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Se l’amore fosse nella carne, lo brucerei con ferro rovente e sarei in pace… Ma è nell’anima, inaccessibile
Khalil Gibran (via spettriedemoni)
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Caddi in uno dei miei patetici periodi di chiusura. Spesso, con gli esseri umani, buoni e cattivi, i miei sensi semplicemente si staccano, si stancano: lascio perdere. Sono educato. Faccio segno di sì. Fingo di capire, perché non voglio ferire nessuno. Questa è la debolezza che mi ha procurato più guai. Cercando di essere gentile con gli altri spesso mi ritrovo con l’anima a fettucce, ridotta ad una specie di piatto di tagliatelle spirituali. Non importa. Il mio cervello si chiude. Ascolto. Rispondo. E sono troppo ottusi per rendersi conto che io non ci sono.
Charles Bukowski (via
comegattisulleciminiere
)
La più bella in assoluto.
(via sonoperennementeincasinata)
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Avevo otto anni. Nel giardino c’era una grande vasca con dei pesci rossi. Ero seduto sul bordo. Non so a cosa pensavo. A niente probabilmente. Impossibile ricordarlo. In un tema in classe avevo scritto una frase che era piaciuta alla maestra: «Quando c’è vento le foglie degli alberi applaudono». A scuola, a turno, venivamo premiati con una medaglietta d’oro (o similoro). Quella settimana il decorato ero io. Era una scuola fantastica. Tre volte alla settimana andavamo nell’aula magna dove proiettavano delle comiche di Charlot. Forse pensavo a Charlot mentre ero seduto sul bordo della vasca. Senza accorgermi scivolai dentro. Non feci niente per tirarmi fuori. Forse bevevo acqua. Guardavo i pesciolini rossi che guizzavano intorno a me. Fu mia sorella che mi salvò. Era a una finestra. Gridò con quanto fiato aveva in gola. Accorse uno zio che leggeva il giornale seduto in una chaise-longue sotto un albero. Mi tirò fuori. Da allora mia mamma molte volte mi avrebbe detto: «Dino, non lasciarti andare…».
Dino Risi, I miei mostri (via luomocheleggevalibri)
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Un violinista in metropolitana Un uomo si mise a sedere in una stazione della metro a Washington DC ed iniziò a suonare il violino; era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante questo tempo, poiché era l’ora di punta, era stato calcolato che migliaia di persone sarebbero passate per la stazione, molte delle quali sulla strada per andare al lavoro. Passarono 3 minuti ed un uomo di mezza età notò che c’era un musicista che suonava. Rallentò il passo e si fermò per alcuni secondi e poi si affrettò per non essere in ritardo sulla tabella di marcia. Alcuni minuti dopo, il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna tirò il denaro nella cassettina e senza neanche fermarsi continuò a camminare. Pochi minuti dopo, qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma l’uomo guardò l’orologio e ricominciò a camminare. Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni. Sua madre lo tirava, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista. Finalmente la madre lo tirò con decisione ed il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini. Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi. Nei 45 minuti in cui il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un momento. Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Raccolse 32 dollari. Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse. Nessuno applaudì, nè ci fu alcun riconoscimento. Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti al mondo. Suonò uno dei pezzi più complessi mai scritti, con un violino del valore di 3,5 milioni di dollari. Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston e i posti costavano una media di 100 dollari. L’esecuzione di Joshua Bell in incognito nella stazione della metro fu organizzata dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. La domanda era: “In un ambiente comune ad un’ora inappropriata: percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?”. Ecco una domanda su cui riflettere: “Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?”
Maria Grazia Gualtieri (via bambinadipolvere)
Wow
(via pezzodicielo22)
Sensazionale!
-To
(via i-have-lose-myself)
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“Pensala come una legge psicologica della fisica. Più hai paura di una cosa, più potere le dai.”
- American Horror Story (via alin-irimia)
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A volte ti penso così intensamente che mi viene da chiedermi se tu mi senta.
(via innamoratodellamiamiglioreamica)
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Se a settembre ci mettiamo insieme ti prometto che non sarà così duro st’ inverno.
Pablo Frida, basta una notte. (via lazonaimbarazzo)
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Nello scrivere, siamo chi non abbiamo il coraggio di essere nel parlare.
Chelle Damn, Le cose che non sai di me. (via margheritedicemento)
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Perché l'uomo perpetua nella continua ed estenuante ricerca dell'amore?
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La musica ti sana la testa, impedendo i pensieri..
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E come se quel dubbio stesse lì per attanagliarmi la testa. Scacci inutilmente quel "se" e ti ritrovi con un "ma".
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E ti dico ancora: qualunque cosa avvenga di te e di me, comunque si svolga la nostra vita, non accadrà mai che, nel momento in cui tu mi chiami seriamente e senta d’aver bisogno di me, mi trovi sordo al tuo appello. Mai.
Hermann Hesse. (via iosonoundubitatoreincurabile)
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Leggere è un modo particolarmente elegante per tenersi lontano dagli altri.
Giovanni Soriano (via mariofiorerosso)
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-Giorni confusi passati assieme- Tu, con i tuoi continui baci. Io, con i miei continui rifiuti. Mi dici -perché mi scansi? Perché non ricambi mai un bacio?- Ti dico -tu baci le tue amiche? Io non bacio i miei amici.- Distoglievo sempre lo sguardo nel dirtelo, ma ogni volta che rialzavo gli occhi ti trovavo sempre a sorridermi. Non so bene cosa ci fosse tra me e te, ma due amici non si tengono così vicini. Non come noi. Ricordo quando per la millesima volta ti ripetevo che non baciavo un amico, e tu, sempre per la millesima volta mi hai detto -Gli ultimi baci li ho dati a te. Non mi credi? Da quando non ci vediamo? Bene. Da l’ultima volta che ci siamo visti non è salita nessuna ragazza in macchina mia-. Eppure, non riscrivo ad andare oltre quelle parole. Forse è stato questo a far scatenare una guerra per ogni mio atteggiamento. dicevo -Non siamo amici- -Infatti non lo siamo- E per paura che tu rovinassi qualcosa nel dire una stupidaggine, lo feci io. -Siamo nemici-. -Si, nemici. Hai paura a ricambiare un bacio? Credi che facendolo poi io possa lasciarti andare?- -Probabile- -Ma non vedi come ti tengo stretta?- Hai avuto ragione. Avevo paura, sì, ma non solo che tu avresti staccato l’abbraccio, avevo paura nel mostrarti ancora una volta che mi piacevi dopo 5 anni. Litigammo dopo pochi giorni Iniziammo a non sentirci E non facevi altro che confermare i miei dubbi. Mi scrivi dicendo -Non facciamo altro che dirci cose che possano ferire l’un l’altro É sempre così- -Quindi? La conclusione?- -Non c’è, tanto lo rifaremo- -Si, ma allora che facciamo?- -Posa l’arma- Io, avevo bisogno di capire, dopo altri litigi son corsa lì. Sembrava fosse iniziata la quiete, ma dopo poco mi dici -Tu mi hai detto di provarci, come se ci fosse qualcosa.- No infatti, non c’era niente. Ma quel ”niente” era già qualcosa, solo che non abbiamo avuto il tempo a dar un nome che siamo scappati prima. Hai avuto paura anche tu. Hai avuto paura per entrambi. Adesso non ci vediamo e non ci sentiamo, ma se dopo 5 anni abbiamo sentito qualcosa dentro, di nuovo, pensi che non sentirci possa cambiare tutto questo? Credi che io e te potremmo mai essere davvero solo amici? Due amici non si guardano come ci guardavamo noi. Non si prendono per mano. Non si baciano come baciavi tu me. Non si abbracciano come io abbracciavo te. Tanto che in un abbraccio mi hai detto -Mi abbracci come se mi volessi baciare dalla mattina alla sera. Mi stringi come voler dire ”è mio”- Ma se capitasse di scontrarci, per caso, sappiamo entrambi che ci guarderemo e rimpiangeremo di averci negato ancora una volta la possibilità di stare insieme. E lì, sarò io a guardarti dritto in faccia e dirti -Posa l’arma-.
Maria Auriemma e un pezzo di malinconia. (via traimieirestifiorisco)
Piango
(via annegodentrome)
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Oggi ho un menefreghismo a dosi, massicce e letali O.O
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Ma ti rivelerò un segreto:tutti i migliori sono matti.
dal film “Alice In Wonderland.” (via theprovocationofwoodstock)
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