#Biblioteca di Abano
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M. L. Daniele Toffanin (a cura di). Alla Biblioteca Comunale di Abano Terme la presentazione del DIARIO PANDEMICO AL VENTO DEI FIORI
Riceviamo dalla poetessa Maria Luisa Daniele Toffanin e volentieri condividiamo Piace ricordare la prima presentazione del “Diario pandemico al vento dei fiori” di Maria Luisa Daniele Toffanin, avvenuta giovedì 5 ottobre nella Biblioteca Civica di Abano Terme. Introdotta amabilmente da Andrea Toso, si trasforma in un colloquio denso tra l’editore Stefano Valentini e l’autrice, allargato poi…
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Praglia, la grande e DISCRETA abbazia nascosta tra i vigneti dei colli euganei/Praglia the large and discrete abbey hidden among the colli euganei's vineyards.
Praglia, la grande e DISCRETA abbazia nascosta tra i vigneti dei colli euganei/Praglia the large and discrete abbey hidden among the colli euganei’s vineyards.
Santa Maria di Praglia, in provincia di Padova, non è una abbazia “famosa”. Non ha dato origine a nessun movimento o congregazione nel corso della storia, come la sua “vicina” santa Giustina di Padova, non ha preziose opere d’arte che possono da sole giustificare un viaggio eppure è una di quelle abbazie che ritengo essenziali per conoscere il monachesimo italiano. Praglia infatti è sempre…
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di Tonino Armata
SAN BENEDETTO – Egregio direttore,
Quella notte pioveva sulla maledizione di Milano. La mattina dopo sono andato alla biblioteca Sormani a Milano per una ricerca proprio sul terrorismo rosso. Tornato in redazione, dopo aver tirato fuori i libri dalla borsa ho appreso dell’uccisione di Walter Tobagi. Nelle redazioni dei periodi e in quelle del settore editoriale lo sgomento era altissimo.
Uccidere un uomo in democrazia, nel cuore dell’Europa civile, con un’azione di guerra in tempo di pace, è una cosa semplice se si supera l’orrore di stroncare una vita, a 33 anni. Bisogna nascondersi dietro la siepe spelacchiata della “Trattoria dei Gemelli”, mimetizzarsi tra i passanti con un berretto di lana blu da calare sul volto quando si punta la calibro 9 corto, tenere con l’altra mano un sacchetto di plastica per raccogliere i bossoli dei sei colpi, garantirsi la via di fuga con una Peugeot 204 grigia che aspetta quasi all’angolo con via Valparaiso, col motore acceso.
Però prima ci sono quei pochi minuti in cui l’assassino deve camminare dietro un uomo libero ma già condannato, deve correre quando lui cambia all’improvviso marciapiede e attraversa la strada, e infine deve sparare, cinque volte, mirando alla schiena, alla spalla destra, a un piede, al fianco sinistro, al torace, prima dell’ultimo colpo alla testa, per la sicurezza di ammazzare. Quei sei proiettili corazzati forano la giacca blu, sbalzano la penna stilografica fuori dal taschino: come per ricordare a tutti che Walter è un giornalista, un grande inviato del Corriere
Lo sapevano bene i suoi killer, borghesi giovanissimi cresciuti in famiglie legate ad ambienti editoriali, contigui ai giornali. Addirittura i genitori della fidanzata di Marco Barbone, il Capo del commando che sparò il colpo di grazia, erano amici di Tobagi. Quei ragazzi volevano promuoversi con azioni sul campo per scalare le Brigate Rosse, e avevano fondato la Brigata XXVIII Marzo per ricordare con quella data i quattro brigatisti uccisi due mesi prima dagli uomini del generale Dalla Chiesa nel covo di via Fracchia, a Genova.
Proprio l’improvvisazione e il dilettantismo avevano reso il gruppo permeabile (anche se capace di uccidere), tanto che un’informativa dei carabinieri su un possibile attentato a Tobagi era stata scritta inutilmente e incredibilmente sei mesi prima dell’agguato. E proprio l’evidente conoscenza del mondo dei giornali consentirà di individuare i killer e di arrestarli.
Venti giorni prima di uccidere Tobagi, infatti, avevano colpito un altro reporter milanese, Guido Passalacqua di Repubblica, un giornalista giovane ma esperto, che indagava con rigore il mondo dell’eversione armata. Questa volta avevano suonato il campanello di casa, dicendo che erano poliziotti. Quando Guido ha aperto la porta sono entrati in tre con le pistole spianate, lo hanno legato a terra, e gli hanno scaricato due colpi col silenziatore in una gamba. Poi lo spray sul muro, «Onore ai compagni di Genova», e la fuga giù per le scale, dopo aver staccato i fili del telefono. Tobagi aveva capito: «Nel mirino ora entrano i riformisti, quelli che cercano di comprendere».
In realtà eravamo nel pieno dell’offensiva armata contro i giornalisti. Nata all’inizio di giugno del terribile ’77, quando in due giorni vengono “gambizzati” tre direttori, Indro Montanelli del Giornale, Emilio Rossi del TG1, Vittorio Bruno del Secolo XIX. Bruno lo aspettano di sera a Genova, quando esce dalla redazione per tornare a casa, e un ragazzo gli spara senza dire una parola.
Rossi lo vanno a prendere in via Teulada, il centro di produzione Rai di Roma, dove si sta avvicinando a piedi mentre legge un libro, appena sceso dall’autobus. Sono un uomo e una donna. Rossi cade colpito al femore, al ginocchio e alla tibia, a due passi dal suo giornale. «Vigliacchi» è invece l’urlo di Montanelli mentre prova a rialzarsi da terra aggrappandosi a un’inferriata nel muro in via Manin a Milano, con quattro proiettili nelle gambe, sparati contro il più noto tra i giornalisti italiani.
Spareranno ancora ad Antonio Garzotto, per 15 anni cronista giudiziario del Gazzettino, mentre ad Abano sta andando a prendere la macchina in garage alle 8 del mattino, il 7 luglio ’77. Mezzo chilometro a piedi, leggendo il giornale, finché si spalanca la porta di un furgone, scende un giovane e spara cinque colpi calibro 7,65 mirando alle gambe.
Due mesi dopo altre cinque pallottole contro Nino Ferrero, un ex carabiniere comunista, che si occupa di spettacoli sulle pagine torinesi dell’Unità. Prima degli spari Ferrero alza una mano cercando di fermarli, denuncia il suo stupore: «Che fate, sono un compagno». Nel volantino lo definiranno «servo del Pci». L’ultimo giornalista colpito, il 24 aprile del ’79, è Franco Piccinelli, direttore della redazione Rai di Torino, ferito da sei colpi di pistola in via Santa Giulia, dov’era arrivato subito dopo la fine del Giornale Radio di mezzogiorno.
E a Torino, il 16 novembre del ’77, va in scena il primo delitto organizzato contro un giornalista. È Carlo Casalegno, vicedirettore della Stampa, partigiano e uomo del Partito d’Azione come molti intellettuali piemontesi che scriveranno sul giornale torinese, da Galante Garrone a Mila, a Jemolo, a Bobbio, a Gorresio. Uomo d’ordine liberale, chiede che lo Stato tuteli la democrazia e la libera convivenza contro l’eversione, ma senza ricorrere a leggi speciali.
Sa di essere in pericolo, va e viene dal giornale insieme con il direttore Arrigo Levi, che è scortato. Ma quel giorno ha dovuto cambiare programma, e l’autista del giornale lo lascia solo davanti a casa in corso Re Umberto 54, appena finita la riunione di redazione, all’ora di pranzo. Ha una cartella coi suoi libri nella mano sinistra, le chiavi nella destra, ma quando la porta sta per rinchiudersi la spalanca Raffaele Fiore, con la stessa mano che sparerà nel massacro di via Fani uccidendo la scorta di Aldo Moro: adesso entra nel palazzo insieme con un altro brigatista, Piero Panciarelli, mentre Patrizio Peci è di copertura all’esterno.
Lo chiamano, non lo conoscono nemmeno anche se hanno deciso di ucciderlo, Casalegno si volta e gli sparano quattro colpi con le Nagant alla testa, centrandolo al volto e sul collo. Morirà dopo 13 giorni di agonia alle Molinette, con il figlio Andrea, di Lotta Continua, che innesca una discussione in tutto il movimento, dicendo che «non si spara a un uomo per le sue idee».
Perché sono le idee e le opinioni espresse negli editoriali e nelle cronache che scatenano l’offensiva terroristica contro i giornali. Tobagi aveva appena scritto che i brigatisti «non sono samurai invincibili», Casalegno aveva chiesto la chiusura dei covi e la fine dell’immunità dei guerriglieri urbani fiancheggiatori, per controllare il fanatismo che è «il peggior male italiano», ma senza ricorrere alla violenza «che distrugge la democrazia senza eliminare il terrorismo, anzi gli regala militanti e giustificazioni».
Il narcisismo nichilista dei brigatisti li rende ossessionati dai giornali. Le “norme di sicurezza” dettate da Moretti spiegano che così come si deve portare sempre l’arma addosso, l’acquisto dei quotidiani non va mai fatto nel quartiere dove si abita; il primo comunicato del sequestro del magistrato Mario Sossi è lasciato in una cabina del telefono avvolto nella pagina 23 della Stampa; nel covo torinese di via Foligno la polizia trova un archivio interamente composto da ritagli di quotidiani. Poi gli attacchi.
Un comunicato dell’aprile ’72 spiega che «i giornali confondono la classe operaia contrabbandando la crescente fascistizzazione dello Stato come esigenza dell’ordine pubblico, e preparano il terreno per un attacco finale». Un altro comunicato dell’aprile 1975 denuncia la «guerra psicologica di certo giornalismo, che organizza il discredito delle organizzazioni rivoluzionarie con l’obiettivo di condizionare l’opinione del semiproletariato e delle aristocrazie operaie», e lancia la prima minaccia: «a questi seminatori di odio e sospetti diamo un ultimo consiglio: riflettano prima di stendere l’ultimo pezzo. Perché alla loro guerra risponderemo con la rappresaglia».
Il Capo delle BR, Mario Moretti, esplicita la strategia: «La simbologia delle nostre azioni armate è affilata e precisa come un intervento chirurgico. Sì, colpiamo i simboli della stampa di regime. È criticabile come ogni altra azione armata, ma non più ingiustificata di altre. Ogni nostra azione è simbolica, agisce sul piano dell’immaginario e della rappresentazione politica». Sparano a un simbolo, dunque.
Ma la morte non è una metafora, e le P38 dietro quel feticcio emblematico lasciano a terra uomini in carne e ossa, con una storia e una famiglia, colpiti per il loro lavoro vissuto come una passione e un dovere, per lo sforzo di capire e far capire, per le loro idee: come Walter Tobagi quarant’anni fa.
Ne ha scritto molto, e così bene da diventare un bersaglio, ma il terrorismo rosso che l’avrebbe ucciso non era al centro dei pensieri di Walter Tobagi, in quella primavera dell’80. Sulla scrivania di casa c’era la bozza della copertina del suo ultimo saggio, uscito postumo, “Che cosa contano i sindacati”.
Dopo anni di studi e inchieste, traccia un bilancio del ruolo fondamentale svolto dalle confederazioni negli anni Settanta che non manca però di denunciare gli errori, dalle rigidità e gli eccessi del “pansindacalismo” al «ritardo nel capire le trasformazioni sociali», gli incipienti mutamenti di sistema, «la scelta corporativa che privilegia chi lavora rispetto a chi non trova occupazione» e dimentica la massa dei non garantiti.
Sindacalista egli stesso, da quando è presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti (settembre 1978) si è molto occupato delle minacce poste alla libertà di stampa da quello che Pansa aveva definito «il processo di normalizzazione [dei quotidiani] attraverso il deficit» e dalle grandi concentrazioni editoriali, a cui proponeva di opporsi in concreto rinforzando gli strumenti a tutela dell’autonomia delle redazioni. La sera prima di essere ucciso, al Circolo della stampa, richiamò, tra i vari problemi, la «gestione gelatinosa dei rapporti editoriali».
Anni dopo, l’allora ministro dell’interno Rognoni rivela come Tobagi, che gli aveva fatto la prima intervista dopo l’insediamento al Viminale, fosse tornato a trovarlo. «Era preoccupato della gestione del giornale», racconta: gli spiegava come alcuni argomenti fossero «insindacabili, sembrava seguissero una logica inafferrabile». Walter Tobagi non lo sapeva, ma la P2 era allora al suo acme, anche dentro il Corriere della sera. Il grumo di potere che verrà alla luce l’anno successivo resta un caso da manuale dei meccanismi di svuotamento della democrazia dall’interno.
Quarant’anni dopo, mentre il brigatismo è materia da storici, i temi che attanagliavano il trentatreenne mite ma appassionato che era Walter Tobagi come giornalista, studioso e sindacalista, sono ferocemente attuali.
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Lions Club Abano Terme Euganee organizza, con il patrocinio del Comune di #Montegrotto #Terme, un incontro sulle tutele giuridiche, sociali, giuridiche e di pubblica sicurezza per quanto riguarda le demenze senili e precoci.L'incontro si terr�� martedì 4 dicembre alle ore 21.00 presso la Biblioteca "Alda Merini".
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Le Alpi sono più a Nord a terminare l’orizzonte, ancora con abbondante neve anche a basse quote, qui invece l’erba cresce rigogliosa e parti ed alberi abbondano di fiori. Chi non pratica la montagna in inverno, non vede l’ora di poter uscire di casa e godere dei primi tepori primaverili e magari farsi uno dei primi giri in bici della stagione. Ma se la voglia è quella di salite e discese, a meno di non recarsi in qualche località marittima come la Liguria, non sono molte le località che offrono itinerari “sali e scendi” a basse quote.
Una tappa per ciclisti “navigati”, molto adatta anche alle famiglie è quella dei Colli Euganei e l’omonimo Parco Regionale. I colli appaiono da Padova come una serie di piccole montagnole boscate nettamente separati dalle vicine Prealpi, dai pendii morbidi che si adattano perfettamente agli amanti del ciclismo.
Gli itinerari che possono offrire le centinaia di stradine che attraversano da Ovest ad Est o da Nord a Sud sono tutti dei sali e scendi ideali per chi vuole iniziare l’allenamento di stagione per poi affrontare le cime.
Chi non vuole far così tanta fatica godendo comunque della natura e della storia dei colli non necessariamente deve intraprendere itinerari così complessi. Infatti i colli Euganei sono percorribili in bici lungo un anello di 63Km (circa 70Km se si vuole partire dalla stazione di Padova) quasi interamente protetto, salvo qualche stradina tra paesi e sterrato.
Ne abbiamo provato una parte, sul versante Nord dei colli tra Abano Terme, Vo’ e Rovolon.
Percorrendo la ciclo via da Abano Terme, si incontra quasi subito il Biotopo di San Daniele, detto anche Lago Verde, una delle rare zone umide dei Colli Euganei. La zona è il risultato della rinaturalizzazione di quelle che erano un tempo delle cave di argilla. Se ci si ferma un po di tempo si possono visitare i bacini abbandonati da più tempo dove non è raro osservare alcune specie arboree tipiche della foresta alluvionale quali il salice rosso, l’ontano nero, la frangola. Emergenza naturalistica dell’area è un fiore di colore giallo, un asteracea chiamata dai locali “forbicina nera”.
Proseguendo verso l’Abbazia di Praglia, uno dei luoghi di spiritualità più importanti dell’area dei colli, si scorge la storia geologica di queste colline. Come erroneamente si può pensare i colli non sono formati completamente da calcare come la zona prealpina adiacente. Meglio, non sono esattamente affiorati durante l’orogenesi alpina come i vicini Monti Berici e le Prealpi. I colli offrono una varietà geologica importante, in quanto si sono formati durante due diversi cicli eruttivi. La prima sottomarina ha spinto verso l’alto il fondo di sedimenti argillosi e calcarei dell’antico mare, senza attività eruttiva. La seconda attività eruttiva (30 milioni di anni fa) è terminata con la fuoriuscita di piloni basaltici ancora visibili oggi in molti punti elevati dei colli come il Monte Cinto, il Monte Brusà. In molti punti del nostro percorso sarà facile osservare delle falesie, si tratta di antiche cave di calcare (biancone) utilizzato nella costruzione di molti monumenti e edifici storici, tra cui appunto l’Abbazia di Praglia.
La chiesa risale al 1490, oggi è ancora abitata dai monaci benedettini che curano la Biblioteca Monumentale Nazionale contenente più di 100.000 volumi. Nell’abbazia, è presente anche un laboratorio di restauro di libri e codici antichi.
E’ possibile visitare Praglia accompagnati dagli stessi monaci.
A pochi chilometri da Praglia, dopo qualche leggera salita, non bisogna perdere Villa Vescovi, restaurata dal FAI, oggi visitabile. Una delle più affascinanti ville d’epoca rinascimentale del territorio padovano. Le vestigia esterne che vediamo oggi sono frutto dei lavori voluti dal Cardinale Francesco Pisani per rendere la residenza di campagna, già dello storico latino Tito Libio, una casa di villeggiatura, luogo di incontro per intellettuali e letterati.
Nelle belle giornate vale la pena fermarsi a riposare nell’enorme prato di fronte alla villa.
Il percorso prosegue ora verso Sud superando il Monte Cereo e Monte Grande che fanno da sfondo (volendo, se avete gamba o una eBike, potete tagliare con una bella scorciatoia in salita, ma molto panoramica, tra Treponti e Carbonara).
Sembra che Vo’ prenda il nome dal latino vadum ovvero palude. Nel periodo dominato dall’Impero Romano d’Occidente la zona di Vo’ era attraversata da un ramo dell’Adige, oggi abbandonato. Oggi Vo’ oltre tappa della ciclovia è sede del MUVI il museo del Vino dei Colli Euganei. Se percorrete la ciclabile verso Sud in direzione di Este vi accorgerete che i versanti al Sole dei colli sono piantati a vitigno. Nel 2005 il museo nasce non tanto come museo che narra le arti e mestieri, ma per presentare la testimonianza del patrimonio vinicolo del territorio. Il museo racconta la peculiare vocazione viti-vinicola dei colli e la storia del vino. Qui si possono scoprire gli antenati del prosecco, del cabernet e del moscato.
Ed è proprio degustando un buon vino come il Pinello (autoctono dei Colli Euganei) magari dopo una merenda in uno dei molti locali lungo la nostra strada che terminiamo il nostro giro a Nord dei Colli. Il percorso descritto è adatto a tutti, anche famiglie. Ovviamente i più sportivi possono uscire dalla ciclabile e immergersi nei boschi in collina tagliando lungo le numerose stradine ed esplorando più a fondo il parco. I meno allenati possono noleggiare una eBike e poter percorrere l’intero anello facendo meno fatica, specie in salita.
Info: www.collieuganei.it,
http://www.parcocollieuganei.com/
http://www.consorziotermeeuganee.it/
http://www.stradadelvinocollieuganei.it/
http://www.collieuganeidoc.com
Euganei a primavera: Andar per colli in bici Le Alpi sono più a Nord a terminare l'orizzonte, ancora con abbondante neve anche a basse quote, qui invece l'erba cresce rigogliosa e parti ed alberi abbondano di fiori.
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Made In PoP > eventi Rock in Veneto > settimana dal 13 al 19 Luglio 2017 > stagione 14
Ciao Ciao Made-In-PoPpers, eccoci a cinque newsletter dalla fine, tra poco andiamo in vacanza pure noi. CHECcO & LoRIS «Sostenete la Musica, Andate ai Concerti» ► evento Made In PoP ◄ ▲ ALTROQUANDO Osteria Musicale v.Corniani 32 SANT'ALBERTO di Zero Branco (Tv) GIOVEDÌ 13 LUGLIO, in collaborazione con THREE BLACKBIRDS ed El Borracho Booking, saranno qui i grandiosi The WARLOCKS, band rock psychedelica capitanata da Bobby Hecksher, a preparare loro il palco ci penseranno i "nostri" grandi ZABRISKY, britrock shoegaze su etichetta SHYREC, dopo i live djset targato NEW CANDYS, Da-Non-Perdere! https://www.facebook.com/events/806364492852282/ ► FESTIVAL ◄ ▲ ANIMAL Festival impianti sportivi TORRESSELE di Piombino Dese (Pd) dal 12 al 15 Luglio, il nome del festival è una garanzia di divertimento. scopri gli artisti protagonisti qua https://www.facebook.com/events/121897751735793/ ▲ JAPPELLI Summer Festival corte palazzo Jappelli PIOVE di Sacco (Pd) 4ª edizione di questa rassegna che vedrà imepgnate Venerdì 14 PATRIZIA LAQUIDARA e Sabato 15 Elisa ERIN Bonomo. https://www.saltiditono.org/jappelli-summer-festival ▲ SHERWOOD Festival parcheggio Nord stadio Euganeo PADOVA ultimi giorni di festival, che terminerà Sabato 15 Luglio, tutte le sere con live, dibattiti, teatro, cinema e altro ancora, da scoprire a questo link http://www.sherwood.it/tags/1837/programma-completo-sherwood-festival-2017/articles/1 ▲ OPEN MIND Festival via Manzoni PREGANZIOL (Tv) dal 13 al 15 Luglio l'associazione INPUT organizza presso il parco piscine Stile Libero la prima edizione di questo festival con cibo, arte, danza, benessere e tanta musica, tra cui Radiofiera e Hit-Kunle, programma qui https://www.facebook.com/events/671365986382736/ ▲ FERROCK Festival via Malvezzi VICENZA fino Domenica 16 Luglio presso il parco Retrone va in scena la XXª edizione di questo storico festival. il corposo programma in dettaglio qui https://www.facebook.com/events/1891184641113299/ ▲ CHIAMPO SUMMER LIVE piazza G.Zanella CHIAMPO (Vi) due giorni di musica nell'alto vicentino con moltissime band e expo artistiche, programma http://www.vicenzaunderground.it/eventi-vu/126-altro/3396-chiampo-summer-live-2017-piazza-g-zanella-chiampo-vi ▲ PARK NOISE via Ederle BONAVIGO (Vr) presso il parco biblioteca, dalle 19, musica e divertimento, ci saranno i concerti per PAM ON THE ROCKS e i GENGI SKA. https://www.facebook.com/events/455051834831589/ ► La SETTIMANA ◄ ► GIOVEDÌ 13 LUGLIO 2017 ▲ CA'SANA Cibo Arte Cultura via SS. Fabiano e Sebastiano 13 PADOVA saranno qui i salentini MASCARIMIRÌ e la loro tradinnovazione, le musiche del Salento suonate con attitudine punk d'amore. ▲ AL BAR AMERICANO piazza Vittorio Emanuele II PIOVE di Sacco (Pd) ritmi in levare per sconfiggere la calura estiva per i divertenti POMATA. ▲ Cso DJANGO via Monterumici 11 TREVISO ogni giovedì un angolo di tranquillità in quest'oasi cittadina, sul palco i FLUCTUS LAMB postrock. ▲ Parco SCENICO via G. Garibaldi 65 ODERZO (Tv) ore 21 presso il giardino di palazzo Foscolo secondo appuntamento con lo spettacolo "A ruota libera" storie di ciclisti, con Giovanni Betto e le canzoni di Leo MIGLIORANZA. ▲ AI CROCIFERI campo dei Gesuiti Canareggio 4878 VENEZIA super concerto per la band latin/jazz/rock GATO LOCO direttamente da New York City. ▲ GATTO ROSSO via Forte Marghera MESTRE per la rassegna Mestizo in arrivo da Bologna il collettivo RUMBA DE BODAS, swing/latin jazz/ska. ► VENERDÌ 14 LUGLIO 2017 ▲ FABRICA via Ferrarezza VILLORBA (Tv) Solid Bond Agency vi invita all'incontro e al concerto del musicista d'avanguardia JOHN CALE, già membro dei Velvet Underground di cui si festeggia i cinquant'anni dal disco d'esordio. https://www.facebook.com/events/1776848859293831/ ▲ AL COLLAUDO Bar via Parini SELVAZZANO Dentro (Pd) fresca e divertente serata con i concerti dei BIGANAL ska/rock band e dei FUORITEMPO rock. ▲ PARCO della MUSICA via Venezia PADOVA ripassano da Padova, questa volta in versione estiva, coinvolgenti e divertenti ecco i POP_X elettronica su testi assurdi con attitudine punk. ▲ The REAL PIEVE sagra PIEVE di Curtarolo (Pd) all'interno dello spazio giovani suoneranno Le ISOLE di CERAMICA alternative rock. ▲ LIGHTHOUSE Pub via Noalese Sud 2 NOALE (Ve) serata di rock d'autore in compagnia dei DATIVA. ▲ IL TRENTA feelgood bar via XXX Maggio 21 PESCHIERA del Garda (Vr) gipsy, flamenco e rumba per il TRIOMANZANA. ► SABATO 15 LUGLIO 2017 ▲ FRESHTIVAL via Tiso 14 CAMPOSAMPIERO (Pd) dalle 18 presso il parco di villa Campello si festeggia il quinto compleanno di Reckless Radio, con incontro con l'autore Matteo Righetto, expo artistiche e i concerti per EMBARGO, MOPLEN e BOB BALERA (Dischi Soviet Studio). ▲ Laboratorio I'M via Brustolon ABANO Terme (Pd) farà tappa qui il "Di Imperfezione" tour della cantautrice marchigiana SERENA ABRAMI. ▲ SUMMER Festival piazza Marconi CARMIGNANO di Brenta (Pd) dalle 19 concerti in piazza per le band di musica originale carmignanesi come TUNATONES, JUKE POINT Band, TIMSHEL, WM212 e FRENATA BRUSKA. ▲ BENICIO Live Gigs via E.Porcu 63 Santi Angeli GIAVERA del Montello (Tv) super evento estivo! torna in zona una delle migliori party band di sempre, The FLESHTONES garage'n'roll/NYC/Us, adaprire la serata i CUOREMATTO punk'n'roll e I GILET garage. ▲ LAGO al SILE via Molinella 22 SILEA (Tv) dalle 18 party all'aperto con il concerto degli interessanti FROGGY FOG FLUID e a seguire djset del mitico Marco BELLINI. ▲ NOTTE VOYAGER via Gianeselle 21 POJANA Maggiore (Vi) IVª festa dell'Associazione Voyagaer che vedrà protagonisti live IL LANZICHENECCO, PHILL REYNOLDS e CAPTAIN MANTELL, expo per i bravissimi Marco GAVA, Lisa MARINETTO e molti altri. ▲ GROOVE Bar via Martiri della Libertà LUGO di Vicenza (Vi) psych tropical beat con influenze electro per il quartetto degli INDIANIZER + djset. ▲ VIAROMA17 via Roma 17 DUEVILLE (Vi) in concerto qui l'one/man/band TAB_ULARASA lo-fi/dyi di alta qualità + expo artistica Agenzia di Viaggi Interplanetaria. ► DOMENICA 16 LUGLIO 2017 ▲ NOVA Rivoluzione via Borgo Treviso 78 CITTADELLA (Pd) dalle 18 di una domenica estiva, ci saranno i concerti delle alternative band MOTHERFLOWER, QALIA e CORVO + djset Ordinary Noise. ▲ IL CHIOSCO via Ariosto 10 PADOVA vengono dal Canada e portano il loro whiskeyabilly, rock-folk intrecciato a punk gitano, sono i travolgente The STEADY SWAGGER. ► LUNEDÌ 17 LUGLIO 2017 ▲ CARTAVETRATA San MARTINO di Lupari (Pd) in collaborazione con EARLY Treviso house concert per TAKUMI FUKUSHIMA e la sua "solo" performance Yumè, concerto solo su prenotazione Tel. +39.339.2227373 info[at]cartavetrata.eu . ► MARTEDÌ 18 LUGLIO 2017 ▲ BINARIO UNO piazzale Duca D'Aosta 7 TREVISO torna ad esibirsi nella Marca dopo ben cinque anni TAKUMI FUKUSHIMA e la sua "solo" performance Yumè. ► MERCOLEDÌ 19 LUGLIO 2017 ▲ MIRA ON AIR riviera Trentin 3 MIRA (Ve) inaugura stasera, fino al 23 Luglio, presso il parco di Villa Leoni con i concerti di GIORGIO POI e EX-OTAGO. info e dettagli http://www.miraonair.it/ • https://telegram.me/madeinpop/ • https://www.facebook.com/Shyrec/ • https://www.facebook.com/threeblackbirdsfree/ • https://www.facebook.com/NewsletterMadeinpop/ • http://shyrec.bandcamp.com/
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