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* Scriveva...scriveva..osservava quel pentagramma e ne segnava quelle note che si inalzavano al sol tocco di quei tasti bianchi, neri, ancora bianchi...e per lei quei tasti erano le dita di un'uomo, il corpo di un'uomo... Bè si, quel pianoforte era il suo uomo, il suo "Uomo Elegante", così chiamava quello strumento misterioso, ma che ad occhi di chi non sa lo scambia per un futile sopprammobile da salotto, il tipico strumento classico ed elegante che da bella presenza ad una stanza, ma non per lei... Lei se ne prendeva cura ossesivamente, lo amava ossesivamente, cosi pienamente schiava di lui al sol sfioro il corpo si scatenava, vibrava, era come farci l'amore... Un'amore a tempo e aveva un sol nome.. "Musica".
Si, la Musica è l'Amore stesso, perché è eterno, non muta mai, ma si trasforma e ne esibisce la passione, la trasgressione, ma sopratutto quella dolcezza che ti coccola come esili carezze e René con quel pianoforte erano incorregibili, insaziabili... Ogni accordo era un'ansimo e lei lo sentiva scorrere sotto pelle e se ne lasciava invadere, mentre viaggiava in quei luoghi senza tempo, solo lei e lui a far l'Amore con la Musica.
Ad ogni fine testo lo guardava come se fosse un Dio, ne acarezzava il piano lucido e gelido come se fosse un viso, un corpo, bisognoso di affetto, di cura e a lui confidava i suoi segreti, i suoi pensieri, i suoi tormenti, per lei era il suo rifugio... Si amavano, si amano e si ameranno per sempre, come lei amava allo stesso modo i suoi uomini, al quale riservava lo stesso trattamento, le stesse cure ed erano e sono il suo rifugio.
Quel momento intimo fu improvvisamente interrotto da Monica, la babysitter di Grace che l'aiutava nei momenti che doveva svolgere il suo lavoro e voltandosi verso di lei la guardó con uno sguardo dolce, un esile sorriso e la invitò ad entrare in quella stanza*
René: vieni... Ti si legge negli occhi che vuoi parlarmi..
Monica: non vorrei disturbare...
René: non disturbi mai.. Cosa succede?
Monica: Signorina Renésmed, ho bisogno di un consiglio..
René: Dipende su cosa, non credo di esserne molto indicata... Ma ci provo.. Forza dimmi..
Monica: L'Amore.. Io non ci ho capito ancora cos'è, quando arriva, come lo si capisce... Io.. Uff, lui è così sbagliato...
*René la guardava sorridendo, la ascoltava e piano si avvicinava a lei mentre Monica si esponeva con quella sua voce timida...
Le colse le mani e la guardó negli occhi e le disse*
René:
L'Amore è silenzioso, arriva quando meno te lo aspetti e ti rapisce gli occhi...occhi che si specchiano in colui che incontri e ti paralizza, ti seduce e denuda la tua anima, ed è colui che piano diventa il tuo confidente, colui che ti consiglia e ti abbraccia nei momenti tristi...
L'Amore silente giunge al cuore, gli dona quei occhi e li lascia lì, affinché viaggiano al suo interno, il cuore è come un museo, colmo di quadri che sono i ricordi e di muri, ove sono scolpite le crepe e quelle si chiamano con un sol nome.. " Delusioni", solo se quei occhi apprezzano quel museo, esso getta la chiave e non ne vuole più uscire...
L'Amore silente ruba l'anima, ed è come un pugno nello stomaco, ti toglie il respiro... Eh per quanto fa male, per quanto sia sbagliato, tu non puoi farne a meno, perché per respirare hai bisogno di quell'anima..
L'Amore non ha perché, l'Amore....esso non ha risposte, ama e basta... Non esiste lo amo perché è bravo, lo amo perché mi ama, lo amo perché mi ricopre di attenzione... No... Quella è abitudine...
Perché lo ami? Se lo reputi sbagliato, perché?
Monica:
* la guarda ascoltandola e gli risponde *
Non lo so, so solo che non riesco a non pensarlo, non riesco a starli lontano..
René:
Ed è questo il vero Amore... Va da lui, hai il pomeriggio libero..
*Monica l'abbraccio' forte e ringraziandola corse uscendo da quella casa, René sorrise vedendola ed ancora una volta quella piccola creatura scalciava forte recandole dolore, agrotto' la fronte e pose la mano sul ventre*
Luddy ma che hai, con tutta la camomilla che mi bevo dovresti rassenerarti anche tu...
*sospira andando in salotto per metterne in ordine e lo sguardo si posò lì, su quella cornice che giaceva sul pavimento, si chinò appena sollevandola e ne vide la foto di lei e Connor, il vetro ne aveva una crepa, come se si fosse spaccato in due ed un brivido la pervase lungo la schiena*
Non mi piace ciò che provo..
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