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Comprendere che siamo umani e che anche noi possiamo sbagliare, questo è il punto principale su cui soffermarsi. Concentrati troppo sul raggiungere ideali irraggiungibili e diventare i migliori tra i migliori, ci dimentichiamo di vivere. Ci dimentichiamo di respirare. Ci dimentichiamo di abbracciarci. Ci dimentichiamo di sorridere. Ci dimentichiamo persino di guardarci allo specchio e semplicemente amarci.
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Ci penso troppo, penso troppo, rimugino, aggroviglio, snodo i miei lacci e mi appiattisco. I nervi si calmano ma basta poco a far tornare tutto. Inspiro uno, due, tre, trattengo, uno, due, tre, lascio andare, uno, due, tre. E il ciclo ricomincia.
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La fatica di essere se stessi, la lotta nel trovarsi e capirsi. La difficoltà di comprendere il nostro destino in un mondo pieno di opportunità, talmente tante scelte, talmente tante occasioni che a volte si rimane semplicemente di sasso. Rimango impietrita dalle molteplici possibilità del mio essere, dalle mille me che mi compongono. è una continua lotta tra giusto e sbagliato, tra ieri, oggi e domani. Il fattore chiave è che l'unico giudice di me stessa sono io, non ho altri punti di riferimenti, come del resto tutti noi, persi in una società che offre troppo senza dare nulla in concreto, potremmo essere chiunque e finiamo per essere nessuno. L'immensità mi spaventa, ma il nulla ancora di più.
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Per poter porsi in un rapporto totale con un'altra persona, bisogna prima porsi in rapporto con se stessi. Se non sappiamo abbracciare la nostra solitudine, useremo gli altri semplicemente come uno schermo nei confronti dell'isolamento. - Le lacrime di Nietzsche, Irvin D.Yalom
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Mi perdo nella mia mente, negli angoli più bui. tra le spine che mi urtano e non mi lasciano passare. Vorrei volare libera, sopra il mare e sopra la terra ferma, ma c'è del catrame che mi blocca le ali e mi porta giù, mentre provo a sbarazzarmene.
A volte fiorisco, in giorni di pioggia; improvvisamente un raggio di sole mi irradia l'anima, ma poi un tuono scaccia via tutto, il passato mi avvolge; sono ferma in una dimensione indicibile. Qui ci sono solo io che combatto con i miei mostri. Questo non è vivere, è sopravvivere.
Non so come ho resistito fino ad ora, non so con quale forza o con quale coraggio ma sto lottando, sto lottando per avere me, per vivere me, per risvegliarmi da questo coma.
Forse è tutto un forse, forse non sono all'altezza, ma chi lo è ? Chi è senza peccato? Chi non ha mai avuto pensieri peccaminosi o vissuto momenti bui ?
è come un macigno sulla mia testa, mi rende debole, ho paura che il mio cuore possa cedere da un momento all'altro, che non regga più tutto questo dolore. Io voglio solo stare bene, non essere più sull'orlo del burrone : o mi butto o devo trovare la forza di fare un passo indietro, verso casa.
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