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I messaggi più belli.
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“Eravamo fatti così, noi. Io cadevo sempre, tu mai. Io cercavo i tuoi occhi, le tue mani da prendere fra le mie, tu un altro corpo da scoprire. Io ti guardavo e pensavo: “Questa volta è quella buona”, tu mi guardarvi e mi spogliavi coi tuoi occhi verdi azzurri. Io m'innamoravo, tu giocavi. Io volevo farti innamorare, tu, invece, volevi farmi giocare insieme a te. Tu volevi lasciare segni sul mio corpo, io te li volevo lasciare dentro. Però, alla fine, uno dei due, c'è riusciuto. I segni dentro, quelli nel cuore e nell'anima, me li hai lasciati tu. Tutto passa, non tu. Tutto si dimentica, non te. Eravamo proprio fatti così, noi. Tu ridevi di me, dei miei modi buffi, Io piangevo per te, per le cose che, in fondo, sapevo non sarebbero mai potute durare.”
— Cit.
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Il mio primo amore
Avevo quest'amico. Lo conoscevo dalla prima elementare. Era il più figo per tutti gli anni delle elementari, perché passava ogni pausa a giocare con me e qualche volta mi riportava a casa, quando avevo paura di ritornarci da sola. Smise di piacermi quando, ad un certo punto, smise di riportarmi a casa e cominciò a giocare a calcio con i suoi amichetti. Quando mi vedeva, si girava dall'altra parte e continuava a parlare con i suoi amici. Quando avevo 11 anni, i miei decisero di separarsi. Non volevo che lo dicessero a qualcuno delle mie amiche. Mia madre non riuscì a sopportare di vedermi sempre triste, così decise di chiamarlo. Lui venne e rimase tutto il fine settimana. Stavamo sdraiati sul mio letto, guardavamo la televisione e lui pianse quasi quanto me. Ad ogni pubblicità, che io sarei riuscita a superare senza che io piangessi, mi concedeva di mangiare una pallina di cioccolato. Dopo quel fine settimana, cominciò a venire a casa. Gli anni passarono. Lui si mise insieme a ragazze, che puntualmente lasciò, ma io ero sempre la ragazza che, ogni sera, riportava a casa. In seconda media ero seduta accanto lui. Lo osservai. Lo guardai direttamente nei suoi magnifici occhi verdi, e di colpo capii cosa intendesse mia madre quando una volta mi disse che gli occhi sono la porta dell'anima. In quel momento sperai che lui fosse più del mio migliore amico, ma sapevo che lui non voleva. Eravamo arrivati già all'ultimo anno, ed eravamo in gita. Ero in prima fila, lui era dietro, gli sorrisi, ricambiò. Era poco più avanti, sotto le luci del autobus, dio, quanto sembrava bello e felice. In quel momento sperai che lui fosse più del mio migliore amico, ma sapevo che lui non voleva. Settimane dopo, si fidanzò con una mia amica. Tutti raccontavano di quanto bene stessero insieme. Lei era bella e amata da tutti, proprio come lo era lui, ma ero sempre io quella che, ogni giorno, riportava a casa. Una sera restammo a lungo nella sua macchina, mi raccontò di quanto fosse felice in quel periodo della sua vita. Lo guardai nei suoi occhi verdi e sapevo che stava raccontando la verità. In quel momento sperai che lui fosse più del mio migliore amico, ma sapevo che lui non voleva. Il giorno dopo, a scuola, dovevamo scrivere un tema: il mio primo amore. Sapevo precisamente su chi volevo scriverlo, ma non potevo. Quando guardai il mio migliore amico, vidi come guardava la mia amica. In quel momento sperai che lui scrivesse quel tema su di me. In quel momento sperai che lui fosse più del mio migliore amico, ma sapevo che lui non voleva. Qualche settimana dopo, mi chiamò la mia amica e mi disse di aver rotto con lui. Quando il giorno dopo mi riportò a casa, restammo ore sulla sua macchina. Parlammo dei nostri amici, della scuola, di musica. Mi raccontò che non l'aveva mai amata. In quel momento sperai che lui mi dicesse che amava me. In quel momento sperai che lui fosse più del mio migliore amico, ma sapevo che lui non voleva. Il tempo passò, si trasferì per un'anno in Canada e conobbe una ragazza. Quando ritornò, mi raccontò di lei, che voleva sposarla. Me la presentò e, quando mi chiese cosa ne pensassi, gli dissi che era fantastica. Era contento di aver trovato l'amore della sua vita. In quel momento sperai che lui mi dicesse che io ero l'amore della sua vita. In quel momento sperai che lui fosse più del mio migliore amico, ma sapevo che lui non voleva. Quel giorno mi riportò a casa per l'ultima volta. Al suo matrimonio ero seduta in prima fila. Sembrava così bello e felice come quel giorno di tanti anni prima, in gita. Gli sorrisi e ricambiò. In quel momento sperai che ci fossi io al suo fianco. In quel momento sperai che lui fosse più del mio migliore amico, ma sapevo che lui non voleva. Il mio migliore amico si trasferì con sua moglie in Canada, io rimasi a casa. Gli anni passarono. Oggi sono seduta di nuovo in chiesa. È il suo funerale. E scopro che, già da un paio d'anni, ha divorziato dalla moglie. L'insegnante che avevamo nell'ultimo anno di scuola sta cominciando a fare il suo discorso funebre. Lei dice che, già da sempre, sapeva scrivere molto bene. Ora comincia a leggere l'inizio del tema che lui aveva scritto nell'ultimo anno di scuola e dice: ‘Il mio primo amore: Non ho mai guardato questa ragazza senza volerle dire che la amo. Guardo nei suoi occhi verdi e spero che lei sia più della mia migliore amica, ma so che lei non vuole.’
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“Quale nome ti ha portato a bere talmente tanto da farti scordare il tuo?”
— Il suo.
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Alfredo, Valentina D'Urbano
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Scrivo messaggi che non ho la forza di inviarti.
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“Poi, quello che non dimentichi, è quello che, alle tre di notte, ti manca.”
— Cit.
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“Mi ha stretto fra le sue braccia e mi ha baciato la fronte, ho pensato “stavolta o mi salva o mi uccide””
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Ho così tante domande, ma non voglio sapere le risposte. So quanto potrebbero distruggermi.
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my phone has been on vibrate since 2006
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Queste notti a pensare a te e tu? Mi pensi? Queste notti a sognare te e tu? Mi sogni?
03:40
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“Ti vuoi uccidere? Immagina questo. 
Un giorno torni a casa da scuola. Hai avuto ancora un’altra giornata orribile. Sei pronta per mollare tutto. Così vai nella tua stanza, chiudi la porta, e prendi la lettera che hai scritto e riscritto riguardo il tuo suicidio. Tiri fuori la lametta, e ti tagli per la vera ultima volta. Apri la bottiglietta delle pillole e le prendi tutte. Ti distendi sul letto, stringendo la lettera al tuo petto, e chiudi gli occhi per l’ultima volta. 
Qualche ora dopo, il tuo fratellino bussa alla tua porta per dirti che la cena è pronta. Non rispondi, così lui entra. Tutto ciò che vede sei tu che giaci sul letto, così pensa che tu stia dormendo. Lo dice a vostra madre. Lei entra nella tua stanza per svegliarti e nota subito qualcosa di strano. Prende il foglio di carta tra le tue mani e legge parola per parola. Singhiozzando, prova a svegliarti. Sta urlando il tuo nome. Il tuo fratellino, così confuso, corre a dire a vostro padre che la mamma sta urlando e che tu non ti svegli. Vostro padre corre nella tua stanza. Guarda tua madre, che piange e tiene la lettera stretta al petto, sedere vicino al tuo corpo senza vita. Ciò che sta succedendo lo colpisce, così inizia ad urlare. Urla e tira verso le pareti tutto ciò che trova. E poi, cadendo in ginocchio, inizia a piangere. Tua madre va al suo fianco e si siedono a terra, stretti l’uno all’altra, piangendo. 
Il giorno dopo a scuola, c’è un annuncio. Il preside racconta a tutti del tuo suicidio. La notizia impiega solo qualche secondo a colpire tutti e, una volta fatto, regna il silenzio. Tutti incolpano se stessi. I tuoi insegnanti pensano che sono stati troppo duri con te. Le ragazze più popolari della scuola, pensano a tutte le cose che hanno detto su di te. Il ragazzo che era solito prenderti in giro, non può aiutare in alcun modo ma odia se stesso per non averti mai detto quanto bellissima tu fossi in realtà. Il tuo ex ragazzo, l’unico a cui avevi detto tutto, che poi aveva rotto con te.. Non può sopportarlo. Si scompone e inizia a piangere, poi corre fuori da scuola. I tuoi amici? Anche loro stanno singhiozzando, domandandosi come non avessero mai notato che qualcosa non andasse per il verso giusto, sperando di averti aiutato almeno un po’ prima che fosse troppo tardi. E la tua migliore amica? Lei è traumatizzata. Non riesce a crederci. Lei sapeva cosa stavi attraversando, ma non avrebbe mai pensato che saresti andata così in là.. Così in là abbastanza per mettere fine a tutto. Non può piangere, non sente nulla. Sta in piedi, cammina fuori dalla classe, poi si butta a terra. Scuotendosi, urlando, ma nessuna lacrima esce dai suoi occhi.
Qualche giorno dopo c’è il tuo funerale. Accorre l’intera città. Tutti ti conoscevano, eri la ragazza col sorriso luminoso e una personalità unica. C’eri sempre per loro, eri la spalla su cui piangere. Un bel po’ di persone parla dei bei ricordi avuti con te, e ce ne sono molti. Tutti stanno piangendo, il tuo fratellino ancora non sa che ti sei uccisa, è troppo piccolo. I tuoi genitori gli hanno semplicemente detto che sei morta. E l’ha ferito ciò, molto. Tu eri la sua sorella maggiore, tu avresti dovuto esserci sempre per lui. La tua migliore amica sta restando forte per l’intera cerimonia, ma nello stesso momento in cui iniziano a calare la tua bara nella terra, non lo è più. Piange e piange e non smette per giorni interi.
Due anni dopo. L’intera scuola parla ad uno psicologo almeno una volta a settimana. I tuoi insegnanti hanno quasi tutti lasciato il lavoro. Quelle ragazze popolari e cattive ora hanno disordini alimentari. Il ragazzo che ti prendeva in giro ora si taglia. Il tuo ex fidanzato non è più in grado di amare, e non esce più con nessuna. I tuoi amici sono tutti finiti in depressione. La tua migliore amica? Ha provato ad uccidersi. Non c’è riuscita, al contrario tuo, ma ci ha provato.. Tuo fratello? Ha finalmente saputo la verità riguardo la tua morte. Ora si taglia, piange ogni notte, fa esattamente ciò che tu hai fatto per anni. Ciò che ti ha portato al suicidio. I tuoi genitori? Hanno divorziato. Tuo padre è dipendente dal lavoro, per distrarsi a non pensare alla tua morte. A tua madre è stata diagnosticata la depressione e passa i giorni al letto.
Le persone ci tengono. Magari non ne sei convinta, ma è così. Le tue scelte non hanno solo effetto su di te. Hanno effetto su di tutti. 
Non mettere fine alla tua vita, hai molto per cui vivere. Le cose non possono andare bene, se ti arrendi.”
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In che città vivi?
Zurigo 🦋
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“Wenn das Leben dir eine Zitrone gibt, frag nach Salz und Tequila.”
— Sonya Kraus
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