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rinascimento3ca · 5 years
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LA RINASCITA DAI SECOLI BUI
Una nuova consapevolezza, accompagnata da entusiasmo, ottimismo e orgoglio coinvolse, all'aprirsi del XV secolo, i cittadini delle corti italiane, determinando un FERVORE ARTISTICO E CULTURALE senza precedenti in Italia. Scrittori, poeti, architetti, pittori e scultori furono i veri protagonisti di questo movimento che prese il nome di Rinascimento proprio in relazione al rinascere delle arti. Era infatti opinione diffusa che, dopo il periodo d’oro dell’arte classica, la scultura, la pittura e l’architettura fossero andate irrimediabilmente decadendo fino a scomparire praticamente del tutto durante i ‘secoli bui’ del Medioevo. Soltanto nei primi anni del Quattrocento le arti avevano preso a rifiorire. Questa rinascita era stata resa possibile grazie alla RISCOPERTA DELL’ARTE ANTICA che divenne un modello di perfezione, oggetto di studio da parte di ogni artista.
Michela
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rinascimento3ca · 5 years
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LA CONDIZIONE DELL’ARTISTA NEL MEDIOEVO E L’IMPORTANZA DELLE ARTI
Nell'antichità le arti si distinguevano in due rami:
ARTI LIBERALI
ARTI MECCANICHE
Le prime definiscono quelle attività creative che richiedono un'applicazione intellettuale e la cui produzione, rigorosamente non materiale, è connotata da particolari valori di contenuto. Esse, dunque, si contrappongono alle arti meccaniche che richiedono invece un'applicazione manuale - 'meccanica' appunto - e il cui prodotto è un manufatto, di qualsiasi genere. Queste ultime includevano le ARTI FIGURATIVE, quelle cioè realizzate dai pittori e dagli scultori. 
Per gran parte del periodo medievale, fino ai tempi pregiotteschi, quello che oggi definiamo artista veniva considerato un artigiano, in quanto abile nel lavoro manuale. Di conseguenza, ai realizzatori materiali, talvolta analfabeti, non veniva commissionata alcuna attività di pensiero. Ciò che ad essi si chiedeva era unicamente la perizia tecnica per una buona esecuzione dell’opera.
Per quanto riguarda il ruolo dell’artista nel rinascimento, la distinzione in arti è fondamentale, poiché si potrebbe affermare che tutto il corso della produzione artistica medievale fu caratterizzato da una lentissima, per lunghi periodi quasi impercettibile, ascesa del dominio delle arti meccaniche nei confronti di quello delle arti liberali.
Michela
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rinascimento3ca · 5 years
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LO SVILUPPO DEL RUOLO DELL’ARTISTA
Nel Medioevo attribuivano la paternità dell’opera d’arte soprattutto al committente, mentre lasciavano passare in secondo piano l’artista che l’aveva eseguita. Una situazione, questa, che andò ad evolversi nel tempo fino a quando la migliorata perizia tecnica dell’artista, integrata alla creatività dello stesso, non mise fine a questo stato di cose.
Quindi la capacità nella realizzazione di un’opera non venne più considerata come quella di un semplice esecutore e l’artista acquisì più libertà creativa. Progressivamente si assistette ad un eccezionale cambiamento di rotta sulla considerazione sociale dell’esecutore di un’opera d’arte. Fino a quando, nel Rinascimento, l’artista incominciò rivendicare con forza il proprio ruolo di intellettuale.
Con l’avvento del Rinascimento non cambia solo la considerazione, di cui cominciano a godere gli artisti, ma cambia soprattutto l’ambiente di lavoro, mentre prima lavorava quotidianamente nella propria bottega, da questo periodo in poi incomincia a spostarsi ed aprire nuovi cantieri presso le numerosissime corti della penisola. Nasce così la figura di artista cortigiano, questo nuovo ambiente favorisce l’emancipazione dello stesso artista, poiché gli permette di entrare a diretto contatto con l’alta aristocrazia e con altri intellettuali del tempo: scrittori, poeti, filosofi e così via. Con la nascita di questa nuova figura nasce anche la necessità dell’artista di istruirsi in tutti i rami dello scibile: grammatica, prospettiva, geometria, storia, filosofia, anatomia, medicina, teoria del disegno, astrologia e aritmetica. Le arti figurative non rientrano più nelle arti meccaniche, ma comprendono più discipline e si compiono “per materia e per ragionamenti” e di conseguenza il vero artista deve possedere un adeguato bagaglio teorico accanto alle doti manuali. A questa rivendicazione di un nuovo ruolo per l’artista si accompagna una spiccata consapevolezza di sé e delle proprie capacità intellettuali e creative impensabile per un semplice artigiano.
Gli artisti arrivarono quindi a reclamare una condizione pari a quella degli intellettuali, chiedendo che le loro opere fossero valutate in base a criteri diversi da quelli adottati per dei semplici manufatti artigianali. In risposta a queste rivendicazioni, sia pure in maniera graduale e diversificata, un nuovo atteggiamento cominciava a impadronirsi della committenza: l’opera comincia ad essere valutata non in base ai materiali preziosi con cui è eseguita ma in quanto realizzata da un abile artefice e il talento artistico inizia a divenire una discriminante importante nel giudizio di un dipinto o di una scultura. 
Finalmente la Storia annovera l’artista, a pieno titolo, fra gli intellettuali del tempo.
Michela
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rinascimento3ca · 5 years
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La concezione della natura
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Queste tre tavole, realizzate da Leonardo da Vinci nel 1489 e parte della Royal Collection di Buckingam Palace, Londra, sono studi anatomici sul teschio realizzati dall’uomo che più di tutti incarna il crescente desiderio di conoscenza del suo tempo. Leonardo voleva sempre scoprire di più, e non era mai soddisfatto, lasciando sempre una porta aperta a nuovo sapere. Si dedica a ogni aspetto della scienza e della tecnica, studiando ogni sfaccettatura della natura. Queste tavole fanno parte dei suoi studi sul corpo umano, per esempio. 
Ma perché al tempo del geniale Leonardo da Vinci era così importante la ricerca? Per scoprirlo, occorre fare un piccolo viaggio nella visione che il tempo in questione, il Rinascimento, aveva della natura. 
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Fra il quattrocento e il cinquecento si afferma una concezione di uomo e natura molto diversa rispetto a quella medievale, che sminuiva la dimensione terrena a favore di quella divina. 
Nel rinascimento si mette l’uomo al centro del mondo, e si cerca di capire meglio la natura che lo circonda. È questo l’obiettivo della filosofia naturale: scoprire quali sono le leggi che controllano la natura e, talvolta, dominarla. Essa è, se vogliamo, la “mamma” della scienza moderna. 
Una delle sue componenti più note è l’alchimia. Essa è un’arte che cerca di scoprire le leggi naturali e soprattutto di opporsi a loro, garantendo all’uomo facoltà quali l’immortalità, la capacità di guarire tutti i mali (panacea), quella di conoscere ogni cosa e quella di tramutare ogni metallo in oro, raccolte nella mitica pietra filosofale, interpretazione dell’aristotelica quintessenza. La scienza vera e propria nascerà solo da una razionalizzazione di questa disciplina.
Un altro pensiero cardine è quello secondo cui ci sia una connessione fra astri ed eventi terreni: si tratta dell’astrologia, una disciplina di origine araba (ispirata anche da Aristotele) che tratta appunto dell’interpretazione delle stelle e dei pianeti per prevedere eventi fisici. Secondo la maggior parte degli astrologi cristiani i corpi celesti influenzano solo questi ultimi, e non l’anima dell’uomo, che è sotto il solo controllo dell’uomo stesso, secondo una visione rivolta al concetto di libero arbitrio. 
Per quanto ci si stia allontanando da una visione teocentrica, si mantiene viva l’idea di una natura dotata di energia propria e intrinseca, che ha permesso l’evoluzione degli organismi. 
A caratterizzare la “scienza” rinascimentale è una forte componente magica ed esoterica, che riconduce alla più diffusa corrente filosofica del tempo, il neoplatonismo, accanto al quale corre anche una corrente aristotelica purificata dal senso cristiano che le era stato attribuito e riportata sul piano naturale.  Di quest’ultima è importante, ancora una volta, soprattutto la nozione riguardo alle leggi interne della natura, che la filosofia naturale del rinascimento indaga valorizzando l’aspetto sensibile del mondo.
-Flora
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rinascimento3ca · 5 years
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La prospettiva
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La prospettiva è una tecnica di raffigurazione utilizzata frequentemente nelle arti figurative quali pittura, architettura e scultura. Si basa sia sull’osservazione della realtà attraverso un metodo scientifico sia sulle indicazioni ricavate dallo studio dei testi classici, mantenendo quindi un “modello classico” di rappresentazione. E’ fondata sulla base di ideali di armonia e funzionalità, caratteristiche ricorrenti anche nell’arte rinascimentale. La prospettiva infatti vede le sue origini nel Rinascimento (1400-1500 circa) grazie alle opere di Filippo Brunelleschi, autore della cupola del Duomo di Firenze. Brunelleschi intorno al 1420 scoprì i rapporti che mettono in relazione i vari elementi all’interno di un’opera, chiamati in seguito proporzioni. Attraverso questi rapporti fu poi possibile elaborare un vero e proprio “regolamento” definito Leggi della Prospettiva, secondo cui figure e paesaggi dovevano essere raffigurati esattamente come appaiono nella realtà.
Le Leggi ebbero grande impiego soprattutto in campo pittorico, poiché, in particolare negli affreschi, la qualità di un’opera era definita dall’affinità del soggetto riprodotto rispetto al nostro sistema ottico-sensoriale. L’opera quindi doveva essere in grado di proiettare nella nostra mente un’immagine che richiamasse il più possibile il soggetto originale.
Per questo la pittura rinascimentale dava particolare importanza all’uso della luce e del colore, assegnando un grado di luminosità maggiore se il soggetto ritratto era distante, minore se il soggetto era in primo piano.
Come Brunelleschi molti altri artisti (tra cui Giorgio Vasari e Federico Zuccari) utilizzarono spesso questa tecnica nelle loro opere, in particolare negli affreschi del Duomo di Firenze, i quali ritraevano nei minimi dettagli scene religiose.
Alice Belfanti
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rinascimento3ca · 5 years
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La Cupola di Brunelleschi
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La decorazione ad affresco della Cupola di Brunelleschi fu realizzata tra il 1572 ed il 1579 da Giorgio Vasari e Federico Zuccari e presenta lo stesso tema iconografico del Battistero: il Giudizio Universale. La cupola è suddivisa in otto spicchi (o vele), in uno dei quali è raffigurato Gesù Cristo giudice. I sette rimanenti rappresentano il settenario dei vizi a cui si contrappongono le sette virtù, insieme ai sette doni dello Spirito Santo e alle sette beatitudini. Lo schema di ogni vela della cupola  prevede, a partire dall’alto, una schiera di cori angelici che portavano uno degli strumenti della Passione.
Subito sotto si trovano le schiere dei Santi e Beati, scelti con una particolare caratterizzazione rispetto ad ogni vela. Scendendo più in basso vi sono poi le triadi dei doni dello Spirito santo, delle Beatitudini e delle Virtù. Il programma prevedeva che venissero poste l’una a fianco dell’altra tre figure, rappresentanti una un dono dello Spirito, l’altra una virtù e la terza, quella nel mezzo, la beatitudine.
Contrapposto a tutte le figure superiori si trova il livello più basso, cioè quello infernale, nel quale ogni vela è caratterizzata da un peccato mortale o da un vizio.
Alice Belfanti
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rinascimento3ca · 5 years
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Leonardo Da Vinci
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Tra Empoli e Pistoia nel 1452, nasce Leonardo Da Vinci. Nonostante fosse figlio illegittimo  viene accolto nella casa paterna dove verrà allevato ed educato con affetto. La precocità artistica e l'acuta intelligenza del giovane Leonardo spingono il padre a mandarlo nella bottega di Andrea Verrocchio: pittore e scultore orafo acclamato e ricercato maestro, mentre nel 1480 fa parte dell'accademia del Giardino di S. Marco sotto il patrocinio di Lorenzo il Magnifico. Nel 1489-90 prepara le decorazioni del Castello Sforzesco di Milano per le nozze di Gian Galeazzo Sforza con Isabella d'Aragona mentre, in veste di ingegnere idraulico si occupa della bonifica nella bassa lombarda. Nel 1499 Leonardo fugge da Milano perché invasa dalle truppe del re di Francia Luigi XII e si rifugia a Mantova e Venezia. Nel 1503 è a Firenze per affrescare , insieme a Michelangelo, il Salone del Consiglio grande nel Palazzo della Signoria, a  Leonardo viene affidata la rappresentazione della Battaglia di Anghiari che però non porterà a termine, a causa della sua ossessiva ricerca di tecniche artistiche da sperimentare o da innovare. Ad ogni modo, allo stesso anno è da attribuire la celeberrima ed enigmatica Monna Lisa, detta anche Gioconda, attualmente conservata al museo del Louvre di Parigi. Il 2 Maggio 1519 il grande genio del Rinascimento spira e viene sepolto nella chiesa di S. Fiorentino ad Amboise. Dei sui resti non vi è più traccia a causa delle profanazioni delle tombe avvenute nelle guerre di religione del XVI secolo.
Laura
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rinascimento3ca · 5 years
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Ultima cena
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L’Ultima Cena è un dipinto murale alto 4 metri e 60 centimetri e largo 8 e 80 creato da Leonardo Da Vinci. L’autore, lo realizza tra il 1494 e il 1498 nel refettorio del convento milanese di Santa Maria delle Grazie, su incarico del Duca di Milano Ludovico il Moro. Il soggetto dell’opera appartiene all’iconografia cattolica tradizionale, infatti si tratta dell’ultima cena di Gesù insieme agli apostoli, prima di venire arrestato. Al centro delle linee prospettiche, vi è Gesù, se dunque il tema dell’Ultima Cena è tradizionale, il trattamento adottato da Leonardo è invece del tutto innovativo. Come già avvenuto per il dipinto Ritratto della dama con ermellino, nel 1490 circa, i personaggi vengono rappresentati come in un’istantanea fotografica. L’artista infatti ritrae il momento in cui Gesù annuncia che verrà tradito e sul volto di ciascun apostolo dipinge un differente moto dell’animo. Solo Giuda, l’apostolo che ha tradito Gesù, sembra quasi isolato: il solo a non gesticolare, si china in avanti e osserva con un’espressione di sospetto o di rabbia che stride di fronte alla rassegnata pacatezza di Cristo. Oggi l’Ultima cena può essere ammirata a Milano nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie. 
Laura
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rinascimento3ca · 5 years
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La dama con l’ermellino
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Il Ritratto della dama con ermellino è un dipinto a olio su tavola di 54 per 40 centimetri è stato  realizzato intorno al 1490 da Leonardo Da Vinci. Raffigura la nobildonna Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro, Duca di Milano. Cecilia è bellissima, elegante e di forte temperamento, favorita di Ludovico, viene allontanata da corte dopo il matrimonio del signore di Milano con Beatrice d’Este. Lei sposa quindi il conte Bergamino di Cremona e si trasferisce in un lussuoso palazzo del centro frequentato da artisti e intellettuali, tra cui lo stesso Leonardo, Bramante e il novelliere Matteo Bandello. Il dipinto che la vede protagonista è per molti critici il primo ritratto moderno della storia dell’arte. In esso, Leonardo riesce infatti a cogliere e a raccontare un frammento di vita della giovane donna. Cecilia è colta e raffinata e lo dimostra vestendosi alla catalana, ossia alla spagnola, indossando la sbernia, un ricco mantello introdotto a corte da Isabella d’Este. La scelta dell’ermellino sottintende un sottile gioco linguistico: in greco è detto galé, termine che per assonanza richiama Gallerani. Il Ritratto della dama con ermellino è oggi conservato presso il Museo Czartoryski di Cracovia.
Laura
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rinascimento3ca · 5 years
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Michelangelo
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Michelangelo nacque a Caprese (provincia di Arezzo) da una famiglia di nobili fiorentini ormai in declino. A dodici anni approdò alla bottega di Domenico Ghirlandaio, uno dei più importanti artisti fiorentini dell’epoca e completò la sua formazione presso il giardino di San Marco, un’accademia di giovani artisti. Le opere di Michelangelo colpirono così nel profondo il signore di Firenze che decise di ospitare l’artista nel palazzo di via Larga, residenza della famiglia Medici, quindi Michelangelo in vita poté godere dell’appoggio di molti influenti mecenati, ma ciò nonostante dimostrò una forte indipendenza creativa, realizzando spesso opere che non erano destinate ad alcun committente per essere vendute a chi ne fosse interessato, cosa assolutamente innovativa per l’epoca. Nel 1505, mentre la popolarità di Michelangelo continuò a crescere vertiginosamente, venne incaricato da Papa Giulio II, di realizzare la Tomba di Giulio II.Nonostante fosse impegnato nella progettazione della Tomba di Giulio II, Michelangelo decise comunque di assumere altri incarichi, e tra questi, nel primo decennio del Cinquecento, ci fu la realizzazione della Cappella Sistina, commissionata proprio da Papa Giulio II.Terminata la Cappella Sistina, ed entrato nelle grazie di Papa Paolo III, Michelangelo, nonostante fosse già vecchio, continuò a lavorare ed a realizzare capolavori: tra le sue imprese architettoniche, possiamo ricordare Palazzo Farnese, il Campidoglio ed infine anche il suo ultimo lavoro, la Pietà Rondinini, realizzata nel 1553. Michelangelo morì il 18 Febbraio 1564, dopo una lunga vita di capolavori.
Laura
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rinascimento3ca · 5 years
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Giudizio universale
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Il giudizio universale è stato realizzato da Michelangelo tra il 1535 e il 1541 su commissione di Papa Clemente VII per decorare la parete dietro l'altare della Cappella Sistina, una delle più grandiose rappresentazioni della parusia, ovvero dell'evento dell'ultima venuta alla fine dei tempi del Cristo per inaugurare il Regno di Dio, nonché uno dei più grandi capolavori dell'arte occidentale. Questo si incentra intorno alla figura dominante del Cristo, colto nell'attimo che precede quello in cui verrà emesso il verdetto del Giudizio. Accanto a Cristo c’è la Vergine, che volge il capo in un gesto di rassegnazione: ella infatti non può più intervenire nella decisione, ma solo attendere l'esito del Giudizio. Anche i Santi e gli Eletti, disposti intorno alle due figure della Madre e del Figlio, attendono con ansia di conoscere il verdetto.  Nella fascia sottostante, al centro gli angeli dell'Apocalisse risvegliano i morti al suono delle lunghe trombe; a sinistra i risorti in ascesa verso il cielo recuperano i corpi, a destra angeli e demoni fanno a gara per precipitare i dannati nell'inferno. Infine in basso Caronte a colpi di remo insieme ai demoni fa scendere i dannati dalla sua imbarcazione per condurli davanti al giudice infernale Minosse, con il corpo avvolto dalle spire del serpente. Ci furono varie polemiche riguardo a questo dipinto che continuate nel corso degli anni, portarono nel 1564 alla decisione da parte della Congregazione del Concilio di Trento di far coprire alcune delle figure del Giudizio ritenute "oscene”.
Laura
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rinascimento3ca · 5 years
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La volta della Cappella Sistina
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La volta della Cappella Sistina contiene un ciclo di affreschi di Michelangelo Buonarroti, realizzato nel 1508-1512 e considerato uno dei capolavori assoluti e più importanti dell'arte occidentale. Commissionato da papa Giulio II fu un'immane sfida per l'artista che, oltre a non sentire la pittura come arte a lui più congeniale , terminò la complessa decorazione di quasi 500 m² a tempo record e quasi in solitaria. Michelangelo decorò tutto il registro superiore delle pareti con sedici lunette che incorniciano gli archi delle finestre e che si trovano sopra la serie dei ritratti dei primi pontefici entro nicchie, ai lati delle finestre stesse. Il ciclo di affreschi completava iconologicamente le Storie di Gesù e di Mosè realizzate da famosi pittori (tra cui Botticelli, Ghirlandaio, Perugino, Signorelli e Cosimo Rosselli).
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rinascimento3ca · 5 years
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Raffaello Sanzio
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Raffaello fu un pittore e architetto nato ad Urbino nel 1483. Probabile allievo del padre Giovanni Santi e in seguito del Perugino, si affermò ben presto come uno degli artisti più rinomati, nonostante la sua giovane età. In quel periodo ad Urbino c'era una vera e propria scuola pittorica che influenzò il pittore profondamente, tanto che si può dire porterà sempre con sè le tracce dell'atmosfera creatasi in quel luogo. Alla fine del 1504 Raffaello si reca a Firenze con l'intento dichiarato di studiare le opere di Leonardo Da Vinci, Michelangelo e fra Bartolomeo. L'ultimo dipinto eseguito a Firenze, la "Madonna del baldacchino", rimase incompiuto a causa della partenza dell'artista per Roma. Qui gli viene affidato l'incarico di affrescare alcune pareti della Stanza della Segnatura, sul soffitto dipinge in tondi ed in scomparti rettangolari alternati la Teologia, il Peccato originale, la Giustizia, Il giudizio di Salomone, la Filosofia, la Contemplazione dell'Universo, la Poesia, Apollo e Marsia.  Nel 1514 dopo la morte del Bramante, che aveva già progettato San Pietro, il Papa lo nomina responsabile della cura dei lavori per la costruzione di San Pietro, lavorando inoltre alla realizzazione delle logge del palazzo Vaticano nel cortile di San Damasco. Non solo, infatti, ha realizzato la cappella Chigi in Santa Maria del Popolo ma ha anche studiato la facciata di San Lorenzo e del palazzo Pandolfini a Firenze. Muore a Roma il 6 Aprile 1520, a soli 36 anni, all'apice della gloria. Le sue spoglie furono sepolte al Pantheon monumento da lui profondamente amato.
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rinascimento3ca · 5 years
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La scuola di Atene
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La scuola di Atene è un affresco del pittore Raffaello Sanzio realizzato tra il 1510 e il 1511. In un edificio ideale Aristotele e Platone occupano il centro di un consesso di filosofi antichi. La biblioteca privata del Papa si trova nella Stanza della Segnatura; Raffaello realizza un complesso pittorico che ne decora le pareti e comprende 4 affreschi, metafore della Verità spirituale, del giusto e del bello. Il quarto, allegoria della verità razionale, è La Scuola d’Atene, imponente affresco lungo 7 metri e 70. Le statue di Apollo e Minerva rappresentano il mondo del mito, mentre Platone si trova al centro dell’affresco e indica il cielo, il mondo delle idee; alla sua sinistra Aristotele rivolge la mano verso il basso, per indicare il mondo naturale. Socrate, invece, dialoga con i cittadini ateniesi. Attorno si riconoscono altri celebri filosofi e matematici: Pitagora, Zenone e Diogene. I concetti astratti della filosofia sono umanizzati dalla gestualità naturale dei filosofi che dialogano. Il 22 aprile 1996 La Scuola d’Atene viene svelata dopo il restauro. Durante i lavori vengono alla luce una serie di impronte rimaste nello stucco fresco che apparterrebbero, con buona probabilità, proprio a Raffaello. La Scuola di Atene è tuttora visibile a Roma presso i Musei Vaticani. 
Laura
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rinascimento3ca · 5 years
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Lo sposalizio della Vergine
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Lo Sposalizio della Vergine è un dipinto a olio su tavola realizzato dal pittore Raffaello Sanzio nel 1504 ed è commissionato dalla famiglia Albizzini. Il tema sono le nozze di Giuseppe e Maria, che vengono raccontate nei vangeli apocrifi. La leggera inclinazione dei volti e la naturalezza dei gesti conferisce alla scena un armonico dinamismo che supera la staticità dei personaggi del maestro. La chiave interpretativa del dipinto è il cerchio, simbolo della perfetta armonia che si compie nell’unione degli sposi, mentre la circolarità si esprime in una composizione fatta di linee curve. Il tempio non è più soltanto lo sfondo del dipinto ma acquista tridimensionalità e si pone come centro della piazza circolare dove si celebra il matrimonio. L’anello, ancora una volta figura circolare, è il fulcro della scena: qui si concentrano gli sguardi di tutti i personaggi che ne enfatizzano, così, la carica simbolica.Oggi quest’opera si può trovare a Milano nella Pinacoteca di Brera.
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rinascimento3ca · 5 years
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L'unica città realizzata sul finire del XVI secolo, con un chiaro schema radiocentrico, fu Palmanova costruita dalla Repubblica Veneziana, il cui disegno geometrico fu replicato dopo alcuni decenni a Coevorden nei Paesi Bassi
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rinascimento3ca · 5 years
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Le città di fondazioni del periodo rinascimentale sono pochissime e realizzate a partire dalla seconda metà del XVI secolo, soprattutto per motivi difensivi. Tra le realizzazioni del XVI secolo alcune di esse ricorrono al tradizionale schema ortogonale, senza ricorrere a forme centralizzate: Terra del Sole, voluta dal Granduca di Toscana Cosimo I de Medici, Cortemaggiore, Gattinara, Acaya e Carlentini.
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