#Adriano Heitmann
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714. Mario Botta /// Edmondo Posterla House /// Morbio Superiore, Switzerland /// 1982-83
OfHouses presents Record Houses, part XI. (Photos: © Alberto Flammer, Marco D'Anna, Mario Carrieri, Adriano Heitmann, Lorenzo Bianda. Source: “Architectural Record Houses of 1986″, Mid-May 1986.)
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Flor Garduño: magia e poesia in bianco e nero
di Gustavo Millozzi
©Flor Garduño, Autoritratto
-- Non molto tempo fa ho ripubblicato su queste pagine un breve testo che, con un suo "Fotoinish, Amilcare G.Ponchielli aveva dedicato nel 1999 a Flor Garduño e devo ringraziare Claudio Marra che mi ha suggerito l'idea di approfondire la conoscenza di questa fotografa messicana non molto nota in Italia. Salvo poche sporadiche presenze in collettive, ha avuto, per quanto mi consta, una sola mostra personale nel 2006 al Museo di Roma in Trastevere mentre numerose, oltre ai riconoscimenti e presenze in musei e collezioni, sono state quelle esposte in vari Paesi.
Flor Garduño, nata nel 1957 a Città del Messico, quando aveva cinque anni, assieme alla sua famiglia si trasferì in una fattoria a venticinque chilometri dalla capitale: qui trascorse la sua infanzia e adolescenza circondata dalla natura e dagli animali, esperienza che lasciò in lei una fondamentale impronta.
Disegnava molto e voleva diventare una pittrice per cui, all'età 19 anni iniziò i suoi studi alla Esquela Nacional de Artes Plásticos dove, nel 1977, incontrò due persone per lei significative: la fotografa di guerra ungherese Kati Horna (1912-2000), che aveva lavorato a fianco con Robert Capa e l'artista latino-americano Manuel Alvarez Bravo (1902-2002) che diventarono suoi mentori.
Horna è stata determinante nell'aiutare Garduño a esplorare il mondo più vasto che la circondava, principalmente attraverso l'interpretazione di correnti e movimenti come il surrealismo, il femminismo e a riflettere sullo stato sociale così diverso tra le classi messicane. Bravo è stato sua guida per insegnarle l'importanza fondamentale non solo di massimizzare le sue capacità tecniche, iniziando dalla camera oscura, necessarie per migliorare e affinare la sua arte, ma è stato anche determinante per farle capire il significato di essere auto-disciplinata con orientamento scrupoloso, metodico e critico nel lavoro, senza mai arrendersi. Queste impostazioni a lei trasmesse da Horna e da Bravo hanno avuto un impatto profondo e duraturo sulla giovane artista e sulla sua produzione creativa futura.
Tra il 1981 e il 1982 viaggia con una squadra organizzata dalla fotografa Mariana Yampolsky (1925-2002) fotografando i villaggi rurali e le loro comunità in tutto il Messico. Questa esperienza, e quanto acquisito da Kati Horn, hanno influenzato gli scatti di Flor Garduño, quasi sempre di paesi e città di campagna rappresentati in modi strani e misteriosi tipici del surrealismo fotografico messicano del quale fan parte anche Graciela Iturbide (n.1942), pure allieva di Manuel Alvarez Bravo e Lola Alvarez Bravo (1903-1993), figlia del medesimo.
Con queste sue immagini ha pubblicato nel 1985 il suo primo libro "Magie del juego eterno" (Magia dell'eterno gioco) dove, attraverso gli elementi luminosi delle sue fotografie (acqua e albero, terra e aria), porta nel presente gli eterni orizzonti e soli della terra indiana d'America ed il suo tempo che, per i nativi, è allo stesso tempo vasto e minuto, infinito e limitato. E il segreto dell'arte di Flor Garduño è quello di saper penetrare in entrambi i mondi, l'immenso e il minuscolo, l'ora (ed anzi la giusta ora) senza perdere il contatto con il tempo passato, con quello presente e con quello futuro.
Nel suo secondo libro "Bestiarium" del 1987 presenta intense immagini dedicate all'archetipo animale: è un viaggio ossessionante attraverso il mondo messicano della mitologia (che l'autrice dimostra di ben conoscere) in cui figure reali e fantasiose di animali, spesso antropomorfe, prendono vita accanto alla figura umana alla quale sono accomunate; talune di queste fotografie rappresentano una zoologia giocosa che sembra recuperare le esperienze dell'infanzia.
Con "Testigos del tiempo" (Testimoni del tempo) del 1990 ci illustra l'eredità della tradizione indigena e la collaborazione tra terra e persone mostrandosi quale testimone delle storie di tragiche sofferenze contro i popoli e le terre natali, ma senza perdere la continua speranza, convinta dalla forza della bellezza e capacità di recupero di una comunità che resiste alle prove del tempo.
Nel 1994 dà alle stampe il suo quarto libro "Mesteños" frutto di un viaggio compiuto l'anno precedente negli Stati Uniti: questo titolo è la parola che significa in lingua spagnola "senza tetto" o "indomiti" e così erano stati definiti i cavalli selvaggi (e da questa deriverà il termine "mustang" per i cavalli selvaggi delle praterie nordamericane) che rappresenta anche unitamente all'ambiente ed alla vita delle quali essi fanno parte. Sono immagini dove la bellezza e maestosità di questo animale ci vengono restituite attraverso una sintesi di intensi particolari.
"Inner light" (Luce interna) esce nel 2003 e l'anno successivo "Flor": in questi libri la fotografa messicana si allontana dall'architettura e dal paesaggio per esplorare il nudo femminile e la natura morta pur non abbandonando anche su questo terreno il suo inconfondibile "realismo magico". Facendo eco a Manuel Alvarez Bravo e a Tina Modotti, Garduño anche qui evoca antichi miti e rituali indigeni con un tocco surrealista e celebra tutti i suoi soggetti con il gioco sensuale di luci e ombre, dove anche le cose inanimate parlano di una segreta loro vita interiore. Ma è il corpo femminile, i suoi piani e le sue curve, che consacra con sontuosa luminosità: nudi sensuali e simbolici e nature morte creano, legandosi assieme, queste raccolte che sono come un diario del suo personale ed intimo paesaggio. Con questi scatti, tutti eseguiti con luce naturale, ha creato una serie di immagini (realizzate dentro e intorno alle sue due case, in Messico e in Svizzera tra le quali si divide, con il marito fotografo Adriano Heitmann ed i figli Azul ed Olín) che infondono al bianco e nero un magico lirismo.
"Trilogy" edito nel 2011 (è stato stampato anche in Italia da Contrasto) è un compendio di oltre trent'anni di lavoro della nostra fotografa ed è suddiviso in tre parti in quanto oltre ad riprendere immagini da "Bestiarium" presenta altri due temi, "Mujeres fantasticas" e "Naturalezas silenciosas".
"Mujeres fantasticas" (Donne fantastiche) raffigura la donna come una moltiplicità di simboli e intrisa di contrasti chiarosculari che la fanno emergere da una notte di sogni e di enigmatici archetipi dove convive con animali e piante che le offrono vita, vitalità, prigionia o gloria. Una delle operazioni caratteristiche di Flor Garduño è infatti quella di mettere in relazione l'umano, il vegetale, l'animale e il minerale, senza rispettare l'antica divisione tra regni naturali. Troviamo così un'altra chiave per la sua fotografia: in essa si ripetono le stesse presenze, ma con invocazioni diverse; esseri e oggetti che ritornano grazie a scatti fotografici con significati alterati.
Flor Garduño sottolinea altresì l'ambiguità della donna quale creatura intrisa di interpretazioni nell'intento di darci la possibilità di intravedere la sua autentica natura.
"Naturalezas silenciosas" (Nature silenziose) è una raccolta di immagini dove gli oggetti rappresentati, dotati di un'anima calda e sensuale, sono immersi nella magia della cultura messicana e parlano di una vita interiore e segreta. Sono nature morte che emanano una maestosa pace e grandiosità dove la vita rimane, ma solo per un momento, sospesa e dove gli oggetti assumono dimensione erotica. Flor Garduño così precisa “quando penso alle mie nature silenziose, confesso che ho creato queste fotografie per me stessa, per riuscire a mantenere il mio spirito giocoso e fantastico attraverso tutti questi anni”.
Flores Garduño, dipingendo con la luce, non ha mai ceduto alla seduzione del colore, ma ci ha offerto un bianco e nero dove è riuscita a farcelo ad ogni modo percepire con la nostra mente: anche se i suoi neri sono profondi come inchiostro ed i suoi bianchi brillanti come ghiaccio non per questo i grigi non contengono tutte le informazioni e le sensazioni che ci potrebbe dare la tavolozza di un pittore.
Viene definita come un "poeta-fotografo" in quanto le sue potenti immagini di popoli nativi in tutte le Americhe, insieme ai suoi simbolici studi di nudo e alle liriche nature morte, hanno superato la soglia tra il mondo sacro e quello temporale consentendoci di intravedere ciò che Carlos Fuentes definì "il ritratto commovente dell'eternità".
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Una galleria di immagini, opera di Flores Garduño, viene riportata al seguente link: http://immagini.fotopadova.org/post/178671583101/flor-gardu%C3%B1o-poesia-in-bianco-e-nero-di-gustavo
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