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damianocapria.com Web Marketing | Recensione di | 20/11/2019
Valutazione su 5!
Ottimo lavoro
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Cos’è Yandex
Se praticate il settore SEO da qualche tempo, probabilmente avrete già sentito parlare di Yandex.
Nonostante il mondo dei motori di ricerca sia dominato in maniera evidente da Google, esistono infatti alcuni concorrenti che, seppur con numeri decisamente più modesti, possono costituire degli sbocchi interessanti per quanto riguarda determinati settori o territori.
Yandex è proprio un motore di ricerca indirizzato verso l’utenza di una precisa zona del mondo, ovvero la Russia (anche se viene usato marginalmente in Ucraina, Bielorussia, Kazakistan e Turchia.
Fondato nel 1997 e attualmente considerato l’ottavo motore di ricerca per numero di utenti al mondo, Yandex può contare anche su una serie di servizi e software a cui si appoggia come Yandex Browser e Money (una sorta di PayPal in versione russa).
Yandex: il motore di ricerca preferito dai russi
Perché un motore di ricerca limitato territorialmente e neanche lontanamente paragonabile a Google potrebbe risultare interessante?
Va specificato come, per chi tratta export verso le suddette aree, Yandex risulta assolutamente essenziale: al di là dei limiti linguistici infatti, se si vuole trattare merci o servizi in Russia, bisogna sapere che Yandex sostituisce pressoché totalmente ciò che è Google per noi occidentali.
Google e Yandex, le differenze
Fare SEO per la Russia vuol dire andare a “rimescolare” le carte in gioco: una sfida ardua ma al contempo piuttosto intrigante per chi lavora in questo settore specifico.
Seppure alcuni principi rimangano gli stessi, Yandex differisce da Google per diversi motivi e, in questo breve articolo, analizzeremo solo parte delle peculiarità del motore di ricerca made in Russia.
Un diverso concetto di geolocalizzazione
Per sua stessa concezione, Yandex fa della geolocalizzazione uno dei fattori principali per l’esito di una ricerca.
Questo fattore è così spiccato nel “Google russo” che porta, a grandi linee, dei vantaggi maggiori rispetto al colosso di Mountain View quando si tratta di concentrarsi sulla SEO locale (basato sulle oblast, ovvero le macro regioni in cui è suddivisa la Russia).
Ciò influenza in maniera anche piuttosto sostanziosa tutto ciò che è SEO offsite, inclusa la struttura di backlink.
Il rovescio della medaglia è che, se si vuole lavorare più globalmente, l’efficienza dell’engine è leggermente penalizzata rispetto a Google.
Un’ottimizzazione più lenta
I crawler di Yandex, operano in maniera leggermente diversa da quelli di Google e, nel complesso, sono più lenti.
Analizzando come lavorano i crawler Google, si nota come il loro instancabile lavoro riesce ad indicizzare nel giro di poche ore pressoché qualunque pagina o articolo presente sul web, tutto ciò viene influenzato da un sistema detto crawl budget.
Come è facilmente intuibile, viste le minori risorse a disposizione, Yandex lavora su ritmi decisamente più lenti.
Ciò può risultare estremamente penalizzante per alcune categorie di siti, mentre la differenza può essere minima per piattaforme che lavorano su medio-lungo termine con la vendita di prodotti.
L’importanza dell’anzianità di un dominio e dell’onsite
Se l’anzianità di un dominio, così come la domain authority sono due fattori importanti su Google, su Yandex è un fattore ancora più determinante.
Allo stesso modo, pare che l’onsite abbia un valore ancora più determinante nel motore di ricerca russo, rispetto al nostro caro e vecchio Google.
Anche Yandex ha una serie di strumenti utili per chi lavora nell’ambito SEO
Nonostante le direttive SEO siano piuttosto simili su entrambi i motori di ricerca, appare evidente come i principi restino quantomeno simili.
Tra le altre cose, anche Yandex offre una serie di tool utili per analizzare e gestire il proprio sito. Il più importante strumento in questo senso è sicuramente Yandex Webmaster, che ha poco da invidiare a quanto offerto da Google Search Console per quanto riguarda l’analisi del proprio sito.
Yandex Webmaster consente di tenere sotto controllo il lavoro dei crawl, analizzare le pagine indicizzare e i backlink ricevuti, testare la presenza o meno di virus e simili sul proprio sito ma anche misurare anche altri dati preziosi come visite, impression eccetera.
Da non sottovalutare poi Yandex Metrica il “collega” russofono di Google Analytics.
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Google Alert, cos’è e come funziona
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Google Alert cos’è?
Se hai bisogno di monitorare un argomento specifico ricevendo automaticamente e regolarmente nella tua casella email gli avvisi sui nuovi contenuti indicizzati su Google a riguardo, questo strumento fa sicuramente al caso tuo!
Google Alert ti permette infatti di programmare degli avvisi (alerts) per qualsiasi parola chiave che venga menzionata su contenuti indicizzati da Google, consentendoti di decidere la frequenza degli invii e la percentuale di pertinenza che questi contenuti devono avere.
Ad esempio se vuoi avere una notifica ogni volta che qualcuno menziona il tuo nome, o quello della tua attività, ti basterà inserire le relative parole chiave per ricevere ogni settimana una email con i link a tutti i contenuti che ne parlano.
L’unica cosa che dovrai fare è settare il sistema una volta, e tutto il resto sarà automatico.
Google Alert come funziona?
Vediamo adesso quanto è semplice impostare i Google Alert:
1 – Naviga sul sito di Google Alert oppuere clicca qui, e nel campo “crea un pulsante di avviso” inserisci la keyword o la keyphrase che vuoi monitorare
2 – Cliccando su “Mostra opzioni” potrai decidere:
La frequenza con cui ricevere gli avvisi
Selezionare la tipologia di fonti che vuoi monitorare
Selezionare la lingua delle fonti che vuoi monitorare
Selezionare il paese delle fonti che vuoi monitorare
Scegliere se vuoi ricevere solo i risultati migliori, o tutti i risultati
imposta le tue preferenze, e inserisci nell’apposito campo l’email dove vuoi che gli avvisi ti vengano recapitati (deve essere una email gmail).
3 – Una volta completato il tutto ti basterà cliccare su “Crea avviso” e Google comincerà ad inviarti regolarmente avvisi riguardo all’argomento che hai digitato.
Fatto, hai impostato Google Alert per farti inviare avvisi con la frequenza desiderata.
Una volta impostato il sistema, Google comincerà a lavorare per te quasi da subito, e non dovrai più ricordarti di cercare informazioni per l’argomento specifico di tuo interesse, perchè saranno le informazioni ad arrivare automaticamente da te.
Altre Opzioni di Google Alert
Navigando sulla pagina di Google Alert scoprirai anche degli argomenti che il sistema ti suggerisce, tra i quali potresti trovare ad esempio il tuo provider di telefonia, o il tuo calciatore preferito.
Argomenti per i quali puoi iscriverti con un click per non perderti neanche una notizia.
Inoltre se sei loggato su Google, cliccando “mostra opzioni” potrai scegliere di ricevere gli avvisi anche tramite RSS feed
Per visualizzare il feed appena creato sarà sufficiente cliccare sull’apposito simbolo RSS
Potrai così copiare l’URL per utilizzarlo dove e come meglio credi.
Google Alert: come eliminare un avviso
Se non hai più bisogno di uno o più avvisi, e non vuoi che Google continui a inviarti email in proposito, ti basta disattivarli.
Disattivare un avviso di Google Alert è molto semplice:
1 – Fai login sul tuo account Google
2 – Elimina uno o più avvisi semplicemente cliccando sul rispettivo simbolo “cestino”
3 – Apparirà un messaggio di conferma in cima alla pagina, dal quale potrai annullare o confermare la cancellazione
4 – Cliccando su Ignora, confermerai la cancellazione dell’avviso
5 – Nel caso in cui tu abbia cancellato l’avviso involontariamente, cliccando su Annulla, ripristinerai l’avviso
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www.comeunospecchio.com Web Marketing | Recensione di Guido | 01/08/2018
Valutazione 5 su 5!
Seguono la mia azienda da diversi anni, sito posizionato in tempi ragionevoli e mantenuto sempre nelle prime posizioni. I responsabili Iseo, poi, si sono sempre rivelati disponibili ad aiutarci e a chiarire ogni dubbio. Iseo in una parola: consigliatissimi
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WordPress, perché è il miglior CMS in circolazione?
Molte persone danno scontato che WordPress sia il miglior CMS presente sul web. Tutto ciò è vero? Per scoprirlo vanno fatte alcune precisazioni riguardo cosa sia un CMS e quali siano i reali competitor di WP.
Con il termine Content Management System, si va a definire un software che lavora direttamente su un server per la gestione di siti o piattaforme che pubblicano contenuti sul web.
WordPress miglior CMS, ma quali sono i competitor?
Quali sono i principali “concorrenti” di WP. Le alternative a WordPress sul web attualmente disponibili sono:
Drupal
joomla!
Blogger
phpBB
Si tratta di CMS piuttosto generici e accomunati a WP anche dalla loro natura Open Source. Esistono poi altre alternative a WordPress, ma specializzate nel settore dell’eCommerce come Prestashop o Magento.
Non mancano naturalmente le piattaforme a pagamento, realizzate da piccoli o grandi aziende di sviluppatori e difficilmente inquadrabili singolarmente.
Perché WordPress è il più diffuso?
Dunque, quali sono le caratteristiche che dovrebbero spingerti a scegliere WordPress per il tuo sito? In realtà il web si presta facilmente ad affidarsi a standard adottati da utenti e sviluppatori: per quanto riguarda i CMS, WP è ormai universalmente riconosciuto come la punta di diamante per quanto riguarda questo genere di software.
Sviluppatori e utenti di tutto il mondo dunque, continuano a utilizzare e fornire nuovi plugin e temi a questa piattaforma, rafforzando la sua posizione dominante.
Ma l’effetto domino deve eppur aver avuto inizio da alcune caratteristiche che hann reso WordPress il CMS più apprezzato del web. Di seguito, ti mostrerò alcuni dei motivi per cui WP è considerato il miglior software nel proprio settore.
Facilità di utilizzo
Inutile negarlo: WordPress è estremamente facile da installare e utilizzare. Con pochi click è possibile installare un nuovo tema grafico o scaricare e attivare un plugin.
Basta seguire una guida piuttosto semplice (o dare una rapida lettura agli articoli che vi abbiamo già mostrato sul nostro sito) per ottenere una conoscenza discretamente approfondita del CMS.
Supporto
Forte della diffusione capillare, WordPress ha un supporto piuttosto consistente non solo per quanto riguarda gli sviluppatori ma anche e soprattutto grazie a una base d’utenza numerosissima.
Esistono una serie pressoché infinita di forum, gruppi e fan page Facebook che consentono di avere aiuto (in maniera del tutto gratuita) da altri utenti più esperti.
Plugin e temi
Il numero di plugin e temi grafici disponibili su WordPress, è davvero impressionante. Essendo il CMS più diffuso al mondo, gli sviluppatori si concentrano su questo CMS e forniscono una quantità davvero incredibile di materiale.
Gli stessi plugin e temi, sono sempre aggiornati e, a loro volta, l’assistenza è assicurata da sviluppatori e altri utenti.
WP è leggero
WordPress (a meno di errori madornali in fase di costruzione del sito) è un sistema leggero e che presenta difficilmente dei problemi.
Naturalmente conta anche molto l’hosting che ospita il sito in questione.
Perché scegliere WordPress
A parte i punti piuttosto generici fatti sinora, va chiarito come ogni CMS si sposa con il tipo di progetto in questione: per un eCommerce con centinaia e centinaia di articoli, ad esempio, molto probabilmente è più indicato un CMS ideato per la vendita online.
Anche se WordPress con il plugin WooCommerce si propone come una valida alternativa, è facile intuire come una struttura ideata appositamente per vendere in rete possa portare vantaggi notevoli a chi vuole muoversi in questa direzione.
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LinkedIn Marketing
LinkedIn Marketing: una soluzione inaspettatamente vincente.
Trovare sempre nuovi clienti è il sogno di chiunque operi nel settore del marketing: sfortunatamente il numero di persone al mondo non è infinito e, molto probabilmente, esistono una marea di competitor pronti a strapparsi tra loro ogni singolo potenziale cliente.
Al di là dei metodi più tradizionali, esiste il web… ma molti degli strumenti utilizzati per attirare l’attenzione dei clienti sono anch’essi utilizzati da un gran numero di marketer. Dove si può trovare uno spiraglio, una fonte di opportunità che consenta di avere ancora un minimo margine di manovra?
LinkedIn Marketing, un nuovo modo di far conoscere la tua azienda a basso costo (se non nullo)
Negli ultimi anni ha preso piede uno strumento online gratuito capace di far crescere costantemente la presenza online di numerose attività: si tratta di LinkedIn.
Questo social network poco propenso al divertimento e molto al lavoro, è effettivamente una delle chiavi di successo più sottovalutate del web. Non si tratta infatti semplicemente di una piattaforma su cui cercare lavoro, in realtà tale social network è molto più profondo di quanto tu possa pensare…
Esistono alcuni passaggi che possono infatti portare un notevole numero di contatti e appuntamenti di lavoro, potenziali nuovi clienti che ti vengono direttamente a cercare senza troppo sforzo.
Come identificare un potenziale cliente tramite buyer persona
LinkedIn può essere molto utile se abbinato ai buyer persona. Per creare un profilo LinkedIn che generi un flusso costante di clienti, è necessario innanzitutto capire qual è il tuo cliente tipo.
Per ottenere nuovi clienti utilizzando LinkedIn, è necessario tracciare dei profili chiari dei tuoi clienti attuali. Se il tuo giro d’affari è già piuttosto elevato,. trova il 20% dei clienti totali che ti ha reso maggiormente durante lo scorso anno.
Tieni presente solo questa percentuale per poter individuare i profili potenzialmente più redditizi. Concentrati raccogliendo i dati e stilando delle buyer persona da questi clienti.
Individua da due a cinque sfide che il tuo potenziale cliente deve affrontare: cosa lo tiene sveglio durante la notte tormentando il suo sonno?
Naturalmente per fare ciò dovrai approfondire quanto più possibile la conoscenza dei clienti presi in esame e prendere appunti utilizzando un foglio di calcolo Excel.
Allo stesso punto, cerca di individuare potenziali pain e punti deboli del potenziale cliente. In questo caso, cerca di riflettere bene non solo su come risolvere questi disagi, ma anche e soprattutto come lavorare positivamente sullo stato mentale del cliente conseguente a tale azione.
Ricorda: le persone comprano la soddisfazione di un desiderio, non i semplici prodotti.
Conoscere le sfide e i punti deboli tramite i buyer persona, ti aiuterà a a conoscere il modo migliore per comunicare con il tuo pubblico.
Ora è tempo di aprire LinkedIn…
Questa breve guida è stata sinora piuttosto banale, vero? Adesso però è tempo di applicare il lavoro fatto su LinkedIn.
Con i tuoi buyer persona in mano, è tempo per te di andare su LinkedIn e ottimizzare il tuo profilo (o crearne uno totalmente nuovo, se non ne sei provvisto).
Si calcola che, in america otto aziende su dieci controllano il profilo LinkedIn prima di assumere personale o prima di fare affari con un’altra azienda.
Bastano pochi secondi, spesso un paio, per allontanare definitivamente una ditta che è finita sulla tua pagina… e sulla quale non farà mai più ritorno!
Per fare una grande prima impressione che consente ai potenziali clienti, devi subito dimostrare di sapere come risolvere i loro problemi. Per fare ciò è indispensabile ottimizzare questi aspetti:
1- Cattura l’attenzione dello spettatore… con lo sfondo del tuo profilo!
Può sembrare piuttosto assurdo, ma lo sfondo del tuo profilo è la parte che cattura l’attenzione durante i primissimi secondi della visita: sapere ciò è un buon vantaggio per poter catturare da subito gli occhi dei visitatori.
Uno sfondo di LinkedIn che cattura l’attenzione di uno spettatore, per esempio, potrebbe rappresentare quello che fai e delle particolari curiosità sul tuo lavoro. Magari una tua citazione a effetto o qualcosa del genere. I messaggi devono comunque sempre essere semplici ed essenziali.
2- Utilizzare una foto che ispiri fiducia e professionalità
Non siamo su Facebook: niente foto divertenti, mal ritagliate o sfocate.
La fotografia deve essere sì sorridente, ma dare allo stesso tempo un’impressione di professionalità. Ricorda che, dopo lo sfondo, la foto personale è uno dei punti dove si concentra maggiormente l’attenzione del visitatore.
3- Non esagerare con troppi lavori e certificazioni
Se è vero che un curriculum ben fornito è sicuramente apprezzato, va anche detto che troppe certificazioni o citazioni finiscono per risultare troppo dispersive.
Cerca di ottimizzare queste sezioni, cercando di concentrarti sulle informazioni più importanti e soprattutto, cercando di intuire dai buyer persona di cui abbiamo parlato, cosa cercano i tuoi potenziali clienti e quali informazioni possono risultare maggiormente interessanti.
4- Trasforma il tuo titolo professionale in una dichiarazione che attira l’attenzione
Per impostazione predefinita, LinkedIn utilizza il titolo del lavoro corrente o il nome della società di cui siamo titolari: quasi ogni utente LinkedIn si ferma a ciò.
Molti altri, utilizzano titoli generici (spesso forzatamente anglofoni) per darsi un tono. Vuoi davvero seguire questa massa? Perché invece non distinguersi?
Crea un titolo incentrato su ciò di cui ha potenzialmente bisogno il cliente, legato in qualche modo ai benefici che puoi offrire.
Ricorda: hai solo 120 caratteri nel titolo professionale, quindi usali in maniera saggia!
5- I fatidici 501 contatti
Per quanto possano valere poco questi traguardi effimeri, ottenere oltre 500 connessioni al proprio profilo LinkedIn può avere un’utilità reale e concreta.
Con 501 contatti o più, viene rafforzata la tua autorità e la tua credibilità anche agli occhi dei motori di ricerca interni (e non solo).
Quando incontri persone agli eventi, scambia biglietti da visita oppure invitali direttamente connettersi con te su LinkedIn, quando ancora il tuo nome e il tuo volto sono freschi nella loro mente… non essere timido!
6- Stuzzica la curiosità dei visitatori
Che si tratti di una domanda ben congegnata o di una dichiarazione provocatoria, utilizzala nella prima riga del riepilogo: utilizza questa parte maggiormente visibile per invogliare il visitatore a soffermarsi e a leggere tutto ciò che è scritto sul profilo.
Oppure tratta la prima riga del riepilogo come un seguito di quanto descritto nel titolo professionale.
7- Prima di voler vendere, fatti conoscere
Nota bene: quando incontri per la prima volta qualcuno, vuole conoscerti. Il momento dell’incontro non coincide con quello della vendita (che verrà eventualmente solo in seguito).
Concentrati sull’aiutarli a conoscerti e fare in modo che si fidino di te, comprendendo come tu sia effettivamente abile nel tuo lavoro.
Una volta che ti colleghi a qualcuno su LinkedIn, può essere buona abitudine mandare un messaggio di benvenuto che sia amichevole e non commerciale.
Il massimo che puoi fare è invitare con un certo tatto, l’utente a visitare il tuo sito web, magari chiedendogli quali sono le sue impressioni a riguardo.
8- Come rimanere in contatto su LinkedIn
Quando hai intrecciato un rapporto, devi cercare di diffondere materiale interessante sul tuo account per mantenere vivo l’interesse nei tuoi confronti.
Non deve per forza essere materiale tuo o di un tuo progetto anzi, postando articoli o altro di grande valore ma proveniente da terze parti, dimostrerai una certa autorità che verrà facilmente riconosciuta dall’utente. Se invece pensi di fare solo spam, forse hai sbagliato social network…
9- Da LinkedIn alla telefonata di lavoro
Quando un cliente comincia a interagire con ciò che condividi e si instaura un certo feeling, continua a dialogare tramite il social network.
Nel momento in cui il rapporto si stringe e si è considerati come un personaggio amichevole e che può realmente offrire un’utilità concreta, puoi passare alla telefonata di lavoro.
Inutile sottolineare come parlare a voce con un potenziale cliente, sia un’azione situata in una fase estremamente avanzata del funnel.
10 – Come costruire l’autorità del tuo profilo LinkedIn
A questo punto è arrivato il primo cliente. Ok, ma non è il momento di fermarsi.
Oltre al passaparola, sempre molto utile, devi costantemente impegnarti per rafforzare sempre di più l’autorità del tuo profilo LinkedIn. Per fare ciò è utile chiedere conferma delle proprie competenze, per esempio.
Un cliente soddisfatto sarà ben lieto di confermare la tua abilità e aumentare dunque l’autorità della tua figura.
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Google Immagini, come trovare foto senza copyright
Trovare foto senza copyright su Google Immagini è una priorità per chiunque si occupi della stesura (o anche solo dell’impaginazione) di articoli.
Il componente visivo infatti ha un grande impatto non solo per quanto riguarda la semplice user experience, ma anche sotto il punto di vista SEO.
A meno di rarissimi casi di fatto, ogni articolo pubblicato su un sito dovrebbe avere un qualche genere di immagine,la cui dimensione può variare soprattutto a seconda delle caratteristiche grafiche della piattaforma su cui stai lavorando.
Google Immagini può aiutarti a trovare foto senza diritti d’autore
In rete si trovano una quantità impressionante di siti che semplicemente si limitano a “copiare” le immagini, senza ben essere consapevoli che possono incorrere in grane legali a causa del copyright.
Fortunatamente, la sezione del motore di ricerca di Google dedicata alle immagini corre in tuo soccorso, offrendoti la possibilità di ottenere foto da utilizzare liberamente sul tuo sito.
Per fare ciò è sufficiente, una volta che hai consultato Google e sei su una serp, cliccare su Immagini, poco sotto il campo di digitazione delle query.
A questo punto troverai una serie di immagini inerenti alla ricerca: tra di esse però, la maggior parte è probabilmente coperta da diritti d’autore.
Proprio poco più a destra rispetto all’opzione Immagini appena selezionata, clicca su Strumenti.
Poco sotto apparirà una serie di opzioni selezionabili. Come Dimensioni, Colore, Diritti di utilizzo, Tipo, Ora e Altri strumenti.
Questi filtri possono essere combinati per offrire come risultato l’immagine che ti è più utile. A livello attuale però, focalizzati su Diritti di utilizzo, cliccandovi sopra.
Dunque si aprirà un menu con le varie modalità secondo cui filtrare le immagini per quanto riguarda il copyright.
Le opzioni sono molteplici anche se, a grandi linee, è possibile notare come vi sono immagini che si possono utilizzare per scopi commerciali o meno e altre che possono o non possono essere modificate.
Naturalmente, la scelta in tal senso, dipende dall’utilizzo che ne vogliamo fare.
Le alternative a Google Immagini
Naturalmente non mancano le alternative: con i tantissimi servizi che, con un’iscrizione o meno, offrono immagini liberamente utilizzabili sui tuoi siti.
Attenzione: naturalmente si tratta di materiale poco originale che con grandi probabilità si potrà facilmente individuare anche su altri siti, magari competitor del tuo!
In ogni caso i servizi utili in tal senso sono, tra i tanti:
ISO Republic
Gratisography
Pexels
Morguefile
In ogni caso, fai sempre molta attenzione ai disclaimer e alle modalità di utilizzo.
Un ultimo appunto che vorrei fare per attirare la tua attenzione riguarda la necessità sempre e comunque di ottimizzare dimensioni e peso delle immagini prima di caricarle sul tuo sito. Ciò può essere fatto tramite software appositi in locale o utilizzando (se il tuo sito gira su WordPress) appositi plugin.
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Ottimizza le pagine del tuo sito, ecco come
Se pensavi che con la realizzazione di un sito web il tuo lavoro fosse finito, mi dispiace contraddirti!
Ottimizzare le pagine del tuo sito è una fase decisamente importante del tuo progetto, che si tratti di un business o di un sito semplicemente informativo. Dietro questo termine, si nascondono però una serie di operazioni piuttosto diverse tra loro che mirano a migliorare a 360 gradi la resa del sito che hai appena realizzato (o che hai commissionato a un webmaster/web agency).
Ottimizza le pagine del tuo sito per ottenere il massimo
Un sito è, soprattutto appena creato, migliorabile secondo diversi punti di vista soprattutto per quanto riguarda performance e user experience (tenendo presente che spesso i due parametri coincidono). In questo caso però, ci soffermeremo sulle varie parti che compongono una piattaforma e le azioni che possono migliorarle sensibilmente.
La Home Page
Affermare che la Home Page sia di vitale importanza per un qualunque sito mi pare quantomeno superfluo: se è vero che si possono ottimizzare pagine e articoli per singole o più keyword che consentono tramite i motori di ricerca di giungervi “bypassando” la Home, va detto come essa deve comunque essere ottimizzata.
Va specificato come un visitatore si approccia alla Home Page con diversi tipi di intenti: c’è chi la vede solo come un punto di passaggio, chi viene immediatamente “catturato” da una call to action e chi invece è solamente curioso e vuole esplorare il nostro sito partendo proprio dalla prima pagina. Un buon metodo per studiare i comportamenti dei tuoi visitatori è affidarsi ai servizi di Heat Map,
Per chi non lo sapesse, le “mappe termiche” consentono di capire come si comportano gli utenti che giungono sulla pagina specifica, mostrando quali aree catturano la loro attenzione utilizzando alcune combinazioni cromatiche. Se utilizzi WordPress, per esempio, esiste un plugin (gratuito) che ti può consentire di lavorare con le Heat Map, ovvero heatmap for WordPress.
Il carrello
Concentriamoci ora sul carrello: uno dei punti più importanti di un eCommerce. Ottimizzare una pagina del genere vuol dire potenzialmente fare un’impennata alle conversioni, rendendo la fase di acquisto un percorso privo di ogni qual si voglia attrito.
Contemporaneamente però, gestire questo pagina non è facile: il suo contenuto infatti, spesso è un form piuttosto complesso e, poterci mettere le mani sopra, spesso non è così facile come si potrebbe pensare. Risulta infatti necessario avere nel proprio team figure che abbiano una certa dimestichezza con i linguaggi di programmazione o, nei casi migliori, con il plugin.
Un altra difficoltà riguardo il carrello ed eventuali a/b test, può essere il fatto che il volume di traffico in questa particolare parte del sito non è così alta… e si tratta comunque di visitatori vicini alla conversione: fare test in questo contesto potrebbe, soprattutto all’inizio, costarti qualche vendita.
Inoltre, bloccare il carrello anche solo qualche ora per un restyling, può costare vendite e dunque denaro… come fare dunque per poter ottimizzare una parte così sensibile di un eCommerce?
Si può lavorare su alcuni piccoli particolari come l’aggiunta di loghi per quanto riguarda garanzie e pagamenti (strumenti convincenti per quanto riguarda le conversioni), anche perché tale aggiunta non richiede nessun tipo di test.
Più generalmente bisogna studiare tutto il percorso effettuato dal carrello, cercando di eliminare anche i minimi particolari che possono frenare l’utente nella fase dell’acquisto: se hai già lavorato bene in fase di progettazione, probabilmente non dovrai comunque mai stravolgere questa parte del sito.
Pagina prodotto
Serve davvero sottolineare come ogni singola pagina prodotto sia importantissima?
In questo senso devi tenere ben presente alcuni principi fondamentali durante la realizzazione e l’ottimizzazione delle pagine prodotto:
Tieni sempre ben presente che il bottone per l’acquisto (o qualunque altro genere di CTA si tratti) deve sempre essere a portata di clic. Il fatidico “Aggiungi al carrello” non deve dunque essere piazzato a casaccio, ma in un punto (o più punti) strategico. Non devi considerare l’azione di aggiungere al carrello come una vendita, ma come micro-conversione intermedia.
Le pagine dei tuoi prodotti non avranno tanto traffico quanto la tua home page o altre sezioni del sito. Tuttavia, avranno sicuramente più del tuo carrello! Secondo alcune ricerche, arrivare a portare il 25% dei visitatori di una pagina prodotto dentro al carrello è già un risultato grandioso. In questa fase critica del percorso, utilizzando gli strumenti adatti, è possibile comprendere i comportamenti degli utenti e dunque ottimizzare questa parte del sito in base a queste informazioni.
Proprio in virtù del rapporto tra carrello e pagina del prodotto, questo è forse il primo punto da cui dovrebbe partire l’ottimizzazione di qualunque eCommerce. Motivi? Queste pagine vanno a collocarsi nella fasi alla base del funnel, sono estremamente profilate e sono molto più facili da connettere direttamente all’azione di conversione.
Non è solo una questione di pagine ma anche di concetti espressi
Ancora prima di agire materialmente sul sito, bisognerebbe cercare di comprendere in maniera approfondita cosa il visitatore (e si spera futuro cliente) sta cercando sulle pagine del nostro sito.
Lo stesso layout di ogni singola pagina, dovrebbe dare vita ad alcune domande come:
è adatta al Buyer persona che abbiamo preparato come profili ideali dei nostri clienti?
quali domande si fa l’utente quando si viene a trovare nella pagina specifica?
riusciamo a dare una spiegazione del prodotto o bene venduto in maniera esaustiva e senza dilungarci troppo?
siamo in grado di dare informazioni dettagliate sulle eventuali modalità di consegna del prodotto? (spesso fattore sottovalutato)
posso fidarmi di questo sito? (in questo caso brand e loghi che certificano la qualità possono essere essenziali)
Si tratta di necessità del visitatore che vanno esaudite con la massima velocità. Come si può intervenire in tal senso? Innanzi tutto vanno considerati tutti i potenziali elementi presenti su una pagina di un qualunque sito eCommerce:
Testo
Immagini
Valutazioni, testimonianze e recensioni
CTA
Prezzi (chiari)
Live chat
Eventuali messaggi di merce esaurita
Video (che mostrano il prodotto o il suo utilizzo)
Eventuali upsell o cross sell
In tal senso non esistono vere e proprie linee guida: non solo ogni sito deve affidarsi a una logica diversa, ma spesso anche pagine di vendita presenti sulla stessa piattaforma devono comporsi secondo diversi criteri.
Un buon modo per agire in tal senso è anche “sondare” i competitor o comunque le grandi piattaforme di vendita online, senza mai dimenticare che comunque sia dovrai mettere qual qualcosa di personale in più per differenziarti e ritagliarti uno spazio (piccolo o grande che sia) nella nicchia di cui ti occupi.
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Creare un sito con WordPress: consigli pratici
Finora abbiamo visto come creare un sito con WordPress sotto il lato di vista puramente pratico.
Una volta installato il CMS, scelto il tema grafico e attivati i primi plugin, si comincia però a fare sul serio: mi piace pensare a un sito WordPress appena avviato come una lavagna completamente pulita, con il webmaster che ha in mano una serie di gessetti colorati. A questo punto contenuti, creatività ma anche scelte mirate alla SEO e alla performance del sito, vanno dosate con un mix che rende la realizzazione di un sito qualcosa di unico e personale.
Creare un sito con WordPress è tecnica e fantasia allo stesso tempo!
Sei pronto a far contento sia Google che i tuoi utenti? Per fortuna spesso entrambi i punti di vista coincidono! In ogni caso, questo articolo mira a raccogliere una serie di consigli e considerazioni che ho accumulato negli ultimi anni durante i quali ho realizzato siti sia personali sia per terzi, incontrando una serie di problemi (e per fortuna anche soddisfazioni) che mi hanno fatto maturare parecchio professionalmente.
Come gestire la home page?
Realizzare un sito con WordPress apre diversi scenari: in molti casi, l’obiettivo è portare il visitatore su una precisa landing page e la home page funge da semplice “contorno”. In altri casi invece, la home page risulta il cuore del sito stesso.
Prendiamo in considerazione per esempio un sito di news: che si tratti di traffico social o proveniente dai motori di ricerca, la maggior parte delle visite sarà diretta all’articolo/news/recensione e, la home page (a meno di essere ottimizzata per una particolare keyword) difficilmente otterrà molte visite.
Qualunque sia l’utilizzo della home, tieni presenti questi consigli che, nella maggior parte dei casi, possono rivelarsi piuttosto preziosi:
rendila leggibile, pulita e mai confusa: parlavamo giusto di testate giornalistiche, un tipo di sito che spesso presenta home page cariche di immagini, menu e link rindondanti. Mantenere una home page pulita consente sia all’utente di muoversi più agilmente all’interno dei contenuti, sia al sito di mantenersi più performante
basta tag cloud: dipende molto dal tipo del sito, ma questa soluzione (oltre a fare molto anni ’90) può creare ridondanze pericolose sotto il punto di vista SEO. Personalmente ritengo questo tipo di tassonomia piuttosto utile per quanto riguarda la struttura del sito, soprattutto per quanto riguarda eventualmente i releated post, ma spesso il cloud viene utilizzato come semplice riempimento: si può trovare qualcosa di decisamente più originale se hai porzioni della home da riempire!
sidebar intelligenti: gestisci le sidebar in maniera intelligente. Immedesimati nel tuo utente tipo, cerca di capire cosa vorrebbe avere a portata di mano. Anche in questo caso, ragionare con semplici link di riempimento può essere controproducente
widget si, widget no: i widget possono arricchire notevolmente una sidebar, ma vanno utilizzati con una certa logica. Anche in questo caso limitati a fornirne di utili all’utente, anche perché possono incidere negativamente per quanto riguarda le prestazioni generali del sito
Come gestire i plugin
I plugin sono decisamente un punto di forza di WordPress, ma vanno gestiti con attenzione.
Innanzi tutto vanno tenuti perennemente aggiornati onde evitare problemi alla sicurezza e, in alcune occasioni, alla struttura stessa del sito. In seconda battuta va fatta grande attenzione a non creare conflitti tra plugin che svolgono compiti simili: installarli e attivarli contemporaneamente può non essere una buona idea.
Terzo e ultimo consiglio (sì, so di non essere particolarmente originale) riguarda la sobrietà: installa solo i plugin che ti sono utili, in quanto soprattutto quelli che lavorano in front end influiscono molto sulle prestazioni generali del sito.
Ricordati inoltre, che a pesare sulle prestazioni sono solo i plugin attivati e non tutti quelli presenti sul tuo sito WordPress.
Immagini
Passiamo ai contenuti veri e propri. Uno dei maggiori problemi che affligge i siti WordPress sono le immagini non ottimizzate. Sebbene esistano plugin appositi che lavorano in automatico, ottimizzando qualunque tipo di immagine caricata, sono personalmente un fan del fai-da-te: con un software piuttosto basico e gratuito come Paint.net, è possibile sistemare qualunque tipo di immagine per quanto riguarda risoluzione, formato eccetera.
Dove puoi, prediligi un formato snello e leggero come i JPG rispetto a PNG o altri.
Ricordati di scegliere immagini di copertina che abbiano una dimensione consona, magari trovando uno standard che si adatti alle esigenze del tema in uso.
Articoli e pagine
A questo punto non mi resta che accennare qualcosa riguardo la composizione di articoli e pagine.
Una scelta che, secondo me, va fatta ancor prima di postare il primo contenuto, riguarda l’impostazione degli articoli. Nella fattispecie: builder sì o builder no?
Si tratta di una scelta che può influire moltissimo sul tuo lavoro futuro. Il layout di un articolo standard è più essenziale e dipende molto dal tema che utilizzi: facendo la scelta di lavorare in maniera così pulita, sarai capace di proporre contenuti spendendo meno tempo. Si tratta di una scelta quasi obbligata per chi lavora con news o con molte pubblicazioni settimanali.
Se si lavora su pagine (contenuti più statici e duraturi rispetto agli articoli) o si vuole realizzare contenuti particolarmente complessi e accattivanti, si può optare per l’utilizzo di un builder, gratis o a pagamento.
NOTA BENE: secondo alcuni addetti ai lavori, l’utilizzo dei builder sarebbe dannoso per quanto riguarda le performance del sito. Giustamente infatti, essi sottolineano come questi tool ingrossino il sito con una marea di codice superfluo… utilizzare i builder solo per le pagine (e non per gli articoli) può essere un buon compromesso sotto questo punto di vista.
WordPress: un universo tutto da esplorare
Naturalmente questi consigli sparsi rappresentano solo una goccia nel mare di ciò che è WordPress. Le opportunità che offre questo CMS sono pressoché infinite e, per chi è alle primissime armi ho un consiglio ancora più importante di tutti i precedenti messi insieme: prova, divertiti, sperimenta ed esplora tutto ciò che WordPress può darti.
Solo “sporcandoti le mani” puoi realmente comprendere quali sono le straordinarie potenzialità di questo strumento!
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I migliori plugin WordPress
Raggruppare i migliori plugin WordPress non è facile: sia per questioni numeriche, sia per il fatto che gli sviluppatori ne creano sempre di nuovi ma soprattutto perché spesso si tratta di gusti personali e abitudini.
Per ogni finalità infatti, WordPress offre ai propri utenti più estensioni, a volte anche a decine.
A dispetto di ciò, ho provato a raccogliere alcuni tra i plugin che personalmente ritengo assolutamente indispensabili per ogni sito realizzato con questo CMS, senza andare in quelli più specifici e utili sono in determinati contesti.
I migliori plugin WordPress gratuiti
Ebbene sì, il panorama di plugin offerti gratuitamente dagli sviluppatori è più che sufficiente per realizzare un sito di tutto rispetto.
In qualche caso, i creatori di questi software chiederanno in cambio solo un link, una citazione o una piccola donazione volontaria: se l’estensione che stai utilizzando ti è particolarmente utile, ricordati che puoi dare un grande incoraggiamento a qualche piccolo sviluppatore anche con una donazione di pochi euro.
Yoast SEO
Yoast SEO è uno dei primi plugin che mi vengono in mente se parlo di WordPress. Si tratta di un utilissimo tool che accompagna gli articolisti durante la stesura dei contenuti, indicando alcune linee guida (per molti alquanto discutibili) sulla composizione dei testi.
Titolo, meta description, keyword density… i parametri che Yoast SEO ti mostra sono molteplici e trovano la loro sintesi perfetta nell’ormai celebre semaforo che dovrebbe indicare la qualità del testo realizzato.
Soprattutto nell’ambito SEO, questo plugin è ormai considerato pressoché inutile: personalmente, credo che resti comunque un grande supporto per chi si avvicina a questo mondo e si senta rassicurato dal già citato semaforo. Da sottolineare anche come spesso, in seguito a qualche aggiornamento, questo plugin possa creare qualche problemino di troppo…
Jetpack
Pur considerando questo plugin troppo pesante rispetto a quanto ha da offrire, Jetpack può essere un utile strumento per chi ha cominciato da poco a utilizzare WordPress.
Si tratta di una sorta di coltellino svizzero, capace sia di tenere sotto controllo le statistiche del tuo sito, sia di monitorare visite e altre statistiche ma può anche di aiutarti per quanto riguarda il lato SEO.
Live Composer e SiteOrigin
Se in precedenza ti ho spiegato come l’utilizzo di Yoast SEO non sia consigliato da tutti, lo stesso discorso vale per i builder.
I builder sono plugin che consentono di realizzare impaginazioni avanzate, di fatto creando codice sfruttando interfacce intuitive e accattivanti. Creare landing page o articoli con impaginazioni complesse è particolarmente difficile per chi non ha una dimestichezza con l’HTML: grazie ai builder, chiunque può realizzare pagine o articoli di alto impatto grafico.
Tra i numerosi builder esistenti, nell’ambito di ciò che è gratuito mi sento di consigliare Live Composer, che come molti altri builder, si affida alla tecnica drag and drop per la realizzazione delle pagine.
Numerose feature interessanti rendono questo plugin uno dei più indicati per chi non è disposto a spendere denaro: possibilità di esportare e importare i template, numerosi modelli di pagina già disponibili e possibilità di lavorare direttamente sulla pagina in “live” senza passare dal back-end sono solo alcune delle caratteristiche di Live Composer.
L’alternativa al builder appena citato è SiteOrigin, altra soluzione gratuita che garantisce uno strumento leggero ed essenziale (il che può essere valutato come un vantaggio o uno svantaggio a seconda delle occasioni).
Shareaholic
Oltre alla creazione dei contenuti, risulta indispensabile facilitare quanto più possibile la diffusione di questi sui social.
A svolgere questa funzione esistono una serie sterminata di plugin ma, per chi vuole rimanere in ambito gratuito, il mio consiglio va su Shareaholic. In realtà si tratta di una estensione disponibile sia gratuitamente che a pagamento, ma che già nella sua prima versione offre una serie di funzionalità piuttosto interessanti come:
contatori e bottoni per Twitter, Facebook, LinkedIn, Pinterest, Buffer, Google Plus e altre piattaforme
integrazione automatica con Google Analytics e funzionalità di abbreviazione URL
supporto le funzionalità dei temi con HTML5 e XHTML, widget, plugin, formati dei post e ottimizzazione dei dispositivi mobili
Forse il nome di questo plugin ti dirà poco, ma risulta uno dei più utilizzati nel suo genere.
Wordfence Security
Prevenire è meglio che curare. Quando hacker o malware attaccano il tuo sito WordPress (e non pensare che sia un evento eccezionale!) possono essere veri e propri dolori.
Il modo migliore per contrastare queste problematiche è la prevenzione e, in tal senso, Wordfence Security può farti dormire sonni tranquilli.
Si tratta di un pacchetto che, da solo, può garantire un alto livello di sicurezza sul tuo sito: esso aiuta ad analizzare e tenere sotto controllo i file sensibili, solitamente “preda” preferita degli hacker proteggendo al contempo da bots e altri tipi di attacchi a cui i siti WordPress sono tristemente soggetti molto spesso.
TinyMCE Advanced
Da buon articolista, non posso personalmente fare a meno di questo plugin tanto semplice quanto utile.
TinyMCE Advanced va a potenziare l’editor di testo standard WordPress, trasformandolo in uno strumento avanzato e capace di soddisfare anche lo scrittore più esigente. Tra le numerose novità che questo plugin introduce sono presenti:
la giustificazione del testo
la sottolineatura
maggiore controllo per quanto riguarda grandezza del testo e opzioni del font in uso
YUZO releated posts
I releated posts sono indispensabili per quanto riguarda il lato user experience. Tra i diversi plugin che ho provato negli ultimi anni, uno dei migliori in questo ambito è sicuramente YUZO releated posts.
L’alto livello di personalizzazione, consente a questo plugin di adattarsi perfettamente al design del tuo sito senza stonare (come succede con altre estensioni simili). La possibilità di aggiungere i releated posts ai vari widget è poi un’altra feature che consente di utilizzare YUZO in ogni tipo di sito WordPress o contesto.
Akismet Anti-Spam
Dovrebbe essere un plugin presente già di default nella tua installazione WordPress. La sua utilità è spesso sottovalutata: Aksimet infatti, aiuta a prevenire lo spam che inevitabilmente assale qualunque tipo di sito o blog a poco tempo di distanza dalla sua apertura.
Spesso si sottovaluta il valore di questa estensione, ma basta disattivarla per qualche giorno e si capisce facilmente come mai rientra di pieno diritto in questa lista…
Contact Form 7
Anche il sito più essenziale presenta un form per contattare il webmaster.
Se non hai particolari esigenze, Contact Form 7 potrebbe essere più che sufficiente allo scopo: questo plugin consente di inserire con relativa facilità una serie di campi che facilita l’invio del form, oltre alla possibilità di rendirizzare l’utente verso una precisa pagina dopo l’invio del modulo.
W3 Total Cache
La rapidità di caricamento delle pagine e degli articoli del tuo sito è una priorità assoluta sia per quanto riguarda i motori di ricerca (che penalizzano i siti lenti) sia per quanto riguarda l’utenza che non ha molta pazienza quando si tratta di aspettare.
Sotto questo punto di vista può venire molto utile un plugin come W3 Total Cache che, grazie a una serie di azioni, può influire in maniera netta e decisa sulle performance del tuo sito WordPress.
In parole povere questa estensione crea e gestisce le copie cache delle pagine presenti sul sito, riducendo drasticamente i tempi di apertura di queste. Le altre funzioni presenti, come la compressione CSS e HTML, aiutano ulteriormente WordPress a incrementare notevolmente le sue prestazioni quando si tratta di effettuare caricamenti.
Wp-Optimize
Sempre seguendo la filosofia che un sito performante è un sito vincente, Wp-Optimize è un altro plugin che promette (e mantiene!) di rendere più veloce WordPress.
Rispetto a W3 Total Cache però, questo si concentra maggiormente sul database ottimizzandolo e rendendolo dunque più veloce da consultare. Sono presenti anche una serie di funzioni secondarie (sempre mirate al miglioramento delle performance) come la rimozione dello spam, dei commenti nel cestino e altre piccole feature simili.
I migliori plugin WordPress a pagamento
Non dimentichiamoci però che esistono plugin professionali a pagamento. Sebbene non vi sia una regola precisa, spesso tra questi si trovano gli strumenti migliori per operare su WordPress: se il tuo sito è professionale, forse è il caso di pensare a un piccolo investimento per dotarlo dei plugin migliori disponibili.
Elementor
Abbiamo già parlato di builder, citandone due. Per quanto riguarda l’ambito premium però, Elementor è forse al momento attuale il miglior strumento.
Al di là di ciò che è la naturale ottima assistenza per un plugin a pagamento, questo builder offre una serie di feature professionali che lo rendono decisamente superiore ai concorrenti (sia free che a pagamento).
Rapido, facile da usare e dotato di supporto Open Source (caratteristica da non sottovalutare) Elementor si presenta al pubblico con costi che vanno dai 49 ai 199 dollari a seconda del numero di siti su cui si vuole impiegare la licenza.
Gravity Forms
Se ho parlato di Contact Form 7 con poco entusiasmo è tutta colpa (o merito) dall’altissimo livello qualitativo offerto dal plugin a pagamento Gravity Forms.
Lo strumento in questione è disponibile a partire da 59 dollari annuali, ma si tratta del builder per i form definitivo, capace di integrarsi con una serie sconfinata di applicazioni web oltre a offrire al webmaster infinite possibilità di personalizzazione.
Monarch
L’alternativa a pagamento per quanto riguarda il già citato Shareaholic si chiama Monarch e fa parte del pacchetto Elegant themes (che comprende anche temi e builder piuttosto validi).
Con Monarch è possibile personalizzare in maniera maniacale i tasti di condivisione, scegliendo tra un’infinità di social e piattaforme. Posizionamento, effetti grafici e tante altre caratteristiche, sono personalizzabili nei benché minimi dettagli.
L’interfaccia delle impostazioni è semplice e accattivante: se ti piace “smanettare” con i plugin è un vero e proprio spasso giocare con le diverse combinazioni possibili prima di scegliere quella definitiva.
WPML
Un sito multilingua può essere un modo per aprirsi a nuovi mercati, offrendo prodotti anche a chi non parla la nostra lingua.
Un plugin estremamente utile in questo senso è WPML, che offre diversi tipi di acquisto con relativo rinnovo annuale (il più economico richiede 29 dollari più 15 annuali per il rinnovo). Estremamente potente e al contempo piuttosto facile da usare, WPML consente di tradurre post, pagine, tassonomie e interi temi (se supportati) in altre lingue.
Naturalmente il lavoro non è paragonabile a quanto può fare un traduttore madrelingua, ma i risultati ottenuti sono comunque ottimi.
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Qual è il miglior hosting WordPress?
Migliori hosting WordPress? Ecco una piccola lista!
Naturalmente, esistono opinioni discordanti riguardo quali siano i migliori hosting WordPress: come è facile intuire, anche in questo caso i gusti personali hanno un peso piuttosto evidente.
In ogni caso, l’obiettivo di questo articolo non è stilare una classifica numerata, ma semplicemente raggruppare quelli che, attualmente, sembrano essere i migliori servizi a cui affidarsi quando si decide di realizzare un sito con il suddetto CMS (o si vuole cambiare hosting attuale effettuando una migrazione).
Quando si parla di hosting WordPress, troppo spesso si tende a optare per soluzioni tenendo conto esclusivamente del lato economico.
Una buona parte dei servizi di questo genere, seppur estremamente popolari, non garantisce qualità e assistenza adeguate per un qualunque tipo di sito, sia esso incentrato su eCommerce un business o si tratti di un semplice blog portato avanti a livello hobbistico.
A tutto ciò va poi aggiunto il discorso della velocità, un fattore non solo indispensabile sotto il punto di vista SEO ma anche e soprattutto per quanto riguarda l’user experience.
E vogliamo parlare della sicurezza? Anche in questo ambito, scegliere un servizio in linea con le nostre esigenze può rivelarsi una scelta a dir poco azzeccata.
WP Engine
Cominciamo con hosting magari non conosciutissimi in Italia, ma che sanno fare il loro lavoro molto bene. Nel caso di WP Engine, parliamo probabilmente del primo servizio di hosting appositamente ideato come “WordPress friendly”.
Nato nel 2010 con sede ad Austrin in Texas, questa piattaforma offre ben cinque diversi piani ovvero:
Startup – da 35 dollari mensili, 50 GB di banda (soluzione ideale per 25.000 visitatori al mese), CDN & SSL inclusi
Growth – da 115 dollari mensili, 200 GB di banda (soluzione ideale per 100.000 visitatori al mese), CDN & SSL inclusi
Scale – da 290 dollari mensili, 400 GB di banda (soluzione ideale per 400.000 visitatori al mese), CDN & SSL inclusi
Il servizio offerto appare di ottima qualità per quanto riguarda tutti i piani tariffari, con una serie di funzioni specifiche per WordPress che ne fanno una scelta azzeccata per chi vuole affidarsi a questo CMS ottenendo un servizio già indirizzato verso il suo utilizzo.
Anche sotto il punto di vista della sicurezza, WP Engine offre opzioni piuttosto interessanti come un sistema proprietario di rilevamento e prevenzione delle intrusioni che blocca qualunque tipo di minaccia.
L’assistenza generica è assolutamente assicurata da un centinaio di dipendenti che si occupano di soddisfare ogni richiesta della clientela 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana sia tramite live chat, sia tramite assistenza telefonica (disponibile solo negli USA).
FLYWHEEL
FLYWHEEL è un servizio che punta molto su supporto e prestazioni elevate per conquistare la fiducia degli utenti.
Le diverse funzionalità ideate proprio per i novizi di WordPress, consentono la facile creazione di un sito web da zero grazie a modelli prefabbricati dimostrativi e altri tool che facilitano l’utilizzo del CMS.
Migrazione gratuita, backup automatici, caching integrato, aggiornamenti automatici WordPress, integrazione CDN e supporto SSL completano una serie di feature piuttosto interessanti offerte da FLYWHEEL.
I piani offerti sono tre:
Tiny – 14 dollari mensili – consigliato per i siti con meno di 5.000 visite mensili
Personal – 28 dollari mensili – consigliato per i siti con meno di 25.000 visite mensili
Professional – 69 dollari mensili – consigliato per i siti con 100.000 visite mensili
inmotion hosting
Se cerchi una soluzione più economica ma non vuoi rinunciare a un servizio di buon livello, inmotion hosting potrebbe essere la soluzione più adatta alle tue esigenze.
L’offerta base infatti, comunque più che sufficiente per chi sta avviando un nuovo sito, costa meno di 8 dollari mensili e (oltre alla registrazione gratuita di un dominio) garantisce: nessun limite per banda e spazio sul disco, protocollo SSL supportato e numero infinito di mail.
Va detto che, il servizio base, può presentarsi carente sotto il punto di vista di assistenza e sicurezza: in ogni caso, sono presenti molti piani di abbonamento che possono arrivare anche a costare 35 dollari mensili, ma che offrono una serie molto ampia di vantaggi aggiuntivi.
Bluehost
Bluehost è un nome già piuttosto diffuso e apprezzato in Italia. Tra i vari piani tariffari, vi è una categoria hosting appositamente ideata per chi utilizza WordPress. Questa include:
WP Standard (a 19.99 dollari), 30 GB di spazio su disco, consigliato per siti con 100 milioni di visite mensili
WP Enhanced (a 29.99 dollari), 60 GB di spazio su disco, consigliato per siti con 300 milioni di visite mensili
WP Premium (a 39.99 dollari), 120 GB di spazio su disco, consigliato per siti con 600 milioni di visite mensili
WP Ultimate (a 49.99 dollari), 240 GB di spazio su disco
Qualunque sia il piano selezionato, è possibile usufruire di servizi come il supporto 24h/24h 7 giorni a settimana, certificato SSL e un alto livello di sicurezza.
DreamHost
Tra i migliori host che hanno una particolare predilezione per WordPress non può mancare DreamHost.
Analizzando le offerte specifiche, è possibile notare come due siano in particolare indirizzate verso chi utilizza il già citato CMS:
WordPress Hosting – piano da 7.95 dollari mensili, inclusi backup giornalieri, SSL, supporto 24 ore su 24 per 7 giorni a settimana
WooCommerce Hosting – piano da 24.95 che, oltre alle feature già presenti nel piano precendente e al dominio gratuito, offre una piattaforma ideata e modellata per chi utilizza il plugin WooCommerce su WordPress
A grandi linee, DreamHost è un hosting affidabile e che, per un prezzo più che onesto, offre un servizio all’altezza della situazione.
Siteground
Non poteva mancare il servizio forse più rinomato per quanto riguarda l’hosting di WordPress (e non solo).
I piani proposti in questo senso sono tre:
StartUp – 3.95 dollari mensili (senza tasse) scontato. 10 GB di spazio web, per un sito (incluse naturalmente tutte le funzioni indispensabili per il funzionamento di WP)
GrowBig – 6.45 dollari mensili (senza tasse) scontato. 20 GB di spazio web, sfruttabile per più siti (incluse naturalmente tutte le funzioni indispensabili per il funzionamento di WP)
GoGeek – 11.45 dollari mensili (senza tasse) scontato. 30 GB di spazio web, sfruttabile per più siti (incluse naturalmente tutte le funzioni indispensabili per il funzionamento di WP).
Se il vostro progetto è piuttosto piccolo, il primo piano può già essere sufficiente (risulta solitamente consigliato per progetti con meno di 10.000 visite mensili).
Altre caratteristiche che fanno di Sitegroun il top per quanto riguarda l’hosting di siti WordPress è l’uptime del 99,9%, l’assistenza rapidissima (anche in italiano!), una serie di contromosse e strumenti per evitare gli attacchi informatici e un livello di performance davvero ottime.
Perché prendere dominio e hosting da due piattaforme diverse?
Nonostante hosting e dominio siano spesso abbinati nei piani, non sempre è una scelta azzeccata prenderli dalla stessa azienda.
Nel malaugurato caso l’hosting vada down infatti, con un dominio presente su un differente servizio è possibile puntare i nameserver verso un hosting di backup.
Detto ciò, va specificato comunque come i servizi citati in questo articolo tendono ad essere particolarmente sicuri e con uptime che sfiorano il 100% nella maggior parte dei casi.
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Come creare una copertina Facebook
Creare un copertina Facebook può sembrare qualcosa di superfluo: in realtà si tratta di una sorta di biglietto da visita che proponiamo a un utente quando visita la fan page che gestiamo. Allo stesso tempo, non è per forza necessario essere dei grafici professionisti per ottenere dei risultati perlomeno accettabili.
In questo articolo ti mostrerò come puoi ottenere una copertina Facebook decisamente apprezzabile, senza dover utilizzare tool particolarmente complicati e, possibilmente, senza spendere denaro.
Creare una copertina Facebook non è poi così complicato…
Come prima cosa vanno controllate le dimensioni della copertina: queste sono variate diverse volte negli ultimi anni, soprattutto perché Facebook (come un po’ tutta la rete) si sta sempre più direzionando verso il settore mobile, modificando gli aspetti grafici secondo questa logica.
A livello attuale, le dimensioni sono 820 x 332 pixel su desktop e 820 x 461 pixel per mobile. Consapevoli di queste misure, o comunque di quelle ufficialmente adottate nel momento in cui stai leggendo questo articolo, possiamo procedere alla creazione.
Non hai o non sai usare Photoshop? Ecco Canva!
Con Canva non devi neanche sforzarti per capire quali sono le dimensioni attuali dell’immagine di copertina: esse sono già incluse nel servizio stesso e vengono automaticamente aggiornate a ogni singolo cambiamento del social network.
Sarà sufficiente, dopo esserti iscritto al servizio e aver effettuato il login:
selezionare il bottone verde in alto a sinistra Crea un progetto
scegliere Copertina di Facebook dal thumbnail apparso a sinistra
nella pagina aperta, sarà possibile scegliere un layout di base tra la miriade selezionabile
una volta scelto, sarà possibile agire direttamente sui singoli componenti per personalizzare l’immagine di copertina
naturalmente, utilizzando la sidebar a sinistra, sarà possibile eventualmente aggiungere testo, modificare lo sfondo ed effettuare altre modifiche
una volta terminato il lavoro, clicca sul bottone Scarica situato nel menu in azzurro presente sulla parte superiore della pagina.
A questo punto hai la tua copertina pronta per l’uso.
Crello: l’alternativa a Canva
Non c’è un apparente motivo per non amare Canva (è una piattaforma utile anche in altri contesti oltre che con Facebook) ma, se non ti trovi proprio, puoi sempre utilizzare la sua alternativa, ovvero Crello.
Dopo aver loggato, devi procedere in questo modo:
clicca in alto a destra su Resize
seleziona l’ultima opzione della lista, ovvero Set dimension
scegli le dimensioni attuali della copertina di Facebook, quindi clicca su SET
conferma cliccando su Resize, sul fondo della finestra
A questo puoi intervenire aggiungendo foto (attenzione, non tutte sono gratuite), testo, sfondi eccetera. Una volta che hai realizzato un lavoro che ti sembra soddisfacente, clicca in alto a destra su Download per scaricare sul computer.
Caricare l’immagine di Copertina sulla fan page
A questo punto, hai l’immagine di Copertina già pronta e con le giuste dimensioni sul tuo computer: non ti resta che caricare tutto sulla fan page per terminare il lavoro.
Per fare ciò è necessario:
da desktop, clicca sull’icona a forma di freccia, l’ultima sulla sidebar blue situata sulla parte superiore del browser
sotto Le tue Pagine scegli la fan page a cui vuoi cambiare la copertina (eventualmente clicca su Altro… se hai molte fan page)
una volta entrato sulla pagina, muoviti sul lato sinistro dell’attuale immagine di copertina (o, se non l’hai ancora settata, su Aggiungi una copertina)
clicca su Carica foto/video e vai a scegliere il file che hai precedentemente creato
ora puoi posizionare come meglio credi l’immagine e poi clicca in basso a destra su Salva.
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Aggiornamenti WordPress: Plugin, temi e CMS
Aggiornare WordPress è un’attività indispensabile per il tuo blog: in questo articolo ti spiegherò perché e come farlo.
Questo CMS è uno strumento straordinario, che consente di realizzare un sito funzionale e SEO friendly senza particolari difficoltà di sorta.
Una volta installato, sistemati alcuni passaggi importanti come l’installazione di plugin e di un tema adatto al contesto, non ci resta che cominciare a pubblicare contenuti con una certa frequenza.
Ciò non basta per poter mantenere in “perfetta forma” il tuo sito che, come vedrai nelle seguenti righe, necessita anche di una sorta di manutenzione.
Aggiornare WordPress: perché è così importante?
Un sito WordPress, una volta installato è perfettamente funzionante. Se tutto va bene, sarà così per anni, senza l’apparente necessità di dover sistemare nulla… eppure è di vitale importanza mantenere aggiornato ogni singolo elemento: perché tutto ciò?
Il CMS di cui stiamo parlando, si evolve periodicamente offrendo nuove versioni. Questo perché gli sviluppatori, proseguono con un lavoro che dura ormai da tantissimi anni e che punta a migliorare sempre più WordPress.
Chi rimane indietro e non aggiorna nulla del proprio blog, può andare incontro a problemi di compatibilità per quanto riguarda temi e plugin oltre che correre rischi per quanto riguarda eventuali attacchi informatici.
Per poter aggiornare il CMS vero e proprio devi andare nella sidebar a sinistra, selezionare Bacheca. Qui, clicca su Aggiornamenti.
Se la tua versione del CMS non corrisponde a quella più nuova disponibile, verrai avvertito da questo messaggio:
È disponibile una nuova versione di WordPress. Aggiorna ora il tuo blog. I blog WordPress non aggiornati possono essere vulnerabili e non più supportati dai nostri servizi e temi grafici.
Qui, ti basta cliccare su Aggiorna ora il tuo blog per vedere un confronto tra la versione attualmente utilizzata e l’ultima disponibile. Clicca sul bottone Aggiorna che riporta la versione a cui affidarsi e attendi qualche secondo (nei casi peggiori qualche minuto).
Il messaggio: Complimenti, hai appena aggiornato WordPress all’ultima versione disponibile! Confermerà definitivamente la buona riuscita dell’operazione.
Aggiornamento dei Temi WordPress
Anche i temi grafici di WordPress necessitano aggiornamenti periodici. La cadenza di questi dipende molto dallo sviluppatore e da quanto il tema è curato.
Fai attenzione: se un tema è abbandonato a se stesso dai suoi sviluppatori, con il passare delle versioni di WordPress potrebbe creare problematiche. Se sul tuo blog utilizzi una veste grafica ormai obsoleta, prendi in considerazione di sostituirla nel breve-medio termine.
Per aggiornare un tema WordPress è necessario andare ancora una volta in Bacheca, Aggiornamenti e controllare se è presente qualcosa sotto la sezione Temi.
In caso positivo clicca su Aggiorna e attendi gli sviluppi.
Aggiornamento plugin WordPress
Come per il CMS e i temi, anche mantenere aggiornati i plugin è indispensabile. Queste estensioni infatti, possono a lungo andare diventare vetuste e non compatibili con le versioni più moderne di WordPress palesando, in alcuni casi, vere e proprie falle per quanto riguarda la sicurezza del sito.
Fai attenzione: come per i temi, molti plugin vengono gradualmente abbandonati dai propri sviluppatori. Un plugin vecchio e non aggiornato potrebbe diventare presto un problema piuttosto grosso per il tuo sito: se stai usando un plugin non aggiornato negli ultimi anni, impegna qualche ora del tuo tempo per trovare un valido sostituto che sia supportato con frequenza dai suoi sviluppatori.
Per aggiornare i tuoi plugin, puoi avvalerti della solita pagina (Bacheca – Aggiornamenti), oppure, sempre dalla sidebar di sinistra, andare su Plugin – Plugin installati, per avere una panoramica della situazione globale.
Se un plugin necessità di aggiornamenti, apparirà sotto il nome e la descrizione una frase del tipo: È disponibile una nuova versione di “nome plugin”. Visualizza i dettagli della versione X.X.X oppure aggiorna adesso.
Cliccando su Visualizza dettagli della versione X.X.X è possibile osservare quali migliorie sono state introdotte con la nuova versione, mentre con aggiorna adesso si procede diretti all’upgrade.
Selezionando i singoli riquadri a sinistra dei vari plugin e utilizzando il menu a tendina denominato Azioni di gruppo in alto a sinistra (e settandolo su Aggiorna) è possibile effettuare degli aggiornamenti di più plugin contemporaneamente.
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Come scaricare un video da Facebook
Scaricare un video da Facebook fino a poco tempo fa poteva essere un’operazione davvero poco utile: la piattaforma streaming per eccellenza infatti era (e per molti versi rimane tutt’ora) YouTube e i contenuti video sul social di Zuckerberg non erano particolarmente interessanti.
Certe dinamiche però, nel web 2.0 cambiano rapidamente e Facebook ha attaccato la leadership di YouTube per quanto riguarda i filmati. Da ciò nasce la necessità di alcuni utenti riguardo la possibilità di scaricare questo tipo di contenuti.
Scaricare un video da Facebook con poche e semplici mosse
Per scaricare video da Facebook su PC è necessario utilizzare un curioso espediente. Una volta trovato l’url del video in questione, sostituisci il canonico www.facebook/… con m.facebook/… per entrare in modalità mobile.
A questo punto basta cliccare col tasto destro sul filmato e premere sulla dicitura Salva video: un passaggio pressoché identico a quanto fatto con il salvataggio delle immagini.
La procedura, come è facile intuire, cambia sensibilmente se stai utilizzando uno smartphone Android o un iPhone.
Effettuare il download di un video da Facebook con Android
Veniamo ora alla possibilità di scaricare un video Facebook con Android (sia esso smartphone o tablet).
Per fare ciò basta accedere a Facebook tramite Chrome e non tramite l’app. Una volta fatto ciò, avvia il video che vuoi scaricare su Android e premi il dito per qualche istante su di esso. Come quanto avvenuto in ambiente PC, apparirà la fatidica opzione Scarica video.
Scaricare un filmato di Facebook su iPhone
Se le procedura su PC e Android sono alquanto semplici, la situazione cambia decisamente con i dispositivi iOS.
In questo senso, per ottenere lo stesso risultato , è necessario affidarsi a un’app specificatamente ideata a tale scopo come MyMedia, disponibile gratuitamente su iTunes.
Dopo aver installato l’app in questione sul tuo device, prosegui aprendo Facebook tramite il tuo browser di fiducia (anche in questo caso, niente app!).
Giunto sul video in questione, copia l’indirizzo URL ottenuto e poi dirigiti verso il sito Savefrom.net.
Qui, inserisci l’indirizzo precedentemente salvato con la funzione Incolla e poi premi il tasto Downoload.
No, non hai ancora finito… il filmato è così visualizzato ma, per scaricarlo definitivamente, dovremo nuovamente copiare l’indirizzo URL apparso nel browser
Finalmente vai su MyMedia e inserisci l’ultimo URL ottento per avviare il download definitivo.
Il malinteso della funzione “Salva”
Facebook tende a confondere l’utenza con la funzione Salva. Questa particolare funzione disponibile su ogni video presente nella piattaforma, in realtà non consente il download ma semplicemente di ottenere una sorta di “segnalibro” che ci consente di tenere il filmato in memoria sul nostro account per poterlo visionare in seguito.
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Trovare lavoro online
La rete può aiutarti in una serie infinita di contesti e, tra questi, figura anche il trovare lavoro online.
Pensare però che trovare occupazione in rete sia un privilegio legato a chi lavora nell’ambito dell’informatica è totalmente sbagliato: in questo articolo andremo a sviscerare quali sono le meccaniche utili per chi cerca un nuovo lavoro su internet, quali sono i rischi e quali invece i vantaggi nell’utilizzare questo mezzo così potente.
Trovare lavoro online: rimboccati le maniche e trova una nuova occupazione grazie alla rete!
Trovare lavoro al giorno d’oggi, che si cerchi in rete o nei più tradizionali centri per l’impiego, è tutt’altro che facile. La crisi infatti non fa sconti e, per molte persone, ottenere un’occupazione è un vero e proprio sogno.
Nonostante ciò, chi sa utilizzare un mezzo così potente, può avere grosse chance di dire addio al suo status di disoccupato.
In rete infatti, al giorno d’oggi vi è un gran numero di offerte di lavoro: risulta però necessario “scremare” quelle che possono essere potenziali truffe se non vero e proprio sfruttamento, da ciò che possono essere reali opportunità.
Le grandi opportunità che la rete offre in ambito lavorativo
A prescindere dal tipo di settore in cui sei impegnato, online puoi trovare l’ambito adatto per trovare un’occupazione fissa. Se per un cameriere o un barista la rete offre dei siti con annunci, dove è facile trovare lavoro (perlomeno stagionale), altre figure come imbianchini, muratori o simili possono giovare in maniera impressionante di una forte e solida presenza online.
Professionisti e artigiani infatti, possono costruirsi una certa reputazione online e realizzare dei veri e propri siti capaci, grazie a un’attento lavoro per quanto riguarda l’ambito SEO locale, di incrementare notevolmente il proprio giro d’affari.
Lavori nell’ambito IT o in settori simili?
Per chi si è specializzato nel settore IT o comunque in mestieri più innovativi, trovare lavoro online è estremamente facile.
In questo caso un’ottima spinta può essere data da LinkedIn, un social appositamente ideato per mettere in contatto offerta e richiesta di lavoro. Realizzando un profilo su di esso, con le giuste attenzioni, talvolta non è neanche necessario cercare un lavoro: potrebbero essere addirittura le aziende a contattare i singoli iscritti!
Le piattaforme utili
Se LinkedIn può darti più di una mano per trovare lavoro in certi settori, esistono alcuni siti o piattaforme universali che possono offrire spunti interessanti in tal senso. Ecco una lista di esempi:
jobrapido.it
bancalavoro.it
indeed.com
infojobs.it
bakeca.it
kijiji.it
subito.it
lavoroturismo.it
Si tratta di piattaforme generiche in cui, nella maggior parte dei casi, è possibile trovare solo dei “lavoretti” di ripiego o per arrotondare. Naturalmente ciò consente anche di espandere la propria rete di contatti e dunque di avere maggiori chance di trovare un impiego di alto profilo.
Va fatta inoltre particolare attenzione agli annunci in quanto, vista la mole di offerte/richieste, le piattaforme in questione non possono fisicamente controllare tutto ciò che circola: tieni sempre in considerazione la paga perché qualcuno, con la scusa della crisi, potrebbe cercare di approfittarsene…
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Come caricare un video su Facebook
Come caricare un video su Facebook e perché ciò può rendere molto in termini di immagine per la tua fan page e, di conseguenza, al tuo business?
I tempi in cui lo streaming video era dominio incontrastato dei contenuti video era dominio incontrastato di YouTube sembrano essere giunti al termine: Facebook si sta muovendo con grande decisione in tal senso.
Il social network ha recentemente dimostrato come intende dare battaglia alla celebre piattaforma per quanto riguarda i video e, in tal senso, i filmati sembrano sempre essere più integrati alla perfezione con la creatura di Zuckerberg.
Caricare un video su Facebook è molto semplice
Per poter condividere un filmato è necessario:
andare su A cosa stai pensando? (sopra alla sezione Notizie)
selezionare Foto/Video (l’icona che riporta un quadro stilizzato)
a questo punto puoi scegliere se caricare un video già girato o realizzare un filmato sul momento: per la seconda opzione, puoi cliccare sull’icona a forma di macchina fotografica/videocamera
vai su Avanti e infine su Pubblica
L’elaborazione del video richiede un po’ di tempo che, volendo, puoi utilizzare sfruttando l’opzione Modifica per poter taggare persone, aggiungere un titolo e sistemare gli ultimi particolari.
Perché i video su Facebook sono così importanti?
Se hai visibilità, i tuoi contenuti video possono raggiungere una quantità impressionante di persone. YouTube, essendo una piattaforma specifica, ha una diffusione più lenta e meno diffusa dei filmati: anche se i numeri fatti registrare da questo servizio rimangono impressionanti, Facebook sarà probabilmente un antagonista estremamente duro con cui duellare.
Abbinare una buona strategia di social media marketing più “tradizionale” con video e live, può essere un modo per anticipare i tempi e costruire un brand solido anche con questo potente mezzo.
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Web 2.0, cosa significa?
Spesso si sente parlare di Web 2.0, ma difficilmente si spiega in maniera esaustiva cosa significhi realmente questo termine.
La rete è un ambiente in continuo fermento ed evoluzione: le tecnologie si sostituiscono rapidamente e, definire dei periodi precisi è spesso estremamente difficile.
Il termine in questione è stato coniato da Tim O’Reilly, editore di origini irlandesi e sostenitore della filosofia opensource, nel 2004. Con Web 2.0 si va a definire un’era tecnologica in cui gli utenti hanno la possibilità di interagire con pagine e contenuti web, aggiungendo valore o comunque effettuando modifiche.
Web 2.0: cosa c’era prima?
Viene dunque spontaneo chiedersi come funzionava internet prima dell’avvento del Web 2.0. Per chi è troppo giovane per averla vissuta in prima persona, l’età poi definita come Web 1.0 va a situarsi cronologicamente dall’inizio dell’informatica sino agli anni ’90. Com’era il web in quel periodo? I siti web tendevano a essere molto più statici rispetto a oggi: l’interazione era limitata alla navigazione ipertestuale e all’uso della posta elettronica.
Si tratta di un panorama molto limitato, se osservato con gli occhi dell’internauta moderno: i social e le numerose interazioni che ci vedono coinvolti giornalmente infatti, erano pura e semplice fantascienza. Tali limiti erano dovuti in gran parte con la scarsa potenza e la limitata diffusione di internet che non consentiva uno scambio rapido di dati come avviene al giorno d’oggi.
Le principali innovazioni portate dal Web 2.0
Quali sono le principali novità che hanno accompagnato questa nuova epoca della rete?
Siti web alla portata di tutti
La costruzione dei siti web, negli anni ’90, necessitava di una buona padronanza per quanto riguarda HTML e programmazione. A lavorare in questo settore, ancora poco sviluppato, erano pochi esperti facenti parte di una ristretta cerchia di professionisti.
Al giorno d’oggi, sono numerose le piattaforme che offrono in maniera gratuita strumenti per poter realizzare un sito web: praticamente chiunque, anche con conoscenze limitate, può ritagliarsi il proprio spazio nella rete con un sito o anche con il più semplice dei blog.
I tool online
Venti anni fa non era facile come al giorno d’oggi trovare tool capaci di lavorare direttamente online: senza dover scaricare software, oggi possiamo tagliare video, ottimizzare immagini e compiere una serie di operazioni che una volta avrebbero richiesto molto tempo oltre che conoscenze più approfondite.
Anche in questo ambito, la diffusione di ADSL e fibra ottica hanno aperto le porte a nuove possibilità.
Feed RSS
Altra introduzione importante del Web 2.0 sono i feed RSS, un modo per far circolare più rapidamente le notizie a livello globale. Nonostante negli anni ’90 la rete funzionasse meccanicamente in maniera non troppo diversa da quella odierna, la diffusione di notizie era comunque più lenta rispetto a quella attuale.
Fattori come feed RSS e social network hanno radicalmente cambiato queste meccaniche, portando le notizie a muoversi con una rapidità impressionante all’interno della rete.
Social Network
Terminiamo questa breve lista, con i Social Network: seppur il primo storico “prototipo” di tale piattaforma risale al 1997 con SixDegrees.com, il grande successo dei Social Network arrivano con Myspace nel 2003 e poi con Facebook nel 2004.
Per comprendere l’importanza e l’influenza che Facebook e gli altri social hanno sulla vita quotidiana di ognuno di noi, basta pensare a quanto la nostra esistenza sarebbe diversa se non potessimo usarli.
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