#Alceo Barnabei
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rpsabetto · 7 years ago
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Il Boom
(Italy 1964, 2017)
For some reason — I can’t find an answer — Il Boom was not released in the States until this year. Madonne! Better late than never, and I’m glad it made it because it reaffirms my love of midcentury Italian cinema.
Giovanni Alberti (Alberto Sordi) lives large. His fabulously modern apartment in Rome features a gorgeous patio for entertaining. He employs a housekeeper and…
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tmnotizie · 7 years ago
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di Alceo Lucidi
SAN BENEDETTO – La radio, come servizio pubblico, si sa, è in crisi. Non per proprie colpe, ossia di chi la vive, la pratica, la traduce quotidianamente in programmi con contenuti motivanti, seri, diversificati. Dai programmatori, ai conduttori – giornalisti-intellettuali mi verrebbe da dire – agli affezionati ed attenti ascoltatori (anch’essi parte del sistema perché ne alimentano e rafforzano le dinamiche).
Tutte queste cose Massimo Cirri, psichiatra di giorno e radiocronista di sera, le conosce più che bene, tanto da essersi appassionato alla radio da giovane, quasi per caso, nella Milano “da bere” (ma mica poi tanto) dalla sua Toscana. Una sua collega – ricorda – lo presentò al gruppo di “Radio Popolare”, una delle prime cosiddette “libere” degli anni Settanta e da lì partì la sua strana ed appassionata carriera che lo ha portato a creare, condurre e guidare, da oltre vent’anni, su Radio Due, Caterpiller assieme a Sergio Ferrentino e dietro l’interessamento e la benevola protezione di Bruno Golino, l’allora direttore delle riunite testate radiofoniche RAI.
Cirri ha fatto tappa anche a San Benedetto per presentare il suo libro (Sette tesi sulla magia della radio, Bompiani) alla Palazzina Azzurra,  e non ha mancato di snocciolare la crisi che vive la radio, costretta a rincorrere le logiche della televisione commerciale, progressivamente impoverita nei mezzi e, soprattutto, nelle intelligenze manageriali, orfana dello straordinario momento di diffusione pedagogica che fu quello vissuto con Ettore Barnabei alla direzione generale della RAI.
In realtà il libro è tutt’altro che una rivisitazione nostalgica od una semplice cronistoria ma un divertito racconto delle potenzialità della radio, certo, ma anche del suo incessante cammino di creatrice di emozioni e di inossidabile affabulatrice.
Così dal suo giovane inventore e propiziatore, l’ebreo bielorusso naturalizzato in America, David Sarnoff, che mandò i primi messaggi per avvisare del pericolo incombente al transatlantico Titanic – avvertimento purtroppo non raccolto – alle vicende più recenti, delle radio socialmente impegnate (tra tutte “Radio Fragola” che trasmetteva dall’ex-ospedale psichiatrico di Trieste, dopo la loro eliminazione grazie alla Legge Basaglia), fino alle radio dell’immaginazione al potere, geniali nella loro concezione, di Boncompagni-Arbore & Co. (Bandiera gialla del 1965 e Alto gradimento del 1970), dove erano rotti tutti gli schemi dei rigidi palinsesti, modello poi mutuato nella televisione cabarettistica degli anni Ottanta in Italia, Cirri ripercorre, non senza ironia le avventure / disavventure di un mezzo di comunicazione di massa che ha permesso agli italiani di scoprire una parte della loro identità nazionale.
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