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PRIMA PAGINA Gazzetta Dello Sport di Oggi martedì, 03 settembre 2024
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Quest’oggi vi vogliamo parlare del mondo dell’infanzia che ricopre la fascia d’età dai 4 ai 6 anni. Una piccola premessa deve esser fatta: i bambini di 4 anni si trovano in quel periodo della loro vita dove sono riusciti a superare indenni la fase del distacco, sia fisico sia emotivo, dai genitori, ed ora si ritrovano nel mondo alla ricerca della loro indipendenza. Inoltre, dai quattro anni in su i bambini sono più propensi ad ascoltare storie più lunghe ed articolate, con filastrocche in rima e soprattutto su argomenti di loro interesse, come dinosauri e draghi o principesse, libri sulle antiche civiltà… Vediamo insieme qualche titolo. Libri per bambini di 4 anni I bimbi di quest’età imparano in fretta e riescono a comprende storie emotivamente più complicate, con una struttura fiabesca bene definita: l’affronto delle difficoltà e la risoluzione positiva della storia. Chiedimi cosa mi piace;Il Gruffalò;Il pinguino che voleva diventare grande;Federico, di Leo Lionni;Il gatto stregato.Il mago di Oz. Libri per bambini di 5 anni Come molti genitori sanno, a 5 anni i nostri figli iniziano ad avere un pensiero proprio, fanno molte cose da grandi e tali si sentono. Percepiscono la loro situazione e vogliono affermarsi nel mondo, specialmente per quanto riguarda ciò che gli piace leggere. Per questo il più delle volte meglio seguire i loro consigli su cosa preferiscono piuttosto che imporgli qualcosa noi, ma ecco qualche consiglio se vi trovate spiazzati: La freccia azzurra;Racconti di pirati;La valle dei mulini;I 5 malfatti;L’isola del nonno;Cappuccetto Rosso. Libri per bambini di 6 anni In quest’età si iniziano le prime letture autonome e qui entrano in gioco oltre al loro gusto, i classici che ci accompagno durante l’infanzia: I Geronimo Stilton;Le fiabe dei fratelli Grimm;Storie della buonanotte per bambine ribelli;Il libro degli animali selvatici;Ciao, sono micro;Che paura la paura. ____________________ ByStefania Questo articolo è stato realizzato grazie al progetto Leggére storie da leggere – In merito al bando per la promozione della lettura nella prima infanzia: Leggimi 0-6. Promosso dal Centro per il libro e la lettura – Selezione libri a cura de La Vetrina centro di documentazione della Provincia di Brescia
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24 nov 2020 18:13
SMEMORANDA - COLPITI DA ALZHEIMER (INTELLETTUALE), I CHIERICI DEL GIORNALISMO ITALIANO RIMUOVONO GLI “ANNI DI PIOMBO”, TANGENTOPOLI E SEPPELLISCONO IL FU CAPITALISMO DEI POTERI MARCI (DE BORTOLI) – TRAGHETTATI DA PAOLO MIELI DALLA POVERA PUBBLICISTICA DI PARTITO AI RICCHI GIORNALONI TARGATI FIAT, I VARI (E AVARIATI) GALLI DELLA LOGGIA, PIGI BATTISTA E GAD LERNER SBIANCHETTANO TRENT’ANNI DI STORIA ITALIANA PER SALVARE LE LORO FACCE DI BRONZO E QUELLE DEI LORO AMICI
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DAGONOTA
Nonostante i bassi indici di ascolto non chiuderà Rai Storia lì sul piccolo schermo dove, quotidianamente, sale in cattedra lo storico (senza storia), Paolino Mieli. A buona ragione l’ex direttore del Corriere della Sera può essere considerato l’erede naturale del simpatico tuttologo professor Alessandro Cutolo che con il suo spiccato accento napoletano a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta furoreggiò nella televisione in bianco e nero con la sua rubrica “Una risposta per voi”.
Con la sua faccia a salvadanaio da Pierrot triste, Mieli fa rimpiangere l’arguzia bonaria del prof. Cutolo e la sua onestà intellettuale nell’imbrogliare le carte del suo sapere. Non c’è personaggio della storia antica, moderna e contemporanea che non venga affrontato da Mieli (da Giulio Cesare a Giuseppe Garibaldi) nel suo spazio in tv dove ospita i suoi tanti discepoli arruolati a suo tempo sulle colonne della Stampa o del Corriere.
E forse è a lui, il Mieli traghettatore dalla povera pubblicistica di partito alla ricca corte degli Agnelli&Romiti, che dovrebbe rivolgersi Ernesto Galli Della Loggia. O, forse, a se stesso, protagonista di una lunga stagione politica, economica e intellettuale lasciata nell’oblio.
Ma non si tratta di “traditori” o “voltagabbana”: chi fa certe scelte diverse simili anche ai salti mortali dovrebbe però spiegarne le ragioni. Nel 1957 lo scrittore Italo Calvino che si stava allontanando dal Pci invitava all’autobiografismo “dell’uomo della società vecchia e di uno dell’uomo della società nuova”.
Per l’autore di Palomar “la lettura del comunismo, che ha puntato sulla carta del romanzo” non basta a ricordare un’epoca. Non romanzi, appunto, “ma soprattutto opere autobiografiche…”.
A sorpresa, l’altro giorno sulle pagine del Corriere della Sera, Ernestino è tornato a chiedersi le ragioni della rimozione degli “anni di piombo” senza mostrarci la sua carta d’identità politico e intellettuale.
Già, in quest’ultimo trentennio (e passa) è stata “rimossa” pure la stagione di Tangentopoli, cavalcata dall’ex corazzata di via Solferino allora pilotata da Mieli nella speranza di salvare dal carcere i suoi padroni (la Fiat).
Della Loggia, ovviamente, si guarda bene dal fare il nome degli “smemorati” del ceto intellettuale che, con rare eccezioni (Giampiero Mughini), una volta smesso il ruolo di “banditori di violenza” si sono disinvoltamente riaccasati nelle file della borghesia imprenditoriale.
Con chi ce l’ha Ernestino? Con il suo amico Paolo Mieli, ex Potere Operaio e redattore capo dell’Espresso, un settimanale quasi confinante col nascente terrorismo di sinistra?
Con i socialisti craxiani che nel tentativo di salvare la vita di Moro trattavano sottobanco con alcuni esponenti contigui alle Brigate Rosse?
Forse allude al suo sodale e compagno di banco a “Mondo operaio”, Claudio Martelli, impegnato alla conferenza di Rimini a tessere un “filo rosso” tra gli ex di Lotta continua e il Psi fino a realizzare con lui il giornale “Reporter”?
E il nostro ha dimenticato pure la grancassa mediatica e politica del delfino di Craxi (esistono le registrazioni telefoniche) nel difendere il leader di Lotta continua dall’accusa di aver comunque partecipato all’uccisione del commissario Luigi Calabresi?
O nel suo personale indice d’indignazione, il Della Loggia intende includere l’ex lottacontinuotto, Gad Lerner, “il comunista con il Rolex” amico di Carlo De Benedetti, che nel suo ultimo libro “L’Infedele” (Feltrinelli), a differenza di Ernestino, cerca almeno di mettere ordine (morale e religioso) nel suo passaggio dai ribelli ai padroni del vapore.
Ma non è soltanto Galli Della Loggia a rimuovere il passato usando il bianchetto omertoso dell’autoassoluzione urbi et orbi.
Se la memoria “è la colla che lega la nostra vita mentale, che racchiude la nostra storia personale” (Squire e Kandel), il morbo di Alzheimer (intellettuale) deve aver colpito anche Flebuccio de Bortoli al momento di dare alle stampe il volume “Le cose che non ci diciamo (fino in fondo)” (Garzanti).
Ora se un lettore non sapesse che Flebuccio è stato due volte direttore del Corriere della Sera(gestione Agnelli&Romiti) e una volta del Sole 24 Ore(quotidiano della Confindustria), avrà l’impressione di trovarsi a sfogliare un saggio di un oscuro studioso dei poteri marci e di una classe politica (e dirigente) che ha messo in ginocchio il Bel Paese, vissuto negli ultimi trent’anni in qualche università straniera.
Il negare la continuità (e contiguità) tra la sua esperienza (e responsabilità) professionale non fa onore a de Bortoli. Del resto bastava cambiare il titolo del libro con “Le cose che non vi ho detto (fino in fondo)” per salvare almeno la faccia.
Ps.
Tra gli smemorati di via Solferino nei titoli di coda merita un posto anche Pierluigi Battista, devoto anche lui a Paolino Mieli. Prima sul Corriere della Serae poi con un’intervista a il Riformistasi butta penna in resta contro certo giornalismo giudiziario di oggi, “colla e incolla” delle veline della procura, che sputtanano politici e imprenditori ancora in attesa di giudizio.
La perversa inclinazione di Pigi verso il suo mentore Paolino, lo porta a dimenticare che i processi a mezzo stampa, la cosiddetta “gogna mediatica”, ha conosciuto il suo massimo splendore ai tempi di Mani pulite e ai tempi della prima direzione di Paolo Mieli. Moralisti a la carte.
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4 set 2018 13:11
LERNER DEL DISCO – GAD LERNER DÀ LA COLPA A SALVINI DEL CAOS IN LIBIA: “BASTA CON LA DEMAGOGIA DELLA GRANDE PROLETARIA” – MA LA SPARATA È UN BOOMERANG, E SU TWITTER LO RANDELLANO: “HAI ROTTO IL C… TU E IL TUO FINTO BUONISMO?”. IL COLPO DI GRAZIA GLIELO DA' SOCCI: ''NEI TUOI PROGRAMMI TIFAVI PER I BOMBARDIERI FRANCESI. MA IL PETROLIO...''
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1 – CAOS LIBIA, GAD LERNER CONTRO SALVINI. MA IL WEB LO MASSACRA
Franco Grilli per www.ilgiornale.it
Scoppiano gli scontri in Libia, a Tripoli, e Gad Lerner punta il dito contro Marco Minniti e Matteo Salvini.
Già, su Twitter il giornalista che una decina di giorni fa si era "ritirato" come militante di sinistra vicino al Partito Democratico – punta il dito contro Roma e il vecchio e il nuovo ministro dell’Interno.
Ecco cosa cinguetta sul social network il 63enne: "Stato d’emergenza in #Libia. Italia pronta a intervenire militarmente per difendere i suoi interessi petroliferi e proseguire il blocco dei #migranti? Subiamo le scelte frettolose di #Minniti condivise dal successore @matteosalvinimi Basta con la demagogia della #GrandeProletaria".
Il caos in Libia
Una sparata che non �� passata inosservata e che nel giro di pochi minuti riceve commenti e condivisioni. Ma anche, se non soprattutto, diverse aspre critiche: "Sig. Lerner sta facendo inutile propaganda al Suo Partito che non ne ha più bisogno: è quasi estinto", "Però eri bravo a stare zitto quando a intervenire per propri interessi nazionali era Sarkozy…",
"È proprio il tuo amico Macron che sta destabilizzando la Libia e noi Italiani pagheremo le conseguenze di un'invasione a te cara!!" e, infine, un più colorito "Lo sai che hai rotto il c…tu, il tuo finto buonismo, i migranti e pure la Libia?".
2 – SOCCI ASFALTA GAD LERNER SU TWITTER: “IN UN TUO PROGRAMMA FU DETTO CHE I BOMBARDIERI DI SARKOZY PORTAVANO LIBERTÉ EGALITÉ FRATERNITÉ. NON MI PARE SIA ACCADUTO. CHE DICI? NON C'ENTRAVA SEMMAI IL PETROLIO?”
IL THREAD TRA GAD LERNER E ANTONIO SOCCI SU TWITTER
Gad Lerner
@gadlernertweet
Stato d’emergenza in #Libia. Italia pronta a intervenire militarmente per difendere i suoi interessi petroliferi e proseguire il blocco dei #migranti? Subiamo le scelte frettolose di #Minniti condivise dal successore @matteosalvinimi
Basta con la demagogia della #GrandeProletaria
Antonio Socci
@AntonioSocci1
Gad ti ricordi quale fu la tua posizione al tempo della guerra in Libia voluta da Francia e Gran Bretagna con la partecipazione dell'amministrazione Obama?
libia ribelli assediano tripoli 8
Gad Lerner
@gadlernertweet
Ciao Antonio, ricordo perfettamente: nel 2011 ci fu un'insurrezione contro Gheddafi dopo 42 anni di suo regime (il doppio di Mussolini). La Francia forzò gli alleati a intervenire (governo Berlusconi compreso) quando ormai mi pareva non ci fossero alternative. Lo penso ancora
Antonio Socci
@AntonioSocci1
In risposta a @gadlernertweet e @matteosalvinimi
Io invece (pressoché da solo) riportavo gli appelli del vescovo di Tripoli perché le bombe cadevano sui civili. In un tuo programma fu detto che i bombardieri di Sarkozy portavano liberté egalité fraternité. Non mi pare sia accaduto. Che dici? Non c'entrava semmai il petrolio?
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