una cretina con l'ego più grande delle tette. un po' comunista un po' compro le magliette di h&m a due euro, in altre parole, un controsenso vivente. classe 98.
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vorrei dire che dopo di te altre conversazioni mi hanno tenuta sveglia la notte, che altra gente è arrivata all'essenza di quello che sono, che altri mi hanno fatto cambiare idea, che tutti mi hanno raccontato silenziosamente i meccanismi strani che hanno dentro.
invece no, dopo di te nessuno ha saputo portarmi sui giusti binari, nessuno mi ha tenuta sveglia la notte, nessuno mi ha comprato il cibo che mi piaceva, nessuno mi ha toccato le cosce di notte.
nessuno.
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Caro M.
ora affronto le cose della vita per quello che sono. Soffro e piango quando mi cadono le cose dalle mani ma sai è un momento difficile, non vedo nessuno che non abiti con me da poco meno di un mese. L'ultimo è stato F., un musicista coi dilatatori che ti starebbe sul cazzo.
Caro. M.
ora affronto gli esami con serenità per quello che sono, esami. Discussioni su argomenti che conosco.
Non mangio più animali, cucino seitan al curry alle 9 di sera e mangio sul divano ascoltando podcast femministi. Ho i capelli rosa e scopo con i ragazzi in modo trascendentale.
Frequento un tipo in una di quelle frequentazioni senza capo né coda e ascolto i take dei suoi brani quando li monta. Niente a che vedere con te.
Progetto cose da fare nel futuro e non hanno niente a che vedere con i bambini e altre schifoserie normali che volevi fare tu.
Non sono più invisibile alle feste e compro top fluo su siti di second-hand.
Fai schifo.
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fammi ascoltare i classici e io ti farò sentire la mia musica sperimentale e sul tuo divano fumiamo cannabis light e beviamo la tua birra artigianale con le etichette illustrate e io nei miei vestitini senza reggiseno ti parlerò di come affronto la vita e dimmi che sono brillante e poi alla fine, ringraziami perche queste conversazioni non le fai con nessuno
ti ho trovata, mi dici
non chiamarmi principessa e per sdrammatizzare dimmi che vuoi penetrarmi, lo dici con una profondità come se non lo dovessi fare tu
mi mancano le tue mani quando dormo
lo dirò ora, e lo negherò all’infinito, mi manchi
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mi piace essere quella con cui inizi conversazioni cervellotiche che alla fine ti fanno appuntare il ragionamento nelle note del telefono.
e poi mi dici grazie, è stata una conversazione utile, non avevo mai capito questa cosa di me
mi piace essere questo
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riassunto
è il dodici agosto e D. mi viene a prendere con venti minuti di ritardo e non mi chiede nemmeno scusa. Sono single da dieci giorni, due ore dopo ho le sue mani sui miei fianchi e siamo su di una terrazza panoramica che parliamo di “quali sono le cose vere del mondo”. Tre ore dopo le sue mani sono sui miei fianchi, ma sono stesa su un tavolo bianco e D. mi scopa con forza.
per tutto un mese intero continuo ad uscire con tizi a caso, più o meno tutti quelli che me lo chiedono. con alcuni scopo, ad altri scrocco solo del vino rosso.
io e D. scopiamo ogni settimana, lui mi chiede come va con gli altri mentre si tira su i pantaloni e si accede una sigaretta. Non ascolta nemmeno la risposta, dice solo “non sono tutti come me”.
è il 17 settembre e bevo un pessimo spritz in compagnia di L. lontana 150 km da casa. il 18 mi alzo da un letto che non è il mio, L. mi riaccompagna su un auto decappottabile e mi chiede di vederci presto.
è il 24 settembre e sono a Napoli, F. mi bacia in piazza plebiscito mentre sono sporca di pizza fritta. niente sarà mai come me, dice, ma ora è fidanzato con un altra.
sono così fresca e brillante, bella, luminosa. eppure così sola.
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my type of men is:
artistino depressino e tormentato a cui preparare caffè e dolcettini e coccolare tantissimo, parlare di eteronormatività e ascoltare i loro drammi eclettici sul senso del mondo, misti ad aggiornamenti sulle loro produzioni mediocri che non mi piacciono neanche.
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era il ventidue settembre, pioveva tantissimo e io e te eravamo in un ritardo micidiale. nonostante questo mi tenevi la mano sulla coscia e andavi piano per farmi vedere le cose dal finestrino.
in sottofondo suonava Liberato e io e te stavamo andando a Scampia.
era tutto così speciale.
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Perché tu non lo sai, ma i miei pensieri hanno fatto peccaminosamente l’amore con te tutta la notte.
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ricomponendo quello che per anni è stato il nostro letto, ho pianto tutte le lacrime.
ho pianto tutto il dolore dei tuoi passi lontani da me
spero tu sia sereno
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caro D. mi hai regalato l’emozione delle prime volte e niente sarà mai uguale.
sono stata il tuo sprazzo d’estate e profumavi di mare
un giorno mi dirai se hai finito di leggere Kundera e se davvero ti ha cambiato la vita
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Spudorata
Caro M.
è l’undici ottobre e ho i capelli rosa che avresti tanto odiato, ho postato un foto in accappatoio che avresti odiato altrettanto e ascolto in repeat, ridendo, quella canzone de I cani che parla delle coppie stereotipate.
Vedo almeno 3 ragazzi a settimana, sotto sotto spero che paghino cene, cose, ma mi sento appagata solo quando dimostrano reale interesse alla mia vita. A tutti loro racconto cose terribili di te, tralascio i giorni felici, è ovvio che ne abbiamo avuti, ma non fanno scena.
Inizio tremila cose, faccio tutto con l’impegno che non metto negli esami, proseguo dritta e mi riempio di frasi plateali, messaggi scenici.
Sono estremamente felice tu non sia qui.
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