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#Diego Ceretta
blogdeimusicisti · 1 year
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Diego Ceretta
Diego Ceretta Nuovo Direttore PrincipaleMilanese, 26 anni, Dario Ceretta è il nuovo Direttore Principale del’Orchestra della Toscana. È stato scelto dal direttore artistico Daniele Spini su mandato del CdA della Fondazione che si è riunito lo scorso 28 febbraio. È uno tra i giovani direttori italiani più promettenti della sua generazione. Ci aveva già diretto lo scorso anno in occasione dei…
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theoldbookwormsnest · 6 years
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Il primo caffè del mattino, Diego Galdino
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Scheda del libro
Titolo Il primo caffè del mattino
Autore Diego Galdino
1ª ed. originale 9 aprile 2013
Editore Sperling & Kupfer  (collana Pandora)
Pagine 288
Genere Letteratura Italiana
Lingua originale Italiano
Sinossi Massimo ha poco più di trent'anni, è il proprietario di un piccolo bar nel cuore di Roma, e non si è mai innamorato davvero. Ogni mattina, all'alba, attraversa le vie della città ancora addormentate, dove si sente il profumo del pane appena sfornato, e raggiunge il suo bar. Lì lo aspetta il primo caffè della giornata, quello dall'aroma più intenso, e dal sapore più buono. In fin dei conti sta bene anche da solo, continua a ripetersi man mano che il locale si anima: a tenergli compagnia ci pensano i clienti affezionati, con cui ogni mattina Massimo saluta la giornata fra tintinnio di tazzine, profumo di cornetti caldi e un po’ di chiacchiere. Allora come mai, il giorno in cui improvvisamente entra nel bar una ragazza dagli occhi verdi, il viso spruzzato di lentiggini e l'aria sperduta di una turista straniera, Massimo non riesce a toglierle gli occhi di dosso… Né tanto meno a farsi capire in nessuna lingua: al punto che, tempo cinque minuti di interazione, si ritrova una zuccheriera rovesciata addosso, la porta sbattuta in faccia e qualcosa di molto simile a un cuore spezzato che gli martella nel petto. Ma la ragazza con le lentiggini, che viene da Parigi, di nome fa Geneviève e di mestiere inventa cruciverba, tornerà presto da Massimo: perché ha un segreto che non può rivelare a nessuno, e che la lega proprio a quel luogo. Massimo - che da quando l'ha incontrata la prima volta, con la frangia spettinata e il vestito rosso - non se l'è più tolta dalla testa, non potrà che corteggiarla con le armi che conosce meglio: caffè, cappuccini e il fascino di Roma. Sperando che, nonostante tutti i segreti che Geneviève nasconde, entrambi si ritrovino a volere la stessa, unica cosa: bere insieme il primo caffè del mattino. Tutte le mattine.
Dettagli
Inizio lettura: 24 Maggio
Fine lettura: 27 Maggio
Tempo di lettura: 7,2h x 160 p/m
Rating: ★★★½/★★★★
I say...
La mia migliore amica A. era tutta un “Diego Galdino ha scritto questo su Facebook”, “Diego Galdino ha detto questo alla presentazione del libro”, “Devo andare in libreria ad ordinare il nuovo libro di Diego Galdino” e quindi ho voluto capire chi fosse questo fantomatico Diego Galdino. Insomma, lei lo AMA. E lui oggi le ha fatto gli auguri di compleanno su Facebook!
Ho voluto cominciare con questo perché mi intrigava. È un po’ noioso il fatto che stia sempre lì a ripetere le ordinazioni dei clienti, dopo i primi capitoli ormai sai chi sono, ma pazienza.
È bello leggere il punto di vista dell’uomo quando si parla di amore e sentimenti. Insomma, qualche animo romantico lì fuori esiste ancora. La cosa che mi piace è che c’è questo mistero di fondo, una storia che non capisci fino a quando non leggi fino alle ultime righe, e mentre leggi sei lì che dici “Ma quindi lui è…?”, “E se magari lei è…?”.
Diego Galdino è stato presentato come “Il Nicholas Sparks italiano”. Odio queste cose. Nessuno è la copia di nessuno di un’altra nazionalità. Galdino e Sparks hanno in comune quell’aura romantica e sognatrice, ma Sparks è ripetitivo ai limiti del noioso. E un sadico. Leggere Sparks è come essere dei masochisti – io finisco sempre per piangere come una cretina, peggio di quando faccio la ceretta.
A. sostiene che il secondo libro è più bello, ma visto che questo è stata una bella scoperta non vedo l’ora di essere stupita.
Citazioni
Lei sorrise e sospirò: «Sei sempre tanto caro tu, mi metti di buonumore. Adesso però dovrai tornare al lavoro, ma fammi una promessa: quando, in vita tua, penserai che qualcosa è davvero importante, promettimi che andrai fino in fondo, che lotterai e combatterai, e non lascerai il dubbio e la paura decidere per te. Altrimenti ti condannerai a una vita di rimpianti. Non so se capisci cosa intendo… me lo prometti?»
L’idea gli era venuta nella notte, quando il mal di testa lo teneva sveglio. Forse non esiste un proverbio in materia, ma qualcuno dovrebbe inventarlo: se vuoi una vita tranquilla non seguire le ispirazioni notturne. Infatti Massimo era lì sul pianerottolo della signora Maria, o meglio di Geneviève, sudato, imbarazzato e tremebondo come uno che ha superato la trentina non dovrebbe mai essere, a dirsi «suonare o non suonare?» manco fosse il monologo dell’Amleto… Decisamente un’idea del cavolo.
Dire che Massimo dormì bene quella notte sarebbe una tremenda menzogna, anzi, a un certo punto si ritrovò a invidiare Antonio l’idraulico che di sicuro almeno ci aveva fatto l’abitudine. Faceva caldo, una zanzara continuava a tormentarlo con il suo fastidioso ronzio per poi sparire appena lui accendeva la luce. Il campionario di posizioni provato era degno di un contorsionista d’avanspettacolo, il gregge di pecore contate avrebbe destato gli interessi di parecchie multinazionali del settore, il rubinetto gocciolava e il cervello di Massimo continuava a girare come una trottola senza volerne sapere di arrestarsi. Lui lo chiamava il vortice di pensieri: in buona sostanza non riusciva a spegnere la testa, ma solo a passare da un argomento all’altro, come una televisione perennemente accesa sulla quale si può solo cambiare canale.
Non che gli dispiacesse com’era, ma avrebbe tanto desiderato sapere come sarebbe stato.
«Dove scappi? Volevo ringraziarti. Senza di te io non so come avrei fatto, sarei morto, annegato, affondato, kaput, mi capisci?» Massimo rincarò la dose mimando alcuni modi classici di morire. «Capito. Tu es mort?» «Senza di te sì. Tu mi hai salvato. Grazie, merci.» «De rien. Io… brava?» «Avoja!» rispose Massimo di getto. «Hai voglia? Di cosa?»
Dario sorrise: «Infatti è per te che mi preoccupo. Ti vorrei vedere un po’ più allegro, altrimenti ti consumerai presto. Fa’ qualcosa! Ti piace la ragazza? Benissimo: giocati le tue carte. Non ti piace? Benissimo: ne troverai un’altra. Ma non stare lì a soffrire senza fare niente. La tua età è fatta per essere vissuta, tu forse avrai l’impressione che ci siano infinite possibilità davanti, invece sai cosa succederà? Un giorno ti ritroverai vecchio, magari anche un po’ saggio se ti va bene, e le occasioni perdute te le ricorderai perfettamente perché verranno a trovarti ogni sera prima di dormire!»
R: R: Oggetto: Essere o malessere Ne avrei bisogno (dell’interprete)! Praticamente parliamo ognuno per i fatti suoi, anzi parlo solo io perché lei se ne sta sulle sue e io blatero e blatero, non so nemmeno se lei capisce o no… quindi a “Le parole che non ti ho detto” andrebbe aggiunto un sequel: “Le parole che non hai capito”. M
Rimase in ascolto, ma lei si riscosse di colpo, cambiando tono: «Mannaggia a li pescetti!» «Ah, e questa chi te l’ha insegnata? A chi devo dare la colpa questa volta?»
Se avesse dovuto scegliere una lettura per quel periodo della vita avrebbe scelto “I sepolcri” di Foscolo, se avesse dovuto scegliere un film avrebbe scelto una sua rielaborazione personale: “Quattro funerali e un matrimonio (immaginario)”.
«Oui… destino… Pensa: un colpo di vento o chissà cosa, una busta perduta e cambia una vita, che se ne porta dietro altre due. Ma il passato è passato, non si può cambiare. Ora il cerchio è chiuso, perché solo conoscere la verità dà un piccolo po’ di pace. Adesso voglio solo guardare presente e futuro. Voglio essere felice, dici che me lo merito?» «Io credo di sì», rispose lui guardandola negli occhi verdi. «E tu? Tu cosa vuoi, Massimo?» «Io voglio soltanto bere con te il primo caffè del mattino, mi basta questo. Ma dev’essere ogni mattina, per il resto della nostra vita. Ti va?»
In una prima versione avevo nervosamente scritto di fianco alla voce cappuccino: se bevete il cappuccino avete sbagliato libro. Poi però mi sono reso conto che in fondo il caffè funziona come l’amore. Magari uno non ha ancora trovato la persona giusta, oppure l’ha persa per strada e adesso è bloccato dalla paura oppure è indeciso o magari soltanto stanco, ma in fondo la verità è una sola: l’amore c’è anche quando non c’è. Così anche chi non beve caffè può godere dei suoi effetti nelle altre persone, nell’energia positiva e nell’inconfondibile profumo che si diffonde nell’aria delle mattine italiane.
Note
A questo libro è seguito Il viaggio delle fontanelle. Non è un vero e proprio sequel, ma da quel che ho capito è Il primo caffè del mattino con un capitolo più dettagliato sulla passeggiata che fanno i protagonisti per la capitale (per l’appunto, il viaggio delle fontanelle).
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Tianyi Lu vince la XI Edizione del Premio internazionale di direzione d’orchestra “Guido Cantelli”
È la giovane neozelandese di origine cinese Tianyi Lu la vincitrice dell’XI Edizione del Premio internazionale di direzione d’orchestra “Guido Cantelli”. La trentenne nata a Shanghai si è imposta sui gli altri finalisti – Bertie Baigent (venticinquenne inglese), Diego Ceretta (ventitreenne italiano) e Dmitry Matvienko (ventinovenne bielorusso) – nel concerto finale del concorso che si... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
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