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Gli Arcadi di Terra d'Otranto (2/x) : Francesco Maria dell'Antoglietta di Taranto
di Armando Polito
Francesco Maria Dell’Antoglietta di Taranto (1674-1718) fu barone di Fragagnano. L’immagine di testa, tratta da Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, v. I, Milano, 1928, p. 402, mostra lo stemma di famiglia. Esso si presenta troncato nel 1° di azzurro ad un corvo di nero avente nel becco un anello di oro, accompagnato nell’angolo destro da un crescente d’argento avente fra le corna una stella di oro1; nel 2° di oro alla croce di rosso caricata nelle estremità da 4 stelle d’argento, e nel centro da una cometa del medesimo ed accompagnata nel lato destro superiore da un leone d’oro. Francesco Maria fu socio dell’Accademia degli Audaci di Taranto, degli Assecrati di Napoli e, infine, dell’Arcadia, in seno alla quale ebbe lo pseudonimo di Sorasto Trisio. Nella premessa ho anticipato che non per tutti i nomi arcadici appare agevole individuare l’etimo. È il caso dello pseudonimo del nostro autore: se per Sorasto mi pare plausibile mettere in campo la radice di Σώρα (leggi Sora), con riferimento non chiaro alla cittadina laziale, in unione ad un suffisso –άστης (leggi –àstes), che, però, in greco integra una radice verbale, per Trisio confido nell’aiuto di qualcuno che abbia dimestichezza con simili problemi.
Fu autore di diverse opere, alcune delle quali molto rare:
Estri di gioventu o’ vero Entusiasmi del genio, Cavallo, Napoli, 16972
Silla in Atene, Raillard, Napoli,. 17003
L’Arcadia coronata, s, n,, s, l., s. d.4
Vita di Antonio Bruni, Abri, Napoli, 17115
Poesie varie, Rosselli, Napoli, 17176
Orazione a�� sapientissimi, ed eruditissimi signori Accademici della Crusca, Chiriatti, Lecce, 17227
Vita di Antonio Caraccio (Lacone Cromizio) e Vita di Domenico De Angelis rispettivamente nel tomo I (pp. 331-336 e II (pp. 94-100) di Notizie istoriche degli Arcadi morti usciti per i tipi di Antonio De Rossi a Roma  nel 1720.
La sua produzione in versi comprende pure componimenti pubblicati in ordine sparso, tutti di carattere encomiastico, anche in opere di altri autori. Comincio proprio da quelli inseriti nella citata vita del Bruni (di seguito il frontespizio).
Alla fine del volume si legge: Se l’ozio, che mi si nega, e la mia giovanile età non permettono castigato un componimento, frà lo spazio di nove anni, supplirà alla debolezza della mia Penna l’eruditissimo Abate D.Domenico d’Angelis, nel Secondo Tomo delle Vite de’ Letterati Salentini8, mentre io divoto delle sue preclare virtù, venerando le ceneri illustri del celebrato Defonto, più col cuore, che con la mano, sospendo per orrevole ricordanza de’ Secoli avvenire questi lagrimevoli Aborti della mia Musa. 
Il lettore non si lasci ingannare da quel sospendo, qui sinonimo funebre di dedico. Seguono, infatti, i due componimenti che di seguito trascrivo (come per i successivi con le mie note in calce per renderne più agevole ed immediata la lettura) non prima di aver segnalato su Antonio Bruni http://www.fondazioneterradotranto.it/2016/08/30/antonio-bruni-1593-1635-manduria-suo-campione-vendite/.
Seguono, dettaglio per me un po’ narcisistico in linea con quanto osservato nella nota a all’ultima poesia commentata, anche se normale per il gusto del tempo (comunque preziosi perché ci tramanda nomi che altrimenti non avremmo conosciuto), alcuni componimenti in lode dell’Antoglietta, che, a loro volta precedono l’elenco, con cui il volume si chiude, delle opere a stampa e manoscritte del Bruni.
Apro una parentesi dicendo che il tarantino si sdebiterà sei anni dopo dedicando a Virginia Bazani de Gilles Cavazzoni ed a Rosa Agnese Brunichelli di Orvieto le Poesie varie, in cui inserì di ciascuna di loro un sonetto a lui dedicato. Li riporto entrambi nell’ordine.
Chiudo la parentesi su queste lodi al Dell’Antoglietta riproducendo le due ultime inserite nella Vita d’Antonio Bruni. Sono entrambe di Baldassarre Pisani, letterato napoletano di vent’anni più grande del tarantino.  La prima, un sonetto, è una prosopopea del Bruni sulla falsariga di quella dell’Antoglietta (VENERI armoniose), la seconda, un epigramma in distici elegiaci, accomuna nella fama il Bruni e l’Antoglietta.
Archiviata la Vita d’Antonio Bruni, continuo con la documentazione dei componimenti del Dell’Antoglietta sparsi qua e là.
Due sonetti dedicati ad Aurora Sanseverino sono in Alcuni componimenti poetici di Don Giuseppe Baldassare Caputo detto fra gli Arcadi Alamande per le faustissime nozze degli Eccellentissimi Signori Pasquale Gaetano d’Aragona Conte d’Alife e la Principessa Maria Maddalena di Croy de’ Duchi d’Aurè sorella della Serenissima Principessa Darmstatt dedicati alla Eccellentissima Signora la Signora D. Aurora Sanseverino de’ Principi di Bisignano, Duchessa di Laurenzano, ecc., Muzio, Piedimonte, 1711, pp. 19-20:
Un’ode epitalamica è in Vari componimenti per le faustissime Nozze degli Eccellentissimi Signori D. Niccolò Arrigo Loffredo Conte di Potenza, Marchese di Trevico. etc. e D. Ginevra Grillo de’ Marchesi di Chiarafonte, etc. raccolti dal Dott. Giuseppe Sorge Napoletano, Manfrè, Padova, 1712, s. p.:
Un sonetto è in Componimenti per le felicissime nozze degl’Illustrissimi ed Eccellentissimi Signori il Signor D. Andrea Imperiali Simiana Principe di Montefia, etc. et la Signora D. Anna Caracciolo de’ Principi della Torella, Felice Mosca,Napoli, 1717, p. 26:
Quattro sonetti sono in In Rime degli Arcadi, tomo VIII, Antonio de’ Rossi, Roma, 1720, pp. 320-322:
Un sonetto è in Francesco Maria Tresca, Rime, e prose in lode dell’invittissimo ed augustissimo Imperadore Carlo VI, Mazzei, Lecce, 1717, p. 262:
Un sonetto è in Francesco Maria Tresca, Rime, e prose in lode dell’invittissimo ed augustissimo Imperadore Carlo VI, Mazzei, Lecce, 1717, p. 262:
Il Tresca a p. 263 gli risponde con questo sonetto:
  Un sonetto è in Domenico De Angelis, Le vite de’ letterati salentini, parte II, Raillard, Napoli, 1713, p. 269:
Il componimento appena riportato appare come un attestato di riconoscenza nei confronti del De Angelis, che gli aveva dedicato nella prima parte uscita a Firenze (manca il nome dell’editore) nel 1710 la vita di Scipione Ammirato di Lecce (pp. 62-116)  e in questa seconda parte quella di Bonaventura Morone di Taranto  (pp. 103-134).
Un sonetto è in Agostino Gobbi, Rime d’alcuni illustri autori viventi aggiunte alla scelta d’Agostino Gobbi, parte IV, Baseggio, Venezia, 1727, p. 278:
  Non potevo non integrare la serie degli elogi espressi in versi nei riguardi dell’arcade tarantino  con un sonetto in vernacolo. Il contrasto con gli altri che abbiamo avuto occasione di leggere è evidente per lo stile tutt’altro che aulico e paludato e sorprendente per la persona da cui proviene, cioè Niccolò Capassi (1671–1744), poeta, teologo, letterato e giureconsulto. Qualcuno nel leggere il suo sonetto10 storcerà il naso ma bisogna riconoscere che il suo autore, una sorta di Sgarbi ante litteram …, ha scritto un pezzo di critica letteraria in cui stigmatizza il manierismo petrarchesco-marinista che contraddistingue la produzione arcadica:
  Più composto, invece, sullo stesso tema e con lo stesso destinatario, quest’altro sonetto, sempre del Capassi:
(CONTINUA)
Per la prima parte (premessa): http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/08/gli-arcadi-di-terra-dotranto-premessa-1-x/
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­­­­­­­­­1 Secondo quanto si legge in Domenico Ludovico De Vincentiis, Storia di Taranto, Latronico, 1878, v. IV, p. 22, era questo lo stemma originario concesso nel 1477 a Donato Dell’Antoglietta ed a suo zio D. Antonio d’Ayello arcivescovo di Bari dal re d’Ungheria Mattia, presso il quale erano stati inviati come ambasciatori di re Ferrante.
2 Esemplari 2: Biblioteca statale del Monumento nazionale di Montecassino a Cassino e Biblioteca provinciale Nicola Bernardini a Lecce.
3 Esemplari 1: Biblioteca provinciale S. Teresa dei Maschi-De Gemmis, Bari.
4 Esemplari 2: Biblioteca provinciale Nicola Bernardini a Lecce e Biblioteca comunale Giosuè Carducci a Città di Castello.   
5 Esemplari 3: Biblioteca nazionale centrale a Firenze, Biblioteca provinciale Nicola Bernardini a Lecce e Biblioteca della Società napoletana di storia patria a Napoli.
6 Esemplari 2: Biblioteca pubblica arcivescovile Annibale De Leo a Brindisi e Biblioteca provinciale Nicola Bernardini a Lecce.
7 Esemplari 2: Biblioteca nazionale centrale di Firenze e Biblioteca comunale Giosuè Carducci a Città di Castello.
8 Nello stesso anno (1711) in cui uscì quest’opera dell’Antoglietta Domenico De Angelis pubblicò a Firenze (manca il nome dell’editore) la prima parte de Le vite de’ letterati salentini. Alla fine compare un Catalogo de’ Letterati Salentini che si conterranno nella Seconda Parte in cui il Bruni è presente ed un Catalogo degli Autori, che si conterranno nella Prima Parte dell’Istoria de’ Scrittori Salentini in cui il Bruni è  L’annuncio del De Angelis ripreso dall’Antoglietta resterà un pio desiderio perché tra le vite della seconda parte uscita a Napoli per Raillar nel 1713 manca quella del Bruni e la stessa annunciata Istoria non vedrà mai la luce.
9 Dunque fece parte della stessa accademia bolognese cui apparteneva Virginia Bazani de Gilles, di Mantova. Siccome, però, nella dedica della sua poesia all’Antoglietta nel volume del 1711 manca tale dato fra gli altri consimili, si deve concludere che l’ingresso dell’Antoglietta nell’Accademia dei Gelati avvenne non prima del 1711 e non dopo il 1717.   
10 Riporto il testo da I sonetti in dialetto napoletano di Niccolò Capassi, Napoli, Gennaro Reale, 1810, p. 237.
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