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nubesnubis · 8 years
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nubesnubis · 8 years
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Il tempo non basta per domare le attenzioni cortocircuitano necessità sbizzarrendosi narcisiste
L'occhio lunare ammicca all'oceano lacrima cala - treccia di paglia per il tiro alla marea
A miliardi i litri di sudore avanzano dalla fabbrica del cuore i magazzini dell'amore traboccano di merce da svendere
N.R.
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nubesnubis · 9 years
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Nel candelabro dei tempi te ne stai crucciata come stella tra le stelle e se mai ti bagnassi l'universo di incubi s'ammazzerebbe
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nubesnubis · 9 years
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nubesnubis · 9 years
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Ali aperte, occhi chiusi. Non resistono dighe al diluvio dei ricordi.
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nubesnubis · 10 years
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Dio solo sa se questa città ha alberi. Tre, quelli che piantai. Tre, quelli su cui piansi. La terra è malata. Ci camminiamo in troppi. Calpestano tutto. Calpestano anche i sassi. A galla sull'erba, senza vita, militari salati.
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nubesnubis · 10 years
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Io i sentimenti li ho seppelliti. Sta a te sporcarti le mani
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nubesnubis · 10 years
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Con un colpo alla testa hanno ucciso la Luna
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nubesnubis · 10 years
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E in vita le tradirò tutte versando per te un adulterio di parole
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nubesnubis · 10 years
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Il mio odio, prova amore per te
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nubesnubis · 10 years
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Di quanto tu possa mancarmi quando si alza la Luna.. no, ma che ne sai. Ora che ci sei per adesso che non te ne vai io qui ti vorrei
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nubesnubis · 10 years
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Is there anybody out there?
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nubesnubis · 10 years
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Tra le mie conoscenze di fede musulmana nessuno si sognerebbe di prendere un’arma e fare una strage. Se capita di finire a scherzare sulla fede (da parte mia in quanto non credente) gli animi si accendono e volano dei vaffanculo e finisce lì. Già ne sto leggendo delle belle, come se servisse identificare i pazzi assassini ed etichettarli - cosa che non mi pare accadde con Breivik. La cosa paradossale è che chiunque potrebbe urlare qualsiasi cosa e non giustificherebbe - almeno per il sottoscritto - il prendere vite altrui, a me non fa differenza che sta gente si professi musulmana, o si finga tale o sia stata pagata per fingersi tale. Tornano utili le parole del premier norvegese Jens Stoltenberg:Miei cari, che spettacolo! Mi trovo faccia a faccia con la volontà del popolo. Voi siete la volontà del popolo. Migliaia e migliaia di norvegesi – a Oslo e in tutto il paese – fanno la stessa cosa stasera. Occupano le strade, le piazze, gli spazi pubblici con lo stesso messaggio di sfida: abbiamo il cuore a pezzi, ma non ci arrendiamo. Con queste fiaccole e queste rose mandiamo al mondo un messaggio: non permetteremo alla paura di piegarci, e non permetteremo alla paura della paura di farci tacere. Il mare di gente che vedo oggi davanti a me e il calore che sento da tutto il paese mi convince che ho ragione. La Norvegia ce la farà. Il male può uccidere gli individui, ma non potrà mai sconfiggere un popolo intero. Questa sera il popolo norvegese sta scrivendo la storia. Con le armi più potenti del mondo – la libertà di parola e la democrazia – stiamo disegnando la Norvegia per il dopo 22 luglio 2011. Ci saranno una Norvegia prima e una Norvegia dopo il 22 luglio. Ma sta a noi decidere come sarà la Norvegia. La Norvegia sarà riconoscibile. La nostra risposta ha preso forza durante le ore, i giorni e le notti difficili che abbiamo dovuto affrontare, ed è ancora più forte questa sera: più apertura, più democrazia. Determinazione e forza. Noi siamo questo. Questa è la Norvegia. Ci riprenderemo la nostra sicurezza! Dopo gli attacchi di Oslo e Utøya, abbiamo affrontato uniti lo shock, la disperazione e il lutto. Continueremo a esserlo, ma non sarà sempre come è adesso. Lentamente, qualcuno inizierà per primo a essere in grado di riaffrontare la vita di tutti i giorni. Per altri ci vorrà più tempo. È importante che siano rispettate queste differenze. Tutte le forme di lutto sono ugualmente normali. Dovremo comunque prenderci cura l’uno dell’altro. Dimostrare che è qualcosa cui teniamo. Dobbiamo parlare con quelli per cui è stata più dura. Dobbiamo essere umani e fraterni. Noi riuniti qui questa sera abbiamo un messaggio per tutti quelli che hanno perso qualcuno cui volevano bene: siamo qui per voi. Guarderemo anche in avanti per la Norvegia dopo il 22 luglio 2011. Dobbiamo fare attenzione a non arrivare a conclusioni affrettate mentre siamo un paese in lutto, ma ci sono alcune cose che ci possiamo promettere questa sera. Prima di tutto, oltre tutto questo dolore, possiamo intravedere qualcosa di importante che ha messo le sue radici. Ciò che vediamo questa sera potrebbe essere la più grande e la più importante marcia che il popolo norvegese abbia mai condotto insieme dalla Seconda guerra mondiale. Una marcia per la democrazia, per la solidarietà e per la tolleranza. Le persone in tutto il paese sono fianco a fianco in questo momento. Possiamo imparare da questo. Possiamo fare più cose come questa. Ognuno di noi puoi contribuire a costruire una democrazia un po’ più forte. Questo è ciò che vediamo ora qui. In secondo luogo, voglio dire questo a tutti i giovani raccolti qui. Il massacro di Utøya è stato un attacco contro il sogno dei giovani di rendere il mondo un posto migliore. I vostri sogni sono stati interrotti bruscamente. Ma i vostri sogni possono essere esauditi. Potete tenere vivo lo spirito di questa sera. Voi potete fare la differenza. Fatelo! Ho una semplice richiesta per voi. Cercate di essere coinvolti. Di interessarvi. Unitevi a una associazione. Partecipate ai dibattiti. Andate a votare. Le elezioni libere sono il gioiello di quella corona che è la democrazia. Partecipando, voi state pronunciando un sì pieno alla democrazia. Infine, sono infinitamente grato di vivere in un paese dove, in un momento così critico, il popolo scende nelle strade con fiori e candele per proteggere la democrazia. Per commemorare e onorare le persone che abbiamo perso. Questo dimostra che Nordahl Grieg aveva ragione: «Siamo così pochi in questo paese, che ogni caduto è un fratello e un amico». Ci porteremo tutto questo con noi mentre iniziamo a mettere insieme la Norvegia del dopo 22 luglio 2011. I nostri padri e le nostre madri ci avevano promesso: «Non ci sarà mai più un 9 aprile». Oggi diciamo: «Non ci sarà mai più un altro 22 luglio».
3nding (via 3nding)
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nubesnubis · 10 years
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DT BLOG
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nubesnubis · 10 years
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Con gli uncinetti sfilacceremo gl'aspri pruni del capitalismo. L'eco dei tacchi rieccheggerà in mitraglia nelle gallerie del parlamento. Una sola mano al cielo, a catturare gl'occhi degli avidi. Le loro labbra sibileranno gemiti Le nostre mani mutilate spezzeranno gole. Derubiamo i bottoni! Falciamo il martello d'oro della santa inquisizione! Un altro cielo si sta innalzando, pioveranno gocce di rivolta! #ленин #самуэлэганпаловичтэста #облако
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nubesnubis · 10 years
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nubesnubis · 10 years
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So..he's my mind
Con te si sta bene, anche quando non ci sei. È grazie a te se dopotutto credo ancora nelle persone, in una certa, quanto vaga umanità. Da ieri ad oggi, da oggi a domani, sei stato un amico, un’amica, un fratello.. un padre per me. L’insicurezza mi ha spinto fino a qui, e se non ci fossi stato tu, finora, non sarebbe andata via. Via da qui, lontano da tutti, ma sempre più vicino a te. Le nuvole sono lì e nessuno mai si è chiesto il perché. Sono soffici, anche se nessuno mai vi s’è disteso sopra. Piangono, delle volte talmente tanto sino ad inzuppar la terra. A fatica s’asciuga le lacrime, le mie. Ma poi del velo funebre si destano, per lasciar soffiare il sole. Trai tanti fazzoletti lasciati penzolare nell’aria, pieni di sudore, alla sete tolto per disgrazie altrui. Sono lì, senza pelle, non puoi bruciarle e del tua avaro mai faranno parte. Ti vedo brillare lassù, ti vedo sputare per terra. Hai disgustato talmente tanto questa verità che non puoi più farne a meno. Spudoratamente te ne sazi la vista. Nel dubitare della tua presenza anche i santi, c’han rimesso la vita
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