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È da una vita che me ne vado, per saziare questa curiosità quasi famelica che a volte mi squarcia lo stomaco e poi

succede che

ti guardo smontare la porta del salotto di casa a Bologna

e vorrei solamente restare

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sensory

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all clothes are unisex if you stop giving a shit

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Oh babe, can you guess what’s on my tongue? Can you guess that I’ll be gone with the twilight?

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Se di tanti capelli ci si può fidare

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Ho riletto un diario che avevo scritto tra il 2014 e il 2015 e mi sono sentita prendere a schiaffi dalle parole che scrivevo, dalle pagine che scorrevano sotto i miei occhi. Sentivo le guance bruciare nel constatare quanto poco è rimasto di quelle parole. Nella parte finale già scrivevo che non mi riconoscevo più, che quell’adolescente stupida non potevo essere io, che l’adolescenza l’ho vista solo nei film e non ho mai capito bene cosa sia, era tutto già nero su bianco. È da un mese che il mio oroscopo di Rob dice che prima dentro di me abitava un sogno illusorio del quale ormai mi sono liberata lasciando posto a speranze più concrete, più belle, più mie. Ed è da un mese che ho rinunciato a quel sogno illusorio, è da un mese che non mi nascondo più dietro a scuse deboli ed inutili. Non c’è più quella maschera di adolescente che ogni tanto, nei periodi più bui e sconnessi, tiravo fuori dalla soffitta. Non c’è più il rifugiarsi in false speranze e andare contro se stessi. Non c’è più, tutto questo disordine interno, e ci sei tu. Non c’è più, e c’è piena consapevolezza e febbricitante paura nei confronti di quella speranza che (forse) sta per tornare ad essere realtà. Dicembre bianco, sei la mia cartina al tornasole.

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Con il tempo ho capito di avere dei problemi nel dormire con un’altra persona. Sentivo tanti racconti di persone vicine a me che mi parlavano della bellezza di stare abbracciati ad una persona tutta la notte, anche mentre si dorme, anche quando non sei più in questo mondo e l’inconscio va a farsi una passeggiata per i cavoli suoi. E io non lo capivo mai. Da Capricorno testarda quale sono, ho sempre preso il mio spazio nel letto, cercavo sempre la mia posizione per dormire, e non riuscivo mai ad addormentarmi in un modo diverso. Nemmeno con chi credevo di amare perdutamente. Mi svegliavo sempre cercando l’altro, perché inevitabilmente mi allontanavo, forse sempre a causa del sopracitato inconscio. Sta di fatto che non meno di una settimana fa, in una notte che ci siamo ritagliati in mezzo a distanza e feste e allegria, io mi sono addormentata tra le tue braccia, e al mattino non ho avuto bisogno di cercarti, perché tu eri lì, non ti eri mosso di un millimetro, e non mi ero mossa nemmeno io, eravamo stretti in un incastro bellissimo, nello stesso punto. E dopo quasi 22 anni, ho capito la bellezza del famoso “punto in comune”.

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19.10.2017 // Sevilla alle 7 di mattina, e acqua che rigenera e ti aiuta a respirare

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No means no

Pink (2016)

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Sevilla // Lisboa (Ottobre 2017)

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lisbon, february 2017