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#Calabria Eri
giancarlonicoli · 1 year
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24 giu 2023 19:22
“SONO IL PRESIDENTE SANDRO PERTINI”; “SEMPRE ‘STI SCHERZI DE MERDA. IO SONO FELICE GIMONDI, VA’ A DAR VIA IL CUL…” - ENRICO BERTOLINO RACCONTA LA TELEFONATA DELL'EX PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (E LA MITOLOGICA RISPOSTA DI UN AVIERE BRESCIANO) NEGLI ANNI IN CUI HA PRESTATO SERVIZIO MILITARE NELLA BASE NATO DEL MONTE VENDA - “C'ERA UN TENENTE CON IL CAPPELLO DA NAZISTA CHE DICEVA: 'OGGI LA GUERRA NON C’È MA, SE ARRIVASSE, VI FARÒ PISCIARE CHEROSENE'” - IL NONNISMO: “A UNA RECLUTA GLI DIEDERO FUOCO DOPO AVERLO COSPARSO DI ALCOOL...". E LA NOTTE DELLA STRAGE DI USTICA... -
Estratto dell’articolo di Luca Bottura per “OGGI”
Il 27 giugno 1980, alle 20.59, un missile abbatteva sui cieli di Ustica il Dc9 Itavia I-TIGI in volo da Bologna a Palermo, uccidendo 81 persone. Sparato da chi? Un Mirage francese oppure da chi altro? Il bersaglio era un Mig libico ritrovato settimane dopo in Calabria? Lo Stato italiano non collaborò, diciamo così, alle indagini.
La verità, emersa a frammenti subito dopo lo schianto, è solo in parte stabilita da decenni di processi. Nella base Nato del Monte Venda (Padova) era in servizio Enrico Bertolino: comico, attore, formatore. Soprattutto amico mio. Questo è il suo racconto.
Come mai eri lì?
«Mio padre aveva corrotto un maresciallo per farmi fare la leva in Aeronautica. Roba da poco, allora si mandavano le piante. Ma mi sa che avesse sbagliato pianta, magari era una graminacea. Così diventai controllore di volo nelle viscere del Monte Venda, dalle parti di Vo’ Euganeo. La base è stata smantellata a fine anni Novanta, anche per un piccolo problema». […]
Come si esplicitava il nonnismo?
«Ricordo un certo Barbero, di Torino: un nonno gli diede fuoco dopo averlo cosparso di alcool perché insisteva a voler finire una partita a Pacman. Altri aspettavano le reclute truccati come i Kiss, quel gruppo musicale con le facce bianche e nere, di notte. Gli facevano fare delle flessioni sulle turche, rompendo delle bottiglie e facendogli mettere le mani sui vetri e con la faccia dentro alla turca».
Lo segnalavi?
«Lo segnalavo. Gli ufficiali mi rispondevano: “Va bene, ne prendiamo atto”. E basta: usavano gli anziani della caserma per sbrigare le incombenze noiose». […]
Com’era strutturata la base?
«Era un luogo nevralgico con centinaia di addetti, aveva la responsabilità della difesa aerea fino a Roma. Fu anche il primo focolaio di ribellione dei controllori di volo militari che volevano essere “civilizzati”. Per far rientrare lo sciopero telefonò anche Pertini, ma al centralino c’era un aviere bresciano che si esprimeva a suoni gutturali, spesso vittima di scherzi da parte dei “nonni”. Alzò la cornetta: “Sono il presidente Sandro Pertini, voglio parlare con il generale Vittoriano Cecchini”. E lui: “Sempre ‘sti scherzi de merda. Io sono Felice Gimondi, va’ a dar via il cü”. Prese venti giorni di consegna».
Chi eri a vent’anni?
«Ero senza arte né parte. Lasciai una fidanzata, come tutti. Ma ero contento di non fare la coda al telefono a gettoni. Uno che fu abbandonato a distanza, Pedrazzini, tornò in camerata e bevve una bottiglia di Vecchia Romagna. Andò in coma etilico».
Sembra il bar di Guerre Stellari.
«Era il disagio degli anni Ottanta. C’era uno di Bologna che fumava canne a ripetizione. C’era l’eroina… A Macerata, durante l’addestramento, incontrai un tenente che portava il cappello da nazista: “Oggi purtroppo la guerra non c’è ma, se arrivasse, vi farò pisciare cherosene”». […]
Quella sera dov’eri?
«Nel tunnel, pronto per montare in servizio. All’improvviso gli ufficiali si chiudono dentro e comunicano: “Ragazzi, stasera qua sotto non entra nessuno”. C’era un tenente colonnello che si esprimeva a monosillabi e buttava giù il telefono. Fibrillazione. Dopo un po’ ci dicono: “Prendete il pullman e portatevi giù alla base”. E io: “Ma come, devo fare il mio turno”. E loro: “Tutti via, tutti via”».
Reazione?
«“Che culo, stanotte si dorme”. Però poi, sapendo che quel che era successo, ci dicemmo che qualcosa non quadrava». […]
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maref-pics · 2 years
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Cara Nicoletta, che scherzo hai fatto. Te ne sei andata cosi senza darci il tempo di capire, un paio di mesi e via. Quale miglior foto per ricordarti se non il mare, quel mare di Calabria che ci ha visto ridere e crescere estate dopo estate. . Ricordo ogni momento trascorso insieme, quanto ci facevi penare per scendere quegli scaloni da Suso al borgo per prendere il pullman guidato da quello che sarebbe diventato tuo suocero. E le ore davanti allo specchio a truccarti perché mica si usciva senza essere in ordine e agghindate a dovere, ma manco il piede fuori dalla porta mettevi se non eri a posto. E poi quel vezzo di completare il trucco evidenziando con la punta della matita quel piccolo neo simbolo di bellezza. Ma tu bella lo eri davvero con quel visino contornato da una cascata di ricci che sapevi domare e far risaltare. E che dire della tua voce, roca che sembrava avessi una raucedine perenne. . Oh, cara Nicoletta quanti bei ricordi, quante storie ci sarebbero da raccontare di queste vite che durano il lampo di una scintilla nell immensità del tempo. E l' ultimo ricotdo che porterò con me che mi lascia una gran pena ma grata a mia sorella per avermelo fatto,, è di quando eri nel letto dell hospice dove speravi di guarire, cosi ho potuto salutarti in videochiamata ancora una volta, per l ultima volta. Ti ho vista sofferente ma il tuo visetto era quello di sempre o forse i miei occhi ti volevano vedere cosi e la tua voce, oramai poco più di un soffio, era come la ricordavo o forse eran le mie orecchie a volerle sentire cosi. . Cara Nicoletta 61 anni sono davvero troppo pochi per "passare oltre". Ma forse ora sei tra coloro che ti hanno preceduta e amata e ti staranno riempiendo di abbracci, di coccole o forse rinascerai in qualcos'altro, chissa'... .io qui ti ricorderò con affetto, simpatia ma anche con la tristezza per essertene andata troppo presto. . Che la terra ti sia lieve mia cara cugina. Con affetto Maria https://www.instagram.com/p/Cda2IW3t4C4/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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im-a-gay-frog · 4 years
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Eric tossed and turned. It was around 1 pm but she couldn't force herself out of bed. She couldn't do anything but think, but her thoughts were clogged with nothing but memories of Makoto. It hurt, everything hurt all the time. It was so much, too much for her mind to handle. She tried to sit up, but failed horribly, her arms caving in and sending her back down into her pillow. She stared at the ceiling, images flooding her head. They were only of Makoto, smiling, being happy. She watched as the ceiling blurred and it became hard to see. She wiped her eyes.
She forced herself upright, even if she failed several times. She trembled despite it not being cold. She looked down at her hands, her arms, her legs. They were covered it scars, either from battle or bad nights. Most of them were scabbed over or bright pink. The others, were faded but still very clearly there. Eric flung he legs over the bed, and balanced herself on them as she stood. She wobbled a bit, having to hold herself on a chair for a bit of support before walking. She groaned, waves of pain going through her body. She stumbled into the kitchen and to cabinet. She grabbed the bottle of pills and took some out, stuffing them into when mouth and swallowing.
She noticed the bottle was almost gone, though she could have sworn this was the new bottle she got a couple days ago. Maybe she felt like shit because she took too many last time. She could tell for sure, so she sat down on her bed and reached for her phone. She retracted her hand last minute. She had no one to call, no one to talk to but Kamiya, and Kamiya would be disappointed to hear she was taking pills. She leaned forward, running her fingers through her hair and rubbing her temples with her thumbs as she stared at the floor, softly rocking side to side.
"I can't keep going like this," She mumbled under her breath. "I, I can't keep disappointing everyone by existing." She started to sob. "I can't, I can't, I can't, I can't. " She started to say those words like a chant of sorts. She felt numb but she felt pain. She felt dizzy, like the world was spinning around her. She kept shaking, rocking back in forth. Soon, her rocking got faster. It was more like something invisible was tossing her back and forth. She felt sick, like her insides were doing flips.
She had to do this. She had to.
She forced herself to stand, even with her staggering. Slowly, she walked to the kitchen again. She threw open the cabinet and put the pills up. Eric closed the cabinet and started to walk for the door. She stopped for a second, and grabbed some paper. She felt the need to leave something here, just in case.
***
Come on, answer, Kamiya paced around the living room of the mansion. She placed a hand on her forehead and gripped her phone. The line buzzed, but there was no response. No one was answering the phone. Kamiya hung up the phone. This was the 7th time she tried to get up with Eric today. Something was wrong, she knew it. She felt it in her bones. She grabbed her jacket and headed out the door, running to her car. She hurried inside. She needed to hurry. Maybe if she got to Eric's apartment soon enough, maybe nothing bad would happen. Or maybe it had already happened. She had to hope for the best. She sped away, towards Eric's apartment.
She bit her lip nervously as she drove. She turned into the apartment complex and hurried insid, her eyes catching onto the scene of an ambulance. Maybe one of the workers passed out again from low blood pressure.
She hurried up to Eric's apartment and opened her door. She wasn't here, her phone laying on the floor. Kamiya closed the door and cautiously walked in. She couldn't have been attacked by an enemy of sorts, right?
"Eric, where are you? I came to check on you!" Kamiya said loudly and calmly. She looked around, and took a small step forward.
Crunch
She looked around, startled by the sound on paper and summoned her stand. Her eyes landed on the paper, and she de-summoned her stand. She crouched down and picked up the note. It read;
To whoever sees this,
If you're reading this, that means I'm not home and most likely never coming home again. I have not moved, it's futile to search for me. If you're reading this, it means I'm dead or not far from death. There's no point in trying to go after me and stopping me. I've seen how useless my existence is. I'm going to end it, I'm going to do something useful for once. I know you must be so disappointed. I'm so weak, couldn't even do anything right, to the point where I've resorted to death. This is for the best, I promise. The world doesn't need another weakling, another monster like me. I'm sorry if I've disappointed you, but I can guarantee you'll be better off without me.
Signed, Eric
Kamiya felt her jaw drop as tears ran down her face. She threw the note and went to the door, running out into the corridor. She started for the stairs, but collapsed. She started to get up, but her body felt heavy. She looked at the ceiling, a horrible scream escaping her lips. She stumbled up and jumped down the stairs. She got to the lobby of the apartment complex and ran towards the ambulance, that was still there. She managed to get through the crowd, past the news crew and the policd to see what she feared.
It was Eric, her head busted open, blood pooling around her. Kamiya stepped back, horrified. Eric had a small smile on her face. Kamiya felt her knees go weak, and her eyes water. Even with that, she forced herself to walk towards Eric. A cop stepped in front of her, and subconsciously, her stand threw the cop aside, out of her way. She stood over Eric, and collapsed, her hand on Eric's cheek. Her face was already cold with death.
Even with that, Kamiya ordered her stand to look for Eric's soul, to lead it back to her body. She closed her eyes, and began to look. Her soul was gone. Kamiya scowled, but kept looking. It was only until a cop dragged her away did she only accept the truth.
Eric was dead, and there was no way to bring her back.
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ahmedalasadi1 · 4 years
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La Statua della Libertà era un dono che i massoni francesi feceno all'America. Lo scultore della statua era infatti un massone di nome Frederic A. Bartholdi (1834-1904), con il quale Gustave Alexander Eiffel (1832-1923), un ingegnere e imprenditore francese che divenne famoso per la costruzione della Torre Eiffel a Parigi, collaborò con lui massone. Le origini massoniche di questa famosa statua sono confermate sul sito web della Gran Loggia Autonoma di Calabria, dove leggiamo della statua della libertà: 'L'origine massonica della Statua della Libertà è senza dubbio: era, in particolare, un dono della Francia massonica all'America massonica, copia dell'icona che domina la Senna [...]. Secondo la mitologia massonica, le Statue della Libertà simboleggiano la regina Semiramis e Iis. Il Sole che circonda la testa della Statua è anche un simbolo di origine ermetica: che, inoltre, è stato a lungo sotto gli occhi degli italiani, sulle bandiere del Partito Socialista Altamente Massonico e del Partito Socialdemocratico - insieme al Libro della Legge, che, inoltre, sia le Statue della Libertà in mano. La torcia simboleggia l'illuminazione, la luce, la conoscenza: è segno di tradizione primordiale e unica '(http://www.gladc.it/letturecur.htm). In questo video (che fa parte di un documentario) si dice da molti punti di vista che in realtà questa statua rappresenta Lucifero, il portatore di luce secondo i massoni e gli Illuminati, e infatti la statua rappresenta una donna che porta una torcia che rappresenta la luce o l'illuminazione che porta appunto Lucifero (Satana), il dio dei massoni e degli Illuminati.
La Statua della Libertà è Lucifero, e gli Stati Uniti sono Satana sulla terra.
Come tutti sanno ora Lucifero significa 'Colui che porta la Luce' ed è stato, all'inizio, tra i più potenti Angeli davanti a Dio.
"Superiore" a Michael e a tutti gli altri in saggezza e bellezza, divenne un rappresentante del peccato primitivo, cioè l'orgoglio.
Privato del Santo Timor di Dio, divenne protagonista di un uso improprio del discernimento, volendo edificarsi a Dio in cielo e corrompendo una moltitudine di angeli:
"Eppure hai pensato: io salirò al cielo, sulle stelle di Dio salirò al trono, analizzerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote del nord. Salirò le regioni superiori delle nuvole, mi renderò uguale al più alto " (È 14, 13-14).
Anche prima di Adamo, dunque, l'orgoglio e il tradimento erano vissuti alle gerarchie più alte:
"Eri un modello di perfezione, pieno di saggezza, perfetto nella bellezza; nell'Eden, il giardino di Dio, eri coperto di ogni pietra preziosa" (Ez 28, 12-13).
QUIS UT DEUS? (CHI, COME DIO?) L'urlo di Michael, tuttavia, sventò i Cieli per ricostituire l'Ordine e punire i Cherubini che credevano erroneamente che Dio "merciante" si sarebbe piegato ai suoi dettami, e alla testa di 2/3 dei Padroni angelici sconfisse e umiliò i ribelli, senza ucciderli.
"Una guerra scoppiò nel cielo: Michael e i suoi angeli combatterono contro il drago. Il drago combatté insieme ai suoi angeli, ma non prevalsero e non c'era posto per loro in cielo..." (Ap 12, 7-8).
Trascinando un terzo degli angeli con lui, Lucifero fu immerso nell'inferno, diventando il principe delle tenebre. "Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'alba? Perché eri sdraiata per terra, signore dei popoli? Ecco la punizione per l'orgoglio e la vanagloria!
Michael, d'altra parte, al premio della fede e dell'umiltà, salì più in alto al rango, diventando Guardiano della Trinità SS e Principe di ogni Milizia Celeste.
Ma veniamo alla statua della "libertà" e ai suoi incredibili punti in comune con Luci-Fer...
L'opera era un dono dei francesi (Massoni) verso l'America.
La sua altezza, di circa 100 metri, era una delle opere più titaniche dell'epoca ed è visibile anche a 40 km di distanza.
Come Lucifero, mantiene una 'torcia' (portatore di luce) che è tra le altre cose alla massoneria simboleggia "conoscere e ragione", così come la Volontà di Lucifero di raggiungere il cielo con la propria luce (e in realtà il braccio è ben elevato......!).
I 7 consigli della sua corona possono anche rappresentare i 7 peccati mortali, ma non solo:
Nel Kabalah ebraico questo numero corrisponde alla lettera di zail, il cui significato è associato alla guerra (!!!) e al conflitto insito nell'uomo.
Il nome dell'opera francese invece è "Libertà che illumina il mondo"... Ufficialmente un titolo bellissimo, ma che in realtà contiene due significati molto pericolosi: "Libertà (di illuminazione) matrice" e "libertà del mondo (dal cielo) -"
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pensierisworld · 4 years
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Ed è passato esattamente 1 anno e 4 giorni dal 4 marzo..
Il 4 marzo..
Maledetto giorno, il giorno in cui tu cara nonnina sei venuta a mancare, il giorno in cui avevo un vuoto dentro, occhi pieni di lacrime, e un nodo alla gola..
E mi ricordo anche il 2 marzo quando tu sei scesa in Calabria promettendomi che il sabato ci saremmo riviste.
Ma sai una cosa? Io avevo un presentimento, sapevo già che quel sabato non esisteva..
Quel sabato ormai si può solo sognare. Anzi neanche, perché qua cui dorme la notte? Io di certo da quando non ci sei tu dormo pochissime ore.
Anzi sai nonna alcuni oggi mi aiutano o almeno ci provano e un poco di più sto dormendo..
Non ricordo neanche i sogni..
Ma comunque io sono sicura che tu da qualche parte ci sei, che mi guardi, mi ascolti quando ti parlo e guardo le stelle, e che mi proteggi anche da lontano..
Che mi dai un segno quando vado in crisi nei momenti di panico, c'è sempre quel segno che mi fa capire se sto sbagliando o no..
Anche se un tuo abbraccio in sto periodo mi servirebbe davvero molto..
Perché un tuo abbraccio era un tuo abbraccio..
Dove lo trovo uno come il tuo?
Ci possono essere simili, ma uguali no, abbracci uguali ai tuoi non esistono..
Preferivo anche che tu saresti rimasta ancora per un po perché sai crescere dai miei 12 anni in su senza una nonna non è che sia tanto bello..
I nonni li ho ma è come se non ci fossero.
E poi tu eri speciale, una Donna con la D maiuscola, una Madre con la M maiuscola e una Nonna con la N maiuscola.
E mi ricordo ancora quando mi chiamavi "picciridda mia".
Quando mi dicevi di volermi bene (ed eri l'unica persona a cui lo ricambiavo dicendolo).
Ma io nonostante tutto e tutti continuerò a raccontare di te fino alla fine.
Racconterò della donna speciale che sei e che sei stata, delle cose buone che hai fatto, i gesti, le parole belle dette, i consigli che mi davi, gli abbracci..
Io da te ho imparato che il bene anche se non viene ricambiato si deve sempre portare, in fondo quello che facevi tu.
Portavi bene e anche se non lo ricevevi continuavi..
E sono stata io che ho sbagliato, che mi sono accorta della tua importanza, del tuo valore, solo quando ti stavo per perdere.. Perché io non ti ho saputa tenere.. Non ho sfruttato i tuoi ultimi giorni che avevo con te e ancor oggi me li rimpiango..
Almeno spero che tu da lassù sia fiera di me no?
Perché io da qua giù lo sono di te.
Spero di non aver sbagliato niente.
Peró guardiamo il lato positivo ora tu sei lassù con tua madre, felice, senza dolori, libera, spensierata, senza visioni, dubbi, problemi, senza niente.. Vorrei essere come te ora
E ora si staranno chiedendo come sempre "a 12 anni che problemi devi avere? Che pensieri hai? Niente!"
Seh nonna credimi se solo ci fossi tu qua.
L'unica persona che davvero mi capiva..
Ancora devono capire che avendo 12 anni ho più problemi, traumi, dubbi e pensieri di tutti loro messi insieme!
Racconteró di te che quando ero da sola ti mettevi con pazienza e mi ascoltavi per ogni singola parola..
Che quando andavo in crisi ti mettevi e mi calmavi, mi davi dei consigli che mi facevano uscire da tutti i problemi..
Avevi una risposta per ogni mia domanda..
Facevi di tutto per me se serviva andavi anche sulla luna..
Ma che ne sanno gli altri di quello che sai tu? Che mi hai capita subito, mi hai sempre ascoltata.
Che hai capito più nei miei silenzi che nei miei discorsi.
Più nei miei abbracci che nelle mie parole..
Ma che ne sanno gli altri delle mie paure? Che oggi cercano di aiutarmi e non capiscono un ca**o di quello che ho, di come sto e di cosa faccio..
Che dicono di capirmi e po non sanno un cacchio di me..
Mi ripetono ogni volta sempre la stessa cosa anche sapendo il perché.. È questo che a me da fastidio, fingono, e io mi sto in silenzio come sempre.. Come mi hai insegnato tu..
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rotolaidadi · 5 years
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Ciao nonno,
meno male che te ne sei andato prima di vedere cosa cazzo sta succedendo quaggiù.
Ti ricordi quando mi raccontavi della guerra, di Mussolini, di quando, il giorno più bello della tua vita - dicevi, Badoglio per radio annunciò l’armistizio?!
Io ti ascoltavo incantato, concentrato, con stupore e una curiosità infinita ...
ti ascoltavo e provavo ad immaginare attraverso le tue parole cosa si provava. Quello che mi trasmettevi con le tue espressioni dialettali malinconiche e scoordinate non lo so descrivere.
So per certo che attraverso di te rivivevo frammenti della tua vita che sembravano lontani anni luce.
Irripetibili.
Beh, caro nonno, non ci crederai mai ma qui adesso sembra di vivere dentro un tuo racconto.
In piazza non ci si può andare, ogni due ore passano le macchine della polizia locale con dei megafoni a dire di stare a casa, di non recarsi in strada.
Siamo tutti rintanati come topi, non possiamo uscire, o meglio, non dovremmo uscire.
Non siamo in guerra nonno, non ci ha attaccato nessuno, però l’esercito porta via le persone morte dagli ospedali che sono strapieni di persone che non ce l’hanno fatta.
Il nostro nemico è invisibile, nessuno è partito per il fronte e nessuno impugna armi.
Anche se tu fossi ancora qui farei fatica a spiegartelo, nonno.
Sono contento che non ci sei, non avrei mai pensato di dirlo, ma sono contento che ti sei risparmiato questo strazio.
Nessuno di noi ha la mimetica, nessuno di noi ha ammazzato qualcuno sparandogli, la gente muore senza che nessuno gli spari ... sì nonno siamo nel 2020, chissà che cazzo abbiamo combinato e chissà cosa cazzo ci aspetta ancora... stiamo aspettando il nostro armistizio nonno... stiamo aspettando che il Badoglio di turno comunichi alla radio che è tutto finito, stiamo aspettando di toglierci la mimetica e iniziare a capire come tornare a casa.
Tu eri a Verona e dovevi tornare in Calabria, noi non abbiamo fatto un passo fuori dalla porta e so che ti sembrerà assurdo ma stiamo aspettando di poterlo finalmente fare.
Continuo a pensare a cosa avresti detto, che consigli mi avresti dato, forse saresti rimasto a bocca aperta anche tu nonno.
Una volta commentando la caduta di un aereo non ricordo dove hai detto “la scienza è fatta di merda” io e Danilo ridiamo ancora oggi, non l’abbiamo mai capita quella frase... la scienza non è fatta di merda nonno, anzi speriamo riesca ad aiutarci in questo momento, siamo sempre noi che facciamo schifo non è cambiato nulla.
Però non tutti nonno, ci siamo anche riscoperti solidali, forti, uniti.
Servirebbero i vostri saggi consigli ma siete i più colpiti, meno male che non sei qui nonno, non avrei potuto nemmeno abbracciarti, il nostro nemico è invisibile e vigliacco ma molto molto potente.
Non avrei mai pensato di sostituire i tuoi racconti con degli altri più moderni, dalla mia bocca, non più riportati dalla tua.
Stiamo aspettando l’annuncio nonno, sembra che manchi ancora molto, moltissimo.
Però la tua storia finiva bene, nonostante tutto, hai potuto raccontarmela.
Ci abbiamo scherzato, abbiamo riso insieme ed era sempre un racconto che guardava un passato lontano, sarà così anche sta volta nonno, però meno male che non sei qui a guardare.
(Giò)
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paoloxl · 5 years
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Un capannone interamente bruciato, in un campo simile ad una discarica. E' qui che abbiamo incontrato i braccianti migranti de la “Felantina” nella giornata di giovedì 8 agosto. La visione del campo e di quello che ha provocato l'incendio è dura ed è una denuncia lampante delle condizioni in cui sono costretti a vivere per lavorare centinaia di migranti, e che prima o poi dovevano  portare ad un terribile disastro. Del capannone bruciato non resta che lo scheletro, tutto all'interno è andato distrutto; ma l'incendio ha toccato anche un capannone vicino. I migranti ora dormono negli altri capannoni, in una condizione chiaramente impossibile, ma già da prima.ì
Siamo andati innanzitutto per portare la solidarietà e la nostra vicinanza dopo l'atroce morte di Eris Petty, di 28 anni, nigeriana, del cui corpo si sono trovati solo resti carbonizzati.
I braccianti ci hanno raccontato quello che è successo, il gigantesco scoppio che solo perchè la maggiorparte erano al lavoro non ha provocato tante altre morti. L'intervento dello Stato e delle Istituzioni ha avuto agli inizi un solo scopo, allontanare i migranti che non hanno potuto recuperare nulla di quello che avevano nel capannone, e in primis i documenti, per cui tanti ora, pur avendo il permesso di soggiorno, senza i documenti è come se fossero “inesistenti. e questo, dicono i migranti, ora è il problema più urgente.
Dopo il primo giorno - hanno detto i migranti - nessuno è venuto, nè istituzioni (giovedì impegnate nel Comitato sicurezza e ordine), nè sindacati. Invece di portare assistenza, tutto il campo poi è stato “ripulito” non delle macerie, ma delle bombole a gas e dei fornelli che permettevano loro di prepararsi i pasti. Per cui al campo senz'acqua si è aggiunto un campo senza cibo.
Mentre eravamo lì è arrivata un'autobotte per l’acqua, rapidamente presa d'assalto; ma i pasti giunti tramite la Caritas e dati da cittadini solidali, commercianti, ecc., sono – dicono i migranti – assolutamente insufficienti. Per cui sono stati giorni anche di fame per tanti di loro.
Una sola struttura era presente con un camper, quello di ‘Medici senza frontiere’, tutti solerti e gentili nel fare da mesi un lavoro di assistenza sanitaria e ora costretti a fare anche un lavoro di indirizzo verso i migranti senza documenti e senza niente.
Il rapporto con i ‘Medici senza frontiere’ è stato ottimo, hanno detto che ci conoscevano, hanno raccontato la situazione e richiesto soprattutto assistenza legale per i migranti, perchè ora le istituzioni dicono ai migranti di andare a fare la denuncia per la perdita dei documenti alla stazione dei carabinieri di Metaponto, ma qui non trovano chi li aiuta ad avere un duplicato o ad accertarne l'esistenza, invece trovano chi li vessa con domande su dove, quando, perchè hanno avuto il permesso di soggiorno, ecc., non tenendo conto che i migranti vengono da tante città e da altri campi come questo, da cui altri sgomberi, altri incendi, altre ricerche del lavoro, li hanno allontanati. Eris Petty era stata prima mandata via dalla questura di Padova e poi dal campo di San Ferdinando in Calabria. Come possono i migranti ora tornare da dove sono venuti alla ricerca dei documenti o del tagliando per il rinnovo o dei documenti dei ricorsi, che sono andati distrutti?
Così in realtà li si vuole ulteriormente clandestinizzare, ricattare, cacciare, nonostante le belle parole sprecate davanti al corpo carbonizzato di Eris, nonostante l'impegno sincero di volerli aiutare che tanti hanno espresso, dal Parroco di Bernalda, ad alcune associazioni, ecc.
Siamo stati accolti dai migranti nel campo molto bene. Appena abbiamo detto chi siamo, cosa facciamo, cosa abbiamo già fatto a Taranto nella lotta per i documenti ai migranti dei centri di accoglienza, i migranti presenti ci hanno raccontato la loro drammatica situazione. Innanzitutto il lavoro che sono costretti a fare: pagati 3 euro all'ora, dopo che si alzano alle 5 e raggiungono il posto di lavoro, chi a piedi, chi con le bici, chi preso e portato nelle campagne. Raccolgono le angurie a Metaponto. E a parte le 3 euro hanno “diritto” a portare un'anguria a casa… E dopo ore di lavoro sotto il sole che brucia la testa, con la schiena dolorante, si portano al campo solo 35 euro in tasca. Un vero inferno il lavoro che si unisce all'inferno del campo!
Ma non c'è né vittimismo, né rassegnazione, e meno che mai un abbassare la testa, bensì una denuncia diretta, ora rabbiosa ora calma e determinata di quello che accade in Italia “dove ci negano anche l'acqua... perfino in Africa non stavamo in queste condizioni”; dove c'è il razzismo di padroni e padroncini, delle Istituzioni che non fanno nulla, dei sindacati – i braccianti hanno fatto un attacco frontale e diretto alla Cgil che pure in queste ore riempie le pagine dei giornali, anche se la sua attività principale è partecipare ai Comitati per l'ordine e la sicurezza.
“Nessuno ci tutela dai salari infami e dalle condizioni di lavoro – hanno detto. Eppure lavoriamo, siamo regolari, abbiamo il permesso di soggiorno... ma siamo trattati come schiavi. In queste ore ci danno una bottiglia d'acqua e dei biscotti... Se non bruciano, viviamo in baracche costruite con tavole di legno imballate con plastica e cartoni, e abbiamo solo materassi e pentolini di rame”.
I migranti ci dicono che sono ben di più dei 500/600 censiti, perchè lì ci sono braccianti che lavorano da tutte le parti e vengono da tutte le parti, portati a lavorare nelle vicinanze o anche fino in Calabria, a Sibari per raccogliere i pomidori.
Ci chiedono, poi, se abbiamo avvocati per essere assistiti nella tragedia dentro la tragedia della questione documenti.
Ci attiviamo subito e stiamo lavorando per fornire, con un avvocato sul posto, un'assistenza. Ma chiaramente diciamo che ci vuole l'azione collettiva, la lotta.
Intanto mentre noi siamo lì a parlare, a prendere accordi, a dare un numero di telefono di emergenza, le autorità preparano una sola cosa, lo sgombero.
Certo, il campo è una discarica, e ora che è bruciato un capannone, sono ancora più sovraffollati gli altri capannoni. Ma qui almeno si fa base per il lavoro. Lo sgombero significa essere dispersi, allontanati da questa possibilità, per di più ora che tanti di loro sono senza documenti. 
Il sindaco parla di pasti confezionati in due scuole ma lui stesso afferma che la cucina in queste scuole valeva per 50 bambini, come dare cibo ad oltre 500 migranti? Così si dice che con lo sgombero i migranti saranno portati in varie strutture di emergenza e temporanee, per pochi giorni e previste sicuramente per un numero inferiore a quello effettivo dei braccianti che sono a Felandina, molti dei quali non vogliono essere censiti alla maniera prevista, perchè spesso si rivela un mezzo solo per espellere.
D'altra parte il sindaco stesso dice che dopo pochi giorni i migranti saranno senza abitazione e quindi per chi vuole rimanere a lavorare ci saranno campi ancora peggiori di questo che dovrebbero lasciare.
E che dire di Eris. Hanno scritto che i figli sono rimasti nel paese natale, ma la stampa, non sappiamo da quale fonte, scrive che forse li ha in Italia e non si sa dove. Neanche il seppellimento è chiaro. Ogni volta che muore un migrante si apre la questione se e come portare il corpo nei paesi d'origine.
Ma a parte Eris, nessuno parla cosa ne sarà delle altre donne presenti nel campo, in numero imprecisato. Le donne nel tempo che noi stiamo al campo appaiono solo quando arriva la cisterna dell'acqua.
Ma non è tempo di limitarsi alla denuncia. Se siamo andati lì ci torneremo nei prossimi giorni è perchè vogliamo dare un contributo di sostegno, di organizzazione e di lotta collettiva. 
Lavoratrici SLAI COBAS per il sindacato di classe
Taranto 
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corallorosso · 6 years
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Salvini, ti sei accorto che in Italia la gente dà fuoco alle donne, o eri occupato a cacciare i migranti? di Giulio Cavalli Ma dov’è la sicurezza di cui è intestatario il ministro Salvini? Quello che ci promette di difenderci dalla sporcizia degli immigrati e dai poveri e che invece non riesce ad evitare un quasi femminicidio annunciato commesso da un uomo peraltro scappato dagli arresti domiciliari proprio per maltrattamenti in famiglia? Dov’è la Bongiorno, tutto il giorno in tutte le televisioni a parlarci di donne e che ora non parla più a nome di una fondazione personale ma ha in mano le chiavi del governo? Ma esattamente avete capito cosa è successo a Reggio Calabria? Ciro Russo ha preso la sua auto, da Ercolano, dai domiciliari, vale la pena sottolinearlo, è arrivato indisturbato a Reggio Calabria. Qui quando ha visto la moglie salire in auto ha tentato di aprirle la portiera dell’auto, lei terrorizzata ha provato a fuggire e nel panico ha perso il controllo. Così lui, Ciro, ha avuto tutto il tempo per cospargerla di liquido infiammabile e darle fuoco, come in un terribile film del terrore, davanti a tutti, per poi darsi alla fuga. Dicono i presenti che la scena fosse apocalittica, con l’auto in fiamme e l’uomo che tranquillamente si allontanava tronfio per avere messo in atto la propria vendetta....È vero che l’italianità del pregiudicato forse non fa gioco alla retorica salviniana, ma non sarebbe il caso di riconoscere che su certe emergenze, su certi fatti, bisognerebbe lasciare da parte le ideologie e converrebbe davvero usare quel pugno duro che invece viene sventolato ogni volta contro i deboli? Forti con i deboli e deboli con i forti. Sostanzialmente vigliacchi. Eppure, ditemi, davvero, vi fa paura quel bambino nero che vi chiede l’elemosina a bordo della strada o temete di più un pregiudicato che sfreccia per 400 chilometri per punire con il fuoco la moglie che ha chiesto la separazione? La sicurezza è un tema troppo serio per farci propaganda e la cronaca nera è un argomento troppo delicato per comprimerlo in un tweet (peggio ancora da ministro dell’Interno) e darlo in pasto ai propri seguaci....Ma se sei al governo non puoi limitarti a roboanti convegni, devi agire con la legge. E allora, nella scala della priorità, siamo sicuri che la legittima difesa (in un paese dove le rapine sono in costante calo) meriti di occupare così tanto spazio mentre in Italia ci sono circa 1.700 orfani da femminicidio?
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ipotesi-controversa · 6 years
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“e ti cerco tra la gente, ma so già che non ti avrò, ti cerco nei miei viaggi, negli incontri che farò.”
mi piacerebbe andare al mare, sedermi a vista mare, lasciare tutto indietro e respirare salsedine.
“mi porteresti al mare?”
“certo”
quel giorno siamo davvero partiti per Genova, non mentivi, hai trovato un posto vista mare che era spettacolare, e siamo rimasti in silenzio per così tanto tempo che mi parso fossero passate ore
“ti piace questo posto Giulia?”
“detesto quando mi chiami Giulia.”
e lo detestavo per davvero quando mi chiamavi Giulia, suonava male, detto da te poi, da te che avevi usato sempre usato nomignoli strani per chiamarmi, per attirare la mia attenzione quando ero assente, con te ma assente, chissà perche mi hai chiamato così. me lo domando ancora quando penso al mare e quando ripenso a Genova, a quel giorno, a quella vista. non avevo mai fatto una pazzia del genere, sparire intendo, sparire per ore intere e andare a Genova solo perche alle sette e trentaquattro di una mattina strana e partita male ti avevo detto di aver voglia di mare. di amare al mare, di amarmi guardando il mare, di amarti davanti al mare.
“sì, comunque mi piace questo posto, grazie per avermi portato qui.”
non so nemmeno hai sentito la mia voce dirti queste le parole, non me l’hai detto mai, eppure mentre dicevo queste parole, tu, tu sorridevi, e penso che mi stessi ascoltando. avevi degli occhi belli quella mattina, tristi e profondi, ed io avrei voluto tanto domandarti cosa c’era che non andava, ma io lo sapevo, io sapevo cosa non andava, e non potevo fingere di non saperlo, con te non potevo fingere mai, perchè mi inchiodavi. e mi sembra di rivedere i dettagli ma il tempo aggiunge sempre falsi ricordi.
“sono contento, sono contento ti piaccia, non sapevo dove portarti, ma il primo posto che mi è venuto in mente è stato Genova, ed eccoci qua.”
ed era davvero bello, e mi avevi stupito, non avevi mai colpi di testa, sempre legato alla tua vita rigorosa che non riuscivo a credere che tu avessi ceduto cosi, alle mie parole di una mattina come tante altre, alle sette e trentaquattro, che forse nemmeno seria, che mi sarebbe bastato un posto qualunque, e tu invece avevi realizzato il mio desiderio, e mai nessuno mi ha ascoltato bene da realizzare un mio desiderio. eppure tu, quella mattina, hai acconsentito a rendermi felice; e tu, tu, invece eri profondamente triste, eri tu a mentire a me, sono stata io ad inchiodarti al muro, come se davanti al mare, tu avessi deciso di rendermi partecipe dei tuoi pensieri, delle tue debolezze, della tua infelicità. mi hai urlato in silenzio di essere triste, ed io sorridevo, se ti ricordi, sorridevo perchè per una volta, una soltanto, ero stata io a capirti senza bisogno di parole.
“hai un gran sorriso tu, lo sai?”
“io non sto sorridendo”
stavo sorridendo, avevi ragione, ma mi infastidiva il fatto che tu te ne fossi accorto così, come se fosse una cosa chiara, lampante e un po’ scontata; credimi quando ti dico che l’unica cosa che non avrei mai desiderato era essere banale ai tuoi occhi, forse perchè significava abbassare le difese, e no, io non ero disposta a tirare il mio muro di certezze, perchè ormai era diventata la mia trincea in una guerra interna di logoramento. era il mio porto sicuro quel muretto che sembrava cedere da un momento all’altro eppure così resistente da non crollare a nessuna scossa interna. ero davvero diventata brava a gestire le situazioni che non erano previste all’interno della mia confort zone. era il mio modo di stupirti. e poi mi hai letto una poesia, una poesia di Catalano, e tu sai quanto mi piacesse Guido Catalano, ci sapeva fare con le parole, lui sì che ci sapeva fare.
“ ma c’hai occhi da ribaltare un camion in corsa sulla Torino – Reggio Calabria il tredici d’agosto a mezzogiorno, c’hai occhi tu il cui colore, lo ammetto mi è doloroso in assenza, in presenza no mi ci tuffo e faccio il record mondiale di apnea poi ci galleggio a pancia in su e m’addormento”
mi dicevi che questa poesia parlava di me, che se Catalano mi avesse visto avrebbe detto di aver scritto di me, che in quelle parole ti ritrovavi sempre guardandomi, che i miei occhi erano un'ottima via di fuga e nel frattempo canticchiavi “take me back to the night we met”, te la ricordavi ancora, e mi chiedevo come fosse possibile che tu mi stessi regalando tanti piccoli pezzi della tua realtà senza chiedermi nulla indietro; in quel momento, guardando il mare ho capito che non c’era nulla da fare, che te ne saresti andato prima o poi comunque, era questione di giorni, forse mesi e nel caso migliore ma allo stesso tempo peggiore, tra anni, ma saresti andato via, perchè io non ero più casa tua, e forse non lo ero mai stata.
“non me ne vado, resterò sempre casa”
“non sai mentire tu.”
sei rimasto in silenzio, hai capito che avevo capito tutto, il nostro essere lì era una segreta ammissione del nostro non avercela fatta, ce lo siamo urlati davanti alla cosa più grande del mondo, il mare, per farla sembrare una cosa piccola, insignificante, eppure no, sembrava grande uguale, te lo posso assicurare, era grande per me, tanto grande che mi pareva di chiudere l’eternità in un barattolo.
“no, non so mentire ai tuoi occhi grandi”
“ci hai provato”
che sconfitta.
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valentinboisleau · 5 years
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É cosí difficile fare qualsiasi cosa in questo momento, cerchi di distratti in qualsiasi modo come continuare a guardare una serie tv qualsiasi, mangiare, alzarsi dal letto.
Mia sorella é uscita di casa e non so dove sia, mio fratello sta guardando HIMYM ma senza vederla realmente, mia madre é al lavoro ma non so quanto sia realmente cosciente, mio padre é giú, in Calabria, dove dovremmo essere tutti noi.
Mio nonno é morto ieri, 8 Aprile 2019, e oggi fanno i funerali ma, a causa della distanza e del poco preavviso, noi nipoti non ci saremo ed é una delle cose che fa piú male.
Sapete, noi ci aspettiamo sempre un addio, era malato di alzheimer da 12 anni, e da un paio era ormai sdraiato su un letto, incosciente di quello che succedeva intorno a lui.
Non ho mai preso in considerazione che non potessi esserci al sui funerale ed é devastante.
Non credo nel paradiso, sono atea, ma ora me lo immagino camminare, come amava fare, coi suoi pantaloni marroni alla fantozzi, le mani dietro la schiena, il cappello in testa, la barba appena accennata, i tuoi piccoli occhi azzurri che ho sempre invidiato nonostante io gli abbia degli stessi colori.
Avrei voluto vivere le giornate con te come faccio con la nonna, ma la malattia ti aveva già portato via ma, almeno eri lí, ora sará difficile entrare in casa, andare in camera tua e non vederti lí, sdraiato sul tuo letto che fissi il quadro che Angela ti ha fatto
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cartacei · 6 years
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Se con te mi fossi solamente svuotato le palle sarebbe stato semplice tornare in equilibrio dopo gennaio. Invece ho iniziato davvero a svuotarmi le palle come mai. Adesso, le volte in cui mi fermo a pensarci, mi faccio infinitamente schifo per questo paio di mesi vissuti a ragionare col cazzo. Quando invece non ci penso davvero mi piace un sacco poter fare il cretino liberamente con chi voglio e finirci a letto. Con te invece il cretino mai, né quando ti sono venuto a prendere né quando ti ho detto di non continuare più, che in fondo lo sapevo che non avrei mai preso il suo posto e che tu con me non saresti andata lontano. Ma svuotato le palle con te, io mai fatto. Riempito il cuore semmai, sorriso dopo ogni bacio, felice mentre seduto alla fontana sul Boccetta ti osservavo parlare al telefono con tua madre o quando tornavo a casa e dopo aver bussato mi scrivevi: ma sei tu? e sulla spiaggia che nelle lenti ti si riflettevano le luci di Reggio Calabria. Svuotato le palle con te, io mai fatto. Perché mi piaceva guardarti stirare i capelli e perdevi 40 minuti a prepararti, stavi in mutandine e non smettevo di ammirare il tuo culo giunonico e le facce buffe che facevi allo specchio, e ti rispettavo per cosa eri e per la maggior parte di parole che dicevi. Svuotato le palle con te, io mai fatto, probabilmente spaventato e non pronto psicologicamente, questo sì.
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im-a-gay-frog · 4 years
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Who's your favorite character and why? ~ Rohan
Honestly, it's Makoto. Sure, she was a traitor in My Darling Angel but in Stars Still Falling Down, she had an arc. I've got a plan for her and it makes her my favorite. (I'd say but it'd ruin the surprise so I'll just say what ya know). She's a character that wasn't based off anyone at all like the others were, (Akunin based of a child rapist I knew, Derek based of a scumbag I had met, Eric based of my irl best friend, Caesar based of Dio and Caesar, and so forth). To be honest, I kind of relate to her. I project my feelings onto her. She was naive, wanting to believe that there was good in everyone. She got tricked by someone she thought she could trust due to being related. Her trust is what gets her every time. That's something I relate to. I've got issues with my trust. I'm willing to trust anyone, just like Makoto. Her relationship with Eric was really cute and I wish I had made a chapter with just the two of them because I had so many ideas for them. That's why there's a dream scene with them together. So, she's my favorite character because she's literally me. I unknowingly made a character who was me. She had gained her confidence back then after the incident with Derek, it was all gone again. But even with being betrayed so many times, she'll never stop letting people in because she knows not everyone is cruel. Not everyone is cruel to a 'monster' like her. She's like a metaphor in a way, (sorry this is all gumbled. I'm ranting at this point), and I love her the most for it.
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Non volevo scrivere più niente su questo tumblr... non avevo più voglia di esprimere i miei pensieri ma non riesco a fare a meno a non scriverti due righe che probabilmente non leggerai neanche, perché se ormai è tutto finito,il mio tumblr come anche io verranno dimenticati...
Mi mancherai per tutta la vita, hai lasciato davvero il segno, lo ripeterò fino alla fine, con te ho sbagliato tutto, ho messo le mie paure davanti a tutto e ti ho fatto del male con i miei troppi demoni dentro di me, non potrò più chiederti scusa, ne tanto meno dimostrarti quando volevo cambiare per un noi e renderti la persona più felice del mondo, ma so che ti amerò fino alla fine e nessun’altra prenderà il tuo posto, lo dico davvero, avrei preferito andasse diversamente, avrei preferito non ferirti così tanto e che tutte le nostre promesse e tutti i nostri piani per il futuro andassero avanti, ma hai preferito scappare via, chi non l’avrebbe fatto, hai fatto bene, sai mi mancherai, hai lasciato un grande, enorme vuoto, sapevo il valore che avevi e quanto meritavi, quanto meritavamo entrambe,mi dispiace che tu veda della mia persona solo la parte brutta e mi dispiace che tu non abbia messo davanti il sentimento che sapevi di avere provato dopo tanto perché eri tanto ferita, questa cosa mi distrugge, perché io volevo recuperare tutto ciò che avevo sbagliato fino ad adesso, e so che non era troppo tardi... ed io ne ero sicura...solo che non sono riuscita a convincerti, vederti lì impassibile alle mie parole è stato bruttissimo, guardarti negl’occhi e non vedere più quello sguardo diverso che mi rivolgevi poche volte è stato orribile, vedevo solo due occhi normali. Mi dispiace Matilde, mi dispiace davvero tanto, volevo almeno lasciare dentro di te il segno, un segno bello dove quando mi pensavi sorridevi e ti mancavo almeno un po’ ed invece lascio solo cose brutte...non volevo te ne andassi, non volevo finisse tutto, non volevo che anche te uscissi dalla mia vita dopo avermi dato tanto, avermi fatto tante promesse, in così poco tempo e senza preavviso...mi mancherà qualsiasi piccola attenzione che mi ricolgevi, ma mi mancherà sopratutto il nostro venerdì sera, quella serata per me d’ora in poi sarà uno strazio... mi mancherà sentirti suonare la chitarra che tanto amavo quando lo facevi, stavi lì tutta concentrata e mi mancherà vedere quanto mi coccolavi e stavi attenta se mangiavo...mi mancheranno le nostre mattine a letto, le coccole e tutte queste foto qui piena di sorrisi e scemenze, noi eravamo questo, non eravamo i miei lati bui e le litigate, eravamo altro, eravamo tutte le cose belle che passavano insieme e spero che un giorno te ne renderai conto e no, non spero tu tornerai, perché non lo farai e ne sono sicura, ma spero che almeno cambierà il pensiero che hai su di me e ti ricorderai solo di quanto eravamo felici, dolci e belle insieme e quanto io potevo amarti... grazie di tutto, grazie anche per essere andata via anche tu senza mantenere una sola promessa, me le ricorderò tutte, anche Amsterdam...
Avrei preferito sentirmi dire ieri sera che mi aspettavi, che aspettavi che il mio periodo brutto passava perché non volevi rinunciare a me e preferivi aspettare che io mi ritirassi su da sola, invece mi sono solo sentita ripetere di andarmene via in Calabria e che tu non volevi più starmi vicino... avrei tanto sperato in una ‘chiusura’ diversa ed invece sei dovuta sparire dalla mia vita da un giorno all’altro... e questa cosa non so quanto mi farà del bene, quando potrò abituarmi a non averti più nella mia quotidianità, sarà dura.Mi mancherai tanto e ti amerò per tanto tempo....
Spero ti sia alzata felice e con un peso in meno oggi, come tutti i giorni che verranno,spero che tu abbia ricominciato bene la tua vita e che non provi nemmeno la metà di quello che sto provando io... ma non preoccuparti, ce la farò per l’ennesima volta, mi rialzerò piano piano e piena di cerotti ma nonostante la tua mancanza mi rimetterò in piedi, sperando che un giorno potrò parlarti e farti vedere di nuovo quanto ti voglio...
Tuo pinguino blu.
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smrsblogs · 4 years
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TAPPING TANGO (high resolution) from Hove Creek Productions on Vimeo.
An animated short by Nancy Snipper. Meet Henry and Abigail – two pay phones in a Montreal metro station that tap dance and tango their way into love.
AWARDS 2018 BEST ANIMATION, Hollywood Hills Film Awards, California BEST ANIME, Rosarito International Film Festival, Baja California, Mexico BEST ANIMATION - JURY, Bangalore Shorts Film Festival, India BEST EXPERIMENTAL SHORT, ARFF Amsterdam // Around International Film Festival SPECIAL MENTION, Arte Non Stop Festival / BA - International Film & Art Festival, Argentina WSTL AWARD WINNER – EXCELLENCE, WRPN.TV Short, Tight and Loose Global Film Festival MONTHLY FINALIST, Oniros Film Awards, Aosta, Italy SEMI-FINALIST, New York International Films Infest Festival (NYIFIF) SEMI-FINALIST, Rome Independent Prisma Film Festival, Italy NOMINATED: BEST of its GENRE, Cutting Edge Film Festival, Pompano Beach, Florida NOMINATED: BEST ANIMATION, Miami Short Film Festival OFFICIAL NOMINEE: BEST ANIMATION, KAPOW Intergalactic FF, North Hollywood, California OFFICIAL NOMINEE: BEST FAMILY FILM, KAPOW Intergalactic FF, North Hollywood, California
OFFICIAL SELECTIONS 2018 The Animattikon Project, Paphos, Cyprus Capitol Hill Film Classic, Washington, DC Directors Circle Festival of Shorts, Erie, Pennsylvania 17th annual Great Lakes International Film Festival, Erie, Pennsylvania Fantasia - Fantastiques Week-ends du Cinéma Québécois, Montreal, Quebec La Guarimba International Film Festival - Children's Animation Competition, Calabria, Italy Hamilton (New York) International Film Festival 13th Annual Hamilton Film Festival, Ontario KinoDUEL International Film Festival, Moscow, Russia Monmouth Film Festival, New Jersey New York Lift-Off Film Festival RIFFA, Regina International Film Festival & Awards Rome Elephant Film Awards Tri-Cities International Film Festival: Worldcon76 film festival, San Jose, California. Tri-Cities International Film Festival: TRIFI film festival, Richland, Washington. World of Film International Festival, Glasgow
SPECIAL SCREENINGS 2018 Filmfest 919, Canadian film makers, Chapel Hill, North Carolina
AWARDS 2019 CERTIFICATE OF MERIT: 2019 Chambal International Film Festival, Rajasthan, India SPECIAL MENTION, Global Shorts, Los Angeles, California FINALIST, Borrego Springs Film Festival, California FINALIST, Fotogramma d'Oro Short Film Festival, Messina, Italy FINALIST, Oaxaca FilmFest –The New Industry Selection SEMI-FINALIST, Utah Film Festival and Awards
OFFICIAL SELECTIONS 2019 FutureFemme screening events in London, Toronto, and Melbourne North Europe International Film Festival: London Edition Greenwich International Film Festival; Connecticut Indy Film Fest; Indianapolis, Indiana Festival International de Film Très Court, Montreal Lebanese Independent Film Festival - LIFF Kansas International Film Festival
AWARDS 2020 BEST ANIMATION, Long Story Shorts, Bucharest
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fortunatoevalentina · 4 years
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Un ragazzo come tanti che per esigenze di lavoro se ne dovuto andare dalla nostra amata Calabria, ci è bastato poco per capire che bella persona eri, ci saremmo dovuti rivedere a Marzo a Perth, ma il virus non lo ha permesso... Ti vogliamo ricordare così, con il sorriso ed il rispetto che ti appartenva. Spero riusciranno a farti gustizia! Non doveva finire cosi.. Riposa in pace amico nostro, riposa in pace Giuseppe Raco! 😭💔 Ci stringiamo al dolore della moglie Enza e della famiglia Raco. (presso Australia, Perth) https://www.instagram.com/p/CCTBxuBpf9X/?igshid=1bsc4wtrykyw2
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lillybriguglio · 5 years
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-GANZIRRI- Da piccola non conoscevo altri posti, ne sentivo parlare però, e quindi la calabria era il canada, la casa rotonda dei miei vicini era la cina, e il pilone la torre eiffel. le palme attorno ai laghi erano le hawaii, e i laghi erano gli occhi azzurri di Ganzirri. e allora salivo sul tetto per guardare il Mondo negli occhi. poi ho studiato geografia, non benissimo, ma il minimo per capire che il mondo non era Ganzirri. mio padre mi diceva che anche se Ganzirri non era il mondo, era di certo il suo posto più bello. io gli ho creduto. mi affaccio da questa finestra da sempre e penso che da li non può vedermi nessuno. ma tu Ganzirri ogni giorno mi hai vista crescere e cambiare, mi hai vista piangere e fumare. mentre tu rimanevi sempre la stessa, senza mai invecchiare. e quando ti ho chiesto se eri tu il posto più bello del mondo, tu sempre modesta mi dicesti che se anche lo fossi stato, io non avrei mai dovuto smettere di cercare. perchè tu non ti offendi e non mi fermi. io troverò un altro posto e sarò felice. e contro la tua volontà io ti porterò sempre con me. perchè Ganzirri dal cuore dei tuoi figli non te ne puoi andare. non sarai il ricordo di un panorama, ne il ricordo di posto, ne un ricordo. la calabria sarà sempre il canada, e la casa rotonda dei miei vicini sarà sempre la cina, il pilone la torre eiffel, e i 2 laghi gli occhi del mondo. perchè alla fine il Mondo è soltanto una casa. ma una casa attorno al lago però. #ganzirri #mondo #lacasadelmondo #sicily #messina #world #travel #eyes #art #digitalart #lillybirilli #lillybriguglio (presso Lago di Ganzirri) https://www.instagram.com/p/B6npqmGqhs7/?igshid=1r4qo8ykl24yj
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