#Creare tracce EDM
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EDM: Una Guida alla Produzione per Principianti
La musica EDM è un genere che ha cambiato la cultura musicale. È diventata popolare in tutto il mondo, influenzando generi come il pop e l’hip-hop. Usa strumenti elettronici, sintetizzatori e ritmi per far ballare. Questa guida ti insegnerà i segreti per produrre musica EDM. Dalle basi alla sintesi, fino all’uso di DAW, plugin e strumenti virtuali. Così, potrai creare il tuo sound unico. Punti…
#Beatmaking#Composizione musicale electrónica#Creare tracce EDM#Guida alla produzione musicale#Mixaggio e mastering#Musica Elettronica#Produzione musica EDM#Software per produzione musicale#Sound design EDM#Tecnica musicale EDM
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BadVice DJ, ecco "Fable (Happy Ever After)" e il 10/02 fa ballare Venezia, con un party benefico gratuito a Rialto Pescheria
Il 26 gennaio 2024, su Smilax, il dj producer veneziano BadVice DJ pubblica una nuova versione di "Fable", uno dei più grandi successi dell'indimenticabile Robert Miles. "Fable", uscita originariamente nel 1996, insieme a "Children", è tra i più grandi successi dream house di sempre. Oggi torna a far ballare il mondo, grazie ad una cover intitolata "Fable ( (Happy Ever After)" in cui spicca, oltre all'energia della produzione curata da BadVice, anche la voce di Aleinad, davvero particolare.
Non è l'unica bella notizia per chi ama la musica dance internazionale a Venezia. BadVice DJ pensa anche al divertimento di ragazze e ragazze in giro per il mondo e prima di tutti a quelli che incontra ogni giorno nella sua Venezia. "Purtroppo Venezia a loro offre poco. Ci sono le feste per pochi della 'Venezia bene', nei palazzi storici, nei soliti periodi, ovvero Carnevale, Biennale e Mostra del Cinema", spiega l'artista. "Per questo anche nel 2024, dopo il successo dello scorso anno, organizzo con l'associazione Rialto Mio un party gratuito e benefico".
L'evento va in scena al Mercato di Rialto (Pescheria Vecchia), il 10 febbraio 2024, dalle 20 in poi. La partecipazione a questa scatenata festa di carnevale, come dicevamo è gratuita, ma il ricavato di chi beve o mangia qualcosa va in beneficenza e resta a Venezia: viene destinato al reparto pediatrico dell'Ospedale Civile di Venezia.
Prima del sound internazionale di BadVice Dj il 10 febbraio a Venezia vanno in scena Berserker Medieval Music e OnDeRadiOLive. Tutti i partner ed i dettagli dell'iniziativa sono disponibili sulla pagina Instagram di Rialto Mio: https://www.instagram.com/rialtomio/.
Tornando al nuovo singolo di qusto artista, ecco cosa dichiara BadVIce DJ. "'Fable' è una delle mie canzoni preferite di sempre. Non ho mai capito perché i miei colleghi dj abbiano realizzato soprattutto remix e bootleg di 'Children', per cui ho deciso di pensarci io, con una versione nel mio stile", spiega l'artista, che all'anagrafe è Alvise Catullo. "Sono molto contento del risultato, spero piaccia a chi balla e ascolta la mia musica. La produzione è stata tutto sommato facile, anche nella scrittura del testo interpretato da Aleinad. Abbiamo infatti lavorato su un vero capolavoro. Dare nuova vita a note così belle mi ha dato delle belle vibes, fin da subito". "Fable (Happy Ever After)" è infatti un omaggio ad un brando dance storico, ma fatto con sonorità ed arrangiamento decisamente attuali, con una melodia vocale che ricalca la magia del magico riff di pianoforte dell'originale.
"Negli ultimi anni mi sono innamorato della future rave e dello stile di Morten, nelle ultime tracce mi sono anche ispirato a Mau P oltre... oltre ovviamente al 'solito' David Guetta, che mi accompagna sempre da quando ho cominciato a creare musica", continua BadVice DJ, i cui brani spesso vengono proposti in dj set e radioshow proprio da artisti come David Guetta, Nicky Romero, Dimitri Vegas & Like Mike e tanti altri.
BadVice DJ su Instagram
Chi è BadVice DJ?
BadVice DJ, all'anagrafe Alvise Catullo, è un dj veneziano in forte crescita, da tempo tra i protagonisti della scena house music, EDM e Big Room. Le sue tracce sono spesso supportate da superstar del mixer come David Guetta, Nicky Romero, Dimitri Vegas & Like Mike, Timmy Trumpet, Sam Feldt, Blasterjaxx e tanti altri, che le includono nei loro dj set e nei loro radioshow per far ballare il mondo. BadVice DJ ha poi collaborato con artsti del calibro del rapper Flo Rida nel brano "Bam Bam" e del cantante Chris Willis, in "Make it Last". Ha poi realizzato una cover di "Larger than life" dei Backstreet Boys, mentre la sua versione di "I need a miracle" di Tara McDonald è diventata la colonna sonora di un progetto benefico a favore dell'Unicef. Nel 2023 ha partecipato alla Miami Music Week, all'Amsterdam Dance Event e ha pubblicato diversi brani con label internazionali, tra cui Warner.
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BadVice DJ, ecco "Fable (Happy Ever After)" e il 10/02 fa ballare Venezia, con un party benefico gratuito a Rialto Pescheria
Il 26 gennaio 2024, su Smilax, il dj producer veneziano BadVice DJ pubblica una nuova versione di "Fable", uno dei più grandi successi dell'indimenticabile Robert Miles. "Fable", uscita originariamente nel 1996, insieme a "Children", è tra i più grandi successi dream house di sempre. Oggi torna a far ballare il mondo, grazie ad una cover intitolata "Fable ( (Happy Ever After)" in cui spicca, oltre all'energia della produzione curata da BadVice, anche la voce di Aleinad, davvero particolare.
Non è l'unica bella notizia per chi ama la musica dance internazionale a Venezia. BadVice DJ pensa anche al divertimento di ragazze e ragazze in giro per il mondo e prima di tutti a quelli che incontra ogni giorno nella sua Venezia. "Purtroppo Venezia a loro offre poco. Ci sono le feste per pochi della 'Venezia bene', nei palazzi storici, nei soliti periodi, ovvero Carnevale, Biennale e Mostra del Cinema", spiega l'artista. "Per questo anche nel 2024, dopo il successo dello scorso anno, organizzo con l'associazione Rialto Mio un party gratuito e benefico".
L'evento va in scena al Mercato di Rialto (Pescheria Vecchia), il 10 febbraio 2024, dalle 20 in poi. La partecipazione a questa scatenata festa di carnevale, come dicevamo è gratuita, ma il ricavato di chi beve o mangia qualcosa va in beneficenza e resta a Venezia: viene destinato al reparto pediatrico dell'Ospedale Civile di Venezia.
Prima del sound internazionale di BadVice Dj il 10 febbraio a Venezia vanno in scena Berserker Medieval Music e OnDeRadiOLive. Tutti i partner ed i dettagli dell'iniziativa sono disponibili sulla pagina Instagram di Rialto Mio: https://www.instagram.com/rialtomio/.
Tornando al nuovo singolo di qusto artista, ecco cosa dichiara BadVIce DJ. "'Fable' è una delle mie canzoni preferite di sempre. Non ho mai capito perché i miei colleghi dj abbiano realizzato soprattutto remix e bootleg di 'Children', per cui ho deciso di pensarci io, con una versione nel mio stile", spiega l'artista, che all'anagrafe è Alvise Catullo. "Sono molto contento del risultato, spero piaccia a chi balla e ascolta la mia musica. La produzione è stata tutto sommato facile, anche nella scrittura del testo interpretato da Aleinad. Abbiamo infatti lavorato su un vero capolavoro. Dare nuova vita a note così belle mi ha dato delle belle vibes, fin da subito". "Fable (Happy Ever After)" è infatti un omaggio ad un brando dance storico, ma fatto con sonorità ed arrangiamento decisamente attuali, con una melodia vocale che ricalca la magia del magico riff di pianoforte dell'originale.
"Negli ultimi anni mi sono innamorato della future rave e dello stile di Morten, nelle ultime tracce mi sono anche ispirato a Mau P oltre... oltre ovviamente al 'solito' David Guetta, che mi accompagna sempre da quando ho cominciato a creare musica", continua BadVice DJ, i cui brani spesso vengono proposti in dj set e radioshow proprio da artisti come David Guetta, Nicky Romero, Dimitri Vegas & Like Mike e tanti altri.
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Chi è BadVice DJ?
BadVice DJ, all'anagrafe Alvise Catullo, è un dj veneziano in forte crescita, da tempo tra i protagonisti della scena house music, EDM e Big Room. Le sue tracce sono spesso supportate da superstar del mixer come David Guetta, Nicky Romero, Dimitri Vegas & Like Mike, Timmy Trumpet, Sam Feldt, Blasterjaxx e tanti altri, che le includono nei loro dj set e nei loro radioshow per far ballare il mondo. BadVice DJ ha poi collaborato con artsti del calibro del rapper Flo Rida nel brano "Bam Bam" e del cantante Chris Willis, in "Make it Last". Ha poi realizzato una cover di "Larger than life" dei Backstreet Boys, mentre la sua versione di "I need a miracle" di Tara McDonald è diventata la colonna sonora di un progetto benefico a favore dell'Unicef. Nel 2023 ha partecipato alla Miami Music Week, all'Amsterdam Dance Event e ha pubblicato diversi brani con label internazionali, tra cui Warner.
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BadVice DJ, ecco "Fable (Happy Ever After)" e il 10/02 fa ballare Venezia, con un party benefico gratuito a Rialto Pescheria
Il 26 gennaio 2024, su Smilax, il dj producer veneziano BadVice DJ pubblica una nuova versione di "Fable", uno dei più grandi successi dell'indimenticabile Robert Miles. "Fable", uscita originariamente nel 1996, insieme a "Children", è tra i più grandi successi dream house di sempre. Oggi torna a far ballare il mondo, grazie ad una cover intitolata "Fable ( (Happy Ever After)" in cui spicca, oltre all'energia della produzione curata da BadVice, anche la voce di Aleinad, davvero particolare.
Non è l'unica bella notizia per chi ama la musica dance internazionale a Venezia. BadVice DJ pensa anche al divertimento di ragazze e ragazze in giro per il mondo e prima di tutti a quelli che incontra ogni giorno nella sua Venezia. "Purtroppo Venezia a loro offre poco. Ci sono le feste per pochi della 'Venezia bene', nei palazzi storici, nei soliti periodi, ovvero Carnevale, Biennale e Mostra del Cinema", spiega l'artista. "Per questo anche nel 2024, dopo il successo dello scorso anno, organizzo con l'associazione Rialto Mio un party gratuito e benefico".
L'evento va in scena al Mercato di Rialto (Pescheria Vecchia), il 10 febbraio 2024, dalle 20 in poi. La partecipazione a questa scatenata festa di carnevale, come dicevamo è gratuita, ma il ricavato di chi beve o mangia qualcosa va in beneficenza e resta a Venezia: viene destinato al reparto pediatrico dell'Ospedale Civile di Venezia.
Prima del sound internazionale di BadVice Dj il 10 febbraio a Venezia vanno in scena Berserker Medieval Music e OnDeRadiOLive. Tutti i partner ed i dettagli dell'iniziativa sono disponibili sulla pagina Instagram di Rialto Mio: https://www.instagram.com/rialtomio/.
Tornando al nuovo singolo di qusto artista, ecco cosa dichiara BadVIce DJ. "'Fable' è una delle mie canzoni preferite di sempre. Non ho mai capito perché i miei colleghi dj abbiano realizzato soprattutto remix e bootleg di 'Children', per cui ho deciso di pensarci io, con una versione nel mio stile", spiega l'artista, che all'anagrafe è Alvise Catullo. "Sono molto contento del risultato, spero piaccia a chi balla e ascolta la mia musica. La produzione è stata tutto sommato facile, anche nella scrittura del testo interpretato da Aleinad. Abbiamo infatti lavorato su un vero capolavoro. Dare nuova vita a note così belle mi ha dato delle belle vibes, fin da subito". "Fable (Happy Ever After)" è infatti un omaggio ad un brando dance storico, ma fatto con sonorità ed arrangiamento decisamente attuali, con una melodia vocale che ricalca la magia del magico riff di pianoforte dell'originale.
"Negli ultimi anni mi sono innamorato della future rave e dello stile di Morten, nelle ultime tracce mi sono anche ispirato a Mau P oltre... oltre ovviamente al 'solito' David Guetta, che mi accompagna sempre da quando ho cominciato a creare musica", continua BadVice DJ, i cui brani spesso vengono proposti in dj set e radioshow proprio da artisti come David Guetta, Nicky Romero, Dimitri Vegas & Like Mike e tanti altri.
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Chi è BadVice DJ?
BadVice DJ, all'anagrafe Alvise Catullo, è un dj veneziano in forte crescita, da tempo tra i protagonisti della scena house music, EDM e Big Room. Le sue tracce sono spesso supportate da superstar del mixer come David Guetta, Nicky Romero, Dimitri Vegas & Like Mike, Timmy Trumpet, Sam Feldt, Blasterjaxx e tanti altri, che le includono nei loro dj set e nei loro radioshow per far ballare il mondo. BadVice DJ ha poi collaborato con artsti del calibro del rapper Flo Rida nel brano "Bam Bam" e del cantante Chris Willis, in "Make it Last". Ha poi realizzato una cover di "Larger than life" dei Backstreet Boys, mentre la sua versione di "I need a miracle" di Tara McDonald è diventata la colonna sonora di un progetto benefico a favore dell'Unicef. Nel 2023 ha partecipato alla Miami Music Week, all'Amsterdam Dance Event e ha pubblicato diversi brani con label internazionali, tra cui Warner.
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[INTERVISTA] J-Hope, membro del fenomeno K-Pop dei BTS, ha la sua storia da raccontare sul suo nuovo mixtape da solista
“Permettete a J-Hope di presentarsi – e di accoglierci nell’ ‘Hope World’, il mixtape con cui la superstar del K-Pop debutta come solista. J-Hope, 24 anni, il suo vero nome Jung Hoseok, è uno dei sette membri dei BTS, una delle boyband più popolari al mondo. Ma il rilascio del suo progetto indipendente non vuole assolutamente significare la fine del regno dei BTS. Infatti è il terzo membro del gruppo a far uscire un mixtape da solista, regalando all’esercito dei loro fan da tutto il mondo un assaggio della propria visione artistica – senza fratturare l’unità della boyband.
“Il gruppo ha sempre la precedenza, quindi mi sono concentrato sui progetti dei BTS e ho provato a ritagliare del tempo in camera in hotel, in aereo, e ogni volta in cui avevo qualche minuto libero”, dice sul processo, durato due anni, di sviluppo di ‘Hope World’, che egli considera come “il mio biglietto da visita al mondo”.
Meglio conosciuto nei BTS per il suo rap e per il suo passato come street dancer competitivo, la giovane star è stata scoperta dal CEO e fondatore della BigHit Entertainment Bang Sihyuk grazie alle sue movenze decise. Con ‘Hope World’ egli modella la propria voce, creando una serie di canzoni che i fan della musica rap e di quella pop possono apprezzare anche se non capiscono una parola di coreano. Il mixtape si apre con un’avventura ispirata da Jules Verne che ci immerge nelle sue riflessioni personali sulla fama e sul successo, inni di positività e tracce allegre, tutte strutturate su un mix di trap accattivante fin dall’inizio, dance e beat tropicali. J-Hope condivide, in esclusiva con TIME, le storie che stanno dietro questa raccolta di tracce da solista, i cui significati profondi – nonostante le differenze linguistiche – sicuramente non si perdono nella traduzione.
-DOMANDA- Perché hai voluto rilasciare un mixtape? Che cosa lo distingue dalla musica dei BTS?
JH: Il mio desiderio è sempre stato quello di girare un video musicale ed esibirmi con la musica che io stesso ho creato. Volevo anche esprimere la mia storia attraverso la musica e condividerla con il mondo. Il fatto che [i membri dei BTS] RM e Suga abbiano rilasciato i loro mixtape in passato mi ha motivato nel mio progetto personale. Essi mi hanno profondamente influenzato e continuano a farlo, dal giorno in cui abbiamo iniziato fino a dove siamo oggi, e io ho sempre pensato che il fatto che stessero raccontando le loro storie personali e facendo musica nel loro stile fosse qualcosa di fantastico. All’inizio io ho danzato, ma ho capito che potevo anche raccontare la mia esperienza attraverso la musica.
-DOMANDA- Ci sono elementi di trap, EDM, beat caraibici e funk-soul futuristico mescolati insieme in tutto il mixtape. Ma soprattutto, tu chiaramente interpreti tutte le forme del rap. Quali artisti e quali suoni ti hanno ispirato di più?
JH: In realtà io non mi preoccupo di faccende come “ho intenzione di adottare questo stile di rap in questo tipo di genere” mentre lavoro. Ho scelto e ho creato i miei beat in base a cosa mi si addice, a cosa mi ha attratto e a cosa mi sembrava giusto. Il modo in cui lavoro è molto impulsivo, e scrivo rap e compongo musica per come me li sento in quel momento. Per questo mixtape mi sono ispirato ad artisti come KYLE e Aminé. Devo menzionare anche la forte influenza di Joey Bada$$. Questi sono tutti artisti che rispetto fortemente e con cui mi piacerebbe lavorare in futuro.
-DOMANDA- La prima canzone, “Hope World”, si apre con il rumore dell’acqua in sottofondo. Anche il testo accenna al trovarsi sotto il mare. Di che cosa parla questo viaggio?
JH: Mi ricordo di essere stato catturato da “20.000 leghe sotto i mari” di Jules Verne quando l’ho letto da bambino. Penso di essere ritornato a quel momento per trovare l’ispirazione e i ricordi che sono riaffiorati li ho presi come incentivo per iniziare a scrivere Hope World. Si tratta di una mia presentazione per le persone che non hanno mai sentito parlare di me, proprio come nel libro il Capitan Nemo descriveva il sottomarino che viaggiava in tutti gli oceani del mondo. So che suona smielato ma vi invito a fingere di essere il professor Aronnax mentre ascoltate questa canzone e viaggiate attraverso il mio mondo (*ride).
-DOMANDA- Che cosa vuol dire essere un “Piece of Peace” - che è anche il titolo di una delle canzoni?
JH: Ho pensato che sarebbe stato immensamente significativo per me se fossi diventato, come dice il mio nome, una speranza per qualcuno nel mondo — non un’immensa fonte di pace, solo un piccolo frammento. Ho cominciato pensando “sarebbe fantastico diventare parte integrante della speranza di qualcuno attraverso la musica” e mentre lavoravo sui beat ho pensato al tipo di messaggio che avrei potuto diffondere alla mia generazione che al momento vive con molte preoccupazioni e difficoltà da affrontare. Volevo parlare della pace anche se sapevo che si tratta di un argomento pesante e ho aggiunto “pt.1” al titolo perché voglio continuare a discuterne [in futuro].
-DOMANDA- Le voci degli altri membri dei BTS appaiono in “Airplane”. Hanno contribuito in altri modi?
JH: È stato così speciale. Sentivo come se il coro per “Airplane” fatto da tutti i membri dei BTS con cui ho affrontato e affronto questo viaggio avrebbe dato vita ad una canzone ancora più toccante. Inizialmente ho chiesto al nostro membro e mio amico RM di occuparsi del preritornello della canzone. Ha accettato e ha lavorato davvero duramente alla canzone ma alla fine continuavamo a parlarne e siamo stati d’accordo nel constatare che costruire il preritornello con solo la mia voce e terminare la canzone in questa maniera avrebbe creato un impatto più profondo. Ero della stessa idea anche io quindi sfortunatamente la voce del nostro leader è dovuta rimanere nello studio. Voglio cogliere questa occasione per ringraziare ancora una volta RM e tutti i membri. Ho il coro del gruppo e il rap di RM sul mio telefono e non vedo l’ora di avere l’occasione di caricarli sui social e condividerli con tutti!
-DOMANDA- Inoltre in “Airplane” verso la fine liquidi i tuoi hater dicendo: “Non me ne frega un cazzo, sono solo felice / ce l’ho fatta”. Al momento senti di avercela fatta in quanto artista?
JH: Penso che “farcela”, come hai detto tu, significhi cose diverse per persone diverse. Ero a bordo di un aereo quando ho scritto queste frasi, oltretutto sedevo in prima classe e in quel momento ho realizzato che ero in un aereo, in quel posto a sedere e stavo vivendo la gloriosa vita che quando ero più piccolo potevo solo sognare e a cui ora mi sono in qualche modo abituato. Ma adesso sono la stessa persona che ero una volta, lo stesso j-hope. I miei pensieri riguardo la vita non sono cambiati molto ma il mio mondo ha attraversato cambiamenti incredibili. Credo che sia stata l’esperienza di stare con i fan di tutto il mondo e poi tornare sul suolo coreano che mi abbia fatto pensare “Credo di avercela fatta…”. La gioia che sto vivendo ora e l’incredibile amore che sto ricevendo è ciò che considero il mio successo.
-DOMANDA- “Base Line” è una traccia rap molto intensa in cui la tua voce si fa spazio tra suoni di dischi graffiati. Cosa significa per te questa canzone? Qual è la tua “linea base”?
JH: Sinceramente non mi aspettavo molto da questa canzone. La vedevo come un intermezzo tra le altre canzoni ed ero molto rilassato mentre la scrivevo. Poi però ho sentito la base mixata della traccia e mi ha lasciato senza fiato. Potrebbe essere sconvolgente solo per me [ride]. Volevo solo condividere la storia di come ho scelto la “linea base” della mia vita. Le persone non sanno veramente come sono entrato nel mondo della musica. Ultimamente la linea base della mia vita è la mia profonda gratitudine nei confronti della vita stessa e del mio lavoro. Anche nel testo è presente questo aspetto. Tutto quello che sono deriva da questa profonda gratitudine.
-DOMANDA- “Daydream” sembra una canzone particolarmente personale ma ha anche un ritmo su cui ballare. Che storia racconta?
JH: Le persone mi conoscono e so di essere un personaggio pubblico. Volevo mostrare che dietro a questo personaggio c’è Jung Ho-seok, un ragazzo comune. Volevo usare questa canzone per parlare dei desideri che ogni persona di questo mondo ha ma mi sono dovuto contenere e ho dovuto mascherare l’argomento a causa della linea che avevo scelto per il mio lavoro. “Daydreaming” è sognare ad occhi aperti cose che generalmente sono fuori dalla nostra portata ma nonostante questi sogni possano non diventare mai realtà metterli in ordine nella mia testa mi dà conforto. Ho pensato che affrontando questo tema nella maniera sbagliata il mio lavoro sarebbe risultato troppo pesante così ho voluto unirlo a qualcosa di divertente e movimentato.
-DOMANDA- Ora sei il terzo membro dei BTS ad avere pubblicato un mixtape dopo RM e Suga. Chi sarà il prossimo?
JH: Prima di tutto questa opportunità di creare un mixtape è un grande onore. Tutti i membri sono interessati a creare qualcosa di creativo e hanno una profonda passione per la musica quindi non mi sorprenderei se chiunque tra loro pubblicasse un mixtape. Ora siamo tutti focalizzati sul nuovo album dei BTS. Ci lavoriamo sempre e creiamo nuove cose. Spero possiate continuare a mostrarci il vostro amore e che rimaniate con noi in questa nostra emozionante avventura.”
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©CiHope, ©lynch, ©Cam) | ©Time
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RECENSIONI 4IN1: Kehlani, Flume, Deerhunter, Better Oblivion Community Center
In questa istallazione di Recensioni 4in1 parliamo in breve di quattro dischi, tra album e mixtape, usciti durante il primo quadrimestre dell’anno. E’ una buona occasione per recensire musica che, per questioni di tempo, non ha trovato spazio in un articolo prima di ora, ma anche si merita almeno qualche parola. E’ il turno di due dei mixtape più in evidenza dell’inverno: l’atmosferico While We Wait della cantante rnb Kehlani ed il bizzarro Hi This Is Flume del noto producer australiano Flume. Poi è la volta di due piccoli album che non devono essere passati inosservati a chi piace controllare cosa transita appena sotto il radar del mainstream: Why Hasn’t Everything Already Disappeared? dei Deerhunter e l’inaspettata collaborazione tra Conor Oberst e Phoebe Bridgers con Better Oblivion Community Center.
Kehlani - While We Wait (TSNMI / Atlantic, 2019)
La cantante californiana Kehlani Ashley Parrish, nota solo come Kehlani, ritorna a distanza di due anni dal fortunato disco d’esordio SweetSexySavage con il mixtape While We Wait. Nell’attesa, come suggerisce il titolo, di portare a termine la sua prima gravidanza, il nuovo progetto - formato da nove tracce per una durata di trenta minuti - sembra il copione di un romanzo su quanto possa essere complessa la coesistenza funzionale tra amore e comunicazione in un presente iper-mediatico come il nostro. La sua storia, quindi, non presenta colpi di scena eclatanti e non segue traiettorie affatto imprevedibili, in realtà, non attribuisce poi così tanto peso alla narrazione che diventa, come ormai è comune nell’rnb, un pretesto per creare l’atmosfera romantica, flirtante e nostalgica che va di pari passo col genere. Kehlani incontra stilisticamente SZA, H.E.R. e Drake per illustrare queste realtà confuse, talvolta ripercorrendo traumi del passato, sentimenti repressi, incomunicabilità delle parole e costrizioni della mascolinità per come viene comunemente intesa. I suoi personaggi sono, dunque, persone emotivamente provate che cercano di capirsi a vicenda. Comunque sia, i brani rimangono in linea generale molto gradevoli e pop. La produzione è pulita e di qualità, sebbene non sia nulla di speciale, così come le strumentali sono sempre molto colorate e moderne, ma raramente sopra la media, a metà strada tra trap ed alternative hip-hop, urban ed rnb con ammicchi vagamente funk e soul - come in Morning Glory che potrebbe benissimo trovarsi nel prossimo album di Ariana Grande. Il vero punto di forza è perciò la voce della cantante, lucida e balsamica, seducente ma non forzatamente zuccherata.
Si inizia benissimo con Footsteps che rimane probabilmente imbattuta dagli altri brani in quanto ad intensità, scorrendo fluidissima grazie ad una composizione molto tranquilla ma intrigante che sovrappone cori, un giro di chitarra nello sfondo immerso nel riverbero, bassi e hi-hats sintetici di matrice trap ed una collaborazione azzeccatissima con Musiq Soulchild. Molto più elettronica è la successiva Too Deep, uno degli improbabili momenti più divertenti, in cui i synth sono bollicine caramellate ovattate da una patina che li rende in qualche modo più sinistri; ancora grandissimo uso delle sovrapposizioni vocali che qui diventano fondamentali per costruire la spirale dentro cui viene incanalato il testo, animato dal momento in cui si ci rende conto del risvolto soffocante del sentirsi improvvisamente e pericolosamente con la testa tra le nuvole. “We was candy crushin’ / But this shit gettin’ to deep”. Il vocabolario di Kehlani non è per nulla ricercato e per questo l’intera problematica da lei presentata rimane irrisolta, analizzata soltanto in superficie. Gli altri highlight sono le trap-peggianti Night Like This con Ty Dolla $ign e la più notturna RPG con 6lack. Per la scelta piuttosto ristretta delle tematiche - ed il modo in cui sono state sviluppate - il sound ed il ritmo, While We Wait risulta leggermente tirato per le lunghe. E’ il classico esempio della musica bella finché dura, ma che una volta finita passa velocemente nel dimenticatoio.
TRACCE MIGLIORI: Footsteps; Nights Like This; RPG
TRACCE PEGGIORI: Morning Glory; Butterfly
VOTO: 65/100
di Viviana Bonura
Flume - Hi This Is Flume (Future Classic, 2019)
Tre anni sono passati da Skin, il secondo disco del producer australiano Flume che lo ha annoverato tra i nomi più noti del filone EDM della musica elettronica, pur conservando un’integrità artistica dati alcuni aspetti peculiari del suo stile, quali le influenze glitch pop, future bass ed hip-hop incorporate in maniera eccentrica, sbilenca e sempre bizzarra. A fargli da controparte ci sono stati i due EP della serie Skin Companion che hanno ampliato il contesto in cui l’artista voleva collocarsi, ovvero, mostrandosi intenzionato a presentare un sound lucido ed espansivo per far presa sulla situazione attuale della musica elettronica, ma ancora personale ed aggiornato sulle sperimentazioni. La mossa successiva di Flume conferma questa voglia di essere appetibile senza rinunciare a fare di testa sua, pubblicando il mixtape Hi This Is Flume, in cui ha potuto dare sfogo ai suoi estri più creativi ed anticonvenzionali.
Il mixtape dura ben quaranta minuti, ma la durata media delle tracce è di circa due minuti, ciascuna perfettamente incasellata davanti e dietro l’altra tramite transizioni disinvolte, permettendo così al progetto di essere un’opera intera e fluida, un’esperienza olistica e connessa. Per esempio, la tastiera intrepidamente acuta e caramellata ed il beat industriale pesante, insieme alla collaborazione del rapper grime slowthai nella traccia High Beams creano un sound vibrante, rovente e ghiacciato allo stesso tempo, da cui si genera la successiva Jewel, una traccia altrettanto bella dalla melodia glitchy che ci traspone nel tipico mondo etereo e robotico di Flume, una pulsante e vaporosa visione ultra-futuristica nel bel mezzo di una flora rigogliosa. Lo stesso discorso vale per i droni distopici di Dreamtime, in cui i synth sembrano i battiti cardiaci di una strana creatura sottomarina ed il campionamento di una voce femminile distorta serve come tavolozza per creare la successiva Is It Cold In The Water?, remix di un brano di SOPHIE in cui Flume fa squadra col producer Eprom per rivisitare la traccia con più variazione e struttura ritmica rispetto all’originale, malgrado a tratti possa essere troppo rigida, rimane apprezzabile la sua nuova abrasione noise. Verso la fine il minutaggio per brano si restringe ed il mixtape diventa una vera e propria traccia unica, schizzi di beat e sovrapposizioni sintetiche elaborate in cui si susseguono altre strane manipolazioni e distorsioni, ancora accenni magnetici allo stile industrial, ma anche alle virtualità vaporwave coi tagli laser di Vitality, campionamenti di voci tra cui ritorna l’apprezzata Kučka in Voices. Saltano all’orecchio la frizzantissma MUD e la vertiginosa Upgrade che creano muri di suoni da club per nulla prevedibili che non hanno paura a diventare rumorosi e scatenati. Ma la vera perla del progetto è l’affamatissima collaborazione con JPEGMAFIA in How To Build A Relationship, una traccia fantastica, eccitante ed esplosiva sotto tutti i punti di vista in cui si palesa la brillantezza di entrambi.
Sì, ci sono dei momenti che appaiono fini a se stessi, quei brani di qualche secondo che sembrano non aggiungere nulla, ma alla fine Hi This Is Flume è fatto proprio di quei piccoli pezzi che insieme si danno spinta e senso. Probabilmente è proprio questo che rende il mixtape del produttore australiano una boccata d’aria fresca sia nel più generale panorama musicale della musica elettronica - in cui si vedono troppo spesso personaggi stampati in serie capaci solo di appostarsi dietro la consolle per premere play - sia nella sua stessa discografia che per quanto differente può anche risultare troppo confezionata ed addolcita. Hi This Is Flume è effettivamente qualcosa di sperimentale e ci porge un lato promettente dell’artista, non può fare di certo compagnia alle cose più inaudite e rivoluzionarie della musica elettronica, ma può stare sicuramente ai livelli di Bonobo, Jamie xx o Sbtrkt. Se veramente questo è Flume a noi piace parecchio.
TRACCE MIGLIORI: High Beams; Jewel; How To Build A Relationship
TRACCE PEGGIORI: Hi This Is Flume; ╜φ°⌂▌╫§╜φ°⌂▌╫§╜φ°⌂▌╫§╜φ°⌂▌╫§╜φ°⌂▌╫§╜φ°⌂▌╫§╜φ°⌂▌╫§╜φ°⌂▌╫§°⌂ ▌
VOTO: 70/100
di Viviana Bonura
Deerhunter - Why Hasn’t Everything Already Disappeared? (4AD, 2019)
Per oltre un decennio i Deerhunter, band capitanata da Bradford Cox, si sono fatti conoscere per il loro approccio neo-psichedelico, punk e surreale all’indie rock e pop. Come in un quadro metafisico la loro musica è stata generalmente caratterizzata da una tensione latente contenuta un involucro placido, pulito e definito, dentro cui si celano tracce o espressioni dirette di orrore ed oscurità. L’impressione è che esistano, inchiodati sotto la superficie delle dinamiche socio-politiche quotidiane, una miriade di sentimenti ed esperienze negative che influenzano la nostra prospettiva sul mondo. Solitamente, la superficie placida è quella sonora, mentre l’oscurità è celata nei testi. Il loro ottavo disco, Why Hasn’t Everything Already Disappeared? lotta contro gli impulsi escapisti e conflittuali del caso, continuando l’esplorazione delle diverse sfaccettature sonore della band, purtroppo senza riuscire ad evitare alcuni importanti errori, come il finire per incarnare quello stesso limbo anestetizzante che tanto compiangono nel mondo esterno.
Già nel 2015 Cox si era dichiarato stanco della nostalgia soffusa dei primi dischi dei Deerhunter, quella nebbia affascinante della giovinezza, volendo avvicinarsi al mondo degli adulti. Nel loro ottavo album questa sensazione si è percettibilmente intensificata e l’impressione è di una band che inizia ad essere insofferente. La nostalgia, dopotutto, alimenta alcune delle più pericolose correnti di pensiero reazionarie degli Stati Uniti, richiamando un'immagine nazionale perfettamente omogenea che mai è veramente esistita. Le canzoni di Why Hasn't Everything Already Disappeared? considerano visceralmente le ricadute postume del capitalismo, facendo i conti con le conseguenze della vita in un paese che si sta reiterando fino alla morte. L’apertura Death in Midsummer racconta di memorie di amici defunti tra rintocchi di clavicembalo e batteria che sembrano registrati dentro un frigorifero; entrambi colpiscono bruschi, tirando il brano verso l’interno. Al di sotto di essi, tuttavia, un pianoforte squilla come se si disperdesse all’infinito in uno spazio aperto. Un assolo di chitarra dai sapori psichedelici rinforza l’illusione che la canzone stia avendo luogo contemporaneamente sia un’arena che in una bara. La combinazione vertiginosa di queste due atmosfere la rende perfetta per il testo: “They were in hills / They were in factories / They are in graves now”.
Ci sono preoccupazioni che rimango implicite, scelta che suggerisce che l’intera tematica sia una questione artistica piuttosto che una dichiarazione di una certa posizione politica, più un’esplorazione del posto in cui potremmo finire se scegliamo la strada della distruzione. E’ come se gran parte del disco suonasse come una pellicola sottoesposta, sviluppata con sonorità analogiche e granulose. Dall’inizio alla fine Cox avvista una distante apocalisse osservandola attraverso un vetro scuro, offuscato, e mentre progredisce si lascia andare ad affermazioni nichiliste per ricordarci della sua presenza. “In the country / there's much duress / violence has taken hold / follow me / the golden void” canta fermamente in No One’s Sleeping, brano che sembra una canzone indie rock suonata col clavicembalo. I cambiamenti di temperamento del disco gli attribuiscono un effetto freddo e distanziante - forse è proprio questo il suo più grande difetto - poiché incorpora sonorità davvero insolite. A volte però, si apre uno spiraglio, quell’incisività che li incornicia nel pop, ad esempio nella strumentale Greenpoint Gothic. Esistono anche altri punti salienti, come What Happens to People che dimostra la prodezza della band nel generare consonanze, la loro abilità nel mettere insieme una trama sonora vivida fatta di chitarre splendenti e sintetizzatori spessi. Eppure, persino questa traccia ha la sfortuna di essere seguita da Detournement, un brano dalle strane modulazioni vocali da sorpassare immediatamente in quanto indugia nelle peggiori inclinazioni della personalità appuntita di Cox.
TRACCE MIGLIORI: Death In Midsummer; Greenpoint Gothic; What Happens To People?
TRACCE PEGGIORI: Détournement; Tarnung
VOTO: 60/100
di Viviana Bonura
Better Oblivion Community Center - Better Oblivion Community Center (Dead Oceans, 2019)
In una fredda giornata di gennaio, il cantautore Conor Oberst - meglio conosciuto come il leader dei Bright Eyes - e la cantautrice Phoebe Bridgers decidono di formalizzare la loro ammirazione reciproca e di dare un seguito ad una collaborazione iniziata nell’album d’esordio di lei con Better Oblivion Community Center, un inaspettato nuovo progetto musicale che si propone di unire il sensibile e malinconico indie folk di entrambi. Bridgers è da poco reduce dall’esperienza con un altro nuovo super-gruppo, quello delle boygenius, ma è proprio con Oberst che ha dimostrato di avere una naturale armonia, una simbiosi priva di qualsiasi egocentrismo che faceva sperare benissimo per una collaborazione a lungo termine. Il loro omonimo Better Oblivion Community Center è un disco molto semplice che non si discosta assolutamente dalle sonorità, già molto simili tra di loro, di ciascun solista - e probabilmente, questo si rivela il problema di fondo. Per quasi l’ottanta percento dei trentasette minuti complessivi i due cantano insieme, narrando secondo il loro stile canonico dei malfunzionamenti quotidiani dell’essere umano e tirando fuori, qualche volta, riminiscenze del passato e quella strana sensazione di aver sempre sentito un’ambivalenza tra felicità e tristezza anche nei momenti più belli della vita.
Nei primi lavori coi Bright Eyes, la scrittura di Oberst era particolarmente vivida perché tutto ciò di cui parlava sembrava una questione di vita o di morte. Col tempo il suo istrionismo è andato perdendosi, ma stavolta, a fianco della penna empatica e cristallina di Bridgers anche Oberst sembra ringiovanito. Il punto di forza del disco è proprio nei testi, ma il suo più grande punto debole è il non essere voluto uscire dalla zona di comfort. La produzione, quindi, risulta molto elementare, pulita e senza nulla di originale, per la maggior parte acustica e sobria, tranne per la più briosa Dylan Thomas che fa da sorta di cavallo di battaglia coi suoi ritmi rock più vivi ed una band di supporto. Exeption To The Rule è proprio come dice il titolo, una traccia che improvvisamente sembra darci proprio quello che vogliamo, ovvero, una formula con altri ingredienti, delle sonorità più speziate, ma piuttosto, coi suoi synth retrò che quasi sovrastano le voci, risulta più una sbandata rigida, sterile ed insapore.
Le altre tracce sono decisamente mediocri, ma possiamo essere d’accordo sul fatto che Service Road e Chesapeake riescono a distinguersi positivamente all’interno di una tracklist fin troppo piatta. La prima rivela Oberst in un momento particolarmente delicato ed onesto, ricordando un giovane fratello che non c’è più, mentre la voce calda e crepuscolare di Bridgers è come una mano di conforto sulla sua spalla. La seconda è la pura e nostalgica poesia di un artista acclamato su un palco, osservato dal punto di vista di Bridgers che nel pubblico si trova schiacciata tra la folla, desiderando che finisca presto di suonare, parallelamente, ricorda una persona a lei cara abituata a suonare per nessuno e questo scatena in lei un senso di colpa che, sistematicamente, la distrae dal presente per rimuginare sul passato. Quella tridimensionalità in più la si intravede proprio negli ultimi sessanta secondi della conclusiva Dominos, cover di Taylor Hollingsworth, includendo un assolo di chitarra elettrica distorta che prosegue rumorosa su un basso pieno. Soddisfazione troppo breve, ma se non altro chiude il disco su una nota positiva. Oberst e Bridgers sono indubbiamente fatti l’uno per l’altra, tuttavia, il loro primo album condiviso non è nulla di speciale. Sicuramente è bello da ascoltare finché dura, ma non vanta nessun momento riconoscibile o memorabile una volta finito.
TRACCE MIGLIORI: Dylan Thomas; Service Road; Chesapeake
TRACCE PEGGIORI: Sleepwalkin’; Exeption To The Rule; Big Black Heart
VOTO: 55/100
di Viviana Bonura
#better oblivion community center#conor oberst#phoebe bridgers#dead oceans#folk rock#indie folk#flume#harley edward streten#hi this is flume#future classic#glitch pop#edm#electronic music#future bass#kehlani#while we wait#rnb#urban pop#deerhunter#why hasn't everything already disappeared#4ad#psychedelic pop#psychedelic rock#neo-psychedelia#art rock#recensioni#musicali#4in1#recensione#music
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DAY6 2nd album “MOONRISE”
Review by: Herondale
- L'MV di “Every Day6 August”, “Every Day6 September “, “Every Day6 October” e “Every Day6 November” sono una storia di quattro parti sulla vita, l'amicizia e l'amore alle superiori. - Day6 hanno tenuto un turn in Nord America, il “Day6 Live & Meet in North America 2017”, dal 20 al 29 ottobre, ospitato dalla SubKulture Entertainment. Il turn consisteva in un Live & Meet in cinque citta del Nord America: Los Angeles, Austin, New York, Detroit, e Toronto. - Compralo su YESASIA: random version; (Gold o Silver).
Dopo dodici mesi di rilasci, i DAY6 completano il loro progetto “Every DAY6” e rilasciano il 7 dicembre il secondo album “MOONRISE”, preceduto sei mesi prima dal primo album “SUNRISE”, rilasciato proprio a metà del progetto. L'idea sembrava quasi strana all'inizio, ma i DAY6 sono riusciti a creare qualcosa di prezioso. Ogni singolo, ogni video musicale ha lasciato un segno in ogni fan e non. Il gruppo ha mostrato la possibilità di usare il rock in moltissimi sound differenti, dal più funky, al più metal, fino al più soft portando nel mondo del K-pop una ventata di aria fresca!
“MOONRISE” si apre con la nuova track “Better Better” il cui intro è decisamente molto dinamico e sembra usare un sound vagamente EDM con il rock del ritornello. I cori sono perfetti con le seconde voci e mi piace moltissimo il distacco con i versi, molto più lenti.
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“I Like You (좋아합니다)” è la vera title di questo album e nonostante tutti ci aspettassimo una track più movimentata, io personalmente non ne sono rimasta per niente delusa. Il sound è da rock-ballad, forse simile ad altre tracce già rilasciate, ma con una sua anima. “I Like You (좋아합니다)” ha dei versi lenti e piacevoli e un ritornello risulta avvolgente, grazie alle voci potenti dei membri. La track è alla fine una confessione d'amore mentre il video, che non ha una vera e propria story line, mostra comunque delle scene adorabili, piene d'amore. Un po' mi dispiace che non abbiano continuato con la story line precedente, ma penso che il fulcro di quella fosse semplicemente il fatto stesso che l'amore non era corrisposto. “I Like You (좋아합니다)” potrebbe non essere il brano migliore dell'album, ma ha il concept migliore, ossia la conclusione di tutto, e la sua dolcezza e tranquillità ne è la prova.
La tracklist continua con le canzoni rilasciate nei mesi precedenti, ossia: “What Can I Do (좋은걸 뭐 어떡해)” (agosto), “I’ll Remember ( 남겨둘게)” (settembre), “Whatever!” (놀래!)” (agosto), “Be Lazy” e successivamente “Hi, Hello” (luglio), “I loved You” (settembre), “When You love Someone (그렇더라고요)” (ottobre), “All Alone (혼자야)” e “Pouring (쏟아진다)” (novembre) e “I Need Somebody (누군가 필요해)” (ottobre).
La tredicesima traccia dell'album è la nuovissima “I'll Try (노력해볼게요)”, che racchiude in sé un'anima tutta ballad, grazie alla base quasi completamente avvolta dalla melodia del piano.
L'album fisico però è composto da ben 18 tracce, infatti le ultime cinque track sono le versioni finali dei brani contenuti nel primo mini album “The Day” (rilasciato a settembre del 2015 con all'epoca sei membri): “Colors”, “Like That Sun (태양처럼)”, “Out of My Mind (이상하게 계속 이래)”, “Habits (버릇이 됐어)” e “Freely (Free하게)“.
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BadVice DJ ft. Aleinad, "Fable (Happy Ever After)". Il capolavoro di Robert Miles torna a fare sognare il mondo
BadVice DJ, all'anagrafe Alvise Catullo, è un dj veneziano in forte crescita, da tempo tra i protagonisti della scena house music, EDM e Big Room. Il 26 gennaio 2024, su Smilax, pubblica una nuova versione di "Fable", uno dei più grandi successi dell'indimenticabile Robert Miles. "Fable", uscita originariamente nel 1996, insieme a "Children", è tra i più grandi successi dream house di sempre. Oggi torna a far ballare il mondo, grazie ad una cover intitolata "Fable ( (Happy Ever After)" in cui spicca, oltre all'energia della produzione curata da BadVice, anche la voce di Aleinad, davvero particolare.
"'Fable' è una delle mie canzoni preferite di sempre. Non ho mai capito perché i miei colleghi dj abbiano realizzato soprattutto remix e bootleg di 'Children', per cui ho deciso di pensarci io, con una versione nel mio stile", spiega BaVice DJ, che all'anagrafe è Alvise Catullo. "Sono molto contento del risultato, spero piaccia a chi balla e ascolta la mia musica. La produzione è stata tutto sommato facile, anche nella scrittura del testo interpretato da Aleinad. Abbiamo infatti lavorato su un vero capolavoro. Dare nuova vita a note così belle mi ha dato delle belle vibes, fin da subito". "Fable (Happy Ever After)" è infatti un omaggio ad un brando dance storico, ma fatto con sonorità ed arrangiamento decisamente attuali, con una melodia vocale che ricalca la magia del magico riff di pianoforte dell'originale.
"Negli ultimi anni mi sono innamorato della future rave e dello stile di Morten, nelle ultime tracce mi sono anche ispirato a Mau P oltre... oltre ovviamente al 'solito' David Guetta, che mi accompagna sempre da quando ho cominciato a creare musica", continua BadVice DJ, i cui brani spesso vengono proposti in dj set e radioshow proprio da artisti come David Guetta, Nicky Romero, Dimitri Vegas & Like Mike e tanti altri.
Da buon artista del mixer, BadVice DJ pensa al divertimento di ragazze e ragazze in giro per il mondo e prima di tutti a quelli che incontra ogni giorno nella sua Venezia. "Purtroppo Venezia a loro offre poco. Ci sono le feste per pochi della 'Venezia bene', nei palazzi storici, nei soliti periodi, ovvero Carnevale, Biennale e Mostra del Cinema", spiega l'artista. "Per il resto si è costretti a uscire dalla città e a muoversi in luoghi come Jesolo d'estate o Mestre Padova e Treviso per l'inverno. Per questo anche nel 2024, dopo il successo dello scorso anno, organizzo con l'associazione Rialto Mio un party gratuito e benefico, il cui intero ricavato va al reparto pediatrico dell'Ospedale Civile di Venezia". L'evento va in scena al Mercato di Rialto (Pescheria Vecchia), il 10 febbraio 2024. Tutti i dettagli verrano comunicati a breve, ma per chi ha voglia di ballare musica internazionale in un luogo unico come Venezia è una data da mettere in agenda.
BadVice DJ su Instagram
Chi è BadVice DJ?
BadVice DJ, all'anagrafe Alvise Catullo, è un dj veneziano in forte crescita, da tempo tra i protagonisti della scena house music, EDM e Big Room. Le sue tracce sono spesso supportate da superstar del mixer come David Guetta, Nicky Romero, Dimitri Vegas & Like Mike, Timmy Trumpet, Sam Feldt, Blasterjaxx e tanti altri, che le includono nei loro dj set e nei loro radioshow per far ballare il mondo. BadVice DJ ha poi collaborato con artsti del calibro del rapper Flo Rida nel brano "Bam Bam" e del cantante Chris Willis, in "Make it Last". Ha poi realizzato una cover di "Larger than life" dei Backstreet Boys, mentre la sua versione di "I need a miracle" di Tara McDonald è diventata la colonna sonora di un progetto benefico a favore dell'Unicef. Nel 2023 ha partecipato alla Miami Music Week, all'Amsterdam Dance Event e ha pubblicato diversi brani con label internazionali, tra cui Warner.
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BadVice DJ ft. Aleinad, "Fable (Happy Ever After)". Il capolavoro di Robert Miles torna a fare sognare il mondo
BadVice DJ, all'anagrafe Alvise Catullo, è un dj veneziano in forte crescita, da tempo tra i protagonisti della scena house music, EDM e Big Room. Il 26 gennaio 2024, su Smilax, pubblica una nuova versione di "Fable", uno dei più grandi successi dell'indimenticabile Robert Miles. "Fable", uscita originariamente nel 1996, insieme a "Children", è tra i più grandi successi dream house di sempre. Oggi torna a far ballare il mondo, grazie ad una cover intitolata "Fable ( (Happy Ever After)" in cui spicca, oltre all'energia della produzione curata da BadVice, anche la voce di Aleinad, davvero particolare.
"'Fable' è una delle mie canzoni preferite di sempre. Non ho mai capito perché i miei colleghi dj abbiano realizzato soprattutto remix e bootleg di 'Children', per cui ho deciso di pensarci io, con una versione nel mio stile", spiega BaVice DJ, che all'anagrafe è Alvise Catullo. "Sono molto contento del risultato, spero piaccia a chi balla e ascolta la mia musica. La produzione è stata tutto sommato facile, anche nella scrittura del testo interpretato da Aleinad. Abbiamo infatti lavorato su un vero capolavoro. Dare nuova vita a note così belle mi ha dato delle belle vibes, fin da subito". "Fable (Happy Ever After)" è infatti un omaggio ad un brando dance storico, ma fatto con sonorità ed arrangiamento decisamente attuali, con una melodia vocale che ricalca la magia del magico riff di pianoforte dell'originale.
"Negli ultimi anni mi sono innamorato della future rave e dello stile di Morten, nelle ultime tracce mi sono anche ispirato a Mau P oltre... oltre ovviamente al 'solito' David Guetta, che mi accompagna sempre da quando ho cominciato a creare musica", continua BadVice DJ, i cui brani spesso vengono proposti in dj set e radioshow proprio da artisti come David Guetta, Nicky Romero, Dimitri Vegas & Like Mike e tanti altri.
Da buon artista del mixer, BadVice DJ pensa al divertimento di ragazze e ragazze in giro per il mondo e prima di tutti a quelli che incontra ogni giorno nella sua Venezia. "Purtroppo Venezia a loro offre poco. Ci sono le feste per pochi della 'Venezia bene', nei palazzi storici, nei soliti periodi, ovvero Carnevale, Biennale e Mostra del Cinema", spiega l'artista. "Per il resto si è costretti a uscire dalla città e a muoversi in luoghi come Jesolo d'estate o Mestre Padova e Treviso per l'inverno. Per questo anche nel 2024, dopo il successo dello scorso anno, organizzo con l'associazione Rialto Mio un party gratuito e benefico, il cui intero ricavato va al reparto pediatrico dell'Ospedale Civile di Venezia". L'evento va in scena al Mercato di Rialto (Pescheria Vecchia), il 10 febbraio 2024. Tutti i dettagli verrano comunicati a breve, ma per chi ha voglia di ballare musica internazionale in un luogo unico come Venezia è una data da mettere in agenda.
BadVice DJ su Instagram
Chi è BadVice DJ?
BadVice DJ, all'anagrafe Alvise Catullo, è un dj veneziano in forte crescita, da tempo tra i protagonisti della scena house music, EDM e Big Room. Le sue tracce sono spesso supportate da superstar del mixer come David Guetta, Nicky Romero, Dimitri Vegas & Like Mike, Timmy Trumpet, Sam Feldt, Blasterjaxx e tanti altri, che le includono nei loro dj set e nei loro radioshow per far ballare il mondo. BadVice DJ ha poi collaborato con artsti del calibro del rapper Flo Rida nel brano "Bam Bam" e del cantante Chris Willis, in "Make it Last". Ha poi realizzato una cover di "Larger than life" dei Backstreet Boys, mentre la sua versione di "I need a miracle" di Tara McDonald è diventata la colonna sonora di un progetto benefico a favore dell'Unicef. Nel 2023 ha partecipato alla Miami Music Week, all'Amsterdam Dance Event e ha pubblicato diversi brani con label internazionali, tra cui Warner.
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"So Sexy" by Nico Heinz: il successo con Jaywork Music Group non si ferma!
Nico Heinz, all'anagrafe Nicola Quagliato, è un fonico e un dj di Radio Company impegnatissimo anche in studio di registrazione con tanti progetti e singoli di successo. "Per le produzioni House /EDM utilizzo lo pseudonimo Nico Heinz, mentre uso Mysticage per quelle Chill Out / Downtempo", chiarisce subito. Idee chiare, talento, nelle analisi va a fondo. Infatti, il successo social e non solo della allegra ed originale "So Sexy", pubblicata nel 2021 da WorkWear Record, è implacabile. Merito del talento di Nico, ma anche del lavoro di Jaywork Music Group di Luca Peruzzi e Luca Facchini, realtà che dal 1998 lancia nuovi talenti in Italia e non solo, abbracciando generi e stili musicali differenti attraverso una miriade di etichette discografiche specializzate, tra cui la appunto la Workwear.
Ci racconti il tuo successo assoluto con Jaywork, ovvero "So Sexy"?
"'So Sexy' è una traccia electro house che ho sviluppato con i miei collaboratori, Max Kuhn & Fabio De Magistris e Roberto Cipro. Con Fabio De Magistris, mio collega a Radio Company, abbiamo modo di ascoltare assieme, ogni giorno, centinaia di canzoni, dagli anni 70 a quelle più attuali; quando Fabio scopre qualcosa di interessante, me lo segnala, e, assieme, cerchiamo di riprodurlo in studio, aggiungendo qualcosa di nostro".
Come è nato questo brano?
É nato 2 anni fa quando, a causa del Covid, ero in isolamento. Passavo molto tempo nei vari social, quindi ho pensato di fare una canzone proprio per i social, per le ragazze e i ragazzi che si preparano per uscire davanti allo specchio o che ballano assieme. Con Max Kuhn, abbiamo elaborato un testo che catturasse proprio quello stato d'animo e ne è uscita "I wanna feel so sexy". Su suggerimento di Fabio De Magistris, l'abbiamo adattata a degli accordi in puro stile anni '80, ed infine il grande Roberto Cipro, come sempre, ha sistemato mixaggio ed equalizzazione".
Come è nato il tuo rapporto con Jaywork Music Group?
"Il rapporto con Jaywork Music è nato un anno prima di fare "So Sexy", in quanto avevano pubblicato due album di cover Chill Out che Max Kuhn ed io avevamo prodotto come Mysticage. Poi un giorno, mentre Luca Peruzzi era negli studi di Radio Company, gli abbiamo fatto ascoltare il demo di "So Sexy" e lui ha creduto subito alla nostra idea di traccia per i social".
Vi aspettavate tanto successo?
"Sinceramente sì, ero convintissimo che il ritornello fosse perfetto per i mezzi di comunicazione di adesso: Tik Tok, Facebook e Instagram. E Luca Peruzzi mi ripete in continuazione che "So Sexy" crescerà ancora molto".
Che risultati ha avuto nel suo complesso?
"Su Tik Tok abbiamo superato da poco 11 milioni di visualizzazioni, su Spotify 600 mila e su Instagram 100 mila. Quando trovo un nuovo video sui social di qualcuno che balla o si trucca davanti allo specchio con " So Sexy" mi torna in mente il momento in cui ho avuto l'idea per questa canzone. Tutto ciò mi rende felice, perché è stata capita e apprezzata da moltissime persone, e questo è motivo di soddisfazione".
Quali saranno secondo te le tendenze musicali nel 2024?
"In radio ogni giorno arrivano centinaia di promo di ogni tipo. Le tendenze cambiano velocemente, le canzoni hanno una scadenza molto breve, quasi come una storia di Instagram o un video su Tik Tok e la gente si annoia in fretta. Nel tempo in cui "skippano" una storia, fanno lo stesso con una canzone. Questa cosa si ripercuote anche nei dj set: strofa, ritornello e poi si cambia velocemente per tenere alta l'attenzione, i brani oggi li facciamo così".
Con che tipo di realtà o artisti collabori?
I miei collaboratori principali sono Max Kuhn, Fabio De Magistris, Roberto Cipro e Gazze (un talentuoso tastierista). Con loro ho avuto modo di fare molti remix per Steve Silk Hurley e lavorare con cantanti importanti come Inaya Day, Shena Winchester, Ce Ce Peniston e Jamie Principle. Inoltre, ho avuto modo di creare diverse tracce con Badvice Dj, cantate da artisti come Chris Willis, Flo Rida e Tara Mc Donald. L'ultima canzone prodotta con Badvice Dj, "All over me", è stata suonata da David Guetta, Sam Feldt e i Blasterjaxx".
C'è spazio lavorativo per chi vuole occuparsi di musica come produttore?
"Sì, decisamente! Adesso le possibilità sono molte di più rispetto ad una volta ma anche la concorrenza è maggiore. Basta aprire Google e cercare tutto ciò che il web può offrire; le opportunità si moltiplicano quando sai coglierle".
Che consigli daresti a un giovane producer / dj che sogna di vivere di musica dance?
"Per fare questo lavoro bisogna essere ossessionati e sempre concentrati all'obiettivo, senza mai perderlo di vista. Ogni volta che con i miei collaboratori finiamo una traccia cito sempre Adriano Celentano con questa frase: 'Il meno è fatto' perché, secondo me, avere l'idea, svilupparla in studio, provare i vari suoni, equalizzarla, masterizzarla, fare il video, è tutto abbastanza facile. E' il resto che è difficilissimo".
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Parkah & Durzo, parlano 2 dj italiani in forte crescita
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con due giovani dj producer italiani, Parkah & Durzo. In forte ascesa nell'universo della musica che fa ballare e saltare il mondo, hanno già prodotto tracce da milioni di ascolti su Spotify e pubblicano musica su label di riferimento assoluto come Sony, Warner o Spinnin'. Tra i loro più grandi successi c'è la scatenata "Sono arrivati i Caramba", che hanno creato con Dj Matrix, Matt Joe e Amedeo Preziosi. Durzo ha 24 anni e viene da Carpaneto Piacentino (PC), Parkah ha 23 anni ed è fiorentino. Insieme stanno iniziando a concretizzare tanti bei sogni musicali che solo pochi mesi fa erano solo chiusi in un cassetto.
Ognuno di loro, ovviamente, ha iniziato a creare musica in modo diverso. "Ho iniziato nel 2012 a produrre tracce EDM, ispirato da artisti come Martin Garrix e Avicii", racconta Durzo. "Fin da subito, non potuto più farne a meno. Mi rende felice il pensiero di poter esprimere le mie idee sotto forma di musica". "Io invece iniziato nel 2007, cercando su Youtube il telecronista della Fiorentina 'David Guetta' ", racconta Parkah, "Per errore venne fuori video il 'video di Love is Gone' del top dj francese David Guetta. Quel giorno segnò il mio futuro. Fin da subito, ebbi la percezione di essere di fronte a un qualcosa di così grande e irraggiungibile che iniziai a produrre musica giorno e notte, pur di arrivare al punto in cui sono oggi".
Tutta l'intervista è disponibile a questo link: bit.ly/parkahdurzoLTC. E intanto, eccone qualche accenno.
Come avete iniziato a suonare insieme?
"Anche noi, come tanti dj, siamo partiti con i software musicali e poi siamo passati ai primi CDJ della Pioneer per addentrarci nel mondo delle discoteche. I primi locali in cui abbiamo suonato insieme? L'Aquafan di Riccione e, successivamente, l'Altromondo Studios di Rimini".
Ci raccontate come è nata "Sono arrivati i caramba"?
"Tutto ha preso vita durante il primo lockdown, nella primavera 2020. Dj Matrix ci fece una proposta che non potevamo rifiutare: collaborare in una canzone da fare uscire su Sony Music, 'Sono arrivati i Caramba', assieme a lui, Matt Joe ed Amedeo Preziosi (youtuber tra i più famosi in Italia, ndr). Sarebbe finita in uno degli album di musica elettronica più venduti: 'Musica da giostra vol.7', che ci ha fatto ad oggi totalizzare oltre 4 milioni di ascolti in totale".
https://www.instagram.com/parkahofficial/ https://www.instagram.com/durzomusic/
Amedeo Preziosi, Dj Matrix, Durzo, Matt Joe, Parkah - "Sono arrivati i Caramba" https://open.spotify.com/track/7H5LmE5u0uMyplGDHKZAAX?si=a0fd321c0e5c4590 https://youtu.be/3cRKUMe4-KM
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PL4TFORM - A Palermo la factory creativa che forgia i dj producer del futuro
PL4TFORM è una start up musicale situata nel cuore di Palermo, tra il teatro Massimo ed il Politeama.
Nato dalle idee e dall'esperienza di Vincenzo Callea e Luca Lento, due affermati dj producer siciliani, PL4TFORM è un luogo pensato per chi vuol far crescere la propria creatività o produrre la propria musica.
Ospita infatti due studi di registrazione e un'accademia che organizza corsi per dj producer. L'accademia promuove anche workshop e master class. Inoltre PL4TFORM è dotato di un ufficio che si occupa di marketing strategico e sviluppa canali promozionali innovativi. Quest'ultima attività è dedicata soprattutto ai giovani talenti con cui lo staff di PL4TFORM entra in contatto, ma non solo. A PL4TFORM sono nate le musiche di spot televisivi per brand molto conosciuti come Amaro del Capo e Uomo del Monte. Inoltre gli spazi di tante realtà d'eccellenza (Sesiventi, Locale, The Apartment, etc) sono sonorizzate attraverso playlist musicali realizzate su misura dallo staff di PL4TFORM. Grazie ad un QRcode, anche chi usufruisce di delivery e take away può godersi la musica dei suoi locali preferiti anche a casa.
Dopo aver trascorso buona parte della loro vita professionale ed artistica a far ballare con canzoni e tracce che spesso diventano successi mondiali, Vincenzo Callea e Luca Lento hanno quindi iniziato ad occuparsi di musica anche a livello diverso. E hanno deciso di dedicare un po' della loro energia e della loro esperienza ai giovani talenti.
"Il nostro obiettivo oggi è trasferire ciò che abbiamo imparato a chi si affaccia al mondo della produzione musicale" spiegano Vincenzo Callea e Luca Lento. "Guidare giovani artisti nel loro percorso non è facile, ma PL4TFORM non pretende certo di portare chiunque al successo. Sarebbe un'utopia, anzi un errore. Forniamo invece a tutti gli strumenti giusti ed un percorso di crescita artistica e professionale a chi ha potenzialità".
La sede di PL4TFORM è tra l'altro decisamente curata dal punto di vista del design. "Crediamo fermamente che l'ambiente che ci circonda abbia una forte influenza sulla creatività. Abbiamo curato tutti gli spazi in modo da godere di un'esperienza immersiva all'interno della struttura", spiegano i due artisti siciliani.
Tra le proposte di questa nuova realtà palermitana, ecco PL4TFORM One, un corso per dj producer decisamente innovativo, per Palermo e non solo. L'obiettivo è quello di far seguire i nuovi talenti ad un team di professionisti che hanno già pubblicato musica per label come Spinnin', Deeperfect, Clarisse, Ultra, Axtone, Armada. Sono alcune delle etichette musicali più importanti del mondo per quel che riguarda il variegato panorama dell'EDM (electronic dance music). Il corso può essere fruito in tre diverse modalità: individuale, in classe con altri utenti o in live streaming.
PL4TFORM propone una didattica flessibile, adatta anche a chi ha già raggiunto un buon livello ma sa di dover ancora fare il salto di qualità definitivo. In una fase avanzata del corso, ad esempio, l'allievo sceglie una sorta di "specializzazione", ovvero una room tematica dedicata ad un genere musicale (tech house, EDM, techno, etc) che viene affidata ad un tutor che produce ad alto livello proprio musica di quel genere. All'interno della room, ogni dj producer approfondisce i concetti del corso applicandoli alla sua musica.
Non è tutto: lo staff di PL4TFORM, dopo aver aiutato gli artisti a creare la propria musica, cerca di indirizzare la loro carriera da dj producer: pianifica uscite discografiche, remix, collaborazioni... e si occupa, ad esempio, anche di track placement, ovvero di contattare la label che potrebbe essere interessata proprio alle sonorità dell'artista.
"PL4TFORM One dura circa tre mesi e si compone di 30 ore di didattica suddivise in 15 lezioni da due ore. Inoltre ina volta finito il corso, continuiamo a seguire gli alunni online per circa un mese", raccontano Vincenzo Callea e Luca Lento. "Di PL4TFORM One fa parte una sedicesima lezione, che è gratuita e atipica. E' dedicata proprio a track placement e copyright e la facciamo fuori dallo studio, bevendo una birra in compagnia".
PL4TFORM è poi una sorta di factory creativa in cui artisti affermati e giovani talenti entrano in contatto diretto. A giugno 2019 ha ospitato una masterclass con Angemi, giovane dj producer siciliano che si è esibito più volte sul palco del Tomorrowland, festival simbolo dell'EDM nel mondo. Subito dopo la lezione, a The Apartment, uno studio di design, ha preso vita uno scatenato after party.
"L'esperienza di chi ha avuto successo può essere davvero stimolante, dal punto di vista tecnico, artistico e personale". concludono Callea e Lento. "Sui social però è quasi impossibile entrare davvero in contatto con chi è impegnato in tour, in studio o altrove. PL4TFORM è invece l'ambiente ideale per creare connessioni e imparare davvero".
MEDIA INFO, SITO UFFICIALE, SOCIAL PHOTO HI RES PL4TFORM http://lorenzotiezzi.it/pl4tform/
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Chi sono Vincenzo Callea e Luca Lento, i creatori di PL4TFORM
Vincenzo Callea ha pubblicato musica con label come Ultra, Armada, Cr2, Subliminal, EMI. Le sue tracce e le sue canzonispesso fanno ballare il mondo anche grazie ai dj set di colleghi come David Guetta. Ad esempio, con il progetto Flanders ha raggiunto il primo posto su Billboard USA, mentre "Turn Of the Lights", interpretata da William Narraine, è stata supportata da top come Pete Tong e Tiesto. Ha poi remixato brani di superstar come Lorenzo Jovanotti ed il compianto Erick Morillo e ha fatto dei Ti.Pi.Cal, uno dei progetti simbolo della dance italiana.
Luca Lento ha invece pubblicato musica con label come Deeperfect, Clarisse, Cube Trax, Virgin, EMI. La sua "Autre Chanson", canzone prodotta con lo pseudonimo di L2R, ha raggiunto i due milioni di ascolti su Spotify ed è stata remixata dal top dj francese Bob Sinclar. La sua sua musica viene proposta spesso da top dj di riferimento in ambito tech house come Nicole Moudaber, Paco Osuna, Reebot, Bean Pearce (...).
Vincenzo Callea e Luca Lento collaborano da tempo, da ben prima di fondare nel 2019 PL4FORM, nuova realtà musicale d'eccellenza a Palermo, hanno prodotto successi assoluti come "Naive" e "Bamble B".
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Pietro Giannelli, in console da una vita
Abbiamo incontrato Pietro Giannelli, resident dj di un locale importante come il Sofia di Fondi (Latina). Professionista del mixer da anni, Pietro Giannelli è uno di quei dj capaci di farti passare una serata spensierata senza manco farti capire quanto sia difficile, delicato, il lavoro di chi intrattienere e fa scatenare. Pietro Giannelli, in mezzo a tanti impegni, sarà anche in console a Sunbreak by Club Mtv, il festival che prende vita a Malta dal 28 all'1 maggio. Ecco qualche domanda per conoscerlo un po' meglio.
Ci fai un breve identikit? Tipo: età, dove sei nato, dove vivi, che tipo di dj sei, passioni al di là della musica, vita personale (…)?
Sono vecchia scuola, età 39 anni, nato e cresciuto a Latina e avvicinato al mondo della musica già ai tempi delle medie dove ero io a preoccuparmi delle cassette con dentro le selezioni musicali sicuramente registrate dalla radio (gli mp3 ancora non esistevano e forse internet era agli albori). Oltre che DJ, sono sistemista di rete, tecnico informatico, web developer, social marketer e informalmente e volgarmente definito hacker, ma solo perché uso computer da quando avevo 4 anni (dal Commodore 64 in poi li ho usati tutti). Per quanto riguarda la vita personale, saltiamo, che dici?
Che sound ti sembra stia funzionando in discoteca e nei festival?
A parte l'enorme confusione dei generi musicali che inevitabilmente si è venuta a creare perché, proprio per la tecnologia che avanza, chiunque può tirar fuori il suo disco, mischiato nei generi e non per forza etichettabile in un genere preciso... a parte la parentesi EDM, il sound anni 90 torna sempre più prepotentemente in tantissime produzioni, difficile trovare qualcosa di non già sentito o che non ti ricordi suoni del passato.
Come ti vedi tra 15 anni, a livello personale e professionale?
Anche solo per buon auspicio, non dico ricco e famoso, ma sereno e appagato nel lavoro mi sta più che bene.
Che tecnologia usi in console? Credi che cambi tutto usando cd, vinile o computer?
Ho iniziato col vinile e ho imparato con quello, ma la tecnologia avanza e mi piace adattarmi: lavoro in digitale con le varie console Pioneer e tracce acquistate sui portali, digitalmente, 2 o più CDJ e nessun computer, tutto manuale. Per come la vedo io, se sai fare il lavoro del DJ la tecnologia è una cosa in più che può migliorarti... se usi la tecnologia perché non hai una minima idea di come si mixa e fai fare tutto al famosissimo auto sync, allora no... è negativo anche perché la piccola "sbavatura" che puoi fare miscelando o facendo un dj set e il modo in cui la recuperi, fa la differenza tra un DJ e l'altro, è una sorta di "imprevidibilità"... non ho mai fatto nessun tipo di scaletta per nessuna serata. Solo in consolle e decido lì cosa suonare.
Quali sono i brani pop e/o da ballare (house techno progressive trance edm vedi tu) che ti piacciono di più in questo momento e perché?
Ti stupirei se ti dicessi che, fuori dall'ambito lavorativo (quindi discoteche e radio) sento tutto tranne che la musica con cui lavoro. Ad ogni modo mi piacciono molto gli Ofenbach, duo giovanissimo di dj francesi con delle idee musicali magnifiche, vedi "Be Mine" e Katchi. Amo suonare bootleg miei ma anche di colleghi come Umberto Balzanelli, Jack Mazzoni, Louis Rondina.
Che consigli daresti ad un giovane dj?
Dipende da cosa vuole fare con la musica, se è un hobby o un lavoro: nel caso fosse un lavoro, di essere umile, sempre.
C'è davvero crisi nel clubbing? Un po' di crisi c'è, certo, ma come mai solo ora un dj come Calvin Harris è una super-star?
Il mondo della notte è in crisi per una marea di motivi, tra cui anche il pressappochismo nell'organizzare serate: oramai trovi il "dj set" anche nella gelateria sotto casa. Le persone si disperdono, il locale grane oramai fa fatica a riempire. Anni fa invece se volevi ballare o sentire musica dance dovevi andare per forza in discoteca.
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Il sound di Pietro Giannelli
Abbiamo incontrato Pietro Giannelli, resident dj di un locale importante come il Sofia di Fondi (Latina). Professionista del mixer da anni, Pietro Giannelli è uno di quei dj capaci di farti passare una serata spensierata senza manco farti capire quanto sia difficile, delicato, il lavoro di chi intrattienere e fa scatenare. Pietro Giannelli, in mezzo a tanti impegni, sarà anche in console a Sunbreak by Club Mtv, il festival che prende vita a Malta dal 28 all'1 maggio. Ecco qualche domanda per conoscerlo un po' meglio.
Ci fai un breve identikit? Tipo: età, dove sei nato, dove vivi, che tipo di dj sei, passioni al di là della musica, vita personale (…)?
Sono vecchia scuola, età 39 anni, nato e cresciuto a Latina e avvicinato al mondo della musica già ai tempi delle medie dove ero io a preoccuparmi delle cassette con dentro le selezioni musicali sicuramente registrate dalla radio (gli mp3 ancora non esistevano e forse internet era agli albori). Oltre che DJ, sono sistemista di rete, tecnico informatico, web developer, social marketer e informalmente e volgarmente definito hacker, ma solo perché uso computer da quando avevo 4 anni (dal Commodore 64 in poi li ho usati tutti). Per quanto riguarda la vita personale, saltiamo, che dici?
Che sound ti sembra stia funzionando in discoteca e nei festival?
A parte l'enorme confusione dei generi musicali che inevitabilmente si è venuta a creare perché, proprio per la tecnologia che avanza, chiunque può tirar fuori il suo disco, mischiato nei generi e non per forza etichettabile in un genere preciso... a parte la parentesi EDM, il sound anni 90 torna sempre più prepotentemente in tantissime produzioni, difficile trovare qualcosa di non già sentito o che non ti ricordi suoni del passato.
Come ti vedi tra 15 anni, a livello personale e professionale?
Anche solo per buon auspicio, non dico ricco e famoso, ma sereno e appagato nel lavoro mi sta più che bene.
Che tecnologia usi in console? Credi che cambi tutto usando cd, vinile o computer?
Ho iniziato col vinile e ho imparato con quello, ma la tecnologia avanza e mi piace adattarmi: lavoro in digitale con le varie console Pioneer e tracce acquistate sui portali, digitalmente, 2 o più CDJ e nessun computer, tutto manuale. Per come la vedo io, se sai fare il lavoro del DJ la tecnologia è una cosa in più che può migliorarti... se usi la tecnologia perché non hai una minima idea di come si mixa e fai fare tutto al famosissimo auto sync, allora no... è negativo anche perché la piccola "sbavatura" che puoi fare miscelando o facendo un dj set e il modo in cui la recuperi, fa la differenza tra un DJ e l'altro, è una sorta di "imprevidibilità"... non ho mai fatto nessun tipo di scaletta per nessuna serata. Solo in consolle e decido lì cosa suonare.
Quali sono i brani pop e/o da ballare (house techno progressive trance edm vedi tu) che ti piacciono di più in questo momento e perché?
Ti stupirei se ti dicessi che, fuori dall'ambito lavorativo (quindi discoteche e radio) sento tutto tranne che la musica con cui lavoro. Ad ogni modo mi piacciono molto gli Ofenbach, duo giovanissimo di dj francesi con delle idee musicali magnifiche, vedi "Be Mine" e Katchi. Amo suonare bootleg miei ma anche di colleghi come Umberto Balzanelli, Jack Mazzoni, Louis Rondina.
Che consigli daresti ad un giovane dj?
Dipende da cosa vuole fare con la musica, se è un hobby o un lavoro: nel caso fosse un lavoro, di essere umile, sempre.
C'è davvero crisi nel clubbing? Un po' di crisi c'è, certo, ma come mai solo ora un dj come Calvin Harris è una super-star?
Il mondo della notte è in crisi per una marea di motivi, tra cui anche il pressappochismo nell'organizzare serate: oramai trovi il "dj set" anche nella gelateria sotto casa. Le persone si disperdono, il locale grane oramai fa fatica a riempire. Anni fa invece se volevi ballare o sentire musica dance dovevi andare per forza in discoteca.
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[ARTICOLO] La collaborazione dei BTS e dei Chainsmokers: l’importanza dell’“Attacco Deulgukhwa”
“Oltre la Corea, crescendo come star mondiali, i BTS hanno rilasciato il nuovo album. Ha un nome unico: “Love Yourself: Her”. In quanto mini album è il primo lavoro della serie Love Yourself. È degno di nota il fatto che membri come il leader Rap Monster abbiano partecipato alla stesura delle tracce e alla scrittura dei testi molto di più che in passato. Inoltre, la collaborazione con i Chainsmokers, il duo EDM conosciuto in tutto il mondo, ha attirato l’attenzione del pubblico.
I BTS hanno vinto “Top Social Artist” ai BBMAs lo scorso Maggio. Si dice che abbiano stretto questa amicizia musicale con i Chainsmokers - che hanno vinto invece il “Best Dancing Record” - alla premiazione. I Chainsmoker hanno invitato i BTS alle loro prove e hanno creato “Best of Me” tenendosi in contatto durante il processo creativo. Il progetto di collaborazione della rap line e di Andrew Taggart dei Chainsmoker, “Best of Me”, è riuscito a creare una chimica mistica dove si sono incontrati il sound elettronico dei Chainsmokers e le voci forti ma anche malinconiche dei BTS. [...]
L’anticipazione su questo tipo di cammino dei BTS è dovuta al loro livello musicale e al loro potenziale artistico. Dopo Seo Taiji and Boys, la parte che andava controcorrente nell’industria musicale coreana era dominata da band maschili e femminili come gli HOT, i SECHSKIES, i Fin.K.L, le SES ecc. I gruppi maschili e femminili creati secondo una certa formazione hanno dato vita alla sindrome della musica coreana e hanno contribuito a far espandere una fetta del mercato musicala. Tuttavia, c’è un limite che ci impedisce di dire che questi gruppi fossero artisticamente eccezionali.
Nel caso dei Beatles nel Regno Unito, questi hanno accumulato un profitto incredibile come boy band guadagnando popolarità tra le fan, tuttavia, sono ancora acclamati come gruppo dall’eccezionale talento musicale. Inoltre, Radio Head, Coldplay, artisti recenti super famosi come Adele e Ed Sheeran hanno anche loro raggiunto il successo commerciale ma sono anche acclamati per il loro valore musicale. Ci sono molti altri artisti che hanno raggiunto entrambi gli obiettivi nel mercato musicale americano come Michael Jackson, Eric Clapton e gli Smashing Pumpkin. Ai giorni nostri i loro corrispettivi sarebbero The Weeknd, Rihanna, i Chainsmokers e Drake.
Questo fenomeno è senza dubbio in espansione nella nostra industria musicale. [...] Recentemente c’è un aumento di musicisti riconosciuti sia commercialmente che musicalmente come i BTS, Zion.T, Zico, le Bolbbalgan4 e i 10cm. Questo trend ha bisogno di diventare più forte.
In realtà anche l’industria coreana musicale ha avuto degli artisti brillanti sia a livello commerciale che a livello musicale. C’erano i Deulgukhwa, Shin Jung-hyeon, Cho Yong-pil, Kim Gun-mo, Lee So-ra e Yoon Do Hyun. Si spera che questa tendenza non si fermi mai e che continui ad aumentare. Se la musica si sviluppasse sia in qualità che in quantità si creerebbe l’ambiente sociale e artistico desiderato. Ecco perché c’è bisogno dell’”Attacco Deulgukhwa”. Anzi, si richiede un futuro Attacco Deulgukhwa.
Questo attacco in tutta franchezza sarebbe necessario in tutte le industrie coreane come l’economia, la società e la politica. L’economia coreana è al 12° posto nel GDP globale basandosi sugli standard IMF ma mostra ancora i suoi limiti negli episodi come “lo scandalo dell’’ex presidentessa Park Geunhye e il peso massimo Choi Soonsil”, i legami non salutari tra gli affari e la politica. Se si tralascia il 12° posto del GDP mondiale, la trasparenza delle corporazioni è al 70° posto su 100 paesi. La qualità ha bisogno di essere aumentata. La stessa cosa vale per la politica. Per essere al livello di paesi sviluppati come Germania, Svizzera e Canada, ciò di cui abbiamo bisogno è l’”Attacco Deulgukhwa”. La ragione dell’aspettativa per la prossima mossa dei BTS è che anche loro sono inclusi in questo futuristico cerchio virtuoso.”
[N/B: Chi sono i Deulgukhwa? I Deulgukhwa sono una leggendaria rock band degli anni 80. Si dice che abbiano ritratto la sensibilità coreana al meglio. Il gruppo ha unito perfettamente il folk alla musica rock e la loro musica ha portato luce sui problemi sociali. In breve, dopo la liberazione, durante l’ondata di musica occidentale che veniva coreanizzata, la corda comune di vari generi musicali si è combinata con i Deulgukhwa in quella che oggi conosciamo come “musica coreana pop”. Inoltre, la loro musica rock ribelle rifletteva l’era turbolenta degli anni 80. Sono il simbolo dei coreani degli anni 80 e la causa scatenante della nuova generazione della musica coreana. (Fonte: Namu Wiki).]
Traduzione a cura del Bangtan Italian Channel Subs (©lynch) | Trans ©jiminishell
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Silvio Carrano racconta Popfest - People on Pleasure e la sua estate
Silvio Carrano è un dj producer pugliese conosciuto ormai in mezzo mondo per la qualità delle sue produzioni. Come dj suona dappertutto come Musicaeparole e non solo. Ecco che ci racconta della sua estate 2017.
Raccontaci che sta succedendo a Popfest - People on Pleasure, il super festival di Musicaeparole a Gallipoli? Come sempre la risposta del pubblico è ottima in termini numerici e i ragazzi vivono con grande entusiasmo i nostri eventi. Ci apprestiamo ad ospitare gli headliner: Deadmau5 (02/08), Axwell (13/08), Ingrosso (09/08) e Marshmello (14/08).
Che sound ti sembra stia funzionando durante quest’estate 2017? Le poche hit vere in giro non sono dance ma pop e reggaeton, il clubbing fa fatica, stanno tutti cercando un nuovo “faro” sonoro da seguire. Noi dj dobbiamo rimanere fedeli al nostro stile e cercare di innovarlo, la corsa al “su le mani” a tutti i costi produce minestroni inascoltabili.
Come ti vedi tra 15 anni, a livello personale e professionale? Mi piacerebbe avere una famiglia e conservare il mio spirito da “Peter Pan”. A livello professionale sicuramente continuerò a seguire giovani talenti come sto già facendo con il progetto Total Freedom Recordings. Spero di continuare ad essere parte di Musica E Parole, magari occupandomi dietro le quinte dei nostri eventi. Non c’è età per la passione, ma a 50 anni se non sei un’icona come Albertino, Ralf, Coccoluto, Fatboy Slim è meglio lasciare spazio ai giovani.
Che tecnologia usi in console? Credi che cambi tutto usando cd, vinile o computer? Uso delle semplici chiavette che sono solo il contenitore della musica, come lo erano i pesanti bauli porta vinili. Chi sta in pista non lo sa se stai usando cdj, giradischi o controller, percepisce solo l’emozione. La qualità della musica non cambia in base allo strumento che la riproduce.
Quali sono i brani pop e/o da ballare (house techno progressive trance edm vedi tu) che ti piacciono di più in questo momento e perché? Mi piace molto la nuova scena italiana come Levante, The Giornalisti, Brunori Sas, Calcutta. Finalmente sta arrivando un ricambio generazionale. Tra i brani “da ballare” segnalo Kideko – “Dum Dum” e Dave Winnel – “Souljacker”, house felice ma con i muscoli. Mi piace molto Dj Licious – “Ses Salines” ha un’atmosfera balearica pronta a rapirti ma non è semplicissimo da proporre in pista.
Quali sono gli appuntamenti più attesi di PopFest ad agosto 2017? Come dicevo prima : Deadmau5 (02/08), Axwell (13/08), Ingrosso (09/08) e Marshmello (14/08). Ma gli appuntamenti sono in genere tutti attesi, abbiamo creato una gallery dedicata ai più grandi dj’s del pianeta, ognuno ha il suo stile e i suoi fans.
Che consigli daresti ad un giovane dj? Vedo tanti ragazzi che stanno sbagliando l’approccio. La musica si fa tra la gente, per la gente. Passare la vita chiuso nella stanzetta a produrre cose di bassa qualità che vengono date in pasto al mercato per la fretta di dire “out now”, nella speranza di avere qualche support non è una buona strategia. Molti sono convinti che saper usare un sequencer e pubblicare delle tracce faccia di loro degli special guest meritevoli di un’agenzia di booking. Scendete dal piedistallo ragazzi, i locali comprano i dj se qualcuno è disposto a pagare il biglietto per vederli. Cercate piuttosto un locale nella vostra zona dove imparerete sul serio a rapportarsi con la pista. Per un’emergente suonare 30 minuti le prime volte è un’occasione, non una punizione.
Gallipoli è ormai l’Ibiza italiana. Perché è successo tutto questo secondo te? Ci sono quei posti dove scatta la magia, a Gallipoli non ci si annoia mai, sempre in giro, spiagge bellissime e feste da paura ad ogni ora.
C’è davvero crisi nel clubbing? Un po’ di crisi c’è, certo, ma come mai solo ora un dj come Martin Garrix è una super-star? Martin Garrix è una super-star perché è giovane, bello, bravo e soprattutto ha il manager giusto (lo stesso di Justin Bieber). E’ il full package. La favoletta che girano meno soldi è vera, ma non regge: è che gli utenti finali stanno spendendo meno nel nostro settore perché non offre nulla di imperdibile (se non in pochi casi isolati). Mancano gli indipendenti illuminati come Cecchetto e Bortolotti, capaci di investire sui talenti e di creare strutture per farli crescere. La dance di oggi è troppo autoreferenziale, si guarda di più all’aspetto promozionale che al prodotto. Non sento in giro grandi melodie capaci di emozionare e rimanere con il tempo. Tanti dischi “out now, supported, fuochi d’artificio”. Dopo 2 settimane finita la spinta promozionale, nessuno li ricorda più. Puoi dopare quanto vuoi la comunicazione, ma se un disco ha 300 Shazam, è semplicemente un disco che non piace.
Quali sono secondo te i festival, i club, le label ed i locali più importanti al mondo? E in Italia, quali sono i punti di riferimento, secondo te? I punti di riferimento sono soggettivi, vedo spazio per la crescita da parte delle realtà italiane ma servono idee e facce nuove. La rivoluzione a fine anni 80 l’hanno fatta i giovani dj, non i Bee Gees o chi li pubblicava 20 anni prima.
Se tu potessi andare in vacanza in questo periodo, dove andresti e perché? Sono fortunato a vivere facendo ciò che amo, non sento il bisogno di una vera vacanza, ma ogni tanto staccare la spina fa bene. In questo periodo c’è ressa un po’ ovunque, di solito per rigenerarmi ho bisogno di silenzio e tranquillità, spesso frequento i centri benessere.
Un drink perfetto ed un locale in cui berlo? Tennet’s Stout al Garden di Castellaneta Marina.
Come hai iniziato, come dj e come producer? Mi sono appassionato alla dance che avevo 9 anni, a 13 ho fatto il mio debutto in discoteca la domenica pomeriggio. Nei primi anni 90 era molto difficile reperire informazioni, incontrare nei negozi di dischi i dj più grandi e riempirli di domande era l’unico modo. Anche procurarsi dischi diversi dai 20 della Deejay Parade, ricordo gli ordini telefonici ai negozi del nord che ti facevano sentire un minuto di preview appunto per telefono e poi ti spedivano il pacco a casa. Mi manca un po’ quella magia, ogni volta che il corriere portava uno dei quei pacchi era come se fosse Natale. Nel 2002 nonostante fossi’ giovanissimo ero già conosciuto nella mia zona, ero resident in un grosso locale. Fu fatto il mio nome a un fonico che cercava un dj/consulente per le produzioni dance che stava facendo. In quello studio ho imparato i rudimenti del mestiere, poi con un amico musicista abbiamo iniziato a produrre “in casa”, pubblicando il primo disco in vinile sulla gloriosa DBX di Joe T Vannelli. Logic 5 costantemente in overload, con i primi guadagni un computer più potente, una scheda audio e sempre la stessa voglia che mi accompagna oggi a 20 anni di distanza. La carriera del dj/produttore è un’altalena tra successi e delusioni, bisogna rimanere se stessi quando becchi il disco giusto e soprattutto quando uno in cui avevi riposto speranze non funziona come avevi immaginato. In questo mestiere vince chi rimane nel tempo, non chi arriva prima.
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