Francesca ha 15 anni. Francesca non sa perche ma nasconde a tutti il più possibile i suoi sentimenti. le importa troppo degli altri, ha paura di innamorarsi troppo e di restare sola.Francesca é questo ma é anche sorrisi e risate, una ragazza che riesce a voler bene nonostante tutte le delusioni
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"We fought and we laughed, a love-hate relationship. I knew he cared for me a lot, as I did for him. He was the one." - da Bad Boys With Wings (su Wattpad) http://my.w.tt/UiNb/GDXLU93l5F
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"We fought and we laughed, a love-hate relationship. I knew he cared for me a lot, as I did for him. He was the one." - da Bad Boys With Wings (su Wattpad) http://my.w.tt/UiNb/Y2jgM4Zl5F
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È probabile che lui abbia tutti i difetti del mondo. Ma il punto è che a me piacciono tutti.
Mariarca Cacace (via unincantevoleacida)
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Se qualcosa è stato bello devi dirlo. Se qualcosa ti piace, se qualcosa ti rende felice devi dirlo. A forza di piangere hai imparato a difenderti e io questo lo capisco. Capisco che pur di smettere di farlo annegheresti nello schifo di una vita ordinata, con i sentimenti spenti e le labbra dipinte, ma se una canzone ti piace devi ascoltarla. Se qualcuno ti sorprende in positivo devi farglielo notare. Devi ringraziare. Ringrazia, anche se ti fa piangere. Di’ “ti voglio bene” anche se ti fa piangere. Se qualcuno ti ha dato un bacio e da quel momento non fai che pensarci devi dirlo. Di’ “mi manchi”, di’ “ti amo”, di’ “ti aspetto”. Dillo, testa alta e cuore in mano. Non devi donarti tutta intera, devi lasciarti accarezzare. E devi, a tua volta, provare a ballare. Fai delle cavolate, fanne tante, perché sono quelle che ricorderai più volentieri quando le gambe non saranno più così forti. Se vuoi far l’amore fallo, non pensare “e se poi?” e “se lui?”. Se vuoi far l’amore dillo: “ti voglio”, “ho voglia di te”. Ci hanno insegnato che quasi tutto si risolve con un vaffanculo, con la forza, con l’arroganza, con la grinta, ma io credo che niente sia più irriverente e più potente della dolcezza, così quando vuoi abbracciare qualcuno abbraccialo e quando vuoi arrabbiarti fallo, ma non diventare mai cattiva solo perché qualcuno lo è stato con te. Mai.
◆ Susanna Casciani
blueerebel rebelclover
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There is one thing That I adore More Than your fingers intertwining In mine; It’s breathing Next to each Other, Knowing There is no one around but You
Midnight thoughts runningwithscarredwolves (via runningwithscarredwolves)
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E poi fate l'amore. Niente sesso, solo amore. E con questo intendo i baci lenti sulla bocca, sul collo, sulla pancia, sulla schiena, i morsi sulle labbra, le mani intrecciate, e occhi dentro occhi. Intendo abbracci talmente stretti da diventare una cosa sola, corpi incastrati e anime in collisione, carezze sui graffi, vestiti tolti insieme alle paure, baci sulle debolezze, sui segni di una vita che fino a quel momento era stata un po’ sbagliata. Intendo dita sui corpi, creare costellazioni, inalare profumi, cuori che battono insieme, respiri che viaggiano allo stesso ritmo, e poi sorrisi, sinceri dopo un po’ che non lo erano più. Ecco, fate l'amore e non vergognatevene, perché l'amore è arte, e voi i capolavori.
Alda Merini (via kissmenow-andneverstop)
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Ho capito che ti amo quando ho visto che bastava un tuo ritardo per sentir svanire in me l'indifferenza, per temere che tu non venissi più. Ho capito che ti amo quando ho visto che bastava una tua frase per far sì che una serata come un'altra cominciasse per incanto a illuminarsi. E pensare che poco tempo prima parlando con qualcuno mi ero messo a dire che oramai non sarei più tornato a credere all'amore a illudermi a sognare. Ed ecco che poi Ho capito che ti amo e già era troppo tardi per tornare. Per un po’ ho cercato in me l'indifferenza poi mi son lasciato andare nell'amore.
Luigi Tenco (via philophobja)
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Fantastico proprio😊
Ciao sorellonaaa devi venire più spesso su Tumblr☺
Ahaha ma cosa vuoi?? Non hai altro da fare?😘
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Ciao sorellonaaa devi venire più spesso su Tumblr☺
Ahaha ma cosa vuoi?? Non hai altro da fare?😘
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"Scusi dottoressa, che cos’è l’amore?" le chiesi. Era la seconda seduta che facevo dalla psicologa e mentre le feci la domanda, il mio sguardo era fisso fuori dalla finestra, pioveva e le gocce che cadevano sembravano tristi. “L’amore? L’amore è un sentimento reciproco, un sentimento forte” mi rispose. “No, no, non voglio la definizione scontata, vorrei sapere, secondo lei, che cos’è il vero amore” continuavo a guardare fuori e mi resi conto che non era una di quelle piogge forti o che ti punzecchiano la schiena, era una pioggia dolce, ma con un che di triste. “Sentirsi protetti, forse questo” si corresse e poi cominciò a sorridere e ad arrossire per qualche istante, probabilmente stava pensando a qualcuno in particolare e infine porse la stessa domanda a me. “Non mi piace la parola amore” risposi guardandola negli occhi e con voce ferma, quasi come se volessi nascondere qualcosa e tornai subito a guardare la pioggia. La dottoressa cambiò voce con un tono quasi protettivo, quasi curioso e quasi come una madre che ti rassicura e mi disse: “Tu sei innamorato, non è così?” Non risposi, non parlai per un tempo che non saprei definire. Stavamo in silenzio e credo che tutti e due stessimo guardando fuori dalla finestra. La pioggia cominciava a farsi sempre più forte e non so come, forse stavo pensando troppo, finì per pensare a voce alta e dissi il suo nome. La dottoressa però, non chiese nulla, forse non aveva sentito o forse stava facendo finta di niente, ma non aprì bocca. “Sa dottoressa, io mi sentivo protetto con questa persona, quindi se fossi stato lei, sarei stato innamorato”. Notai una sua smorfia e mi misi a ridere anche io. “Dottoressa, le posso chiedere un’altra cosa?” annuì con il capo e così le dissi: “Potrebbe venire qui vicino a me e tenermi compagnia mentre guardiamo la pioggia?”. Sorrise e si mise vicino a me, quasi come se fosse stata veramente mia madre. “Amo la pioggia, perchè mi sembra che tutto ciò che mi circonda non esista, che io rimanga solo e alla fine mi sento libero. Odio le persone invece, ho paura di loro e vorrei che sparissero tutte, ma con la pioggia, dentro la mia testa, accade proprio questo, spariscono.” Rimasi in silenzio dopo quella frase. Il mio sguardo era fisso nel vuoto, la mia testa era immersa in mille pensieri, i miei occhi si stavano riempiendo di lacrime e il mio cuore era diretto a una persona. “Mi sono innamorato dottoressa, era Maggio forse, ma mi sono innamorato. Io e lei, semplici amici, eravamo nel suo letto nel mezzo della notte e con la finestra mezza aperta r sentivi che da fuori era proprio come adesso, pioveva. Lei dormiva e io pensavo. Non ricordo a cosa, so che per la prima volta non ho pensato alla tristezza della pioggia o al pianto che faccio insieme a lei. Pensai semplicemente a…” ma prima di concludere la frase, mi fermai. La voce cominciava a tremarmi e ormai le lacrime scendevano, ma non me ne vergognavo, dopotutto erano lacrime d’amore e non mi vergogno d’amare. “…ho smesso d’amare. Mi sono reso conto che l’amore fa male, l’amore non ricambiato ti distrugge e quando sei disposto a dare tutto te stesso per una persona e questa lo butta via come un foglio di carta, allora sei a pezzi, ma questi piccoli frammenti non si riescono più a ricomporre. È difficile ricostruire qualcosa che è ormai rotto, ma è ancora più difficile ricostruire qualcosa che non è mai esistito, se non nella tua testa
ricordounbacio (via ricordounbacio)
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Cari studenti delle superiori del ventunesimo secolo, la settimana prossima comincerà un nuovo semestre e mi sento costretta a chiedervi scusa. Nonostante tutti i nostri sforzi, noi insegnanti non siamo riusciti a persuadere quelli che hanno il potere politico a cambiare il nostro sistema educativo. A quanto sembra, non siamo capaci di convincere il nostro premier che investire sulla vostra istruzione andrebbe a vantaggio di tutti noi e non inquinerebbe né l’acqua né l’aria. Perciò, finché i vostri bisogni educativi non prevarranno su quelli delle multinazionali straniere, vi prego di accettare le mie scuse. Mi dispiace che dobbiate venire a scuola così presto la mattina, anche se varie ricerche nel campo delle neuroscienze hanno appurato che il cervello degli adolescenti non funziona in modo ottimale prima delle dieci. Mi dispiace che dobbiate chiedermi il permesso di uscire dalla classe per andare a fare pipì anche se avete già la patente, un lavoro part-time e state prendendo decisioni importanti per il vostro futuro dopo la scuola. Mi dispiace che ogni giorno siate costretti a stare seduti per sei ore anche se molti studi hanno dimostrato che stare seduti troppo a lungo danneggia sia le capacità cognitive sia la salute. Mi dispiace che siate divisi per età e costretti a procedere attraverso il sistema scolastico con i vostri coetanei come se l’età anagrafica avesse qualcosa a che vedere con l’intelletto, la maturità, le competenze o l’abilità. Mi dispiace che quelli di voi che incontrano difficoltà a scuola non ricevano il giusto sostegno perché finanziare i vostri bisogni non è tra le priorità dell’attuale politica economica. Mi dispiace che dobbiate studiare materie che non vi interessano in un’epoca in cui la somma totale delle conoscenze umane raddoppia ogni dodici mesi. Mi dispiace che vi facciano credere che per ottenere il massimo dei voti dovete competere tra voi, quando i progressi umani sono sempre stati frutto di una collaborazione che spesso a scuola viene considerata “imbrogliare”. Mi dispiace che siate costretti a usare dei libri di testo che contengono informazioni superate e troviate a scuola tecnologie obsolete della cui manutenzione nessuno si occupa. Mi dispiace che quello che chiamano insegnamento personalizzato in realtà non lo sia affatto. L’insegnamento veramente personalizzato costa troppo, lo capite? Mi dispiace che sia improbabile che la Strategia innovativa, la riforma scolastica della British Columbia tanto strombazzata dal governo attuale, produca cambiamenti significativi a parte un nuovo modo per calcolare quello che si fa a scuola. Ma, soprattutto, mi dispiace che il sistema educativo vi costringa a far parte di un’economia estrattiva quando il nostro ambiente, senza il quale non ci sarebbe nessuna economia, sta subendo una crisi climatica che ci imporrà una rapida riconfigurazione di tutto quello che stiamo facendo in campo sociale, politico ed economico, e per la quale siamo del tutto impreparati. Mi dispiace moltissimo. Vorrei che la vostra curiosità non fosse soffocata dal conformismo scolastico. Vorrei avere una bacchetta magica per darvi il tipo di scuola in cui ci sono spazi per analizzare ed esplorare, sperimentare e apprendere in modo diverso. Vorrei avere il potere di riaccendere la passione e il desiderio di imparare che leggo nei vostri occhi prima che entriate a scuola. Vorrei potervi aiutare a ricordare che prima di essere studenti eravate scienziati che sperimentavano, scoprivano, si ponevano domande e facevano collegamenti. Eravate anche poeti… vi ricordate quanto divertiva e sorprendeva gli adulti intorno a voi il modo in cui descrivevate le cose? Siete nati per imparare. Non potete non imparare. Mi dispiace che vi facciano credere che l’unico apprendimento che conta sia quello che avviene a scuola. Anzi, poi, solo quello che avviene in classe. E nemmeno conta tutto quello che si impara in classe: alla fine conta solo quello che troverete nei test. Vorrei potervi portare in altri posti dove il sistema educativo pubblico è una priorità di politici convinti che la futura società del loro paese dipenderà dalle caratteristiche del sistema educativo. In un’epoca in cui la nostra vita dipende dall’ingegnosità nel risolvere i problemi più difficili, sprechiamo le potenzialità che ha la nostra mente di trovare soluzioni creative. L’adolescenza è il periodo in cui gli esseri umani raggiungono il culmine del loro sviluppo cognitivo. Le prove della vostra capacità di pensare “fuori degli schemi” e di trovare soluzioni creative sono ovunque intorno a noi. Vorrei poter mostrare alle autorità ciò che dovrebbero vedere per rendersi conto di quello che siete capaci di fare, se solo ve ne dessero la possibilità. Se solo… Con sincero affetto. Un’insegnante
Lizanne Foster (via volevosoloessereamata)
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Ridate la femminilità alle ragazze, ridategli la timidezza e portatevi via quell’odiosa sfacciataggine. Ridate la femminilità alle ragazze, insieme alle belle parole e ai bei comportamenti. Ridategli l’educazione e la delicatezza. Coprite le loro parti scoperte, ridando loro la dignità e la purezza di un viso arrossato, non da un chilo di trucco, ma dall’imbarazzo che provano in un preciso istante. Ridategli quell’eleganza persa ormai chissà dove, ridategli quella dolcezza che le distingueva dagli uomini. Riportate le ragazze con i bei capelli che cascano sulle spalle, con il ciuffo fastidioso che scivola davanti la faccia, poco truccata e non sporcata da pennelli e colori strani sbattuti sugli occhi solo per far scena. Quelle belle ragazze fatte di carne con i bei fianchi, belle da vedere e da toccare, e non quegli ammassi di ossa che usano intimo imbottito per vantare qualche curva, ormai sinonimo di trasgressione e volgarità. Ridategli quello che le rendeva diverse l’una dall’altra. Ridate al mondo le ragazze, e portatevi via quelle bambine che fanno finta di essere signore.
Non ricordo chi l’abbia scritta.
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