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La ghigliottina Ieri notte ho sognato di trovarmi sul set della serie “the lady”, ma al posto di Lona, faceva la sua figura in  minigonna e toppino di pizzo nero Fabrizio Frizzi, celebre conduttore dai denti rifatti de “i soliti ignoti” e recentemente visto nello spettacolare “l’eredità”, al posto del sempre sexy Carlo Conti. Frizzi si rivolge a me con aria lasciva e alquanto allusiva, e allungando una mano verso la mia guancia sussurra “qual è la parola di oggi?” io sono intimidito, tremo dal nervosismo, e all’improvviso due delle modelle sullo sfondo si avvicinano. “allora, quale scegli” mi urla Fabrizio “non so, la mora” rispondo io, indicandone una. Proprio mentre tento di calmarmi lui avvicina la bocca al mio orecchio e leccandomi un lobo sospira “sbagliato”. A quel punto una gigantesca mannaia d’acciaio trancia in due la povera malcapitata, ma subito prima che la superficie riflettente dell’arnese da cucina si sporchi dello scuro sangue dell’anoressica modella di abbiategrasso,riesco ad intravedervi il riflesso del compianto chef Tony, che ricordo con affetto per le sue sentite pubblicità dei coltelli miracle blade. Lo chef non è solo. Con lui Giancarlo Magalli e Michele cucuzza, assieme alle due versioni di michael jackson (nero e bianco) che tentano di impersonare i cani che giocano a poker nel famoso quadro. Egnente, io ve lo conziglio.

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One day... I shall come back... Yes, I shall come back. Until then, there must be no regrets, no tears, no anxieties. Just go forward in all your beliefs, and prove to me that I am not mistaken in mine.

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Mi dico ciò che penso di me, e piango senza lacrime, piango solo dai polsi.

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"La vita è un nemico imbattibile per quelli come noi. Prigionieri di molte vite. VITE. Non siamo forse tutti una vite? Non quella dell’uva eh. Quella da ferramenta, una di quelle a stella. Nasciamo come puntini in un universo che non ci accetta e cercando di lasciare un segno nella crudele esistenza, non possiamo fare altro che ingrandire il buco delle nostre anime entrando in una spirale, girando come gira una cartina intorno al tabacco, e alla fine di tutte le nostre vite, proprio come alla fine della vite, c’è una croce. Non voglio il mio nome sulla mia croce. Sarà la croce di un me che non sono più io. Ci sarà solo un punto sulla mia lapide.

I miei incubi a occhi aperti