#Cucire In Bici
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taniaindependentartist · 1 month ago
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Cosa C'è Nella Mia Borsa da Disegno? Essenziali per Disegnare all'Aperto!
“In questo video vi mostro cosa porto con me nella mia borsa da disegno quando vado a disegnare all’aperto. Scopri gli strumenti essenziali che utilizzo per sketching en plein air e come organizzo il mio kit per essere sempre pronta a creare ovunque mi trovi!”
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nusta · 1 year ago
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Grazie @campanauz per il tag ^_^
1. Are you named after anyone?
No, però ho rischiato di ereditare il nome di mio nonno al femminile e ho ricevuto i nomi delle mie nonne dopo il mio al battesimo. Per fortuna ufficialmente ho solo il mio, che amo molto e in famiglia è solo mio e ai miei tempi era un poco raro quindi me lo sono goduta per bene (poi nel tempo ho conosciuto alcune omonime che comunque lo "portano" egregiamente ^_^)
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
Pianto di commozione da empatia mi capita spessissimo, l'ultimo qualche lacrima poco fa vedendo una scena al volo di un episodio di Heidi su youtube. Pianto serio da tristezza, coi singhiozzi, qualche settimana fa in un momento di crisi e sfogo esistenziale. Piango molto comunque, è il mio modo di sfogare lo stress quando sono al colmo della frustrazione.
3. Hai figli?
No.
4.Fai largo uso del sarcasmo?
Boh, largo non direi, cerco di non usarlo con chi non può capirlo, per esempio le mie nipotine o il mio capo in ufficio.
5. Quali sport pratichi o hai praticato?
Nessuno seriamente, mi piace correre per divertimento, non sono in condizioni di farlo per sport. Vado in bici ogni giorno ma anche questo non per sport, anche se vorrei fare ogni tanto giri più lunghi. Da bambina ho fatto qualche anno di ginnastica artistica e poi in quarta o quinta elementare ho convinto mia mamma che non faceva per me. Idem con nuoto, mi sa che ho resistito due anni e comunque non ho mai imparato a nuotare a stile libero. Alle medie ho fatto un corso di canottaggio, ma abbiamo interrotto per mancanza di fondi e iscritti prima di uscire dalla piscina dopo meno di una dozzina di lezioni. Alle superiori sono stata una delle tre ragazze che si è presentata alla prima lezione del corso di calcio, che ovviamente non è proseguito. Il mio compagno ha provato a insegnarmi a usare i pattini ma ha rinunciato per paura che mi facessi male e non posso dargli torto considerata la mia scarsa coordinazione. Mi piacerebbe giocare di più a racchettoni, sto aspettando che crescano le mie nipotine perché per ora in famiglia non piace a nessuno T_T
6. Qual è la prima cosa che noti in una persona?
Lo sguardo.
7. Qual è il colore dei tuoi occhi?
Verde oliva al centro dell'iride con un cerchio grigio intorno.
8. Scary movies or happy endings?
Lieto fine è meglio, però se muoiono tutti ed è una bella storia va bene lo stesso. Non amo gli spaventi, ma la violenza catartica è una delle mie componenti preferite. Alla Spartacus, per dirne una.
9. Qualche talento particolare?
Non credo.
10. Dove sei nato?
A due passi da dove abito.
11. Quali sono i tuoi hobby?
Disegnare, cucinare, correre, leggere, scrivere, cucire, giocare a inventare le storie con le mie nipoti, guardare serie tv, anime e documentari e film e chi più ne ha più ne metta XD
12. Hai animali domestici?
Non più e soffro molto la mancanza del mio gatto, anche se non vivevamo più insieme da anni. Se potessi prenderei cani e gatti, anche se non ho mai avuto un cane e non so se sarei capace di educarlo e farlo stare sereno.
13. Quanto sei alta?
Meno di quanto sia generalmente previsto da chi vende pantaloni, infatti devo quasi sempre fare l'orlo.
14. Materia preferita a scuola?
A volte italiano, a volte storia. Però nessuna che mi facesse dire "ah, che bello ora arriva l'ora di questa materia".
15. Dream job?
In una storia del Topolino c'era Paperino che finiva a fare il collaudatore di materassi e mi ha sempre affascinato come opzione. Se qualcuno volesse pagarmi per farmi passare il tempo a praticare uno dei miei millemila hobby, ben volentieri.
Non taggo nessuno ma se siete arrivati fino qui sentitevi invitati a partecipare se vi va ^_^
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il-posto-a-tavola · 5 years ago
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La prossima volta che ci vediamo
Lasciami,
Lasciami vuoto quel posto al tuo fianco, che poi durante il pasto ti chiedo com'era quando lavoravi e sparivi tutto il giorno
No. O ti racconto io com'era, quando il nonno mi preparava la cena
No. O quando giravo in bici per tutta la sua casa.
Anzi no. Ti racconto che giri ho fatto in bici e quali sono i miei libri preferiti. Invece non ne abbiamo mai parlato e poi ho visto che i miei gusti erano simili eh ai tuoi
Ho capito tutto.
Ti racconto tutto dall'inizio, perché non te l'ho mai raccontato.
Ti racconto che ci guardavamo film in salotto e sulle due poltrone e quando ero dal nonno in ospedale e ti racconto anche quando gli portavo il parmigiano, che non mi dovevi trattare in quel modo
Ti racconto come mai ed in che modo mi è arrivato quel mappamondo. Il momento esatto di quando ho aperto quell'enorme scatolone della spedizione.
Ti racconto degli opuscoli che il nonno conservava per la mia università. Ti racconto che quel natale che eravate tutti chiesa io restai col nonno a fare le mie versioni di greco. Lui lo sapeva, che mi piaceva studiare.
Tu poi non te ne sei più preoccupato ma io sì, io lo desideravo anche se non sapevo bene la mia direzione, perché studiavo tanto e vivevo poco e allora non era facile scoprire come fosse un lavoro reale, o magari avrei fatto ricerca, o fallito, perché studiavo sì ma i voti alti arrivarono soltanto quando fui innamorata di una persona che all'inizio non ti piaceva.
L'inizio fu però la chiave di tutto ed io mi spaventai talmente tanto che poi fui da sola.
Bisogna sempre riflettere e parlare e non trascurare nessun aspetto. Sempre parlare. Guarda, ora poi ti racconto anche del disco di campane e della macchina da cucire.
Si stirava e si puliva ma non vi dicevate mai che vi volevate bene
Quel disco brutto di campane che non ho più dimenticato, che fu bello accanto alle parole del nonno
Accompagnato dalle parole profonde salde e roboanti di questo nonno bianco che ci tiene tutti accanto
Di questo nonno luminoso e scuro, che non parla tanto e che non si capisce
E che alla fine poi
Si colpisce
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daniela-sasso · 7 years ago
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Sonia Erano appassite le rose. Le farfalle avevano perso la loro polvere. Sonia aveva chiuso gli occhi, per smettere di pensare ma aveva sbagliato. I pensieri si fanno prepotenti sotto le palpebreche dovrebbero proteggere. L'inchiostro della penna lasciava tracce di sporco sul foglio bianco latte. Aveva mani piccole e delicate. Un giorno, ricordo, di non so quale mese, Sonia aveva comprato un quaderno dalla copertina colorata, per appuntarci dentro ogni singolo ricordo. Per non consentire al tempo e alla vita, di perderne nemmeno uno o una sola metà. Nella borsetta sempre troppo pesante, molti oggetti gettati senza alcun senso logico. Tipico, delle donne disordinate nel cuore. Dove la chiarezza é vestito da indossare per sentirsi a casa, ma l'ordine scompone in una donna così. Forse non é esattamente quello che dovrebbe fare. Ma a lei non importava. Lei sapeva dove mettere le mani per ricomporsi il cuore. Aspettava l'autobus, sempre lo stesso. Numero 116. Andava a lavorare alla stessa ora di ogni giorno, tranne la domenica. Poteva andarci in bici ma aveva una ruota forata da diversi anni e sapeva che sarebbe rimasta lì. Chissà per quanto ancora. Avrebbe preferito vivere in una capanna, immersa nel verde. Con tanti alberi e tanti piccoli animali. Fantasticava spesso su come sarebbe stata la sua vita se avesse potuto scegliere. Ma non sempre lo si può fare. Sonia aveva gambe belle e bianche, leggere come i suoi capelli. Camminava quasi senza poggiare i piedi per terra. Si portava dietro quell'aria da bambina sognante, nonostante fosse Donna e lo era già da tanto tempo. Sonia non sapeva di avere coraggio, Ché ne serve tanto per portare avanti i passi stringendo i denti, fingendo che vada tutto bene. Fingendo che tutto sia come lo aveva desiderato. Ma nulla gli assomigliava, nemmeno un po’. Nemmeno l'ombra sul muro era quella che credeva avrebbe visto un giorno crescendo. Ma lei continuava a sorridere. Sonia era una ragazza come tante, che masticava libri e sospirava seduta su una panchina al parco la domenica. Portando a spasso il cane. É nella lotta di ogni giorno, quando si perde tutto e si combatte come se si avesse sempre qualcuno per cui farlo, che si vedono gli occhi pieni di orgoglio e di coraggio. È nelle persone. Semplici e pulite, che l'amore nasconde ogni sua più incomprensibile ragione. Di essere. Di esistere. Di cucire nelle lancette degli orologi, vita. Preghiere. E sogni. Daniela Sasso
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francyp-1 · 6 years ago
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Un atto di speranza
per gli ultimi, per gli eterni secondi.
Per chi si sente solo perchè nessuno si accorge delle cose meravigliose che compie. Perché nessuno guarda, ascolta, gratifica, elogia.
Ti vorrei dire che ogni cosa che realizzi, ogni picollissimo gesto è un'opera d'arte a prescindere dal numero di osservatori. È un opera unica se viene dalle tue mani, dalla tua mente geniale.
Saper impastare il pane è arte, saper fare il cappuccino, cucinare, cucire. Andare in bici senza mani. Saldare un tubo.
Scrivere senza avere lettori.
Dipingere senza avere ammiratori.
E. Dickinson è morta sconosciuta.
Hanno ritrovato le sue poesie dopo anni.
Van Gogh non vendeva un quadro.
Dicevano che era pazzo.
Potrei andare avanti per ore.
Chi ha detto che la bellezza deve essere popolare?
La bellezza è impopolare.
È nella semplicità di un dettaglio.
"Non è il numero di occhi che osservano a rendere bella un'opera d'arte"
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coniltuosorrisonelcuore · 7 years ago
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Ciao nonna
Ti vorrò sempre bene. Una donna forte, una costante nella vita di tutti noi. Sei stata e lo sarai per sempre. Mi mancheranno le nostre risate, le nostre confidenze e le prese in giro. Le patate al forno che sapevi fare solo tu, a mamma non verranno mai come le tue, nemmeno le mie saranno mai abbastanza buone, mai, perché tu mettevi sempre amore nelle cose. Non riceverò mai le tue chiamate quando sono a Catania, ogni volta spuntava “chiamata da nonnina con il pollo e le patatine” e mi dicevi che mi volevi bene e che tutto si sarebbe sistemato. Hai sempre detto che ci volevi bene come figli, perché tu eri una seconda mamma. E lo sei stata fino all’ultimo. Non posso non ricordare con un sorriso quando io e Anto, siamo andate in bici e tu urlavi “state attente” per tutto il corso. O quando da piccola ho tagliato tutti i capelli di anto e ti sei presa la colpa. Mi hai insegnato a cucire, facevamo i vestitini alle mie barbie, ai bambolotti. Grazie a te ho imparato ad impastare, anche se non sono venute il massimo quelle di Natale, ma tu nonostante tutto hai detto che ero bravissima, si sono aperte in forno, ma non mi hai detto niente, hai solo sorriso. Nonna mi manchi, mi manchi troppo. Voglio mangiare con te la domenica e guardare quelle strane cose ch guardavi tu in tv. Voglio giocare con te a carte. Chi mi abbraccerà quando ho le mani gelide nonostante le mille coperte?? Lo facevi solo tu. Quando il nonno è andato via ha lasciato un enorme vuoto, ma c’eri tu a tenere i pezzi, adesso, tutto mi sembra sbriciolarsi. Ci tenevi uniti perché“dovete volervi bene, non vi litigate”.
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