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“Colori”
“Curo le foglie, saranno forti se riesco ad ignorare che gli alberi son morti Ma questo è camminare alto sull'acqua e su quello che non c'è” Ho smesso di mangiare in quarta elementare, non perché avessi un problema con la mia immagine allo specchio – inizialmente-, ma perché sono stata rimproverata e ripresa per il mio godermi ampiamente ogni pasto: quanto può essere sbagliata la società se porta le figure che dovrebbero proteggerti da tutto e tutti a rimproverarti e farti vergognare per il tuo peso quando sei solo una bambina? Smisi, ovviamente dimagrii e per un po’ andò tutto meglio. Smisi di nuovo alle medie, perchè “più magro è più bello” e ti fanno credere che con una 46 tu non possa permetterti una minigonna; Da lì fu un continuo di alti e bassi, di privazioni e poi di eccessi, di maniche lunghe anche d’estate e mare inesistente, un circolo infinito e sfiancante che andava intensificandosi con l’avanzare degli anni e l’arrivo di una maggior consapevolezza di quali siano le reali problematiche della vita – e una valvola di sfogo poco sana dobbiamo pur mettercela no? - .
Non era la taglia 40 l’obiettivo, ovviamente. Non lo è mai stato, non lo è quasi mai per nessun*. Rifiuti il cibo perché hai problemi con tua madre, ti ingozzi di prodotti congelati in un episodio di binge eating perché non sai più come soffocare il dolore e allora lo spingi giù, ti metti a fare 400 jumping jack perché ti odi, perché te lo meriti, ma anche perché è catartico e dopo quelli può dirti di poter ripartire, di avere un’altra chance per raggiungere i tuoi obiettivi, questa volta senza fallire, di diventare degna di un po’ di amore e almeno un po’ di felicità. Ognuno ha le sue sfumature di percorso, per ognuno la malattia ha assunto una fisionomia specifica, una voce particolare. Anni dopo mi sono detta che probabilmente, nel mio caso, ricercavo un’estetica di fragilità, cercavo un aspetto minuto che spingesse le persone a darmi affetto e premure-quasi come si fa con i cuccioli- e la anelavo con il mio corpo e il mio peso in risposta ad una testa ed un atteggiamento verso la vita e le persone che invece mi spingevano alla ricerca di una totale e assoluta indipendenza fisica, economica ed emotiva. Volevo dimostrarmi di bastarmi, sotto ogni aspetto, mentre una parte di me che forse non volevo vedere urlava al mondo di non lasciarmi sola. Si dice che dai disturbi alimentari non si esca mai del tutto, ma la realtà è che dalle problematiche e dalle ferite che ti ci hanno spinto che non guarisci mai completamente, le famose cicatrici rimangono lì, ma per fortuna arrivi ad un punto in cui riesci a guardarle e nei casi migliori a mostrarle anche a qualcuno. Da lì al sushi all you can eat settimanale il passo non è poi così lungo.
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Mi sono così tanto disabituata a concedergli spazio e tempo da non saper più come tirar fuori i pensieri ed i sentimenti.
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Eccomi, un cazzo di criceto su una ruota, che corre e corre e corre ancora. Sono così stanca.
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So, the concept of the self is a key subject for a lot of great thinkers.
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“Sweet mother, I cannot weave — slender Aphrodite has overcome me with longing for a girl.” - Sappho (tr. Diane Rayor)
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Quanto di tutto questo sono io - sono sempre stata io- ? E quanto è causa tua? Farci del male, farmi del male (farmelo tu, farmelo da sola); è questo un rapporto? E’ anche questo?
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Yes!!! #tattoo #hamptonroadstattoofestival #treetattoo #eyetattoo #sketchy #drawing #ink #scribbles #1337tattoos #hamptonva
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Didone. Ora il vento si è fatto silenzioso E silenzioso il mare; Tutto tace; ma grido Il grido,sola, del mio cuore, Grido d'amore, grido di vergogna Del mio cuore che brucia Da quando ti mirai e m'hai guardata E più non sono che un oggetto debole. Grido e brucia il mio cuore senza Pace Da quando più non sono Se non cosa in rovina e abbandonata. G. Ungaretti
(via sonoubriacadamore)
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