Photo
Anouk Aimée in La Dolce Vita , Federico Fellini , 1960.
601 notes
·
View notes
Text
0 notes
Text
I love all the character posters for Wes Anderson’s “The French Dispatch”.
2K notes
·
View notes
Photo
The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun (2021) dir. Wes Anderson
5K notes
·
View notes
Text
302 notes
·
View notes
Text
Ieri sera sono andata al cinema (da sola, per la quinta volta) a vedere Drive my car di Ryūsuke Hamaguchi. 3 ore di film che non si sentono. 3 ore di bellezza assoluta, talmente bello che non so nemmeno come spiegarlo. La scena finale, 5 minuti di silenzio totale, tutti rapiti da quella ragazza che parla con la lingua dei segni coreana e recita l’ultima parte del dramma di Anton Čechov, Zio Vanja. Io mi sono commossa, e sarà pure che ho la lacrima facile, ma ci tengo a mettere un pezzo di quella scena, sperando di far commuovere anche voi.
2 notes
·
View notes
Text
a volte mi illudo di potermi aprire con persone il cui unico problema è l’aver mangiato dei carciofi gratinati con il pangrattato ricavato da pane che probabilmente aveva lo strutto
2 notes
·
View notes
Text
guardo le persone intorno a me e so che sotto sotto stiamo tutti attraversando un momento di merda dal quale speriamo di uscirne vivi ma quanto bello sarebbe se la smettessimo di fingere e ci facessimo un pianto liberatorio capendo di non essere soli
2 notes
·
View notes
Text
Un pensiero per lui.
Una lettera per dirti che ti amo. So che ce lo diciamo spesso, ma io lo percepisco anche nelle piccole cose che fai.
Quando alla sera dormo da te e ci addormentiamo tutti ingarbugliati per poi staccarci per il caldo ma sempre tenendo i nostri piedi vicini.
Quando alla mattina ti svegli per andare a prepararti e mi dai un bacino sulla guancia mentre dormo.
Quando a volte salgo nella tua macchina e mi dici che sono bella.
Quando andiamo a camminare nei boschi e non sentendo più i miei passi ti giri, perché sai che sono rimasta indietro.
Quando ci sono dei punti scivolosi nei percorsi e mi dai la mano, anche se faccio ridere e sembro una novantenne.
Quando finisci di lavorare e la prima cosa che mi dici è “passo da te?”.
Quando sai che non voglio parlare di certe cose ma mi dai comunque la tua spalla su cui piangere.
Quando guidi e mi metti la mano sulla gamba e mi dici “you ok?”.
Quando fai lo scemotto e poi mi abbracci con un sorriso enorme.
Quando pensi di non fare abbastanza per me, anche se sappiamo che non è così, perché è il contrario.
Quando certe persone del passato si rifanno vive non credendo nel nostro amore e tu mi fai sentire amata, mettendomi al primo posto, senza dare troppe spiegazioni a gente inutile.
Quando dobbiamo decidere cosa fare e io ti dico “decidi tu” ma alla fine si fa sempre come dico io perché faresti di tutto per farmi stare bene e a mio agio.
Quando parlo male di me stessa e ti arrabbi. Quando mi dai l’ultimo sorso di tè o l’ultimo pezzettino di cibo.
Quando alle cene io non ho più fame e tu mangi ciò che ho avanzato.
Quando alla sera stiamo sotto alle coperte a guardare programmi trash che a te non piacciono, ma alla fine iniziamo a ridere insieme perché sono troppo cringe.
Quando questo posto ti sta stretto ma sei comunque disposto ad aspettarmi perché sai che il nostro futuro è insieme.
Quando litighiamo o sei nervoso e appena ti calmi vieni a scusarti.
Quando scendo dalla macchina senza dirti “ti amo” e mi guardi storta fino a che non te lo dico.
Quando pensiamo a come vorremmo la nostra casa, al tipo di cucina che compreremo, che tipo di letto avremo.
Quando passiamo i pomeriggi a dormire abbracciati.
Ti amo.
5 notes
·
View notes
Text
231 notes
·
View notes