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#Monografia #Recensione #Mastodon
(Hushed And Grim - 2021)Non lo nascondo. “Hushed And Grimes”, probabilmente, è il mio sogno bagnato più potente e recondito sui Mastodon, nonché quello che a ben vedere potrei definire come il loro album della maturità. All’inizio forse potreste sentirvi spiazzati, perché l’atmosfera generale di “Hushed And Grime” èben più uggiosa e malinconica di quanto i nostri ci abbiano mai abituato in passato. Ben presto però ci si accorge che questo inedito approccio “gotico” dei quattro di Atlanta altro non è che un modo per potenziare la marcata impostazione emotiva di queste nuove quindici tracce. Tutto qui è improntato all’elaborazione del dolore, dai momenti più intimisti e meditativi a quelli più epici e atmosferici, dai coinvolgenti duetti tra la voce acuta di Troy e quella calda di Brent, dalle sfuriate improvvise sludge-punk a oneste ballads sostenute da rallentamenti grevi e massicci, dagli orecchiabilissimi ritornelli hard rock ai più intricati labirinti sonori che ci fanno viaggiare con la mente ancor più di quanto facevamo nei dischi precedenti, il tutto sostenuto dall’eccellente produzione di David Bottrill, per un album dedicato al loro amico e manager scomparso Nick John e, in generale, a chiunque abbia perso un proprio caro e si stia ora interrogando sul senso della morte e soprattutto della vita.(Stefano Pentassuglia)
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#MONOGRAFIA #recensione Gost - Rites Of Love And ReverenceCon “Rites Of Love And Reverence”, #GosT, al secolo James Lollar, mette da parte le aggressioni eletro-black metal del precedente “Valediction” riprendendone e sviluppandone ulteriormente i tratti darkwave, aggiungendo chitarre vere dai connotati post-punk, incursioni minimal wave moderne, e riprendendo alcuni elementi darksynth di stampo dubstep/EDM provenienti dai suoi primi lavori di stampo più marcatamente synthwave. Il risultato è un suono particolare e ibrido che si configura come un ennesimo tassello in quella corrente post-synthwave che sembra sempre più marcata nei nomi del genere che hanno avuto riscontro con il pubblico metal e alternativo, all’insegna di un crossover che fonde l’oscurità della decade anni ‘80 con ritmiche sincopate e bassi spezzati. Una storia di stregonerie, persecuzioni, rituali, che propone un neo-gotico a volte arcano, a volte futuristico, a metà tra generi e mondi sulla carta distanti, ma qui saldati in modo spesso indissolubile.- a cura di Davide Pappalardo
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#MONOGRAFIA #RECENSIONE Inhuman Condition ((Rat God))E' un disco nuovo, death metal dritto da questo 2021, ma incredibilmente old school e che eccezionalmente raccoglie l'eredità della vera vecchia scuola di quel genere nato a cavallo fra gli '80 e i '90: gli statunitensi Inhuman Condition offrono un disco devastante, inflessibile, ma anche esperto e maturo.Buona lettura a tutti,Davide
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#MONOGRAFIA #ARTHUANREBIS (( Sacred Wood ))"La musica esiste dall'alba dei tempi: dapprima creata e replicata da Madre Natura, la quale continua a dimostrarsi ancora la più grande artista persino ai giorni nostri; successivamente germogliata spontaneamente nell'uomo che da sempre cerca di rendere giustizia alla grazia e forza della creatrice, tentando di placare questa fame di arte senza mai raggiungere [..]Continua facendo click sul link A cura di Fernanda Serufilli
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Eccola qui, la Recensione del nuovo album degli #IronMaiden ad opera di Christian Rubino
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JETHRO TULL - Rock Island #monografia #recensione Smaltita la sbornia per la vittoria del Grammy, i Jethro Tull continuano sulla strada dell’hard rock con il nuovo “Rock Island”, un album discreto cui manca però il fascino del precedente. Un disco che inizialmente non riesce a trasmetterci forti emozioni, ma che per fortuna si riprende nella seconda parte.- a cura di Sandro Pistolesihttps://www.rockandmetalinmyblood.com/recensioni/jethro-tull-rock-island/1989-chrysalis/3801/
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#MONOGRAFIA #Recensione #OzzyOsbourne ((Tribute))Nel 1987 Ozzy Osbourne pubblica Tribute, doppia raccolta dal vivo che non è solo un semplice disco, ma una dedica alla grandezza del chitarrista #RandyRhoads, i cui proventi (o almeno una parte) andranno ai parenti del ragazzo. L'album si compone di quattordici tracce, tutte registrate durante il Blizzard Of Ozz Tour e il Diary Of A Madman Tour, quindi nei mesi precedenti alla tragedia che colpisce il giovane musicista, quel maledetto 19 marzo del 1982, e che trascinerà lo stesso Ozzy nella depressione più cupa. Tribute non è la fotografia di una serata, bensì un magnifico ritratto incapace di invecchiare, che è sempre vivo e attuale nel mettere in mostra il talento di una squadra formidabile, all'interno della quale spicca ovviamente la genuinità e la bellezza musicale di Randy Rhoads. Una figura che resta sicuramente impressa nella memoria di tutte le generazioni che seguiranno, raffigurazione di un geniale strumentista. Prototipo del chitarrista moderno, maestro di tecnica, di suono, di tocco e di gusto, Randy trova la morte in giovanissima età nonostante una vita equilibrata, vissuta con la testa sulle spalle. Non sapremo mai, purtroppo, come si sarebbe evoluta la sua carriera, quali sonorità avrebbe adottato, con chi avrebbe suonato, cosa avrebbe composto. Di certo, la sua leggenda ha ispirato e continua a ispirare molti, e questa raccolta dal vivo è lo specchio della sua anima, uno dei migliori live album degli anni 80.Recensione a cura di Andrea Cerasi e Andrea Ortu
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#MONOGRAFIA #Recensione #Amenra ((De Doorn))Se dovessi descrivere con una sola parola la musica degli Amenra, questa sarebbe “intensità”. Anzi, lo scriverei proprio in maiuscolo: INTENSITA’. Perché questa è la cosa che più conta per Colin e soci, anzi, l’unica cosa che davvero conta. “De Doorn” è un album costruito sul dolore e per il dolore, un concentrato annichilente di sonorità chiaroscurali che vivono di contrasti sonori, di rincorse tra la disperazione estrema e l’attesa opprimente del suo sfogo. Ma è anche un disco che si nutre voracemente di quella magistrale intensità sonora di cui gli Amenra sono maestri indiscussi, riuscendo ad ammaliarci e a distruggerci interiormente con il suo meraviglioso e dirompente annichilimento emotivo.Recensione di Stefano Pentassuglia
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SPAWN - Spawn: the album #monografia #recensionePrima del boom dei cosiddetti cinecomics, i film sui supereroi erano sempre una roulette russa. Il film del 1997 ispirato allo #Spawn di Todd McFarlane fu un floppone clamoroso, complici una regia sciatta, una sceneggiatura da bastonate sugli stinchi, ed effetti invecchiati con la stessa freschezza di un gioco per Sega Saturn. Peccato perché una certa tamarraggine c'era, e chi oggi se lo fa ancora piacere lo fa con la forza della nostalgia, considerandolo a buona ragione un guilty pleasure. Tutto da buttare, quindi?No.L'album della soundtrack del film non solo è piuttosto godibile, non solo è un lucidissimo spaccato di determinata musica e determinate subculture degli anni '90, ma rappresenta anche un esperimento tra i più arditi e curiosi di un'industria discografica che non c'è più. #Slayer e Atari Teenage Riot insieme? Tom Morello e i The #Prodigy sulla stessa canzone?Tutto questo e molto altro nella nostra analisi canzone per canzone. - a cura di Tommaso Bonifaci
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LABYRINTH - Welcome to the Absurd Circus #monografia #recensioneNonostante la lunga assenza, i #Labyrinth sono uno di quei gruppi metal che sembrano esistere da sempre perché sono riusciti, nel tempo, a creare un loro stile inconfondibile. "Welcome to the Absurd Circus" riavvicina la band italiana, per potenza e sound, al periodo magico del disco viola "Return To Heaven Denied" e forse indirettamente apre la strada ad una nuova giovinezza del combo nostrano, in verità già ricominciata nel 2017 con la pubblicazione di "Architecture Of A God". - a cura di Christian Rubino
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La #AUDIORECENSIONE di questo mese ci riporta indietro al 1991: un periodo di grandi cambiamenti, dagli assetti mondiali alla musica. Il film di Oliver Stone ispirato ai The Doors s'interfaccia alla nuova generazione e alle sue sfide parlando di un'altra generazione, dei suoi sogni e delle sue illusioni, focalizzandosi soprattutto sulla figura di Jim Morrison. La #soundtrack del film è un breve affresco di una carriera sfolgorante e di una vita interrotta troppo presto, il racconto della fine di un'era per fare il necessario punto della situazione, prima dell'inizio di un'altra. Riscopriamo dunque insieme una delle pellicole più discusse di Stone, e insieme ad essa una band e un uomo entrati nella Leggenda!Un ringraziamento speciale all'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, a Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, ai curatori Andrea Ortu e Davide Cillo, e al doppiatore Enrico Vaioli per la sua splendida lettura. #thedoors #jimmorrison #oliverstoneBuon Ascolto!
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#MONOGRAFIA #Recensione #Helloween ((Helloween 2021))E alla fine è successo, i sogni di metà dei metallari del mondo si sono avverati. Le Zucche di Amburgo si sono ritrovate per una mega reunion che ha fatto battere il cuore a migliaia di ascoltatori, e sold-out dopo sold-out si sono esibite sui palchi del mondo intero, dimostrando di essere ancora in forma smagliante, con una formazione allargata, che ha riaccolto a braccia aperte Kai Hansen, fondatore stesso della band, e Michael Kiske, dopo quasi trenta anni dalla loro uscita. Helloween, album auto-intitolato, proprio come il primissimo EP, pubblicato nel lontano 1985, è pura celebrazione di una carriera che ha pochi eguali nella storia dell'hard&heavy, e infatti il disco ripercorre tutte le tappe stilistiche adottate dal gruppo: un po' Keeper Of The Seven Keys, un po' The Time Of The Oath e un po' The Dark Ride, senza replicarne la qualità, complice qualche calo e qualche pezzo anonimo che tira troppo la corda. Non dobbiamo farci ingannare dalla gioia legata alla reunion, dalla nostalgia per i nostri anni migliori e dall'amore viscerale che proviamo nei confronti di questa gloriosa band e dei suoi componenti, ma se ci facciamo due conti, in scaletta troviamo solo due pezzi eccellenti, Fear Of The Fallen, con la sua melodia irresistibile, e l'imponente Skyfall, colonna portante di tutto l'album, che ripercorre le tappe dell'intera carriera degli Helloween, in un collage riuscito e trionfale. Le restanti tracce, a parte le ottime Out For The Glory, piuttosto classica e solare, Best Time, gradevolissima e dal chorus orecchiabile, e qualche passaggio della regale Angels, sono decisamente anonime, o al massimo più che sufficienti, senza contare una produzione molto confusa che soffoca gli strumenti.(Andrea Cerasi
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Con la nostra #AUDIORECENSIONE di questo mese ritroviamo una band simbolo del più audace e sensuale hair metal anni '80: le Vixen. Il loro album di debutto, l'eponimo #Vixen, è stato un piccolo ma significativo manifesto del rock al femminile, spavaldo e privo di filtri, realizzato con gusto e mestiere.A calarvi nella storia della band e nell'analisi dell'opera, a cura di Andrea Ortu, sarà un racconto originale scritto da Andrea Cerasi, e la voce dei doppiatori con cui abbiamo avuto il piacere di collaborare: Paolo Marchese (che ha doppiato, tra gli innumerevoli altri, John Travolta), Alessia De Lucia ed Enrico Vaioli.Un ringraziamento speciale come sempre all'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e a Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.Buon Ascolto!
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#MONOGRAFIA Humanity's Last Breath ((Välde))"Il metal estremo affronta nuove sfumature; in Välde, si intersecano due generi apparentemente ben distanti l'uno dall'altro, ovvero Metalcore e Black Metal. Il risultato di tale alchimia é questa perla degli svedesi Humanity's Last breath."Alessandro Gargaglia
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#MONOGRAFIA Protest The Hero ((Palimpsest))Dopo il lungo silenzio che dal 2016 ha dominato nella carriera dei Protest The Hero, finalmente il 2020 viene illuminato da questa nuova uscita dei Canadesi, ancora una volta impeccabili in fatto di qualità. "Palimpsest" è probabilmente l'album più variegato dell'intera carriera della band, una aggiunta preziosa alla discografia che merita di essere ascoltata e riascoltata.Alessandro Cosma Gargaglia
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#MONOGRAFIA #recensione HARAKIRI FOR THE SKY- Arson"La fortuna non esiste, esiste il momento in cui il talento incontra l'opportunità".In questa citazione del famoso filosofo e politico dell'antica Roma Seneca, è racchiuso il seme da cui germoglierà questo album, la scintilla che innescherà la creazione di quello che a tutti gli effetti è il capolavoro dei Harakiri for the sky: #Arson - a cura di Antonino Tomaselli
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#MONOGRAFIA #recensione Nevermore- Dead Heart in a Dead World“Dead Heart in a Dead World” è il disco simbolo dei #Nevermore, band di Seattle reduce da un altro lavoro grandioso come “Dreaming Neon Black”. A distanza di vent’anni esatti, Dead Heart non smette di regalare emozioni intense e sensazioni uniche.- a cura di Giancarlo Pacelli
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