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sto male, voglio vomitare, mangio e vorrei digiunare; non ho fame, non dormo, mi sveglio e mi alzo, mi lavo i denti, mi butto sul divano, torno a letto.
mi vesto, dimentico i pezzi, uso un rossetto pallido, cammino assente, sono stanca e vorrei ammazzarmi di sport, non sono concentrata, non riesco a leggere, sto stesa ore, ma sono insofferente, vorrei raggiungere a piedi chiunque, dovunque.
vorrei parlare, ma non so che dire, vorrei piangere, ma non riesco a sfogarmi, vorrei vedermi bella, ma non sono contenta.
vorrei essere felice, ma vivo nelle pieghe buie delle mie giornate opache, mediocri, uguali.
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Io ho la testa malata, io sono malata, io non vivo, muoio un po' ogni giorno, sono appallottolata, sono affogata.
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pensieri pervasivi di mediocrità, banalità, pressapochismo, vuoto, solitudine e paura di perdere tutto.
come si reagisce?
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12.10.2022
non so che fare, non so che dire. non ce la faccio, non ce la faccio, questa non è la vita che merito.
io sento un vuoto che non so colmare.
non so più cosa fare, a cosa appigliarmi, cosa inventare. mi guardo attorno e mi sento estraniata e sofferente, mi sento tanto diversa, vorrei vivere fino in fondo, non sprecare neanche un attimo ed invece non riesco ad essere felice.
da davvero troppo tempo ormai.
come si sopravvive alla vita?
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Ciao Vincenzo,
Scrivo questa lettera perché so che non la leggerai mai e così sono serena nel parlarti e nel dirti di me.
Mi hai richiamata ed è stato un morsetto al cuore; in realtà avevo questo presentimento: il giorno prima eri passato dinanzi all'aula ed eri rimasto fermo qualche istante a fissarmi ed io a mia volta ero rimasta immobile poiché già impegnata nel collegio, così immaginavo (o forse speravo) un contatto.
Il giorno stesso non è accaduto; il pomeriggio del giorno dopo sì, sono stata contenta che tu mi cercassi e volessi trascorrere del tempo con me.
Mi piaci sempre, sai?
Nonostante le cattiverie reciproche e le maleducazioni vicendevoli, alcune insidiose, io provo qualcosa per te.
Mi sono avvicinata a te in un momento di fragilità e da lì siamo diventati "due che si dicono le cose" come ci hai ben definiti una volta tu.
Forse ti ho incuriosito per la giovane età, i pensieri freschi ed un po' disordinati, la storia contorta e la simpatia.
Io mi sono affezionata a te perché mi sono ritrovata a dirti cose personalissime di me che nessuno sa, insomma mi sono fidata, senza pensarci troppo, credendo di poterlo fare e così ho iniziato a pensarti, a desiderare di volerti vedere, a immaginare tempo speso assieme, a sperare di dormirti a fianco.
Anche nei lunghi periodi in cui non ci siamo sentiti io ti ho pensato, alcune volte davvero molto, ma i nostri screzi ci hanno allontanato e così tu non lo hai saputo mai.
Mi hai detto che hai una moglie, due figli e che c'è troppa differenza di età.
Io ti dico: che mi piaci, che per me non sei vecchio, che non me ne frega niente se è moralmente riprovevole, che me ne sbatto degli altri che possono pensare che è malato, che il modo in cui essere felice lo posso decidere solo io.
Mi si strizza lo stomaco quando sorridi, sei carino, e rido di gusto quando ti prendo in giro.
Non sei così male come ti dico.
Dopo l'ultimo incontro ti ho pensato tanto, tantissimo, avrei desiderato non te ne andassi.
Ti ho fatto vedere casa, ma non ti ho invitato a salire. Per me è difficile, non so distiguere, mi piaci e ti desidero e non riesco ad essere indifferente.
Noi non possiamo essere amici, io non posso sapere di te perché poi la mia mente viaggia e allora pensa che vorrei essere lì con te nella quotidianità e all'idea che questo non accada mi sento triste e mi si chiude lo stomaco.
Mi domando se sai quel che provo; forse no, timida e riservata come sono dissimulo davvero molto. Però mi domando se te lo chiedi e chissà quale risposta ti dai.
Vorrei dirti quanto sarebbe bello viverci questa esperienza assieme, vorrei farti sentire un po' di quello che provo io, ma non ci riesco, non sono capace.
Ormai sono 2 anni, dobbiamo salutarci per davvero ora. È arrivato il momento di vita nuova, anche se abbandonarci è difficile e per me doloroso, mi piaci davvero molto.
Ora devo dimenticare e smettere di fantasticare. Tu dal canto tuo lasciami stare, vederci non ha più ragione d'essere.
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