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Ma il ghiaccio inazzurra i sentieri,
la nebbia addormenta i fossati,
un lento pallore devasta
i dolori del cielo.
Scende la notte,
nessun fiore è nato
è inverno, anima,
è inverno.
da Inverno di Antonia Pozzi
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Si dicono cose strane sulle falene. Sul fatto che a volte entrino dentro le case. Superstizioni, credenze popolari. Ma sono rimasti in pochi, di questi tempi, quelli che le conoscono. E così nessuno si soffermò più di tanto su tutte quelle falene che danzavano nel bosco, la notte in cui il corpo fu ritrovato.”
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“E desidero solo colori. I colori non piangono,
sono come un risveglio: domani i colori torneranno. Ciascuna uscirà per la strada, ogni corpo un colore - perfino i bambini.
Questo corpo vestito di rosso leggero
dopo tanto pallore riavrà la sua vita.
Sentirò intorno a me scivolare gli sguardi e saprò d'esser io: gettando un'occhiata,
mi vedrò tra la gente. Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori.”
Cesare Pavese
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Piccolo quesito tecnico-informatico.
Mi fate sapere se si possono bloccare i vocali su WhatsApp?
Perché certe persone devono capire che non abbiamo tutti voglia di sentire la loro voce, specie alle 7.15 del mattino quando io ancora non riesco ad articolare più di un paio di fonemi del tipo “caf-fè”.
Perche certe persone devono capire che durante il giorno si lavora, in quell’orario universalmente riconosciuto che va dalle 9 alle 17, ci si relaziona con altre persone che richiedono attenzione e cura, e non si può stare con il telefono incollato all’orecchio per ascoltare messaggi registrati sotto il Gran Sasso a 200knh e con i finestrini aperti.
Perché ho 12 decimi per occhio, riesco a percepire una stilla di limone anche sotto un chilo di zucchero, riconosco l’odore del grano anche in corso Como a Milano, ma non riesco proprio a farmi entrare in testa quelle voci bisbigliate neanche fossero la combinazione di una cassaforte (e poi nel 99% dei casi la voce chiede: ti posso chiamare?).
Ma scrivete, che poi perdete anche l'abitudine e non sapete usare neppure i pronomi dimostrativi!
E allora io rispondo con un messaggio da 8120 righe…
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È crollo di morta stagione
quest'acqua notturna sui ciotoli.
Lànguono
fuochi di carbonai sulla montagna
e gela
nella fontana un fioco lume.
L'alba vedrà
l'ultima mandria divallare
coi cani, coi cavalli,
in poca polvere
dietro un dosso scomporsi.
Ottobre di Antonia Pozzi
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Piccolo ragionamento ambientale (e non solo)
Fotogramma della città più sporca della Nazione, della Battaglia (persa) dai sindaci degli ultimi venti anni per riportarla alla decenza, dei soldi spesi sui bilanci pubblici che finiscono in pasto ai gabbiani di via del Corso.
Una città sporca, dalla bellezza immensa e sgradevole, con buste enormi di spazzatura dimenticate negli angoli accanto a monumenti secolari e minuteria che scricchiola nelle fessure dei sampietrini.
Cumuli di pattume che ogni tanto prendono misteriosamente fuoco, residui di cibo che sono antipasto di pelosetti grigio fumo lunghi un braccio e novelli Jonathan aggressivi.
Su tutto, tanta bella robetta che gira tra aria e marciapiedi che il Covid a confronto è un raffreddore stagionale.
Strade costantemente sporche ed ansiogenre, che mi hanno disintegrato due paia di scarpe in due anni e se devo dirla tutta mi trasmettono per lo più l’assenza di controllo e di governo.
Di una città che è vero, e’ grande come Milano, Napoli, Torino, Bari, Bologna e Firenze messe assieme, ma che di tutti questi luoghi non condivide il rispetto e la civiltà ambientale.
E soprattutto connotata da incuria a sporcizia che per la loro diffusione e persistenza ormai sono diventate eventi permanenti, un rumore di fondo della Capitale sempre presente come lo scricchiolare delle blatte sotto i tacchi.
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“Il senso della vita non sta in quello che hai o in quello che riesci a ottenere, tesoro. Sta in quello a cui sei disposto a rinunciare. E’ un modo di re vecchio, lo so. Ma è sempre valido. Bisogna avere qualcosa a cui rinunciare. Capisci?”
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Tutti gli anni, a settembre, la luna è la stessa, eppure mai che me ne ricordi. Tu lo sapevi ch'era gialla?
Cesare Pavese
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Cose che mi piacciono (anche)
Bottiglia svizzera per l’acqua che mi accompagna da venti anni (e quelle termiche di oggi non le vede proprio)
Avere in bagno tutti i miei prodotti a portata di mano, ed averli in ogni bagno in ogni città ovunque
Il gin tonic
La fila vuota alla cassa.
Attraversare sulle strisce con l’alterigia di essere immortale
Bestemmiare in serbo gli automobilisti scorretti
L’ibuprofen di produzione montenegrina o irlandese che non so perché paiono fare più rapidamente effetto
Il ristorantino sulla spiaggia
Il ghiacciolo al limone
I bambini educati ed i genitori che sanno educare
La musica in spiaggia anni Settanta (e Ottanta e Nivanta)
Le persone intelligenti.
Le serie tv su Netflix ed il senso di “seguo quando voglio”
iPad Wi-Fi portatile e finna digitale remota
Tornare per il terzo anno nello stesso negozietto e scoprire che la M mi va e pure un filo larga
A prua in barca ad ustionarmi al sole
In spiaggia fino a tardi tardi tardi
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Questo è l'apprendimento. All'improvviso capisci qualcosa che avevi capito da sempre, ma in un modo diverso.
Doris Lessing
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Voi vedete il buio, io preferisco contemplare le stelle. Ognuno ha il suo modo di guardare la notte.
V. Hugo
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