata consistenza a una tradizione complessa, a un raggio di vita artistica già più che secolare? […]. Inoltre, la meta non è univoca. Ne esiste una locale; una di significato nazionale; una, se possibile, di allargamento al campo internazionale. Ove si tenga presente che la Galleria del Comune è l’unica in Bologna addetta all’arte moderna e contemporanea, penso che nessuna di queste mete sia da trascurare. […] Bologna deve anche affacciarsi ad una cognizione diretta dei valori internazionali. Anche opere straniere, dunque, anzitutto a disposizione di tutti coloro pei quali - studenti, impiegati, professionisti e lavoratori d’ogni specie e condizione - non sia, tuttora, facile il viaggio”.
In Pinacoteca: TRAMANDO Natura ed espressione nelle opere della Pinacoteca nazionale di Bologna
a cura di Maria Luisa Pacelli con la collaborazione di Grazia Agostini
Le parole di Francesco Arcangeli che i visitatori troveranno lungo il percorso sono tratte dal catalogo della mostra Natura ed espressione nell’arte bolognese-emiliana che ebbe luogo presso l’Archiginnasio nell’autunno del 1970.
In questa mostra, che riassumeva gli studi e le ricerche di una vita, Arcangeli delinea un’interpretazione dell’arte emiliana e bolognese, divenuta da allora in poi imprescindibile, che ne privilegia la componente più espressiva e popolare, fondata su una remota radice contadina in un totale “rapporto, altrettanto remoto e irriflesso, col mondo della natura”.
Ampliando l’interpretazione di Roberto Longhi, Arcangeli fa emergere prepotentemente questo aspetto in contrasto con quello colto e legato alla tradizione classica, già ampiamente studiato, e rende protagonista l’arte di un territorio, di una “provincia” come la chiama, fino ad allora trascurato dalla critica.
La connessione fondamentale tra arte e natura segna, per Arcangeli, il percorso di artisti, da Wiligelmo a Giorgio Morandi, passando per Vitale da Bologna, Amico Aspertini, Ludovico Carracci e Giuseppe Maria Crespi, nati negli stessi luoghi ma in tempi diversi, che manifestano “constanti” stilistiche e incarnano il carattere essenziale di una terra in cui Arcangeli si riconosce e che rappresenta la sua stessa comunità. Il percorso attraverso le diciassette opere selezionate fluisce come una linea ininterrotta, che attraversa il tempo e congiunge passato e presente, senza distinzioni di periodi artistici o di epoche, ma i cui passaggi sono scanditi da quel riemergere di un filo nascosto di pensiero, di una inconscia affinità di visione del mondo, quella “tradizione inconsapevole di costume e di vita”, che Arcangeli chiama ‘tramando’.
Il lungo racconto si dipana per otto secoli, attraverso artisti che, sempre in “rivolta” contro le sovrastrutture intellettuali o accademiche del loro tempo, “attingono la loro forza da una radice più largamente umana, rispetto alla cultura che li circonda… rifiutando spontaneamente le certezze di qualsiasi tipo, per aderire alla passione dell’uomo e delle cose, al mutare del tempo e delle stagioni, al nostro vivere ‘qui ed ora’”.
Tutti i percorsi saranno visitabili dal 24 maggio 2024 fino al 6 gennaio 2025.
Il progetto Tramando fa parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.
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AUDIOGUIDE IN LINGUA ITALIANO ED INGLESE REGISTRATE @ STUDIOCOLOSSEO X AUDIOCULTURA
"Tramando. Nature and Expression in the paintings of Pinacoteca Nazionale di Bologna."
The Pinacoteca Nazionale di Bologna, the Museo d'Arte Moderna di Bologna, (the MAMbo) and the Museo Morandi pay tribute to Francesco Arcangeli, a seminal figure in 20th-century art history and criticism, on the occasion of the 50th anniversary of his death. Francesco Arcangeli worked with Cesare Gnudi and Andrea Emiliani during the years when they were in charge at the Pinacoteca, and he was the director of the Galleria Comunale d’Arte Moderna – now the MAMbo – from 1958 to 1968. The exhibitions presented in all three museums reflect his idea of continuity between the art of the past and that of the present, and specially selected works are accompanied by excerpts from his writings. The words of Francesco Arcangeli that visitors will find along the itinerary here are taken from the catalogue of the exhibition “Nature and Expression in Bolognese-Emilian Art”, which was held at the Archiginnasio in the autumn of 1970. In this exhibition, which brought together and summarised the studies and research of a lifetime, Arcangeli outlined an interpretation of Emilian and Bolognese art which has since become indispensable. It favoured the more expressive and popular component in the works, based on ancient peasant roots in an all-encompassing “relationship, both remote and unconditioned, with the world of nature”. Expanding on Roberto Longhi’s interpretation, Arcangeli clearly drew out this aspect in contrast to the cultivated one associated with the classic tradition, which had already been extensively studied, and made the hitherto-neglected art of a territory, of a “province” as he called it, the protagonist. According to Arcangeli the crucial connection between art and nature distinguished the development of artists – from Wiligelmo to Morandi – who had been born in the same places but in different ages. They showed stylistic “constants” and embodied the essential character of a land with which Arcangeli identified and which represented his own community. The path runs in an unbroken line, crossing time and connecting past and present, without distinctions of artistic periods or eras. But its passages are marked by the re-emergence of a hidden thread of thought, of an unconscious affinity in world-view, of an “unconscious tradition of customs and life” that Arcangeli called the ‘tramando’.
The long story unfolds over eight centuries, featuring artists who, ever in “revolt” against the intellectual or academic superstructures of their time, “drew their strength from roots that were more broadly human than the culture that surrounded them… spontaneously rejecting certainties of any kind, in order to espouse the passion for human beings and things, passing time and the changing seasons, the ‘here and now’ of life”. Archangeli’s exhibition began with the reliefs of Modena Cathedral (evoked with photographic reproductions) sculpted in the early 12th century by Wiligelmo. Far removed from any mystical construction, in his work the human body is represented as, and felt to be, a pure physical entity. After Wiligelmo the show then moved on to the 14th century and Vitale da Bologna’s ‘slices of life’, his sudden and violent representations in a space that overflows the boundaries of the painting, in contrast to the measured compositions of Tuscan painting. Arcangeli detected an equally expressive power in Jacopino di Francesco and Andrea de’ Bartoli, while, for the period straddling the 15th and 16th centuries, he chose Amico Aspertini, whose bizarre imagination subverted the Renaissance canons of harmony and balance epitomised by his contemporary Francesco Francia. In the first half of the 17th century, it was Ludovico Carracci who expressed the most vivid feeling of popular religious devotion, depicting sacred events in an intimate, everyday space. Ludovico was followed by the spontaneous paintings of Giuseppe Maria Crespi, whose scenes of everyday life appear to follow the heart, rather than the mind, to the point of seeming ‘proto-Romantic’. Rounding off the exhibition was Giorgio Morandi who, with his rare landscapes and still lifes, painted or engraved, for Arcangeli, represented the end of this journey of an art deeply connected to life. Nature and Expression was a particularly significant exhibition for the history of the Pinacoteca because it explored Emilian and Bolognese art from a new perspective. Thanks to the continuous exchanges between Arcangeli and the then Superintendent Cesare Gnudi, this helped to define the project for the radical redevelopment and redesign of the museum, the cornerstones of which are still in place today.
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Wiligelmo, Adamo ed Eva, Duomo di Modena
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Vitale da Bologna, Saint George killing the Dragon
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Vitale da Bologna, Quattro Storie di Sant'antonio Abate, (1340-1345 circa)
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Pseudo Jacopino, Polittico della Dormitio Virginis 1330-1335
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Amico Aspertini, Pala del tirocinio 1504-1505
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Ludovico Carracci, Annunciazione 1584
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Ludovico Carracci, Conversione di San Paolo
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Giorgio Morandi, Natura morta (1931)
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lamilanomagazine · 8 months ago
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Pesaro, torna il Grand Tour Musei : aperture straordinarie notturne e 4 proposte per conoscere la cultura della città
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Pesaro, torna il Grand Tour Musei : aperture straordinarie notturne e 4 proposte per conoscere la cultura della città Torna la XVI edizione del Grand Tour Musei, l'appuntamento alla scoperta del patrimonio conservato nei musei marchigiani, promosso dall'Assessorato alla Cultura della Regione Marche e dalla Fondazione Marche Cultura, in collaborazione con il MiC - Ministero della Cultura/Direzione Regionale Musei Marche e il Coordinamento Regionale Marche di International Council of Museums (ICOM) Italia. L'iniziativa ruota attorno a due importanti eventi internazionali - la Giornata Internazionale dei Musei e la Notte dei Musei - che quest'anno coincidono in un'unica giornata: sabato 18 maggio. In programma, eventi e incontri, laboratori e inediti itinerari di visita, seguendo Il tema indicato da ICOM per la Giornata Internazionale dei Musei 2024 - Musei, Educazione e Ricerca - che sottolinea il ruolo svolto dai musei in quanto istituzioni educative dinamiche che promuovono l'apprendimento e l'arricchimento culturale con un obiettivo finale: il completo benessere della persona. Ricca e decisamente interessante la proposta di Pesaro 2024 che coinvolge diversi musei.Sabato 18 maggio Pesaro Musei offre l'apertura straordinaria fino a mezzanotte dei Musei Civici di Palazzo Mosca e di Casa Rossini e tre eventi speciali – pensando pure ai più piccoli - che coinvolgono anche il Museo Archeologico Oliveriano. Alle ore 21, "Bisbigliare d'arte", una passeggiata per bambini 5-10 anni tra i vicoli della città in cui si custodiscono saperi che verranno mormorati e intravisti con torce al chiaro di luna. Aneddoti e quesiti verranno attivati al ritrovamento di piccole tracce che conducono alla scoperta del patrimonio che ci circonda. Costo € 4, info e prenotazioni 0721 387541 [email protected]. Punto d'incontro ai Musei Civici, si consiglia di portare una torcia. Alle 23 parte la visita guidata "Eros ai musei", un percorso che mette in luce gli aspetti d'amore delle opere esposte a Palazzo Mosca e Casa Rossini, con l'accompagnamento di sensuali letture di miti e leggende. Un itinerario che nasce fondamentalmente dall'incontro delle due grandi passioni: l'arte e l'amore. Costo € 4, info e prenotazioni 0721 387541 [email protected], punto d'incontro ai Musei Civici. Ancora sabato 18 maggio (a partire dalle 17.30) l'Ente Olivieri, le associazioni L'Anfora di Novilara e Teuta Senones Pisaurenses e il Quartiere 3 - Colline e Castelli propongono 'In viaggio con la Storia', un percorso itinerante tra Pesaro e il borgo di Novilara, sulle tracce dei Piceni, l'antico popolo italico di lingua umbro-sabellica che tra IX e III sec a.C. visse nella fascia medio-adriatica delimitata al Nord dal fiume Foglia e a Sud dal fiume Tronto. La prima tappa è alle 17.30 al Museo Archeologico Oliveriano con 'Alla scoperta dei Piceni: passeggiata tra la vita e la morte' a cura di Brunella Paolini, direttrice dell'Ente Olivieri, e dell'archeologo Enrico Sartini, una visita guidata della Necropoli di Novilara conservata al Museo Archeologico Oliveriano, e alle Capanne Picene di via delle Galligarie ritenute le più antiche abitazioni di Pesaro, scoperte in uno scavo del 1977 condotto dal professor Mario Luni/Università degli Studi di Urbino. Alle 19.30 il pomeriggio continua al Castello di Novilara, con l'esposizione 'A tavola con gli antichi' che espone strumenti da cucina, corredi da banchetto, prodotti alimentari, spezie ed erbe aromatiche; i rievocatori dell'associazione Teuta Senones Pisaurenses mostreranno come i popoli antichi praticavano la caseificazione. A seguire, l'incontro a cura di Nicoletta Tagliabracci, ambasciatrice enogastronomica delle Marche 'Il miele, nettare delle Dee, bellezza e cosmesi nell'antichità': un excursus nella storia della cosmetologia antica attraverso gli affascinanti utilizzi del miele. Alle 20.45 Apericena dei sapori antichi: zuppa, formaggi e miele, uva secca e dolci, pane integrale, il tutto annaffiato da vino e idromele e allietato dalle Note Antiche al tramonto di Annalisa Cancellieri, che interpreterà brani di musica antica all'arpa celtica. Le visite guidate e le attività sono gratuite senza necessità di prenotazione a eccezione dell'apericena (costo di 15 euro, prenotazione obbligatoria 339 3707313 o 366 5408316). Info 0721 33344 [email protected]. Al Museo Nazionale Rossini, doppio appuntamento. Sabato 18 maggio alle 21, l'imperdibile visita guidata "Contaminazioni culturali: Rossini e i Giganti del suo tempo" che racconta gli incontri e le frequentazioni del genio con le più grandi personalità del suo tempo, da Paganini a Wagner che conversò con Rossini nell'ultima parte della sua vita, fino a figure di spicco del panorama politico, artistico e letterario come Metternich e Stendhal. Un percorso affascinante che sarà arricchito da un momento musicale a sorpresa a cura degli studenti del Conservatorio "G. Rossini": Ada Ricioppo (violino), Martina Giulianelli (viola), Leonardo Muccioli (violoncello). La visita è compresa nel biglietto di ingresso, prenotazione obbligatoria, info e biglietti 0721 1922156 [email protected]. Domenica 19 maggio - in occasione della Stradomenica - alle 16, la visita speciale su "La gazza ladra" nell'ambito della rassegna "Capolavori in scena. Guida alle opere di Rossini. L'appuntamento è dedicato all'opera lirica andata in scena per la prima volta il 31 maggio 1817 al Nuovo Regio Ducale Teatro alla Scala, sancendo il ritorno di Rossini a Milano, con un altro incredibile successo dopo "La pietra del Paragone" del 1812. Il soggetto dell'opera è tratto dal dramma La Pie voleuse ou La Servante de Palaiseau di Théodore Badouin d'Aubigny e Louis-Charles Caigniez del 1815, poi musicato da Rossini su libretto di Giovanni Gherardini. Secondo la critica, la partitura ha un'altissima qualità musicale e un intreccio di intensa drammaticità tipico dell'opera semiseria, che unisce commedia e tragedia, ispirandosi a fatti di cronaca veramente accaduti. Ambientata dopo la Rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, in un villaggio contadino presso Parigi, la trama narra della serva Ninetta che, vittima della calunnia e di un errore giudiziario, viene ingiustamente condannata per il furto di una forchetta d'argento durante una festa ma la colpevole era solo una gazza. L'opera divenne molto popolare fino alla fine del secolo, poi ripresa da metà Novecento, e inaugurò la prima edizione del Rossini Opera Festival nel 1980. La visita è compresa nel biglietto di ingresso (prenotazione consigliata). Info e biglietti 0721 1922156 [email protected]... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 2 years ago
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Neoclassico e Romantico a Milano
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Con la mostra Neoclassico e Romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista,  la Galleria d’Arte Moderna prosegue il percorso di valorizzazione dei nuclei più significativi del suo patrimonio artistico. L’esposizione, allestita nelle sale al piano terra della Villa Reale fino al 18 giugno 2023, è promossa dal Comune di Milano ed è curata da Omar Cucciniello, conservatore della Galleria d’Arte Moderna di Milano, come omaggio a Pompeo Marchesi (1783-1858), grande scultore dell’Ottocento, allievo di Canova, coetaneo e amico di Francesco Hayez e trait d’union nel passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo, nella Milano tra Impero napoleonico e Restaurazione. Questo evento segue le celebrazioni per il bicentenario della morte di Antonio Canova e prende spunto dal modello in gesso di Ebe di quest’ultimo, alla Galleria d’Arte Moderna, per ricostruire la raccolta dello scultore, artista di grande importanza per la storia del museo e delle collezioni artistiche del Comune di Milano. Tra i rarissimi modelli di Canova a non essere nella Gypsotheca di Possagno, Ebe giunse nelle collezioni civiche in seguito al lascito testamentario di Marchesi. Il percorso espositivo ricostruisce la vita e l’opera dello scultore, formatosi all’Accademia di Brera sotto gli auspici di Giuseppe Bossi e a Roma, sotto la direzione di Canova, ma resta strettamente legato alla città di Milano, dove negli anni della Restaurazione ottenne un grandissimo successo partecipando ai più importanti cantieri cittadini, dall’Arco della Pace al Duomo, e alla vita artistica, in qualità di professore dell’Accademia di Brera. Conosciuto come il Fidia meneghino,  Marchesi fu definito da Stendhal “le sculpteur à la mode de Milan” nel romanzo La Certosa di Parma, ebbe commissioni da tutta Europa, da Vienna a Parigi a San Pietroburgo. Il suo atelier, ricostruito dopo un incendio grazie a una sottoscrizione della cittadinanza e inaugurato dall’imperatore d’Austria Ferdinando I, era uno dei luoghi alla moda della città, ricordato da Stendhal e Balzac, frequentato da artisti, scrittori, nobili e intellettuali, affrescato da Hayez e organizzato come un museo, dove radunò tutti i modelli in gesso e i bozzetti delle sue sculture, ma anche la collezione di opere d’arte raccolte durante gli anni. Alla sua morte lo scultore destinò i materiali dello studio non ai musei d’arte esistenti  ma alla città di Milano, che all’epoca non disponeva di collezioni d’arte. Esposte in origine nella prima sede del Museo Artistico Municipale ai Giardini Pubblici, le opere della collezione Marchesi vennero suddivise tra i diversi istituti via via fondati, dal Museo Archeologico al Gabinetto dei Disegni del Castello alle biblioteche, che ancora oggi le conservano. La mostra intende quindi ricostruire la complessità della raccolta e la sua importanza per la nascita delle collezioni artistiche cittadine, avvalendosi del contributo degli istituti civici: il Gabinetto dei Disegni, la Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, la Biblioteca d’Arte, il Civico Archivio Fotografico, il Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco La mostra si rivela l’occasione per riflettere sull’origine della Galleria d’Arte Moderna e per annodare i fili della nascita delle collezioni municipali, ricostruendone la storia, le vicissitudini, gli spostamenti nelle diverse sedi e la creazione dei musei civici di Milano. Read the full article
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margaretdallospedale · 3 years ago
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All’interno del Palazzo Farnese, costruito nella seconda metà del 1500 sotto la direzione dell’architetto Jacopo Barozzi, detto il Vignola, troviamo la sede dei Musei Civici della Città. Al suo interno spiccano la Madonna adorante il Bambino con San Giovannino (conosciuto come Tondo del Botticelli) nella Pinacoteca; la Sala dei Fasti Farnesiani, l'ambiente che più di ogni altro esalta la casata dei Farnese attraverso rappresentazioni pittoriche; il curioso Museo delle Carrozze, uno dei più prestigiosi in Italia sul tema; e il Museo Archeologico della città e del territorio che tra le sue collezioni accoglie il famoso Fegato di Piacenza, un reperto etrusco legato alle pratiche dei sacerdoti aruspici. (at Palazzo Farnese (Piacenza)) https://www.instagram.com/p/CeOOmD1MqPY/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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jonathan-papamarenghi · 3 years ago
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Lavoriamo affinché i nostri Musei siano un luogo vivo, che rende protagonisti e lo fa anche e soprattutto con i più giovani che non vogliamo “semplici” fruitori (anche se gia questo è moltissimo come risultato in periodo di disamoramento generale) ma parte del sistema che fa crescere la conoscenza è l’amore per l’arte e che fa diventare grande la nostra Comunità. Anzitutto questo è stato l’impegnò nel creare, assieme all’Esposizione della Lupa di #Rubens, un catalogo di gran livello ove assieme a firme esperte ed autorevoli ci sono quelle dei giovani storici dell’arte del servizio civile e degli studenti del Liceo Melchiorre Gioia. 👍🏻 QUELLA DI IERI NE È STATA UNA BELLISSIMA PAGINA! Avanti, finché mi competerà, in questa direzione! (Catalogo acquistabile nello shop dei Musei Civici di Palazzo Farnese… mentre continua l’esposizione della magnifica opera di Pietro Paolo Rubens tutti i giorni, con visita guidata ed ingresso gratuito a cadenza di ogni ora). #PiacenzaCultura #PalazzoFarnese #PalazzoFarnesePiacenza #Arte #Cultura @palazzofarnese.piacenza @liceogioia @stefanobonaccini @maurofelicori @felicorimauro @artribune @ilgiornaledellarte @liberta1883 @visitpiacenza.official @visitemilia.official @museitaliani @piacenzamusei (presso Palazzo Farnese (Piacenza)) https://www.instagram.com/p/CYyHE4kJz7j/?utm_medium=tumblr
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freedomtripitaly · 5 years ago
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Fino al 1° marzo 2020 Visitflanders insieme alla Fondazione Musei Civici di Venezia, alla città di Anversa e la Flemish Community, presenta Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe, una mostra a cura di Ben van Beneden, direttore della Rubenshuis di Anversa, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, direttore della [...]→ https://ift.tt/2ZUZt5o A Venezia la mostra "da Tiziano a Rubens", Visitflanders partner di Muve Fino al 1° marzo 2020 Visitflanders insieme alla Fondazione Musei Civici di Venezia, alla città di Anversa e la Flemish Community, presenta Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe, una mostra a cura di Ben van Beneden, direttore della Rubenshuis di Anversa, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, direttore della [...]→ Fino al 1° marzo 2020 Visitflanders insieme a Muve, alla città di Anversa e la Flemish Community, presenta Da Tiziano a Rubens.
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tmnotizie · 5 years ago
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PESARO – Da domani, sabato 15 febbraio, la domus di via dell’Abbondanza riapre al pubblico con un nuovo percorso di visita realizzato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche in collaborazione con il Comune di Pesaro e Sistema Museo, un intervento finalizzato ad una migliore fruizione dell’area e dell’esposizione museale.
Fra il 2017 e il 2018, per l’afflusso dei visitatori e i problemi di conservazione dei mosaici che necessitano di costante monitoraggio e manutenzione, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche ha ritenuto necessario istituire un percorso di visita obbligato per evitare il calpestìo dei pavimenti e allo stesso tempo favorire la visione della strada, parzialmente ostruita dall’altezza del muro di fondo della domus, e delle terme.
Il nuovo percorso consiste in una passerella di ben 22 metri in struttura metallica verniciata e piano di calpestìo in vetro, che permette, in due tratti, di accedere al peristilio, alle vetrine e alle terme. Con il primo breve tratto si giunge direttamente dall’ingresso al peristilio migliorando le condizioni di transito e visibilità dell’entrata all’area, mentre con il secondo tratto ci si muove dal peristilio lungo il muro di fondo accostandosi alle due vetrine centrali e ammirando la strada basolata grazie all’elevazione, fino ad arrivare allo spazio antistante le terme con i relativi pannelli.
Il percorso è stato studiato, infatti, per permettere la fruizione dei supporti didattici esistenti senza rimuoverli. È in corso di riposizionamento in spazi accessibili l’apparato per ipovedenti che non poteva essere raggiunto dalla passerella per motivi progettuali.
La passerella è progettata per armonizzarsi il più possibile con il contesto. Si è scelto quindi di utilizzare forme e materiali leggeri, con piani di calpestìo in vetro, parapetti a cavo, colori tono su tono rispetto alla pavimentazione a mosaico, come ben sperimentato in numerose aree al coperto recentemente musealizzate.
I visitatori potranno accedere regolarmente a piccoli gruppi come già previsto proprio tenendo conto dell’estrema delicatezza della struttura e del microclima interno. Con nuove risorse, si prevede di avviare anche un monitoraggio annuale dei mosaici con apposite strumentazioni per individuare e risolvere eventuali problemi di conservazione.
Condiviso negli obiettivi con il Comune di Pesaro e Sistema Museo, il progetto è stato realizzato con fondi ministeriali ordinari appositamente richiesti dalla Soprintendenza nell’ambito degli interventi manutentivi annuali sulle aree archeologiche; progettazione e direzione lavori sono state interamente curate da personale interno della SABAP Marche.
In occasiona della riapertura, sabato 15 e domenica 16 febbraio, ingresso gratuito per i possessori di card Pesaro Cult.
 L’area archeologica della Domus
Inaugurata nel 2015 con un ricco apparato didattico, supporti multimediali in realtà aumentata, vetrine espositive con i reperti provenienti dagli scavi e un percorso per ipovedenti, la domus romana di via dell’Abbondanza costituisce una delle principali aree archeologiche di Pesaro.
E’ stata scoperta nel 2004 durante la costruzione di una palazzina privata e scavata fino al 2005 sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni archeologici. Un accurato restauro delle strutture rinvenute, ha permesso di rendere fruibili i resti di una lussuosa dimora signorile di prima età imperiale riccamente decorata e di aprire una finestra nella storia della città dall’età augustea fino alla prima epoca rinascimentale.
L’area consiste in un settore di residenza signorile di età romana, costruita fra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C., più volte restaurata e abitata almeno fino agli inizi del III secolo d.C. L’ingresso principale si apriva su via Rossini (cardo); si conserva intatto il peristilio centrale, con resti di colonne in mattoni rivestiti da stucco e canalizzazione dell’acqua in pietra.
Attorno al peristilio si snoda il corridoio pavimentato a mosaico bianco e nero su cui si aprono numerosi ambienti sempre pavimentati a mosaico con decorazioni a losanghe, svastiche, etc. Due eleganti soglie di passaggio ad ambienti non visibili restituiscono decori floreali e a veduta di un edificio ad arcate.
Oltre il muro di fondo della domus, ben conservato con ampie porzioni del delicato affresco a vivaci tinte, si scorge la suggestiva vista di una strada basolata che correva dietro la casa. Un settore dell’area fu riutilizzato nel V secolo d.C. per la realizzazione di piccole terme di cui si conservano parte del calidarium e del suo forno di alimentazione.
Il nuovo intervento sull’area archeologica di via dell’Abbondanza è stato curato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche
soprintendente Marta Mazza
progettista geometra Emanuele Mandolini, funzionario per le tecnologie
direttore dei lavori Maria Raffaella Ciuccarelli, funzionario archeologo per il Comune di Pesaro
realizzazione Cancellieri Costruzioni e restauri/Apecchio (PU)
Area archeologica di via dell’Abbondanza
orario martedì-venerdì 10.30-12.30 su prenotazione 0721 387541; sabato, domenica e festivi 10.30-12.30, 15.30-17.30
ingresso con biglietto unico Pesaro Musei (consente l’accesso anche a Palazzo Mosca – Musei Civici, Museo Nazionale Rossini, Casa Rossini, area archeologica e Antiquarium di Colombarone, Centro Arti Visive Pescheria e mostre temporanee);
gratuito fino a 18 anni, per i possessori della card Pesaro Cult ogni terza domenica del mese da ottobre a maggio, per i possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro info 0721 387541, www.pesaromusei.it
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marcogiovenale · 2 days ago
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11 gennaio, roma, al museo di roma in trastevere: colonne sonore per gli anni '80
Sabato 11 gennaio 2025, alle ore 17, presso la Sala Multimediale del Museo di Roma in Trastevere la presentazione del volume Tondelli e la musica. Colonne sonore per gli anni ’80 e Frequenze fiorentine. Firenze anni ’80 di Bruno Casini Intervengono: 📌 𝐈𝐥𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐌𝐢𝐚𝐫𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐚𝐧𝐢, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; 📌 𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧𝐨 𝐏𝐢𝐬𝐭𝐨𝐥𝐢𝐧𝐢, giornalista; 📌 𝐀𝐥𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐏𝐢𝐜𝐜𝐢𝐧𝐢𝐧𝐢, giornalista; 📌 𝐃𝐢𝐧𝐨…
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gazzettadimodena · 5 years ago
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Mostrata al pubblico, nell’ambito del Festivalfilosofia, la ricostruzione facciale digitale 3D realizzata da Cicero Moraes con direzione scientifica degli studiosi Picchi, Galassi e Varotto https://ift.tt/2LsX4uI
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lamilanomagazine · 9 months ago
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Verona, Vinitaly and the City: ai musei civici un lungo fine settimana di agevolazioni, incontri, eventi e visite guidate
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Verona, Vinitaly and the City: ai musei civici un lungo fine settimana di agevolazioni, incontri, eventi e visite guidate.  Dal 12 al 15 aprile torna nel cuore di Verona l'appuntamento con Vinitaly and the City, il fuori salone di Vinitaly con incontri, eventi, accessi e visite guidate gratuite ai Musei civici. A tutti i partecipanti all'evento, che acquisteranno un Carnet degustazioni (modalità di acquisto sul sito a questo link ) sarà data l'opportunità nel fine settimana di vivere uno speciale circuito esperienziale di visita all'interno dei Musei civici veronesi, con Token appositamente dedicati e scontistiche di accesso. "Con queste iniziative, organizzate dai Musei Civici appositamente per Vinitaly and the City – spiega l'assessora alla Cultura Marta Ugolini – intendiamo rivolgere ai wine lovers un assaggio delle bellezze artistiche presenti nei musei pubblici cittadini. Siamo ben lieti che la proposta del Comune di Verona si complementi con quella di realtà museali e monumentali pubbliche e private, per offrire esperienze culturali nella città Unesco, patrimonio dell'umanità e per incoraggiare successive visite, più approfondite e consapevoli". Sabato 13 e domenica 14 aprile Fra le iniziative collegate alla manifestazione, riconosciute ai partecipanti, la gratuità d'ingresso alla Galleria d'Arte Moderna Achille Forti e al Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle alla Tomba di Giulietta e l'accesso ridotto al Museo di Castelvecchio e al Museo Archeologico al Teatro Romano.   Token esperienza Al Museo di Castelvecchio e nel cortile, allo Scavo archeologico di San Martino in Acquaro. Sabato e domeniche alle 15.30, opportunità di visita a Castelvecchio con il Token esperienza  "Castelvecchio e Vinitaly and the City: fiasche d'arte e di vino", che propone un percorso alla scoperta di due "Ospiti in Galleria", il dipinto Fiori in una fiasca impagliata del Maestro della fiasca di Forlì e la scultura in vetro Groviglio, di Lilla Tabasso, allestiti alla Galleria delle Sculture del Musei di Castelvecchio. Una speciale esposizione, di recente allestimento, che ponendole in dialogo tra loro due opere appartenenti a linguaggi artistici e periodi storici differenti. La fiasca - dipinto seicentesco del Maestro della fiasca di Forlì - che accoglie il mazzo di fiori nell'opera pittorica e il vetro di Murano, che è la materia prima generatrice del bouquet aggrovigliato - scultura del 2021 dell'artista designer e biologa Lilla Tabasso -, rappresentano due elementi di chiaro rimando al mondo del vino, la bottiglia e il calice. Tutte le informazioni sul sito del Musei civici. Alle 16.30, al cortile di Castelvecchio, è proposto il Token esperienza "S. Martino and The City: tra archeologia e vino", che mostra al pubblico lo scavo archeologico in corso, un'opportunità per ricostruire uno spaccato storico-sociale della città. Gli esperti, grazie alla collaborazione dell'Università degli Studi di Verona, la Direzione dei Musei Civici di Verona e il Politecnico di Milano, guideranno cittadini e turisti alla scoperta dell'avvincente storia che si cela dietro la figura di S. Martino, ritenuto protettore di osti, viticoltori e viaggiatori, attraversando la tradizione popolare e agricola. Un'occasione per valorizzare il sito e approfondire la conoscenza del contesto urbano, attraverso le acquisizioni della campagna di scavo dell'omonima originaria chiesa condotta con il coinvolgimento di studenti, dottorandi e docenti dell'Università di Verona. Il percorso si conclude con un momento di degustazione di vini selezionati appositamente da produttori del territorio veronese e osti della città. Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare la Segreteria didattica dei Musei civici allo 045 8036353 o alla mail: [email protected]. Alla Galleria d'Arte Moderna – GAM Sabato 13 e domenica 14 aprile, a partire dalle 16, nella sala Scacchi sono proposti due assaggi di lettura, con la presentazione dei libri: Esercizi spirituali per bevitori di vino di Angelo Peretti e Il grande racconto del vino italiano – Territori, storie e protagonisti di Joe Bastianich e Tiziano Gaia. Ogni incontro avrà la durata di circa un'ora.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 3 years ago
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Renato Casaro a Treviso
Renato Casaro a Treviso
A Treviso, con una grande mostra al nuovo Museo Nazionale Collezione Salce, che per l’occasione apre nella ritrovata Chiesa di Santa Margherita, al Complesso di San Gaetano, l’altra sede del Museo, e ai Musei Civici di Santa Caterina, fino al 31 dicembre, il Ministero della Cultura tramite la Direzione Regionale Musei Veneto, il Comune di Treviso e la Regione del Veneto, rende omaggio a Renato…
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storiedellarte · 8 years ago
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1. Stanza Origini. Adria, Museo della Cattedrale (piano terra) – “Designer: John Volpato e Sebastiano Trevisan; Direzione lavori: arch. Nicola Azzi” © John Volpato, 2015.
La recente fondazione di nuovi musei nel territorio veneto costituisce una sfida importante in tema di politica sociale e culturale, sia nel caso in cui si tratti del rinnovamento di spazi e del riallestimento delle antiche collezioni dei musei civici a Belluno e Vicenza – sia quando abbiano rilevanza alcune raccolte storiche come quelle del Museo della Cattedrale di Adria e del Museo Nazionale della Collezione Salce a Treviso: esse acquistano solo ora – all’atto dell’apertura al pubblico come musei – quella visibilità garantita dall’esistenza di una sede istituzionale, luogo fisico e al tempo stesso spazio di comunicazione e interazione con il pubblico di visitatori.
Tra qualche anno sarà possibile valutarne al meglio la fisionomia e la crescita, nella misura in cui riusciranno a radicarsi nel contesto di appartenenza e a divenire presidi di memoria collettiva e strumenti di conoscenza per i cittadini e le nuove generazioni.
La sfida più impegnativa è di certo demandata ai musei ecclesiastici come il Museo della Cattedrale di Adria, i quali hanno il difficile compito di “parlare” con un linguaggio “moderno” di temi e contenuti che affondano nel mistero, nella fede, nel sacro, nei riti e nelle consuetudini con cui accompagnano l’uso e la fruizione quotidiana di beni quali un fonte battesimale, un paramento liturgico, una pala d’altare, una campana, un calice o un reliquiario.
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3. Stanza Vesti. Adria, Museo della Cattedrale (primo piano) – “Designer: John Volpato e Sebastiano Trevisan; Direzione lavori: arch. Nicola Azzi” © John Volpato, 2015.
2. Stanza Tesoro. Adria, Museo della Cattedrale (primo piano) – “Designer: John Volpato e Sebastiano Trevisan; Direzione lavori: arch. Nicola Azzi” © John Volpato, 2015.
Il caso di Adria appare esemplare in quanto il museo è contiguo alla Cattedrale che, come spesso avviene nei secoli per questo genere di edifici, ha subito alcuni rifacimenti significativi, tali da modificarne in maniera sostanziale l’assetto primitivo, di cui tuttavia restano visibili varie testimonianze: parti frammentarie di decorazioni, arredi sacri, murature, corpi di fabbrica ormai alterati e difficilmente leggibili, che convivono uno accanto all’altro in una stratificazione distintiva del vissuto storico della chiesa.
Il museo, inaugurato nel 2015, diviene pertanto lo strumento di lettura privilegiato per saldare e mettere in relazione tra loro le partiture di un complesso eterogeneo fino a renderlo nuovamente unitario, in quanto è stato allestito nell’area dove si sviluppava l’antica cattedrale medievale, sorta alla metà dell’anno Mille e consacrata nel 1184, di cui sopravvive l’abside centrale, ora a livello interrato come una cripta e decorata con sei immagini clipeate di apostoli.
La seconda cattedrale, intitolata a San Giovanni Battista, fu riedificata nello stesso luogo e ampliata nel 1407: anticamente a tre navate, era ornata di altari e opere d’arte, tra cui due pregevoli pale in terracotta eseguite alla metà del XV secolo dallo scultore Michele da Firenze, ridotte in frammenti ora accostati – dopo un intervento di restauro – su un fondale unitario di forma cuspidata, che si colloca in uno spazio sopraelevato di giuntura tra la vecchia fabbrica, dismessa a fine Settecento, e la terza e attuale cattedrale, costruita a più riprese agli inizi dell’Ottocento.
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5. Michele da Firenze, Santo Stefano, terracotta, 1440 circa. Adria, Museo della Cattedrale (primo piano) © Debora Tosato, 2017.
4. Michele da Firenze, Madonna con il Bambino, santi, conchiglie e pilastrini (ricomposizione di pala d’altare), terracotta, 1440 circa. Adria, Museo della Cattedrale (primo piano) © Nicola Azzi, 2012.
6. Cattedrale di San Giovanni (veduta d’insieme). Adria, Museo della Cattedrale © Nicola Azzi, 2012.
7. Apostoli, affresco, sec. XI. Adria, Museo della Cattedrale © John Volpato, 2015.
Consacrata nel 1882 ai Santi Pietro e Paolo, si contraddistingue per una struttura di notevoli dimensioni, decorata all’interno dal pittore accademico veneziano Sebastiano Santi (1789-1866), autore degli affreschi e delle tele che abbelliscono il presbiterio, e di due monumentali pale d’altare. Nella chiesa sono state inoltre ricollocate alcune opere d’arte della vecchia cattedrale, tra cui appaiono degni di nota un Crocifisso ligneo degli inizi del XVI secolo e il bassorilievo copto raffigurante la Madonna con il Bambino tra gli arcangeli Michele e Gabriele (VI secolo), murato nel terzo pilastro a sinistra.
Il museo è stato suddiviso in sezioni tematiche: le Origini (allestimento dei reperti più antichi), la Quadreria (galleria di ritratti di cardinali, vescovi e prelati), il Tesoro (oggetti liturgici di pregio), il Coro (sculture frammentarie in terracotta di Michele da Firenze), le Vesti (selezione di paramenti sacri). Il percorso prevede anche l’accesso a quanto rimane dell’antica Cattedrale, divenuta ora parte integrante del museo e ripristinata grazie a un accurato restauro.
L’installazione di un dispositivo multimediale su una parete in legno, denominato Muro del Tempo, permette al visitatore di visualizzare l’intero archivio di dati e immagini delle opere d’arte – comprese quelle attualmente in deposito – in un tracciato cronologico e tematico (crocifissi, reliquie e reliquiari, documenti e dipinti, paramenti e merletti, marmi e cotti) che può essere consultato in maniera semplice e immediata, toccando le icone colorate.
8. Vaso battesimale, alabastro, sec. XI-XII. Adria, Museo della Cattedrale © John Volpato, 2015.
INFORMAZIONI Museo della Cattedrale di Adria Piazzetta Campanile 45011 Adria Tel. 0426.40151
Orari di apertura Mercoledì e sabato dalle 10.00 alle 12.00
Progettazione architettonica e direzione lavori Arch. Nicola Azzi
Progettazione allestimento, spazi multimediali e “Muro del Tempo” John Volpato, Sebastiano Trevisan
[ilink url=”http://storiedellarte.com/wp-content/uploads/2017/07/Presentazione_Museo_Adria.pdf” style=”download”]Clicca QUI per scaricare gratuitamente la brochure di presentazione del museo[/ilink]
Per eventuali richieste di visite guidate, anche in giorni diversi, scrivere a: [email protected]
Sito web ufficiale: http://cattedraleadria.it/web/museo/
Pagina facebook: https://www.facebook.com/Museo-della-Cattedrale-di-Adria-939241919507774/?ref=br_rs
Crediti 1, 2, 3, 7, 8: foto di John Volpato, 2015 – © tutti i diritti riservati”; 4, 6: foto di Nicola Azzi, 2012 – © tutti i diritti riservati”; 5: “foto di Debora Tosato, 2017 – © tutti i diritti riservati”
Pubblicazioni
Introduzione al Museo della Cattedrale di Adria, [s.l.] 2016.
Guida della Chiesa Cattedrale di Adria, a cura di Aldo Rondolina, Enrico Noè, Adria 2008.
"Alla scoperta dei musei di nuova generazione: il Museo della Cattedrale di Adria", di D. Tosato La recente fondazione di nuovi musei nel territorio veneto costituisce una sfida importante in tema di politica sociale e culturale, sia nel caso in cui si tratti del rinnovamento di spazi e del riallestimento delle antiche collezioni dei musei civici a Belluno e Vicenza – sia quando abbiano rilevanza alcune raccolte storiche come quelle del Museo della Cattedrale di Adria e del Museo Nazionale della Collezione Salce a Treviso: esse acquistano solo ora - all’atto dell’apertura al pubblico come musei - quella visibilità garantita dall’esistenza di una sede istituzionale, luogo fisico e al tempo stesso spazio di comunicazione e interazione con il pubblico di visitatori.
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lamilanomagazine · 9 months ago
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Vicenza: inizia un nuovo studio al sito archeologico di Riparo Battaglia sull'Altopiano dei Sette Comuni
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Vicenza: inizia un nuovo studio al sito archeologico di Riparo Battaglia sull'Altopiano dei Sette Comuni I Musei Civici di Vicenza hanno attivato una collaborazione con l'Università degli Studi di Ferrara per aggiornare, approfondire e divulgare le conoscenze sul sito paleolitico di Riparo Battaglia, i cui materiali di proprietà statale sono conservati nel Museo Naturalistico Archeologico. Riparo Battaglia si trova sull'Altopiano dei Sette Comuni, in località Prunno a 1.040 m di quota. Soddisfatta l'assessore alla Cultura, turismo e attrattività della città Ilaria Fantin che dichiara: «La collaborazione con le università è fondamentale per continuare a fare ricerca sulle preziose collezioni conservate al Museo. In particolare, l'Università di Ferrara, grazie al fondamentale apporto dell'archeologo vicentino Alberto Broglio che ha diretto anche gli scavi di Riparo Battaglia, ha una lunga tradizione di studi sulla preistoria. Questa sarà un'occasione importante per approfondire delle ricerche necessarie per ampliare la conoscenza sul nostro territorio��. L'importanza del sito di Riparo Battaglia è rappresentata dall'abbondanza dei reperti rinvenuti, da ricollegare alla prossimità degli affioramenti di selce, e dalla sua presunta cronologia. Riparo Battaglia è infatti tra le prime frequentazioni umane degli altipiani prealpini all'indomani dell'Ultima Grande Glaciazione. A partire da questo periodo (quindi da ca. 17.000 anni fa), il miglioramento climatico ha portato i territori alpini ad assumere progressivamente un ruolo di grande rilievo. Gli scavi del sito si sono svolti tra il 1962 e il 1964 sotto la direzione del vicentino Alberto Broglio, docente dell'Università di Ferrara, recentemente scomparso, e i risultati hanno trovato una prima diffusione in un articolo del 1964 nella Rivista di Scienze Preistoriche. L'obiettivo della ricerca, che vedrà la collaborazione di un dottorando dell'Università di Ferrara, Marzio Cecchetti, sotto la supervisione della professoressa Federica Fontana, è quello di chiarire le dinamiche di frequentazione del sito, precisarne la cronologia e fornire nuovi dettagli sulle dinamiche che hanno portato i nostri antenati paleolitici a colonizzare i territori montani. Si intende dare larga visibilità ai risultati attraverso pubblicazioni specialistiche ed estenderne la conoscenza in occasione di iniziative rivolte a un pubblico non specializzato. Il progetto è stato approvato dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Verona, al Museo di Castelvecchio "Ospiti in Galleria" presenta la Fiasca spagliata con fiori in accostamento alla scultura Groviglio di Lilla Tabasso
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Verona, al Museo di Castelvecchio "Ospiti in Galleria" presenta la Fiasca spagliata con fiori in accostamento alla scultura Groviglio di Lilla Tabasso.  Natura morta tra moderno e contemporaneo. Fino al 30 giugno, nelle sale del Museo di Castelvecchio l'enigmatica Fiasca spagliata con fiori, opera di un maestro anonimo tra 1625 e 1630, dalle collezioni comunali d'arte della città di Forlì, e la scultura in vetro Groviglio, eseguita da Lilla Tabasso nel 2021 proprio ispirandosi al celebre dipinto dell'ignoto artista, si confrontano in un accostamento espositivo inedito realizzato dalla direzione Musei civici all'interno del format "Ospiti in Galleria". Un'occasione offerta ai visitatori di un'intima meditazione sugli aspetti cardinali dell'esistenza umana e, allo stesso tempo, una drammatica riflessione sulla caducità delle cose, ma anche un inno gioioso alla forza incoercibile della vita. Su iniziativa dei Musei Civici di Verona, il Museo di Castelvecchio in collaborazione con il Museo Civico San Domenico di Forlì e la Galleria veneziana "Caterina Tognon Arte Contemporanea", presenta queste opere in dialogo con la monumentale Crocifissione del Maestro di Santa Anastasia, apice della scultura del Trecento veronese e struggente indagine di verità sui temi del dolore e della morte, esposta nella Galleria delle Sculture del museo scaligero allestita dal maestro Carlo Scarpa. L'esposizione è stata inaugurata questa mattina dall'assessora alla Cultura Marta Ugolini insieme alla direttrice dei Musei civici Francesca Rossi e l'artista Lilla Tabasso. "La collaborazione tra musei civici – spiega l'assessora alla Cultura Marta Ugolini – rappresenta un pilastro per il progresso culturale e lo sviluppo della conoscenza nella società contemporanea. Questa sinergia tra istituzioni culturali è portatrice di benefici che vanno oltre il mero scambio di opere d'arte. Siamo dunque grati al Comune di Forlì e al suo Museo Civico San Domenico ed auspichiamo che la collaborazione e lo scambio di conoscenza tra i professionisti museali possa proseguire ed arricchirsi nel tempo. Intanto invitiamo i visitatori del Museo di Castelvecchio a soffermarsi su questo nuovo e prezioso accostamento di opere". La collaborazione tra il Comune di Verona e il Comune di Forlì nasce come un momento di valorizzazione dei rispettivi patrimoni culturali civici nell'ambito della mostra "Preraffaelliti. Rinascimento moderno", in programma al Museo Civico San Domenico di Forlì dal 24 febbraio al 30 giugno 2024. L'opera di Andrea Mantegna Sacra Famiglia con una Santadal Museo di Castelvecchio è presentata nel percorso espositivo della mostra di Forlì, in un confronto diretto tra i maestri italiani dal Trecento al Cinquecento e gli artisti Preraffaelliti, e, nella logica di uno scambio tra capolavori, la Fiasca spagliata con fiori dal Museo Civico San Domenico sarà allestita nel pregevole contesto museale e architettonico di Castelvecchio, all'interno del format "Ospiti in Galleria". Questo allestimento temporaneo, situato nello spazio rarefatto ideato da Scarpa, unico per scelte progettuali e sensibilità poetica, arricchisce di nuove chiavi di lettura il gruppo scultoreo della Crocifissione e fa emergere ancora oggi, a distanza di secoli, quelle profonde connessioni che le opere instaurano tra di loro e con chi le osserva. "Continua il percorso di riscoperta e valorizzazione del patrimonio artistico e museale della città di Forlì – precisa l'assessore alla Cultura e all'Università del Comune di Forlì Valerio Melandri –. Un percorso che si snoda anche attraverso lo scambio di grandi opere d'arte e il rafforzamento dei rapporti tra enti e poli museali. Ne rappresenta un esempio virtuoso il prestito del capolavoro senza tempo di Andrea Mantegna, acquisito nell'ambito dell'esposizione temporanea sui Preraffaelliti presso i Musei San Domenico. A nome di tutta l'amministrazione comunale di Forlì ringrazio il Comune di Verona e il Museo di Castelvecchio per questa preziosa sinergia che fa bene alla cultura, ma soprattutto alle nostre comunità".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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