lillapoop
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lillapoop · 2 years ago
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lillapoop · 2 years ago
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Back of the car.
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lillapoop · 2 years ago
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lillapoop · 2 years ago
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lillapoop · 2 years ago
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Drama
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lillapoop · 2 years ago
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La fidanzatina maiala del vicino...
In quei giorni avevo preso dei permessi, avevo accumulato troppe ore di ferie e la mia ditta mi disse che le avrei dovute smaltire, ne approfittai per fare dei lavoretti a casa che ormai rimandavo da molto tempo...
Quella mattina ero in giardino sistemavo delle lampade, per fortuna era una calda giornata primaverile il sole batteva forte, così caldo che sembrava di stare al mare in Agosto, mentre armeggiavo sentii in botto provenire dal l’area parcheggio del condominio, affacciandomi vidi la fidanzatina del vicino di casa che era a terra con il suo motorino sopra di lei...
Corsi a soccorrerla, la poverina di stava cercando di liberarsi dal motorino che l’aveva trascinata a terra mentre cascava da fermo, lo presi per il manubrio e la sella e con molta fatica lo tirai su parcheggiandolo sul cavalletto centrale, - Ehi!, come stai?, ti sei fatta molto male? -, le dissi cercando di aiutarla ad alzarsi, era molto carina l’avevo già vista molte volte, era sicuramente coetanea al mio vicino, una teenager con i capelli di un biondo scuro, seno e culetto giusto per la sua corporatura, a volte passeggiava in terrazzo con indumenti poco coprenti e ci salutavamo dai terrazzi mentre io fissavo le sue fresche forme...
La poverina aveva tutta la gamba graffiata, il pavimento di mattonelle di cemento e sassolini le aveva graffiato dal culetto fino a ginocchio, piccole gocce di sangue stavano lentamente seguendo le ferite, - Accidenti a me, sono scivolata mentre lo tiravo sul cavalletto, ohi ohi che male e come frizza! - mi rispose dolorante, - se ti va ho dell’acqua ossigenata e dei cerotti in casa, vieni dai che ti dai una pulita! -, le dissi mentre raccoglievo la sua borsa e lo zaino da terra, mi fissò negli occhi e con un viso dolce mi rispose - Ok, grazie mille, mi fa male tutta la gamba! - mentre si stava ritirando giù la maglia oversize che le faceva da vestito, comprendo appena le mutandine rosa che avevo già notato...
Le apri casa facendola accomodare appoggiando le sue cose per terra e la portai in bagno, - Va un po’ lavata questa gamba, poi ti disinfetto... -, lei mi seguii in bagno togliendosi le scarpe e calzini mise la gamba in doccia, mentre aprivo l’acqua e sentivo se era alla giusta temperatura lei si alzò la maglia, fecero capolino ancora le sue mutandine rosa, candide e meravigliose, un sottile tessuto che faceva intravedere le forme della sua fichetta, rimasi quasi incantato da quella meraviglia poi lei mi disse - Guarda quanta terra, per fortuna che c’eri te sennò chissà come facevo da sola -, guardandosi il culetto da un lato tutto graffiato...
Presi un po’ di sapone intimo e con la doccia cominciai a lavarle la gamba partendo dal ginocchio, piano piano andando sempre più in su fino a che non arrivai al culetto, pensando che non avrei potuto toccare quella meraviglia la osservai, lei mi fissava compiaciuta per quello che le stavo per toccare e così cominciai a strofinare con acqua e sapone anche il suo culetto, sodo e rotondo, toccarlo era bellissimo e infatti mi soffermai molto di più apprettando della situazione, poi notai che le stavo bagnando le mutandine e mi fermai chiudendo l’acqua, - Cavolo, ti ho bagnato tutte le mutandine! -, le dissi, lei si mise a ridere, aveva capito la malizia nella mia voce, tiro fuori la gamba dalla doccia e se le tolse con sensualità e un bellissimo candore, - E vabbè, le metto ad asciugare, mi piace un sacco quando si bagnano le mutandine!-, mi rispose ridendo...
Presi un asciugamano e le asciugai tutta la gamba fino ad arrivarle al culetto, anche questa volta mi soffermai di più su quelle forme tonde e sode mentre lei si teneva la maglietta mezza alzata, - La passerina, è meglio bagnata! - le dissi ridendo, lei scoppio a ridere e mi guardava con aria da birichina, - Vieni ti disinfetto -, la presi e la portai verso la camera, le feci cenno di sedersi sul letto mentre prendevo l’acqua ossigenata con una garza poi mi inginocchiai davanti a lei, avevo la sua fichetta a 40 centimetri dal mio viso, sapevo che era lì senza mutandine e imbevendo il cotone con il disinfettante, speravo di vederla, trovarla magari di sfuggita, accidentalmente...
Cominciai a pulirle le ferite prima il ginocchio poi sulla coscia, - Uuuh come brucia... -, cominciai a soffiare dove avevo appena passato il cotone, - Meglio? - le chiesi amicando, fece cenno col capo di si e continuai verso il culetto da teenager che aveva...
Arrivato a dover disinfettare la chiappa destra, con mia sorpresa lei si girò, supina sul letto con le gambe leggermente aperte, era meravigliosa le sue gambe venivano verso di me e il mio cazzo si stava gonfiando, la mia testa pensava solo a come scoparle il culetto che immaginavo stretto, si tirò leggermente su la maglia ancora una volta, con delicatezza, innocenza e malizia allo stesso tempo, ora le potevo vedere quel culetto tondo e sodo che aveva dalla mia posizione ancora inginocchiato, ammiravo la sua fichetta bella rasata e rosa che doveva essere gustosa, non la vedevo del tutto le belle cosce che aveva la coprivano ancora un po’, presi un altro batuffolo di cotone e con il disinfettante sopra cominciai a tamponare le ferite, l’odore di acqua ossigenata si mischiava al profumo della sua pelle liscia, il mio viso era a 20 centimetri dal suo culetto, si sentiva anche il profumo della sua fichetta da ragazzina, sapeva di buono e il mio cazzo si era gonfiato quasi del tutto e si vedeva dalla tuta che portavo...
-Ahhhh come frizza! -, esclamò guardandomi, la guardavo anch’io, i suoi occhi castani fissavano i miei poi andavano a fissare il mio pacco non troppo nascosto ormai, senza pensarci due volte cominciai a baciarle la chiappa destra, quella delle ferite, - Ti dó, un po’ di bacini così passa la bua! -, le dissi sorridendo, la mia mano destra era vicino alla mia bocca che baciava in continuazione la sua mela graffiata, la sinistra invece stava risalendo le sue gambe, arrivata all’altezza delle cosce queste si aprirono e le fecero spazio fino a che la mia mano non arrivò alla sua fichetta, - Mi piacciono molto questi tuoi bacetti, non sento quasi più dolore... -, mi disse guardandomi, poi riappoggio la testa sul letto e con un movimento di bacino mi mise a disposizione tutto quel lato b meraviglioso, il dorso della mia mano e il mio indice erano tra le labbra della sua fichetta ormai già bagnata, il mio pollice invece le solleticava il buchetto roseo del culo...
Mi misi dietro di lei, ormai avevo perso il controllo le mie mani divaricarono quelle chiappe sode, rimasi ad ammirare tutto quel ben di Dio, il suo culetto che stavo tenendo con le mani, con il suo buchetto un po’ aperto, la sua bellissima fica, che ormai anche quella era aperta sembrava in cerca e pronta per essere scopata. Mi fiondai a leccare tutto, passavo da leccarle il buco del culo a la fica, quando le laccavo la fica il mio pollice finiva sul suo buchetto e piano piano sempre più in giù, lei mi teneva la testa, con una mano e con l’altra si strizzava una tetta, - Oddio...., siii.... -, mugolava, i suoi pedi cecavano il mio cazzo che era ancora dentro alla tuta, lasciando un attimo la presa mi tirai giù tutto anch’io e poi ripresi a leccare quella meravigli, lei con i piedi aveva cominciato a segare il cazzo ormai di marmo, a quel punto il suo culetto era bello oliato e il mio pollice destro scivolo dentro, dentro la sua ficheta c’erano la mia lingua e due dita della mano sinistra, - Ohhhhh, il dito nel culooooo -, ansimò appena entrato il mio pollice e cominciò a segarmi ancora più forte coi piedi...
Dopo un paio di minuti non c’era più il pollice nel suo culetto, ma indice e medio e così decisi di scoparla, mi tirai su, lei mi guardava aveva capito che volevo scoparla, si sistemò al bordo del letto a pecora con le gambe inginocchiate, la schiena inarcata verso il basso, si tirò su ancora la maglia oversize pronta a ricevere il mio cazzo, era bellissima puntai il cazzo alla sua fichetta e lo passai nel mezzo alle sue labbra per inumidirlo un po’, poi lo puntai al suo culetto e pian pianino cominciai a farlo entrante, lei strinse le coperte con una mano l’altra invece mi sosteneva il cazzo per farlo entrare tutto per bene, una volta entrato mi stinse le palle e io cominciai a muovermi dentro il suo culetto, era stretto, caldo, dopo poco il mio cazzo si muoveva sempre meglio, così lasciai le mani dalle chiappe e le presi i capelli dalla nuca con la mia mano sinistra, la mia mano destra invece afferrai la sua vita, - Ora ti scopo il culo, bellissima troietta! -, le urlai, - SIIIIII!, fottimi maiale!, sono la tua puttanaaaaaa -, urlò anche lei godendo....
I miei colpi nel culo si facevano sempre più forti, ogni tanto il mio cazzo usciva dal suo buco che rimaneva aperto, ci sputavo dentro per lubrificarlo un po’ e lei con la sua mano sinistra lo riafferrava e se lo ripuntava al culo, poi io lo spingevo dentro con un sol colpo, ogni volta urlava - Siiiii, spaccami tuttaaaaa -, - Certo troia, ti fotto per bene! -, le rispondevo schiaffeggiando la mela e afferrandola, godeva, le piaceva essere trattata da puttana, la sua mano destra strizzava ancora la coperta, - Si, si, così -, mugolava al ritmo dei miei affondi...
Dopo un po’ decisi di girarla, affondai ancora un bel paio di colpi violenti nel culo e poi sfilai il cazzo, la feci girare a pancia in su e le presi le gambe alzandole, mi fermai un attimo a ammirare quello spettacolo, la fica mezza aperta e fradicia, il culo aperto e non più tanto rosa ora tendeva al rosso, - Ora è il momento di pensare anche alla tua fica! - le dissi e un istante dopo ero a leccargliela tutta, indice e medio erano già dentro e facevano su e giù la mia lingua leccava tutto quel ben di Dio, lei si teneva le gambe alzate per poter essere scopata meglio, - Brava Puttanella -, le dicevo mentre le mie dita uscivano dalla fica e picchettavano forte sul suo clitoride, lei mugolava sempre più forte - Ah, ah , siii!, sono una troiaaaaaa! -, abbassando il capo sul letto mentre un istante prima curiosava cosa le stessi facendo...
Massaggiavo il suo clitoride con le dita poi le spostavo dentro la sua fichetta, era fradicia, calda e profumava di sesso, poi ripassavo a picchiare con le dita il suo clitoride e ogni volta era un urlo di piacere, prendevo e lo leccavo tutto con avidità e con soddisfazione, le mie dita si spostavano dentro il suo culetto mentre ero a leccarle la fica, venne, la sua fica spruzzò una tiepida pioggia dorata sul mio viso per un attimo - Oddioooo siiiiii!!!... -, urlo con piacere...
Mi tirai su, appoggiai la mia cappella all’ingresso della sua fica la mia mano strinse il suo collo, lei si teneva ancora le gambe aperte e alzate e scivolai dentro in un sol colpo fino in fondo, - Fatti scopare per bene anche la fica, che bella cagna che sei! -, la guardai, la sua faccia rossa, i suoi occhi grandi facevano capire quanto stesse godendo, - Siiiii, scopami maiale, scopa la mia fica, devastala! -, urlava e io strinsi la mano sulla gola un po’ più forte...
La scopavo sempre più forte i miei colpi facevano battere le mie palle sul suo culo, si sentiva ogni volta lo sciacquettio della sua fica, le volte che il mio cazzo per la foga usciva ci pensava lei a rimetterselo dentro, - Ficcamelo fino in fondo! - gemeva, le sue mani erano una sul mio petto l’altra teneva forte la coperta, mentre io ora le tenevo le gambe aperte per caricarla meglio, - Girati! - le ordinai, - ora sarai te a cavalcarmi! -, dopo i cinque minuti doveva essere lei a sedersi sul mio cazzo, lo sfilai e mi distesi sul letto un secondo dopo lei aveva il mio cazzo in bocca e se lo stava gustando, - Quando cazzo è buono! -, mi disse sorridendo poi si tirò su, punto il mio cazzo alla fica e se lo fece sparire dentro, piano piano guatandosi ogni centimetro del mio cazzo stava entrando dentro di lei...
Le tolsi la maglietta mentre lei cominciava a muoversi come una maestra, su e giù sempre più forte poi lo lasciava dentro e si muoveva avanti e in dietro, stava impazzendo sentivo la sua fica calda, vibrare attorno al mio cazzo, le presi le tette con una mano strizzandole i capezzoli l’altra puntò al suo culo e le infilai due dita dentro, - Ti piace cavalcare i cazzi eh puttana!?, chissà con uno in culo e uno in fica!?, secondo me lo vorresti anche uno in bocca, TROIA! -, le urlai - Oddiooooo siiiiii, tre cazzi, come li vorreiiiii -, rispose gemendo e movendosi sempre più forte, - Chissà come sarebbe belloooo, tutta quella sborraaaa! -, continuo urlando...
Sentivo il mio cazzo che stava per sborrare, - Ora ti riempio io di sborra! -, puntai le gambe e alzai il bacino, cominciai anch’io da sotto di lei a sbatterla, lei mi teneva le mani per sorreggersi dalla cavalcata, - Oddio, si, si, più forte, sborrami in ficaaaaaa! - urlava, godeva come la vacca che era, le lasciai una mano per portarla al suo collo poi venni dentro di lei una quantità di sborra come no mai, lei continuava a muoversi avanti e in dietro anche dopo che il mio culo si appoggiava al letto, il mio cazzo ancora dentro di lei spruzzava sborra, lei venne, sentivo i suoi umori uscirle dalla fica e cospargermi il pube, mi baciò mentre si appoggiava a me tenendosi il cazzo ancora dentro...
Si filo il cazzo, alzando il bacino lasciando che la sua fica colasse sborra sopra il mio cazzo ancora duro, poi   scese con la bocca sul mio cazzo e cominciò a ciucciarlo, leccarlo e baciarlo, - Come è buono questo cazzo! -, disse mentre lo riprendeva in bocca, - Ne voglio ancora, voglio ancora essere la tua puttana! -, questa volta leccandolo finendo di ripulirlo dalla sborra...
La tirai a me baciandola, sapeva di fica, sborra e sesso, -  La prossime volte che vieni a trovare il tuo fidanzatino, magari vi offro anche un caffè così ti scpiamo in due! -, la ribaciai...
Andammo verso il bagno a darci una pulita, lei si rimise la maglia, le mutandine invece me le lasciò un pretesto per tornare a salutarsi disse, poi accompagnata alla porta mi baciò di nuovo strizzandomi il cazzo e le palle con la mano, -Ciao vecchio maiale! -, le alzai la maglia, le infilai due dita dentro la fica ancora larga, - Alla prossima, giovane troia! -.
Ricusi la porta appena la vidi scomparire dalla porta del condominio...
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lillapoop · 2 years ago
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Regalo al ragazzino il brivido anale...
Riprendono i nostri discorsi ameni, che solo due sconosciuti possono fare, racconta la sua breve vita e quando scopre che sono una psicologa, mi racconta dei suoi amplessi con la ragazza. Erano vergini entrambi, ed oggi ha avuto il suo primo rapporto anale. Lo eccitano le donne più grandi… e me ne ero accorta e confessa che sono la seconda dopo la sua ragazza. Continua a svelare segreti e suoi desideri, con discorsi sempre più dettagliati. Siamo quasi arrivati, praticamente non ho dormito, già penso all’appuntamento di lavoro. Mi alzo per prendere la borsa, voglio iniziare a sistemare le carte. Sento una mano sul sedere, e poco dopo sotto la gonna. E’ giovane…penso…è nuovamente pronto… Rinuncio a sistemare le carte e lo lascio frugare, sposta gli slip e mi masturba. Mi piego leggermente in avanti e mi godo le sue dita. Con la coda degli occhi vedo il suo pacco gonfio, appoggio la mano e la struscio sopra. Mi siedo e nuovamente lo tiro fuori dai suoi pantaloni. Stavolta mi dedico esclusivamente al pompino, impiega poco il ragazzo. Viene nella mia bocca. Arriviamo in stazione, usciamo insieme e anche se ho fretta mi fermo a parlare con la sua ragazza. Carina, mora occhi neri. Anche lei viene distratta dalla mia camicetta….il mio capezzolo è di nuovo fuori…accidenti
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lillapoop · 2 years ago
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Regalo al ragazzino il brivido anale...
Ho i capezzoli enormi. E’ imbarazzato davanti a me, slaccio la sua cinta. Abbasso la zip e intravedo la cappella ben fuori dagli slip. Abbasso i suoi jeans e poi il suo intimo. Improvvisamente il suo membro mi appare davanti al viso, la luce è quasi inesistente, ma la sua erezione è potente. Poggio la lingua sulla cappella, la carezzo, sento il suo odore. La lascio percorrere l’asta, non vedo benissimo ma la lingua mi fa percepire la sua grandezza. Impiego molto ad arrivare alla sua base, metto il testicolo sinistro in bocca come fosse una caramella al miele da succhiare, e poi quello destro. Aumenta la mia salivazione e dopo averle gustate con grandi sospiri del ragazzo, torno sulla cappella. Allargo la bocca e la infilo, facendola scendere ben dentro fino a sfiorare le tonsille. Prendo ritmo, ora sto facendo un pompino e per lui sarebbe già una gran cosa. Spingo il sedere verso di me, e il suo arnese trova spazio nella bocca. Sono fradicia tra le gambe e la mia farfalla ha voglia di essere penetrata. Mi spingo con il sedere verso di lui, metto le gambe sulle sue mani, e indirizzo l’asta tra le gambe. Mi faccio scopare, sento la sua voglia. Spinge ben dentro il suo affare, inizio a godere con leggeri gridolini, lo sento fino allo stomaco. Mi tocco il seno, mentre lo spinge, raccolgo le gambe fino al seno mi afferra il sedere e continua a scoparmi. Ogni tanto si blocca e allarga il mio sesso per poi dare colpi fortissimi. Non rispondo al cellulare che squilla. Il rumore dell’arnese che sciacqua dentro copre il suono. Lo sento durissimo, la cappella è ancora più grossa. Lo blocco un attimo, lo faccio sfilare e mi giro sul sedile, offrendo la vista del sedere, con le mani allargo i glutei e lo invito ad entrare. Lo faccio appoggiare sulla mia schiena, mi faccio prendere le tette, e con la mano destra appoggio il suo bastone nel buchino, entra rapidamente la cappella e poi il resto. Riprende a muoversi, si allarga e ora lo sento nell’intestino, scivola con velocità ed ho un altro orgasmo. Mi monta con forza ho la sensazione che potrebbe uscire il suo membro dalla mia bocca. Continua a sodomizzarmi, ma percepisco che sta per finire. Mi masturbo sentendolo schizzare dentro, è caldissimo sembra quasi riempire una torta con la sua crema. Lentamente scivola fuori, un rivolo di sperma esce bagnando il sedile e poi in terra. Pulisce con un fazzoletto. Tiro giù la gonna e mi siedo, lui torna al suo posto di fronte a me. Poco dopo si apre la porta e il controllore che deve vedere i biglietti. Lo prendo dalla mia borsa e lo porgo all’uomo. Lo guarda, dice che va bene, ma poi la sua attenzione volge alla mia camicetta. Non capisco perché sia ancora fermo davanti a me. Abbasso lo sguardo per controllare se sono macchiata, e mi rendo conto che un capezzolo è ben fuori la camicetta. Mi sistemo e finalmente per sua sfortuna esce.
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lillapoop · 2 years ago
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Regalo al ragazzino il brivido anale...
Ricevo una chiamata dal curatore della rivista, per la quale avevo appena iniziato a collaborare. Necessita della mia presenza per incontrare alcune persone interessate a comprare alcuni spazi pubblicitari. Devo essere là il giorno dopo. Non riesco a trovare un biglietto aereo, ma per fortuna ne trovo uno del treno. Sarò costretta a viaggiare tutta la notte, e farò appena in tempo a recarmi presso l’albergo che sono riuscita a prenotare, per fare una doccia veloce. Arrivo alla stazione, monto sul treno e per fortuna trovo uno scompartimento con solo due persone. Sistemo la piccola borsa che ho portato e mi siedo. Mi appoggio sul finestrino e il treno parte. A Firenze, scendono i passeggeri che erano nello scompartimento e si sistema un ragazzo, con il suo zainetto. Scambiamo due chiacchiere, è universitario e frequenta Scienze Politiche. Ha la ragazza che verrà a prenderlo alla stazione di Milano. Abbassiamo la luce e cerco di dormire un pochino, visti gli impegni del giorno dopo. Lui si è sistemato nel sedile di fronte, le luci che scorrono dal finestrino mi infastidiscono gli occhi, li devo chiudere, questa necessità mi fa addormentare quasi subito. Il movimento del treno concilia il mio sonno, sembra quasi che mi culli. Riesco anche a sognare, un sogno contorto che riesci a fare solo quando dormi in situazioni particolari. Mi trovo un paio di volte a cadere dalla finestra, ma ciò non mi costringe ad aprire gli occhi, come spesso accade a tutti. Inoltre la seconda volta, una figura nell’ombra mi prende per le gambe, aiutandomi a non precipitare. Nel sogno, mi tira dentro la finestra e finisco seduta in terra sotto il davanzale. La figura che non riesco a distinguere, si siede di fianco a me e vedendomi agitata mi carezza dicendomi di stare tranquilla e che è solamente un sogno. Mi carezza le mani per rasserenare il mio animo. Continuo a non distinguere la figura e né riconosco la sua voce, poggia la mano lungo il mio fianco e le sue carezze si dirigono sulle mie gambe. Le trovo piacevoli, delicate e calde. Scivolano lungo tutta la gamba per poi andare sull’altra. Accarezza i fianchi e le mani arrivano sul mio seno. I miei capezzoli diventano duri e inizio a bagnarmi. Il treno rallenta bruscamente, distogliendomi dal sogno estremamente piacevole. Apro gli occhi e realizzo che nel sogno la situazione è diversa, ma nella realtà le mani sono del ragazzo universitario. Si accorge che ho gli occhi aperti, toglie le mani e confusamente abbozza delle scuse. Non reagisco, se non richiudere gli occhi e arrovellarmi sull’età del proprietario delle mani calde. Il pensiero sfugge dalla mia mente, appena le mani tornano a sfiorare il mio corpo. Allargo leggermente le gambe, e le mani sfiorano l’interno delle mie cosce. Continuo a bagnarmi, e la mia lingua sfiora le mie labbra. Ora una mano continua a carezzare la mia gamba e l’altra entra negli slip, indugia sul filo di pelo, per poi carezzare il clitoride con l’indice. Il dito scivola dentro, massaggiando con un piacevole movimento il mio sesso. Il ragazzo si sposta dal sedile per appoggiare il suo viso sulla mia farfalla, ora mi masturba con la lingua. Accarezzo i suoi capelli, spingendo a me la sua testa. Esplora perfettamente con la sua lingua la mia Lei. Mi sfila gli slip ed alza le mie gambe, ora la sua lingua entra nel buchino. Ho le ginocchia sul mio petto, e la sua lingua alterna i due buchini. Abbasso le gambe, alzo la gonna fin sopra la pancia. Sbottono la camicetta e poi il reggiseno, liberando il mio seno.
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lillapoop · 2 years ago
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in campagna con nonnino
l'estate in campagna è il periodo più eccitante che ha segnato la mia vita e la mia sessualità... ero sempre felice di andatre dal mio dolce nonnino e nella sua casa immersa nella natura ma alle volte sentivo la mancanza della grande città,delle occasioni che offre e tre mesi  di vacanza dagli studi in aperta campagna possono diventare davvero lunghi cosi' presa un pò dalla noia un pò dalla curiosità ho iniziato a notare come nonnino mi guardava e.. si mi piaceva inizialmente mettermi in mostra facendo finta di niente,pantaloncini  di jeans sfrangiati sempre più corti canotte quasi trasparenti e molto attillate,cosi un giorno ho avuto l'idea di mettere una  canottierina bianca a costine senza regiseno ,i capezzoli rosa si vedevano già bene e quel pantaloncino che mi viene un pò piccolo  sembra quasi una mutandina per come è corto e stretto ,ero eccitata all'idea di farmi guardare cosi' e a cosa sarebbe passato nella sua  testa che sento la mia giovane fighetta pulsare ,gonfia e il pantaloncino finirci dentro massaggiandola cosi da farmi bagnare ,decido di  mettermi sul tappeto a studiare mentre nonnino beve il caffè sul divano so ke mi guarda la passerina e che invece di leccarsi i baffi vorrebbe mangiarmela da sotto il libro sbircio e lo vedo gonfio,ma lui nn dice nulla,si alza e va di sopra...dovrei seguirlo ma non ho il coraggio  uffa avevo davvero voglia di cazzo...meglio uscire e fare due passi ...una volta fuori vado a farmi un giro nella stalla amo tanto gli animali magari mi distraggo da  questa voglia pulsante della mia fighetta calda..una volta li me li coccolo tutti compreso toby il cane di nonno mi segue sempre, quasi fastidioso  nel suo costante annusarmi ,accarezzando il pony la voglia non mi passa e sto cazzo di cane non la pianta di ficcarmi il suo naso d'appertutto,questo pony è davvero bello a accarezzandolo  la mano scorre sulla sua pancia ,mi viene un pensiero ...il cazzo è cazzo alla fine...come sarà il suo? ho cosi' voglia che quasi quasi ... inizio a toccarglielo e nel guardarlo diventare bello duro avvicino uno sgabello ,mi ci siedo a cosce larghe e mentre con una mano scappello il pony con l'altra dò un pò di sollievo al mio povero clitoride fradicio "il tuo cazzo sbava piccolo pony ,ti capisco ..forse sarebbe bene dare un pochino di sollievo anche a te" proprio mentre stavo assaggiando la sua cappella leccandogliela ,sto cazzo di toby mi mette il muso sulla figa e sento quel metro di lingua entrarmi dentro  non era affato male farsela leccare da toby mentre sbocchinavo il pony...ero talmente presa a godermi questa cosa che non sento entrare nonno che resta li impietrito in tutti i sensi,mi spavento e mi vergogno chi sa che troia mi crede vedendomi cosi .invece mi chiede di continuare mi accarezza la testa e dice che sono brava  toby lecca il pony nella mia bocca e nonno tirandoselo fuori inizia a segarsi" perchè non prendere anche il tuo nonno? avvicinati dai",ecco le due cappelle  una davanti all'altra e la mia lingua in mezzo  mentre il pony ormai felice mi sborra litri di latte caldo sulla faccia  nonno mi fa girare cosi da essere in ginocchio a terra sento ancora la sborrata colarmi su tutto il viso nonno che si scopa la mia bocca e incita toby ,cazzo  mi sta montando mi da dei colpi feroci ,sto cane di merda mi scopa la figa in un modo pazzesco mi sborra tutto dentro la sento colare fuori per quanta ne ha fatta ,sembra mi stia pisciando addosso non capisco più nulla sto godendo da vera troia" ora tu nonnino...pisciami la tua sborra in bocca dai" si che me la da ,ora sono davvero piena di latte ,da quel momento l'estare è diventata ancor più bella in compagnia e nella fattoria di nonnino
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lillapoop · 2 years ago
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Sesso con uno sconosciuto nell'androne di un palazzo
A lunghe falcate, percorrevo velocemente il corso principale nel centro della cittadina.
Le mie gambe chilometriche di ballerina erano parzialmente coperte da un paio di alti stivali che arrivavano quattro dita sopra il ginocchio. La gonnellina in leggera seta, le rare volte che non svolazzava maliziosamente, lasciava scoperti almeno trenta centimetri delle mie splendide cosce, perfettamente modellate dai miei quotidiani allenamenti di danza.
Quella mattina di fine estate, il corso era piuttosto affollato ma, grazie al mio passo deciso e al mio aspetto dirompente, la folla si apriva davanti a me, come le acque del Mar Rosso al passaggio di Mosè.
Avevo addosso gli sguardi di ogni persona che incrociavo, e mi pare di ricordarli tutti ancora adesso, uno ad uno, stupefatti nel vedere tanta bellezza che, con un sorriso smagliante e gli occhi scintillanti, attraversava le loro esistenze per un effimero istante.
Interruppi il mio volo solo un paio di volte, per soffermarmi a guardare qualche vetrina, mentre, con la coda dell’occhio, non perdevo di vista il tizio che, molto discretamente ma non troppo abilmente, mi seguiva sin dal parcheggio, dove avevo lasciato la mia auto.
Mi capita spesso che uomini di tutte le età, per guardarmi le gambe, mi seguano per un certo tratto. Se non rilevo particolari minacce, lascio che si godano la visione senza preoccuparmi.
Nessuno di loro, però, era mai stato un tipo interessante come questo: lo avevo notato sin da quando era sceso dalla sua lussuosa auto sportiva, parcheggiata non lontano dalla mia. Sulla cinquantina, alto, snello, capelli sale e pepe, portati leggermente lunghi a coprire parzialmente le orecchie e la nuca, vestito con un paio di jeans un po’ scoloriti e con una elegante camicia nera dal taglio perfetto.
Il suo sguardo era profondo, con l’aria un po’ malvagia e vissuta. Insomma, era proprio il tipo d’uomo che mi è sempre piaciuto.
Ad ogni mia sosta, anch’egli si fermava, facendo finta di guardare un negozio o un’edicola, oppure l’orologio. Sembrava il classico pedinamento da investigatore privato, ma mi parve strano che questi professionisti vadano in giro con un bolide da oltre duecentomila Euro.
Stetti un po’ al gioco, giusto per vedere per quanto avrebbe continuato. Il mio itinerario prevedeva di dover svoltare in una via laterale, dove non c’erano negozi e passava molta meno gente. Girato l’angolo, mi accorsi che si era avvicinato di parecchio. Il battito del mio cuore stava crescendo notevolmente, quando mi sentii chiamare: “Signorina, mi scusi…”
Il sentirmi chiamare “signorina”, a cinquant’anni suonati, mi fece accantonare gran parte del timore e scoppiare in una risata. Mi voltai e attesi che mi si avvicinasse, pur rimanendo pronta a sferrargli un paio di colpi micidiali che ho imparato alle lezioni di Krav Maga.
“Signorina, mi permetta, cortesemente…” insistette, con la voce leggermente rotta dal fiatone che gli era venuto per corrermi dietro.
Ero ormai sicura che non avesse cattive intenzioni, oltre al fatto che vidi, in lento avvicinamento, una pattuglia dei Carabinieri.
“Mi permette di complimentarmi per la sua bellezza?” mi chiese.
“Buongiorno! Prego, mi faccia tutti i complimenti che crede opportuni.” risposi sorridendogli.
Mi prese la mano destra, accennò un baciamano, poi, con dolcezza ma molto risoluto, mi trascinò dentro all’androne del palazzo signorile dove anch’io ero diretta.
Oltrepassato il battente del portone d’ingresso, senza proferire parola, mi ci fece infilare dietro, nello spazio rimanente tra lo stesso e il muro.
Mi lasciò la mano, mise entrambe le sue attorno ai miei fianchi e mi strinse a sé, fino a quando i nostri corpi non aderirono completamente, tanto che sentii la sua vigorosa erezione spingere contro il mio pube.
Rimasi completamente inerme, paralizzata da tanta intraprendenza e decisione, frammiste ad una calma sovrumana e a tantissima dolcezza.
Chiusi gli occhi, abbandonandomi a lui e al destino che aveva deciso per me. La sua avida bocca non tardò ad incollarsi alla mia. Socchiusi le labbra e le sentii venire attraversate dalla sua lingua guizzante che, in pochi istanti, prese a frullare nella mia bocca, dando il via ad un vero e proprio stupro orale.
Ricambiai offrendogli la mia, che cercavo di far girare vorticosamente, in sincrone con la sua. Istintivamente, il mio bacino prese a strusciarsi lateralmente contro il suo. Anche attraverso i suoi jeans, avvertivo il gonfiore del suo membro pieno di desiderio.
Le sue mani scesero sotto i miei glutei e mi fece aumentare l’ampiezza dei miei movimenti. Stava usando il mio corpo come se fosse un’enorme mano che lo stava segando.
Non pago, dopo un paio di minuti, spostò la sua mano destra sotto la mia gonnellina, mi accarezzò brevemente l’interno coscia e, come prevedibile, salì fino a chiudere la mia carnosa albicocca nel suo palmo.
Sentendo la morbidezza e la setosità di ciò che indossavo, ne rimase sorpreso. Si staccò dalla mia bocca e, con i suoi occhi, lanciò una saetta di lussuria, dritta nei miei.
Ero consapevole dell’incredibile effetto che poteva provocare il contatto del mio collant che inguainava un paio di sottilissime mutandine in lycra trasparente.
Perse completamente il controllo e iniziò a pastrugnarmi là in mezzo, senza alcun ritegno. La mia voglia stava salendo a mille, così feci di tutto per favorire i suoi osceni toccamenti. Credo proprio che si accorse che stavo bagnandomi indecorosamente.
Con l’altra mano, cercava di abbassarmi mutandine e collant e io lo aiutavo, anche per evitare che me li rompesse, tanta era la sua impazienza.
Quando riuscimmo a calarli, abbastanza nonostante i miei stivaloni, si slacciò cintura e pantaloni, mi fece girare e appoggiare con gli avambracci al muro. Si abbassò i boxer e il suo grosso pisello trovò spalancato l’ingresso della mia fica, che non oppose alcuna resistenza ad accoglierlo e a ricevere le sue prime, prepotenti pompate.
Il ritmo dei suoi affondi fu incessante per qualche minuto. Stavo aggrappata al muro cercando, in tutti i modi, di non sbatterci la faccia e a non emettere suoni dalla bocca, che non riuscivo a non tenere spalancata dal godimento. Intanto, nella penombra, udivo i rumori dei passi e le voci della gente che transitava nella strada.
Il rischio di venire sentiti o visti mi mandava in visibilio totale. Pensavo a quanto fosse incredibile che quel lurido angolo del palazzo potesse essersi trasformato in un luogo più eccitante della mia splendida, confortevole e profumata camera da letto.
Il suo cazzo, completamente lubrificato dal mio miele, faceva dentro e fuori dalla mia vulva come una trivella impazzita.
Sentivo l’orgasmo avvicinarsi velocemente, per cui esclamai: “Devo venire. Non lo trattengo più!”
Con la voce rotta dal piacere, mi rispose: “Vieni quando vuoi, che ti riempio.”
Quando sentì le prime, violente contrazioni assalirmi, non si controllò e scaricò dentro di me una quantità inverosimile di sperma che, inizialmente, mi dilagò fino all’utero, per poi trovare sfogo verso il basso e riversarsi lungo le mie cosce.
Trattenne ancora dentro di me il suo pistolone, mentre continuavamo a baciarci, in attesa di riprendere il controllo delle nostre menti.
Ogni volta, placata la libidine, si ritorna alla realtà, fatta di sessi e cosce impiastrati, da ripulire, e di vestiti da riassettare, alfine di ritrovare il contegno della normalità che ci permette di apparire come persone equilibrate e irreprensibili.
Trascorremmo ancora parecchi minuti per fare tutto ciò, in quell’angusto spazio di cui ci eravamo impossessati per sfogare i nostri sensi.
Una volta sistemati, lui si affacciò per primo, onde assicurarsi che non passasse nessuno e permettermi di uscire con aria indifferente.
Mi guardò ancora con occhi colmi di desiderio e di ammirazione, e io ricambiai con occhi pieni di amore.
Sarei stata così pazza ad iniziare una storia con quel tizio e rischiare di rovinare il matrimonio con il mio adorato marito? Avrei dovuto raccontare a mio marito quanto accaduto poco prima e sperare, ancora una volta, nel perdono che mi concede quando si eccita, ascoltando i miei racconti?
Lo baciai ancora con passione, lo salutai e mi allontanai camminando tranquillamente, con il viso rilassato e sorridente che, nuovamente, faceva voltare tutti quanti incrociavo.
Pensai che, quando vado a trovare mio marito al lavoro, di solito lo facciamo nella sala riunioni del suo studio ma, questa volta, inventandoci questo gioco, l’androne si era rivelato molto più eccitante!
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lillapoop · 2 years ago
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I gemelli - seconda parte
I gemelli - seconda parte
Seconda e ultima parte del racconto incestuoso che vede protagonisti due gemelli, Luca e Lucia, completamente diversi, cane e gatto nella vita di ogni giorno, uniti nel sesso un'amica perversa, Mary, che tende loro una trappola perversa. Luca, bendato da Mary, scopre di aver fatto sesso con la tanto odiata e bisfrattata sorella. Per contattarmi via mail scrivete a raccontidienea (chiocciola) gmail.com oppure via twitter a @raccontidienea
Tutti i miei racconti li trovate anche su raccontidienea.blogspot.com
N.B. I protagonisti si intendono adulti e consenzienti
Buona lettura!  
Luca cercò di divincolarsi, spaventato dalla situazione per lui inaspettata. Credeva di fare un meraviglioso smorzacandela con la sua (ex) amica Mary e invece si ritrovava con l’uccello piantato dentro sua sorella Lucia!
“Calma….calma…” – cercai di rassicurarlo premendo le mie mani sul suo petto.
Stessa cosa fece Lucia che riuscì a farlo tornare disteso sul letto.
La faccia incredula di Luca era tutto un programma, il suo sguardo continuava correre nervoso tra me e Lucia mentre la sua bocca si apriva e chiudeva senza emettere alcun suono.
“Ti presento Lucia!” – esordìi con tono divertito e un bel sorriso – “Ti presento uno splendido angelo capace di farti impazzire di piacere”
A quelle parole anche Lucia sorrise. In cuor suo sperava che finalmente il “cesso a pedali”, come suoleva chiamarla Luca, sparisse per sempre dalla mente di suo fratello. Credeva di aver dimostrato a se stessa e a Luca di essere una persona nuova, non più la insignificante ragazzina topo da biblioteca, ma una femmina perversa capace di provare e di far provare piacere.
Tentai di spiegare a Luca esattamente quello che Lucia stava pensando: speravo che riuscisse ad apprezzare il fatto che fosse diventata donna.
Lucia nel frattempo cominciò nuovamente a muovere lentamente il bacino strusciando il suo pube sul fratello.
Luca non riusciva ancora a connettere, era troppo scioccato dall’immagine di sua sorella nuda sopra di lui per riuscire a capire il senso delle mie parole, in più i movimenti della sorella e i brividi che gli provocavano non lo aiutavano a ritrovare la lucidità.
Stavo parlando al vento mentre Lucia, con movimenti sempre più pronunciati, tornava nuovamente a torturare il pisello del fratello aiutandosi con movimenti del ventre che le causavano piccole contrazioni dei muscoli interni della vagina.
“…è chiaro!?!” – conclusi mentre lo sguardo di Luca era perso in quello della sorella.
Lucia nel frattempo era tornata a saltare sull’asta del fratello muovendosi ad un ritmo sempre più veloce. I capelli penzolanti sulla schiena seguivano i suoi movimenti mentre il suo petto cominciava a gonfiarsi e sgonfiarsi seguendo il fiato sempre più affannato.
Ad un certo punto inarcò la schiena e tirò indietro la testa, continuando quella sua danza perversa sul batacchio del fratello che reso lucido dai suoi umori spariva continuamente nelle viscere di Lucia.
Dei piccoli ‘ah…ah…’ cominciarono ad accompagnare quella lussuriosa danza: io e Luca eravamo ipnotizzati dal corpo di Lucia intenta ad inseguire il piacere fino al suo apice.
Luca tornò a torturare i capezzoli della sorella usando i polpastrelli. Quel trattamento aumentò il volume dei suoi gemiti di Lucia, decisa a raggiungere il suo ennesimo orgasmo.
Luca decise di andare oltre, con un colpo di schiena si mise seduto e raggiunse con la bocca il seno della sorella. Si mise a leccare e succhiare con passione.
“Oddiooo…” – gemette Lucia, ormai prossima all’apice del piacere.
Gli ultimi gemiti acuti annunciarono l’orgasmo di Lucia che in preda al piacere incontrollato non fu più capace di tenere il ritmo. Abbracciò il fratello e abbandonò il suo corpo esausto su di lui. Luca non riuscì a reggere il peso della sorella e il suo inaspettato movimento.
I due caddero sul letto.
Il corpo di Lucia, agitato dal respiro affannoso, giaceva su quello di Luca, i capelli lunghi sparsi sulla schiena e sulle lenzuola, il seno premuto sul petto del fratello, qualche gocciolina di sudore qua e la.
Lucia con il viso tra le lenzuola, ansimava, tentando di riprendersi da quell’ondata di sensazioni appena provata.
Luca scostò con le mani i capelli della sorella che gli erano finiti sul viso. Vedevo il suo sguardo incupirsi lentamente: idee perverse pian pianino cominciavano a farsi strada nella sua mente.
“E brava la mia sorellina!” – esordì – “Sei diventata esperta con il cazzo, eh? …una vera porca!”
“Peccato che con la tua troiaggine hai imparato solo a godertela e non a soddisfare il maschi che hai deciso di fotterti…ma a questo possiamo rimediare subito”
Le parole di Luca cominciavano a preoccuparmi.
“Adesso tocca a me divertirmi!” – concluse, prima di muoversi.
Con un movimento repentino di gambe e schiena riuscì a mettersi in piedi tenendo in braccio la sorella. Poi, giratosi, la lasciò cadere di schiena sul letto. Le si avventò sopra con furia animalesca: dopo aver puntato rapidamente la cappella tra le gambe gambe di Lucia, diede il primo violento affondo di bacino.
Lucià urlò.
Il suo sguardo era atterrito da quell’improvviso cambiamento.
Luca le bloccò i polsi al letto premendo le sue mani sulle lenzuola. Iniziò a montarla con un ritmo forsennato.
Alla dolcezza dei movimenti di Lucia che danzava sul fratello era ora subentrata la furia del fratello che, senza tanti complimenti, aveva cominciato una serie di violenti e profondi affondi nella carne di Lucia.
Anche io, letteralmente bloccata da paura ed eccitazione, guardavo in silenzio l’amplesso dei due.
Immaginare che sarei potuta essere io la vittima di quella improvvisa e perversa violenza mi sconvolgeva le budella.
Bastarono pochi minuti di quel pompare forsennato per spedire Lucia nuovamente al settimo cielo. I gemiti acuti che seguivano il ritmo dei colpi del fratello annunciarono il suo ennesimo orgasmo.
Lucia venne, stringendo le mani, inarcando la schiena e chiudendo gli occhi. Godeva a bocca aperta dei colpi del fratello mentre Luca, impassibile, continuava a squassarla senza fermarsi.
Lucia, rimasta senza fiato, avrebbe voluto fermare il fratello e godersi gli istanti successivi all’orgasmo. Ma Luca non era intento a cercare l’orgasmo della sorella, ma il suo.
“Lu…Lu…ti pre…fer…fer…” – furono le poche sillabe che Lucia, ripresasi dall’orgasmo, riusciì ad emettere prima di essere nuovamente risucchiata in una nuova spirale di perverso piacere.
Luca continuava a montarla, schiacciandola con vigore, facendo sbattere con violenza i suoi testicoli sui glutei della sorella e scuotendole il corpo. Sembrava come impazzito: la ferocia dei suoi affondi possenti, i muscoli delle sue braccia contratti nello sforzo fisico mi ricordarono per un attimo la scena di un documentario che visto qualche giorno prima in cui un leone dopo una forsennata corsa azzannava una veloce gazzella e cominciava a stapparne via con violenza le carni.
Luca sembrava un treno impazzito: gocce di sudore solcavano il suo viso per poi cadere sul corpo della sorella, i muscoli del suo sedere intenti a dare il ritmo della cavalcata, mentre il resto dei muscoli suo corpo erano tesi.
I gemiti di Lucia cominciarono a riempire nuovamente la stanza, segno che ben presto un nuovo orgasmo avrebbe sconvolto il suo corpo.
Ai gemiti della sorella si unì presto il pesante ansimare di Luca che iniziava ad accusare fatica di quella che sembrava una monta infinita.
Improvvisamente, Luca reclinò il capo indietro inarcando la schiena.
Con gli occhi chiusi spinse con tutte le forze dentro la sorella e rimase immobile mentre un grido gutturale, animalesco, annunciava l’orgasmo di Luca.
Vidi chiaramente la sua asta carnosa contrarsi ripetutamente: stava scaricando potenti fiotti del suo seme dentro il sesso di Lucia.
Lucia, ormai prossima all’orgasmo, sentendo suo fratello godere e vedendosi riempita del suo caldo piacere, venne rapidamente.
A differenza degli altri orgasmi, questo fu per lei davvero devastante: cominciò ad agitarsi sotto al fratello in preda a violenti spasmi, la bocca aperta, le pupille rivolte verso l’alto nascoste dalle palpebre. Stava provando sensazioni di un’intensità mai vista.
Quasi sicuramente i muscoli della vagina di Lucia stavano mungendo vigorosamente il palo di carne di Luca che, ben piantato nelle viscere della sorella e ancora preda degli ultimi scampoli di piacere, apprezzo la cosa lasciandosi sfuggire un lungo ‘oooohhh’ mentre il suo corpo crollava su quello di Lucia.
Rimasero immobili uno nell’altra a riprendere fiato per un tempo che mi sembrò infinito. Avevo assistito a uno degli amplessi più sconvolgenti della mia vita.
Mentre il silenzio tornò a riempier la stanza, Luca, con la poca forza che gli era rimasta in corpo, fece leva su una gamba, si tirò sù e si distese esausto accanto alla sorella.
Il suo sesso, reso lucidissimo dagli umori di Lucia, non aveva ancora perso il suo turgore. Qualche goccia bianca del suo seme faceva capolino sulla cappella, mentre alla base della sua asta, delle gocciolina rossastre mi confermavano le ultime tracce della verginita che Lucia aveva perduto.
L’immagine di Lucia era altrettanto perversamente bella: un rivolo di sperma, uscito dal suo sesso, le rigava l’interno coscia scendendo lentamente verso una macchia scura che si era formata sulle lenzuola. Di tanto in tanto contraeva il ventre lasciando fuoriscire dal suo sesso altro bianco sperma che andava ad alimentare il rivolo che le si era formato tra le cosce.
Fissavo per sempre nella mia mente quella scena. Una parte di me avrebbe voluto far parte di quel quadretto. La tentazione di leccare il frutto dei loro orgasmi, di ripulire entrambe i loro sessi assaporando il risultato di quello che per me era stato uno degli amplessi più belli di sempre era indescrivibile.
Ma non ci fu tempo.
La voce di Luca, mi scosse riportandomi a terra: “Mi hai fatto davvero un bel regalino, Mary…”
“Davvero un regalo indimenticabile: una bambolina di carne da usare per dimenticarti per sempre!”
La cattiveria delle sue parole mi ferì mortalmente.
Luca non aveva capito il senso di quanto accaduto e le sue parole mi confermavano che Lucia sarebbe diventata il suo spasso personale sotto le coperte. Non mi faceva male il fatto che Luca mi avrebbe dimenticata ma il non essere riuscita a spezzare quella terribile catena di umiliazioni a cui Lucia era quotidianamente sottoposta dentro e fuori casa.
Mi sentivo terribilmente in colpa per aver peggiorato tutto.
Scappai.
Arrivata a casa, in lacrime, cercai rifugio in camera mia.
Piansi di disperazione.
Poi, riavutami, provai a cercar pace nel tepore di un bagno caldo.
La mia mente era un caos: le immagini di Luca che umiliava Lucia si alternavano a quelle della delicata danza di Lucia sul corpo del fratello a quella in cui i due gemelli facevano sesso animalesco.
Mi toccai.
Venni copiosamente senza però potermi gustare in pieno l’orgasmo: una nuova immagine di Lucia incapace di fermare la violenza brutale del fratello mi fece precipitare nell’angoscia.
I miei, rientrati a casa, vedendomi sconvolta provarono a chiedermi qualcosa. Con uno sforzo immane riuscìi a tenere per me quello che era accaduto quel giorno.
Il passare del tempo e la nuova città riuscirono a sbiadire pian piano quel ricordo e a rendere meno doloroso il ricordo dei gemelli.
Per molto tempo non volli sapere nulla dei miei vecchi amici, provando a dimenticare il passato.
Uun giorno ricevetti una telefonata.
Era Lucia.
Le chiesi come stava.
Lei, senza tanti preamboli, cominciò a raccontarmi quanto accaduto dopo la mia fuga.
Luca continuò imperterrito a umiliarla pubblicamente. A casa, appena i genitori sparivano cercava Lucia per fare sesso violento e animalesco.
Dopo qualche settimana vennero finalmente scoperti dai genitori e successe un putiferio. La forza che usava Luca nel possedere la sorella venne considerata violenza. Luca venne spedito in collegio.
Lucia, ormai incinta, fu costretta ad abortire e a seguire una lunga terapia la aiutò, così mi disse, a buttarsi alle spalle l’inferno che aveva vissuto.
Mi ringraziò per tutto quello che avevo fatto per lei in particolare quel maledetto giorno. Quello che l’avevo spinta a fare, disse, le aveva tirato fuori desideri e sentimenti inespressi per anni.
Mi confessò che se da un lato odiava profondamente le vessazioni continue del fratello, dall’altra aveva scoperto di essere profondamente innamorata di Luca.
Ancora adesso faccio fatica a comprendere il senso delle sue parole.
So solo che ho combinato un gran casino.
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lillapoop · 2 years ago
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I gemelli - parte prima
Premessa dell'autore: il racconto è liberamente ispiranto ad un video intitolato "it slipped in" in cui l'innocente Carolina Sweet veste i panni della sorellina secchiona mentre Whitney Wright dell'amica perversa. I protagonisti del racconto si intendono maggiorenni e consenzienti.
Sono a vostra disposizione all'indirizzo mail raccontidienea (chiocciola) gmail.com per commenti, critiche, idee oppure su twitter all'account @raccontidienea.
Buona lettura.
Mi chiamo Mary e...ho combinato un gran casino!
Era arrivato il giorno della partenza. Io e la mia famiglia avremmo lasciato la città per sempre per trasferirci altrove a causa del lavoro di mio Padre. Di li a poco la mia vita sarebbe ricominciata daccapo: avrei perso amici, compagni di classe, professori e tutto intorno a me sarebbe cambiato.
Non avrei più rivisto i gemelli, Luca e Lucia, con cui avevo stretto un rapporto di amicizia speciale. Ed è di loro che vi voglio parlare.
Luca, un fustacchione belloccio con un carattere molto vivace, è tra i ragazzi più popolari a scuola. Con un aspetto fisico molto curato e un'indole da farfallone, Luca è capace di cambiare ragazza ogni settimana.
Lucia è l'esatto opposto del fratello: dedita allo studio e alla letteratura, trascura spesso il suo aspetto fisico per passare ore a leggere. Sta sempre in disparte, non solo per via della sua passione per i libri, ma anche per via del suo fare goffo e impacciato che attira l'attenzione di tutti quei ragazzi che non sanno fare altro che deridere e prendere in giro chi non è come loro.
Avevo inziato a frequentare prima Luca: feste e divertimento era una passione che avevamo in comune. Come c'era da aspettarsi Luca inizialmente mi vedeva come l'ennesima preda da fare sua, l'ennesima ragazza da spupazzarsi e da dimenticare il giorno dopo. Ma con me era cascato male male: tutte le volte che ci aveva provato aveva fatto cilecca finchè ad una festa, preso dalla disperazione un giorno provò a mettermi le mani addosso. Un (mio) sonoro schiaffone lo riportò immediatamente a terra. Preso per la collottola e portato in disparte, chiarìi che non ero interessata a quel 'tipo di divertimento' e che preferivo rimanere a ridere nel vederlo fare il buffone-pavone con le altre ragazze, piuttosto che scoparmelo, venire mollata, perdere un'amicizia e infine provare imbarazzo ogni volta che lui sarebbe stato in giro. Luca capì, cosa molto strana visto che la maggior parte dei ragazzi su certi argomenti sono molto tardi e rincoglioniti.
Con Lucia invece iniziammo a studiare insieme per un progetto di classe e con il passare del tempo nacquero fiducia e amicizia. A differenza degli altri che vedevano in lei una secchiona da cui copiare i compiti, io vedevo una persona molto brillante in grado di farmi capire i concetti più difficili delle lezioni fatte in classe. Questo mio atteggiamento disinteressato era piaciuto a Lucia che, con il tempo, cominciò a fidarsi e a confidarsi con me.
A questo punto sarebbe logico dire che frequentavo entrambi.
La mia amicizia con loro era molto particolare, "uno a uno" era l'etichetta che solitamente Lucia le dava: potevo frequentare uno o l'altra, mai insieme.
I due infatti, quando erano assieme, facevano finta di non conoscersi oppure litigavano. Credo che il rapporto tra Luca e Lucia fosse tra i peggiori al mondo Luca in compagnia degli altri ragazzi si faceva trascinare nel 'gioco' dell'insulto a Lucia, umiliandola pesantemente. Lucia dal canto suo non reagiva, rimaneva in silenzio e se poteva fuggiva. In casa le cose non erano molto diverse: Lucia ogni tanto provava a reagire agli insulti del fratello ma, essendo Luca fisicamente ben messo, finiva per prenderle. I loro genitori erano incapaci di rendersi conto di quello che accadeva tra i due e i litigi sembravano essere infiniti.
Questa situazione mi faceva stare davvero male e, prima di sparire dalle loro vite, mi ero messa in testa di voler sistemare il loro rapporto.
Quel giorno i gemelli erano soli in casa e io sarei passata da loro per un ultimo saluto.
Andai in camera di Lucia, la trovai intenta a leggere l'ultimo libro che il prof le aveva dato. Iniziammo a parlare delle solite cose di scuola per poi finire a parlare di ragazzi. Lucia non era solo un'appassionata di letteratura ma anche un essere umano che non restava indifferente al fascino dei ragazzi. Più di una volta mi aveva confessato di aver voglia, come tutti nostri coetanei, di fare sesso.
Sesso: quella parola che la faceva così tanto arrossire in realtà era qualcosa che aveva scoperto per caso. Tutto era iniziato con un porno trovato sul pc del fratello: invece di provare ribrezzo Lucia rimase affascinata dal piacere che i protagonisti provavano nel fare quelle cose. Iniziò ad approfondire l'argomento, scoprendo ben presto come darsi piacere con la masturbarzione. Da allora la sua ricerca del piacere non s'era più fermata: spesso si immaginava protagonista di quei video perversi, al centro dell'attenzione di uno o più maschi. E trascinata da fantasie sempre più spinte aveva provato la penetrazione con più dita perdendo quella che in molti chiamano verginità.
Una risata carica di cattiveria interruppe le nostre chiacchiere. Era Luca che, appena uscito dalla doccia con addosso il solo asciugamano, si era fermato sulla porta preparando l'ennesimo crudele attacco alla sorella.
"Ciao Mary, sei passata a salutare il cesso con gli occhiali?" - disse ridendo
Lucia, in un improvviso scatto d'ira, prese il libro che aveva davanti e lo lanciò con forza al fratello: "SEI UNO STRONZO!"
Luca, piuttosto che ripararsi, allungò prontamente la mano e prese al volo il libro.
"Cesso a pedali! Fatti una vita!" - la liquidò Luca che, dopo averla guardata con sufficienza, lanciò a terra il libro e sparì.
Gli occhiali di Lucia si appannarono: stava piangendo in silenzio.
Approfittai di quel momento di debolezza per convincerla che era ora di cambiare le cose: riprendendo l'argomento sesso la convinsi che c'era un modo per farsi apprezzare da suo fratello. Le spiegai nel dettaglio cosa avevo intenzione di fare e, malgrado la cosa le parve pura depravazione, Lucia decise di assecondarmi.
La lasciai in camera a prepararsi e raggiunsi Luca nella sua stanza.
'Toc! Toc!' - dissi scherzosamente mentre mi affacciavo alla porta aperta.
'Mary! Che gran piacere rivederti!' - urlò Luca sorridendo e facendo finta che poco prima non fosse accaduto nulla.
Girandosi di scatto verso di me lasciò cadere l'asciugamano a terra mostrandosi nudo come se niente fosse. Allargò le braccia e si diresse verso di me con il suo sorriso sornione. Era leggermente eccitato e con il suo batacchio semirigido che mi puntava vistosamente aggiunse: 'grande, grande...grande piacere!'
Matto, maiale, pagliaccio, pavone! Aveva tutte le carte giuste per insidiare qualsiasi ragazza.
I suoi modi di fare insieme al suo fisico palestrato, i suoi occhi azzurri e i capelli biondi erano una terribile trappola. Bastava abbassare la guardia solo pochi minuti per ritrovarselo tra le gambe o con il suo pisello tra le mani e il suo sorriso provocatore. Avevo visto negli anni fin troppe ragazze capitolare di fronte a quel suo...chiamiamolo fascino.
Mi abbracciò spingendo e strusciando la sua erezione sul mio ventre.
'Non riesco a capire chi è più felice di vedermi...tu, o il tuo amichetto lì sotto!' - scherzai.
'Mary...Mary...Mary...lo sai che mi mancherai tanto?' - disse mentre le sue mani impertinenti dopo aver percorso la mia schiena e si erano fermate ad afferrarmi il sedere.
'Già, già...ti sfonderai di seghe!' - mugolai ironica.
Con determinazione e sguardo serio mi divincolai dal suo abbraccio e iniziai a spingerlo verso il letto. Arrivato al bordo Luca non potè fare altro che caderci su. Continuai a mantenere la mia mano sul suo petto, senza abbassare lo sguardo.
Lui rimase interdetto: non riusciva a capire quali fossero le mie intenzioni anche io salivo sul letto e mi posizionavo a cavalcioni su di lui.
Rimasi immobile a fissarlo per qualche istante, poi cominciai a piegarmi lentamente su di lui. Quando le mie labbra furono a pochi centimetri dalle sue, gli scostai il viso e avvicinai la mia bocca all'orecchio.
'Vorrei farti un regalino prima di sparire per sempre...se fai il monello me ne vado!' - sussurrai con voce sensuale.
Mugolò qualcosa di incomprensibile. Allungai una mano per afferrare una delle magliette buttate sul letto. Poi, con fare risoluto, la usai per tappargli gli occhi: Luca era troppo curioso per potersi ribellare.
Scesi dal letto lasciandolo con il batacchio in piena erezione.
Dopo essermi accertata che non vedesse nulla, mi allontanai in direzione della porta ribadendo: 'Mi raccomando...fai il bravo...altrimenti niente regalo!'.
Fuori dalla stanza c'era Lucia che mi stava aspettando.
Era nuda come mamma l'aveva fatta. La pelle liscia e setosa priva di imperfezioni, il seno leggermente pronunciato, il ventre piatto, i capelli biondi che scendevano sulla schiena, un ciuffetto biondo che faceva capolino sul pube, il sedere sodo, le gambe snelle: un angelo.
Era rossa in volto e tesa come una corda di violino.
Nei suoi occhi azzurri leggevo il terrore puro: dopo anni di umiliazione ci mancava solo che il fratello la vedesse nuda e usasse il suo corpo per deriderla.
La feci entrare.
Quando vide il fratello in piena erezione strabuzzò gli occhi dietro le spesse lenti degli occhiali...
...ah, già, gli occhiali...
Glieli sfilai, posandoli sulla cassettiera, mentre Lucia protestava in silenzio facendomi NO con la bocca: per lei perdere la vista significava perdere il controllo della situazione.
Ma mi lasciò fare.
Ci avvicinammo lentamente al letto.
Luca era lì in attesa, respirava lentamente.
Silenziosamente mi inginocchiai ai suoi piedi, poi, con un gesto della mano sul braccio di Lucia, feci inginocchiare anche lei.
Davanti a quel pisellone pulsante l'ansia di Lucia era aumentata: con gli occhi fissi sul sesso di Luca tremava visibilmente.
Riuscivo a vedere le vene del collo pulsare, in quel momento il suo cuore doveva batteva all'impazzata: stava vivendo da protagonista uno di quei video porno che mi aveva raccontato tante volte.
"Prima sorpresa!" - sussurrai, facendo sobbalzare leggermente Lucia che sembrava essere entrata in uno stato di torpore
Luca, in attesa che succedesse qualcosa, non reagì.
Presi allora la mano di Lucia e la portai sul sesso del fratello.
Lucia deglutì a fatica, la sua mano rigida afferrò con delicatezza il palo di carne di Luca. Rimase immobile, incerta sul da farsi.
Le spinsi delicatamente la mano prima giù e poi su. Lei, mordendosi le labbra, continuò a muovere la mano cercando di evitare movimenti goffi.
Luca contrasse leggermente i muscoli dell'addome, il tocco di quella mano gli aveva provocato brividi di piacere.
Lasciai che Lucia si abituasse a quella situazione prima di andare oltre.
"Seconda sorpresa!" - sussurrai dopo un po'.
Lucia distolse lo sguardo dal cazzo eretto del fratello e mi guardò incuriosita.
Io, di rimando, le mimai con la bocca e la mano le feci il gesto di leccarlo...
Una vampata avvolse nuovamente il viso di Lucia che, terrorizzata, fece silenziosamente NO con la bocca.
Le sorrisi mentre lei tornò a fissare l'erezione del fratello che il tocco delle sue mani aveva fatto crescere ulteriormente.
Passò qualche istante. Poi, dopo aver scappellato il sesso di Luca, chiuse gli occhi e avvicinò lentamente il viso alla bocca.
Dopo aver preso un grosso respiro, Lucia tirò fuori la lingua e sfiorò la pelle del fratello.
Leccò ripetutamente, prima dolcemente poi in modo sempre più deciso: l'incertezza iniziale aveva lasciato il posto alla passione.
Riprese il massaggio con le mani, alternando baci e leccate.
Poi, sempre ad occhi chiusi, Lucia scappellò nuovamente quel palo di carne pulsante e se lo fece scivolare in bocca con la stessa naturalezza di una delle tante "professioniste" che aveva visto in quei video che spesso mi aveva descritto fin nei minimi particolari.
Restai meravigliata.
Un lungo 'uuuuhhhh' uscì dalla bocca di Luca, segno che il ragazzo stava apprezzando il trattamento ricevuto.
La timida Lucia era improvvisamente diventata disinvolta e ai generosi massaggi con le mani, le leccate e i baci aveva aggiunto di profonde succhiate.
All'ennesima succhiata decise di aprire bene la bocca e spingere la testa più in fondo possibile. Vidi la punta delle sue labbra arrivare a sfiorare il pube del fratello mentre il sesso di Luca era ormai sparito completamente nella bocca di Lucia.
Passarono pochi ma interminabili istanti in cui Lucia sempre ad occhi chiusi trattenne il fiato con la cappella del fratello completamente conficcata in gola.
Divenne paonazza in volto.
Improvvisamente mollò la presa tornando a respirare e ansimare sonoramente. Ebbi paura che Luca si accorgesse di quanto stava accadendo, ma mi tranquillizzai immediatamente vedendo il suo sorriso sornione: se la stava godendo alla grande.
Lucia tornò a leccare e succhiare il cazzo del fratello, alternando mano e bocca con una maestria impressionante. La lasciai libera di lucidare la cappella pulsante di Luca per un po'.
"Terza sorpresa..." - sussurrai.
Lei interruppe il lavoretto di mano e bocca e cercò interrogativa il mio sguardo.
Rimasi immobile a fissarla con un sorrisino: sarebbe stata lei a decidere la scena successiva "del video" di cui era ormai la protagonista indiscussa.
Si rimise in piedi e salì lentamente sul letto; prima un ginocchio e poi l'altro, si mise a cavalcioni su Luca.
Dalla mia posizione potevo vedere chiaramente l'eccitazione di Lucia: le sue grandi labbra lucidissime e un rivolo dei suoi umori le rigava l'interno coscia.
Avvicinare il sesso del fratello al suo iniziando un sensuale sfregamento.
La cappella di Luca si bagnò pian piano dei suoi umori. Poi, con gesto deciso e risoluto, Lucia afferrò il pisello e lo puntò dritto nella figa.
Spinse con lentezza il suo corpo contro quello del fratello. Il palo di carne, millimetro dopo millimetro, sparì dentro le viscere di Lucia.
Trattenne a stento un sensuale 'ooohhh' di piacere, tappandosi rapidamente la bocca con una mano: la poca lucidità rimastale l'aveva spinta a non rivelare ancora la sua identità al fratello.
Il suo pube era arrivato a toccare quello del fratello, era ormai completamente impalata.
Lucia si sentiva finalmente donna, un'adulta perversa e lussuriosa femmina.
Innocenza, timidezza e verginità erano sparite di colpo mentre il suo corpo cominciava un lento su e giù alla ricerca del piacere più intenso e appagante.
Quel sali e scendi con il passare del tempo si fece sempre più sostenuto: il piacere cominciò a scorrere nelle vene di Lucia che cominciò a respirare affannosamente.
Tornò a tapparsi la bocca nel vano tentativo di trattenere i gemiti.
Luca, eccitato come non mai, allungò le mani a cercare il seno di quella donna che lo stava possedendo.
Bastarono pochi tocchi delle sue dita sui capezzoli di Lucia per far perdere il controllo alla ragazza.
Lucia si abbandonò a quella prima esplosione di piacere, gemette sonoramente spigendo con forza il suo pube contro quello del fratello.
Era il suo primo vero orgasmo impalata al sesso di un uomo vero.
A questo punto Luca riconobbe la voce della sorella, si tolse di scatto la maglietta dagli occhi agitandosi confuso sotto al peso del corpo della sorella.
"SORPRESA!" - urlai sorridendo.
Credevo di essere finalmente riuscita nel mio intento di pace tra i gemelli...pensavo che a quel punto poche parole avrebbero cambiato le cose...
...ma mi sbagliavo.
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lillapoop · 2 years ago
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Una famiglia particolare - Lo zio e il nonno
Ciao a tutti, nel mio primo racconto vi ho parlato della prima avventura sessuale con mio cugino, ma adesso è il momento di alzare l'asticella e di puntare più in alto. Mio zio, il padre di mio cugino. Ma questa volta non siamo solo due, c'è una terza persona: mio nonno.  Partiamo dalle basi: io avevo 19 anni, mio zio ne aveva 56 e mio nonno 74. Mio nonno aveva sempre avuto una vecchia casa in campagna con un grande terreno che vista l'età non riusciva più a gestire da solo, quindi quando qualcuno della famiglia poteva andava con lui ad aiutarlo. Quel giorno mio zio non lavorava e io non avevo niente di meglio da fare, quindi decido di andare con loro. 
Mio zio e mia zia, la figlia di mio nonno, si erano lasciati da un paio di anni ma la loro storia si era conclusa molto pacificamente e i rapporti sono rimasti intatti. Era un uomo buono, un gran lavoratore, forse all'apparenza non molto sveglio ma sapeva il fatto suo. Era alto circa 180 cm, lavorava nell'edilizia quindi era robusto e possente ma soprattutto molto, molto peloso. Questa sua caratteristica me lo aveva reso sempre molto attraente e nel corso degli anni gli avevo sentito fare un paio di battute a sfondo sessuale che erano sempre stata fonte di immaginazione per me. Era un tipo passionale e fisico, ma fino a che punto? 
Anche mio nonno era sempre stato un gran lavoratore, sposato da più di 40 anni ma credo che ormai le notti d'avventura con mia nonna fossero finite da tempo. Nonostante ciò trasmetteva sempre la sensazione di uno che aveva ancora da dare. Aveva un fisico idoneo  alla sua età: alto circa 175cm, un po' di pancia, tette cadenti e due capezzoli sempre turgidi che sporgevano da tutte le sue canottiere o camicie. 
Arriviamo in campagna alle 9:30 del mattino e programmiamo di restare fino al tardo pomeriggio avendo una casetta dove poter cucinare e fare quello che serviva. Inutile dire che sotto il sole di luglio sia mio nonno che mio zio lavoravano a petto nudo, stimolando ogni mia fantasia e rendendomi difficile nascondere l'erezione. Arriva finalmente l'ora di pranzo e vado a cucinare per tutti e tre. Si parla del più e del meno, poi mio nonno va nella sua camera da letto a riposare prima di riprendere a lavorare nel pomeriggio, mentre io e mio zio andiamo in un'altra stanza dove c'erano due letti singoli separati l'uno di fronte all'altro.  Mio zio decide bene di sdraiarsi solamente in mutande, lasciando che ammirassi ogni suo dettaglio: dall'intimo emerge chiaramente un cazzo floscio, peloso e con una cappella molto larga. Approfitto del fatto che mio zio dorma per fargli una foto di nascosto e andare a segarmi in bagno.  Piccolo problema: dimentico di togliere la suoneria al telefono e si sente chiaramente il rumore dello scatto della fotocamera, ma sapendolo addormentato non me ne preoccupo, soprattutto perché non credo possa sapere quali sono le mie intenzioni. 
Nonno dorme, zio dorme. È il momento perfetto per chiudermi in bagno e spararmi una sega. Il bagno è molto piccolo, ci sono a fatica un gabinetto quasi attaccato alla sinistra della porta, un lavandino e un piccolo box doccia. La porta non si chiude a chiave ma dovrei sentire in tempo se qualcuno si avvicina. 
Entro in bagno, mi siedo comodamente sul WC e ammiro finalmente la foto che avevo fatto a mio zio. Passano circa quindici minuti e io sono ancora comodamente in bagno a sfogare le mie fantasie quando entra in bagno mio zio e mi vede nudo col cazzo in mano. Io rimango pietrificato mentre lui, ancora solo in mutande, si scusa dicendomi che non sapeva che fossi lì e che voleva farsi una doccia.  Dimentico totalmente di avere lo schermo del telefono ancora acceso in mano e mio zio si accorge che mi stavo segando su una sua foto. Si avvicina ulteriormente a vedere e mi toglie il telefono dalle mani. Fa un sorriso soddisfatto e mi dice: "perché mi hai fatto una foto? Io sono in carne ed ossa, potevi dirmelo, lo sai che non scopo da due anni e che non sono uno che si fa problemi".
Mi sembrava di aver capito male, invece mio zio mi aveva appena detto che mi avrebbe scopato senza problemi.  Si cala le mutande all'istante dicendomi: "dai fai godere anche me, non essere egoista".  Mi sembra di sognare. Mi infilo quel pezzo di carne in bocca e lo sento crescere e diventare sempre più duro. Non era molto lungo ma era davvero grosso ed entrava a fatica in bocca.  Mentre lui ansima pesantemente, io succhio senza pause per qualche minuto fino a quando non mi dice che vuole svuotarsi e sfondarmi il culo. Io non me lo faccio ripetere due volte e ci dirigiamo di nuovo nella stanza con i nostri letti. C'è ancora tempo prima di riprendere a lavorare con nonno. 
Quel gran maiale di mio zio girava sempre con dei preservativi nel suo borsello, evidentemente dopo il divorzio si era sempre dato da fare.  Se lo infila e mi penetra in un colpo solo. Fa molto male ma non posso urlare, mio nonno è nella stanza accanto. Mio zio mi cavalca come un toro, mi prende e mi sbatte in tutte le posizioni possibili. Procede con una forza e un ritmo incredibile e i suoi versi si fanno sempre più forti. Sapevo fosse passionale, ma non sapevo si trasformasse in una bestia a letto.  Io godevo tantissimo e lui anche, così tanto che ho dovuto dirgli di urlare più piano altrimenti nonno ci avrebbe sentiti. Non c'erano altri vicini di casa a cui dare la colpa in caso. 
Mio zio mi risponde con un sonoro "non me ne fotte un cazzo, io ti devo aprire".  L'eccitazione era così tanta che ormai eravamo impassibili di fronte a qualsiasi minaccia.  Mentre continua a sfondarmi, arriva quasi al punto di venire e urla a pieni polmoni "aaahh, sì cazzo, sì!". Stavolta aveva esagerato e le sue urla non erano più fraintendibili, potevano venire solo da una scopata.  Passa meno di un minuto da quando urla che la porta si apre e mio nonno ci vede all'opera. Neanche questo riesce a fermare mio zio.
Nonno guarda confuso per un attimo, era chiaro che non si aspettava di vedere una scena del genere. Ci chiede che cazzo facciamo e rispondere è mio zio: "ci stiamo divertendo e se vuoi c'è spazio anche per te, lui ha la bocca a disposizione". Mio nonno rimane per qualche secondo in disparte e poi inizia a toccarsi il cazzo. Si abbassa le mutande anche lui e si avvicina alla mia bocca, dicendomi: "non mi succedeva una cosa simile dai tempi dei militari".  Scopro così che sia mio nonno avevano già avuto esperienze con altri uomini in passato, che sogno. 
Quello che stavo vivendo era un sogno ad occhi aperti, con mio zio nel culo e mio nonno in bocca. I suoi 74 anni erano portati più che bene, con un bel cazzo lungo e discretamente largo che era diventato di marmo in pochissimo. Dopo una decina di minuti io non reggo più e vengo sul mio stesso addome. Mio nonno raccoglie la mia sborra col dito, se la porta in bocca e me la risputa fino a baciarci con la sborra diventata ormai schiuma che colava da tutte le parti. Questa scena eccita ancora di più mio zio, che come una furia dà gli ultimi colpi di anche, si toglie il preservativo e si prepara a venire. Mentre con una mano sego mio nonno, lui e mio zio iniziano a baciarsi fino a quando entrambi, quasi in contemporanea, non mi vengono in faccia e in bocca. Riesco a recuperare tutta la sborra e mentre loro due esausti si sdraiano sul letto io sputo un po' di sborra in bocca ad entrambi. Un bacio a due si allarga e le nostre lingue diventano presto tre, giocando con quello che era il frutto del nostro divertimento.  Avevamo finalmente scoperto che potevamo divertirci insieme più spesso.
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lillapoop · 2 years ago
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..A fin di bene - Ultima parte
Quando Loro precisarono il giorno a Jenny, come aveva proposto lei, passammo a casa sua tutta la mattina, a letto, la presi facendole il culo, come aveva proposto ...Non hai il cazzo come quel mandingo della guardia di quei contadini e nemmeno come il suo, ma un po' di dolcezza tra noi, prima di farci sfondare  il culo lò, di nuovo...ci vuole ! ..
Annuii baciandola sulla schiena ed appena si volse, sulla bocca e le tette ...Ho voglia delle carezze e di leccare quella donna , delle sue mani calde, forti, bollenti e di come mi sa inculare anche lei ...aggiunse ,...Anch'io ...confermai
..Stef hai scelto bene la scusa con tua moglie ? guarda che probabilmente ci terranno prigionieri almeno 2 o 3 giorni, quello che ci hanno dato...ce lo faranno guadagnare...sudare ...Mi chiese , la rassicurai ed anche lei , mi illustrò l'ottima , credibile scusa che aveva ideato per il suo compsagno.
Ridemmo, mangiammo qualche cosa , poi ci preparammo e partimmo per tornare a consegnarci ai...ai nostri Padroni, viaggiando in corriera, la mia ..."sorellina" in quelle avventure, aveva chiarito che Loro erano stati categorici...Niente mezzo privato ! ..
...Ci vogliono completamente nelle loro mani ...Sottolineò Jenny
Dopo 3 ore di viaggio scendemmo alla fermata e senza passare dal paesino ci inoltrammo lungo il sentiero, che ben conoscevamo, attraverso il bosco, sempre più buio,  il Sole stava tramontando dietro alle alture
La serata era estiva,  calda, come ordinato eravamo poco vestiti, lei maglietta che la lasciava nude, braccia, spalle e le cosce , io maglietta e pantaloni corti ...Cos'hai messo nello zainetto ...? mi chiese 
...Solo una felpa, una bottiglietta d'acqua ed una torcia elettrica, per il buio ...Risposi
...Anch'io ma mi raccomando niente spray anti aggressione, ci perquisiranno sicuramente  ...precisò  . No ..no tranquilla... La rassicurai subito....e lei sorridendo con un velo di preoccupazione aggiunse ...Altrimenti se ce lo trovano ancora, addosso...questa volta, ce lo infilano su per il culo
Proseguimmo in silenzio, nel buio , tra gli alberi, lungo il sentiero, presi da naturali timori, tenendoci per mano , sussultando per ogni rumore, ombra ...sorridendo commentò ...Dai Stef, se ci assaliscono...sbandati...predoni...maniaci...non abbiamo niente che possano rubarci, al massimo ci faranno il culo...prendere i loro cazzi o quelli di quel contadino ...
Giunti in cima alla collina, cominciammo a scendere verso il casolare, era illuminato esternamente e diverse finestre avevano le luci accese, all'entrata del cortile, c'erano alcuni uomini di colore intenti a lavori, ad usare e spostare  attrezzi, una vanga, una carriola, un forcone 
Uno di loro , con la sigaretta in bocca ci fece cenno di passare, poi  notammo che scambiò qualche gesto, battute incomprensibili con gli altri tre, arrivati all'entrata della casa, bussammo alla porta, non ricevendo risposta entrammo
La sala, dove il Signore e las Signora ci avevano inculato l'altra volta, era deserta, entrammo e Jenny mi sussurrò ...Spogliati...su dai...in pochi istanti  rimanemmo completamente nudi, tenendoci per mano
Udimmo passi pesanti dalla scala conducente al piano superiore e subito arrivò il Padrone , tirò una boccata di fumo da un sigaro, aprì  il frigo, ed estrasse una bottiglia , ci fissò mentre si versava da bere
Subito dopo dalla porta entrò la Signora, abbracciò da dietro Jenny leccandole la schiena e palpandole le tette, poi le si pose davanti e la baciò sulla bocca, le tette, e l'accarezzò lungo il corpo con la destra, mentre mi passò  la sinistra sul mio corpo e poi   prese a manipolarmi il cazzo.
Baciò anche me , poi si staccò da noi e si mise a fianco del marito , bevendo anche lei una sorsata di vino, ci fissarono con una strana espressione ironica,  Jenny timidamente ruppe il silenzio ....Mia Signore, mio Signore, siamo qui...nude pronti a soddisfarvi come desiderate ...Risero scuotendo la testa , in quel momento giunse quel nero , alto, possente , la  loro guardia...Portali ...dove sai ...Ordinò la donna
....Farete da puttane, schiave ai nostri braccianti, che hanno fatto i lavori, che voi, ci avete fatto fare ...Aggiunse abbracciando la moglie il contadino 
Il negro ci afferrò per le braccia e ci condusse fuori, sull'aia, poi ci sospinse frustandoci con un bacchetto di legno , fino ad una baracca, nuova, l'altra volta non c'era
Ci sospinse bruscamente dentro, era buia, ma subito ci trovammo in mezzo a quattro uomini di colore, quelli che avevamo visto lavorare poco prima, erano praticamente nudi, bevevano e fumavano
Ci circondarono, stringendoci in una specie...una specie di sandwich ...di carne, mani forti, callose, i cazzi erano in erezione, in un primo momento tendemmo braccia e mani , istintivamente per respingerli, poi la mia amivca disse subito..Stef non facciamo resistenza...tanto ci stupreranno ugualmente...sorridi, lasciali fare, anzi bacia, lecca, fai quello che faccio io...
Iniziò ad accarezzare quei corpi neri e forti, baciando leccando, l'imitai , poi si inginocchiò ed inizio a fare un pompino ad uno di loo, mentre con la destra prese in mano il cazzo di un altro, spompinava, e ..segava,  l'imitai, come mi aveva insegnato, come altre volte avevamo evitato violenze più brutte.
Dopo un po' ci presero violentemente e ci stesero a pancia sotto  su dei ciacigli posti sul pavimento della baracca, e ci incularono, trascorremmo la notte in mezzo a quei corpi di negri, inculati, sbocchinando quei cazzi, ridevano, ci sputavano e orinavano addosso
Si eccitavano scambiando una serie di frasi ed espressioni che io faticavo a capire ma Jenny, che aveva una buona preparazione in francese , tradusse, sussurandomele ...Dicono che sono guerrieri mussulmani e che siamo le loro putten...puttane...schiave blanc...schiave bianche ..
Dopo la notte, ci lasciarono stare, anche perchè  al mattino dovettero tornare a lavorare sotto la direzione di quella guardia e dei Padroni, il Signore e la Signora, però, come aveva previsto Jenny ci tennero prigionieri, schiavi...schiave per altri 2 giorni
Dovevamo preparare da mangiare a quei braccianti, lavarli quando tornavano dai campi e soddisfarli sessualmente, facendogli dei bocchini e facendoci sfondare il culo, come aveva intuito la mia "sorellina" ci fecero...sudare e guadagnare la forte somma che i Padroni ci avevano elergito, diventammo le loro puttane
Arrivato il terzo giorno ci lasciarono rivestire e ci liberarono, prima la Signora ci baciò sulla bocca, poi ci salutò ingiungendoci però di non farci più vedere, ci ordinarono di salire sul furgone guidato da quella loro guardia
Ci condusse lungo la strada verso il paesino, ma ad un tratto fermò il mezzo e lo fece inoltrare tra gli alberi, ci guardò, l'espressione era dura, disse, non esitando a mostrarci che era armato ..Non racconterete , i Padroni non vogliono che ...
Jenny rispose subito, usando un tono supplichevole, mite ...No    no  senti certe cose ci piacciono...prenderlo nel culo ...in bocca ...non farci del male...non diremo niente...Lui non cambiò espressione e sottolineò...Nemmeno che avete preso dei cazzi da uomini neri ... negri  ?  ......No no...Padrone, no figurati siamo già...state stuprate al mare da nigeriani...non potremo certo andare a raccontare...dai ti prego non farci del male, lasciaci andare..
Lui continuò a guardarci, notammo che si stava eccitando , la mia "sorellina" gli toccò ed accarezzo il cazzo con la mano ...Senti se vuoi...se ti va inculaci ..basta che dopo ci lasci andare, ci hai già inculato l'altra volta...hai un cazzo...forte..turgido ...duro ..in fondo siamo anche le tue..tue schiave ...no ? 
Rise fragorosamente e ci fece cenno di scendere, ci sospinse nel bosco e ci ordinò di spogliarci ed appoggiarci con le mani ad una grosso castagno, poi abbassò i pantaloni, e mostrandoci che impugnava sempre  la pistola ci fece il culo, come aveva osservato Jenny   e come ben ricordavamo, ce l'aveva duro, grosso , resistente, ci sfondò veramente , urlammo , ma godemmo anche...baciandoci sulla bocca e tenendoci per mano , non so se qualcuno , da qualche parte ci udì 
Fu soddisfatto e dopo averci lasciato lavare e sciaccquare un po' il buco del culo, nell'acqua di un vicino ruscello, lenendo un po' il bruciore, anche grazie ad una pomata che la mia amica portava sempre dietro, ci permise di rivestirci e ci riaccompagnò alla fermata della corriera 
Anche quell'avventura era finita,  e sicuramente , entrambi, decidemmo che per un bel po' di tempo non avremmo seguito le azioni dell'amica Rosalba, nè cercato altre storie, almeno per un bel po'  ! 
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lillapoop · 2 years ago
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Predatori neri V° parte
Noi rifiutammo con decisione le offerte, molto insistenti del Dott. Pre..ti di ..."lavorare " per lui o meglio sotto di lui, diventare il nostro protettore, padrone e noi le sue puttane e schiave
La mia giovane zia aveva risposto con decisione " No grazie Dottore io e mio nipote, preferiamo guadagnare anche molto meno ma decidere noi da chi farci fare il culo, quali cazzi e fighe leccare"
Lui rispose ridendo e parve accettare il rifiuto ma poi cominciarono a verificarsi strani problemi, guasti, incidenti al nostro locale, un calo dei clienti...particolari ed  stranamente subimmo un provvedimento di 6 mesi di chiusura, cono strani pretesti, sospettammo che avesse attivato qualche potente aggancio politico.
Era una rovina, mentre dovevamo continuare a saldare debiti con quel signore che ci voleva come puttane 
An....la non si perse d'animo, mi disse , ci trasferiamo nel bosco, vicino al laghetto, dove passano frequentemente pastori, cacciatori, contadini, abitanti delle frazioni, è Estate, un bel caldo, prenderemo il Sole, praticamenti nudi, vedrai che i nostri culi, attireranno clienti.
Sarà sufficiente montare una tenda nel bosco, ben al riparo e farci inculare la sotto, la cosa funzionò per un mese, poi il tempo cominciò a cambiare, inoltre fummo stuprate, come si divertivano a dire, cioè al femminile, da due cacciatori e tre pastori , ci fecero il culo  e poi si rifiutarono di pagare, minacciandoci con coltelli ed una pistola
Noi ovviamente ci arrendemmo ..."Va bene ci avete fatto il culo, non possiamo denunciare nessuno, vi prego ora andate via, non fateci del male" implorò mia zia
A parte questi due episodi riuscimmo ad andare avanti, pagare le rate al Dottore, ma poi un uomo ed una donna, dopo averci osservato prendere il Sole, An....la era in topless , ci vollero
L'uomo e la donna con il suo apposito atrezzo, ci incularono nel bosco, lui prese An....la , la donna lo fece a me, poi eccitati e divertiti, si scambiarono, l'uomo mi inculò, la donna lo fece a mia zia leccandole la schiena e palpandole le tette
Sembrarono soddisfatti , ma quando An..la chiese la somma pattuita, l'uomo impugnò una pistola e la donna un coltellaccio , mia zia disse subito .." Va bene...signori...non pagate...non diremo niente...siamo entrambi bisessuali e godiamo a prendere dei cazzi, quindi non diremo niente ma ora per pietà non fateci del male.."
Questa volta però l'uomo e la sua compagna non si limitarono ad averci stuprate gratis, risero, si scambiarono un cenno d'intesa e ci legarono le mani dietro alla schiena, obbligandoci a salire sulla loro auto che avevano lasciato in una radura, nei pressi 
Con questa ci portarono in un casolare abbandonato, dove ci legarono nudo e nuda ad una trave...." Cosa ci volete fare ?  se volete stuprateci ancora ma poi lasciateci liberi ..." Chiese e pregò zia
Per tutta risposta ci frustarono, poi l'uomo accese un fornello da campeggio e la donna vi mise ad arroventarvi delle pinzette, degli spilli e degli aghi, Zia pregò subito, con la voce rotta dal pianto
.." No per pietà Signora, perchè ci vuole torturare, accettiamo la sua frusta, ma non ci torturi pietà...cosa volete che facciamo...cosa volete sapere ?...noi parliamo...pietà .."
Ma la donna, mentre il compagno stravaccato su di una vecchia poltrona beveva e fumava , rise, la baciò sulla bocca e sulle tette poi rispose ..." Ma tesoro io ti voglio torturare per il piacere di farlo    "   
La guardammo con terrore, quando con le pinzette, prese un ago rovente e lo avvicinò ad una tetta dela mia giovane e bella zia, la baciò nuovamente poi avvicinò l'ago sempre di più.
Ad un tratto udimmo una voce , ben conosciuta, era il Dottor Pre...ti  dire  con tono forte e deciso " No ferma, bastà così... non vorrai rovinare la mia ..merce...le mie schiave .." La donna si arrestò immediatamente , mentre due uomini di cui uno di colore ci slegarono .
..." Visto che cose vi possono capitare senza la mia protezione ? ...aggiunse subito dopo.
Liberi dalle corde ci lasciammo scivolare in ginocchio, nudi anzi come preferiva e voleva lui, nude ai suoi piedi, quella coppia di sadicu raccolsero le loro cose per andarsene, prima di farlo la donna si chino su An....la, la baciò sulla bocca sussurrandole...
..." E' meglio che ubbidiate al Dottor Pr..ti  altrimenti torno e ti tengo come mia schiava, ti inculo...ti torturo ...conosco mille giochetti, e forse ti piaceranno...se sento lamentele .." 
..." No Signora no, saremo docili e sottomesse schiave .." Rispose mia zia 
Come ci ordinò il Dott.Pr...ti la mattina dopo ci andammo a consegnare nelle sue mani, durante il percorso domandai a zia ...Cosa ci farà ? ...oltre a ...a farci battere per lui ....
..." Non so caro, il culo ce l'ha fatto diverse volte, forse qualche frustata, poi ci inserirà in uno dei sui giri d'alto livello...Rispose lei
Arrivati alla villa le sue guardie ci fecero spogliare completamente e ci condussero in una saletta dove il Dottore era intento a leggere, fumare e sorseggiare un liquore
Ci lasciò attendere il nostro detino per molti interminabili minuti, nudo e nuda, uno accanto all'altra, tenendoci per mano, poi premette un pulsante ed entrarono quattro  delle sue guardie
Due erano  di colore, uno grande , grosso, imponente, lo riconoscemmo, lo avevamo maltrattanto alcune volte, quando cercava di vendere cinfrusaglie, oggetti, due volte passò anche dal nostro locale..." Vattene nero o  negro " avevamo osato dire  
Il Dottore tirò una boccata di fumo poi disse ..." Ragazzi le puttane , le schiave sono vostre, fategli il culo.." Non se lo fecero ripetere, uno ce lo faceva succhiare, un altro ci inculava...poi si scambiarono ed il nero, grossp, imponente, forse un ex  peso massimo, ci sfondò veramente
Non potevamo urlare perchè avevamo i loro cazzi in bocca anche se alla fine mentre ci sfondavano il culo cominciammo a gemere di piacere, come diceva zia...i cazzi ci piacevano
Alla fine il Dottore ci affidò a quel grosso uomo di colore ...dicendo .." Sarà il vostro padrone ...io mi ritiro ho una certa età ...vi inserirà in giri, guadagnerete ma dovrete ubbidirgli " 
..Si Dottore Pr...ti " Rispondemmo
L'uomo ci condusse via , An....la  gli prese una mano, gliela baciò poi disse 
..." Siamo le tue schiave , ti abbiamo insultato , maltrattato... ora ci hai sfondato il culo, faremo quello che ci ordinerai ...ti prego puniscici se lo meriteremo ma non farci del male .."
Lui si limitò a rispondere .." Schiave bianche..cristiane.. fate quello che vi ordinerò, non vi farò del male, e guadagneremo tanti  soldi ...
Così, come ora, finimmo nelle sue mani come schiave in fondo, consenzienti di quel Nigeriano , ci inserì in un giro di prostituzione, prima di alto livello, ville  di signori e signore del luogo desiderosi di piaceri particolari
Poi andando un po' avanti con gli anni ci diede ai suoi fratelli, o contadini che volevano fare sfogare i loro braccianti appena arrivati dall'Africa, anche il nostro locale, ebbe una clientela quasi esclusivamente di colore
Nella zona eravamo ormai conosciute come le "schiave e puttane dei neri...roba loro..". solo due ...bianchi continuarono a venire , un prete che ci voleva redimere e quella scrittrice, pittrice..artista, lesbica , da sempre attratta da An..la
Lei pagando alte cifre chiamava 5...6 giovani di colore, braccianti della zona, nigeriani e senegalesi e realizzava riprese, mentre questi ...guerrieri mussulmani, come li chiamava lei, ci prendevano prigionieri, ci facevano fare dei bocchini e ci fsacevano il culo
Alla fine anche lei, che era lesbica ma gradiva anche il cazzo, si spogliava, ci facevamo inculare tutte e tre ..baciava e lccava le tette di An...la affermando 
..." Eh si  con tutti questi  ragazzoni ...guerrieri, forti che arrivano...saremo prima o poi tutte prese come schiave..meglio che ci sottomettiamo ed arrendiamo .
Il padrone nigeriano tutto sommato ci tratta bene anche finanziariamente , ci fa il culo quando ne ha voglia, e ce lo sa fare molto bene,    .facendoci anche godere, ...e per ora. ci..va bene, non volevamo neri, ci facevano schifo...poi ...ora siamo le sue schiave
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lillapoop · 2 years ago
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Predatori neri (IV parte)
Finita la scuola feci appena in tempo a trascorrere una ventina di giorni di vacanza al mare che zia An...la  mi cercò per propormi di autarla a gestire una piccola locanda, poco più di un chiosco, posto su una delle strade che dalle colline scendevano verso il mare, dove si era trasferita
La posizione era buona per fornire bibite, gelati, panini a turisti di passaggio, camionisti, addetti a consegne, cacciatori, pastori, accettai con grande entusiamo, all'idea di trascorrere qualche mese con lei, tanto per ora, di proposte di lavoro, neanche l'ombra
Con lei sapevo che ...certi guadagni magari sarebero comunque  arrivati, avremmo sicuramente fatto del sesso, la cosa a cui tenevo di più , superai qualche timida opposizione di mamma e papa (chissà se avevano intuito qualche cosa ? )  e raggiunsi la mia particolare e giovane zia, io avevo 19 anni, lei 27
La prima notte, ci coricammo sulle brandine poste sul retro del locale, dopo aver trascorso il pomeriggio a sistemare il locale per l'apertura, ci spogliammo completamente ed iniziammo a baciarci, mi fece un dolcissimo pompino
Poi si girò e desiderò che l'inculassi , cosa che feci con infinito piacere , leccandole la schiena e palpandole le sue splendide tette , tra gemiti e ...dai...su ancora...ancora ...sussurrò ..." Non hai certo un coso grosso...proporzionato direi...alle tue graziose manine ma dai sei molto dolce e poi non è neccessario far male per far godere una facendole il culo.." 
Come le prime volte , questa volta più organizzata, con un ...oggetto idoneo, mi fece girare e mi inculò , baciandomi  prima sulla schiena poi sulla bocca, rimanemmo poi in silenzio ascoltando i romuri notturni del bosco che ci circondava
Il punto era piuttosto isolato , mi sorsero timori che esternai  ..." Eh lo so ha i suoi pregi e difetti , zero concorrenza, meno passaggio di altri, ma vedrai che la clientela non mancherà, poi..non potevamo permetterci altro ...No ? rispose
-" Vero, speriamo di non venire derubati ed aggrediti -" replicai
." Ogni due giorni andremo a versare l'incasso in paese, o se vorranno rapinarci...ci arrederemo no, l'importante è che non ci facciano del male, feriscano...precisò guardando il soffitto mentre le baciavo le tette 
-" Oh dai al massimo ...ci faranno il culo o dovremo fare dei pompini ..." Aggiunse ridendo poi concluse ..." Su dormiamo, domani si apre e si lavora ..." ed infatti fu così
Un po' di passaggio ci fu , niente turisti ma alcuni camionisti per un caffè, orinare, un panino, un paio di cacciatori di ritorno dalla caccia per scolarsi qualche birra , alcuni ragazzi e ragazze per gelati e bibite 
Ma dopo tre settimane , verso sera lei con evidente rammarico mi disse mentre pulivamo e riordinavamo la saletta,..." Stef, temo che qui o forniamo qualche...extra ed attiriamo gente  o tra un po' si chiude, abbiamo già debiti  ..."
...Debiti ? ...Domandai ...." Si con il Dottor Pre...i , un usuraio, non è cattivo, ha paziensa ma non molta ..." Rispose passandosi le mani sulle  braccia nude   
..." Cose ...extra  ? ...Domandai fingendo di non capire oppure temendo di aver capito bene 
---"Si Caro... rapporti sessuali a pagamento, con clienti particolari, senti mi spiace averti coinvolto...se vuoi puoi andartene o rimanere ma lasciar fare la puttana solo a me ..." 
..No, no !  An...la , no , sai bene che preferisco ...preferisco condividere ...poi anch'io ho bisogno di soldi, in questa cosa ci siamo tutte e due, non ti lascerei mai sola, preferisco fare la puttana e lo sch..., anzi la schiava con te ...
Ci abbracciammo e baciammo ..." Coppie...coppie sottomesse pare siano molto richieste ... Ammise lei con un tono tra il malinconico ed il lieve sorriso
...Eh quel Dottore di cui parlavi ?.. domandai
...Per ora non è un problema , ha detto che prenderà quello che possiamo per il resto...in natura...cioè ci fara il culo...è un bel signore, distito, più sulla ottantina che sulla settantina ...
: Beh allora...per ora siamo a posto...risposi con lo stesso tono tra il triste ed l'ironico
Nelle giornate seguenti alla decisione effettiva di prostituirci nuovamente, ci portò un cacciatore che passò verso l'ora di chiusura di una giornata con poco passaggio, un uomo non alto ma grosso, oltre la sessantina, capelli bianchi ancora folti e piuttosto lunghi, occhiali scuri
Ordinò un boccale di birra e ci osservo mentre pulivamo gli altri tavoli e sistemavamo le sedie per la chiusura, poi ordinò una seconda birra e ...cominciò ad allungare le mani
Lisciò le braccia della mia giovane zina e ci toccò il culo a tutte e due due...tre volte , zia lo fermò subito dicendogli  chiaramente ..." Signore...ebbene si...forniamo anche certi  servizietti...ma si paga..."     .." Ho ...ho il fucile ..." Rispose ridacchiando e buttando giù un'altra sorsata di birra ..." ....." Si ...vero, con quello  può prenderci prigionieri, ci arenderemmo e potrebbe  stuprarci...ma si divertirà molto meno che, pagando e farci il culo , averci docili e sottomessi ...  
Purtroppo dobbiamo, ma sono anche cose che ci piacciono...il sesso ...prendere cazzi ...  Rispose An...la alzando in alto le braccia nude , in pochi minuti concordammo la cifra, abbassammo la saracinesca e nella penombra ci spogliammo completamente, mentre l'uomo finiva di bere
Poi ci poggiammo su uno dei tavoli, ci tenemmo per mano e ci baciammo sulla bocca, il tipo si alzò da sedere . calò i calzoni da cacciatore, le mutande ed inculò An...la , poi l'estrasse ancora gocciolante e fece il culo anche a me
Fortunatamente la mia particolare zia me l'aveva già aperto bene , l'uomo poi venne molto presto, guardò l'orologiò, pagò il convenuto e si diresse verso l'uscita, alzando da solo la serranda
Noi eravamo rimasti nudo e nuda ingonocchiasti sul pavimento, ancora ansanti, eccitati e con il bucio del culo che bruciava , prima di uscire il cacciatore si voltò e domandò ridendo ---" Spargo la voce che siete due...schiave e puttane ed ho visto che lo prendete bene in culo  ?..."
.." Certamente signore , lo dica  in giro, siamo schiave pronte a tutto, per soldi ovviamente, a me piacciono anche le donne , come a lui ovviamete,...tutti donne..uomini di qualsiasi età, escludiamo categorigamente solo i negri o neri come si deve dire ...Rispose zia, l'uomo fece un cenno d'intesa e se ne andò, chiudemmo tutto e ci facemmo una doccia, insaponandoci e lavandoci a vicenda
Spargendoci anche dell'apposita pomata nel buco dei nostri culi che avevano preso quel cazzo di notevoli dimensioni.
Nelle settimane seguenti aumentò la clientela, anche se in particolare  quella ,,,,speciale, serale e notturna , camionisti, qualche altro cacciatore, un paio di pastori, ma anche una coppia di lesbiche che arrivarono in motocicletta
Due donne non giovani, un po' sovrappeso, anche se ancora attraenti, forse per l'abbigliameto succinto e giovanile, una, deciso il prezzo scopò, amoreggiò, facendole anche il culo con An...la
L'altra invece, incredibilmente desiderò che l'inculassi, baciandola e palpandole le tette, accettai con grande piacere, ma poi, era piuttosto robusta, mi prese, mi fece girare e mi inculò con un suo apposito coso
Lo presi  chiedendo solo..." Faccia piano mia Signora, siamo le sue schiave, non è necessario che siate violente...lo prendiamo con piacere ..."
Dal punto di vista finanziario le cose cominciarono ad andare meglio, a me venne la stupida idea che avremmo potuto coinvolgere due o tre delle donne che si prostituivano lungo le diramazioni che portavano al mare 
Ma giustamente zia mi fermò subito ...Così diventa sfruttamento e ci possono arrestare, mentre se ...siamo solo io e tu ...nessuno può farci niente...se ci va di fare dei pompini o prenderlo nel culo da qualche pastore, camionista ....
...quelli che ci vogliono...tutti donne uomini...basta che ...
..." Non siano negri , " Le rubai la battuta , baciandola
Così proseguimmo, con guadagni discreti anche se non grandi, il sufficiente a pagare i debiti con il Dottor Pr.e..ti che comunque si accontentava di parte in denaro e per il resto facendoci il culo
Poi però un giorno
Fine quarta parte  
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