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COME SI MANIPOLA LA NOTIZIA
COME SI MANIPOLA LA NOTIZIA
Videoconferenza del canale YouTube CASA DEL SOLE, trasmessa online in live streaming il 27 febbraio 2024. Teoria e prassi della manipolazione mediatica. Come viene presentata e manipolata una notizia? Come viene percepita dal pubblico dei media dominanti? Ne parliamo con Valentina Ferranti, antropologa, scrittrice, insegnante. Intervista a cura di Jeff Hoffman È oggi, più che mai, necessario un…
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Entanglement quantistico nel passato per migliorare il presente
Viaggi nel tempo che migliorano il presente, lo studio è pubblicato su Physical Review Letters. Un gruppo di fisici dell'Università di Cambridge ha dimostrato che la simulazione di ipotetici viaggi nel tempo, basata sulla manipolazione dell'entanglement quantistico, può risolvere problemi sperimentali che sembrano impossibili da trattare utilizzando la fisica standard. Tale simulazione raggiunge lo scopo una volta su quattro. In altre parole, ha il 75 per cento di possibilità di fallire. La buona notizia è che si sa quando fallisce. Gli appassionati di Ritorno al futuro non potranno non cogliere la somiglianza di ciò che andiamo a descrivere con quanto accade nel secondo film. Mentre Doc e Marty stanno cercando di recuperare Jennifer nella sua futura casa, l’anziano Biff riesce a impossessarsi di una copia del grande almanacco sportivo contenente tutti i risultati tra il 1950 e il 2000. Poi consegna l’almanacco al sé stesso più giovane, modificando così il passato e creando un “1985 alternativo”, in cui diventa ricchissimo perché, scommettendo sul futuro già scritto, riesce ovviamente a vincere tutto. Ecco, i ricercatori dell’Università di Cambridge hanno dimostrato che manipolando l’entanglement – una caratteristica della teoria quantistica che fa sì che le particelle siano intrinsecamente legate – sono in grado di simulare ciò che potrebbe accadere se si potesse viaggiare indietro nel tempo. In questo modo sarebbe possibile, in alcuni casi, modificare retroattivamente le azioni passate e migliorare i loro risultati nel presente. In altre parole, sarebbe possibile creare un “presente alternativo” migliore. La possibilità che le particelle possano viaggiare all’indietro nel tempo è un argomento controverso tra i fisici, anche se gli scienziati hanno già simulato modelli di come potrebbero comportarsi tali loop se esistessero. Collegando la loro nuova teoria alla metrologia quantistica, che utilizza la teoria quantistica per effettuare misure altamente sensibili, il team di Cambridge ha dimostrato che l’entanglement può risolvere problemi che altrimenti sembrano impossibili. «Immaginate di voler inviare un regalo a qualcuno: dovete spedirlo il primo giorno per essere sicuri che arrivi il terzo», dice l’autore principale David Arvidsson-Shukur, del Hitachi Cambridge Laboratory. «Tuttavia, ricevete la lista dei desideri di quella persona solo il secondo giorno. Quindi, in questo scenario che rispetta la cronologia, è impossibile sapere in anticipo cosa vorrà come regalo e assicurarsi di inviare quello giusto. Ora immaginate di poter cambiare ciò che avete inviato il primo giorno, avendo le informazioni della lista dei desideri ricevuta il secondo giorno. La nostra simulazione utilizza la manipolazione dell’entanglement quantistico per mostrare come sia possibile modificare retroattivamente le azioni precedenti per garantire che il risultato finale sia quello desiderato». La simulazione si basa sull’entanglement quantistico, che consiste in forti correlazioni che le particelle quantistiche possono condividere, a differenza delle particelle classiche – quelle governate dalla fisica quotidiana – che non possono farlo. La particolarità della fisica quantistica è che se due particelle sono abbastanza vicine l’una all’altra da interagire, possono rimanere “connesse” anche quando sono separate. Questo è alla base dell’informatica quantistica: lo sfruttamento delle particelle connesse per eseguire calcoli troppo complessi per i computer classici. «Nella nostra proposta, un fisico sperimentale connette intrinsecamente due particelle», spiega la coautrice Nicole Yunger Halpern, ricercatrice presso il National Institute of Standards and Technology e l’Università del Maryland. «La prima particella viene poi inviata per essere utilizzata in un esperimento. Una volta ottenute nuove informazioni, lo sperimentatore manipola la seconda particella per alterare effettivamente lo stato passato della prima particella, cambiando l’esito dell’esperimento». «L’effetto è notevole, ma si verifica solo una volta su quattro», riferisce Arvidsson-Shukur. «In altre parole, la simulazione ha il 75 per cento di possibilità di fallire. Ma la buona notizia è che si sa quando fallisce. Se rimaniamo nell’analogia del regalo, una volta su quattro il regalo sarà quello desiderato (per esempio un paio di pantaloni), un’altra volta sarà un paio di pantaloni ma della taglia sbagliata, o del colore sbagliato, oppure sarà una giacca». Per dare al loro modello una rilevanza tecnologica, i teorici lo hanno collegato alla metrologia quantistica, ossia alla metrologia che tiene conto delle correlazioni quantistiche. In un comune esperimento di metrologia quantistica, i fotoni – piccole particelle di luce – vengono fatti brillare su un campione di interesse e poi registrati con uno speciale tipo di telecamera. Affinché l’esperimento sia efficiente, i fotoni devono essere preparati in un certo modo prima di raggiungere il campione. I ricercatori hanno dimostrato che, anche se imparano a preparare al meglio i fotoni solo dopo che questi hanno raggiunto il campione, possono usare simulazioni di viaggi nel tempo per modificare retroattivamente i fotoni originali. Per contrastare l’alta probabilità di fallimento, i teorici propongono di inviare un numero enorme di fotoni entangled, sapendo che alla fine alcuni porteranno le informazioni corrette e aggiornate. Poi userebbero un filtro per garantire che i fotoni “giusti” passino alla fotocamera, mentre il filtro respinge il resto dei fotoni “cattivi”. «Torniamo alla nostra precedente analogia sui regali», spiega Aidan McConnell, che ha svolto questa ricerca durante il suo master al Cavendish Laboratory di Cambridge e ora è dottorando all’Eth di Zurigo. «Supponiamo che l’invio di regali sia poco costoso e che possiamo spedire numerosi pacchi il primo giorno. Il secondo giorno sappiamo quale regalo avremmo dovuto inviare. Quando il terzo giorno i pacchi arrivano, un regalo su quattro sarà corretto e lo selezioniamo dicendo al destinatario quali consegne buttare via». «Il fatto che dobbiamo usare un filtro per far funzionare il nostro esperimento è piuttosto rassicurante», conclude Arvidsson-Shukur. «Il mondo sarebbe molto strano se la nostra simulazione di viaggio nel tempo funzionasse sempre. La relatività e tutte le teorie su cui stiamo costruendo la nostra comprensione dell’universo sarebbero fuori dalla finestra. Non stiamo proponendo una macchina per viaggiare nel tempo, ma piuttosto un’immersione profonda nei fondamenti della meccanica quantistica. Queste simulazioni non consentono di tornare indietro e modificare il proprio passato, ma permettono di creare un domani migliore risolvendo oggi i problemi di ieri». Insomma, non è esattamente come salire su una DeLorean… ma anche così non sembra essere male. Per saperne di più: Leggi su Physical Review Letters l’articolo “Nonclassical Advantage in Metrology Established via Quantum Simulations of Hypothetical Closed Timelike Curves” di David R. M. Arvidsson-Shukur, Aidan G. McConnell e Nicole Yunger Halpern Read the full article
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Report, quanto conta la libertà di stampa in Germania e nell’Italia diversamente democratica di Vittorio De Vecchi Lajolo Qualche giorno fa in Germania ha occupato le prime pagine dei giornali la notizia dell’aggressione verbale perpetrata in diretta televisiva da Thomas Hornung, assessore della città di Mannheim in quota Cdu (centrodestra), ai danni dell’inviata di Swr (la rete pubblica dei Länder del Baden Württemberg e della Renania) al punto da costringerla a interrompere la trasmissione. Natalie Akbari stava commentando lo svolgimento del congresso della Cdu del Baden Württemberg – un congresso particolarmente delicato, poiché conseguente alle dimissioni del deputato al Bundestag nonché capo della CDU di Mannheim Nikolas Löbel, travolto da una serie di scandali, tra cui una provvigione di 250.000 euro incassata per aver facilitato la conclusione di contratti di fornitura di mascherine FFP2 cinesi a due aziende di Heidelberg. Naturale che il racconto della giornalista non fosse propriamente lusinghiero per la Cdu, motivo per cui Hornung ha ritenuto di zittirla con alcuni dei più popolari trucchi tratti dal manuale del Piccolo Censore: “questa è sfacciataggine pura”, “io so come si fa il giornalista”, “lei non fa un lavoro serio, distorce i fatti”. Diretta interrotta, stracci che volano e poi unanime condanna da parte non solo degli altri partiti e dei commentatori terzi, ma anche da parte di alcuni colleghi di partito che chiedono l’espulsione di Hornung. Su un punto in particolare concordano tutti (compresa la stessa Cdu): libertà ed indipendenza della stampa sono beni sacri in una democrazia – guai a intaccarli. Sembra un ragionamento logico? Bene, nell’Italia diversamente democratica le cose non funzionano così, e lo si è visto nel caso di Report. Il fatto stesso che un gruppo di parlamentari della Commissione di Vigilanza Rai chieda ufficialmente chiarimenti sul contenuto di un servizio giornalistico è sintomo di una profonda crisi d’identità: la Commissione di Vigilanza è fatta per garantire il pluralismo dell’informazione e “l’indipendenza, l’obiettività e l’apertura alle diverse tendenze politiche, sociali e culturali, nel rispetto delle libertà garantite dalla Costituzione”. Non è nata per valutare o addirittura giudicare il contenuto editoriale dei programmi della Rai: in un sistema liberale la stampa si commenta, si critica, ma non si manipola, zittisce, né tantomeno punisce (a meno che non sussistano gli elementi costitutivi di un reato, s’intende). Perciò, anche se Sigfrido Ranucci avesse davvero “esaltato i no-VAX” – come sostiene qualche barbagianni che la puntata di lunedì 1 novembre evidentemente non l’ha vista – sarebbe una gravissima violazione della libertà di stampa se venisse punito o costretto a rettificare. Paradossalmente, la Commissione di Vigilanza dovrebbe invece garantire che persino i no-vax abbiano accesso alla rete pubblica, in quanto espressione di una “certa” tendenza sociale. Comunque, non è davvero necessario fare ipotesi di scuola, perché basta aver visto la puntata incriminata per sapere che non c’è stata alcuna esaltazione di posizioni no-vax o antiscientifiche, bensì esattamente il contrario: una disamina seria e onesta delle diverse posizioni scientifiche e politiche variamente sostenute sulla gestione della pandemia, che inevitabilmente ha messo anche in luce le storture, gli errori e le indecenze commesse in Italia ed altrove. Insomma, ci sarebbe solo da fare i complimenti a Ranucci per aver fatto informazione di qualità e per aver portato all’attenzione del grande pubblico problemi seri che, una volta noti, potrebbero anche essere affrontati. Invece no: per un manipolo di valorosi parlamentari di Pd e PdL (più Renzi), si tratta di “un lungo compendio delle più irresponsabili tesi No Vax e No Green Pass”. L’aspetto più tragicomico è che non si capisce proprio perché siano disposti a negare l’evidenza a costo di coprirsi di ridicolo. Fossero personaggi notoriamente legati al mondo delle case farmaceutiche, uno potrebbe anche capire (non giustificare) un’iniziativa figlia di un conflitto d’interessi – ma non è questo il caso. Resta il sospetto che non sia altro che una delle innumerevoli espressioni di profonda insofferenza verso i principi fondamentali della democrazia liberale che nutre larga parte della classe politica e dirigente italiana. Basta pensare al prefetto di Trieste Valenti, che ritiene che vada “compressa” la libertà di manifestare, o a chi equipara i non vaccinati a “disertori” (per citare solo la cronaca più fresca) per rendersi conto di come, mutuando le parole del presidente dell’ordine degli avvocati di Milano, sia necessario “recuperare i punti fermi di uno Stato democratico”. Punti che in un paese, come la Germania, sono “fermi” proprio perché non possono muoversi neanche in situazioni di emergenza. Speaker's corner
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CHI MANIPOLA NON TE LO DICE E TI FA PERCEPIRE CHE SEI LIBERO QUANDO IN REALTÀ SEI IN CATENE 😳
Siamo liberi nel nel comprare?
Siamo liberi nel non vestirci alla moda?
Siamo liberi di scegliere veramente?
Siamo liberi di curarci da soli?
Siamo liberi senza tv?
Siamo liberi senza guru?
Siamo liberi senza internet?
Siamo liberi come gli animali nella foresta?
Siamo liberi veramente, secondo te?
Siamo liberi dalle malattie?
Come vedi, e non è colpa tua, non siamo liberi perché dipendiamo da chi ci manipola facendo passare il messaggio che le nostre, sono scelte libere e spontanee ma guarda caso loro sanno Cosa sceglierò in quel negozio, cosa comprerò, cosa proverò a quella tal notizia è come mi comporterò per cui il potere sta nelle mani dei manipolatori di massa!
La bella notizia è che oggi hai la possibilità di liberarti da questa ipnosi di massa sa utilizzi la tua mente potente anche da solo, da sola! Cambia Ora anche con un solo audio mp3 DCS di Autoipnosi DCS Vera e professionale! http://www.ipnologiassociati.com/ SCOPRI DI PIU: https://youtu.be/ADK25gC3UdA #manipolazione#msnipolatori#manipolare#indottrinare#condizionare#truffare#ilbrogliare#imbonire#ipnosidcs #drclaudiosaracino#metododcs #ipnosidcslosangeles #ipnosi #ipnosiregressivadcs #ipnosiregressiva #scritturaautomatica #autoipnosi #autoipnosidcs #audiodcs #mp3dcs#autoipnosi #autoipnosidcs #audiodcs #mp3dcs#drclaudiosaracino#mentecorpo#autoguarigione#ipnosidcs #autoipnosidcs #drclaudiosaracino#ipnosidcslosangeles Disclaimer: Il visitatore/iscritto/membro o cliente accetta di essere l’unico responsabile di qualsiasi effetto risultante dall’ascolto degli audio e/o dall’applicazione delle tecniche e consigli descritti in questo sito e/o suggerite dal nostro supporto al cliente/visitatore/ascoltatore/spettatore. Non facciamo né Diagnosi ne’ terapie ne’ siamo vostri medici, psicologi, psichiatri né ci dichiariamo tali. Se dovessi avere dei dubbi sugli effetti o dubbi sulla tua salute, ti consigliamo di rivolgerti al tuo medico di fiducia o ad altri professionisti della salute, prima di qualsiasi utilizzo o ascolto dei suddetti consigli a titolo informativo e divulgativo. Ne’ l’autore, ne’ l’editore, ne’ il gestore del marchio si assumono alcuna responsabilita’ nell’uso proprio o improprio dei nostri video e/o audio e consigli
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Elio Germano: 10 cose che non sai sull’attore
Nuovo post su italianaradio http://www.italianaradio.it/index.php/elio-germano-10-cose-che-non-sai-sullattore/
Elio Germano: 10 cose che non sai sull’attore
Elio Germano: 10 cose che non sai sull’attore
Elio Germano: 10 cose che non sai sull’attore
Elio Germano è uno di quegli attori per nulla convenzionali e senza peli sulla lingua. Ha dimostrato molte volte al suo pubblico di essere un attore fuori dagli schemi e di essere capace di interpretare ogni ruolo con naturalezza, venendo apprezzato molto per questo.
Il suo scopo è poter fare un lavoro che lo apppaga e non per poter essere famoso, riuscendo a dare vita, con talento ed impegno, a ruoli che ormai sono rimasti nell’immaginario collettivo.
Ecco, allora, dieci cose da sapere su Elio Germano.
Elio Germano film
1. Elio Germano: i film e la carriera. La carriera di Elio Germano inizia nel 1993, quando era un ragazzino, debuttando come protagonista nel film Ci hai rotto papà, per poi frequentare un corso di recitazione durante gli studi superiori. Torna al cinema nel 1999 con Il cielo in una stanza, perseguendo la sua carriera di attore e recitando in Concorrenza sleale (2001), Ultimo stadio (2002), Ora o mai più (2003), Che ne sarà di noi (2004) e Romanzo criminale (2005). La sua carriera continua, lavorando in Melissa P. (2005), N (Io e Napoleone) (2006), Mio fratello è figlio unico (2007), Tutta la vita davanti (2008), La nostra vita (2010) e Magnifica presenza (2012). Tra i suoi ultimi film, vi sono L’ultima ruota del carro (2013), Il giovane favoloso (2014), Suburra (2015), Alaska (2015), La tenerezza (2017), Io sono Tempesta (2018) e Troppa grazia (2018).
2. Elio Germano ha recitato anche in televisione ed è anche sceneggiatore, regista e produttore. Nel corso della sua carriera, Elio Germano ha recitato diverse volte per il piccolo schermo: è apparso nei film tv Cornetti al miele (1999), Il sequestro Soffiantini (2002), Ti piace Hitchcock? (2005) e in alcune miniserie come Padre Pio (2000), Per amore (2002), Ferrari (2003), Paolo Borsellino (2004) e Faccia d’angelo (2012). Inoltre, Germano ha sceneggiato il film tv In arte Nino (2016) e il corto No Borders (2016, di cui è anche produttore) ed è stato regista del cortometraggio Io sono Mabin (2015).
Elio Germano fidanzata
3. Elio Germano ha una vita privata top secret. Tra interviste, red carpet ed eventi non c’è mai stato modo di scoprire qualcosa sulla vita privata di Elio Germano. L’attore si è sempre definito single e non ha mai fatto nomi o rivelato dettagli circa le sue precedenti frequentazioni. Parecchie volte, Germano ha definito di volere al proprio fianco una donna santa, in grado di poterle stare vicino e che voglia crescere dei figli con lui, dato il fatto che la sua vita è da nomade e che le sue sono assenze continue.
4. Elio Germano è diventato padre. Una notizia del genere è sconvolgente quando si parla di un attore che tiene la sua vita sentimentale sotto chiave. Quello che si sa, ad oggi, è che Germano si stia frequentando da qualche anno con una certa Valeria, che di professione farebbe la maestra elementare di sostegno. Di fatto, Germano sta vivendo una storia come si era prefissato, cioè non con un’attrice o con una persone del suo stesso ambiente “Non mi metterei mai con una donna che fa il mio stesso mestiere. Invidio quelli che riescono a farle durare a lungo, ma io non ce la farei. Quando torno a casa devo staccare completamente e con un’attrice rimarrei immerso nel lavoro fino al collo. Mi darebbe ansia, invece nella coppia cerco stabilità”. Con la sua compagna, Germano ha avuto un figlio, nato circa un anno e mezzo fa.
Elio Germano Alaska
5. Per Elio Germano, Alaska è un film di formazione. Alaska racconta la storia di Nadine e di Fausto, lei aspirante modella e lui cameriere: i due si incontrano sul terrazzo di un albergo a Parigi e tra loro nasce una storia d’amore turbolenta. Per Germano, protagonista del film, Alaska non è altro che un film di formazione, basato su dei protagonisti che non fanno altro che percorrere una corsa ad ostacoli per poter raggiungere la felicità, convinti come tutti noi che si possa trovarla nell’ambizione o nel diventare qualcuno agli occhi degli altri.
6. Elio Germano tiene tantissimo ad Alaska. Il fatto che Elio Germano tenga davvero molto ad Alaska non è una novità, tanto da averlo ammesso in diverse interviste. Uno dei motivi principali che lo rende molto protettivo, è il fatto che Alaska è un film completamente originale, che non proviene dal successo di un precedente libro, che si basa su un concept del tutto nuovo e pensato come un tipo di cinema europeo, senza strizzare l’occhio a modelli e senza avere limitazioni di alcun tipo.
Elio Germano La mia battaglia
7. Elio Germano è anche uno stimato attore di teatro. Non solo cinema e televisione: Elio Germano, infatti, è un apprezzatissimo attore di teatro e non solo. Da poco più di un anno, l’attore romano sta toccando tutte le principali città d’Italia con lo spettacolo La mia battaglia, di cui è interprete, regista e co-autore. In questo spettacolo, l’attore manipola gli spettatori, come un comico o un ipnotizzatore non dichiarato, trascinando lo spettatore in un mondo distopico e sulfureo.
Elio Germano Suburra
8. Elio Germano è stato uno dei protagonisti di Suburra. Quando uscì al cinema, Suburra si rivelò essere un film enorme, tanto da diventare un vero e proprio cult. In questo film, Elio Germano è stato uno dei protagonisti, interpretando Sebastiano che Germano stesso ha definito appartenente alla categoria di non sa fare niente e campa sulle spalle degli altri, dando vita all’aspetto sociale che si sopravvive grazie agli altri, quando invece si dovrebbe vivere di rapporti veri con persone fidate.
Elio Germano Cannes
9. Elio Germano ha vinto il premio come Miglior Attore a Cannes. Nel corso della sua carriera, Elio Germano non si è fatto mancare mai niente, neanche i tanti riconoscimenti che lo hanno eletto ad uno dei migliori attori del nostro paese. Nel 2010, l’attore romano ha vinto l’ambito premio al Migliore Attore al Festival di Cannes per il film La nostra vita, ad ex aequo con Javier Bardem per Biutiful.
10. Elio Germano è stato vittima di censura. Durante la premiazione al Festival di Cannes per la sua vittoria come Miglior Attore, sembra che Elio Germano sia stato vittima di una forma di censura da parte del Tg1. Durante il collegamento con Cannes, pare che sia stata eliminata la parte in cui l’attore si rivolgeva alla classe dirigente in tono politico. Non è mai stato chiaro che ciò sia stato un atto voluto, dato che poi la Rai ha ammesso di aver avuto dei problemi tecnici.
Fonti: IMDb, grazia, spettacolomania, teatro
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Elio Germano: 10 cose che non sai sull’attore
Elio Germano è uno di quegli attori per nulla convenzionali e senza peli sulla lingua. Ha dimostrato molte volte al suo pubblico di essere un attore fuori dagli schemi e di essere capace di interpretare ogni ruolo con naturalezza, venendo apprezzato molto per questo. Il suo scopo è poter fare un lavoro che lo apppaga […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Mara Siviero
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11 dic 2018 22:23
MIGRANTI FATTI A MAGLIE - ALTRO CHE UNA FIRMA A MARRAKESH! LEGGETE QUESTO SONDAGGIO DEL PEW RESEARCH CENTER SU QUANTA MIGRAZIONE È PRONTA AD ACCETTARE LA POPOLAZIONE EUROPEA, AMERICANA, INDIANA. E PER QUANTI SI TRATTA DI UN PROBLEMA MODERATO O GRAVE. DA NOI È L'80%, MENTRE IL 71% VUOLE MENO MIGRANTI, IL 18% VUOLE FERMARE IL NUMERO COM'È ORA E SOLO IL 5% È PER L'ACCOGLIENZA. IN GRECIA? IL 2%...
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IL SONDAGGIO IN 27 PAESI
http://www.pewresearch.org/fact-tank/2018/12/10/many-worldwide-oppose-more-migration-both-into-and-out-of-their-countries/#more-309372
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Si fa presto a dare del razzista quando la gente si sente invasa, circondata, minacciata nelle prospettive di lavoro, nella sicurezza, nella vita quotidiana. Quando pensa di avere già raggiunto e forse superato il numero massimo di persone che è possibile accogliere senza alterare la propria esistenza.
Ma questa incertezza vale anche per chi parte, illuso da trafficanti, pagati a prezzo del sangue, e di bugie sulle prospettive nel paese di arrivo Certo, non basta la solita assemblea di burocrati è una firma a svolazzo per dare il problema per chiarito, regolamentato, perfino risolto. Le migrazioni restano il problema più acutamente sentito nell'opinione pubblica mondiale, l'onesto sondaggio che vi proponiamo lo documenta senza dubbi.
Per questo sembra ancora più grottesco che convinti di possedere una bacchetta magica firmino a Marrakech il Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration, che contiene 23 linee guida con cui “evitare sofferenze e caos” nelle migrazioni nel mondo.
Così facile? Evidentemente no se si sostiene al contempo che si tratta solo di una dichiarazione di intenti che non obbliga in alcun modo le nazioni, rassicurazione alla quale in pochi però credono, visto che una legislazione sovranazionale potrebbe inficiare quelle nazionali in materia o comunque creare un sacco di problemi ,contestazioni e ricorsi
Fatto sta che già 46 Nazioni sono fuggite, in testa Stati Uniti, Australia, Israele, Austria, le nazioni dell'est europeo; che l'Italia si riserva il diritto di far votare la decisione in Parlamento; che in Belgio il sì all'accordo è costato l'uscita della componente fiamminga dal governo, che ora va avanti in minoranza fino alle elezioni del prossimo maggio; che infine hanno firmato entusiasticamente suscitando più di qualche sospetto nazioni come la Cina e l'Arabia saudita. Non sarà che questo patto buonista per le migrazioni, che in realtà è stato preparato da esperti tedeschi in Germania, piace a quelli che I migranti li trattano come schiavi quando sono finiti gli schiavi di casa, o che li esportano in Paesi da conquistare?
Resta il fatto che la gente nel mondo non si fida, e degli sbarchi senza regole, della confusione pericolosa tra cercatori di fortuna e rifugiati politici ha paura per tante ragioni.
Leggetevi il sondaggio del centro di ricerche Pew, nella versione originale come abbiamo fatto noi, e non come riportato sui giornali seguendo il modello di Axios, un sito online che dovrebbe essere “degno”, come recita il suo nome in greco, ma che manipola la notizia mettendo insieme Paesi a bassa migrazione, e dunque non preoccuparti, come il Giappone, con Paesi che invece respingono ulteriori arrivi. Il tutto per tentare di dire che l'America è aperta ancora alle migrazioni, nonostante e contro Donald Trump. Non è così, vediamo com'è.
Il sondaggio Pew è stato fatto la Primavera scorsa in 27 Nazioni e rivela sostanzialmente che il 45% degli intervistati vorrebbe non far entrare emigranti nell proprio Paese, il 36% vorrebbe che non aumentassero, solo il 14% dice che dovrebbe essere consentito a un numero più alto di entrare.
Tra i primi c'è la Grecia, l'Ungheria, c'e’ l'Italia, ma anche la Germania, nonostante la politica di apertura della Merkel sia stata accompagnata da una accurata selezione dei migranti. La pensano allo stesso modo la grande maggioranza in Israele, Russia, Sudafrica e Argentina. In ognuna di queste Nazioni meno di un terzo degli intervistati la pensa in modo contrario, nel senso che vorrebbe un numero più alta di migranti. Nei paesi dell'Unione Europea la sensazione di avere troppi migranti in casa è accompagnata un giudizio negativo sulle politiche dell'Unione e della Commissione europea.
Non è soltanto una percezione, come vanno ripetendo sia pur in fase di pentimento i fautori delle frontiere aperte. Di recente in un'intervista al Guardian di Londra sia Hillary Clinton che Tony Blair ma anche Matteo Renzi hanno lamentato che la sensazione diffusa di essere invasi avrebbe spaventato le popolazioni soprattutto europee; tanto che la Clinton a questa sensazione di paura attribuisce, in mancanza di un sano spirito autocritico, una buona parte delle ragioni della sua sconfitta presidenziale nel 2016, e nell’ intervista arriva addirittura a chiedere ad Angela Merkel, le cui politiche pure approva, di ridurre gli arrivi in Europa per indebolire gli argomenti degli avversari.
Non è solo una percezione, perché 258 milioni di persone nel 2017 vivono in un Paese altro da quello in cui sono nati, rispetto ai 153 milioni del 1990.
Più di 2 milioni di persone hanno chiesto asilo in Europa dal 2015, in soli due anni insomma.
Il numero di quelli che continuano a cercare di entrare negli Stati Uniti dell'America centrale è molto più alto, e mentre il flusso in Europa, grazie a politiche anti migratorie e al successo di partiti e governi che si oppongono alle frontiere aperte, è diminuito, la questione è tutta aperta negli Usa, basta pensare alla recente vicenda della carovana dei migranti dall'Honduras, un vero esercito che le opposizioni democratiche e le organizzazioni per i diritti umani vorrebbe impedire a Trump di fermare. Le manifestazioni di protesta si sono di recente concentrate anche contro la polizia di frontiera di cui si contesta l'esistenza e l'attività.
Ancora un po' di numeri, che fanno il loro effetto. I 27 paesi presi in esame da sondaggio ospitano più della metà dei migranti di tutto il mondo. Gli Stati Uniti nel 2017 ne hanno contati 44 milioni e mezzo, la quantità più numerosa del mondo, seguiti dalla Arabia Saudita, 12 milioni e duecentomila, la Germania, 12 milioni, la Russia, 11 milioni 700mila.
Ci sono certamente nazioni che per storia e formazione sono sostanzialmente fatte di immigrati, per ragioni diverse, basta pensare all'Australia, dove il 29% degli abitanti è venuto da fuori, ma che ora ha una politica rigidissima di controllo dell'immigrazione, al Canada col 22%, a Israele, dove è ” tornato” il 24% della popolazione. Diverso il caso della Svezia, che ospita il 18% di stranieri, dopo alcuni anni di una politica pro migrazione che oggi le si è ritorta contro producendo una gravissima crisi politica e di sicurezza .
Circa il 14% degli abitanti degli Stati Uniti e’ di origine straniera. Anche in questo caso parliamo di mondi nuovi, che sono stati fondati da migranti per ragioni storiche le più diverse. Paesi grandi, vuoti, da costruire e bonificare, niente a che fare con la piccola e strutturata Italia.
La ricerca/ sondaggio di Pew documenta anche il problema opposto, ovvero i problemi per Paesi i cui abitanti se ne vanno per emigrare. Tra loro La Grecia è la Spagna, dalle quali sono partiti in tanti negli ultimi anni hanno il numero più alto di intervistati che si lamentano di questa necessità, addirittura l’88%. Segue il Messico col 79% di cittadini che lamentano la partenza di parenti e amici a caccia del lavoro prevalentemente negli Stati Uniti, a volte con futuro incerto, l'India col 64%.
Sono ancora gli indiani il popolo col più alto tasso di migrazione, 16 milioni seicentomila persone. Altro che una firma a Marrakech!
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La notte dello sciamano
Agosto 2010. Campo tendato di Bayanzag nell'alto Gobi. La strada asfaltata più vicina è a 400 chilometri. Arriviamo all'ora di pranzo. Alfredo, la guida italiana, a tavola mi dà la buona notizia: stasera forse potremo incontrare uno sciamano, a qualche chilometro da qui. Era una delle prime richieste che gli avevo fatto appena arrivato in Mongolia, una settimana prima.
Lo sciamano fa sapere che è un buon giorno per contattare gli spiriti, e che sarebbe disponibile anche a fare un rituale, se lo desideriamo. In cambio vuole 3 bottiglie di Wodka. Affare fatto. Alle 17 ci dirigiamo verso due piccole tende, le tipiche gher mongole: entriamo nella prima, arredata con tappeti. E' una specie di sala d'attesa. Intorno la steppa a perdita d'occhio, in tutte le direzioni. Dopo un'oretta l'assistente ci fa entrare nella seconda tenda. Entra lo sciamano. età indefinibile, ma non vecchio.
Non guarda nessuno, non saluta. Prende un ampio pastrano dal quale pendono decine di serpenti e lo indossa, così come un copricapo con quattro lunghe piume d'aquila, che gli nasconde quasi completamente il volto. L'assistente spiega all'interprete che il pastrano serve a proteggersi dagli spiriti, il copricapo a facilitare il contatto. Lo sciamano prende poi un grosso tamburo di pelle di cavallo e comincia lentamente a percuoterlo con una mazza. "Sta chiamando gli spiriti" dice sottovoce l'assistente. Il suono si fa sempre più forte e violento, fino a diventare quasi insopportabile, un ultimo colpo di tamburo e lo sciamano crolla a terra con un movimento innaturale, come una bambola senza fili.
Quando si rialza qualcosa è cambiato. Le sue movenze sono quasi feline, la voce è artefatta, quasi femminile o di bambina. Nella semioscurità della tenda si accovaccia a terra, si fa accendere una sigaretta (spinello?) fatta a mano, fuma in maniera strana, sotto la maschera, al lato della bocca: la sigaretta diventa cenere rossa in tre tirate. Versa in una ciotola argentata della wodka e ne beve un po'. Parla con l'assistente. E' una lingua diversa dal mongolo, mai sentita: il linguaggio degli spiriti. L'assistente traduce in mongolo, la guida traduce in inglese. E si rivolge a me: "Sei tu che hai voluto incontrarmi" dice lo spirito, "dimmi cosa vuoi". Cosa voglio? Io pensavo di fare una specie di intervista allo sciamano, ma cosa si dice a uno spirito? Dico letteralmente la prima cosa che mi viene in mente: "Guariscimi il mal di schiena". E’ un malessere serio che mi tormenta da tempo.
Lunghi minuti di silenzio. Poi lo spirito parla: "Qualcuno qui non crede, perché non va via?". Poi di nuovo rivolto a me: “Vedrò quello che posso fare, ma c'è già un grande sciamano che si prende cura di te". Ancora silenzio, poi chiede all'assistente di farmi avvicinare. Un po' a gesti, un po' a parole, dà delle indicazioni che l'assistente mi trasmette. Mi fa mettere le mani con le palme rivolte verso l'alto, mi dà una sciarpa di seta azzurra da tenere sulle mani. Poi soldi, banconote di piccolo taglio da tenere nella sinistra. E un braccialetto di sfere marroni da tenere nella destra. Esegue un rituale con il fuoco e la ciotola di wodka, pronuncia parole incomprensibili, una lunga litania. Beve e fa bere un sorso anche a me. Lo spirito parla ancora. Dice che più tardi incontrerà il mio spirito da solo, fuori dalla tenda, davanti al fuoco. Poi lo sciamano sembra perdere i sensi. Si riprende, e torna in sé, lo spirito se ne è andato.
Ora si muove e parla normalmente, sembra solo affaticato. Si rivolge direttamente a me. Prende il braccialetto, lo taglia, fa cadere le sfere nella ciotola con la wodka, vi immerge anche un filo nuovo, giallo. Poi infila di nuovo le sfere una per una, lega con tre nodi (felicità, infelicità, felicità, così l'infelicità è chiusa in mezzo, spiega) al mio polso. Prende un sorso di wodka e dalla bocca me la spruzza sul polso. Prende un filo rosso, infila una perla, fa lo stesso con questo secondo filo alla mia caviglia, con tanto di spruzzo di wodka. Dice che non dovrò togliermeli, che sì, ho dei problemi alla colonna e ai reni, ma quando i bracciali si scioglieranno da soli, guarirò. Però non dovrò conservarli, dovrò far cadere le sfere, poi buttarle via. Poi mi fa sdraiare bocconi, con la schiena nuda. Manipola per qualche minuto la zona dei reni e della colonna, conclude con un colpo piuttosto violento. Io sono alquanto preoccupato; ma insomma, me la sono cercata.
Sono passate quasi due ore dall'inizio del rituale, è scesa la notte. Penso che sia finita lì, invece l'assistente dice allo sciamano che durante la trance lo spirito ha chiesto un incontro con me, da soli, all'aperto. Lui appare stupito. I miei compagni di viaggio vengono mandati via, ci verranno a riprendere fra qualche tempo. Restiamo io, lo sciamano, l'assistente, il traduttore.
Andiamo fuori dalla tenda, sotto un cielo stellato come si vedono solo in mezzo al deserto. Accendono un fuoco, io cammino inquieto, quando passo alle spalle dello sciamano un grido mi fa sobbalzare: vengo redarguito, "è pericoloso, ci sono gli spiriti della notte. Lontano dal fuoco e con lo sciamano di spalle non hai nessuna protezione".
Mi fanno sedere vicino al fuoco, a due metri dallo sciamano. Lui prende il tamburo, ripete la scena di prima stavolta in maniera ancora più violenta. Nel momento in cui va in trance fa quasi un salto mortale, poi sembra disarticolarsi, si placa e torna nella strana posizione accovacciata. Ancora sigaretta e wodka, e ancora quella vocetta strana. L'assistente mi dice di guardare lo spirito. Fra me e lui il fuoco. La maschera per la prima volta si rivolge verso di me. Parla sommessamente, l'assistente non traduce, mi fa cenno di fare silenzio. Si allontanano anche i traduttori, rientrano nella tenda, siamo solo io e lo spirito, unico rumore il crepitare del fuoco.
Lo sciamano parla da solo, ma lo fa come se stesse dialogando, con delle pause fra una frase e l'altra. Ride, anche, a un certo punto. Va avanti così per più di un'ora. Segue un lungo silenzio, il fuoco si attenua, intorno la più completa oscurità, siamo un puntino di luce nel deserto. Guardo in alto. La luna non c’è, ma luccicano milioni di stelle. Mai viste così tante.
Lo sciamano esce dalla trance. Sembra stupito di essere lì, arriva l'assistente, parlano a lungo. Mi spiega che non ricorda niente, ma che è la prima volta che il suo spirito chiede di incontrare un altro spirito da soli. Ancora più stupito che mi abbia fatto dei regali, la sciarpa, i soldi. Chiedo se li vuole indietro: no. Gli offro dei soldi per ringraziarlo, li rifiuta. L'assistente dice che è lui che ringrazia me per avergli fatto l'onore di andarlo a trovare.
Le luci dei fari in lontananza segnalano il ritorno dei miei compagni di viaggio. Vado via senza domande, senza risposte. Una storia in più da raccontare.
Sono passati sei anni, ho ancora il filo con le perline alla caviglia. E per quanto sembri impossibile il mal di schiena _ che sia un caso, effetto placebo o arti sciamaniche _ ha smesso di tormentarmi.
(in collaborazione con "L'arte di realizzare l'impossibile") http://www.artedirealizzarelimpossibile.com
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