percheilsolenonbrillapiu
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Sono troppo orgogliosa per sfogarmi con qualcuno, quindi prendetelo come un diario personale. || Lana del Rey || kpop || fanwriter ||
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Ti stancherai. Ti farà così tanto male da non sentire più dolore. Ti farà così male che l’unica soluzione sarà lasciarti crollare. E tutto intorno diventa buio. I suoni diventano rumori assordanti. Le persone non le vedrai più come prima, e ti sentirai così persa da non capire neanche per quale motivo ci sei ancora. E così inizi ad annegare. Vai sempre più giù, e ti manca il fiato, tocchi il fondo. E così, continui a vivere, mentre dentro sei già morta da tempo.
(via comincioabastarmi)
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Sapeva ascoltare e sapeva leggere. Non libri, quelli sono buoni tutti. Sapeva leggere la gente.
(via lediciassetteequattrominuti)
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So di non essere matura. So di essere una stupida bambina che non sa niente del mondo, quindi smettete di trattarmi come se lo pensassi. Cazzo, dite di conoscermi bene, dite sempre “Tanto so che faresti questo...” quando invece non lo farei mai, ma voi vi impiantate con la scusa del “Pff, io ti conosco troppo bene quindi smettila di negare l’evidenza”. No che non mi conoscete se parlate così. Siete voi gli immaturi che si credono donne e uomini vissuti, non io che ammetto le mie colpe mentre voi me ne date altre.
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Dopo la tempesta ci sarà sempre il sole, ma, sta cazzo di pioggia quando finisce?
(via scarsoofthewar)
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"gli adulti si arrabbiano con i bimbi che piangono. ma se i bimbi vedono piangere gli adulti si chiedono il perchè"
(via ildiariodiuneternaadolescente)
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"É morto Nelson Mandela" “Ah, beh era vecchio” “95 anni” “Ah beh allora”
Ah bene. Fantastico. Uno che é vecchio é normale che muoia. Certo. ma sono ragionamenti sensati questi? È morto un uomo. Chissene frega se é Nelson Mandela o se é Giampeppino il muratore. Chissene frega se ha 95 anni o 30. É morto un uomo. Ed ogni uomo in quanto tale é unico e fondamentale nella storia. Ogni singolo istante della nostra vita cambia quella di mille altri. Immaginate di salire su un treno. Salite di fianco ad un uomo insignificante. Una donna si siede dietro di voi. Se non ci foste stati voi, quella donna e quell’ uomo si sarebbero seduti vicini. Avrebbero parlato. Bevuto un caffé. Fatto l’amore. Generato un bambino. E questo bambino cosa sarebbe potuto diventare? Un uomo come Hitler, o uno come Mandela? O Giampeppino muratore? Che magari, nel suo essere piccolo in confronto agli uomini che fanno la storia, avrebbe reso felice una donna o un uomo. Ed ecco che ogni vita è fondamentale a modo suo. E non é giusto che uno che ha raggiunto i 95 anni muoia. Perché se arrivasse a 100, tutto cambierebbe. Morire non é andare in pensione. Non é “é andato in pensione” “Quanti anni aveva?” “65” “Ah beh era ora” NO. Morire é terminare una vita. Di sacrifici, lacrime, urla, pensieri, soddisfazioni, piaceri. Morire é smettere di parlare. Morire é smettere. Finire. Qualsiasi cosa. Di dare ispirazione, di suscitare odio, di salvare vite. E morire non é mai “giusto” o “normale”. Sia che si creda nell’Aldilà, sia per chi è ateo.
E, tanto per terminare, non venitemi a dire che quando morirete voi, la vostra donna, il vostro uomo, il vostro idolo, un vostro genitore, io, che “era ora”. Non é mai ora di morire, é solo e sempre ora di vivere.
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Non temere, ci sarà sempre qualcosa che andrà storto.
05 / 12 / 2013
Mi odio, cazzo. Sono brava solo ad incasinare tutto.
Oggi, ennesima litigata con mia madre: è cominciato con una stupidaggine, a causa di questa boccaccia che mi ritrovo.
“Voglio, voglio, voglio.” E’ egoistico, mi schifo da sola. Non ho il minimo tatto per certe cose e quando mia madre mi ha sputato in faccia la verità, ho trattenuto le lacrime fino allo sfinimento. Fortuna che ero di spalle e non poteva vedermi. Sono una dalla lacrima facile eppure trattengo sempre ed esplodo sempre nei momenti meno opportuni. Accumulo le prese in giro, i traguardi non raggiunti e le delusioni e le raccolgo in un piccolo forziere dentro al mio cuore, che minaccia sempre di aprirsi. E quando lo fa, quando succede, mi rinchiudo in un angolino e consumo le mie disperazioni in silenzio, per ore a volte. Finisco sempre per addormentarmi sperando che, in un sogno, la realtà cambi, diventi la ragazza bella che piace a tutti, col fisico bestiale e mille amici che ti vogliono bene. Ma poi al risveglio la verità ti colpisce come acqua fredda sul viso, tu non sei che nessuno, solo l’oggetto di preoccupazione e delusione dei tuoi genitori. E il ciclo ricomincia: accumuli ed esplodi, accumuli ed esplodi.
Vigilia del mio compleanno: ROVINATA.
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