Immagina un albero con tronco, rami, foglie ecc. Immagina anche le radici, sono molto profonde ed ingarbugliate tra di loro.
Immagina una pianta parassita che si attorciglia alle radici, una sorta di filo spinato, che dopo aver stritolato le radici si fa strada verso il resto dell' albero che ha cercato sempre è comunque di restare inerme difronte ad essa ma che, col tempo, ha perso qualche colpo; finendo col pendere tutto da una parte. La pianta parassita continua la sua scalata ma non ha vita facile: l'albero pur pendendo tutto da una parte è non sapendo dove prendere la vitale di cui ha bisogno continua comunque a respirare, a provare germogliare. Giorno dopo giorno si accorge che anche se fa male, non si muore. La pianta parassita non lascia la presa, stritola il tronco fino a che, poco a poco, diventa parte di esso; ma l'albero non si arrende. Con quell'ultima poca forza che gli rimane decide di splendere. È non gli importa che si sta spogliando, che foglie e rami stanno cadendo, che non ha più nutrimento per vivere. Decide di splendere, come solo un essere vivente che si accorge di starsene andando sa fare. In un modo a pochi comprensibile, in un modo urlato è allo stesso tempo taciuto, decise di smettere di respirare. Decise di smettere di prendere nutrimento dalla terra, consapevole che così facendo la pianta parassita sarebbe morta è con essa anche lui, lo fece per risparmiarsi dolore. Si rese conto che era una battaglia persa, che a nulla valeva più ogni sforzo. La pianta parassita si nutriva di lui, se ne era impossessata, lo aveva prosciugato di tutto, gli fece perdere ogni cosa, per ultima la vita.
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Non chiedevo tanto.
Chiedevo solo un corpo che sarei stata in grado di amare.
Chiedevo solo di non avere queste terribili ossessioni.
Chiedevo solo di non essere fissata con le calorie.
Chiedevo solo dei fianchi un po’ più stretti, delle gambe più sottili e delle forme un po’ più dolci.
Chiedevo solo di poter indossare qualsiasi vestito senza il timore di essere criticata.
Chiedevo solo una mente spensierata.
Chiedevo solo di poter mangiare senza provare tremendi sensi di colpa.
Chiedevo solo qualche sorriso in più.
Chiedevo solo di essere accettata.
Chiedevo solo di non finire mai in questo circolo vizioso, in questo tunnel senza luce, in questo baratro senza via d'uscita.
Chiedevo solo di essere all'altezza di dire no alla malattia che, in maniera fraudolenta, si è insediata dentro di me.
Alla fine, chiedevo solo un po’ meno dolore, un po’ meno battaglie perse e un po’ più di tenacia e di felicità, tutto qua.
@baratrosenzauscita (via baratrosenzauscita)
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Sono arrivata ad un punto in cui ogni sera spero di non svegliarmi il giorno dopo.
comemargheritenere (via comemargheritenere)
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Quel ch'io tocco si sfascia
Franz Kafka, estratto da “Quinto quaderno”, pag. 127, Die Acht Oktavhefte (via poesieecitazionidautore)
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La gente pensa che tu stia male solo se lo mostri fisicamente. Non lo capiscono che puoi essere completamente morto dentro e fuori continuare a sorridere.
vogliosolopotervolare (via vogliosolopotervolare)
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Sdraiata sopra al letto mentre soffoca le grida, lei si odia perché non trova il coraggio per farla finita.
Mostro (via sentoilcuoremenoumano)
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Faceva fatica a prendere sonno, e non aveva voglia di alzarsi al mattino. Imparò quanto sono lunghe le notti quando c'è qualcosa che non va, quando non si sta bene.
(via thehummingbirdstoryofficial)
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Ti sei mai sentita così orribile, da scoppiare in lacrime davanti a uno specchio?
Giulia G. - (via @queitaglisuipolsisporchi)
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Non giudicare qualcuno per come lo vedi. Non sai cosa sta affrontando.
@ragazzo-fenice
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É un po’ come stare nell’acqua, urli e nessuno ti sente.
_ @causeyouarewonderful
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E il dolore che feriva come veleno nel sangue.
vogliosolopotervolare (via vogliosolopotervolare)
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