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una guerra silenziosa fuori, assordante dentro
vi dico dal più profondo del mio cuore che io vi amo tutti. che vi penso ogni giorno. che ogni giorno sono con voi. vi voglio anche dire che io combatto insieme a voi. ogni giorno. che è solo stando mentalmente uniti che possiamo non dico vincere, ma quanto meno limitare i danni, contrastare questo nemico invisibile. noi, dopotutto, siamo sempre qui, a metterci la faccia. a metterci a nudo. perché sappiamo benissimo di non far nulla di male, perché sappiamo di essere persone buone. il nemico invece resta invisibile, resta nascosto, agisce da lontano. in silenzio. spesso penso abbia più paura lui di noi, che il contrario, anche se potrebbe letteralmente spegnerci da un momento all'altro. ma questo non deve farci paura. ed io voglio darvi un consiglio: siate buoni col prossimo. date amore incondizionato. non covate male, solo perché marcio è il terreno nel quale sono state fatte crescere le vostre radici.
ho preso atto di alcune cose. molto importanti.
cosa farò adesso?
finirò di scrivere il mio libro. che ora so non essere la storia della mia vita. ma è comunque l'unica storia che io sia mai riuscito a scrivere, forse l'unica che io abbia voluto ascoltare e, allora, la porterò a termine. metterò la parola fine lì, a quella storia che, ripeto, non è la mia. per dedicarmi finalmente alla scrittura della mia vera storia. la storia della mia vita.
con questo lascio andare anche te. Anna. Anche se mi piace chiamarti Maia, perché è con questo nome che ti sei presentata a me. lascio andare te ma so benissimo che in qualche modo saremo sempre uniti. abbiamo qualcosa che ci lega. siamo entrambi guerrieri e sai, ti devo più di quanto tu non possa immaginare.
io con questo vi saluto. auguro a tutti voi il meglio. auguro la vita. auguro ogni cosa vogliate per voi.
Alessio.
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il me del futuro
mi trovo all'alba degli ottanta. non scrivo da quella che mi sembra una vita. lo faccio adesso per l'ultima volta, come per lasciare un ultimo piccolo segno del mio passaggio e per sentirmi ancora giovane per qualche minuto. ricordo la mia infanzia, è stata serena e spensierata. mi manca quel calore e quella sicurezza. in età adulta ho avuto un lavoro mediocre che mi ha permesso di fare una vita mediocre, umile, ma rispettabile. sono però solo. causa la mia inettitudine alla vita e ad i rapporti umani. non ho moglie né compagna. ho un figlio che non sa nemmeno della mia esistenza, che probabilmente mi odia. i miei genitori sono morti da tempo, ormai. il resto di quella che era la mia famiglia si è dimenticata di me. il mio psichiatra è anche stanco di sentirmi parlare, non mi sopporta. mi porto dietro tutti i fantasmi di quando avevo una ventina d'anni, con problemi annessi. non sono cambiato, non sono cresciuto, sono solo invecchiato. combatto le stesse guerre perse da una vita, contro un nemico invisibile, che forse nemmeno esiste ma che, in ogni caso, non me la darà mai vinta. ho cercato per tutta una vita di essere sempre gentile con il mio prossimo, conscio del fatto che ognuno di noi combatte ogni giorno una battaglia. ho quindi sempre dovuto preoccuparmi della mia guerra e delle battaglie degli altri. senza però mai nessuno che si occupasse della mia, di battaglia. non mi sto piangendo addosso, è giusto sia così. solo perché io mi comporto in un certo modo con gli altri non significa che gli altri siano tenuti a comportarsi nel medesimo modo con me. ho tanti rimorsi, tanti rimpianti, avrei voluto far cose che non ho fatto ed avrei voluto evitarne altre che ho fatto. ho fatto i miei errori, non posso negarlo. alcuni grandi ed altri più piccoli. errori in cui ricado tutt'oggi. ne sto pagando le conseguenze, mi sto assumendo le mie responsabilità. voglio però prendermi la presunzione di pensare di non esser mai stato un cattivo uomo. sì, ho ferito persone, ho fatto male anche io, ma tutti lo facciamo. fa parte della vita. anche questo. ho attraversato il mio inferno, sto arrivando alla fine della mia esistenza. sono solo.
ho paura.
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tutti a lanciare sfide, ma poi nessuno in grado di sostenerle.
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conversazione di vita vera
- sai quante possibilità si avverano nell'infinito?
- non fare questi discorsi a me.
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So che non posso in nessun modo convincerti che questo non e’ uno dei loro trucchi, ma non mi interessa.
Io sono io.
Mi chiamo Valerie. Non credo che vivro’ ancora a lungo e volevo raccontare a qualcuno la mia vita. Questa e’ l’unica autobiografia che scrivero’ e… Dio… mi tocca scriverla sulla carta igienica.
Sono nata a Nottingham nel 1985. Non ricordo molto dei miei primi anni, ma ricordo la pioggia. Mia nonna aveva una fattoria a Totalbrook e mi diceva sempre che “Dio e’ nella pioggia”.
Superai l’esame di terza media ed entrai al liceo femminile. Fu a scuola che incontrai la mia prima ragazza: si chiamava Sara. Furono i suoi polsi… erano bellissimi. Pensavo che ci saremmo amate per sempre. Ricordo che il nostro insegnante ci disse che era una fase adolescenziale, che sarebbe passata crescendo. Per Sara fu cosi’, per me no.
Nel 2002 mi innamorai di Christina. Quell’anno confessai la verita’ ai miei genitori. Non avrei potuto farlo senza Chris che mi teneva la mano. Mio padre ascoltava ma non mi guardava. Mi disse di andarmene e di non tornare mai piu’. Mia madre non disse niente, ma io avevo detto solo la verita’, ero stata cosi’ egoista? Noi svendiamo la nostra onesta’ molto facilmente, ma in realta’ e’ l’unica cosa che abbiamo, e’ il nostro ultimo piccolo spazio… All’interno di quel centimetro siamo liberi.
Avevo sempre saputo cosa fare nella vita, e nel 2015 recitai nel mio primo film: “Le pianure di sale”. Fu il ruolo piu’ importante della mia vita, non per la mia carriera ma perche’ fu li’ che incontrai Ruth. La prima volta che ci baciammo, capii che non avrei mai piu’ voluto baciare altre labbra al di fuori delle sue.
Andammo a vivere insieme in un appartamentino a Londra. Lei coltivava le Scarlett Carson per me nel vaso sulla finestra e la nostra casa profumava sempre di rose. Furono gli anni piu’ belli della mia vita.
Ma la guerra in America divoro’ quasi tutto e alla fine arrivo’ a Londra.
A quel punto non ci furono piu’ rose… per nessuno.
Ricordo come comincio’ a cambiare il significato delle parole. Parole poco comuni come “fiancheggiatore” e “risanamento” divennero spaventose, mentre cose come “Fuoco Norreno” e “Gli articoli della fedelta’” divennero potenti. Ricordo come “diverso” divento’ “pericoloso”. Ancora non capisco perche’ ci odiano cosi’ tanto.
Presero Ruth mentre faceva la spesa. Non ho mai pianto tanto in vita mia. Non passo’ molto tempo prima che venissero a prendere anche me.
Sembra strano che la mia vita debba finire in un posto cosi’ orribile, ma per tre anni ho avuto le rose e non ho chiesto scusa a nessuno.
Moriro’ qui… tutto di me finira’… tutto… tranne quell’ultimo centimetro… un centimetro… e’ piccolo, ed e’ fragile, ma e’ l’unica cosa al mondo che valga la pena di avere.
Non dobbiamo mai perderlo, o svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino… Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto; spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio ma quello che spero piu’ di ogni altra cosa e’ che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscero’ mai, anche se non ridero’, e non piangero’ con te, e non ti bacero’, mai… io ti amo, dal piu’ profondo del cuore… Io ti amo.
Valerie.
[Dal film “V per vendetta”, 2005]
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COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
ho intenzione di trasferirmi. abbandonare tumblr. per andare su un altro sito.
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quando lascerò questo blog, quando non mi vedrete più scrivere, allora vorrà dire che starò bene.
o che sarò morto.
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ragazze che spariscono a domande impegnative
Buongiorno Giulia,
chiedo scusa per l'attesa. Ma anche io ho avuto un paio di giornate molte piene tra lavoro e altre cose da sbrigare con la casa nuova.
Trovo del tempo per risponderti adesso, che sono a lavoro. Ho già fatto tutto e aspetto l'orario per aprire il locale.
Vivevi in una mansarda? Come ti sei trovata? Certo che l'appartamento dev'essere tutt'altra cosa in fatto di comodità di spazi, soprattutto quando si è in due e si ha anche un cagnolino.
Pensa, io ho appena acquistato proprio una mansarda. È un piccolo bilocale ma era un'ottima offerta e finché sarò solo andrà più che bene. E poi mi piacciono molto gli ambienti raccolti quindi sono sicuro che non mi troverò male, a parte qualche volta in cui sicuramente sbatterò la testa nella parte più bassa del soffitto, ma ci farò l'abitudine.
Capisco la gioia di avere un cane. Ho una femmina di husky, a casa dei miei. Pensa che le ho da poco fatto fare una cucciolata, i piccoli erano dolcissimi. Proprio nei giorni scorsi sono riuscito a piazzare gli ultimi due cuccioli che mi erano rimasti. La mia è estremente affettuosa ma anche molto astuta e curiosa. Mette il naso sempre ovunque ed ama le novità. Nonostante la sua indole selvaggia si è dimostrata un'ottima mamma e questo mi ha dato grande soddisfazione.
Fa piacere scoprire che qualcuno acquisti ancora album musicali originali.
Anche io come te ho sempre amato la scrittura, non mi sono mai cimentato nei concorsi perché non mi reputo all'altezza, non ci provo nemmeno. Però ho da tempo in testa una storia che chissà, prima o poi, se riuscirò a buttare sul foglio. Di cosa ti piace scrivere in genere?
Mi fa piacere che tu abbia accolto la mia proposta delle tre domande a testa. Ma, se permetti, mi contraddico immediatamente ponendotene solo una, che considero già abbastanza impegnativa. Mi piacerebbe sapere la tua opinione a riguardo.
Credi in Dio? Che rapporto hai con la fede e, più in generale, con la religione?
Ti auguro una serena giornata.
Ale.
Non ricevetti mai una risposta.
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ho avuto un'illuminazione. la mia vita doveva essere davvero vuota, quattro anni fa, perché la riempissi tu. mi sento dire che dovrei lasciar perdere, che dovrei mollare la pezza. ma dannazione c'è così tanto in ballo...
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con i piedi nelle pozzanghere
d'ora in avanti le mie serate saranno così. sto lavorando a qualcosa, qualcosa di grosso. qualcosa di finalmente mio. ho finalmente una sotria da raccontare. da ricordare. nella consapevolezza che niente è per sempre mi godo questo momento: qualcosa da bere, qualcosa di cui scrivere, una leggera sbronza ed i pensieri che escono dal mio cervello per vederli prendere forma sul foglio bianco. non avrei chiesto niente di meglio. sono qui, in questo momento, ora, in un bar, a scrivere a computer, e tutti mi guardano. come fossi io quello scrittore solitario e nostalgico raccontato nei romanzi e nei film. mi sento quasi importante. mi sento quasi qualcuno. mi sento quasi me. mi sento male tanta è la disperazione della mia storia. ma non m'importa. perchè sto finalmente arrivando, forse, a una fine. a una fine di questo racconto. a una fine della mia esistenza. non vedo l'ora di mettere questa parola su questi fogli. che non solo mi hanno preso tempo per scriverli. ma mi hanno preso vita. che è ben dverso. mi hanno tolto tempo prezioso che avrei potuto impiegare in qualcosa di più costruttivo. come ad esmepio coltivare amicizie, coltivare hobbies, ascoltare la storia di mia madre, dedicarmi al rapporto con i miei genitori. invece son qua, a dover esorcizzare quattro anni di vita da dannato, per colpa di una ragazzina. per la quale non provo più niente. alla quale sto dando tutto. con questi post, in questo blog. senza più la paura di mettere i piedi in una pozzanghera per arrivare a una birra, l'ennesima di questa serata. ma forse non voglio ammetterlo perchè ti amo ancora. mi sto contraddicendo ma sì, ti amo, a te che ti ho conosciuto poco. ma a te che ti sto dando tutto, che ti sei presa tutto. e per questo non posso fare a meno di amarti, di un amore misericordioso, perchè hai in mano tutto me stesso. che tu sia Maia, Anna, o che tu sia il signor D. e se è vero che io posso amarti allora sarei pronto ad ammettere l'inammissibile. mi faccio paura. e allora come te muovo l'indice nell'aria, aspetto qualcosa, non arriva. allora continuo. e tutto quel disegnare occhi, per poi capire che è solo attraverso quelli che siamo spettatori di un'esistenza vuota, falsamente piena, che è solo un bluff. come a poker. sorseggio la birra. ti penso. ti voglio. chiunque tu sia. come quella poesia. Atleta.
chissà cosa direbbe il mio psichiatra.
ciao.
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sono arrivato alla conclusione che noi, noi tutti, non siamo vivi né tanto meno viviamo. siamo tuttalpiù spettatori della nostra stessa esistenza.
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COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
da questo preciso istante abolirò l’uso delle maiuscole e dei punto e a capo. tutto minuscolo e tutto attaccato. faccio questo per avere una maggiore scorrevolezza nella scrittura. quasi fosse un flusso di coscienza. ciao.
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Atleta
Una volta avevo scritto una poesia.
Si chiamava “Atleta”.
In pratica era piena di parole buone per tutti. Definivo atleta chiunque:
c’era chi era un atleta in amore, chi un atleta in amicizia, chi nello sport. Un atleta a letto, o nella vita.
Era dedicata anche a mio padre e mia madre.
La facevo leggere solo a chi meritava di leggerla. Chi io consideravo un atleta in qualcosa.
E’ andata perduta.
Non sono più in grado di scrivere cose del genere.
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... sotto tetti troppo bassi.
Ci hai azzeccato anche su questo. Ma come hai fatto?
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