#Chiara Castello
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pettirosso1959 · 13 days ago
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Il circo globale del clima, formalmente noto come 29a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29), è in corso a Baku, in Azerbaigian, e il tempismo non potrebbe essere migliore. O peggio, a seconda della prospettiva.
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha dato un meritato pugno allo stomaco ai fedeli del clima riuniti.
Dopotutto, nulla rovina un buon sermone sulla salvezza planetaria come un parrocchiano che rifiuta di prendere sul serio il vangelo.
Mentre i delegati della COP29 si affrettano a produrre "consenso", la realtà è chiara: la politica climatica globale è sempre stata un castello di carte e l'elezione di Trump è la folata di vento che mette a nudo le sue fragili fondamenta.
Dite quello che volete su Trump, ma almeno lui è coerente. Il suo primo mandato ha fatto a pezzi l'Accordo di Parigi e ha promosso senza scuse l'indipendenza energetica americana, dando priorità al pragmatismo economico rispetto ai nebulosi obiettivi climatici. Ora, con un secondo mandato, i crociati del clima stanno sudando, non a causa del riscaldamento globale, ma perché i loro piani multimiliardari dipendono dalla cooperazione indiscussa degli Stati Uniti.
Lo stesso Accordo di Parigi, salutato come una pietra miliare nella diplomazia climatica, è fondamentalmente inefficace. Anche l'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE) ammette che gli impegni attuali sono ben lontani dagli obiettivi che sostiene siano necessari. Con Trump di nuovo al potere, anche queste promesse inefficaci rischiano di essere ignorate. Siamo onesti: non dovremmo applaudire la chiarezza? Almeno qualcuno è disposto a smascherare il bluff.
Se la vittoria di Trump non è sufficiente a inasprire l'umore a Baku, l'assenza dei principali leader mondiali ha sicuramente fatto il di peggio. Ursula von der Leyen dell'Unione Europea, Lula da Silva per il Brasile e altre figure di spicco sono convenientemente "troppo occupate" per partecipare, lasciando il "coro del clima" senza i suoi solisti di punta.
Questa mancanza di presenze è più di un conflitto di programmazione; è un silenzioso riconoscimento che la routine del vertice sul clima sta perdendo vigore. Decenni di riunioni annuali della COP hanno prodotto ben poco, al di là di comunicati gonfiati e accordi inapplicabili. I veri credenti, naturalmente, emergeranno ancora con proclami di "progresso", ma chiunque presti attenzione sa la verità: le ruote si stanno staccando dal carro...
Uno dei principali punti all'ordine del giorno della COP29 è la proposta di incanalare 1 trilione di dollari all'anno ai paesi in via di sviluppo per l'adattamento e la mitigazione del clima. Come finanziare questo massiccio trasferimento di ricchezza? Le idee spaziano dalla tassazione delle compagnie petrolifere alle tasse sui viaggi aerei e sulle spedizioni.
È una truffa impressionante, ma analizziamola. I paesi in via di sviluppo chiedono risarcimenti per un problema che sostengono di non aver causato, mentre le nazioni ricche promettono denaro che non hanno. Anche se queste tasse si materializzassero (altamente dubbio), i fondi sarebbero probabilmente sperperati in sciocchezze come i parchi solari che smettono di funzionare dopo due anni o le turbine eoliche che non possono sopravvivere a una forte brezza.
Le voci più forti alla COP29 provengono da paesi che si dipingono come vittime delle nazioni industrializzate. Eppure molti di questi stessi paesi stanno raddoppiando i progetti di carbone, petrolio e gas, dimostrando ancora una volta che l'ipocrisia è la vera risorsa rinnovabile. Con Trump che non è disposto a fare il benefattore oppresso dai sensi di colpa, queste nazioni potrebbero dover ripensare la loro strategia o, meglio ancora, concentrarsi su un vero sviluppo invece di inseguire l'elemosina per il clima.
Scegliere l'Azerbaigian per ospitare la COP29 è o il massimo dell'ironia o un momento di chiarezza. Una nazione la cui economia dipende dalle esportazioni di petrolio e gas è ora il palcoscenico per le discussioni globali sull'eliminazione graduale dei combustibili fossili. È come chiedere a una volpe di fare la guardia al pollaio e poi consegnarle un libro di cucina.
La linea ufficiale è che l'Azerbaigian si sta diversificando nelle energie rinnovabili, ma non prendiamoci in giro. Ospitare la COP29 è una trovata pubblicitaria, un'opportunità per lucidare l'immagine del paese continuando a rastrellare profitti dalle stesse risorse che la folla del clima vuole eliminare.
La scelta dell'Azerbaigian è emblematica di una verità più ampia: la diplomazia climatica è piena di contraddizioni. I leader mondiali predicano l'austerità mentre volano su jet privati. Le nazioni dipendenti dai combustibili fossili promettono lo zero netto. E ora, i campioni della decarbonizzazione si incontrano in un petrostato. È tutto teatro, e il pubblico è sempre più stanco.
Ammettiamolo: il processo COP non è mai stato progettato per avere successo. Si basa su accordi inapplicabili e sulla buona volontà di nazioni con interessi contrastanti. Il risultato è un ciclo prevedibile di annunci esagerati, promesse vaghe e poca azione.
Richiedendo l'unanimità, i vertici della COP garantiscono di fatto la mediocrità. Ogni nazione ha il diritto di veto, e qualsiasi proposta seria è ridotta a insignificante. Se a questo si aggiunge l'instabilità politica nei paesi chiave – Trump negli Stati Uniti, le tensioni geopolitiche in Europa e le turbolenze economiche nei paesi in via di sviluppo – le crepe nel sistema diventano evidenti.
La parte più divertente della COP29 è la pretesa che tutto questo sia importante. Anche se il fondo proposto da 1 trilione di dollari fosse pienamente realizzato (avviso spoiler: non lo sarà), non intaccherebbe le emissioni globali. Perché? Perché la Cina e l'India, i maggiori emettitori del mondo, stanno ancora costruendo centrali a carbone più velocemente di quanto si possa dire "compensazione del carbonio".
La rielezione di Trump è un forte promemoria dell'inutilità delle politiche climatiche globali. Il suo rifiuto impenitente dell'ortodossia climatica mette a nudo ciò che molti già sospettano: questi vertici sono poco più che elaborate sciarade, avulse dalla realtà pratica e piene di contraddizioni.
Invece di lamentarsi del ritorno di Trump, forse i fedeli del clima dovrebbero ringraziarlo. Rifiutandosi di stare al gioco, sta esponendo la vacuità della loro agenda. E se la COP29 non otterrà nulla oltre a dimostrare questa verità, allora sarà stato un vertice degno di essere ricordato.
Da Fernan. Arnò, FB.
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fashionbooksmilano · 11 months ago
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Thonet
La nascita del design tra Biedermeier e Secessione Viennese
Cento anni di mobili in faggio curvato e materiale iconografico della Gebrüder Thonet Vienna
a cura di Chiara Carafa Renzi e Giovanni Renzi, fotografie Studio Cigolini
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2005, 64 pagine, 24x30cm, 40 ill.colori, ISBN 9788882158903
euro 35,00
email if you want to buy [email protected]
La pubblicazione, un agile fascicolo riccamente illustrato, accompagna l’esposizione allestita al Castello Sforzesco di Milano (11 marzo -24 aprile 2005) dedicata a Michael Thonet e alla sua produzione di oggetti di arredamento in legno curvato dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli anni venti del Novecento. I modelli di Thonet, che divennero un’icona del design europeo, erano ottenuti utilizzando il legno di faggio curvato al vapore, una tecnologia continuamente perfezionata dalla casa produttrice, che consentiva di piegare le aste di faggio in curve, riccioli e angoli retti, come se fosse un materiale plastico. Ripercorrere la storia delle sedie, delle poltrone, dei tavoli della Gebrüder Thonet significa, come sottolineano i curatori nel saggio introduttivo, addentrarsi nell’origine del design e dell’industria, grazie alla capacità che ebbe Thonet di coniugare la produzione di massa con il gusto artistico e l’innovazione tecnologica.
16712/23
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scorcidipoesia · 1 year ago
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Tu mi ricordi Milano,
e quella luce bassa e chiara,
le nuvole che sfiorano i volti della gente che passa,
tu mi ricordi i passi lontani e la malinconia,
tu mi ricordi i Navigli vestiti di nebbia
e la festa della primavera tra i pergolati di glicini,
le osterie e il Duomo,
tu mi ricordi Milano,
tu mi ricordi casa mia
tu mi ricordi Milano
e il treno che corre lontano,
vetrine e specchi a dipingere il vuoto della moltitudine
e tele che guarderò sola,
quando d'improvviso mi abbraccerà la coltre dell'inverno,
coperta dell'addio,
ricordo di fuoco,
alito nella nebbia,
mano sul cuore,
i tuoi tramonti lontani
tu mi ricordi Milano,
odore di caldarroste e fumi,
le cornamuse a Natale,
i cappotti che corrono,
le strade affollate,
i merli sui tetti,
la danza delle nuvole sulle guglie del duomo,
la fontana e il castello gremito di gente che va via,
le tortore che beccano le briciole del mio pane,
le mattine senza luce e i lampioni accesi
tu mi ricordi Milano
intatta nel sole di settembre,
pronta a riempirsi di quell'odore di erba rubata e tram,
le pozzanghere e la pioggia fine
e tutto quel magico fluire di suoni
che pulsano e non senti mai,
anche tu vai e come Milano non ti fermi ad aprirmi le braccia
e come Milano corri e chissà dove andrai mentre io resto..
a guardare
e la nebbia ti fa ancora più splendente
di una illusione presa in prestito
alla vita.
Tatiana Andena
@ tutti i diritti riservati
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morelin · 1 year ago
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Alcamo
Prima della partenza, un’ultima sosta per vedere il centro storico di Alcamo (Trapani). La visita inizia da Piazza Castello dove è situato il Castello dei Conti di Modica per addentrarci poi nella via principale attraverso Porta Palermo dove è possibile vedere lo stemma cittadino, un’aquila nera coronata volante con tre monti al di sotto e due querce d’oro ai lati. Piazza Ciullo è invece la piazza principale su cui si affacciano due esemplari edifici dell’arte barocca, il Collegio dei Gesuiti e la Chiesa di Sant’Oliva.
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A pochi passi dalla piazza si trova la Basilica di Santa Maria Assunta o Chiesa Madre, affrescata da Borremans. 
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In alcune cappelle è possibile ammirare opere del Gagini come il trittico della “Madonna tra i Santi Filippo e Giacomo e la Dormitio Virginis in predella”, la “Dormizione della Vergine”. 
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Particolarissima l’architettura moderna della cappella Don Rizzo.
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Un esempio del più bel barocco siciliano è la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano attigua al monastero di Santa Chiara. Qui si possono ammirare le tele del fiammingo Borremans e statue di Giacomo Serpotta. Non trovate meravigliosa questa rappresentazione della “Carità”?
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klimt7 · 11 months ago
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Influencer? Ma de che? De cosa?
Ma chi sono Fedez e Chiara Ferragni, se non dei personaggi finti? Persone senza alcuna verità, senza genuinità, che propagandano solo il loro vuoto cosmico. Ovvero ogni mezzo è lecito, pur di raggiundere un unico fine: fare soldi, soldi, soldi, soldi. Facendosi beffa della fiducia della gente. Utilizzando perfino lo specchietto per le allodole che sono le iniziative di beneficienza!!
Ovvero quando l'orrido utilizza i buoni sentimenti delle persone per "farci la cresta"
Un incontro di ego
Sulle parole di Meloni contro l’influencer, Selvaggia Lucarelli dice che la premier ha intercettato un umore diffuso. Perché nell’opinione pubblica «c’è insofferenza verso questa ostentazione continua – di case da ricchi e abbigliamento da migliaia di euro – sbandierata con un’arroganza che denota mancanza di empatia nei confronti del prossimo».
Mentre quello tra Fedez e Ferragni «è stato un incontro di anime e di ego e mi pare che non ci sia uno dei due che ogni tanto fa fare un passo indietro all’altro. Sono lanciati entrambi in una corsa sfrenata senza mai guardarsi indietro e chiedersi se hanno sbagliato qualcosa». Intanto, mentre la tuta Laneus che indossava l’influencer nel video di scuse finisce sold out, si scopre che nonostante le comunicazioni di Balocco all’Antitrust in realtà l’operazione ha fatto guadagnare all’azienda 650 mila euro. Che potrebbero diventare 230 mila in caso di pagamento della sanzione.
La perdita di followers
Intanto La Verità parla oggi dei follower di Ferragni su Instagram. Dal 14 al 20 dicembre l’influencer ne ha persi 76.512. Un’inezia rispetto ai quasi trenta milioni che la seguono. Ma c’è dell’altro. Intanto perché è la perdita maggiore mai registrata dall’account. E nell’ultimo anno i follower sono cresciuti del 4,4% mentre per quel tipo di account la crescita media ogni dodici mesi è dell’11,4%. In più, secondo Hype Auditor il 23,7% degli account sono «sospetti». Il 18,9% è composto da account con più di 1500 following. Il 4,8% sono invece bot o persone che utilizzano servizi specifici per l’acquisto di “mi piace”, commenti e followers. Secondo InsightIQ la quota di account sospetti è più alta. E secondo il quotidiano, facendo una media tra le rilevazioni si può affermare che otto milioni di follower di Ferragni sono «profili poco chiari».
Ma ci rendiamo conto che questo è un castello costruito sul nulla? Ma quale imprenditrice? Ma quale beneficienza?
Comportamenti cinici e volgari solo per far quattrini. Vendersi l'anima senza avere un minimo di dignità, di coscienza, di umiltà.
Troppo facile chiedere scusa dopo aver reiterato certe condotte inamissibili per anni e anni. Costruire una narrazione del tutto fuorviante di sè e della propria persona.
E cavarsela con un semplice:
C'è stato un errore di comunicazione!
E POI SCOPRIRE CHE PURE I MILLANTATI 30 MILIONI DI FOLLOWERS sono l'ennesima bugia, l'ennesimo inganno, un ulteriore abuso della credulità popolare.
Perchè è troppp facile nell'attuale mondo digitale millantare follower inesistenti a cui non corrispondono persone reali ma account del tutto fasulli che si ha avuto l'accortezza di comprare per tempo.
A che scopo? Per apparire ancora più influenti di quel che si è. Insomma la stessa intelligenza del pavone che mostra la ruota solo per impressionare chi se lo ritrova davanti!
Ma noi abbiamo bisogno di tutto questo mondo finto e balordo?
Ci serve davvero avere una realtà popolata e infestata da questo tipo di parassiti in cerca di una notorietà fasulla?
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La verità è che essere dei miserabili, oggi confina davvero con il voler fare l'influencer
🤑🤑🤑🤑🤑🤑🤑🤑 ?
Forse sarete anche pieni di soldi ma restate dei miserabili come persone.
E questo fa tutta la differenza del mondo
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chez-mimich · 2 years ago
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LO SCORSO ANNO È ANDATA COSÌ…
Secondo il credo di François Truffaut, “Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla fine dei miei giorni”, e come dargli torto? Tenendo conto che però i ritmi di Truffaut sono certamente inarrivabili, ne condivido di certo la filosofia. Quest’anno è andata così, però ho la pessima abitudine di non annotare i dischi che ascolto, ecco un buon proposito per il 2023.
ANNO 2022
"Tullio Pericoli: Frammenti", Palazzo Reale Milano, 02.01.22
“Il Mito di Venezia da Hayez alla Biennale” Castello di Novara, 09.01.22
“Tania Bruguera, la verità anche a scapito del mondo” Pac Milano, 15.01.22
“Ciò che si trova solo in Baudelaire” di Roberto Calasso, 12.01.22
“François Berthoud, Hyperillustrations”, Fondazione Sozzani, 22.01.22
“Annientare” di Miche Houellebecq, 23.01.22
"Ennio" di Giuseppe Tornatore, 02.02.22
“Grand Tour, sogno d’Italia da Venezia a Pompei”, Gallerie d’Italia Milano, 04.02.22
“Irreversible Entanglements”, Spazio Nova, Novara Jazz, 06.02.22
"Il capo perfetto" di Fernando Leo de Aranoa, 19.02.22
"Gabriele Boggio Ferraris Quartet" Taste of jazz, 24.02.22
"Chris Pitsiokos & Mulhouse Ensemble", Spazio Nova, 26.02.22
"Gabriele Boggio Ferraris Quartet". Opificio, 25.02.22
"A-Septic W/Vladimir Tarasov". Spazio Nova, 07.03.22
"Belfast" di Kenneth Branagh, 09.03.22
"Flee" di Jonas Poher Rasmussen, 13.03.22
“Chris Pitsiokos and Mulohouse Ensemble”, spazio Nova, 15.03.22
“Limes: la Russia cambia il mondo”, 20.03.22
Francesco Chiapperini: “On the Bare Rocks and Glaciers”, Taste of Jazz Opificio, 28.03.22
“Barry’s Trio”, spazio Nova, 03.04.22
“I Defunti” di Manu Larcenet e Daniel Casanave, 03.04.22
Gustave Flaubert: "Due racconti giovanili" a cura di Chiara Pasetti
Steve Mc.Queen: "Sunshine State", Pirelli Hangar Bicocca, 10.04.22
"Kris Ruhs: Heroes" Fondazione Sozzani, 16.04.22
"Steve Harries. Octopus" Fondazione Sozzani, 16.04.22
Anicka Yi: "Metaspore" Pirelli Hangar Bicocca, 19.04.22
"Bruce Weber wearing Kris Rhus Jewelry" Fondazione Sozzani, 16.04.22
"Tra due mondi" di Emmanuel Carrère, 16.04.22
"Concerto Passio 2022" Cappella Musicale del Duomo di Novara, 23.04.22
"Finale a sorpresa" di Mariano Cohn e Gastòn Duprat, 24.04.22
Elmgreen & Dragset: "Useless Bodies?", Fondazione Prada, 10.05.22
Haruki Murakami: "Gli assalti alle panetterie", 12.05.22
“Nostalgia” di Mario Martone, 29.05.22
“C’era una volta la DDR” di Anna Funder, 10.05.22
“Jazz Notes” di Giuseppe Cardoni, Opificio Novara Jazz 02.06.22
Daniele Cavallanti: “World of Music” di Daniele Cavallanrti Opificio Novara Jazz 02.06.22
“Stilnòva
Lisen Rylander Löve & Mirko Pedrotti + Biennoise, Nòva, 03.06.22
Lisen Rylander Löve “solo”, Mulino Vecchio di Bellinzago, 04.06.22
“Trio Korr”, Doneda, Grossi, Monico, Mezzomerico, 04.06.22
“Mynd”, Museo civico di Oleggio, 04.06.22
“We3” Barriera Albertina, 07.06.22
“Collocutor”: Church of Sound, Basilica di San Gaudenzio, 07.06.22
Tor Yttredal & Roberto Bonati, Museo Faraggiana, 08.06.22
Banda Filarmonica Oleggio e Roberto Mandarini, Broletto, 08.06.22
Shingai, Broletto, 09.06.22
Simone Alessandrini, “Storytellers” Mura rimane, 10.06.22
“L.U.M.E.” Lisbon Underground Musci Ensemble, Broletto, 10.06.22
Peter Evans “solo”, Basilica di San Gaudenzio 11.06.22
Alberto Braida “solo”, Casa Bossi, 11.06.22
Tom Arthurs & Giovanna Pessi, Giardino Palazzo Natta, 11.06.22
“ACRE” con Ermanno Baron e Peter Evans
Theon Cross, “Soundsystem Setup”, Broletto, 11.06.22
Kit Downes “solo”, Chiesa di San Giovanni Decollato, 12.06.22
“Erios Junior Orchestra”, Broletto, 12.06.22
Bruno Chevillon “solo”, Galleria Giannoni, 12.06.22
“Archipelagos” con Francesca Remigi, Parco dei Bambini, 12.06.22
“She’s Analog” Chiostro della Caninica, 12.06.22
“Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp”, Broletto, 12.06.22
“Artivismo” di Vincenzo Trione, 13.06.22
“Sotto gli occhi dell’Agnello” di Roberto Calasso, 20.06.22
“Album D’Annunzio” a cura di Annamaria Andreoli, 30.6.22
“Paris s’il vous plaît” di Eleonora Marangoni, 08.07.22
“Il costume femminile” di Georges Vigarello, 13.07.22
“Zero Gravity” di Woody Allen, 16.07.22
“La figlia unica” di Abraham B. Yehoshua, 19.07.22
“Non date a Cesare quel che è di Dio” di Claudio Balzaretti, 01.08.22
“Di notte, davanti alla parete con l’ombra degli alberi” di Peter Handke, 10.08.22
“Chris Ware” Centre Pompidou, 20.08.22
“Tatiana Trouvé, le grand atlas de la désorientation” Centre Pompidou 20.08.22
“Le reste est ombre: Pedro Costa, Rui Chafes, Paulo Nozolino” Centre Pompidou, 20.08.22
“Shirely Jaffesi, un américaine à Paris”. Centre Pompidou, 20.08.22
“Simon Hantaï: l’exposition du Centanaire”, Fondation Vuitton, 21.08.22
“La Couleurs en fugue”, Fondation Vuitton, 21.08.22
“Un seconde d’etérnité” Bourse de Commerce Paris, 21.08.22
“Allemagne/Anée 1920/Auguste Sander”, Centre Pompidou, 22.08.22
“Mirdidingkinghati Sally Gabory” Fondation Cartier Paris, 23.08.22
“Jean Painlevé: les pieds dans l’eau”, Jeu de Paume Paris, 23.08.22
“Les mondes Surrealiste de Elsa Schiaparelli” Musée des Arts Decoratifs Paris, 24.08.22
"Maison Dior", Parigi, 25.08.22
"Non date a Cesare quel che è di Dio" di Claudio Balzaretti, 31.08.22
"I miei giorni alla libreria Morisaki" di Satoshi Yagisawa, 05.09.22
"Il signore delle formiche" di Gianni Amelio, 11.09.22
"Un occidente prigioniero" di Milano Kundera, 20.09.22
"Chris Ware: la bande dessinée réinventée", 22.09.22
"Maigret" di Patrice Leconte, 23.09.22
"Remix the Cinema" Nu Arts and Community, 28.09.22
"Arsenal Ensmble: Nosferatu" Nu Arts and Community, 28.09.22
Gli instabili vaganti: "Lokdown Memory", Broletto Arts and Community, 29.09.22
"Elisabetta Consonni: Il secondo paradosso di Zenone", 29.09.22
"Sofia Donato, piano solo" Giardino Faraggiana Nu Arts and Community, 30.09.22
"Dove è più profondo"" Chiesa di Sant'Agostino, Nu Arts and Communite, 30.09.22
Ghenadie Rodani fisarmonica solo, canonica, Nu Arts and Community, 01.10.22
"As I was moving ahead occasionally I saw brief glimpses of beauty" di Jonas Mekas, Nu Arts and Community, 02.10.22
Joan Thiele, Nova, Arts and Community, 01.10.22
"Omar Soulyman" Nu Arts and community, 28.09.22
Ivan Ronda, organo. Festival di musica sacra. Basilica di San Gaudenzio, 09.10.22
"Unknown Unknows" Triennale di Milano, 15.10.22
"Il corridoio rosso" AA.VV., Catalogo mostra Triennale di Milano, 17.10.22
"Unknown Unknows" catalogo mostra Triennale di Milano, 20.10.22
"L'occasione fa il ladro" di Gioacchino Rossini, Teatro Coccia, 29.10.22
"La stranezza" di Roberto Andò, 30.10.22
"Il crogiolo" di Arthur Miller, regia di Filippo Dini, Teatro Strehler, 4.11.22
"Swinging Stravinsky" di Biagio Bagini, 7.11.22
"Ardenza" di Daniela de felice, 9.11.22
Anna Bassy, Nova, Nj Weekender Fall Editions, 12.11.22
Andrea Passenger, dj set, Nj Weekender Fall Editions, 12.11.22
Rosa Brunelo (e Tamara Osborne Collocato" Nòva Nj Weekender Fall Editions, 12.11.22
Dayakoda in solo, Nçva, Nj Weekender Fall Editions, 12.11.22
Jeff Parker solo, Nçva Nj Weekender Fall Editions, 13.11.22
Nicola Conte, Dj Set, Nçva, Nj Weekender Fall Editions, 13.11.22
Kahlil 'El Zara Quartet, Nova, Nj Weekender Fall Editions, 13.11.22
"Eros e Thanatos" Ilia Kim, piano. Conservatorio Cantelli-Amici della Musica, 14.11.22
"Tutta un'esistenza" Ivana Francisci, piano e Susanna Rigacci soprano, Conservatorio Cantelli-Amici della Musica, 22.11.22
"Lo stato delle cose" di Chiara Alessi", 23.11.22
“Recycling Beauty”, Fondazione Prada Milano, 03.12.22
Il fotografo Léon Herschritt, 09.12.22
“La Russia di Putin” di Anna Politkovskaja, 11.12.22
“Le otto montagne” di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, 26.12.22
“Bosch, un altro Rinascimento”, Palazzo Reale Milano, 30.12.22
“The Fabelmans” di Steven Spielberg, 31.12.22
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dichiararsinversi · 2 years ago
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Mi piace perdermi. Per i vicoli di Napoli, che poi portano sempre sulla strada principale. Nei discorsi dei professori a lezione e cominciare a divagare con la mente. Nei dettagli. Ecco sì, soprattutto nei dettagli. E quando parlo con alcune persone è come se questi dettagli spuntassero fuori, ai bordi delle loro parole, come fossero gelsomini che fioriscono ai lati dei loro discorsi. Ed io amo perdermi ad annusare quei fiori.
Sono pienamente convinta che il modo in cui scegliamo di esprimerci rispecchi il modo in cui abbiamo deciso di essere. Decidere con cura le parole da dire, un consiglio al posto di un insulto ad esempio, può definire la nostra empatia.
Ecco perché quando parlo con qualcuno preferisco badare ai fiori, al trascendente, piuttosto che all’empirico. E quei fiori, riempiono anche i miei attimi più vuoti, dandomi qualcosa a cui aggrapparmi.
Ma non riesco a non ascoltarti parlare e perdermi anche nel significato dei tuoi discorsi, oltre che nel loro significante, sembrano raffiche di vento impetuose che raccolgono tutto ciò che trovano per la strada: nulla, perché le parole sono vasi vuoti che decidiamo di riempire con fiori, che piantiamo noi. E il tuo vento gelido, strappa quei fiori per la stanza del tuo cuore, adornata solo di vento e di gelsomini.
Forse però, sono troppo sensibile, perché sento tutta la rabbia e la frustrazione che si celano dietro il castello di parole che hai scelto di costruire con tanta gentilezza, e forse davvero non bado a cosa dici, ma solo a cosa vuoi comunicare davvero
” Chiara hai ascoltato il mio discorso? “
“No, ma in compenso ti ho portato dei Gelsomini”
“Grazie, per avermi ascoltata davvero”
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blogexperiences · 16 days ago
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Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea - Nuove acquisizioni ARTISSIMA
Con il budget più alto degli ultimi dodici anni, anche quest’anno la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT ha confermato di credere alle proposte delle gallerie presenti ad Artissima acquisendo, nel corso dell’edizione 2024, 10 nuove opere realizzate da 5 artiste e artisti, destinandole come sempre alla fruizione pubblica, importanti lavori di Sara Enrico, Chiara Fumai e Zhanna…
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m2024a · 6 months ago
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Le rivelazioni di Fedez sulla separazione da Chiara Ferragni, i figli e l'ipotesi Sanremo 2025 Gli ultimi virgolettati di Chiara Ferragni sulla sua crisi matrimoniale risalgono alla sua intervista a Che Tempo Che Fa datata 3 marzo. Al netto di alcune frecciatine social e like ad una serie di commenti piccati, l’influencer dei record ha scelto la strada del no comment. Fedez, al contrario, ha aperto il vaso di Pandora condividendo pubblicamente i "guai in paradiso" che hanno portato al game over dei Ferragnez. Dal "rapporto tossico" con la moglie alla sua insofferenza per gli amici di lei passando per l’affido dei figli e di Paloma, ecco le ultime rivelazioni di Federico (confidential). Fedez torna a parlare della separazione Dall’uscita di Sexy Shop, la canzone con Emis Killa in cui ammette di essere stato "un po’ cattivo, ma non inelegante", Fedez torna a parlare pubblicamente della separazione da Chiara Ferragni. Durante una diretta twitch con lo streamer Grenbaud, il 34enne non si tira indietro rispondendo a domande sulla sua vita privata oltre a mostrare con orgoglio l'appartamento in Piazza Castello a Milano dove si è trasferito dal break up e dall’addio alla casa di famiglia a CityLife (di proprietà di Sisterhood la holding di Chiara Ferragni che ha appena nominato mamma Marina Di Guardo come general manager). Non ci è andato leggero Fedez definendo "tossico" il suo rapporto con la moglie. Una relazione in cui "ci facevamo male a vicenda" e in cui non si sente "di attribuire colpe a nessuno" nonostante la narrativa data dalla stampa. Le rivelazioni del rapper Una "storia infinita che poi è finita" che di conseguenza ha segnato la fine di rapporti tra l'ex giudice di X Factor e i fedelissimi della moglie. "Fortunatamente quando chiudi una relazione, chiudi anche con tutta la cerchia. C'erano persone che non mi andavano a genio, non ho mai fatto segreto di non sopportare l'ambiente circostante", ha detto Federico senza troppi eufemismi, "Non mi piacevano le persone con le quali dovevo uscire, fare e pagare anche vacanze". E a chi gli chiede commenti a freddo sulla sua intervista a Belve, il cantante spiega di non avere rimpianti e di essere andato da Fagnani "non per se stesso" anche se le sue intenzioni "non sono state capite" e di aver fatto in una sera quello che un team di esperti di comunicazione non è riuscito a fare in settimane. Oggi per lui è iniziato un "nuovo capitolo della vita", con una nuova routine e amici "che vengono dal mio ambiente e prima non riuscivo a frequentare". Una costante i figli Leone, 6 anni, e Vittoria, 3, la sua "ragione di vita" che rivela di vedere "circa tre volte a settimana" ma per cui sta lottando “per vederli più possibile”. Rispondendo alle domande dei followers, Fedez, che avrebbe scelto per il divorzio da Chiara Ferragni gli stessi avvocati di Ilary Blasi, commenta anche la lontananza dal cane di famiglia, il golden retriver Paloma. "Avevo un cane di cui mi prendevo prevalentemente cura io, se non esclusivamente. E non lo vedo più”, le sue parole, “Mi gira il c***o". Federico poi ammette di non conoscere le ragioni di questa decisione e che se ci scherza su è solo una questione di sopravvivenza: "la prendo sul ridere anche perché in questo periodo se non prendo sul ridere le cose mi lancio dal balcone con le ali di cartone". Fedez ha una nuova fidanzata? Commentando la sua presunta frequentazione con la modella francese classe 2004 Garance Authié (avvistata con lui a Milano e poi sul Lago di Como nel weekend ndr), invece, lancia una frecciatina alla ex cognata Valentina Ferragni, al momento coinvolta in una relazione con Matteo Napoletano, più giovane di lei di 10 anni. "Mi fa ridere la retorica dell''Esce con un ragazza più giovane'. Se una ragazza fa una torta con scritto ‘che figo il mio fidanzato di 10 anni di meno' è una grande, se lo fa un uomo allora è un viscido pezzo di me**a", spiega in un presunto dissing diventato virale. Spazio anche ad una battuta su Sanremo 2025. Sempre nella chiacchieratissima diretta su Twitch sul canale di GrenBaud, Fedez rivela che tornerebbe all'Ariston "con il progetto giusto", ma non solo. "Se mi arriva un messaggio in cui mi dicono che mi vogliono per il Festival di Sanremo 2025? Sì, con l’idea giusta andrei. E poi devo dire che questa volta sarei anche libero di fare quello che voglio. Sì ho detto che sarei più libero [...] Lo so che Amadeus lascia un botto di libertà, ma infatti io non stavo parlando di lui".
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micro961 · 6 months ago
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Michele Bucci - Il nuovo e atteso singolo “È arrivata l’estate”
Il brano del cantautore sugli stores digitali e dal 31 maggio nelle radio
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“È arrivata l’estate” è il nuovo singolo del poliedrico artista e cantautore Michele Bucci, anche in versione Instrumental, sui principali stores digitali e dal 31 maggio nelle radio in promozione nazionale. Con questo brano il Singer-Songwriter Michele Bucci ci invita a liberarci dalle negatività che la vita quotidiana ci riserva e a ricercare in noi stessi la positività che ci manca, allontanando depressioni, delusioni e malinconie che ci affliggono nella vita di ogni giorno. Ci dice e ci fa riflettere a non essere egoisti e pensare solo a noi stessi e di guardarci intorno, al fine di capire e dare quel che manca a chi ne ha bisogno. Il brano, dal sapore pop italiano, si propone di sensibilizzare e arrivare nel cuore e nell’animo di chi l’ascolta, grazie alla sua chiara, nuda e cruda verità. Arrangiamenti del Maestro Angelo De Maio.
Ascolta il brano
Storia dell’artista
Michele Bucci nasce a Sant’Agapito (IS) un paese del Molise di circa 1.500 abitanti. Singer-Songwriter, Talent Scout, Produttore Discografico, Direttore Artistico, scrive canzoni dalla sua prima infanzia e continua quotidianamente nella sua opera di creatività. Nell’anno 1986 il suo primo lavoro discografico su etichetta “Durium” con l’album “LA MIA LINGUA È MUSICA”, registrato c/o lo studio G7 di Torino, con produzione di Art Zitelli e arrangiamenti di Silvano Borgatta, fonico Mario Bernardi. Nell’ottobre ’98 registra a Torino l’album “MADY” la “Regina del castello e dei nomadi” con arrangiamenti e Silvano Borgatta. Altro importante lavoro discografico nell’anno 2009 con l’album “L’AMORE CHE NON C’È”, con arrangiamenti di Marco Colavecchio, batteria e percussioni di Francesco Isola. Nell’agosto 2019 vince a Gambatesa (CB) il premio della critica con la sua canzone “X Settembre ‘43”, in occasione del Festival della Canzone Dialettale Molisana. Nel dicembre 2023 è uscito “È NATALE”, arrangiato dal Maestro Angelo De Maio. Agli inizi di quest’anno 2024 esce fuori il suo nuovo lavoro discografico “SANREMO CANTA NAPOLI” e nell’ascoltarlo è inevitabile non considerarlo un inno alla musica italiana e napoletana, rappresentata in tutto il mondo dalle città di Sanremo “Terra dei Fiori” e Napoli “Terra del Sole”. La canzone disegna l’identità di due città che, oltre alla musica, condividono le bellezze naturali delle loro terre che si manifestano nei colori del cielo, del mare e del sole. SANREMO CANTA NAPOLI è stata arrangiata dal M° Ciro Barbato ed è stata registrata c/o la casa discografica Med Music di Napoli. Con l’ultimo lavoro discografico, uscito su tutti i digital store il 24 maggio 2024, E’ ARRIVATA L’ESTATE, arrangiata dal M° Angelo De Maio, dalle sonorità pop italiano, ci invita a liberarci dalle negatività che la vita quotidiana ci riserva e a ricercare in noi stessi le positività che possiamo crearci, allontanando depressioni, delusioni e malinconie che ci affliggono nella vita di ogni giorno. Attualmente è in studio per la realizzazione di nuovi progetti discografici, su brani inediti di sua composizione.
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delectablywaywardbeard-blog · 7 months ago
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Incidente durante lavori di manutenzione di una ferrata
Si è concluso poco prima delle 18 un intervento per soccorrere un uomo di Arco del 1963, precipitato nella forra del Rio Sallagoni (Drena). L’uomo, elitrasportato d’urgenza all’ospedale Santa Chiara di Trento, si trovava nella parte alta del percorso della ferrata del Rio Sallagoni, verso il castello di Drena, per svolgere alcuni lavori di manutenzione e pulizia, quando è scivolato ed…
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latribune · 8 months ago
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lamilanomagazine · 8 months ago
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Vicenza: continua l'azione sinergica delle Forze dell'Ordine nelle zone ritenute a rischio del Capoluogo
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Vicenza: continua l'azione sinergica delle Forze dell'Ordine nelle zone ritenute a rischio del Capoluogo. La Polizia di Stato e l'Arma dei Carabinieri hanno attuato degli articolati controlli in Campo Marzo, Via Gorizia, Piazzale Bologna, Corso Santi Felice e Fortunato, Piazza Castello, Viale San Lazzaro, Via Lanza e Via Battaglione Val Leogra. L'attività ha inoltre visto il concorso specialistico dell'Ufficio Immigrazione della Questura, della Sezione Polizia Stradale e della Sezione Polizia Ferroviaria di Vicenza. I risultati conseguiti: - Identificate/controllate 178 persone, di cui 55 stranieri e 54 con precedenti penali e/o di Polizia, controllati 46 veicoli (con 8 posti di controllo) e 4 esercizi pubblici/bar. - 4 persone sono state accompagnate presso gli Uffici di Polizia in quanto a loro carico risultavano atti giudiziari da notificare. "I controlli messi in campo con il contributo di tutte le Forze dell'Ordine, in base ad una strategia condivisa in occasione di specifiche riunioni tenutesi in Prefettura, e poi attuate con il coordinamento del Questore, costituiscono un valido strumento per tenere alti i livelli di prevenzione e contrasto alla criminalità. Nel periodo delle festività Pasquali ed in relazione alla segnalata necessità di intensificare i controlli nei luoghi di aggregazione, luoghi di culto ed obiettivi sensibili in genere, questo tipo di controlli hanno inoltre una chiara valenza di prevenzione e contrasto ad eventuali minacce di tipo terroristico e continueranno anche nei prossimi giorni", questo il commento del Questore della provincia di Vicenza, Dario Sallustio.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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drheinreichvolmer · 10 months ago
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Capitolo 16
Intanto nell’altro mondo era ormai calata la notte, e il castello era avvolto dal più completo silenzio. Fino a quando Heinreich non udì un canto a lui familiare, una melodia che non sentiva ormai da moltissimo tempo. Corse giù e raggiunse il salone dove era posizionato un antico pianoforte, lì trovò Emma impegnata a suonare, mentre intonava una bellissima canzone, proprio come faceva quando i due vivevano assieme al castello. Quando la donna si accorse di lui smise di colpo di cantare, e domandò al medico per quale motivo sembrava che la stesse continuamente pedinando. Heinreich sorrise beffardo ignorando la sua domanda, e poi chiese cosa fosse quell'odore di lavanda che sentiva nella sala. La donna continuò ad osservarlo, spiegando che si trattava di un profumo che lei usava da tempo.
<< Già.. adesso mi ricordo. Eri seduta sul tappeto del castello, la nonna ti aveva donato quel profumo, ma tu sbadatamente avevi finito col rovesciarne un po' a terra...e da quel momento profumavi sempre di lavanda. >> parlò il medico con un senso di nostalgia. La bionda gli lanciò uno sguardo di stupore, era perfettamente consapevole che quell’episodio lo poteva conoscere una sola persona oltre a sé stessa. In quel momento si alzò, e avvicinandosi all'uomo si accorse che al suo dito era presente una fede. Scrutò la mano del medico per qualche istante, e infine gli chiese se poteva dare uno sguardo a quell'anello. Il barone, senza alcuna esitazione, si tolse la fede e la posò sulla mano alla donna, la quale rimase sconvolta dopo averla esaminata con attenzione. All'interno dell’anello erano incisi i nomi di Emma e Heinreich.
<< Era il nostro segreto.. nessuno sapeva di quell'incisione. >> disse la sorella tra lo stupore e la commozione, non riuscendo quasi a credere alla sua vista. D'istinto riprese a intonare quella canzone, ma stavolta era accompagnata anche dalla voce di Heinreich, che aveva ormai dimostrato di essere chiaramente l'uomo che aveva perso tanti anni prima. I due si abbracciarono in lacrime, e per la prima volta dopo più di vent'anni il barone provò una sensazione incredibile, era come se tutti i pezzi della sua anima fossero tornati al giusto posto. Emma disse che quella era la dimostrazione chiara che la sua teoria portata avanti da tempo era sempre stata corretta, Heinreich doveva essere per forza un angelo. Quest’ultimo replicò che non lo era affatto, e che quei dettagli da lei sempre creduti una logica spiegazione, erano solo i tratti di un uomo fortemente empatico e capace di mettersi nei panni del prossimo. Aveva sempre pensato che Emma esagerasse nel credere addirittura che lui fosse un angelo, o più nello specifico, il suo angelo custode. In fondo però, non la biasimava nemmeno. Oltre a lui non aveva avuto nessuno al suo fianco, quindi era naturale che nell'immaginario di Emma avesse acquisito un ruolo di spicco. Più tardi, i due si erano poi spostati a parlare sul terrazzo, e la donna aveva cominciato poi a raccontargli come era stata la sua vita dopo l'incidente al castello. Spiegò al medico che la sua sopravvivenza era stata possibile solo grazie al fatto che alcuni domestici erano riusciti in tempo ad aiutarla a fuggire attraverso i sotterranei del maniero. Heinreich rispose che nella sua realtà non c'era stata questa fortuna, la notte dell'incendio infatti l'intero personale si era dato alla fuga.
<< Che ne è stato di Hans e Olga? Non sono più qui con te giusto? >> domandò il barone osservando la donna dai capelli biondi.
<< No, dopo la nascita di Hanna hanno preferito lasciare il paese, sai non hanno mai superato il fatto di non essere riusciti a proteggerti. Qualche tempo dopo ho avuto loro notizie, Hans è diventato uno scrittore conosciuto, e Olga si è sposata con un noto archeologo del museo di Zurigo. >> rispose Emma con una voce pacata. Heinreich la ascoltò sorpreso, era insolita per lui l'immagine di Hans che trascorre le sue giornate a scrivere libri. Quando poi la donna chiese come era stata la vita per lui, il barone tirò un sospiro, rispondendo che non era stato affatto facile, non era riuscito a riprendersi dal lutto nemmeno dopo tanti anni. Narrò per filo e per segno come dopo il funerale di Emma avesse creato il suo centro benessere, e come lentamente, in tutto quel tempo, avesse cominciato a vendicarsi dei suoi nemici. Emma prese le mani dell'uomo, invitandolo a rinunciare alla sua vendetta, lei non voleva vederlo logorato e distrutto dall'odio. Voleva che tornasse a vivere veramente, e che il suo cuore si perdonasse per quanto accaduto a lei.
<< Non cercare di defraudarmi del mio odio, è tutto ciò che ho!>> incalzò deciso il fratello.
<< Liberatene Heinreich! Liberatene...io non so di quale progetto divino facciamo parte, e neppure perché siamo dovuti vivere separati per così tanto tempo, ma ci è appena stata data la possibilità di ricominciare. >> replicò la donna stringendosi al suo petto, mentre l'uomo la stringeva forte tra le sue braccia. Nel suo racconto non fece alcun riferimento al rapporto che aveva con Hanna. Era consapevole che avrebbe portato soltanto ulteriore dolore alla donna, quindi aveva preferito omettere ogni discorso riguardante la sua unione con loro figlia. In quell'occasione, i due trascorsero la notte assieme, durante la quale la donna rivelò di non aver giaciuto più con un uomo da dopo la sua scomparsa. In quel momento, provò una forte soddisfazione, Emma non aveva deluso le sue speranze, il suo cuore era rimasto fedele a lui proprio come immaginava.
Il mattino seguente, l'uomo dormiva nudo, coperto solo lievemente da un lenzuolo bianco, e con addosso la sua adorata Emma. Aprendo gli occhi si accorse che la donna stava ancora dormendo. Nel mentre, pensava tra sé e sé a quello che era avvenuto quella notte, sentendosi un po' in errore nei confronti di Hanna. Si chiedeva se fosse giusto lasciarsi andare con Emma, sentiva un senso di colpa, ma allo stesso tempo non voleva sprecare quell'occasione di riunirsi alla sorella, che tanto aveva chiesto nelle sue preghiere. Il suo più grande sogno sarebbe stato formare finalmente una famiglia con Emma, Hanna e il resto dei suoi cari. Ma era perfettamente consapevole che per come era il rapporto con Hanna nella sua realtà, non sarebbe stato mai possibile. Infatti, riteneva fondamentale tenere nascosta la sua identità, Hanna non doveva sapere che l'uomo arrivato dal nulla era suo padre. Era una situazione complessa e avrebbe soltanto creato, secondo il barone, inutili problematiche. La ragazza qui era serena, solare e cresciuta con l'amore puro di sua madre. Quindi non aveva senso rovinare quella serenità per il suo puro egoismo. Emma, in cuor suo, era di opinione contraria, sapeva quanto Hanna sarebbe stata entusiasta di poter finalmente trascorrere del tempo col padre che non aveva mai potuto conoscere. Rispettava però la scelta del fratello e non insistette. Quel giorno, i tre trascorsero del tempo assieme; Emma dipingeva una delle sue tele in giardino, mentre Heinreich era seduto sul dondolo ad osservarla, con Hanna seduta al suo fianco. Il barone si rese conto che quella era proprio la quotidianità che aveva immaginato ai suoi tempi, quando Emma era in dolce attesa. Rammentò tutte quelle volte in cui aveva fantasticato scenari del genere, in compagnia delle due; ma allo stesso tempo il suo odio per il paese non faceva che crescere. Era sempre più consapevole che senza il loro intervento, questa vita tranquilla e spensierata sarebbe potuta essere realtà.
Nel frattempo, un disperato Clark aveva raggiunto il nascondiglio del duca Van Dien, una baita sperduta nelle montagne svizzere. Il duca era un uomo di sessant'anni, i mossi capelli biondi, a tratti ingrigiti, mostravano ormai i segni dello scorrere del tempo. L'uomo attendeva con ansia l'arrivo di Clark, nella speranza che il disgraziato fosse riuscito a portare a termine il suo compito. Al suo arrivo, il duca stava sorseggiando un calice di vino rosso, pregustando già di udire i particolari sulla dipartita del suo tanto odiato rivale. Purtroppo però le notizie riportate da Clark non erano quelle che il duca si aspettava. L'uomo infatti gli comunicò che non era riuscito ad uccidere il barone, ma solo a ferirlo gravemente, lasciandolo in uno stato di coma. Clark sperava che quella situazione andasse comunque il suo mandante ma non fu così, il duca era furioso del suo fallimento. Sdegnato, apostrofò Clark, definendo lui ed il resto del paese un branco di imbecilli inetti che da anni non erano ancora riusciti ad uccidere un semplice uomo. Lo sventurato tentò di giustificare il suo fallimento, spiegando che non era così facile avvicinarsi al barone a causa del suo personale. E fu allora che il duca austriaco ideò quello che secondo lui era un ottimo piano. Voleva causare ulteriore dolore al suo rivale, e non esisteva metodo più efficace che nuocere alle persone che gli erano più care. Intendeva infatti approfittare della situazione per mandare alcuni dei suoi uomini a radere al suolo il castello, non prima però di aver tolto di mezzo tutto il suo personale. Sarebbe sicuramente stata una bellissima sorpresa per il barone, una volta risvegliatosi. Sentendolo parlare, il povero Clark presunse che sarebbe stato nuovamente coinvolto; ma si sbagliava, ormai il duca non riponeva più aspettative in lui. Ed in un attimo, prima che l’altro riuscisse a reagire, estrasse una pistola, sparando freddamente un colpo alla sua testa. Dopo aver ordinato ad uno dei suoi scagnozzi di pulire quel macello, il duca prese il suo cappotto, lo indossò, e partì in direzione del paese di Hartmann. Aveva un importante incontro col padre di Heinreich.
All'istituto Volmer intanto, il giovane infermiere Klaus si stava occupando delle mansioni della sua collega e amica Edith. Il suo lavoro era aumentato notevolmente da quando Hans e Olga trascorrevano quasi tutto il loro tempo alla clinica di Zurigo. Quella mattina era partita con loro anche Hanna, sperando di poter finalmente vedere suo padre. Klaus si augurava che quell'incontro potesse aiutare il medico a risvegliarsi. Nel frattempo aveva inviato un messaggio ad Abigail, quella settimana non credeva di poter trovare il tempo di uscire con lei; per di più, l’angoscia lo aveva reso diverso dal suo solito essere gioviale. Per questo motivo, le propose di venire a trovarlo direttamente al castello, poteva anche essere una buona occasione per far conoscere di persona Ingrid ed Edith, pensava l'infermiere. Alle 13:22 la giovane infermiera fece ritorno al castello, dopo una giornata frenetica al CPS di Zurigo. Klaus le fece presente che quella sera Abigail avrebbe cenato con loro al castello e stava pensando di farle portare con sé anche Ingrid. Tuttavia l’amica rispose che quello non era il momento migliore, preferiva organizzare qualcosa quando la situazione si sarebbe tranquillizzata. Fece comunque presente al collega Klaus che non aveva nulla in contrario ad una cena tranquilla insieme ad Abigail. Lui annuii per poi informare la sua ragazza del cambiamento di programma, mentre Edith raggiunse la sua stanza per sdraiarsi un po' nel letto. Si domandava quando effettivamente le cose al castello sarebbero tornate regolari.
In quello stesso momento, a casa del padre di Heinreich, il duca Van Dien fece la sua comparsa. Il vecchio barone lo attendeva seduto sulla sua poltrona, fremeva dalla voglia di sapere le ultime novità sul colpo. Purtroppo, come il vecchio si aspettava, anche questa volta suo figlio non era stato abbandonato dalla sua buona stella; come sempre sarebbe riuscito a sopravvivere a discapito di tutto. Il duca austriaco replicò che ciò era causato dal fatto che l'anziano barone, da tempo, si affidava ad un branco di incapaci per risolvere un lavoro che richiedeva pochissimo sforzo. E proprio per questo, voleva avere la completa gestione della faccenda, convinto di essere in grado di togliere il medico di mezzo in poco tempo. L'anziano sorrise beffardo, secondo lui il duca era troppo sicuro di sé. Il duca Van Dien era risoluto nelle sue convinzioni, difatti espresse immediatamente la sua intenzione di inviare un gruppo di suoi scagnozzi l'indomani notte e fare una strage. Il vecchio barone esaminò l'idea proposta, e poco dopo diede la sua approvazione; anche secondo lui togliere ogni suo affetto più caro era il modo migliore per indebolirlo. Aggiunse però come fosse fondamentale che sua nipote Hanna restasse in vita: il piano del vecchio era quello di rapirla per attirare da loro il figlio. Una volta privato dell'appoggio e della protezione del suo personale, secondo i due vili complici, sarebbe stato un gioco da ragazzi eliminare il medico.
Era sera tarda, ed il barone si stava preparando ad accogliere dopo molto tempo una delle sue tradizionali serate di gala. Da quando Heinreich era passato a miglior vita infatti, la baronessa non aveva più preso parte a serate mondane, ed il castello smise di essere utilizzato per organizzare ulteriori balli. Emma voleva cogliere quell'occasione che le si era presentata, avrebbe potuto finalmente rivivere l'emozione di una serata indimenticabile a fianco dell'uomo che amava. La giovane Hanna non comprendeva quell'improvvisa decisione, ma in fondo, vedendo sua madre così serena dopo tanto tempo, preferì non indagare al riguardo. Il maniero era stato allestito in maniera impeccabile per quella serata così importante, erano giunti nobili da diverse parti d'Europa per prendere parte a quell'evento. Hanna si trovava nella sala ad accogliere gli ospiti che stavano arrivando, quando vide sua madre ed il misterioso nuovo arrivato scendere la grande scalinata che conduceva al salone. Il grande e sfarzoso lampadario illuminava l'intero salone del castello, facendo risplendere l’elegante abito bianco con pizzo indossato da Emma, vestito che aveva ereditato dalla sua bisnonna. Accanto a lei, il barone vestiva l'alta uniforme un tempo appartenuta a suo nonno, e prima ancora al suo bisnonno. Sulla divisa erano appese diverse onorificenze, e al collo portava la medaglia con lo stemma della casata dei Von Reichmerl. Tutti gli ospiti erano senza parole, soprattutto Hanna, che non aveva mai visto sua madre tanto radiosa. La donna lo teneva a braccetto, mentre scendevano lentamente la scalinata sotto gli occhi stupiti degli invitati. Era come se fosse tornata a quei tempi ormai lontani, in cui lei e suo fratello erano sempre la coppia più osservata alle serate di gala. Quando i due raggiunsero il centro della sala, l'orchestra iniziò a suonare un walzer viennese. Si trattava del secondo walzer del compositore Shostakovich, questo brano era sempre stato il preferito della coppia per aprire le danze al castello. Emma e Heinreich danzavano, e mentre i loro corpi erano perfettamente sincronizzati, sembrava che lo fossero anche le loro anime. Le altre coppie per un attimo sembravano esitare ad unirsi alle danze, era come se quel duo avesse stregato l'intera sala. Poi, lentamente, anche il resto degli ospiti prese parte alle danze, esclusa Hanna, la quale preferiva ammirare lo spettacolo. Terminato quel ballo, molti cominciarono a conversare di temi come attualità e politica, mentre sorseggiavano un drink; mentre le nobili signore più giovani preferivano parlare di moda oppure di gossip. Intanto, come sempre, la coppia prediligeva passare del tempo insieme, decisero infatti di allontanarsi per fare due passi nel giardino del castello. Mentre passeggiavano, la donna domandò nuovamente come fosse la sua vita nella sua variante, curiosa di sapere di più. Heinreich ribadì alla bionda quanto fosse stato difficile andare avanti senza di lei, ma che nonostante tanto dolore, aveva avuto anche la fortuna di trovare l'affetto sincero di molte persone. Spiegò come Hans e Olga si prendevano da sempre cura di lui, le parlò di loro figlia Hanna, ma in particolare si soffermò sulla preziosa presenza di Edith e Klaus nella sua vita. Emma ascoltava incantata, e ogni tanto le veniva spontaneo sorridere, notava che gli occhi dell'uomo brillavano quando parlava di Klaus ed Edith. Provava un senso di pace, era per lei immensamente gratificante sapere che c'erano così tante persone che tenevano a lui, e che non lo avevano mai fatto sentire solo.
Alla clinica, Hans ed Olga erano come ogni sera in sala d'attesa ad aspettare che si compiesse qualche miracolo. Hanna era entrata da circa dieci minuti nella camera dove si trovava il genitore, stringeva la mano di suo padre, lasciando ogni tanto un sospiro. Lo supplicava di aprire gli occhi, parlando di come dovevano iniziare a preparare le nozze, ed incalzando sul fatto che tutti quanti avevano bisogno di lui. In quel mentre, Hans osservava la scena fuori dalla stanza; prese poi un respiro profondo, ed andò a sedersi di fronte alla signorina Keller. Osservando il suo comportamento, Olga notò che il suo collega di una vita era più angosciato del solito, e gli chiese cosa lo stesse turbando. Alla sua domanda, dopo un attimo di silenzio, Hans fece una confessione, rivelando che non si era mai riuscito a perdonare per la morte di Emma. Era ormai da più di vent'anni che sentiva di aver fallito come uomo per questa mancanza. La sua collega sospirò mettendo una mano sulla spalla del biondo, replicando che lo capiva perfettamente, lei stessa provava il medesimo senso di colpa. Aveva trascorso parte della sua vita ad occuparsi del suo titolare nel modo in cui avrebbe voluto Emma, sperando così di potersi far perdonare dalla donna per non essere riuscita a salvarla quella notte. Seguito quello scambio emotivo, Hans e Olga si strinsero in un abbraccio, cercando di darsi conforto a vicenda in quel momento difficile.
Ad una taverna giù in paese nel frattempo, Arnfried, il capo dei tirapiedi del duca austriaco, stava organizzando l'assalto al castello. L'uomo era sicuro che sarebbe bastato un gruppo di soli dieci uomini, confidando nell'incapacità di reagire del personale del barone. L'assalto era previsto per la mezzanotte, fiduciosi che prendere i domestici di sorpresa nel cuore della notte avrebbe giovato alla riuscita del piano. Al castello invece, il giovane infermiere Klaus stava cenando in compagnia di Edith e della sua fidanzata Abigail. Il fatto che non avessero ricevuto chiamate da parte del resto dei famigliari lasciava immaginare che il medico non si fosse ancora svegliato dal coma. Edith si scusò con Abigail per aver preferito organizzare un incontro con Ingrid in un altro momento, e la ragazza dai capelli corvino rispose con un sorriso confortante. La rassicurò che anche se non poteva comprendere bene come si sentivano, sapeva perfettamente che per i due ragazzi il barone era una sorte di figura paterna – in quanto sia Edith che Klaus non avevano mai avuto un buon rapporto con i propri padri. Poteva quindi immaginare quanto fosse difficile quel momento per i due ragazzi. Klaus si asciugò gli occhi con la manica della maglietta, lasciatosi prendere da un momento di commozione. L’infermiera, cercando di tirare su il morale, affermò che sicuramente presto sarebbe tornato tutto per il verso giusto, ed avrebbero potuto organizzare una fantastica cena tutti assieme per festeggiare. Alle 23:00 la ragazza dai capelli nero corvino salutò i due amici per far ritorno a casa, promettendo al giovane infermiere Klaus di mandargli un messaggio non appena sarebbe arrivata al suo appartamento. Edith sorrise e la abbracciò, facendole sapere che poteva venire a trovarli al castello in qualsiasi momento, sarebbe sempre stata la benvenuta. Abigail salì in auto ricambiando il sorriso, per poi uscire dal grande cancello del maniero. Poco dopo, una macchina familiare fece ritorno, Olga e Hans erano finalmente rientrati a casa. Quando Klaus chiese dell’assenza di Hanna, la signorina Keller spiegò che la ragazza aveva preferito restare alla clinica, non riuscendo a trascorrere un ulteriore nottata senza avere accanto suo padre. Alla sua risposta, annuii comprendendo perfettamente la situazione; mentre Edith approfittò del momento per domandare se ci fosse una qualunque novità, ma sia Hans che Olga scossero la testa. La giovane sospirò, tuttavia in cuor suo non voleva smettere di avere la fiducia che presto tutto si sarebbe concluso per il meglio. Più tardi, Olga ed i ragazzi si ritirarono nelle loro stanze per dormire. Hans fece lo stesso, ed intanto che attraversava il corridoio, non riuscì a non notare il silenzio che attraversava le mura. Il castello era praticamente vuoto in mancanza di ospiti; era infatti dal ricovero del suo titolare che aveva deciso di bloccare temporaneamente le prenotazioni. Dopo essersi ritirato nella sua stanza da letto, chiuse a chiave la porta,; mentre il resto del personale come sempre aveva lasciato il castello alle 22:30 circa. Hans si coricò immediatamente nella speranza di farsi qualche ora di sonno, ed Olga si dedicò a proseguire la lettura del suo libro sui segreti delle piramidi egizie. Nel frattempo Klaus aveva appena mandato un messaggio di buona notte alla sua ragazza, per poi mettersi a giocare al PC con le cuffie; mentre Edith aveva invece preferito guardare alcune puntate di una serie che aveva da poco cominciato. Quello che i quattro non potevano immaginare era che quella non sarebbe stata una notte come le altre.
Heinreich ed Emma avevano fatto ritorno al castello, ed una volta raggiunto il corridoio si scambiarono un bacio augurandosi buona notte. Emma si ritirò nella sua camera, mentre il medico in quella degli ospiti, completamente ignaro a ciò che avrebbe dovuto affrontare la sua famiglia. Come era anche ignaro che il suo corpo fosse addormentato nel letto di una clinica, costantemente monitorato dallo sguardo della sua giovane figlia. Hanna, poco dopo, si assopì con la testa sulle ginocchia del padre, pregando che al suo risveglio lo avrebbe trovato finalmente cosciente. Giunta la mezzanotte, gli scagnozzi del duca scavalcarono le mura e si prepararono all'aggressione. Muniti di un grosso tronco di legno, il gruppo mandato dal duca cercarono di sfondare il portone dell'ingresso principale del castello. Hans, svegliandosi all’improvviso a causa di quel frastuono, si rese immediatamente conto di quello che stava accadendo e corse nella camera da letto di Olga. Quando la donna sentì la porta della sua stanza spalancarsi di colpo e vide il suo collega con un fucile di precisione tra le mani, capì che quella non sarebbe stata una notte tranquilla per il castello. Hans non disse niente, era bastato uno sguardo per far capire alla signorina Keller che il passato era tornato a bussare alla loro porta. Olga prese la pistola dal cassetto sospirando, la sua più grande preoccupazione era che Edith e Klaus non fossero pronti per una simile esperienza. Edith, anche lei ormai svegliata dal fracasso, si affacciò dalla sua camera, vedendo subito Hans e Olga passare di corsa per il corridoio, armati. L'infermiera non perse tempo, raggiunse la camera di Klaus e la aprì rapidamente col passepartout mentre le sue mani tremavano per l'ansia. All’improvvisa entrata della sua amica, visibilmente nervosa, il biondo si tolse le cuffie e le chiese: << Edith? Che è successo, perché quella faccia? >>
<< Klaus, un gruppo di persone sta cercando di entrare in casa! >> rispose la ragazza, cercando di non farsi prendere dal panico. E fu in quel momento che il giovane infermiere Klaus capì che era arrivato il loro momento, questo sarebbe stato il loro battesimo di fuoco.
<< Andiamo, Hans e Olga hanno bisogno di noi! >> aggiunse Edith Berger sollecitando il collega. I due ragazzi uscirono rapidamente dalla stanza e notarono un attimo dopo Hans, appostato con un fucile di precisione dalla finestra di una delle torri del castello. La signorina Keller invece si stava preparando alla controffensiva, e dopo aver lasciato la sua pistola al collega, si lanciò dalla finestra della torre. Mentre spiccava in quel volo la donna prese dalle calze autoreggenti sotto alla vestaglia i suoi due Sai, preparandosi a piombare sul gruppo di uomini al portone. Rapidamente ne colpì uno alla gola atterrandolo, mentre purtroppo quattro di loro erano riusciti a penetrare nel maniero. La donna iniziò a lottare contro due degli scagnozzi del duca austriaco, quando d’un tratto un terzo si avventò su di lei tentando un colpo alle spalle. Quest’ultimo ignorava il fatto che Hans, dall'alto della torre, stava coprendo le spalle alla sua collega; infatti un attimo prima che potesse attaccare, un colpo partì dal fucile di precisione, sfondando il cranio del vile avversario.
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sardies · 1 year ago
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Festival Lussu, dalle streghe di Joyce all’omaggio a Guccini
Cagliari. Dopo le eretiche al Festival Premio Lussu arrivano le streghe: le “streghe” di Joyce Lussu. Venerdì 13 ottobre alle 17, in Sala Castello di viale Regina Margherita 42, per la sezione “Donne e società” saranno presentate le riedizioni di due interessanti libri della scrittrice che non si accontentò di essere solo la moglie di Emilio Lussu. La studiosa Chiara Cretella assieme alla…
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personal-reporter · 1 year ago
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Portici di Carta 2023 a Torino
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Con due chilometri di libreria lungo i portici del centro e oltre 100 appuntamenti legati al libro, sabato 7 e domenica 8 ottobre torna Portici di Carta, la manifestazione che trasforma Torino in una straordinaria festa della comunità del libro, giunta alla sedicesima edizione. Quest’anno si propone al pubblico in un momento speciale in cui il Salone Internazionale del Libro di Torino illustrerà il progetto editoriale del triennio 2024-26 e annuncerà la lingua ospite dell’edizione 2024. Il centro di Torino e i suoi eleganti portici ospiteranno 63 librerie torinesi, fra indipendenti, di catena, remainders, antiquarie e bouquinistes, 68 case editrici e 49 espositori di Il libro ritrovato (libri antichi e fuori catalogo), pronti ad accogliere lettrici e lettori, oltre che turisti e visitatori in un percorso di lettura caratterizzato da sedici aree tematiche per ogni gusto e passione: dalla narrativa alla saggistica, dai gialli ai fumetti, dai viaggi alla spiritualità e cultura orientale, dalla poesia alla storia e società, dalla scienza alle storie di genere, dalle letture per bambini, bambine, ragazze e ragazzi ai gialli, dall’arte alle lingue, alla storia locale, ai racconti. Il programma coinvolgerà scrittori e scrittrici da tutta Italia, ma anche ospiti internazionali, bibliotecarie, bibliotecari, insegnanti e volontari per un calendario di appuntamenti caratterizzato da incontri, dialoghi, celebrazioni editoriali, dediche autoriali, passeggiate e degustazioni letterarie, laboratori per bambine e bambini, azioni pittoriche in piazza, letture ad alta voce. Tra gli ospiti ci saranno Viola Ardone, Annalena Benini, l’illustratore Barroux, Roberto Colajanni, Lorenza Gentile, Paolo Giordano, Keith Kahn-Harris (Inghilterra), Felicia Kingsley, Beniamìn Labatut (Cile), Michela Marzano, Giorgio Pinotti, Marco Rossari, Tiziano Scarpa, Walter Siti, Chiara Valerio ed Elena Varvello. I luoghi degli incontri saranno l’Oratorio e la Chiesta San Filippo Neri, le Gallerie d’Italia-Torino di Intesa Sanpaolo, Piazza San Carlo e alcuni Caffè storici, come Caffè San Carlo, Biraghi, Caffetteria Torino, Pasticceria Iginio Massari, Costadoro, Mokita, Sinatra e Stratta. Contraddistinta a ogni edizione da una dedica a una grande personalità del mondo letterario, Portici di Carta omaggerà Milan Kundera, scrittore ceco naturalizzato francese, scomparso l’11 luglio, autore di libri tradotti in tutto il mondo, come L'insostenibile leggerezza dell'essere, Lo scherzo, Il valzer degli addii e i racconti Amori ridicoli, pubblicati in Italia da Adelphi. Anche quest’anno gli editori ospiti presenti saranno due, rispettivamente Adelphi per l’editoria di narrativa e saggistica e Clichy per l’editoria dedicata all’infanzia. Sono stati confermati gli appuntamenti per i più piccoli con il programma Mini Portici, pensato per bambine e bambini, ragazze e ragazzi in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi e TorinoReteLibri Piemonte, Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, oltre alle proposte all’insegna della consapevolezza green al Gazebo Sambuy, grazie a Il Giardino Forbito con il mercato della Biodiversità Googreen, e gli incontri letterari Il giro del mondo in 40 libri per confrontarsi sui temi della multiculturalità, migrazione e inclusione grazie al Centro Interculturale della Città di Torino. Una novità di quest’anno è la collaborazione con le Giornate della Legalità della Fondazione per la Cultura della Città di Torino e con Festival del Digitale Popolare. In occasione del centenario di Italo Calvino e come omaggio agli editori ospiti, i librai di Portici di Carta esporranno sui loro banchi il libro che più hanno amato di Calvino e i titoli di Adelphi e Clichy che hanno particolarmente piacere di condividere con lettrici e lettori. Portici di Carta si conferma così come la manifestazione di promozione del libro e della lettura,  perfetta per coinvolgere tutti i soggetti della filiera, dagli editori ai librai, dalle biblioteche alle scuole. Read the full article
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