#Alberto Bollis
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monicadeola · 4 years ago
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TRIESTE. «Buongiorno. Voglio fare una segnalazione. Oggi alle 12 sulla terrazza del Bivio di Miramare, in mezzo a noi bagnanti, si è presentato un tipo straniero, probabile profugo, vestito con maglietta e pantaloni lunghi. Si è tolto la maglietta e si è buttato in acqua. Con i pantaloni. E poi era lì, in mezzo ai bagnanti che lo schivavano... Non vorrei che quelli cominciassero a venire anche là! Era senza mascherina ed era anche sporco». Lo scritto qui sopra – atroce – arriva in redazione accompagnato da un “beep” attraverso i messaggi diretti di uno dei social de Il Piccolo, corredato da due foto dell’ “invasore”. Lo firma una lettrice, che potremmo definire una triestina media: mezza età, assidua frequentatrice del selciato barcolano, profilo Fb semplice con qualche appena accennato e un po’ goffo tentativo di incuriosire e piacere. Madre, moglie, sorella, casuale rappresentante di una popolazione tranquilla, dedita ai bagni di sole, agli aperitivi e alle quattro chiacchiere con gli amici. Capace di commuoversi davanti a un gattino che fa le fusa, di postare romantici tramonti densi di riflessi rosati e di controluce. E di mettere nero su bianco, come fosse niente, quella sequela di sostantivi, aggettivi e verbi che rivelano l’abisso di un sentimento razzista, bieco, senza traccia di pietà umana, e – quel che è peggio – inconsapevole.
La crudezza di quelle righe, unita alle foto dell’uomo “colpevole” di essere entrato in spazi non suoi, colpisce come un pugno allo stomaco. Siamo di fronte alla banalità del male. Passatemi l’iperbole: ovviamente non Eichmann e i picchi dell’orrore nazista raccontati da Hannah Arendt, eppure il seme di quel sentimento di superiorità e di freddo distacco da un proprio simile, solo contro tutti e evidentemente debole, è lo stesso.
Ecco il “diverso” che si avvicina. È “sporco”, ha i “pantaloni lunghi” (lì sono tutti in slip e bikini, che cosa ci fa uno con quelle braghe al Bivio…). Osa spingere i propri passi tra “noi bagnanti”. Viene “schivato” con lo sdegno che si nutre della forza data all’appartenenza a un club di simili, o di un branco. Sguardi in tralice, sopraccigli alzati, frasette mormorate alle orecchie del vicino d’asciugamano e risolini nervosi. Il profugo – perché senz’altro è di questo che si tratta – non fa nulla di male.
Non molesta nessuno. Non urla, non disturba, non beve, non fuma. Si tuffa in mare, come tanti, come tutti. Nuota, risale sugli scogli e lì si accoccola ad asciugarsi al sole, guardando in silenzio l’orizzonte. I pantaloni se li è tenuti addosso proprio perché un costume della Sundek o della Speedo non lo possiede, non l’ha mai posseduto, e ha troppa dignità e rispetto per gli altri e per sé per fare il bagno in mutande. «Non indossa la mascherina», sottolinea scandalizzata la donna che scrive al giornale: per fare il bagno? Solo ed evitato da tutti, non ha potuto nemmeno infrangere le regole del distanziamento sociale, a differenza di migliaia di altri bagnanti assiepati l’uno sull’altro lungo la riviera. Osservando le due (belle, tra l’altro) fotografie scattategli dall’autrice della “segnalazione”, io credo che quel povero viandante intento a scrutare lontano pensi alla terra che ha lasciato chissà quante settimane fa, a quante ne ha passate, alla fame, alla sete, alla paura, ai furgoni scassati sui quali è dovuto salire, a quanti chilometri a piedi ha percorso di giorno e di notte nei boschi e nelle radure balcaniche, ai campi profughi e alle baracche in cui ha dormito pigiato accanto ad altra umanità dolente in viaggio come lui verso un futuro “migliore”, verso una nuova vita, verso l’Europa. Trieste, si sa, per i migranti del 2020 è solo una tappa. Il nostro ora sarà già ripartito, diretto a Nord, verso la Germania o la Svezia. Cosa ricorderà, al termine del suo accidentato cammino, di quell’innocuo tuffo a Barcola, tra gente “civile” dalla pelle abbronzata e profumata di creme solari protezione 15 che lo guardava come fosse uno schifoso scarafaggio? Non possiamo saperlo. A noi resta l’amara constatazione di quanto sia “normale” essere incapaci di provare immedesimazione e rispetto per il prossimo. 
Alberto Bollis © RIPRODUZIONE RISERVATA | 24 LUGLIO 2020
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nonleggerlo · 6 years ago
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(Inviata da Alberto Bollis del Piccolo, che ringraziamo) #nonrassegna #trieste https://www.instagram.com/p/Bn3NxFlAHk-/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1ggi35klgze4v
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giancarlonicoli · 4 years ago
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22 apr 2021 12:30
“PER SUAREZ FU ORGANIZZATO UN ESAME FARSA” – SECONDO L’ACCUSA LA LEGALE DELLA JUVE FU L'ISTIGATRICE MORALE. INCHIESTA CHIUSA A PERUGIA. CON L'AVVOCATA MARIA CESARINA TURCO, ALTRI TRE INDAGATI. PRIMA DELL' ESAME, DICEVANO FRA LORO CHE SUAREZ “NON SPICCICA 'NA PAROLA”, E PARLA UN “ITALIANO PARA AMIGOS”. SECONDO LA PUBBLICA ACCUSA LA JUVE “SI È MOSSA AI MASSIMI LIVELLI ISTITUZIONALI PER VELOCIZZARE LA PRATICA MINISTERIALE”…
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Giovanni Bianconi per il "Corriere della Sera"
Otto mesi di indagini, interrogatori e accertamenti non hanno cambiato la sostanza dell' affaire Suarez, così come s' era svelato dai primi indizi: per il centravanti uruguayano all' epoca in forza al Barcellona fu organizzato, nel settembre scorso, un «esame farsa» utile a certificare la sua conoscenza della lingua italiana, in modo da ottenere un passaporto europeo ed essere acquistato dalla Juventus come cittadino comunitario.
La prova fu effettivamente sostenuta dal calciatore, che conseguì il diploma, ma poi il trasferimento alla società bianconera saltò. Particolare che non è servito a evitare l' inchiesta e adesso il suo atto finale, che conferma l' ipotesi iniziale: a orchestrare l' esame truccato, secondo l' accusa, contribuì anche l' avvocata torinese Maria Cesarina Turco, «legale incaricato dalla società Juventus football club», in qualità di «concorrente morale e istigatrice».
È scritto nell' avviso di conclusione indagini della Procura di Perugia, notificato ieri all' avvocata Turco e ad altri tre indagati dell' Università per stranieri del capoluogo umbro: l' ex rettrice Giuliana Grego Bolli, il direttore generale (sospeso dall' incarico) Simone Olivieri e la professoressa Stefania Spina, anche lei interdetta dalle funzioni. Un quinto indagato, Lorenzo Rocca, esaminatore di Suarez, è uscito dall' inchiesta patteggiando la pena (sospesa) di un anno. L' accusa che coinvolge la legale incaricata dalla Juventus di seguire la vicenda del centravanti straniero che doveva diventare prima italiano e poi bianconero, è falso in atto pubblico.
Secondo i pubblici ministeri Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti, coordinati dal procuratore Raffaele Cantone, il reato fu commesso quando, il 9 settembre, l' università perugina fissò una sessione straordinaria d' esame per il successivo giovedì 17, «attestando falsamente» che il motivo derivasse da «esigenze logistiche (connesse all' occupazione di aule) e di sicurezza (connesse alla necessità di evitare assembramenti in relazione all' emergenza legata alla diffusione del Covid-19)»; in realtà, sostiene la Procura, quella sessione venne «istituita ad personam , per consentire al calciatore Luis Alberto Suarez di ottenere, nei tempi richiesti dalla Juventus, e all' esito di una fittizia procedura di esame, la certificazione linguistica» necessaria al conseguimento della cittadinanza.
Gli altri reati, la rivelazione di segreto e un ulteriore falso, vengono contestati ai soli dipendenti dell' ateneo per stranieri. Il primo è conseguenza del fatto che la professoressa Spina, responsabile del corso di preparazione seguito da Suarez prima dell' esame, gli trasmise in anticipo «il file pdf contenente l' intero svolgimento della prova poi tenuta il 17 settembre».
In pratica il calciatore arrivò in Italia, a bordo di un aereo privato, sapendo già le domande a cui avrebbe dovuto rispondere. Con un «vantaggio patrimoniale» per lui, che a cittadinanza ottenuta sarebbe stato ingaggiato dalla Juve, ma anche per l' Università, che incassò i soldi dell' iscrizione all' esame e al corso preparatorio (1.748 euro) insieme alla «prospettata attivazione di un rapporto convenzionale con la richiamata società calcistica (sempre la Juventus, ndr) per future stabili collaborazioni nel settore della formazione linguistica di calciatori stranieri», oltre che dalla promozione d' immagine dell' ateneo «sui principali media nazionali ed esteri».
Infine c' è l' ulteriore falso di un diploma che attesta la conoscenza della lingua italiana da parte del candidato a livello B1, richiesto per avere il passaporto. Fu il frutto di una «verifica fittizia», accusano i pm, forti anche delle intercettazioni in cui gli indagati, prima dell' esame, dicevano fra loro che Suarez «non spiccica 'na parola», e parla un «italiano para amigos ».
La conclusione delle indagini prelude alla richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati a cui è stata comunicata, ma si tratta di uno stralcio rispetto all' inchiesta principale che resta aperta. In quel fascicolo sono iscritti fra gli indagati anche il dirigente juventino Fabio Paratici e l' avvocato della società Luigi Chiappero, per «false informazioni al pm». Paratici in particolare aveva negato qualunque contatto con il ministero dell' Interno o altri ministeri sull' istanza di Suarez. In realtà aveva chiesto lumi all' allora ministra dei Trasporti Paola De Micheli, sua amica, che girò le domande al Viminale.
Quanto basta per far dire ai pm che la Juventus «si è mossa ai massimi livelli istituzionali per velocizzare la pratica ministeriale».
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freedomtripitaly · 4 years ago
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Lo scorso 5 maggio ha riaperto per i voli passeggeri l’aeroporto di Bergamo Orio al Serio. Lo ha deciso il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, che ha disposto con effetto immediato la riapertura dello scalo, da cui solitamente partono decine di voli al giorno. L’aeroporto di Bergamo era rimasto aperto durante la pandemia di Coronavirus, ma solamente per i voli sanitari, di emergenza e per quelli di Stato, in aggiunta al trasporto merci e ai voli di posizionamento. Lentamente, quindi, il terzo scalo della Lombardia, uno dei più importanti d’Italia, torna alla normalità trasportando, a breve, anche i passeggeri nelle località delle vacanza. Durante la chiusura forzata, però, a Orio al Serio sono cambiate un po’ di cose, soprattutto per adeguare lo scalo alle nuove regole sanitarie imposte dal governo. Com’è cambiato l’aeroporto di Bergamo? Alberto Cominassi, direttore operazioni dell’aeroporto Milano Bergamo – SACBO, in occasione di un webinar dal titolo “Gli aeroporti tra gestione dell’emergenza e sguardo al futuro”, ha raccontato che: “Ora lo scalo è diviso in due parti, Arrivi e Partenze, si entra sol con titolo di viaggio o da una parte o dall’altra. A tutti verrà fatto il controllo della temperatura e sono stati predisposti dei termoscanner lungo tutte le file. I check-in hanno banchi alternati con uno vuoto in mezzo a due con personale aeroportuale e sono separati da plexiglass. Agli Arrivi il numero di visitatori sarà limitato”. Per i controlli di sicurezza: sarà occupata una postazione sì e una no e garantiremo il mantenimento della distanza di un metro. Abbiamo predisposto dei con bolli sul pavimento, tenendo conto anche delle dimensioni dei trolley e dei passeggeri che viaggiano con bambini e che quindi occupano più di un metro. I lettori di carte d’imbarco ora sono rivolti verso il passeggero così da poter procedere da soli. Bisogna ancora capire, invece, come gestire il controllo del documento d’identità che solitamente viene verificato dal personale di terra. Per quanto riguarda gli imbarchi dal gate, sarà previsto solo l’imbarco a piedi. Per quanto rigurda gli sbarchi dei passeggeri in arrivo, invece, li faremo solo con gli autobus per convogliare i passeggeri verso punti dove ci saranno i termoscanner. Ci saranno più autobus rispetto a prima, naturalmente, perché a bordo bisognerà mantenere il distanziamento”. Cosa aspettarsi in futuro Solo solo alcuni degli accorgimenti che l’aeroporto di Bergamo ha già predisposto per quando i voli decolleranno di nuovo. Ma ce ne sono altri che sono allo studio e che miglioreranno ulteriormente l’esperienza di viaggio. “Faremo degli investimenti tecnologici”, ha spiegato Cominassi “si tratta di sistemi di intelligenza artificiale con software in grado di contare il numero di persone nello scalo e di segnalare immediatamente eventuali assembramenti. Le singole compagnie aeree che operano su Bergamo hanno poi inviato delle richieste specifiche che stiamo cercando di soddisfare”. Insomma, le nuove implementazioni e gli ammodernamenti dettati da esigenze sanitarie non faranno altro che migliorare uno degli aeroporti più trafficati d’Italia. L’aeroporto di Bergamo @123rf https://ift.tt/2WtVgaA Bergamo Orio al Serio: come cambia l’aeroporto dopo il Coronavirus Lo scorso 5 maggio ha riaperto per i voli passeggeri l’aeroporto di Bergamo Orio al Serio. Lo ha deciso il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, che ha disposto con effetto immediato la riapertura dello scalo, da cui solitamente partono decine di voli al giorno. L’aeroporto di Bergamo era rimasto aperto durante la pandemia di Coronavirus, ma solamente per i voli sanitari, di emergenza e per quelli di Stato, in aggiunta al trasporto merci e ai voli di posizionamento. Lentamente, quindi, il terzo scalo della Lombardia, uno dei più importanti d’Italia, torna alla normalità trasportando, a breve, anche i passeggeri nelle località delle vacanza. Durante la chiusura forzata, però, a Orio al Serio sono cambiate un po’ di cose, soprattutto per adeguare lo scalo alle nuove regole sanitarie imposte dal governo. Com’è cambiato l’aeroporto di Bergamo? Alberto Cominassi, direttore operazioni dell’aeroporto Milano Bergamo – SACBO, in occasione di un webinar dal titolo “Gli aeroporti tra gestione dell’emergenza e sguardo al futuro”, ha raccontato che: “Ora lo scalo è diviso in due parti, Arrivi e Partenze, si entra sol con titolo di viaggio o da una parte o dall’altra. A tutti verrà fatto il controllo della temperatura e sono stati predisposti dei termoscanner lungo tutte le file. I check-in hanno banchi alternati con uno vuoto in mezzo a due con personale aeroportuale e sono separati da plexiglass. Agli Arrivi il numero di visitatori sarà limitato”. Per i controlli di sicurezza: sarà occupata una postazione sì e una no e garantiremo il mantenimento della distanza di un metro. Abbiamo predisposto dei con bolli sul pavimento, tenendo conto anche delle dimensioni dei trolley e dei passeggeri che viaggiano con bambini e che quindi occupano più di un metro. I lettori di carte d’imbarco ora sono rivolti verso il passeggero così da poter procedere da soli. Bisogna ancora capire, invece, come gestire il controllo del documento d’identità che solitamente viene verificato dal personale di terra. Per quanto riguarda gli imbarchi dal gate, sarà previsto solo l’imbarco a piedi. Per quanto rigurda gli sbarchi dei passeggeri in arrivo, invece, li faremo solo con gli autobus per convogliare i passeggeri verso punti dove ci saranno i termoscanner. Ci saranno più autobus rispetto a prima, naturalmente, perché a bordo bisognerà mantenere il distanziamento”. Cosa aspettarsi in futuro Solo solo alcuni degli accorgimenti che l’aeroporto di Bergamo ha già predisposto per quando i voli decolleranno di nuovo. Ma ce ne sono altri che sono allo studio e che miglioreranno ulteriormente l’esperienza di viaggio. “Faremo degli investimenti tecnologici”, ha spiegato Cominassi “si tratta di sistemi di intelligenza artificiale con software in grado di contare il numero di persone nello scalo e di segnalare immediatamente eventuali assembramenti. Le singole compagnie aeree che operano su Bergamo hanno poi inviato delle richieste specifiche che stiamo cercando di soddisfare”. Insomma, le nuove implementazioni e gli ammodernamenti dettati da esigenze sanitarie non faranno altro che migliorare uno degli aeroporti più trafficati d’Italia. L’aeroporto di Bergamo @123rf Nel terzo aeroporto della Lombardia sono cambiate un po’ di cose, per adeguare lo scalo alle nuove regole sanitarie.
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descargalibros · 5 years ago
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Descarga Verano del 97: El diario de Sergi Alegre (Manuel Vicent Rubert)
5 / 5 ( 1 voto ) AGOSTO DE 1997. A Sergi le encanta pasar el verano en el apartamento de sus tíos, en Benicasim. Allí se une a la pandilla de su primo Alberto, formada por Fran, Miki, el Tato, el Bolly, Bea y Carlota. Desde el verano anterior, Sergi está enamorado de Carlota, […]
#libros #frases #amor #books #literatura #bookstagram #a #poesia #leer #book #love #libro #escritos #pensamientos #n #letras #lectura #poemas #ol #versos #vida #textos #librosrecomendados #reflexiones #frasesdeamor #sad #poema #os #accionpoetica #bhfyp
source https://www.descargalibros.es/descarga-verano-del-97-el-diario-de-sergi-alegre-manuel-vicent-rubert
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jamariyanews · 6 years ago
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Il Papa con le Sette Sorelle. E manda Parolin al Bilderberg
7/6/2018
Papa Francesco spedisce a Torino alla riunione del Bilderberg il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato del Vaticano, mentre – negli stessi giorni, il 6-7 giugno – promuove a Roma un inedito summit con le Sette Sorelle e alcuni super-boss della finanza globale, come Larry Fink del fondo BlackRock. Maurizio Blondet lo definisce «improvviso interesse della centrali globaliste per l’Italia». La notizia: rispondono all’appello del pontefice i capi supremi delle multinazionali del greggio, insieme alle loro finanziarie ausiliarie transnazionali. L’incontro è ovviamente a porte chiuse, come quello quello del Bilderberg, al quale sono invitati Lilli Gruber, Lucio Caracciolo di “Limes” e l’economista Alberto Alesina di Harvard, insieme ad Elena Cattaneo dell’ateneo milanese, Vittorio Colao di Vodafone, Mariana Mazzuccato dell’University College di Londra e il solito John Elkann. Ma l’incontro tra Francesco e i petrolieri? Come mai il Papa delle periferie e dell’accoglienza verso i migranti «si riunisce in privato coi più potenti capitalisti e miliardari globalisti, ossia attivi promotori delle feroci iniquità del capitalismo terminale? “Chiedetelo a loro”, vien voglia di dire, parafrasando lo slogan dell’8 per Mille», scrive Blondet sul suo blog, interpretando come un pretesto il tema dichiarato del vertice: l’emergenza climatica, dopo il ritiro di Trump dagli accordi sulle emissioni climalteranti. All’incontro promosso da Bergoglio ci sarà Fink, cioè il capo del più grande fondo d’investimento del pianeta: un patrimonio gestito di 6,3 trilioni di dollari, conferma il “Corriere della Sera”, pari al Pil di Francia e Spagna messe insieme, quasi tre volte il nostro debito pubblico. La “roccia nera” deve la sua fortuna alla gestione patrimoniale: fondi pensione, banche, Stati. E’ anche il primo investitore straniero in Europa (e in Italia), azionista di peso in Deutsche Bank, Intesa SanPaolo, Bnp e Ing, senza contare altri settori chiave come energia, chimica, trasporti, agroalimentare, aeronautica e immobiliare. Il mega-fondo, scrive il “Fatto Quotidiano”, ha messo gli occhi sul business dei sistemi pensionistici europei non ancora privatizzati: «Spinge la Commissione Ue a varare un piano di previdenza privata, poi gestisce il primo progetto pilota». Notare: BlackRock ha immediatamente dato un giudizio “negativo” sul nuovo governo italiano, provocando l’impennata dello spread favorita dalla Bce e poi subito frenata da Jp Morgan e Citigroup, colossi finanziari ritenuti più vicini a Trump, che ha schierato in Italia il fido Steve Bannon per aiutare Conte (e Savona) a superare lo “scoglio” Mattarella. Gli altri invitati da Bergoglio nel “privato conciliabolo”, aggiunge Blondet, sono Bob Dudley, numero uno della British Petroleum (fatturato, 240 miliardi di dollari) nonché Darren Woods di Exxon Mobil. «Incidentalmente, sono le due compagnie più inquinatrici della storia», scrive Blondet, avendo la Bp accettato di pagare 1,8miliardi di dollari per uno sversamento-monstre nel Golfo del Messico nel 2010, che ha distrutto l’attività della pesca in quel vasto tratto. «E della Exxon si ricorda il disastro della superpetroliera Exxon Valdez, 1989, che ha inquinato il mare dell’Alaska». Ma non è tutto: “El Papa” voleva riunirsi anche con Ben Van Beurden della Royal Dutch Shell” (che ha declinato), mentre ci sarà Eldar Sætre di Equinor, la petrolifera privatizzata parzialmente posseduta dal governo norvegese, e con lui lord John Browne, oggi presidente esecutivo della petrolifera L1 Energy. «E non mancherà – come poteva? – Ernest Moniz, già segretario all’energia sotto l’allora presidente Obama». Secondo Blondet, notoriamente critico verso Papa Francesco, la presenza di Moniz è la conferma del fatto che Bergoglio «è uno strumento volontario e attivista (un “asset”, dicono alla Cia) della multiforme strategia dell’asse Clinton-Obama». Secondo Blondet, Papa Francesco – in accordo con clintoniani e obamiani – vorrebbe  «depurare la Chiesa degli aspetti sacramentali e soprannaturalistici che ne impediscono la “fusione-acquisizione” col protestantesimo». Una fusione che produrrebbe «un “cristianesimo generico” funzionale all’ideologia globalista: umanitaria (nel senso degli “interventi umanitari”), moralistica (no alla “corruzione dei politici” – Mani Pulite nel Mondo, come propone il cardinal Maradiaga, braccio destro di Francesco), climatica e ambientalista». In altre parole, sempre secondo Blondet, la Chiesa verrebbe trasformata in una sorta di «super-Ong “umanitaria” dedita alla salvezza del pianeta e protettrice delle immigrazioni di massa pianificate, contro la sovranità di ogni Stato». Dalle scarne notizie filtrate, aggiunge Blondet, si apprende che a Roma i petrolieri non parleranno con Francesco solo di clima, ma anche di investimenti: «Il Papa, BlackRock e le grandi compagnie petrolifere si stanno sempre più concentrando sul cambiamento climatico», recita un comunicato ufficiale, «in quanto fonti di energia più pulite sono diventate più competitive, e la pressione del pubblico su questa tema sta crescendo». Capito? Il primo fondo d’investimento del mondo – scrive Blondet – è pronto a saltare sulle energie alternative insieme alle Sette Sorelle, perché stanno diventando “competitive” sul piano economico, attraenti per i capitali liquidi americani. Questo richiede investimenti enormi di riconversione delle mega-infrastrutture, e un cambio di paradigma fra le popolazioni, «ossia una grande operazione di psico-propaganda che bolli l’uso del petrolio come immorale verso il pianeta». Dunque, dice ancora Blondet, gli investitori «devono assicurarsi che l’autorità morale per eccellenza faccia parte del piano, collabori con le Finestre di Overton che lorsignori apriranno, e cominci a predicare per le energie “pulite” (o sedicenti tali) e anatemizzare le “inquinanti” (o cosiddette: si veda l’improvvisa campagna occidentale conto il motore diesel)». A Francesco – chiosa Blondet, sarcastico – sarà richiesto di aggiungere alla lista dei Dieci Comandamenti anche il “peccato capitale” dell’uso di energie su cui gli investitori “amici” avranno smesso di investire? A organizzare gli incontri è stata l’università di Notre Dame dell’Indiana, la cui “business school” sta promuovendo una “climate investing iniziative”, che Blondet definisce «una iniziativa di investimento sul terrorismo climatico». Il direttore della business school, Leo Burke, non ha voluto commentare la riunione papale di cui pare essere stato il manovratore: con un’email, ha ricordato a Blondet che ogni incontro sull’energia che implica il Vaticano sarà un dialogo privato con gli invitati. «Esattamente la risposta che dà, da sempre, l’ufficio stampa del Bilderberg». Un portavoce Exxon ha invece risposto: la compagnia «spera che questo tipo di dialogo svilupperà soluzioni per la doppia sfida: gestire il rischio del cambiamento climatico e contemporaneamente soddisfare la domanda crescente di energia, che è essenziale per alleviare la povertà e migliorare gli standard di vita nel mondo in via di sviluppo». Ancora Blondet, ironico: «A tutti è nota l’ansia di Exxon per alleviare la povertà nel Terzo Mondo». Preso da: http://www.libreidee.org/2018/06/il-papa-con-le-sette-sorelle-e-manda-parolin-al-bilderberg/ https://ift.tt/2t7QXmf
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150kmh · 8 years ago
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