moony-overthinker
XanaxEffect
11 posts
Pensieri svelati da qualche goccia di Xanax.
Don't wanna be here? Send us removal request.
moony-overthinker · 3 years ago
Text
Sono Dedalo e sono Minosse. Ho creato un mostro, ho costruito un labirinto in cui nasconderlo e mi ci sono chiuso dentro.
Sono proprio un genio.
17 notes · View notes
moony-overthinker · 3 years ago
Text
Parlo sempre, con te, nella mia testa. È lì che dialoghiamo con le parole e con il corpo perché nella realtà tu non ci sei.
E forse, è meglio così.
4 notes · View notes
moony-overthinker · 3 years ago
Text
Non ho nemmeno più la forza di odiare, di detestare. Non ho più la forza di far nulla, se non di cadere nel vuoto.
1 note · View note
moony-overthinker · 3 years ago
Text
Demisessualità vibes
Tumblr media
192 notes · View notes
moony-overthinker · 3 years ago
Text
Dialogo improbabile I
- Ho sentito dire che in giappone quando si rompe un piatto o un vaso, lo riparano con l'oro perché così si vedono le spaccature e diventa unico e meraviglioso.
- Interessante. Ho sempre giurato di vedere riflesse, nei tuoi occhi e nei tuoi capelli, sfumature dorate.
0 notes
moony-overthinker · 3 years ago
Text
Mi sento terribilmente mediocre. Invento storie ma non ho il coraggio di scriverle. Il mio corpo è coordinato e flessibile, ma non ho il coraggio di danzare. Ho ottime attitudini musicali, ma non sono in grado di imparare uno strumento. La mia mente è creativa ed esce sempre dallo scontato, ma non produce nulla.
Sono dentro una gabbia che ho costruito io.
3 notes · View notes
moony-overthinker · 3 years ago
Text
IL GIOCO DELL'ACQUA, Parte seconda
Senza sapere cosa fare, la portai nel locale - come buttafuori avevo una copia delle chiavi - e la feci sedere su una poltroncina. Sotto le luci al neon che illuminavano il bancone sembrava ancor più smarrita. Non avrei saputo dire quanti anni avesse; poteva averne diciotto come un centinaio. Piccola, rannicchiata in un cappotto enorme, non sembrava nemmeno umana. Era una strana creatura nata dalla nebbia, come nei racconti di Stephen King. Ma a differenza di quelle bestie, lei era innocua, addirittura indifesa. Il dubbio che fosse un' alcolizzata o una tossica attraversò la mia mente per un istante, ma quando mi guardò con i suoi grandi occhi grigi capii che doveva aver visto o subìto qualcosa di terrificante. "Aiutami." Disse per la terza volta, sempre con quel sussurro. Era come se avesse avuto paura di essere sentita. "Come ti chiami? Posso chiamare qualcuno per te?" Nessuna risposta. Aveva le labbra e le dita viola per il freddo, ed ancora tremava. Feci per chiamare un'ambulanza, ma scattò in avanti per bloccarmi il braccio in una stretta sorprendentemente forte. Nel compiere quel gesto brusco, il cappotto si aprì. Sotto era quasi nuda, non aveva che una camicetta di raso e un paio di mutande. In corrispondenza del seno destro il tessuto era strappato e si notavano ferite profonde intorno al capezzolo, aveva ustioni e morsi sulle gambe. In mezzo alle cosce era sporca di sangue rappreso. Quel corpo martoriato non aveva più di vent'anni. Barcollò, lo sforzo era stato troppo intenso, e sarebbe piombata per terra se non l'avessi sostenuta.
Si coprì compulsivamente, sedendosi sul pavimento abbracciando le ginocchia al petto. "No. Se lo fai muoio." Implorò. "Mi hai chiesto di aiutarti, sto cercando di farlo. Non sono un medico, e tu hai bisogno di cure. Puoi restare anonima e farla pagare a chi ti ha fatto questo." Così ripresi il cellulare. Lei si alzò in piedi, sembrava aver riacquistato tutte le sue forze. "No! Non farlo... Mi farà male."
0 notes
moony-overthinker · 3 years ago
Text
IL GIOCO DELL'ACQUA, Parte prima
Erano le 2.00 di notte. Avevo appena finito un lungo turno di lavoro, puzzavo di alcool ed avevo ancora il retrogusto del sangue che mi sporcava la gola: quella sera mi era capitato di sedatre una rissa. Appena uscito mi concessi una sigaretta, prima di mettermi in macchina. Ero stanco ma soddisfatto di aver compiuto il mio dovere. Fuori, sulla strada, notai una figura longilinea e femminile confondersi nella nebbia che camminava nella mia direzione. Non so come, ma capii che era per certo una donna. Subito pensai ad una prostituta, ma nell'avvicinarsi incominciavo a distinguere un cappello elegante, un lungo cappotto che la copriva fino alle caviglie e un paio di scarpe da ginnastica. Mi sorpresi a guardarla affascinato da quella confusione di stile, e prima che potessi accorgermene era davanti a me. "Aiutami. Non posso tornare a casa." La sua voce era quasi un sussurro. Mi guardai intorno. Nessuno. "Aiutami. Non posso tornare a casa."
1 note · View note
moony-overthinker · 3 years ago
Text
Tumblr media
Ella negli occhi pur mi restava, e nell'incerto raggio del sol vederla io credeva ancora. - G. Leopardi.
E se ti concentri, in quest'occhio puoi vederla ancora, colei che mi resta dentro.
0 notes
moony-overthinker · 3 years ago
Text
Mi sento un animale in gabbia. Nella tua gabbia. Se non mi vuoi, mi basta che tu apra il cancelletto, ed ecco che vado via, ma se non ti prendi cura di me per favore non tenermi qui. Non mi basta una briciola ogni tanto, non mi basta una goccia d'acqua al giorno. Per favore, se non vuoi prenderti cura di me, lasciami andare via. Apri questa maledetta gabbia, ti prego.
1 note · View note
moony-overthinker · 3 years ago
Text
Batte.
Null'altro.
È guasto, il mio cuore: ci hanno
sparato sopra
troppe volte.
Svolge le sue funzioni: mi tiene
in vita ma
Non vivo.
Fa fatica, il mio cuore.
Posso correre forte,
Ma non
Amare forte.
Si spegne,
Si annerisce,
Si rivolta.
Odia.
Schifato.
Dolorante.
Ogni battito
Un ticchettio
Sordo
E asettico.
Se ne sta
Il mio cuore
Nel mio petto.
Spaccato
Incapace.
Si ferma:
Ha corso troppo.
Ripartire?
Chi lo sa.
5 notes · View notes