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“Si mi vuoi, ma vuoi stare anche da solo. Si, ti piaccio, ma ti piace anche la barista e le ragazze con cui vai a ballare. Ho capito che ti manco, ma se ti manco perché non mi riprendi? Vuoi stare con me quando ti accontento, sono un giocattolo da far arrabbiare perché ti piace, perché sai che puoi. Che gioco sadico, vedere fin quanto mi puoi spingere, fin quanto sono disposta a soffrire per te. Mi lasci ma poi mi riprendi con due messaggi all'una di notte e qualche bacio a mezz'aria. Perdonami se mi dici che mi ami ed io non ti credo più.”
— About a moonlight.
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Sii sicura di te, non cercare le tue sicurezze in un'altra persona. Ama te stessa prima di tutto, non dimenticare di farlo per l'amore di un'altro. Sii fiera delle tue scelte, anche quando non vengono riconosciute da chi vorresti. Sii felice per la vita che ti sei costruita, non pretendere che sia una sola persona l'artefice della tua felicità. È bello sapere di poter contare sempre su qualcuno, ma sappi che non ne hai bisogno. È bello poter dire non devo farcela da sola, ma sappi che comunque tu da sola sei in grado di farcela benissimo. Non potrai amare nessuno davvero se non ami per prima te stessa; non sarà l'amore a darti la felicità, se non la cerchi nelle tue scelte; chi ti ama si innamorerà dei difetti che tu non sopporti ma non sarà lui a farteli apprezzare se non lo fai da te. Scegli te, ama te, prima di scegliere e di amare chiunque altro. Scegli te, ama te, per poter scegliere e amare chiunque altro.
-Ilpesodellatuaassenza
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“A volte non hai il tempo di accorgertene, le cose capitano in pochi secondi. Tutto cambia. Sei vivo. Sei morto. E il mondo va avanti. Siamo sottili come carta.”
— Charles Bukowski
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Grazie per aver visto in me musei, dove io ho visto solo corridoi vuoti.
M.E.P.
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“Monet ha dipinto oltre duecento ninfee. Guardando lo stesso stagno. A riprova di quanto può essere bella la stessa cosa ogni giorno. Quando la guardi con amore.”
— thecoffeepaper
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Il letto sfatto, i vestiti ovunque. I capelli in disordine, il cuore a mille. La notte che prende forma.
Un’alchimia perfetta, per un’abbraccio, che non sa di fretta. Il tuo profumo addosso, i miei morsi, sul tuo collo.
-5.00
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volevo dirti,
sai,
che sei devastante
anche quando
ti volti e te ne vai,
che le tue spalle
si trasformano nel luogo
in cui vengono alla luce
le onde di tutti i mari del mondo,
che la tua schiena sembra nata
fra le mani del Bernini,
che le tue braccia disarmano
qualunque forma d’arte,
e la tua pelle, di marmo e candore,
sa animare il David,
e sottrargli qualsiasi gloria.
manuela g.
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“Non so nulla con certezza, ma la vista delle stelle mi fa sognare.”
— Vincent Van Gogh
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«So come with me where dreams are born, and time is never planned. Just think of happy things and your heart will fly on wings, forever, in Never Neverland»
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“How can you look at me as I was just another one of your deals? (Come puoi guardarmi come se fossi solo un altro dei tuoi giochi?)”
— Romeo and Juliet, Dire Straits (via @hereisjimma )
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“But if you never try you’ll never know”
— Coldplay
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“‘Cause I’m only a crack in this castle of glass.”
— Linkin Park. (R.I.P Chester Bennington)
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“Amo quando il tempo rispecchia il tuo stato d'animo”
—
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Per tutte le violenze consumate su di lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le sue ali che avete tarpato, per tutto questo: in piedi, signori, davanti ad una donna.
[William Shakespeare] (via invernipienidimalinconia)
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Nessuno non ha peccato, però questo si impara e vorrei che l'occhio nero lo aveste per il mascara.
(via pioggia-di-parole)
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Cara mamma, chissà che effetto ti ha fatto prendermi in braccio per la prima volta. Con quella tutina rosa e il cappellino, mentre facevo fatica a tenere gli occhi aperti. Forse ero stata al buio così tanto tempo che la luce non doveva piacermi molto. Cara mamma, so che il tuo mestiere è stato terribilmente difficile. So che non deve essere stato facile sopportare i miei pianti di neonata, quando non sapevo dirti cosa volessi o cosa mi facesse male. Ma forse è stato ancora più complicato dopo, quando durante l’adolescenza mi chiudevo in camera a piangere e avrei potuto raccontarti tutto, e tu avresti voluto sentire tutto per capire dove mi facesse male per metterci un cerotto, come quando ero piccola e potevi solo indovinare il motivo delle mie lacrime… Ma non ti dicevo niente. Cara mamma, non mi hai mai detto che stare al mondo sarebbe stato così difficile. Forse non volevi spaventarmi, o forse sapevi che me ne sarei accorta fin troppo presto. So che sei stata fiera di me quando ero una bambina solare e allegra, e sei stata fiera quando ho passato con il massimo dei voti l’esame di terza media che al tempo mi sembrava una prova difficilissima. So che eri contenta quando mi hai vista prepararmi per quella festa a cui mi avevano invitato, perché mi ero finalmente messa un vestito e avevo indossato i tacchi per la prima volta. Ed ero bella, anche se facevo fatica a camminare e avevo male ai piedi dopo cinque minuti. Ma so quanto è stato difficile lasciarmi andare a quella festa. Vedi mamma, io ancora non lo sapevo. Ma tu sì. Sapevi che è difficile essere una ragazza in questo mondo. Perché prima di una festa, a mio fratello dovevi dire “non fare tardi, divertiti.” A me dovevi dire “stai attenta.” E io all’inizio non capivo. Non capivo che avrei dovuto stare attenta agli sguardi dei ragazzi, che a volte potevano essere curiosi ma innocui, altre volte invece potevano essere pericolosi. E solo con l’esperienza sarei stata in grado di distinguerli. Non capivo che avrei dovuto porre attenzione ai drink che bevevo, e alle persone con cui parlavo. Non capivo che sarebbe stato un rischio farmi accompagnare a casa da quel ragazzo simpatico con cui avevo ballato per tutta la sera. Io non lo sapevo, mamma. E tu avresti voluto tanto proteggermi, anche quella volta che sono tornata a casa piangendo perché lui mi aveva spezzato il cuore. Perché sapevi che ero innamorata persa, l’avevi capito. Sapevi che con lui avevo vissuto un’emozione dietro l’altra: il primo bacio, la prima volta, la prima litigata. Non te le ho mai raccontate queste cose, ma tu le avevi vissute prima di me. E sapevi che mi lui avrebbe ferita, ma non me lo hai mai detto. Perché non sarebbe servito a niente dirmi “ci sono passata anche io”, sapevi che non ti avrei creduto, che non ti avrei neanche voluto sentire, che ti avrei mandata via convinta che tu non potessi capire. E invece potevi capire benissimo. Ma non me lo hai detto. Ne avresti parlato con papà, e lui si sarebbe incazzato perché “nessuno può fare del male alla mia bambina.” Tu l’avresti calmato, perché sapevi che in fondo l’aveva fatto anche lui tanti anni prima. Perché prima o poi una ragazza ci deve passare. È l’unico modo per insegnarci che i principi azzurri non esistono, mamma, e tu lo sapevi. Ma non me l’hai mai detto perché non volevi togliermi i sogni, perché volevi che scoprissi da sola la verità. Sapevi che certe cose non basta dirle, bisogna viverle. Cara mamma, a volte i ragazzi per strada commentano il corpo delle ragazze come se fosse merce in esposizione. E per un certo periodo anche io mi preoccupavo perché non avevo abbastanza seno, o perché avevo le cosce grosse, o quel chilo in più sulla pancia. Guardavo le altre ragazze e le vedevo più belle di me, più giuste, più amate. E tu lo sapevi. Sapevi che dopo la doccia mi fermavo ad analizzare ogni difetto, sapevi che a volte non mangiavo il dolce non perché non mi andasse, ma perché ero convinta che quelle calorie in meno mi avrebbero resa più bella. Solo dopo avrei capito. Bella per chi, mamma? Solo dopo ho capito che non erano i ragazzi a dovermi trovare bella, ero solo io a dovermi considerare tale. L’ho capito più tardi, mamma. Ma tu sapevi che prima o poi sarebbe successo. Perché mi hai sempre dato fiducia. E io non so quando una ragazza diventi donna. Non penso sia quando le viene il ciclo per la prima volta, o quando indossa per la prima volta un reggiseno, o quando dà il primo bacio o quando per la prima volta fa l’amore. Cara mamma, un giorno, forse, anche io avrò una bambina. E anche io le metterò la tutina rosa e il cappellino, stringendola forte. Un giorno anche io avrò paura quando mi dirà “stasera esco” e, come te, mi preoccuperò quando mi chiederà di andare a prenderla prima che la festa finisca, perché non le va più di stare lì. Anche io, come avete fatto tu e papà con me, starò sveglia tutto il tempo per poi prendere la macchina di notte e andare da lei per riportarla a casa. Perché capirò che un genitore è tranquillo solo quando sa che i figli sono al sicuro, e so che a volte vorresti tornare ai tempi in cui ero bambina, quando potevi prendermi in braccio e ti prendevo la mano per attraversare la strada. Mamma, un giorno sentirò mia figlia piangere da sola in camera e capirò che un ragazzo le ha spezzato il cuore, e non potrò dirle che sarà solo lei, col tempo, a poterlo riaggiustare. Perché non mi crederà. Me l’hai insegnato tu. Cara mamma, un giorno sarò orgogliosa di lei nel vedere che sarà diventata donna, come tu sei orgogliosa di me. Lei forse non capirà. E, come hai fatto tu con me, io non glielo dirò. Quando sarà il momento, lo capirà da sé.
Miriana Cimbro, lezionidivoloperprincipianti (via lezionidivoloperprincipianti)
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