#Casa Woodstock
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gaurcity2022 · 2 months ago
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A flagship undertaking by Mahagun Group, Mahagun Mywoods is a sprawling residential complex designed to provide a luxurious life-style amidst lush greenery. 
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sauravsharma3489 · 4 months ago
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In Greater Noida West, Casa Developers' Casa Woodstock project offers opulent 3BHK and 4BHK apartments. The project is situated in Greater Noida West, not far from Patanjali Arogya Kendra and Shikhar Public School. The project provides an environmentally favorable setting because it is encircled by stunning scenery. The 3 Acres project offers sizes ranging from 1060 to 1750 square feet, with 10% more room in the 3BHK and 4BHK apartments. 
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angelap3 · 3 months ago
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La storia della Musica!!!!
Tre giorni di pace e musica. Tre giorni che hanno fatto la storia. Si celebra oggi il 51esimo anniversario del più grande evento di libertà, umanità e lotta pacifica: il Festival di Woodstock. Più che un concerto un pellegrinaggio, una fiera di arte e musica, una comunità, un modo di vivere che ha cambiato per sempre il concetto di libertà. Sul palco, a Bethel (una piccola città rurale nello stato di New York) si sono alternati per tre giornate alcuni tra i più grandi musicisti della storia. Musicisti che provenivano da influenze, scuole musicali e storie differenti ma che avevano in comune ciò che più contava in quei favolosi anni ’60: la controcultura.
Si passava dal rock psichedelico di Jimi Hendrix (che, pur di essere l’ultimo a esibirsi, salì sul palco alle 9 di lunedì mattina per un concerto di due ore, culminato nella provocatoria versione distorta dell’inno nazionale statunitense) e dei Grateful Dead ai suoni latini dei Santana (che regalarono un memorabile set, impreziosito dallo storico assolo di batteria del più giovane musicista in scena: Michael Shrieve) passando per il rock britannico di Joe Cocker (che regalò in scaletta le splendide cover di Just Like a Woman di Dylan e With a Little Help from my Friends dei Beatles) e degli Who all’apice della loro carriera (celebre l’invasione di palco dell’attivista Habbie Hoffman, durante il loro concerto, quasi quanto il lungo assolo di Pete Townshend durante My Generation, con lancio di chitarra finale).
C’era poi il folk, con una splendida Joan Baez su tutti, che suonò nonostante fosse al sesto mese di gravidanza, genere tipicamente statunitense che si alternava a suoni più esotici e orientali, come il sitar di Ravi Shankar. Impossibile dimenticare infine l’intensa performance della regina del soul Janis Joplin, la doppia esibizione (acustica ed elettrica) di Crosby, Stills, Nash e del “fantasma” di Neil Young, che rifiutò di farsi riprendere dalle telecamere e il divertente show dei Creedence Clearwater Revival.
1969, il ‘Moon day’ in musica..
Concerti che rimarranno nella memoria di chiunque ami la musica come simbolo di cambiamento, pace e libertà. D’impatto i presenti come pesanti furono le assenze di John Lennon, che si rifiutò di esibirsi per il mancato invito di Yoko Ono, Bob Dylan, padrone di casa (lui che all’epoca viveva proprio a Woodstock) assente per la malattia del figlio, i Rolling Stones, ancora scossi per la morte di Brian Jones e i Doors, alle prese con una serie infinita di problemi legali.
Il vero protagonista dell’evento fu però il pubblico, la “vera star” secondo l’organizzatore Michael Lang, eterogeneo quasi quanto i generi musicali. Da tutta America arrivarono studenti liceali e universitari, hippie, veterani del Vietnam, filosofi, operai e impiegati. Nessuna differenziazione di razza, etnia o colore della pelle: tutti uniti dalla voglia di stare insieme in libertà con il fango a livellare ogni diversità e i capelli lunghi come simbolo di ribellione. Un sogno che oggi sembra lontano anni luce, nelle ideologie come nell'organizzazione.
Da quel 1969 si è provato a più riprese a riproporre Woodstock, con scarsi risultati culminati nell'annullamento del concerto in programma per questo cinquantesimo anniversario, organizzato proprio da Lang e non andato in porto tra una defezione e l’altra, forse perché indigesto ai grandi organizzatori di eventi musicali mondiali. Forse, a conti fatti, meglio così: quell'atmosfera irripetibile era frutto di una spontaneità organizzativa di altri tempi, una magia fuori da ogni schema il cui risultato sensazionale, iconico e significativo fu chiaro solo anni dopo anche agli stessi partecipanti.
Vanni Paleari
PhWoodstock, 1969
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diceriadelluntore · 1 year ago
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Storia Di Musica #304 - Bob Dylan, Bringing It Al Back Home, 1965
Ogni anno ho raccontato un disco di Bob Dylan. Prescindere da Dylan è impossibile per il rock, e arriva in luoghi, stili e musicisti che a prima vista sembrano lontani anni luci da lui. Eppure, il suo è uno degli ingranaggi cruciali che mette in moto la macchina della musica popolare occidentale (e non solo) che è arrivata fino ad oggi. Il disco di oggi è l'occasione per un viaggio alquanto insolito, che svelerò alla fine, per chiudere il 2023 musicale. Il disco di oggi nasce da alcune idee che erano state scartate per quello precedente, Another Side Of Bob Dylan del 1964. Sebbene ancora legato al folk, quel disco scopre un lato introspettivo che il Dylan di quei tempi ancora doveva scandagliare: inizia quindi a mettere di lato (sebbene non lo abbandonerà mai del tutto) il lato politico e sociale (dello stesso anno è The Times They Are A-Changin') per quello privato. Inoltre c'è la necessità musicale di legare insieme il folk dei primordi con le nuove pulsioni del rock'n'roll, che secondo Dylan gli permetterebbero maggiore libertà creativa. Decide quindi di andare a vivere in una piccola villetta di campagna a Woodstock, proprio a pochi km dalla spianata che pochi anni più tardi fu teatro di una immensa folla rock, casa di proprietà del suo manager Albert Grossman. Dylan adora quel posto, e ci passa tutta l'estate. Dopo pochi giorni, è raggiunto da Joan Baez, che racconta la routine del menestrello di Duluth: passava la giornata alla macchina da scrivere, accompagnato incessantemente da sigarette e bottiglie di vino, e spesso nel cuore della notte avendo avuto una intuizione si metteva a scrivere senza soluzioni di continuità. Dylan è cauto, e affina tutti i particolari: alla prima sessione di registrazione canta da solo acustico. Il giorno dopo, 14 Gennaio 1965 che nella storia del rock è un giorno importante, si presenta con una band elettrica: i chitarristi Al Gorgoni, Kenneth Rankin, e il grande Bruce Langhorne, il pianista Paul Griffin, i bassisti Joseph Macho Jr. e William E. Lee, e il batterista Bobby Gregg. Registrano per ore, e le canzoni volano veloci e in poche ore, quando è notte fonda, è pronto metà disco. La sera successiva, il 15 Gennaio, Dylan dopo cena si presenta con una nuova band, tra cui John P. Hammond, che diventerà suo fido braccio destro negli anni a seguire, e John Sebastian, che diventerà famoso con i Lovin' Spoonful. Di questa sessione però non fu salvato nulla, così il 16 torna in studio con tutti i musicisti e finisce di registrare il disco. Che secondo il racconto dei presenti fu tutto di first takes, cioè canzoni registrate e considerate buone dopo solo una registrazione. Dylan, timoroso che il passaggio totale alla musica elettrica fosse un passo troppo lungo, decide di dividere il disco a metà con canzoni vecchia maniera musicalmente, ma che nei testi e nelle idee lo propongono del tutto nuovo: un surrealismo fantastico che lega Rimbaud alla beat generation, e che inizia a popolare lo scenario della musica giovanile di luoghi e personaggi che diventeranno archetipi.
Il 22 Marzo 1965 viene pubblicato Bringing It All Back Home dalla Columbia. Verrà distribuito in alcuni paesi con il titolo di Subterrean Homesick Blues, nome del primo singolo, ma ciò che importa è che è uno dei più grandi dischi di Dylan, ergo, è uno dei più grandi dischi della storia del rock. Perchè riesce nell'intento che si era prefissato, cioè trovare un legame credibile tra la tradizione folk, il blues e il nascente rock, creando paesaggi lirici che sconvolgono, consegnando alla storia canzoni mito su cui tutti hanno preso spunto. La sequenza di canzoni è ormai a quasi 60 anni dall'uscita un greatest hits: Subterrean Homesick Blues è il biglietto d'ingresso nel mondo elettrico, e passa anche alla storia per l'innovativo videoclip, famosissimo e stracitato, di Dylan con i cartelli di parole chiavi del testo, con Allen Ginsberg che passeggia sullo sfondo di una vecchia fabbrica in rovina. Il testo, che utilizza anche espressioni da strada, è una infinita carrellata di riferimenti, più o meno chiari, alla società, alla politica, al giornalismo, e inizia a creare delle espressioni che diventeranno futuri slogan tra studenti, manifestanti per i diritti civile e così via (il più famoso You don't need a weather man\To know which way the wind blows). She Belongs To Me è l'ennesima novità stilistica: la prima figura di "donna ammaliatrice" (definizione di uno dei massimi studiosi di Dylan, Robert Shelton) con cui esiste un rapporto difficoltoso, sebbene non si sappia chi sia realmente l'spirazione, le più accreditate sono Suze Rotolo, la sua ex fidanzata che sta con lui sulla copertina di Freewheelin' Bob Dylan, Joan Baez, sua sodale, Nico, la cantante svedese che conobbe alla Factory di Warhol e che canterà con i Velvet Underground o forse Sara Lownds, quella che diventerà sua moglie poche settimane dopo l'uscita del disco. Ogni canzone diventerà un'icona: Maggie's Farm, probabilmente un blues contro ogni forma di sfruttamento; On The Road Again è una dichiarazione profetica sul rapporto Dylan-successo, dove il primo spesso sceglie la lontananza e l'autoesilio, impaurito da quello che succede; It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding), tutta acustica, è uno dei massimi capolavori lirici dylaniani, con una carrellata drammatica per tensione e suggestione di immagini e sensazioni che esprimono un impellente desiderio di critica nei confronti dell'ipocrisia, del consumismo, dei sostenitori della guerra, e della cultura americana contemporanea, che rispetto al Dylan folk stavolta non si risolve in un ottimismo rivoluzionario, ma in un arrabbiato status quo da osservare. Ricordo altre due perle: It's All Over Now, Baby Blue, Dylan alla chitarra acustica e all'armonica a bocca e William E. Lee al basso come unica strumentazione, è un'altra ballata storica, dai mille significati (chi sia o cosa sia Baby Blue, per esempio) ma la canzone più famosa è senza dubbio Mr. Tambourine Man, altra canzone dai mille significati e simbolismi, che diventerà un soprannome dello stesso Dylan, e oggetto di centinaia di saggi, anche accademici, alla ricerca dei messaggi più reconditi di questo vagabondo con tamburo intento a suonare una canzone per lui mentre la notte sta per terminare avviandosi verso il mattino tintinnante.
Il disco è un successo: numero 6 nella classifica americana, addirittura numero 1 in Gran Bretagna, dove in quei mesi inizia una vera e proprio Dylanmania. E sarà uno dei più coverizzati di sempre: i Byrds lo riprenderanno quasi del tutto, e molte delle loro versioni di questi brani diventeranno famose, anche per l'uso nelle colonne sonore, da ricordare quelle in Easy Rider. Ma non tutti furono folgorati, e non posso non ricordare l'episodio che avvenne al Festival Di Newport: il 25 luglio 1965 Dylan si presentò sul palcoscenico non come cantante solista con chitarra e armonica come suo solito, ma con una chitarra elettrica accompagnato dalla Paul Butterfield Blues Band, formidabile band di blues elettrico. Qui succede questo: non si sa nemmeno bene se fosse colpa dell'acustica che non funzionava, ma il pubblico iniziò a fischiare Dylan, che dopo un paio di brani lasciò il palco; gli organizzatori lo convinsero a ritornare, solo con armonica e chitarra, per una sessione solo acustica che leggenda vuole finisca con It's All Over Now (Baby Blue), da allora canzone anche per sancire un passaggio epocale nella vita delle persone deluse dai cambiamenti.
Rimane da raccontare la copertina: Daniel Kramer con una lente distorsiva fotografa Dylan in un salotto con una donna, Sally Grossman, moglie dell'allora manager di Dylan, Albert Grossman. Sul tavolino tra i due dischi famosi Keep On Pushing de The Impressions, King Of The Delta Blues Singers di Robert Johnson, India's Master Musician di Ravi Shakar, Sings Berlin Theatre Songs by Kurt Weill di Lotte Leyna e l'amico Eric Von Schmidt con The Folk Blues Of Eric Von Schmidt; dietro Sally Grossman, seminascosto da un cuscino, c'è il lato superiore della copertina dell'album Another Side Of Bob Dylan, e sotto il suo braccio destro, una copia della rivista Time con Lyndon B. Johnson in copertina. Sulla mensola del camino, alla sinistra del dipinto, si vede l'album di Lord Buckley The Best Of Lord Buckley. Compare un gatto, che si chiamava Rolling Stone, Dylan indossa dei gemelli regalati da Joan Baez e in primo piano, in basso a sinistra della fotografia, campeggia un cartello con su scritto Fallout Shelter (rifugio antiatomico). Questo tavolino sarò il punto di partenza di nuove storie, nel nome di Dylan e di uno dei dischi fondamentali della storia.
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gossipwu · 2 months ago
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Boa noite, Woodstock. Então, o que acharam dos tells? Eu me diverti horrores assistindo vocês se destruírem sozinhos. Confesso, é quase cômico ver como não preciso nem me esforçar para acabar com vocês — vocês fazem isso muito bem por conta própria. Que incompetência, hein?
Agora, algumas perguntinhas... só para ver se ainda resta algum neurônio funcionando por aí. O que vocês acham do canibal que, como um bom melhor amigo, matou alguém e preparou um banquete especial de aniversário? Que carinho, não? E a garota que vendia fotos para pagar a mensalidade da faculdade? Acho que ninguém imaginava que o "trabalho duro" dela era literalmente... duro. E o líder da fraternidade, aquele que perdeu a cabeça e assassinou brutalmente sua ex-namorada após vê-la com outro? Ele tem os nervos à flor da pele, hein? E, claro, o garoto que vende drogas, mas cuja maior fixação é a bailarina da Shade. Já ouviram falar? Amor e vício... uma combinação explosiva, não acham? E por fim, o toque final: a mãe que matou o próprio filho. Uma verdadeira lição de amor materno, não é?
Agora, para dois de vocês, um recadinho especial: já deram uma olhada nas câmeras de segurança da casa onde X está? Ou acham que podem brincar de esconder segredos de mim? Que tolice... Já verificaram se o pequeno está realmente seguro? Se eu fosse vocês, correria para conferir. Talvez, e só talvez, alguém tenha sido mais esperto que vocês e já tenha colocado as mãos no pobre garotinho.
Vocês achavam mesmo que podiam me enganar? Patéticos. Ninguém, ninguém está a salvo de mim. Nem agora, nem nunca. E isso vale para todos: seus segredos sujos não ficarão enterrados por muito tempo. Então, continuem fugindo, continuem mentindo, mas lembrem-se… estou sempre um passo à frente. O jogo está apenas começando.
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Mi casa es su casa Catskills New York Woodstock ❤️
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musicshooterspt · 1 year ago
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Agenda de Junho, 2023
1 a 3 – Chico Buarque
Sagres Campo Pequeno
21:30h
Info
2 – Táxi
Cineteatro Capitólio, Lisboa
21:30h
Info/Bilhetes
2 – Cláudia Pascoal
Hard Club, Porto
21:00h . Sala 2
Info/Bilhetes
2 – Dan’s Revival
CRU, Vila Nova de Famalicão
23:00h . 5€
3 – Bárbara Tinoco
CAE – Centro de Artes e Espetáculos da Figueira da Foz
21:30h . 20€
Info/Bilhetes
3 – Blowers + Blu Flamingo
DRAC – Direito de Resposta Associação Cultural, Figueira da Foz
22:00h . 5 a 7€
Info/Bilhetes
3 – Mico da Câmara Pereira
Centro Cultural de Macedo de Cavaleiros, Macedo de Cavaleiros
21:30h . 3€
Info
4 – Mão Verde
Centro Cultural Raiano, Idanha-a-Nova
16:30h
Entrada Livre (necessário levantar bilhete)
Info
4 e 5 – Bob Dylan
Sagres Campo Pequeno, Lisboa
20:00h
Info/Bilhetes
6 – The Weeknd
Passeio Marítimo de Algés, Lisboa
Bilhetes à venda nos locais habituais
7 – Cobrafuma
Woodstock 69, Porto
22:30 . 5€
Info
7 – Sérgio Godinho
Teatro Municipal de Matosinhos Constantino Nery, Matosinhos
21:50h . 15€
Info/Bilhetes
8 – AguArte
Mares de Água
Teatro Miguel Franco, Leiria
21:30h
Entrada Livre
Info
9 a 11 – Seixal World Music
Parque Urbano José Afonso, Seixal
Entrada Livre
Info
9 a 11 – Encontro da Canção de Protesto
Vários Artistas: Vitorino, A Garota Não, Miro Casabella, entre outros
Vários Locais, Grândola
18:00h
Entrada Livre
Info
9 a 11 – Jazz no Parque 2023
Parque Central da Maia, Maia
Entrada Livre
Info
10 – Dino D’Santiago
Teatro das Figuras, Faro
21:30h . 20€
10 – Miguel Gameiro & Pólo Norte
Casa das Artes, Arcos de Valdevez
22:00h . 8€
Info
10 – Corcunda + The Mighty Mister Shame
Stereogun, Leiria
23:00h
10 – Djavan
Super Bock Arena, Porto
22:00h
Info/Bilhetes
10 – Átona Fest
DRAC – Direito de Resposta Associação Cultural, Figueira da Foz
17:00h . 6 a 8€
Info/Bilhetes
11 – ANGRA
RCA Club, Lisboa
19:00h
Bilhetes
12 - The Primeval Trilogy of Death - MERCYLESS + NERVOCHAOS + HOLOCAUSTO CANIBAL
Barracuda Clube de Roque, Porto
21:30h
Info
13 – Maroon 5
Passeio Marítimo de Algés
21:00h
Bilhetes à venda nos locais habituais
14 – Fado Bicha
Coliseu do Porto Ageas, Porto
21:00h
Entrada Livre (necessário levantar bilhete)
Info
14 – Maro
Casa da Música, Porto
21:30h
15 – Meta_
Musicbox, Lisboa
22:00h
Info
16 – Mata Ratos + Blessure
Barracuda Clube de Roque, Porto
22:00h
Info
16 – Rui Reininho
Theatro Gil Vicente, Barcelos
22:00h
16 – Jesus or a Gun
CRU, Vila Nova de Famalicão
22:00h
16 – Cartaxo Sessions
Vários Artistas: Process of Guilt, Qwentin, Doom Meisters
Centro Cultural do Cartaxo
22:30h
16 a 17 – Basqueiral 2023
Vários Artistas: Mão Morta, Três Tristes Tigres, Cobrafuma, entre outros
Museu de Lamas, Santa Maria de Lamas (Santa Maria da Feira)
19:00h
Info/Bilhetes
16 a 17 – Rock Nordeste
Vila Real
Entrada Livre
Info/Cartaz
16 a 18 – Festival Rádio Faneca
Jardim Henriqueta Maia, Ílhavo
21:30h
Entrada Livre
Info
 
17 – Excesso
Super Bock Arena, Porto
21:30h
Info/Bilhetes
17 – Suffocation
Hard Club, Porto
21:00h . Sala 2
Info/Bilhetes
17 – Aníbal Raposo
Teatro Micaelense, Ponta Delgada
21:30h . 12.50€
Info/Bilhetes
21 – Bongzilla + Scatterbrainiac
RCA Club, Lisboa
21:00h
Billhetes: BOL, e locais habituais 
23 – M��tley Crüe + Def Leppard
Passeio Marítimo de Algés
Portas: 18:30h
Bilhetes nos locais habituais
23 a 24 – Rock Depois do Trabalho
Estúdio Time Out Market, Lisboa
19:00h
Entrada Livre
23 a 25 – Festival Pão Para Malucos
Mafra, Lisboa
Info/Bilhetes
24 – Aristocrats
Hard Club, Porto
21:30h . Sala 1
Info/Bilhetes
24 – Santos impopulares
Vários Artistas: Solar Corona, Fee Reega, Cogitação Humana
Jardim do Convento de S. Francisco, Bragança
16:00h (com comes e bebes)
Entrada: Donativo consciente
24 – O Incrível Homem Bomba
Cadeira Amarela, Vila Real
22:00h
25 – The Veils
Os Suspeitos
M.Ou.Co, Porto
26 – Rammstein
Estádio da Luz, Lisboa
Portas: 18:00h
28 – A Garota Não
Teatro Municipal de Bragança, Bragança
21:00h . 6€
Info/Bilhetes
28 a 29 – Evil Live
Altice Arena, Lisboa
29 – Linda Martini
Porto de Mós
22:30h
Info
30 – Warpaint
Os Suspeitos
Hard Club, Porto
21:30h
30 – Miguel Araújo
Torre de Belém, Lisboa
22:00h
Info
30 – Solar Corona + Maquina
Barcelinhos, Barcelos
22:30h
Info
E no dia 22 no Teatro Municipal da Guarda ( Info . Entrada Livre)
30 (e 1 de Julho) – Andrea Bocelli
Convidados: Cuca Roseta
Altice Arena, Lisboa
21:30h
Info/Bilhetes
*OBS: Recomendamos verificar estas informações junto dos promotores ou sites oficiais
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electram1 · 2 years ago
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Sei la persona che è stata ufficialmente designata per scrivere il "MESSAGGIO nella bottiglia", non quello classico del naufrago sull'isola deserta, bensì quello concepito dall'essere umano e diretto agli altri abitanti del sistema solare.
Devi spiegare cos'è la Terra e com'è l'uomo, ciò che veramente noi siamo, perché dovrebbero venire a trovarci o non piuttosto evitarci come la peste.
Un discorso fiume, o anche poche, significative parole. Come ritieni più opportuno. Grazie a nome del pianeta.
Noi umani, siamo considerati al vertice di una piramide, dal punto di vista evolutivo. Siamo il genere Homo e per la precisione homo sapiens sapiens. Ma forse tanto sapiens non siamo. Caro extraterreste, se venissi a trovarci, troveresti un pianeta meraviglioso, pensa siamo denominati il pianeta azzurro. Noi umani siamo molto accoglienti e ti faremmo fare un bel tour per farti ammirare dove "abitiamo" e tu probabilmente rimarresti entusiasta. Ovviamente non ci soffermeremmo solo dal punto di vista naturalistico ma ti faremmo ammirare tutto ciò che per millenni abbiamo realizzato nell’ambito delle arti: vedi la Musica, la Pittura, la Scultura. Peccato che non possa presentarti personaggi considerati geni come Michelangelo, Leonardo Da Vinci, Chopin, Mozart, oppure famosissimi scienziati quali Einstein, Darwin, Mendel, famosi poeti come Leopardi, Ungaretti, Manzoni. Se fossimo negli anni 60 come non portarti al raduno storico del festival di woodstock e pensa che, nello stesso periodo, siamo arrivati sulla Luna, il nostro satellite. Ora devo dirti che dopo averti fatto fare questo tour, nel tempo e nello spazio, ti accorgeresti che la terra, la nostra casa, la stiamo maltrattando e non ce ne prendiamo cura come dovremmo realmente, pertanto ti consiglio di non affrontare questo viaggio intergalattico, anzi, e se per caso qui la situazione dovesse farsi insostenibile mi ospiteresti da te?
p.s. ma voi avete l' ossigeno? A risposta negativa non se ne fa nulla e noi Sapiens, che tanto Sapiens non siamo, dovremmo iniziare ad usare quella cosa che si chiama "cervello" che tanto poco usiamo!
ciaooooooooo ^^
Antonella
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rbernardess · 2 years ago
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Oi blog..
Somos o som de beijo na chuva...
E eu sinto que cada verso que eu faço é como se ele devesse um imposto ao seu lábios.
Às vezes sinto tanto a sua falta que chego a ouvir sua voz,
A sentir seu perfume pelos corredores da minha casa.
Já namorei com a sua sombra, já conversei com a sua foto,
Meu travesseiro tem o seu nome,
Eu vou pra cama com você toda noite
O seu senso de humor faria a Monalisa gargalhar.
E sua risada iria soar como uma das noites
Em Woodstock onde jovens descobriram
Que o amor é inocente e que o vilão é o coração
Queria engarrafar sua voz, pra que nas noites frias
Em que o mundo se sente só, você pudesse ecoar,
Fazendo com que a cidade inteira sinta o que eu sinto
Quando você diz "alô" ou "olá"
E por falar em 'olá', você traz um céu no seu 'olá'.
E talvez nem se dá conta do quanto eu espero
O seu olhar cair sobre o meu
Você me encanta
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arte-e-homoerotismo · 10 months ago
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Al Parker
Al Parker (nascido Andrew Robert Okun; 25 de junho de 1952 – 17 de agosto de 1992) era uma estrela pornô gay americana , produtor e diretor. Ele morreu de complicações de AIDS aos 40 anos.
Início de carreira
Parker nasceu em Natick, Massachusetts. Depois de chegar à Califórnia, ele foi contratado por Hugh Hefner na Playboy Mansion West como mordomo. Sua carreira no cinema gay começou quando ele foi "descoberto" por Rip Colt, fundador da Colt Studios. Colt deu a ele o nome de performance "Al Parker".
Parker começou sua carreira cinematográfica quando assinou contrato com o Brentwood Studios. Inicialmente, ele fez curtas-metragens filmados em bobinas de 8 mm. Ele também estrelou filmes de Bijou Video , como Jogos, Turbo Charge, e Ligado.
Surge Studios
Parker foi produtor, diretor e Surge Studios foi um dos primeiros estúdios a exigir práticas de sexo seguro quando a AIDS. Sua empresa, Surge Studios, em Hermosa Beach, Califórnia produziu filmes com características gays adultos, não apenas loops curtos. Muitos dos filmes foram rodados na casa de Parker.
Vida pessoal
Em 1969, a mãe de Parker o incentivou a participar do Festival de Música de Woodstock, acreditando que se tratava de um festival de música clássica. Depois de ser forçado a abandonar o carro novo de sua mãe na lama ao longo da estrada que levava ao festival, ele encontrou o que considerou ser sua primeira experiência sexual totalmente satisfatória. Sua foto foi tirada lá e aparece na colagem do pôster do filme-concerto Woodstock lançado em 1970.
Parker foi um dos entrevistados do Dr. Dean Edell, que relatou um procedimento cirúrgico que buscava restaurar o prepúcio de Parker após sua circuncisão ao nascer. A cirurgia foi realizada pelo Dr. Ira Sharlip, urologista. A reportagem foi transmitida pela televisão.
Morte
Parker morreu em São Francisco. Seus restos mortais foram cremados e um serviço memorial foi realizado em sua residência privada. Suas cinzas foram espalhadas no oceano perto da praia de nudismo de San Gregorio, Condado de San Mateo, Califórnia.
Legado
Parker é o tema da biografia de Roger Edmonson Clone: ​​A Vida e o Legado de Al Parker Gay Superstar.
A vida de Parker é retratada no dramaturgo Drew Sachs; jogar, também conhecido como Al Parker.
Filmografia selecionada
O Melhor de Al Parker (2008)
Sobrecarga (1992)
O Melhor dos Filmes Colt: Parte 10 (1991)
Melhor do que nunca (1989)
Melhor de Brentwood 1 (1987)
Turbo Charge (1987)[6]
O Melhor de Colt: Parte 4 (1986)
Oversize Load (1986) (apenas diretor, com uma participação especial)
Alta tecnologia (1986)
Brinquedo do Papai (1985)
Mineração do Século (1985)
Unidade de disco rígido (1985)
Outrage (1984), também conhecido como Christopher Rage's Outrage (EUA)
Viagens de cabeça (1984)
Um em um bilhão (1984)
Rangers (1984)
Lugares Estranhos, Coisas Estranhas (1984)
Terapia (1983)
Bloqueio de fim de semana (1983)
Perigoso (1983)
Alguns Homens Bons (1983)
Jogos (1983)[5]
O Outro Lado de Aspen (1978)
Ligado (1982)[7]
Flashbacks, também conhecido como Flashback de Al Parker (1981)
Procurado (1980)
Polegadas (1979)
Best of Buckshot (Compilações) Chute, Timberwolves
Equipamento Pesado (1977) – filmado em 3D
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gaurcity2022 · 6 months ago
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Casa Woodstock is a residential project with 2 and 3 BHK apartments. The residential project gives you ready-to-move homes at affordable cost and with a super built-up area. It has with area of 1060 sq ft to 1813 sq ft.
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townesmuses · 21 days ago
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hey! você está conhecendo iris vanderbilt, uma jogadora de pôquer de 24 anos que reside em woodstock (illinois). escorpiana, nasceu em 21 de novembro de 1999, sendo sempre confundida com sabrina carpenter.
biography:
dorothea bianchi não sabia fazer nada na vida. na verdade, ela era apenas um rostinho bonito que encantava a todos nos inúmeros concursos de beleza que perpassavam o estado de illinois. veio de uma família rica, onde o pai era político e a mãe era dona de casa, mas diferente do que se esperava, ela não aprendeu a costurar, limpar e cozinhar. ela era apenas bonita. e, mais tarde, no auge dos seus dezessete anos, prometida a um outro político dez anos mais velho que ela.
o que os pais de dorothea não esperavam é que dante vanderbilt, um famoso jogador de pôquer, iria se apaixonar perdidamente pela menina de seus olhos em um dos concursos de beleza que ela participava. os dois começaram a se encontrar na calada da noite, e seis meses depois, precisaram dar a grande notícia a família bianchi: dorothea estava grávida, e não era de seu noivo.
obrigaram então dotty a casar-se com dante. apesar da mulher não saber nem cozinhar um ovo, arranjaram uma forma de sobreviver com os jogos de pôquer do marido e um concurso ou outro de beleza que ela participava como jurada. escolheram o nome “iris” para a criança que vinha ao mundo, pois diziam que a menina, desde que foi concebida, viria para colorir a vida deles.
como forma de aumentar a renda da casa, dorothea aprendeu a jogar pôquer com dante. ela não era um talento nato, mas aprendia rápido. então iris cresceu em um lar um tanto confuso, indo a cassinos ilegalmente desde cedo e, obviamente, aprendendo a jogar pôquer. como um milagre do destino, a menina parecia ter nascido para isso. era astuta, rápida e estratégica, então, assim que ficou um pouco mais velha, começou a jogar para prover o sustento da casa também. não demorou para ela aparecer nos jornais mais famosos de poker da região, fazendo com que os nomes “la principessa” e "iris vanderbilt" dessem calafrios em adversários.
(tw: câncer, depressão)
quando iris completou seus dezessete anos, o pai desenvolveu um câncer terminal no cérebro, deixando ela e dorothea em questão de dois meses da descoberta. a mãe entrou então em depressão profunda, começando a perder todos os jogos e a afundar-se em dividas. iris tentou manter as coisas nos trilhos com seus jogos, mas não funcionou. percebeu também que, assim como a mãe, também não sabia fazer nada da vida a não ser jogar.
(fim do tw)
com toda a situação se agravando, aos vinte anos, iris começou a fazer o que seu pai sempre dizia para ela não fazer: blefar a todo custo e viajar sem parar para diversas casas de jogos. sem surpresa alguma, ela tirava um bom dinheiro jogando, mas ainda não era o suficiente para pagar todas as dívidas que sua mãe acumulava mais e mais ao longo dos anos e para sustentar a casa.
queria ser uma pessoa normal, fazer faculdade e viver sua vida, mas essa não era a realidade. enquanto isso, vivia de jogos, pagando dívidas de sua mãe (que continuava jogando sem parar) e também lidando com o alcoolismo dela. iris mudou-se para um pequeno apartamento em cima de um café em woodstock, mas mesmo assim, a sombra do passado de seu pai a faz ter diversas questões internas, fazendo com que ela tenha que lutar contra monstros de seu inconsciente.
personality:
astuta, rápida e estratégica, essa é iris vanderbilt. muito simpática, tem uma lábia única e encanta a todos que a conhecem. dificilmente você vai ver iris demonstrar sua fraquezas - algo que ela aprendeu no poker -, então geralmente acreditam que ela é apenas um raio de sol. porém, vanderbilt pode tornar-se sombria e vingativa quando levada ao extremo, mostrando uma faceta raramente vista. ela também não tem papas na língua, sendo considerada, muitas vezes, abusada por muitos que a conhecem.
why'd you have to go and lock me out when i let you in?
muse a and muse b have been broken up for a little while, but one day muse a asks to meet up and confesses that they never told their parents that they broke up and they need muse b to pretend they're still together and go to some family event with muse a. cue pretending to still be in love, arguing about why they broke up in the first place, fake kisses that turn hungry, all the yearning and pining, one of them still being in the love with the other !! the possibilities are endless.
development:
ela não entender o motivo de estar ajudando henry.
a relação de ela não ser aceita pela família do ex namorado.
o fato de ela lidar com ser "mãe" da mãe dela.
a vontade de sair fora do pôquer, mesmo que ela ache que só sabe fazer isso da vida.
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carmenvicinanza · 1 month ago
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Grace Slick
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Grace Slick, icona rock della scena californiana degli anni Sessanta e Settanta, è conosciuta soprattutto per aver fatto parte del gruppo Jefferson Airplane, importante riferimento musicale del movimento della controcultura.
Il suo brano, White Rabbit, del 1967, è stato un vero e proprio manifesto del rock psichedelico.
Tra le prime protagoniste del movimento hippie si è distinta anche per aver compiuto gesti di resistenza pacifista anti-establishment. 
Ha avuto un passato turbolento, segnato da eccessi di droghe, alcol e conseguenti incidenti e processi. Una vita intensa e fuori dagli schemi, nella migliore tradizione degli anni della contestazione.
Nata col nome di Grace Barnett Wing a Evanston, Illinois, il 30 ottobre 1939, seguendo il lavoro di funzionario di banca del padre, ha abitato in diverse località degli Stati Uniti prima di approdare a Palo Alto dove ha frequentato il college e si è avvicinata alla scena culturale e musicale della Bay Area di San Francisco.
Nel 1961 ha sposato Jerry Slick, da cui ha preso il cognome. Era un periodo di fermento e ribellione, la coppia viaggiava con un gruppo di amici a bordo di un furgoncino sognando di fare arte e musica.
Nel 1965, ha fondato, assieme al marito e a suo fratello, la band The Great Society, richiamo sarcastico all’espressione che designava il programma politico dell’allora presidente in carica Lyndon B. Johnson.
L’anno successivo si è unita ai Jefferson Airplane sostituendo la cantante, portando in dote due brani che avrebbero assicurato alla formazione un duraturo successo, White Rabbit e Somebody to Love incluse nell’album Surrealistic Pillow, considerato un classico del folk-rock psichedelico, inserito nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi dalla rivista Rolling Stone.
La band ha partecipato a storici concerti tra cui quello di Woodstock nel 1968, al Festival di Wight e ad altre importanti manifestazioni in Europa, dove spesso, sul palco, si alternavano ai The Doors di Jim Morrison.
Hanno anche partecipato anche al documentario di Jean-Luc Godard One American Movie, che li immortalava mentre si esibivano sul tetto di un albergo di New York.
Nell’aprile del 1970, si è resa protagonista di un’azione passata alla storia. Era stata invitata a bere un thé alla Casa Bianca dalla sua ex compagna di college, Tricia Nixon, figlia del presidente allora in carica. Sebbene fosse conosciuta per le sue critiche alle politiche proibizioniste dell’amministrazione in materia di droga, aveva eluso la selezione perché l’invito le era stato fatto col suo cognome di nascita, Wing. Si era fatta accompagnare da Abbie Hoffman, notissimo attivista della sinistra radicale e aveva pianificato di entrare nell’appartamento presidenziale per versare acido lisergico nella teiera. Purtroppo, all’ingresso è stata riconosciuta da un addetto alla sicurezza e allontanata.
Quando il successo della band si stava affievolendo e il gruppo si stava sgretolando, ha registrato anche dei dischi con altri musicisti. Nel 1974 ha inciso Manhole il suo primo album da solista.
Insieme a Paul Kantner ha trasformato i Jefferson Airplane in Jefferson Starship, ma la sua forte dipendenza le ha fatto lasciare la band nel 1978, per poi ritornarci tre anni dopo.
Intanto, nel 1979 è uscito il suo disco Dreams, in cui per la prima volta fa breccia una vena intimistica.
Negli anni ottanta si è distinta per il suo impegno contro la vivisezione e i test chimici sugli animali.
Nel 1985 la band ha cambiato ancora nome dopo una causa intentata da Kantner che aveva mollato, ed è diventata Starship. Grace Slick era rimasta l’unico elemento degli originali Jefferson Airplane che, nel 1989, si sono riuniti per un disco e un tour che li ha visti insieme per l’ultima volta.
Nel 1990 si è ritirata dalla scena musicale e si è dedicata alla pittura  partecipando a numerose mostre nelle più prestigiose gallerie d’arte europee e americane.
Gestisce una sua galleria d’arte a Malibu.
Le sue opere più popolari sono una serie di dipinti basati sui libri di Alice nel paese delle meraviglie, favola lisergica che ha amato da sempre e che le ha ispirato la sua canzone più famosa, White Rabbit che viene sovente utilizzata nelle colonne sonore dei film di Hollywood.
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Storia Di Musica #273 - Todd Rundgren, Something/Anything?, 1972
Le storie di musiche di Aprile hanno avuto il tratto comune di copertine con i fiori. I garofani stilizzati poco rappresentano un disco che, per mantenerci nella metafora, ha la qualità, la quantità e la bellezza di un grandioso orto botanico. Protagonista assoluto di questo capolavoro è Todd Rundgren. È una di quelle figure che in uno studio di registrazione sa fare di tutto: musicista, compositore, arrangiatore, produttore, a cui si aggiungono le magie di tecnico del suono, alcune pioneristiche che faranno scuola, appassionato anche di tecniche di registrazione video, il tutto sublimato in un carattere giocoso e bizzarro, che si rifletterà anche nelle sue scelte musicali e artistiche. È giovanissimo quando entra nel primo gruppo, i Nazz, quartetto rock pop che si rifaceva nel suono al beat inglese degli inizi degli anni ‘60. Nel 1969 i Nazz si separano. Rundgren è già un fiume in piena e pubblica a cavallo tra 1970 e 1971 due dischi, Runt (soprannome che gli ha dato Patti Smith) che ha il primo hit nel singolo We Gotta Get You A Woman, il secondo inaugura la fortunata collaborazione con la casa editrice Bearsville, fondata dal manager di Bob Dylan, Albert Grossman. La casa editrice aveva un meraviglioso studio di registrazione vicino Woodstock, nei pressi dove anche Dylan aveva una graziosa villa di campagna, e lì Rundgren sperimenterà tutta la sua creatività. In primis, come produttore: tra gli altri produrrà Paul Butterfiled, i Badfingers, la band di Robbie Robertson ma soprattutto i Grand Funk Railroad e Bat Out Of Hell di Meat Loaf nel 1977, con cui avrà successi commerciali giganteschi. Tutta la sua passione per la musica si esprime al meglio in questo doppio disco che esce nel 1972: 4 facciate che sono un inno d’amore alla musica, soprattutto la grande stagione del Brill Buildings, della canzone d’autore americana ma dove i spazia verso il rock, il proto punk, le sperimentazioni. Rundgren le prime tre facciate, ed è clamoroso, le suona, le arrangia e le produce tutto da solo: suonando tutti gli strumenti e cantando in tutti i brani. La quarta facciata, pensata come un mini musical concept, lo vede affiancato da un gruppo di grandi artisti tra cui Rick Derringer alla chitarra, Michael Brecker ai fiati, alcuni musicisti della Paul Butterfield Band. La parte personale la registra a Los Angeles, utilizzando anche tecniche rivoluzionarie all’epoca, come un sintetizzatore VSC3, uno dei primi utilizzati (e ci sono dei piccoli frammenti vocali nel disco dove Rundgren ne descrive l’utilizzo, si ascolti la bellezza strumentale di Breathless, che sembra 10 anni avanti il 1972), il resto a Woodstock. Le melodie orecchiabili che nelle note di copertina sono descritte in verità sono un’amalgama disumana di bravura e di passione, sebbene siano chiari i fari di ispirazioni per Rundgren. In scaletta pezzi che diventeranno hit come I Saw The Light, ispirata al suono dei Beatles, It Wouldn't Have Made Any Difference, altra hit, in stile Motown, The Night The Carousel Burnt Down, canzone da night club, cristallina e deliziosa. Sperimenta di tutto: i ritmi latini in One More Day (No World), sonda il blues in I Went To The Mirror, è cupo e dannato nella gotica Black Maria, satura di feedback chitarristici, omaggia persino Hendrix nella bellissima Little Red Lights. Saving Grace inizia con la voce distorta dal sintetizzatore ma continua come una grande ballad alla Bacharach, con degli arrangiamenti perfetti per tutto il disco. Se proprio si vuole concentrare in un brano la varietà di questo lavoro direi che basta Slut, che chiude l’ultima facciata: blues, boogie, rock'and roll urlato sguaiatamente, cori femminili, un vortice che prende spunto dal Wall of Sound spectoriano e che sale di potenza fino alla fine. Una prova magistrale, che lo impone come uno dei maestri della musica, per la sua eclettica grandezza. Il disco vende benissimo, e Rundgren ci prende gusto e ci riprova l’anno dopo con l’ancora più ambizioso A Wizard A True Star (titolo enfatico su come si sente lui stesso nel panorama musicale), dove il suo stile fantasioso raggiunge il massimo, e avrà un singolo in classifica in International Feel e nella rilettura del brano Never Never Land dal cartone animato di Peter Pan. Il trittico si conclude nel ‘74 con un altro doppio, Todd, anche stavolta realizzato quasi tutti da solo. Nello stesso anno, nascono gli Utopia, che lo accompagneranno per il resto della sua carriera, alternando dischi a nome solista a dischi a nome Utopia. Resta il fatto che Something/Anything? rimane una delle più memorabili espressioni di capacità musicali di un singolo musicista, e forse il più grande album “enciclopedico” di power pop. È stabilmente in tutte le classifiche dei più grandi dischi della storia, come esempio anche di eccessiva autostima, che però scivola via subito ascoltando la bellezza delle sue composizioni.
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headlinerportugal · 2 months ago
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Ciclo Aspirina apresentou Madmess e os Amaterazu no Maus Hábitos | Reportagem Fotográfica
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Sam Paio dos Madmess | mais fotos clicar aqui O louco verão dos Madmess teve o seu epílogo na passada noite de quinta-feira, dia 19 de setembro, com um concerto no Maus Hábitos do Porto. Foi uma atuação a contar para o ciclo Aspirina e neste evento houve ainda também outra performance, a dos Amaterazu.
O trio Madmess composto pelo guitarrista Sam Paio, por Pedro Cruz na bateria e pelo baixista Vasco Vasconcelos percorreu a Europa entre os passados dias 11 de julho e 31 de agosto. Espanha, França, Itália, Alemanha e Reino Unido foram os países visitados e de todas as atuações há que destacar as presenças nos festivais Krach Am Bach em território alemão e o nosso lusitano SonicBlast Fest cuja reportagem pode ser lida aqui. O encerramento da tournée teve lugar em Lousada no Inferno das Febras no último dia do mês de agosto.
Atuação muito energética dos Madmess, mesmo de nível elevado. Terminaram com um dos seus temas principais, nomeadamente, com "Stargazer". Sam Paio, o guitarrista deste trio portuense, exibiu-se no seu estilo particular. Fez lembrar o norte-americano Stevie Ray Vaughn, ele também um guitarrista se bem que ligado a um estilo musical completamente diferente. Moral da história: neste estilo rock psicadélico fica-lhe extremamente bem.
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Pedro Cruz dos Madmess | mais fotos clicar aqui Estes Madmess são oriundos de Portugal, mais especificamente do Porto, porém passaram por Londres para poderem expandir o seu raio de influência. O seu percurso iniciou-se no decurso do ano de 2017. Regressaram a solo luso devido ao Brexit e à pandemia. Eles que têm uma paisagem sonora pintada entre o stoner e o krautrock mais antigo.
Os álbuns ‘Rebirth’ de 2021 (com 5 faixas) e ‘Madmess’ de 2020 (com 4 faixas) continuam como os únicos trabalhos discográficos lançados até ao momento.  Estão previstas novidades, a este respeito, durante os próximos meses, muito provavelmente ainda em 2024.
Esse ‘Rebirth’, o mais recente registo, é tido como revelador da verdadeira identidade desta formação. Um álbum perfeito para 2021, psicologicamente denso e espacial. Lançado no ano seguinte a aparição do COVID-19 e no seguimento do confinamento. Editado através da Hassle Records, casa de bandas como Brutus ou The Joy Formidable.
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Madmess no palco do Maus Hábitos | mais fotos clicar aqui O prog-rock esteve também presente representado pelos viseenses Amaterazu cujo projeto é composto por Ricardo Bernardo (voz e guitarra), Ricardo Silva (voz, teclados e baixo) e João Lugatte (bateria). Eles que regressaram à Cidade Invicta, já tinham tocado no Ferro Bar e no Woodstock 69.
A atuação dos Amaterazu foi uma boa surpresa num registo um pouco distinto em relação à dos Madmess, eles que tocaram primeiro nesta última quinta-feira na sala de concertos do Maus Hábitos. O som esteve no ponto certo. Nota diferenciada para o baixista Ricardo Silva não só tocou baixo, fez uso também de flauta e de um sintetizador monofónico tocado com os pés. Os três elementos estavam todos vestidos de igual, com trajes de claras influências nipónicas.
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Amaterazu no palco do Maus Hábitos | mais fotos clicar aqui Esta formação nasceu em 2015, a partir de uma conversa sobre o Japão, o Monte Fuji e os elementos que compõem as histórias. Durante a conversa, um acorde de guitarra soou e ressoou, dando vida a uma narrativa que depressa se preencheu com personagens e paisagens. É aqui que surge o nome Amaterazu, vindo da deusa japonesa do Sol na mitologia Shinto; uma figura que representa a Luz, a expansão da Vida e do Universo e, no fundo, a própria vontade de criar e expandir. Esta narrativa iria dar origem a uma série de eventos musicais e não-musicais que culminaram no lançamento do álbum epónimo em Outubro de 2015.
Além deste álbum homónimo e de debute em 2015 o resto da discografia dos Amaterazu assenta em ‘Sunsun’, EP lançado em 2016, num disco gravado ao vivo no Carmo 81 (sala de espetáculos bem conhecida da cidade de Viseu) em 2017 e ainda na mais recente edição apelidada de ‘Meeting of The Spirits’ em setembro de 2020.
Reportagem fotográfica completa: Clicar Aqui
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Ricardo Silva dos Amaterazu | mais fotos clicar aqui Texto: Edgar Silva e Aitor Amorim Fotografia: Aitor Amorim @ torstudio (Instagram)
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gossipwu · 2 months ago
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Boa tarde, Woodstock. Vamos falar sobre Patrick Thompson, ou melhor, o invejoso obsessivo que não sabe lidar com rejeição. E um pequeno aviso: depois de lerem isso, talvez vocês até se sintam aliviados por ele estar morto.
Patrick e Alec eram inseparáveis desde a infância, mas como sempre, a vida muda. Alec arranjou um namorado e, claro, Patrick foi jogado para escanteio. No começo, ele tinha ciúmes da melhor amiga, mas, não se enganem, sua atenção logo mudou para quem? Isso mesmo, o namorado dela, Victor. O ciúme se transformou em obsessão, e Patrick, cansado de não ser notado, tomou uma decisão que só alguém totalmente desequilibrado tomaria.
Na noite da formatura, Patrick matou sua melhor amiga a facadas. E não parou por aí — ele deixou o rosto dela completamente irreconhecível. O toque de mestre? Jogou o carro com o corpo dela em um lago e voltou para casa como se nada tivesse acontecido. Dois dias depois, encontraram o carro com o corpo, mas claro, Patrick foi esperto o suficiente para apagar todas as provas e não deixar rastros. Agora, a cereja do bolo: Victor, o namorado da amiga assassinada, ficou devastado. E lá foi Patrick, o 'bom amigo', consolar o pobre rapaz. Mas, como sempre, Patrick não suporta um 'não'. Quando ele se declarou e foi rejeitado... adivinhem? Isso mesmo, ele matou Victor também.
Então, Woodstock, o que acham dessa história? Ainda acham Patrick Thompson um pobre coitado? Ou será que, no fundo, estão aliviados por ele ter morrido? Afinal, com tantas mortes acontecendo, com quais vocês realmente se importam?
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