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Quatre arbres, 1917, Egon Schiele
https://www.wikiart.org/en/egon-schiele/quatre-arbres-1917
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E'come il sole splendente e non si vergogna di esserlo ❣️
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All'improvviso mi è venuto in mente quando ci videochiamavamo.
(su msn)
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“Lavatevi le mani ma andate scalzi e baciate la terra ferita. Starnutite pure nel gomito ma leccate le lacrime di chi piange. Non viaggiate a vanvera ora è tempo di stare fermi nel mondo per muoversi in noi stessi dentro gli spazi sottili del sacro e l’umano. Indossate pure le mascherine ma fatene la cattedrale del vostro respiro, del respiro del cosmo. Ascoltate pure il telegiornale che finalmente parla di noi e del più grande miracolo mai capitato: siamo vivi e non ci rallegra morire. Per ogni nuovo contagio accarezza un cane pianta un fiore raccogli una cicca da terra, chiama un amico che ti manca narra una fiaba a un bambino. Ora che tutti contano i morti tu conta i vivi, e vivi per contare, concedi solo l’ultimo istante alla morte ma fino ad allora vivi all’infinito, consacrati all’eterno.”
(Andrea Melis Parolaio) . . #AndreaMelisParolaio https://www.instagram.com/p/B9ZBTUigNJz/?igshid=e7btl0zt0igs
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“Perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi.
E qualcuno - un padre, un amore, qualcuno - capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume
- immaginarlo, inventarlo - e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio.
Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita.
E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare.
Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente umano.
Basterebbe la fantasia di qualcuno - un padre, un amore, qualcuno.
Lui saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo silenzio, in questa terra che non vuole parlare.
Strada clemente, e bella. Una strada da qui al mare.”
-Oceano Mare, A. Baricco.
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Avrò amato a sufficienza? Avrò dato l'acqua ai gerani, cambiato sempre quella nella ciotola del gatto? Avrò imparato a memoria i cipressi, i soldati e i loro fratelli, non una copertina con l'orlo offeso? Neanche una stagione che si senta con me risentita? Nessun grazie è mai stato omesso? Mi ha perdonata il corpo per il trattamento, e gli uccelli sul davanzale per l'assenza di briciole, così grande si è estesa la misericordia? Di quante mie cure è stato il mondo difettoso? (Valeria Cagnazzo)
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