ohmygwenhwyfar
Hiraeth and fading ❀
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Dychwelyd i wlad eich hynafiaid; gwaed yn galw i waed. Return to the land of your fathers; blood calls to blood.
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ohmygwenhwyfar · 3 years ago
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Swansea, 18 Ottobre 2077 Ci pensi mai che è già passato un anno; da quel giorno alla Stamberga Strillante? Cambieresti qualcosa o rifaresti tutto nello stesso modo? No. Pensi mai a lui, a Tristan? A come sarebbe potuta andare? No. Certo che no, perché dovresti. Infondo è stato tutto inappropriato sin dall’inizio. Un purosangue di antico lignaggio e una natababbana gallese, non avrebbe mai potuto essere. Eppure... Cosa? No, niente. E a Jed? A lui ci pensi? Continuamente No. Non pensi a cosa sarebbe potuto succedere se gli avessi parlato prima dei tuoi sentimenti?Ormai non ha più importanza. È già passato un anno, in cui ha fatto finta che il mondo magico non esistesse, che non sia mai successo nulla. Un anno in cui non ha mai preso in mano la bacchetta, ha dimenticato le formule degli incantesimi e come si sobbolisse una pozione. Un anno in cui ha parlato solo in gallese, evitando accuratamente di andare a Londra per qualsivoglia motivo. Un anno in cui ha fatto la brava figlia perbene di una famiglia altrettanto perbene, in cui ha frequentato l'università e presa cura dell'attività di famiglia. Un anno e poi un altro e un altro ancora. Ma va tutto bene, Guinevere, finché non ti spezzi andrà tutto bene. Ma ne è valsa davvero la pena?
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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'Cause it's over, girl, you know it's over this time.
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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Oh, voi gallesi siete tutti uguali, vero? Voi bruti date un prezzo fin troppo alto ai sentimenti come l'orgoglio.
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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Diagon Alley, 30 dicembre 2076
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Quel giorno il muro di Diagon Alley si è aperto per lei per l’ultima volta. Ha pagato le multe alla Gringott senza colpo ferire, non curandosi di altro. È tornata indietro a passo spedito, forse avrebbe voluto prendersi un ultimo gelato da Fortebraccio o un libro particolare al Ghirigoro, ma ha proseguito dritto. Un sospiro quando è tornata indietro, fuori dal Paiolo Magico.  « Ffarwel dwi'n addo na ddeuaf byth yn ôl. » E poi le tre ore di treno da London Paddington a Swansea. Un pensiero, un colpo al cuore e un altro sospiro.  « Rwy'n rhegi y gwnaf unrhyw beth y bydd yn rhaid i mi nes i mi anghofio amdanoch chi. »
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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I'll take responsibility for everything I've done, holding it against me like you're the holy one.
Decimo Livello, Ministero della Magia - 10 dicembre 2076
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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Look at you, strawberry blonde
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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Hogsmeade, Pressi Stamberga Strillante 18/10
« E comunque non è questo » continua, perché a quanto pare il Delation non è l`unico ad avere qualcosa da recriminare « E` il modo con cui ti sei rivolto a me a Londra, a fine agosto, così senza un motivo. Con quella supponenza e sufficienza così… così » si ferma un momento, scostando lo sguardo per ricercare il termine adatto « Che caratterizza quelli come voi. » i purosangue, sì « E non lo sopporto. » […] E che cosa vuole lei da Tristan? Bella domanda. Schiude le labbra, rimanendo in silenzio per qualche secondo. « Ecco io… » inizia, ma si blocca mentre lo sguardo lascia la figura di Tristan, andando un po` a vagare i dintorni « Non lo so, cioè non l`ho mai saputo, in realtà. » quanto meno è sincera, poi seguita a parlare dopo l`ennesima piccola pausa « Però mi piaceva come era, prima che dei silenzio e di tutto questo astio » sì, ma quindi? « Non potremmo tornare come era prima? »
D’improvviso si becca uno sbuffo di risate, estremamente divertito che forse mozza anche le sue parole. « Quelli come me? » Eccole le parole, rivisitate, che sembrano aver scatenato il suo estremo divertimento. Uno che, nel parlare dopo pochi istanti, prende a macchiarsi di quasi di cattiveria. « E ‘tu’ vieni a dire ‘quelli come voi’? » Lei natababbana, lei gallese. A lui che, nonostante tutto, non ha mai toccato lo stato di sangue nelle loro conversazioni, forse proprio non evitare un impasse da cui è impossibile uscire. Lo trova divertente nella sua assurdità, abbastanza da farlo scuotere il capo con un sorriso ironico a piegargli le labbra. […] L’ascolta, interessato, quasi annuendo prima di dare la sua risposta con estrema semplicità. « No. » Non posso tornare come prima. « Non m’interessa. Ha smesso d’interessarmi negli ultimi due mesi di silenzio, quando hai scelto di fare tu la ragazzina fra i due. » Quando ha preferito essere offesa al cercarlo per chiarire, quando l’unica volta che l’ha cercato l’ha fatto più per quella che giudica una piccola vendetta meschina che per reale interesse. « E in realtà, non so neanche se mi è mai interessato più di tanto a questo punto. » E su questo fa semplicemente spallucce, tranquillamente indifferente.
Poi Tristan le ride in faccia, in quel modo sprezzante che tanto le da fastidio, recriminando proprio sul suo stato di sangue. Ed è una cosa che glielo fa ribollire, visto come le affluisce sul viso, mentre gli occhi si assottigliano. « Oh ecco, a star più vicino si notano di più i difetti eh » inizia, gli occhi accesi di una rabbia repressa che poche volte le è capitato di provare in vita sua « E come ti permetti tu, Tristan, di dirmi una cosa del genere. Vorrei ricordarti che non sei speciale solo perché hai qualche caz » censura « di antenato magico scritto su qualche pergamena vecchia di secoli conservata chissà dove. Non sei speciale manco per il caz » ancora, infondo è sempre stata lei la più sboccata dei due « E non so se lo sai, ma sanguiniamo entrambi allo stesso modo. Quindi fai poco il superiore di sto caz » abbiamo capito, che parola le gira in bocca da un po`. Il braccio sinistro nel frattempo ruota, arrivando dietro la schiena, lì dove nella tasca posteriore dei jeans giace la sua bacchetta. E` un movimento istintivo, lo fa senza neanche accorgersene. […]  La mancina impugna il manico della bacchetta, sfilandola dalla tasca, mentre il braccio ricade mollemente lungo il fianco. « Bene. » a quella risposta seccamente negativa dell`altro, Tristan continua con la sua cattiveria e lei resta lì ad ascoltarlo, senza battere ciglio o dire nient`altro. « Se non ti è mai interessato, allora non ti interesserà neanche questo » il tono s`incrina appena, ma il braccio sinistro viene steso in avanti, puntando così la bacchetta verso Tristan. Disegna così un paio di saette, l`intenzione è quella di fargli male, esattamente come lui lo sta facendo a lei « Concùssio. » esclama infine, mai stata così convinta di castare un incanto come in questo momento. 
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Perché poi arriva quel suo difendere il suo status di sangue e lui ne ride ancora. Proprio come lei odia, in maniera sprezzante e presuntuosa. « E tu ti reputi tanto speciale da giudicarmi? » Perché entrambi stanno facendo la stessa cosa, entrambi giudicano l’altro per uno status di sangue. « Da giudicare ‘quelli come me’? Sembri essere tu quella che ha problemi con quelle pergamene vecchie di secoli, cos’è brucia non averne di tue? Sentirti » non essere, non lo dice. « inferiore a me per questo? » Non è sboccato, no, neppure si agita troppo fisicamente, semplicemente perde un po’ di quella sua rigidità, di quell’accento inglese che va a sporcarsi con quello americano che è sempre lì in agguato. « Continui a parlare a sproposito. » Come per quelle parole usate nel gufo, con quel ‘quelli come voi’ usato senza un reale motivo. […] E non si tratta di cattiveria, non per lui. Semplicemente una insensibile illustrazione dei fatti. E’ quello che è, e non si preoccupa molto di difendersi da ciò, non quando ha ipoteticamente una bacchetta puntata addosso. Non quando lei alza la bacchetta e lui fa lo stesso, portandola davanti a sé, il braccio lievemente piegato, cercando di batterla sul tempo prima ancora che lei abbia modo di pronunciare la formula, qualunque essa sia. Le lascia l’ultima parola, concentrandosi completamente sul suo intento. Un sortilegio scudo, uno abbastanza forte da non solo proteggerlo ma rimandare indietro a lei qualunque sia la sua scelta d’incanto. « Protègo »
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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Queste gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come le saette e il Concùssio, che si consumano al primo bacio.
Stamberga Strillante, Hogsmeade, 18 Ottobre 2076
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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like 98% of my problems would be solved if i stopped overthinking things and calmed the fuck down and stopped being such a panicky, anxious little shit
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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( decisioni )
« Le decisioni importanti non si prendono al paiolo magico. »
« Io non sono come te, okay. » premette, guardandolo direttamente. Parla piano perché complice quel pesante accento c`è il rischio che l`altro non la capisca, proprio ora che sta finalmente rispondendogli. « Non mi piace il mondo magico, Hogwarts non è mai stata la mia casa. Il Galles è la mia casa, dove nessuno si prende gioco di me per il mio accento. O perché non ho antenati maghi scritti su una pergamena da qualche parte. Non mi interessa tutto ciò. » le narici fremono appena, mentre affonda i denti nel labbro inferiore per fermare il flusso di parole che stava venendo fuori « Questo non è il mio mondo, Jed. Non credo lo sarà mai. E non è questione di sentirsi isolati, io credo. E` proprio questione di non farne parte, di essere un elemento estraneo che alterna un ecosistema » ciao, elite mi ha fatto male « E non mi piace esserlo. A Swansea so cosa sono, chi sono. A scuola o al ministero che sia, non lo so. » assottiglia gli occhi, scuotendo appena la testa come a scacciare un pensiero, prima di andare a nascondere nuovamente il viso nella pinta di birra scura. Beve, quindi ancora con la pinta in mano, torna a parlargli « Ma a te non piace sentirmi dire queste cose, ne sono consapevole. Perché so che abbiamo una visione completamente diversa della cosa. »
« Non è che non mi piace. » in realtà non gli piace perché comunque di tanto in tanto ha anche serrato la mascella quando lei parlava di ecosistemi e di non farne parte. « A me dispiace che tu non ti senta una strega, che Hogwarts non sia stata la tua casa, e che al Ministero hai più grande che altro. » ed aggiunge anche « E che qui non ti senti al tuo posto. Non vorrei che questo sia successo perché, non lo so, perché forse il mondo magico ti ha messo subito alla gogna. » per quanto il paiolo non sia proprio il migliore dei posti non si può dire che non si respiri magia, lì dove ci sono streghe e maghi peggio vestiti che fanno peggio magie, basti solo guardare come vengono puliti i tavoli o servite le vivande. « Però se la pensi così.. non credi ti farebbe meglio allora, non so scegliere solo.. » si morde il labbro inferiore, abbozzando un sorrisino che vorrebbe già dire tutto con quello, fossette incluse. « Scegliere solo da che parte stare e basta? » […] . « Non sto dicendo che devi rinnegare una cosa o l’altra o che devi dimenticare una cosa o l’altra. Però solo scegliere quella che ti fa sentire meglio con te stessa. » 
« Non mentirmi, lo so. Lo vedo. » che non gli piaccia sentirla parlare così. E` scritto sul suo viso che non gli piaccia, per quanto Jed possa dire di no. « Mi stai cacciando in pratica. Il tuo consiglio è: “Guinevere, vattene in Galles e restaci”.» riassume a modo suo quello che Jed le ha detto in modo così carino - fossette incluse - in un modo che le fa assottigliare lo sguardo, mentre il tono si fa quasi più tagliente. « Lo sapevo che era inutile parlarne, è sempre inutile parlare. » bene, dopo questa esclamazione emo, possiamo andare avanti. O forse no. A quanto pare odia tutto ma non vuole andarsene, vuole soffrire e farsi nominare martire. Scuote la testa, sospirando per poi andare a bere un sorso di birra scura, quasi scolandosi il resto del contenuto della pinta. « Non so cosa volevi ottenere, Jed, ma questo non è giusto. »
« Okay ti mentivo, non mi piace. » La mano che non tiene il calice va a scompigliare un po’ i capelli mossi e scende giù verso quelle guance macchiate ora da una barbetta che cerca di tenere in uno pseudo ordine e taglio decente. « Non mi permetterei mai di cacciarti e se te lo dicessi non ti chiamerei Guinevere. » […]  « Ma sei tu che lo pensi inutile. »
« Però ti ringrazio per il tuo consiglio, ci penserò a quello che mi ha detto. Forse cadrò nel mondo babbano o forse no.Non è una decisione da prendere così, al tavolo del paiolo magico. »
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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[ Domenica in mattinata, un gufo porterà un quadratino di pergamena ripiegato in quattro e chiuso da una cordicella di spago. Il messaggio è scritto con una babbanissima penna a sfera nera. ] Hey comunque ti volevo dire che sto bene e che alla fine non ho pianto ieri sera. E la mia testa è tornata a girare sulle giuste frequenze per poter parlare un inglese abbastanza comprensibile. Tutto qua, tipo grazie per avermi sopportata così emotiva. 
| Risponde poco dopo pranzo. La sua pergamena è invece scritta ad inchiostro nero. | Mi fa piacere sapere che stai bene. Non è male il gallese, eh solo che lo capisco davvero poco e male! Prego, Neve, ma non ho fatto niente di che, davvero. Jed
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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Tre Manici di Scopa, 19/09
Certo che sono una coppietta stranamente assortita questi due, un po` come lo erano quando erano Prefetti assieme. Guinevere però è diversa, segno che è stato solo il settimo anno quello che l`ha resa scostante e silenziosa, perché è tornata quella di sempre tutta sorrisi e gentilezza. La Tassorosso mancata, sì. Difatti è stata adorabilmente carina sin da quando l`ha salutato.  [...] « Sì, vabbè comunque non intendo davvero usarti come psicologo » ci tiene a specificare così di punto in bianco, con quel suo marcato e grezzo accento gallese « Sarei andata al San Mungo, semmai. » e sorride persino « Però grazie di avermi assecondata. » E lo dice così carinamente che è proprio una bambolina.
Generalmente non esce con persone che amano abbigliarsi alla babbana, ma non si può certo dire che sia uno appassionato di caccia allo stato di sangue altrui. Specie quando queste persone sono molto carine, bionde e più grandi di lui. Sembra quasi uno stereotipo, considerando di chi stiamo parlando.  «Se ti serve» ghigna sottilmente, inarcando un sopracciglio nella sua direzione «faccio un fischio a qualche altro Medicine.» giusto perché tu sappia che la sanità è tutta a sua disposizione. Si dà una lieve spinta verso il tavolo, posandovi un gomito mentre con la destra rivela ciò che in realtà si stava rigirando tra le mani da un po’: due bustine, ognuna con una cioccolata al suo interno. Una la porge verso di lei, in attesa che la prenda, l’altra se la tiene rivolta verso di lui. «Lo so, sentivi la mia mancanza.» ha sempre avuto quell’aria un po’ da puzza sotto al naso, anche quando usa l’ironia come in questo caso. Ma si può dire che sia rimasto sinceramente stupito dal gufo della ex-concasata.
L’ insinuazione dell`altro la fa ridere, una risata genuina, secca. « Oh sì, lo ammetto » e finisce pure per alzare le mani, fintamente in segno di resa « Mi mancava tanto il mio compagno di spilla. » Però poi Helios le cose se le va a cercare, scudo empatico o meno. Il cuore della gallese perde un battito nel vederlo allungare la cioccorana verso di lei, l`ansia si dipinge sul suo volto pallido perché sembra una cazzata, ma lei è sinceramente terrorizzata dalle cioccorane. « Ah, l`hai fatto davvero. » butta giù un groppo di saliva, mentre le mani vanno a prendere la confezione e a rigirarsela tra le mani. « Come si fa » non è propriamente una domanda, ma torna a guardarlo, tenendo ancora il suo molliccio in formato tascabile tra le mani « Suggerimenti per non morire e disturbare tutta la sala? » o disturbare l`empatia di Helios, certo. « Che finché sta chiusa va tutto bene, è quando salta dalla confezione che fa troooppo schifo. » e lo dice con un tono vagamente troppo giulivo, che quasi cozza col suo essere tutt`altro che quello, e che non porta rispetto a un qualcosa che è molto più profondo.
Il fatto che lei rida gliele fa inarcare entrambe le sopracciglia, quasi perplesso. Non è abituato a sentir ridere davvero alla sua ironia? Probabile, anche perché non la capisce mai nessuno. Ma passato il primo momento di perplessità, si commuove persino a tal punto da regalarle un occhiolino, assieme al ghigno serafico che gli si dipinge sul viso, sbuffando appena tra le labbra. In ogni caso non ci ricama troppo sopra, occhiolino a parte. Sembra piuttosto preso dalla missione che è venuto a compiere con questo appuntamento, se così vogliamo chiamarlo. Non si azzarda ad aprire la sua cioccorana ma, questa volta, bada bene a tenersi molto lontano dalle ansie dell’altra. Gliela può vedere dipinta in viso, certo, lui che è bravo ormai ad interpretare le emozioni prima ancora di percepirle. Ma se ne tiene fuori. Non è in grado, emozionalmente parlando, di manipolare neanche se stesso in questo periodo. Figuriamoci qualcun altro. E’ bravo, però, a celare. Gioca con la carta della sua, ma ancora non la scarta. «Fa un solo salto buono.» le ricorda, snocciolando quelle parole molto chiaramente e con tono ironicamente affilato. E’ serio. «E di questi tempi, non credo che la sala sia disturbata da queste sciocchezze.» però lo lascia sottinteso ciò da cui potrebbero essere disturbati, nell’aria. Molto ben percepibile, come percepibile è ogni giorno di più quell’aria che urla che con i Babbani c’è qualche problema, senza mai dirlo tanto apertamente. Lui non lo direbbe mai ad una come la Cadwalader in ogni caso, ma dovrebbe saperlo da sola, ormai. Si inumidisce le labbra, deposita gli occhi azzurri su di lei e inclina appena il capo; poi, la interroga «Prima io?» proponendosi in maniera molto pavida di farle una dimostrazione pratica
A quanto pare lei comprende la tetra ironia del Medicine, forse perché ne è dotata a sua volta di una molto simile. Helios non ha mai avuto il piacere, chiedete a Jed semmai. Comunque lei ridacchia, quindi va per prendersi un sorso di birra scura. Meglio diluire con l`alcol l`ansietta. « Terzo anno, lezione pratica sui mollicci. Indovina in cosa si è trasformato il mio? » è retorica nella domanda, poiché subito torna a raccontare con quel terribile accento gallese « Un`enorme cioccorana. Immagina le risate della classe, anche il professore faceva fatica a restare serio. » i traumi di una giovane natababbana. « Poi me la dai la tua figurina? » che è l`unica cosa che sembra interessarle e per un momento soltanto, sembra dimenticarsi della sua paura assurda, perché gli rivolge un sorriso luminoso, tutto occhioni azzurri e labbra carnose che dovrebbe quasi invitarlo a dirle di sì per la figurina. Però qualcuno dovrà pur aprirle ste confezioni, oltre che guardarle. « Vai tu, io non ce la posso fare. » non poteva essere altrimenti, difatti la sua viene lasciata sul tavolo e l`attenzione viene posta tutta su Helios.
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«Salazar, Guinevere…» esala tra le labbra, trattenendo però a stento una risata a sua volta. Questo, bisogna dirlo, fa più ridere della paura in sé. Solo l’immagine di un molliccio grande quanto una cioccorana è esilarante, anche per chi non è propriamente dell’umore. «Regalamene il ricordo.» richiede, l’aria apparentemente seria e la mano destra che si porta all’altezza del cuore, solenne «Fallo per il mio Patronus.» Non è mai stato granché teatrale nei modi di dire, di fare. Anzi. E’ sempre piuttosto schietto. Quindi no, non sta recitando mica. «Mhm..» sulla figurina, invece, ci pensa. Diciamo che è quel sorriso ad attirare lo sguardo dell’adolescente sulle sue labbra e, poi, farlo risalire lentamente ai suoi occhi. Ma in ogni caso, la risposta rimane la stessa: «Dipende.» non dà mai niente per niente, lui. «Mi dai qualcosa in cambio?» inarca anche un sopracciglio, alzando il mento in un cenno di quelli che contribuisce alla solita faccia da schiaffi, quella che sembra non mancare mai. Specie quando ha a che fare con una bella ragazza. In qualche modo si dovrà pur consolare, no? Non se lo fa comunque ripetere due volte. Annuisce. «Se urli..» lascia la frase in sospeso, mentre porta entrambe le mani ai bordi di quella carta che scricchiola sotto le sue dita e osserva Guinevere di sottecchi; le due estremità della carta si separano, e da essa non esita ad uscire quella cioccorana animata che usa il suo unico salto buono per zompare con le sue lunghe zampette proprio sul tavolo, rivolta verso la ex-Serpeverde. E’ lui a bloccarne l’incedere, quand’è già in volo, posandovi sopra repentinamente l’indice della mano destra solo dopo aver probabilmente fatto prendere un bello spavento alla bionda di fronte a lui che, si spera, nel frattempo non abbia urlato magari presa dalla suspance di quello che potrebbe persino sembrare un incipit per una minaccia. Incipit che si conclude solo dopo questo avvenimento repentino: «..la prossima la lascio saltare.» ma solo se urli. Se sei stata brava e non hai urlato anche senza bisogno della sua manipolazione empatica, nel mentre, tutto a posto. Meglio così. E in tal caso, prenderebbe quella cioccorana tra le mani, per porgergliela, allungando il braccio visto che le sta di fronte.
Quindi è il turno di Helios quello di ridere al suo racconto del molliccio. « Ecco, ti ci metti anche tu » non è un pigolio ma quasi, quanto al ricordo per il patronus « Immagino ne troverai di migliori, che il mio che muoio di ansia e di vergogna per un maledetto molliccio. »  Ma le labbra velocemente si stirano in un sorrisetto, pari quasi a quello da faccia da schiaffi dell`altro. « Oh beh... » inizia stringendosi un pochino nelle spalle, prima di sciogliere la postura « Dipende da quello che vuoi. » i serpeverde e i loro giochetti. E ora sta tutto ad Helios. Che sia per la figurina o per la cioccorana. « Te lo prometto, non lo farò » urlare, anche se non sembra particolarmente convincente. Butta giù un altro groppo di saliva mentre gli occhi azzurri si riducono a due fessure mentre la scatolina viene aperta, lo sguardo si volta appena da un lato per non guardarla. « Non sto urlando. » dice, la voce tremola appena, ma la verità è che non la sta nemmeno vedendo. Si volta poco dopo, solo per ritrovarsi un Helios che le porge una cioccorana ormai immobile. Spalanca gli occhi sorpresa, fin troppo, mentre ancora il cuore le va più veloce del solito. « E che dovrei farci? Perché me la porgi? »  Nel frattempo allunga prontamente la mancina per tentare di sfilare la figurina dalla confezione, quindi la domanda per Helios è « Ma si muove quando si mangia o no? Sai che non l`ho mai fatto. » giornata di grandi confessioni, poi aggiunge così a caso « Comunque quando ridi o sorridi sei più carino, è un peccato che non te l`abbia quasi mai visto fare. » e lo dice tranquilla, anche se non c`entra nulla, un po` come prima, come se fosse solo un dato di fatto.
Si riserva la facoltà di pensarci, a quello che vuole, lui che non ha mai la risposta pronta e non è neanche un fan della suspance. Però non può fare a meno di notare l’atteggiamento dell’altra, con cui non interferisce, e ringraziare i riflessi pronti che si ritrova se intercetta quel movimento che cerca di sfilargli la figurina dal pacchetto e cerca di far morire il tentativo di furto sul nascere, continuando a reggere la cioccorana ormai stecchita con una mano, mentre con l’altra frenerebbe quella dell’altra, schiacciandola sul tavolo ma senza farle male. E con dei rapidi gesti delle dita, cercherebbe di scivolare tra le dita altrui per impedirle di sottrargli quella figurina del tutto che, intanto, s’è comunque mostrata. Sicuramente per lui è un doppione, ma non è uno che la dà vinta così facilmente. «Visto che non l’hai guardata..» ed era una delle cose che dovevi farci, non manca mica di fartelo notare, snocciolando l’evidenza con una faccia da schiaffi unica «Mangiarla.» gli sembra così ovvio, che neanche smette di porgergliela, mentre se fosse riuscito ad impedire quel furto cercherebbe comunque di accaparrarsi la figurina, e rigirandosela tra le dita la mostrerebbe agli occhi dell’altra. «E un altro appuntamento, al prossimo weekend.» ecco cosa vuole in cambio, furbo, di quella figurina. Niente di impegnativo. Ma questa volta lo chiamerebbe con il suo nome senza fare troppi giri di parole - o di gufi -, sfrontato. C’è pure da aspettare un mese. E non è abituato ai complimenti, ma sono okay. Infondo vanno solo a nutrire il suo ego, facendolo raddrizzare con la schiena con orgoglio. Per quanto la guardi, con gli occhi azzurri che studiano la sua espressione con una velata e molto ben celata diffidenza, non replica e resta in un enigmatico silenzio. Ogni buon ometto, come gli è stato insegnato, dovrebbe almeno rispondere ad un complimento con un altro complimento. E a Guinevere la bellezza non manca di certo. Ma Helios è strano, in uno strano momento. Passa qualche secondo prima che dica «Non quanto te.» che tuttavia ha il pregio di non suonare come una sviolinata, ma parole dette al punto giusto, un po’ oltre il momento giusto «Potresti convincere chiunque ad aprirti una cioccorana con quel sorriso.» non lo dice a caso. Infondo un po’ vittima ne è anche lui.  «La tua la apriamo fuori?» propone, infine.
Perciò riesce a sfilare un po` la figurina, quel tanto che basta per vederci Mungo Bonham raffigurato sopra e poi farsi schiacciare la mano dal caposcuola. Pigola appena, prima di mollare la presa sulla figurina e tentare di liberare la mancina per farla tornare al proprio posto. Quindi lontana dalla figurina. « Ho capito, anche meno, Helios. » replica, massaggiandosi la mano offesa. Anche se è più scena che altro, considerando che non dovrebbe averle fatto troppo male. « E sia, a ottobre. » sorride, di nuovo in quel modo luminoso, che a quanto sembra riesce ad abbagliare tutti i serpeverde con cui esce. Non ci ha pensato neanche per un secondo alla risposta sulla possibilità di rivedersi alla prossima uscita ad Hogsmeade. « Ti giuro che se mi salta nella bocca, poi urlo veramente e altro che banshee » minacciosissima, con quel suo accento gallese e gli occhi a fessura, perché no, non si fida minimamente di quella cioccorana che l`altro così gentilmente le porge. « Oh beh, spero sempre in qualcosa di meglio che aprire una cioccorana, ma posso accontentarmi. » e ridacchia di nuovo, in quel modo genuino, per poi soggiungere che « Sì, ma la figurina è sempre mia. » ok, l`altra cioccorana la possono aprire fuori, la guerra delle figurine però resta uno dei fulcri della giornata.
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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[ Domenica 13 settembre, durante la posta mattutina un anonimo gufo del servizio postale consegnerà ad Helios un quadrato di pergamena ripiegato in quattro, chiuso da un laccetto di spago. All'interno il messaggio è stato scritto da una babbanissima penna a sfera nera: ] Ciao Helios, sono Guinevere, spero tu stia bene. Mi chiedevo se ti andasse di vederci una volta, al prossimo fine settimana di uscita a Hogsmeade. Sabato o domenica che sia per me è uguale. Abbiamo una cioccorana in sospeso, io e te.
[Durante la serata di domenica, il pennuto di risposta arriva su una pergamena pulita, inchiostrata di nero e dalla grafia ordinata e sottile, lievemente inclinata verso destra.] Sabato. Pranzo ai tre manici? Porto qualche cioccorana in più, dovessi mai iniziare ad appassionarti. Helios
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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( Guinevere )
[ Nella tarda mattinata del 25 agosto un anonimo gufo del servizio postale magico, consegnerà a casa Bradlaw in quel della terra irlandese, un foglio di pergamena ripiegato in quattro. Sul lato recto del foglio, compare l'intestazione che inquadra Jed come destinatario. ]
Ciao Jed, spero tu stia bene. Ti ricordi quello che mia detto l'ultima volta che ci siamo visti? In merito al Ministero, al come ti vedono e a come ti trattano. Quello di cui io mi sono un po’ presa gioco. Ecco, adesso penso di capire quello che intendessi. E mi chiedo come tu faccia a sopportarlo da un anno, quando io dopo meno di un mese, ho già la forte tentazione di rage quittare tutto e restarmene in Galles. O forse è il Secondo Livello e chi ci lavora che fa schifo. Non lo so. Quello che so è che odio tutto. E che mi dispiace, mi dispiace davvero tanto di aver riso quella volta. Scusami. E scusami anche per questa lettera inutile, come se ti interessassero le mie paturnie. Scusa.
Guinevere
| La risposta arriva qualche giorno di ritardo dopo causa babbo pigro che non ha recapitato la posta al Serpeverde in tempi umani. |
Te l’avevo detto! E non è che ci goda tanto a dirtelo per questi motivi. Il secondo livello è uguale a tutto il resto del Ministero. Di maghi simili ne troverai sempre uno, perché la storia del mondo magico è questa. Non scusarti, Neve, va bene. Non scusarti nemmeno per la lettera, non è inutile. Un po’ sono “contento” (ma prendila con le bacchette) che anche tu te ne sia accorta. Abbiamo qualcosa da convidere insieme, ed è una cosa importante. Se vuoi parlarne o sfogarti, sono sempre pronto ad ascoltarti. E non ci sono solo io, ho fatto diverse conoscenze al Ministero… come noi.
Jedediah
[ Il giorno dopo, la risposta arriva su un cartiglio arrotolato chiuso da una pergamena. ]
Sai, l'ultima volta che mi avevi detto che potevo parlarti su come mi sentivo, ti ho dato dello psicologo wannabe e non ti ho preso molto sul serio. Sarà che me l'hai scritto su un foglietto celeste a forma di cavalluccio marino svolazzante. Ma stavolta credo farò diversamente.
Perciò grazie Jed, sei molto gentile. Adesso mi dirai “Sì, lo so, grazie” e che non fai niente per niente, ma al momento prenditi solo i miei ringraziamenti che al resto ci ho già pensato io. Ma grazie davvero. Anche se quel “te l'avevo detto” potevi risparmiarmelo, ecco.
Guinevere
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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[ Nella tarda serata del 1° settembre, un gufo anonimo consegnerà una pergamena strettamente avvolta. ] Qualche settimana fa ho scoperto che l'elfo domestico che mi ha accompagnato in ogni spostamento per assicurare la mia sicurezza, ha scelto di riportare tutto ciò che facevo alla mia famiglia. Non penso di doverti spiegare quanto questo sia inappropriato in diversi modi. [ Per qualche motivo quelle parole non riportano nessuna firma. ]
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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Diagon Alley, 29/08
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Nei giorni non lavorativi è praticamente impossibile trovare la gallese a Londra, lei che ci sta solo il minimo indispensabile e poi ritorna nella sua amata città natale. Quest`oggi l`eccezione è lui, è sempre solo lui in effetti: Tristan. A suo tempo ha detto che si sarebbe fatto perdonare per averle dato buca, poi lei ha lasciato un po` perdere la cosa almeno finché non se n`è uscita proponendogli di vedersi sabato mattina, l`ultimo sabato prima dell`inizio della scuola. E dopo avergli dato appuntamento al Ghirigoro l`ha praticamente trascinato... in giro, sì semplicemente in giro, come se non avesse nessunissima pretesta. Basta solo girare senza una meta per le viuzze. « Comunque sai come ti saresti fatto perdonare per bene? » domanda dopo un po`, giusto perché ancora non glielo aveva detto « Spoiler: Il Galles. » ma chi l`avrebbe detto, però sorride perché alla fine è solo un modo per rompere le palle in modo quasi carino.
L’elfo domestico della famiglia Delation, incaricato di non staccare mai i suoi acquosi occhi scuri dalla figura del ragazzo, ne seguirà ogni passo, protetto da un incanto di disillusione per conferire almeno una parvenza di - inesistente - privacy e, almeno in precedenza, assicurare un resoconto dettagliato delle interazioni svolte di fronte ai suoi occhi. Ora sa, e questo tanto basta per condizionare il suo modo di comportarsi. « Fossi venuto in Galles, non avrei avuto bisogno di farmi perdonare. » Stira un sorriso, piccolo reale eppure lievemente troppo freddo per gli standard di chi, negli ultimi mesi è riuscita a vederlo in quei rari momenti d’incertezza e stupore. E c’è qualcosa in tutta la sua figura a renderlo più distante. Si prende il suo tempo per parlare, lo sguardo che sembra vagare senza meta intorno a loro, o almeno così sembrerebbe. « Quindi com’è andato quel famoso concerto? »
Non è dato sapere se si sia accorta o meno del cambiamento avvenuto nel ragazzo nelle ultime settimane, anche se al momento sembra comportarsi come se tutto fosse normale. O quasi. Assottiglia un poco gli occhi alla sua risposta sul Galles, probabilmente non riesce a cogliere appieno la sfumatura dell`altro, ma infondo è troppo poco inglese e upper class per coglierla davvero.  « Oh, il concerto... » lascia cadere la frase, arricciando un poco le labbra tinte di rosso fragola « All`inizio non volevo più andarci, ero un po` "che palle, volevo andarci con Tristan" » e quando parla non calibra nulla, né l`accento né tanto meno il peso che quelle parole potrebbero avere, che sia per il Delation o per l`elfo spia lì dietro « ma poi ho detto "vabbè, chissene" e ci sono andata con i miei due fratelli. Sai, loro non hanno la magia ed è stato bello... » il ricordo la fa sorridere, senza che si sforzi di farlo, succede e basta « Più per loro che per me. Ma comunque bello, soprattutto quando mi sono ubriacata, già. » e non aggiunge altro, concludendo così, con una disarmante tranquillità. Resta qualche minuto in silenzio, guardando a terra pensierosa, prima di rialzare lo sguardo « E tu, nel Dover? Spero che i tuoi problemi familiari si siano risolti. » che sia solo un convenevole è ovvio, così come il seguito « Io non sono mai stata nel Dover, dicono che le scogliere siano molto belle. » le scogliere, certo. Ma infondo sta solo seguendo la linea iniziata dall`altro, tutta banalità e convenevoli.
Forse di cambiamenti ce ne son stati molti di più di quanto non sia comodo credere per entrambi, ma per ora, è solo in quei sorrisi appena accennati e quella generale rigidità a stonare nei comportamenti del serpeverde. Una smorfia, lieve e in fretta oscurata a sentirla parlare di quei fratelli privi di magia, ricordo di quanto lei stessa ne possieda quasi per puro caso, mentre lo sguardo saetta intorno a loro con discrezione. Sa che c’è qualcuno in ascolto, sa che quelle conversazioni potrebbero essere riportare a chi, dello status di sangue, importa - infondo - molto più di quanto non importi a lui, in questo caso.  Chiacchiere inani. Convenevoli e banalità, nulla di adeguato o fuori traccia, semplicemente privo di uno sorta di reale interesse nell’approfondire i vari discorsi « Sì, ti ringrazio, tutto risolto. » Almeno in apparenza. Almeno ciò che poteva essere risolto. « Dovresti andare » andare, non venire « a visitarle. Le ‘bianche scogliere di Dover’. Si dice che nelle giornate limpide si possa vedere l’altro lato del Canale della Manica » Impressionante, bellissimo e .. impersonale.
Schiude le labbra per dire qualcosa ma al momento ci ripensa, spostando appena lo sguardo e rimanendo in silenzio per un po`. Per un bel po`, un silenzio alquanto disagiato. « Certo che... se dobbiamo parlare anche del tempo e di quanto è profondo il mare, tanto valeva non vederci » esclama infine, tornando a guardarlo e fermano il suo incedere. Non c`è fastidio nella sua voce e neanche scazzo, oltre al marcato accento gallese, c`è solo un pizzico di delusione. « Se ti da tanto fastidio parlarmi, allora puoi anche tornare a casa, da tuo padre. E grazie tante. » continua con lo stesso tono, rimanendo ferma, nonostante un pizzico di agitazione si ritrovi giusto nel respiro lievemente più accelerato di prima. « Tipo che ti chiederei quale sia il tuo problema, ma credo che finiresti soltanto per dirmi che non ne hai nessuno e che sono io che sto fraintendendo, nevvero? » infondo, per quanto sia più dolcina della media, è pur sempre una Serpeverde e crede di capire almeno un po` i modi di fare dell`altro. 
Silenzio in cui si rifugia per lunghi attimi dopo le parole di lei, i suoi stessi passi fermati dall’arrestarsi di quelli di lei e lo sguardo che finalmente si concentra totalmente su di lei. « Non c’è altro di cui sia il caso di parlare » Parla piano, più di quanto non faccia di solito, quasi si preoccupasse di scegliere con attenzione le parole che le rivolge con quella serietà che stona nei suoi confronti. « E no, io » lì, un lievissimo sottolineare quelle due semplici lettere « non ho nessun problema. Tu ne stai creando molti però, per nulla. » Perché quel continuare ad insistere sembra infastidirlo sempre di più, quello e l’impossibilità di esprimersi a dovere dovuta alla figura disillusa al suo fianco. « Stai fraintendendo, sì. » Questo è quanto può concederle, un mezzo passo compiuto in avanti e poi altro, perché ricorda e tutto si ferma, riportandolo al suo posto, la schiena dritta e lo sguardo fisso di fronte a sé. « E’ stato bello rivederti Guinevere. Spero d’incontrarti di nuovo magari durante i fine settimana al villaggio. » Questo è quanto, un saluto impersonale e preparato, smorzato appena da uno sguardo più caldo, quasi risentito, visibile per pochi istanti prima che volti le spalle e si avvii nuovamente verso il ghirogoro e suo padre, l’elfo domestico ancora al suo fianco.
Lei lo guarda, con quegli occhioni carichi di una delusione latente e di un vago risentimento che gli ha espresso e che lui non sembra aver recepito. O meglio, lo ha fatto, ma nella maniera sbagliata. « Tu non capisci. » esala piano, l`accento gallese così marcato da rendere difficile la comprensione, quasi parlandogli sopra mentre l`altro ribatte che quella che non capisce la situazione è proprio lei, che ha almeno tentato di risolverla. E poi c`è un istante in cui tutto si accende, un istante in cui Tristan fa un paio di passi verso di lei, colmando la distanza e poi tutto torna a spegnersi, in una grigia mattina di fine estate inglese, che già sembra preparasi alle imminenti piogge autunnali. E lei volta lo sguardo altrove, andando a posizionare su un punto qualsiasi della strada alla sua destra. « Ma ti prego. » lei è quella che fraintende, certo, quando lui è quello che improvvisamente cambia modo di fare e non spiega nemmeno il perché di un siffatto cambiamento repentino. Perciò lo lascia andare senza voltarsi a guardarlo o provare a fermarlo, non avrebbe senso e andrebbe contro il suo orgoglio personale. Ed è solo quando si sarà un poco allontanato che tornerà a volgere lo sguardo di fronte a sè, su quella figuretta lontana che potrebbe essere Tristan come un qualsiasi altro studente intento nello shopping pre-scuola. « Ma Hogsmeade è troppo lontana dal Galles. » lo dice piano, a sé stessa e soprattutto in gallese – in quella terribile lingua cacofonica e assurda – così che possa capirsi da sola e soprattutto autoconvicersi che sia davvero così.
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ohmygwenhwyfar · 4 years ago
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“I myself have noticed my growing resemblance to a daffodil. [… ] We daffodils like to have things brought up, it reminds us of spring.”
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