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La Juventus dopo aver esonerato Sarri, sorprende tutti con la scelta del nuovo tecnico.
Andrea Pirlo sarà il nuovo allenatore della Juventus.
Decisione presa dal presidente Agnelli, senza se e senza ma.
Decisione presa non certo ieri.
Adesso sotto col mercato e tutti con Andrea.
Fino alla fine.
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Finisce dopo Juventus Lione il percorso di Sarri.
Non che la partita servisse a chiudere il rapporto, semplicemente ha fatto da clessidra.
Adesso inizia il dopo, il futuro vero, quello messo in standby il 16/6/19.
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TORINO – Una condanna, tre assoluzioni, tre patteggiamenti, dodici rinvii a giudizio e due proscioglimenti. Si è chiusa così a Torino l’udienza preliminare dell’inchiesta Last Banner sugli ultrà della Juventus accusati, a vario titolo, di estorsione ai danni della società e di violenza privata contro altri tifosi. La pena inflitta dal gip Stefano Vitelli con rito abbreviato è due mesi e venti giorni più duemila euro di provvisionale alla Juventus, che intende destinare l’eventuale indennizzo complessivo in beneficenza all’istituto oncologico di Candiolo.
Per i rinviati a giudizio il processo comincerà il 30 settembre. Dino Mocciola, uno dei leader della tifoseria organizzata bianconera, ora agli arresti domiciliari, ha ottenuto dal giudice il permesso di andare al lavoro (in un negozio di abbigliamento a Nichelino). A un altro imputato è stata concessa la revoca dell’obbligo di presentazione alle forze dell’ordine. Il procedimento con il rito abbreviato ha riguardato quattro persone: oltre all’unica condanna sono state pronunciate due assoluzioni e un proscioglimento per “fatto di lieve entità“. La posizione degli altri indagati nell’inchiesta Last Banner è stata stralciata dopo la loro richiesta di messa alla prova.
CDS
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La Juventus è campione di Italia per la nona volta consecutiva.
Ha vinto un campionato unico, difficile, polemico e mediatico come non mai.
Sono 38 ma i furbi gridano 36.
È comunque leggenda, quella che nessuno di voi avrà mai.
Ed è solo l’inizio.
Fino alla fine.
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A cura di Celso Varani.
Maurizio Sarri è riuscito a fare, alla Juventus, quello che altrove, con un sarrismo sicuramente più convincente, non era riuscito a fare: vincere lo scudetto.
“Se ci siete riusciti con me, significa che siete forti per davvero”
dirà per scherzo, ma neanche troppo.
La Juventus ha sposato Sarri, ma è Sarri che è finito per andare a vivere a casa Juventus. Il sarrismo è ancora fuori, in giardino. Come un contadino che sposa una nobile Signora: si rimane contadini nell’animo, tra una grattata, una scavata e una frase sboccata, ma poi si prendono i benefit della nobiltà.
Vincere non è per tutti una volta, figuriamoci nove di fila. Però, per una valutazione più genuina, bisogna spostarsi fuori da quella porta, ancora più in là del giardino in cui è fermo il sarrismo. Stagioni così in cui la Juve prende così tanti gol e segna così tanti record negativi non capitano sovente.
Le avversarie che sono riuscite ad ampliare il loro distacco da una squadra che ha fatto 5 punti e preso 12 gol in Milan,Atalanta,Sassuolo,Lazio e Udinese sono le reali protagoniste di un grandissimo fallimento. Poteva essere realmente l’anno di una rivale accreditata (l’Inter non ha una brutta squadra, la Lazio è molto collaudata) o di una outsider (l’Atalanta non è più una sorpresa).
Rispetto agli anni scorsi, infatti, questa Juve ha dato segno di essere battibile da chiunque abbia un po’ di qualità, corsa ed organizzazione, in qualunque momento della partita – vedasi le tante rimonte patite -, in qualunque momento della stagione. Una squadra che non ha mai trovato la quadra, appesa ai suoi fuoriclasse. Che ha vinto lo scudetto. Ancora. E perché?
Perché le altre sanno fare tante cose, tranne che vincere. Quando arriva il momento di farlo, si guardano in faccia e si chiedono come si faccia. È questo che la Juve ha tolto alla concorrenza in questi nove anni. Può capitare di perdere la Coppa Italia, perché lì sbagliando lo scontro diretto vai fuori, ma non lo scudetto, perché quella continuità le altre non ce l’hanno e nove anni in questo modo ti convincono di non poterla avere.
In questi nove anni, gli è stata sgretolata dalla seconda Juve di Allegri, quella che ha concesso il vantaggio enorme all’inizio e poi ha fatto filotto – con Buffon record di imbattibilità -. Tutto questo è esattamente il duale di quanto avviene alla Juve in Champions: bene, benissimo, a un passo, ma poi non si sa come si fa ad alzarla e quando va bene si indossa una medaglia d’argento, che sa comunque di latta.
Per assurdo, proprio Maurizio Sarri, quello che in Italia non era stato mai capace di vincere da contadino, è colui che ha vinto più di recente qualcosa in Europa. Al Chelsea, che il sarrismo l’ha gettato nella Manica dopo pochissimi mesi, per sbarazzarsene dopo un anno. Vincere, anche senza convincere.
Tra grattate di palle, rigori casuali, mozziconi masticati, polo sudate e quant’altro. Perché il 24 agosto sarebbe bello poter iniziare l’articolo così:
“Maurizio Sarri è riuscito a fare, alla Juventus, quello che altri, con un gioco sicuramente più convincente, non erano riusciti a fare: vincere la Champions”.
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Il quartier generale Juventus è zona militare invalicabile già di suo, ma lo diventa ancora di più quando di mezzo ci sono da correlare l’aspetto tecnico con quello della comunicazione. In quei casi, il filo spinato che chiude il guscio esterno è lo stesso che separa i reparti interni. Si arriva così a situazioni grottesche come l’annuncio di un anno fa di Maurizio Sarri, quella foto scontornata degna di un ragazzetto alle prime armi con Photoshop, perché, dice un vecchio detto, se vuoi mantenere davvero un segreto, prima di tutto non fidarti dei tuoi amici.
Con #stron9er spoilerato il giorno prima della partita decisiva, questo concetto arriva all’apoteosi. I cugini di Jeep (parentela metaforica ma neanche tanto) sparano tanto di hashtag con 24 ore di anticipo, e immaginiamo Maurizio Sarri buttare non più una, ma due mani sul cavallo dei pantaloni, perché la gufata autoprodotta è tra le peggiori esistenti nel mondo della scaramanzia sportiva. Rappresenta tuttavia, ancora una volta, l’ingerenza dei cugini (parentela reale, non più metaforica) verso il mondo Juventus.
I cugini più ricchi hanno così il potere, con un click, di determinare lo sputtanamento mediatico, il lavoro preparato in anticipo (perché come con w8nderful e i precedenti, ci sarà anche tanto di video a corredo), quasi a voler dimostrare, scientemente prima che involontariamente, di poter comunque mettere il naso, dire l’ultima parola, se non la prima.
Utilizzare il traino Juventus a proprio uso e consumo, anche: le nuove ibride hanno sicuramente più visibilità, adesso, e poco importa se sia servito mettere in ridicolo gli altri, perché nella logica del marketing conta il “purché se ne parli” e l’effetto pubblicitario per l’auto è comunque garantito.
Viene da porsi una domanda. Un anno fa, girava la voce che Maurizio Sarri fosse stato scelto proprio con la stessa tecnica dagli stessi cugini: “Un nome entro subito!”.
Siamo sicuri che chi sostenesse questa tesi fosse davvero un terrapiattista?
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Vincente, ma scontenta: la Juventus senza difesa e i veleni sul futuro. La sconfitta di Udine non cambia la sostanza (la festa scudetto è solo rinviata), ma ha creato un microclima tossico sulla squadra bianconera.
I tifosi ce l’hanno con Sarri, che di suo fa poco per respingerne i malumori della piazza. L’allenatore è più vittima della situazione che artefice delle difficoltà in cui si dimena.
Sempre secondo La Repubblica, ogni ragionamento sulla panchina è sospeso in attesa della Champions League, la competizione che indirizzerà le strategie: nessuno alla Juve immaginava di dover vincolare i programmi di settembre ai risultati di agosto, eppure è ciò che sta accadendo.
SARRI INDIFESO – Per la prima volta dal 1962 una squadra si laureerà campione d’Italia con più di un gol subito a partita. Sarri sulla tenuta poco stagna della difesa offre spiegazioni tra il contraddittorio e l’inaccettabile:
“Abbiamo subito molti gol anche perché abbiamo avuto 12 rigori contro”.
In realtà sono 11, di cui solo 8 andati a segno: possono forse rappresentare un’attenuante?
La realtà è che la Juve di Conte e Allegri non era scalfibile, mentre questa è sistematicamente vulnerabile, tant’è che 4 delle 5 sconfitte le ha patite dopo essere passata in vantaggio. Ha perduto la sua dote peculiare, cioè il governo sulla partita:
Atalanta, Milan, Sassuolo e Lazio, in queste settimane, l’hanno sovrastata nel possesso palla, che spesso significa gestione della gara.
E così domani festeggerà un titolo che darà da pensare ai dirigenti.
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La Juventus cerca un centravanti sul mercato per il dopo Higuain, destinato a lasciare Torino con un anno d’anticipo rispetto alla scadenza del contratto fissata a giugno 2021.
Secondo Tuttosport, Raul Jimenez del Wolverhampton e Arkadiusz Milik del Napoli sono in prima fila davanti a Edin Dzeko della Roma e Alexandre Lacazette dell’Arsenal.
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A cura di Pepo.
Szczesny
2 tiri 2 goal media altissima
Voto 5
Alex Sandro
Ti capisco se non hai voglia. Giochi nella Juve. Guadagni 5 milioni l anno. Come fai ad andare avanti.
Voto 2
De ligt
Dice che ora pulisce anche gli spogliatoi.
Voto 7
Rugani
A me dicevano che quando un difensore si fa spostare deve darsi all’ippica o al montaggio mobili.
Voto 4
Danilo
HRIC….. traducete voi.
Voto 4
Bentancur
Metti la sveglia ragazzo, ci servi.
Voto 5.5
Rabiot
Cavallo pazzo in tutti i sensi ieri.
Voto 6
Ramsey
HRIC al quadrato.
Voto 4
Dybala
Avevi portato il pallone da casa ieri.
Voto 5
Ronaldo
Da scarpa d oro a scarpa di legno. Il momento è breve.
Voto 6
Bernardeschi
Dopo la passeggiata sul campo e il riscaldamento. La partita inizia.
Voto 4
Matuidi
Corri corri corri. Ma ndo cazzo devi andare?
Voto 5
Cuadrado
Ti hanno messo per dare l’ultima spinta. Ma non agli avversari.
Voto 5
Douglas Costa
Con il caldo i brasiliani si esaltano… flash scarico. Cambiare pile .
Voto 5
Sarri
Avevo tanta voglia di smettere di fumare che fumo ancora per crearmi senso di appagamento.
Voto 3
L'articolo Pagelle Sale e Pepo. Udinese – Juventus, 23/07/2020, Serie A. proviene da La Quarta Stella.
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A cura di Celso Varani.
Non ci prenda in giro, mister. Anzi, per dirla alla sua maniera, non ci continui a prendere per il culo.
La dichiarazione alla fine di una partita come quella di Udine non può parlare mai di “troppa voglia di vincere che ci ha fatto perdere”. Semmai, si è perso perché questa Juve non ha mai avuto durante l’anno “troppa voglia di non perdere”.
La cattiveria agonistica e l’odio nel prendere gol sono atteggiamenti che non passano, per fare un esempio, da un’ammonizione dopo 22 secondi come quella di Ramsey. Passano da un’ammonizione a 22 secondi dalla fine, semmai, che Alex Sandro avrebbe dovuto ben spendere per abbattere Fofana lanciato verso la gloria: ma, in tempi di “black lives matter”, sia mai. Va bene, ma allora il pari?
La batteria della gara sui 50 metri parte dal cerchio di centrocampo: sul cross arriverà Nestorovsky per primo in tuffo di testa, tallonato da un compagno, mentre staccato di dieci metri arrancherà ancora una volta lui, Alex Sandro, e dire che la pelle del marcatore in questo caso è bianca, bianchissima.
Parafrasando il grande Lino Banfi, non è una questione di pelle, non in senso epidermico. A questa Juventus, il cui specchio è l’atteggiamento difensivo di Alex Sandro, non “sta sulle palle” prendere gol, l’idea di perdere, l’idea di farsi rimontare che è diventata quasi un must, l’idea di avere pietà di partita e avversario.
La gara di Udine è l’ennesimo stucchevole palleggio in cui non basta la solita prodezza del singolo – tocca al solito monumentale De Ligt -, perché quando l’avversario resta vivo, e non arriva una casualità a regalare alla Juventus un gol in più, son dolori sempre. Sempre, e questa volta basta una squadretta un po’ motivata, perché l’Udinese coi tre punti vola a salvarsi lasciando il Lecce a 7 punti sui 9 ancora disponibili.
Proprio l’assenza di stimoli di Samp e Cagliari dovrebbero essere l’appiglio per cercare i tre punti che mancano all’ufficialità dello scudetto. Anche se, dovessi scommettere, oggi direi che la Juventus lo vincerebbe anche facendo zero punti da qui a fine anno, e la motivazione sta in questo virgolettato di Fabio Paratici nel pre partita :
“Quando si fanno i consuntivi vedo che tutti i club hanno raggiunto i loro obiettivi, però nessuno dice che il loro obiettivo era lo scudetto. Noi invece ci riusciamo tutti gli anni. _Se nessuno vuole vincere, ce lo prendiamo noi_”.
Nella corsa dei gamberi, si vince pure stando fermi. Se è l’unica cosa che conta, allora sarà un buon consuntivo pure il suo: ma non si era cambiato tutto perché si dovesse pure divertire e convincere, oltre che vincere?
Fino alla fine.
L'articolo Serie A. Udinese – Juventus. proviene da La Quarta Stella.
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A cura di Pepo.
Szczesny
E vola vola l’ape maia. Non di certo IMMOBILE.
Voto 7
Bonucci
Zzzzzzzzzzzzzz zzzzzzzzzzzzz zzzzzzzz una volta si dormiva su 7 cuscini con lui. Ora si dorme e basta.
Voto 4
De ligt
Sale e stagionatura e iniziamo la Spalla a natale.
Voto 7
Cuadrado
Con il mocho in testa pulisce tutto e tutti.
Voto 6.5
Sandro
Clip clop cavalca cavallo.
Voto 6.5
Benta
Dillo con me. Nel nostro centrocampo non devo fare il giocoliere.
Voto 6
Rabiot
Meno male c era il mercato di gennaio . Ottimo acquisto.
Voto 7
Ramsey
Con l 8 non devi mica per forza fare Gattuso.
Voto 6
Costa
Carica il fucile che a salve si spara solo a capodanno.
Voto 5
Dybala
La palla è qui la palla è lì. La palla è qua . Dove è le palla.
Voto 8
Ronaldo
Vola un aquila nel cielo… POOM POOM e l’aquila non vola più.
Voto 8
Matuidi
Lo faceva già Ramsey così.
Voto 6
Rugani
Dai mister fammi entrare ho la donna a vedermi.
Senza voto.
Danilo
Al limite se sono in ritardo faccio fallo. Ha detto così vero il mister? NO.
Voto 5
Sarri
Ora mi fo twitter e scrivo fiuuuuu che per me vole di che ho appena rilasciato nicotina.
Voto 6.5
L'articolo Pagelle Sale e Pepo. Juventus – Lazio, 20/07/2020, Serie A. proviene da La Quarta Stella.
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A cura di Celso Varani.
Ore 23.33 di un caldissimo 20 luglio 2020 a Torino. La Juventus è a un passo dal suo nono scudetto consecutivo, il suo allenatore Maurizio Sarri è a un passo dal proprio primo scudetto. Posa il taccuino, posa l’integralismo, e cambia Dybala per Rugani.
Comunque si vogliano mescolare gli uomini in campo, alle 23.33 di questo caldissimo 20 luglio torinese, Maurizio Sarri decide di distruggere quel “MAI” così netto pronunciato un anno prima al solo pensiero di “difesa a 3” per scendere a patti con la tradizione italiana, sabauda, pragmaticamente bianconera e sposare il “vincere è l’unica cosa che conta”.
D’altra parte, neanche 24 ore prima, chi la maglia bianconera l’aveva indossata fino a prendersi una stella, scudetti, coppe e fascia di capitano, aveva svenduto peggio la propria dignità professando l’ammissione di congiure storiche e avversità contro l’attuale squadra da lui allenata: l’Inter.
Proprio Antonio Conte, alle 23.33, sta sul trespolo sulla punizione di SMS che potrebbe tenerlo aggrappato a una speranza di logiche matematiche buone per vendere i giornali e costruire iperboli sulle grafiche tv: parata, respinta, Juve a +8, che con lo scontro diretto fanno 9, praticamente quanti gli scudetti in fila.
Le ultime quattro gare, con un vantaggio del genere, sono un po’ come l’ultima tappa dei classici ciclistici, in cui sì la classifica potrebbe cambiare, ma non accade mai e diventa una passerella del vincitore.
A dir la verità, Maurizio Sarri ci aveva provato a mettere un po’ di pepe già nel prepartita. Fuori Dybala e dentro Higuain, per occupare l’area ed evitare la solita marmellata al limite dell’area tra i tanti giocatori metà centrocampisti e metà trequartisti, vedi Dybala stesso, ma vedi ancora di più Rabiot e Ramsey, senza dimenticare quelli come Cuadrado e Douglas Costa che amano offendere, e senza lasciare da parte Cristiano Ronaldo, che fermo dentro l’area non ci vuole proprio stare.
L’infortunio del Pipita in riscaldamento spariglia un po’ le carte, la prestazione del suo sostituto lascia più di un interrogativo sulla scelta iniziale, anche se un Dybala in tale spolvero, con squadre cotte, avrebbe potuto essere ugualmente un crack a partita in corso. Ma la partita è l’unica a correre, le squadre sono evidentemente sfracellate dal tour de force di questo forsennato rientro. Il primo tempo scivola via, fermo al palo di Alex Sandro da una parte e di Immobile dall’altra.
Come spesso già visto, la Juve di inizio ripresa è arrembante e poco conta che il vantaggio arrivi sul solito format regolamentare del mani casuale, perché prima ci sono comunque un paio di situazioni molto pericolose in area laziale. Ronaldo dal dischetto è la solita sentenza, così come lo diventa una manciata di minuti dopo, su una svista drammatica della difesa biancoceleste. Siamo intorno alle 23 e tutta l’Italia bianconera sa che fino allo scudetto c’è da attendersi la solita cappella là dietro.
Che giunge puntuale, con la solita insicurezza alternata a spocchia quando c’è da giocare una palla dalle parti della propria area. Rigore anche per Immobile, che viaggia pure lui a 30 gol attivi, e siamo in un soffio vicini alle 23.30. La Lazio è farcita di ragazzini della Primavera, ma contro i patemi di una difesa bianconera capace di sgretolare la certezza in un attimo, un 2002 fa paura come Lewandowsky.
Là dentro salgono i piloni, di testa pure De Ligt fatica. E pian piano, gli innesti hanno spostato il baricentro già un po’ più in basso: Danilo per Costa, Matuidi per Ramsey. Alle 23.33, Rugani per Dybala, la difesa a tre che in realtà è più una marmellata fatta dalle parti del proprio portiere e non di quello avversario, sancisce che vincere è davvero l’unica cosa che conta.
Come col Trap, con Lippi, con Capello, con Allegri. Via il bello, dentro il risultato.
La Juventus e la sua storia hanno vinto ancora.
Anche contro Maurizio Sarri.
Anche con Maurizio Sarri.
L'articolo Seria A. Juventus – Lazio. proviene da La Quarta Stella.
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Cristiano Ronaldo pronto alla sfida con il capocannoniere del campionato Ciro Immobile.
L’ex Juve è a quota 29, CR7 insegue a 28.
Come riferisce La Gazzetta dello Sport, i due hanno quasi sempre segnato un gol insieme.
Solo in tre giornate non è arrivato un gol di uno tra Ronaldo e Ciro Immobile:
insieme hanno ‘steccato’ solo alla 5ª giornata, alla 26esima e alla 33esima, l’ultima, contro Sassuolo e Udinese.
L'articolo Ronaldo VS Immobile. proviene da La Quarta Stella.
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Ieri si sono svolti degli incontri per quanto riguarda i vertici Juventus.
https://www.laquartastella.it/wp-content/uploads/2020/07/VID-20200716-WA00450.mp4
Indiscrezioni vogliono l’argomento principale il centrocampo e la guida tecnica.
Un aperitivo e un ambiente di livello avranno fatto scegliere bene quale mazza usare per il prossimo tiro?
L'articolo Quale mazza scegliere? proviene da La Quarta Stella.
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Nuovi rumors su una possibile separazione anticipata tra Sarri e la Juventus, uno scenario che per il momento non trova riscontri.
Canovi, agente, si spinge addirittura oltre, indicando il possibile successore del tecnico.
«Secondo me è anni che non allena, ma penso a Laurent Blanc, che stranamente ha preso il procuratore di Ronaldo ultimamente. Su di lui c’è il Valencia, ma secondo me Mendes sta lavorando per portarlo alla Juventus».
L'articolo Noir et Blanc? proviene da La Quarta Stella.
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A cura di Pepo.
Szczesny
Se non ci arrivi almeno tiraci i guanti.
Voto 7
Danilo
Le diagonali sono linee rette che vanno da angolo ad angolo. Hai CAPUTO? Fai con calma un BOGA alla volta
Voto 6
Alex Sandro
Il passo dei pocorai sta a greve in chianti. Una visita la farei
Voto 5.5
De ligt
Per non fare rigore le inventa nere. Si smonta anche le spalle.
Voto 6
Chiellini
Senza turbante lo vedi che non sei te.
Voto 5
Pjanic
12 minuti super. Poi finisce la trasformazione e i fagioli di bazar sono esauriti.
Voto 6
Bentancur
Eh no così no. Se vuoi diventare kedira dillo che ti prepariamo un lettino al j medical.
Voto 5
Matuidi
Facile sparare i palloni in curva senza tifosi eh.
Voto 5
Bernardeschi
Eppure lo prenderemo quel cecchino che ti ha abbattuto. Hai la nostra parola.
Voto 5
Ronaldo
Essere ci sei sempre. Ma se ti mettono 3 volte la tua canzone preferita alla festa e non balli. Allora diventi di troppo.
Voto 5
Higuain
Ordina Antipasto Primo Secondo Dolce Caffe 12 minuti mangia tutto e va via senza pagare.
Voto 6
Rugani
Per fare un colpo di testa si deve… preparare le braccia e spingere con il corpo. Non il contrario.
Voto 5
Rabiot
Era su Dazn la partita? Andava a scatti.
Voto 6
Dybala
Guarda che se ogni tanto con il giochino ci giocano gli altri, poi te lo ridanno eh.
Voto 5
Ramsey
Ho la soluzione. Ci vuole un pallone e un muretto alto circa 2 metri. 1 ora per 7 giorni. Dovrebbe bastare.
Voto 5
Douglas Costa
Ieri nella versione foto con flash. O foto senza flash?
Voto 5.5
Sarri
Suda 7 camice… per un pari. A fine partita va via zoppicante per un SASSUOLINO nella scarpa. Speriamo se lo togla.
Voto 4
L'articolo Pagelle Sale e Pepo. Sassuolo – Juventus, 15/07/2020, Serie A. proviene da La Quarta Stella.
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Corto muso, ancora tu. Ma non dovevamo non vederci più?
La volata in questo rush finale è di quelle simili a quelle su certe corse di cavalli. Bisogna intendersi di ippica per sapere che nelle corse ai cavalli basta mettere il musetto davanti e andare a vincere.
Fotofinish, corto muso, il primo vince, l’altro è secondo e perde come tutti gli altri. Eredità di un vecchio allenatore. La serie A attuale, per la verità, è una corsa dei cavalli diversa da quella degli ippodromi.
E’ una corsa di cavalli zavorrati e zoppi. Cavalli che avrebbero bisogno di essere nuovamente ferrati. Che patiscono il caldo. La Juve trotta e rimane saldamente davanti, perché i cavalli che stanno bene e corrono sono troppo distanti e gli altri che inseguono hanno problemi simili.
Il trittico Milan-Atalanta-Sassuolo è quello dei giovani puledri che vanno. Fa paura. E allora, tra un mese, sarebbe interessante capire il sentimento che provocheranno i purosangue Lione-Manchester City-Bayern Monaco (tanto per dare una combinazione possibile). Nove gol subiti non dipendono da nessun tipo di analisi tattica.
Nove gol subiti in tre partite, con il portiere migliore in campo per distacco nell’ultima di queste, con due punticini raccolti, rappresentano un ruolino da cavallo sfinito. Ci sarebbe da mandarlo al prato, il cavallo, se non fosse che quando invece il prato è quello rettangolare, il cavallo è nudo, impresentabile, e deve correre per forza.
E il fantino? Mastica. Mastica e scrive. La distanza tra Sarri e la squadra è, se non tutta, parecchia in Chiellini titolare contro un avversario che ti costringe al galoppo sempre: perché? Vero, dopo sono tutti allenatori. Ma si faccia chiarezza: o Chiellini è un giocatore finito, e allora lo si faccia diventare scrittore o dirigente bianconero a tutti gli effetti quanto prima, o la scelta di metterlo in campo è stata una follia.
De Ligt ha le spalle larghe tanto da reggere tutto il reparto arretrato anche con le spalle mezze rotte. Ma trovato il doppio vantaggio, come sempre, la Juve paga l’incapacità organizzativa senza palla per reggere l’urto di un avversario che corre.
E questo è un problema gravissimo, perché denota disorganizzazione e denota che correre con una qualità da colonna di sinistra della classifica, ad oggi, è sufficiente a mettere in grave crisi la squadra otto volte di fila campione d’Italia. In questo progressivo abbattimento, appesi al calendario dei calcoli e dei nove punti da fare per mettere quel musetto davanti, la sfida è comprendere con chi farli. La Lazio verrà a Torino senza più velleità di scudetto, con uno stato psicofisico non lontano dai bianconeri, ma qualità indiscutibili in alcuni uomini cardine.
L’Udinese, specie in Friuli, non è avversario accomodante, è piena dei soliti giovani e sconosciuti stranieri che non devono dimostrare nulla, ha necessità di salvarsi. La Samp sembra essere un altro di quei cavalli che sanno galoppare forte. A Cagliari, come sempre, non sarà il festival dell’amicizia. L’ultima, in casa contro la Roma, potrebbe servire ai giallorossi per prendersi l’Europa in qualche modo.
Su quindici punti, ne servono nove. Tre ogni cinque. La sensazione è che si riuscirà nella doppia impresa di farne meno e vincere, perché dietro gli altri cavalli il musetto lo girano proprio.
Corto muso, ancora tu. Ma non dovevamo non vederci più?
L'articolo Serie A. Sassuolo – Juventus. proviene da La Quarta Stella.
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