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Degli incubi e altre vanità

Torno a scrivere e non so per quanto. Non ho una continuità in queste cose. L’importante è farlo, quando se ne sente il bisogno. Questi giorni di novembre sono per me l’inizio del periodo più brutto dell’anno, in cui il cielo grigio di questa città inquinata, sembra tingere tutto di piombo. Il mio mal di testa aumenta, come i brutti pensieri, e i ricordi di bellezza e vanità ormai lontana,…

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Del bello e brutto tempo

È mattino, alle 6:45 apro la finestra e la nebbia avvolge la città, rendendo tutto di uno strano color perlaceo alla luce dei lampioni. Più tardi c’è un bellissimo sole e un vento freddo e forte, che crea piccoli mulinelli di foglie. E poi, in mezzo a questi sbalzi repentini, ci sono io, che non riesco ad adeguarmi. Il problema è che diventa così per il tempo, per il lavoro, per la vita. Non…

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Del nuovo anno

Ho notato che scrivo poco, ogni 6 o 7 mesi. Pazienza, sono fatta così, in un certo senso, gli scritti rispecchiano come sono davvero: incostante. Di bilanci non ne faccio, col corona virus la vita è obbligatoriamente definita ma, come sempre, ci sono alcune cose che sono state entusiasmanti. La chiusura di un incubo durato ben 5 anni, compreso un addio doloroso ma che sono stata costretta a…

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La gentilezza e Reda

Nel mio condominio non si possono tenere animali. Così noi abbiamo optato per una piccola pianta grassa, un cactus, che abbiamo chiamato Reda, in onore del cantante algerino Reda Taliani (che io adoro). Reda è sempre stato sulla finestra della cucina, a crogiolarsi nel sole del mattino. Solo che, ieri, è successo qualcosa che ha turbato il suo essere pianta grassa. Il mio compagno,…

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La mano che accarezza

La mano che accarezza è anche quella che maneggia meglio il coltello. Questo è quello che ho pensato io, quando un anno fa, ho deciso di troncare col passato. Anche se esso non vuole staccarsi da me. È tornato quel senso di colpa che pesa sul cuore come un macigno. Opprime il petto, toglie il respiro. Ricordi ancora vividi di notti in bianco, di viaggi, di bugie, di pianti, di risate, di guai,…

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Di nuovo incubi

Incubi che ritornano, freddi, bui, come la notte con il mare in tempesta. Ritornano le paure, le ansie, le notti insonni. È parte del passato, sì, ma non si è mai mosso da quell’angolo buio della soffitta dei ricordi. Ho sbagliato, tanto. Tantissimo. Ho lasciato troppa libertà, sono stata troppo buona, ma io non riesco ad odiare nessuno. Eppure adesso, inizio a disprezzare profondamente questa…

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Tornare

Da quanto non scrivo. Forse da troppo tempo… Circa un anno. Un amore finito, un altro iniziato, cuore e anima sempre in tumulto. Questa sono io, sono cambiata poco, pochissimo… Giusto quel tanto che basta ma, dentro, nel profondo, c’è ancora quel mare in tempesta. Ben trovati, in questo mattino di maggio. ©reginapinellaworld

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Sulla fine di un Amore

Eccolo qua, l’amore. Ci sono tanti tipi di amore e altrettanti modi di amare. Spesso c’è la felicità. Spesso, purtroppo, c’è anche la sofferenza, data dall’illusione di un sentimento puro, distrutto poi dall’egoismo. Dai tutto, ti riduci al fantasma di te stesso, poi devi decidere: andare avanti a distruggerti, perchè questa è la verità, oppure cercare di staccarti da una negatività sempre più…

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Dedicato #2 O meglio, questa tu la dedicasti a me, prima di scappare da non so cosa. Mi chiesi di tenerla per noi, di non parlarne mai, ma tu non sei più tornato, e la poesia è bellissima, tutti la devono leggere.

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Del mais di notte

Ricordo quando persi la strada di casa e mi ritrovai in un campo di mais ormai maturo, ed i miei passi ed il fruscio delle piante divennero inquietante musica nel profondo della notte.

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Dedicato #1

Mi è bastato scorgere un fugace sorriso, uno sguardo in cui si rispecchia ogni singola goccia di quel mare tanto amato, mani e braccia perfette, adatte a stringere ogni pezzo di me.

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Salice piangente

Chissà quante storie d’amore avrebbero da raccontare le fronde del salice piangente.

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Ti vedo

Ancora ti vedo, ai piedi di quella scala di pietra consulta dal tempo e da innumerevoli passi che in epoche antiche la percorsero. Ancora ti vedo, gote e labbra di rosso vermiglio, guardare me, mentre in realtà mi guardavi attraverso, cercando l’infinito.

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©خديجة

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Uccidimi

Ferma dal 9 marzo col lavoro.

Ripercorro l’orrore della lontananza forzata dai miei affetti più cari.

Le attese dolorose e brucianti.

Dio mio, aiutami.

E tu, chiamami.

Non farmi aspettare.

Il mio cuore si sta letteralmente spezzando. È come se fosse scosso da tremiti. Batte all’impazzata per l’ansia. Non dormo. Non so che fare. Non so come uscirne sta questo panico atavico e…

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Di tempi ormai dimenticati

Sarà questo tempo triste, bigio, col cielo color quasi del piombo stamane.

Sarà che mi manchi incredibilmente e non so come fare a mitigare questa dannata sensazione e malinconia.

Sarà perchè il tempo non sana le ferite. Le dimentica lì un angolo, chiuse in un barattolo in soffitta, ma prima o poi, tu lo trovi, e le ferite, eccole sanguinare di nuovo.

Siamo carne e sangue io e te. Siamo…

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Il Csm boccia gli interventi sulle carceri del decreto "Cura Italia

Il Csm boccia gli interventi sulle carceri del decreto “Cura Italia

di Federica Olivo

huffingtonpost.it, 27 marzo 2020

Per molti “inefficace” sul sovraffollamento. Per Di Matteo è “indulto mascherato”. Palazzo dei Marescialli giudica “inadeguato” l’operato del governo: “La magistratura di sorveglianza si troverà a svolgere un difficile ruolo di supplenza, con l’assunzione di gravi responsabilità”. Secondo decesso tra gli agenti penitenziari.

Il decreto…

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Si piangerà per gioia

Si piange. Si piange per la nostra Italia malata, dove in molti credono di esser più furbi della malattia. Si piange per i morti, gli ammalati, per chi non può più vedere i propri cari. Si piange perchè pensano a segni della fine del mondo.

Si deve piangere, sì, ma non lasciarsi vincere dallo sconforto. Se Dio vuole ne usciremo, come i nostri avi che hanno sconfitto la peste, l’Ebola, la spagnola.