Tumgik
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“Era lì, a pochi passi da me. Indossava quel suo cappotto marrone che le avevo regalato per il suo compleanno, otto dicembre. Teneva lo sguardo basso verso le scarpe consumate dai troppi passi, sempre in movimento, lei. Sempre in ritardo,io. Non aveva l'aria felice, non l'aveva mai. Fissava un punto indefinito, come se fra le crepe del pavimento leggesse chissà quale storia,era sempre stata così: vedeva più di quello che la realtà trasmetteva. Forse, per questo aveva scelto me, vedeva del buono in me. Mi ricordo quel giorno, dopo aver fatto l'amore. “-che c'è? ” Chiese con un accenno di sorriso, come se dosasse la sua felicità. -“Vorrei non farlo.” Dissi sbuffando il fumo delle mie chesterfild blu. -“Fare cosa?” Lei aveva capito, capiva sempre quando stavo per ferirla, si strinse nelle spalle facendosi piccola piccola. -“Vorrei non farti male,sei così piccola,innocente ed io sono un fottuto egoista.” Le posai un braccio attorno alle spalle facendo aderire i nostri corpi. -“ti amo anche per questo.” Mi irrigidì all'istante mentre lei nascose il volto sul mio petto, mi depositò un bacio sullo stomaco, mi sentivo mancare l'aria. -“grazie” dissi. banale, molto banale. Lei si limitò ad annuire,forse delusa dalla mia risposta. Passarono mesi di alti e bassi, il mio sentimento per lei cresceva, mentre il suo, forse, diminuiva. O almeno, aveva smesso di dimostrarmi quanto mi amasse, col tempo aveva colto ciò che mi imbarazzava o metteva a disagio, e l'amore faceva entrambe le cose. Spaventato dai sentimenti, oh, lo so che non è una giustificazione, andai a letto con un'altra donna, la baciai sulle labbra davanti al nostro palazzo, davanti a lei, la mia lei. Pioveva, ma l'acqua che le bagnava il viso non era acqua piovana. Scappò via e quella fu l'ultima volta che la vidi, fino ad oggi. Avevo provato a chiamarla, aveva cambiato numero. A cercarla, ma non apriva mai quella dannata porta, lei sapeva. Lei ha sempre saputo tutto e seppe anche ch'ero io a torturare i suoi campanelli muti, faceva finta di non essere a casa, di non essere mai esistita. Tornai rapidamente al presente quando vidi una figura longilinea avvicinarsi a lei, prenderle il volto in mano e depositarle un bacio in bocca. Mi sento strozzare, non riuscivo ad andarmene, a scappare via da quella scena. Strano, ero sempre scappato dai problemi. Mi avvicinai, volevo poter sentire anche un frammento di conversazione. Chi era lui? Era felice? Era arrivato dove io non ero arrivato? La rendeva euforica? Mi sentii montare una rabbia dentro: e se la facesse soffrire? E se la facesse piangere? I miei pensieri furono interrotti da una sonora risata, una risata che non avevo mai sentito e lì, ebbi la conferma : sì, lui la rendeva felice, felice come io non ho mai potuto o voluto fare, la guardai, ma i suoi occhi non erano immersi nei miei. Anch'io ho una nuova ragazza, con lei c'è sintonia, armonia, non ho paura di farle male, è forte lei. È una dura, mi sento a casa con lei e forse ne sono anche un po’ innamorato; ma non posso negare che, quando lei va a dormire, la mia mente corre mesi indietro, il mio cuore si toglie la maschera e i miei occhi spendono qualche lacrima per la piccola e fragile ragazza alla quale ho spezzato il cuore. Nella vita abbiamo un solo grande amore, chi è fortunato, lo ha accanto. Chi, come me non ha mai avuto una botta di culo in vita sua o ha preferito mandare tutto a puttane per il suo egoismo, quest'amore se lo porta dentro. Un ultimo sguardo, gli occhi color cioccolato nei miei. Si è tagliata i capelli, la frangia non le copre più gli occhi. Il suo volto bagnato, Anche il mio. Strano, non piove oggi.”
— Perlabionda. (via perlabionda)
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“Le persone fanno così. Saltano, sperando che Dio li faccia volare. Perchè altrimenti cadiamo giù come sassi e mentre precipitiamo ci chiediamo: ma perchè diavolo sono saltato giù? Ma eccomi qua, Sara, precipito, e c'è una sola persona che mi fa sentire in grado di volare: e sei tu.”
- Will Smith (ilmostrodalcuoretenero)
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coez, le luci della città
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L'amore non ti abbraccia sulla neve, ma ti ci spinge sopra sapendo che non ti farà male. ❤️
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Let it snow.
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Non sapeva che l'unico a prendersi una pallottola in testa per lei fosse solo lui. Lei ignorava l'aspetto più importante mentre lui moriva per i colpi…
-ilmostrodalcuoretenero
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28. Non doveva andare così. Ricordi?
L'ho amata..l'ho amata da quel lontano novembre del 2011..l'ho amata così, per caso.. NON VOLEVO innamorarmi, doveva essere un passatempo, una scappatella, una ragazzata.. NON DOVEVO innamorarmi, dovevo essere freddo, duro, farla innamorare e poi scappare.. non fu così.. non riuscì ad essere freddo, per quanto il mio passato mi avesse insegnato ad essere cupo, non ci riuscì.. quei occhi color cielo e quelle labbra dal colore delle fragole non me lo permisero.. ci vidimo per la prima volta all'uscita di scuola, aveva una camicia bianca che la rendeva un angelo, capelli raccolti come se avesse un cerchietto e uno zainetto azzurro che faceva di lei una visione celestiale.. la guardai.. non ci credei, stava venendo verso di me, il ragazzino bastardino, magro con i capelli all'insù e lo zaino portato su una spalla sola come per dire: sono figo. Eccola, mi disse ciao, io risposi con un “ehi” ci scambiammo un bacio sulla guancia, lei divenne rossa, poi il silenzio disturbato da un piccolo tamburo, era il mio cuore, non aveva mai battuto così prima di allora, eppure doveva essere solo una storiella da nulla, ma già da lì capii che non era come le altre.
Cosi da lì a pochi giorni ci fidanzammo ma la nostra prima uscita fu dopo due mesi di relazione, di nascosto, i suoi genitori rigidi e lei paurosa. Io arrivai in motorino con un mio amico lei aspettava passeggiando sul lungomare con una mia cugina. Arrivai, era bellissima, solita pettinatura che io amavo, vestita con una maglia rossa e pantaloni neri. Il contrario della prima volta che la vidi. Stavolta sembrava più un diavoletto, ma cazzo il diavoletto più bello del mio inferno. La baciai. Ricambió. Bastó un semplice bacio per smuovere tutto. Il mio mondo si capovolse. Sembrava tutto perfetto, tutto ok, mi sentivo sicuro, nessuno poteva toccarci eravamo io e lei. Solo io e lei.
Crescevamo, passava il tempo, ma nessuno dei due se ne accorgeva, eravamo felici, vabbè le litigate da ragazzini ci stavano, ma amavo anche litigare con lei, era un uragano quando si arrabbiava, ma le bastava un semplice abbraccio per colmarla, buttava le lacrime sporche di mascara sui miei giubbotti e finiva lì, rinasceva, come rinasce la luce dopo un brutto temporale. Dopo 3 anni ebbemo una piccola crisi, ci lasciammo, mi crolló il mondo addosso, ma facevo il duro, scrissi a tutte, nessuna mi desse retta, come per dire, tu sei suo. Dopo un po’ di tempo la vidi passeggiare con un altro. Fu come un colpo di pistola dritta al cuore non ce la feci dovevo scendere e pestare questo. Scesi dalla macchina violentemente. Lui scappó, lei si mise a piangere gridando di lasciarla in pace. Le scrissi per chiederle scusa, e dopo un po le chiesi di uscire. Uscimmo, andai a prenderla e parlammo, io mi ero messo con un'altra. Solo per essere pari non per altro. Io amavo lei e solo lei. Lei era innamorata si vedeva. Non riusciva a guardarmi senza piangere. La riportai a casa e ci salutammo fino a che una sera di fine dicembre le chiuse se volesse passare il capodanno con me. Accettó. Ero rinato, ero tornato. Dovevo riprendermela. Era mia. La portai a casa mia. Parlammo e la baciai. Da lì i fuochi di capodanno. Era iniziato bene l'anno. Volevo passarlo con lei. Quell'anno e anche quello dopo fino all'ultimo respiro della mia vita. Doveva andare in quel modo. DOVEVA. Ritornammo ufficialmente insieme dopo qualche mese. Dopo incontri di nascosto e scappatelle. Ero divenuto un po’ bastardo. Ma soffrivo più io a trattarla in quel modo. Passammo altri tre anni perfetti. O meglio 2 anni e qualcosina. Iniziammo a cambiare. A crescere. Io aprii insieme a un mio amico un attività ma che non andava così tanto bene. I debiti crescevano. E trascuravo sempre di più le cose importanti per me. Lei inizió ad allontanarsi. Magari a stare meno attenta a ciò che amavo. Così decisi di chiudere e dedicarmi a lei, alla mia famiglia e dare importanza a ciò che in questi mesi avevo trascurato. Riiniziai a trattarla da principessa come meritava. Le passavo 2 anni e nemmeno ma sembrava che le passassi di più. Era la mia piccola e a lei piaceva sentirsi in quel modo. I baci iniziavano a diventare sempre più virtuali che reali. Le coccole si erano trasformate in caccia ai punti neri. Le cene romantiche erano divenute in cene di famiglia, noi dove eravamo? Sbagliammo, sbagliammo entrambi. Lei si distaccó piano piano. Io crollavo piano piano. Avevo capito che non era più lei. Avevo capito che voleva qualcosa di diverso. Avevo capito che io stavo fallendo. Doveva aiutarmi a rialzare, per mesi sono stato messo alla prova, dovevo farle vedere che la amavo, dovevo farle fare tutto ciò che non aveva fatto, volevo farlo davvero, ma non mi diede tempo, non mi diede una mano, CADDI.
Iniziai a lavorare con mio zio per pochi spiccioli, per regalarle un San Valentino da favola, mi limitai a una serata in pizzeria e a un regalino, da lei apprezzato certo, sapevo che le piaceva cio che le stavo per regalare. Tornammo a casa, senza farlo.. tragitto casa sua casa mia in lacrime. Non capivo. Avevo fallito dinuovo. Sono stato sempre un ragazzo che amava vedere felici le persone a lui vicino. Feci sempre di tutto per lei e lei per me,anche se era quello che poteva fare, non avevo bisogno di nulla oltre che vederla felice. Una delle prime uscite cantai per lei, “più bella cosa non c'è” di Eros. Ero stonato mamma mia, avevo vergogna, ma vederla felice mi dava la forza di continuare a cantare. Anche se qualche volta sono stato freddo cupo o come diceva lei “troppo maturo” ho sempre fatto di tutto per vederla sorridere. Mi facevo in due per lei, non mi importava di nient'altro. Me ne fottevo di tutto e tutti, perfino di me stesso, ma di lei no. NON VOLEVO innamorarmi, ma è successo… NON DOVEVO.. beh sono qui, oggi, a 6 anni e 3 mesi di distanza.. sono solo, e ci rimarrò, la mia lei è lontana. Non è più me che vuole. La cosa più brutto é che finalmente l'ho capito. Per mesi mi sono preso per il culo da solo “magari è un momento così, ritornerà tutto come prima, si aggiusterà tutto vedrai”. Non è stato così. Ha smesso di sognare ciò che sognavamo insieme. Sarà doloroso non poter fare tutto ciò che facevo con lei, in ogni cosa c'era un po’ di lei, in ogni piccola cosa c'era lei. In ogni cosa sua invece, lei iniziava a scartarmi sempre più. La amo ancora. Non credo basti questa vita per dimenticarla. Me ne farò una ragione, con la mia testa sarò ancora a quel lontano 2011, dove con lo zaino su una spalla aspettavo la sua uscita da scuola. Starò lì e fermerò quell'immagine in eterno, li stavo bene, qui no, li stavo in inferno ma con il mio Lucifero. NON DOVEVA ANDARE COSÌ. RICORDI.? Il mio ultimo regalo per lei sono stati dei libri, glieli ho dati il giorno del nostro ultimo abbraccio, a lei piace leggere ed è una grande scrittrice, famosa su Tumblr,al contrario di me, io sono anche dislessico ahah avevo 6 in italiano, facevo bei temi, ma il voto si abbassava ad ogni verbo sbagliato. Adesso sono qui in una stanza fredda e buia, qui sono nato, lei era riuscita a farmi vivere, vedere la luce, ma è stata dinuovo lei a risbattermi qui. Donne non giocate con l'amore, ok, noi uomini per la maggior parte siamo stronzi, ma esistono anche i bravi ragazzi. ( scusate se ci sono errori grammaticali o quant'altro ma non ho voglia di rileggerlo, fa male)
-ilmostrodalcuoretenero.
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Non sapeva che l'unico a prendersi una pallottola in testa per lei fosse solo lui. Lei ignorava l'aspetto più importante mentre lui moriva per i colpi...
-ilmostrodalcuoretenero
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28. Non doveva andare così. Ricordi?
L'ho amata..l'ho amata da quel lontano novembre del 2011..l'ho amata così, per caso.. NON VOLEVO innamorarmi, doveva essere un passatempo, una scappatella, una ragazzata.. NON DOVEVO innamorarmi, dovevo essere freddo, duro, farla innamorare e poi scappare.. non fu così.. non riuscì ad essere freddo, per quanto il mio passato mi avesse insegnato ad essere cupo, non ci riuscì.. quei occhi color cielo e quelle labbra dal colore delle fragole non me lo permisero.. ci vidimo per la prima volta all'uscita di scuola, aveva una camicia bianca che la rendeva un angelo, capelli raccolti come se avesse un cerchietto e uno zainetto azzurro che faceva di lei una visione celestiale.. la guardai.. non ci credei, stava venendo verso di me, il ragazzino bastardino, magro con i capelli all'insù e lo zaino portato su una spalla sola come per dire: sono figo. Eccola, mi disse ciao, io risposi con un “ehi” ci scambiammo un bacio sulla guancia, lei divenne rossa, poi il silenzio disturbato da un piccolo tamburo, era il mio cuore, non aveva mai battuto così prima di allora, eppure doveva essere solo una storiella da nulla, ma già da lì capii che non era come le altre.
Cosi da lì a pochi giorni ci fidanzammo ma la nostra prima uscita fu dopo due mesi di relazione, di nascosto, i suoi genitori rigidi e lei paurosa. Io arrivai in motorino con un mio amico lei aspettava passeggiando sul lungomare con una mia cugina. Arrivai, era bellissima, solita pettinatura che io amavo, vestita con una maglia rossa e pantaloni neri. Il contrario della prima volta che la vidi. Stavolta sembrava più un diavoletto, ma cazzo il diavoletto più bello del mio inferno. La baciai. Ricambió. Bastó un semplice bacio per smuovere tutto. Il mio mondo si capovolse. Sembrava tutto perfetto, tutto ok, mi sentivo sicuro, nessuno poteva toccarci eravamo io e lei. Solo io e lei.
Crescevamo, passava il tempo, ma nessuno dei due se ne accorgeva, eravamo felici, vabbè le litigate da ragazzini ci stavano, ma amavo anche litigare con lei, era un uragano quando si arrabbiava, ma le bastava un semplice abbraccio per colmarla, buttava le lacrime sporche di mascara sui miei giubbotti e finiva lì, rinasceva, come rinasce la luce dopo un brutto temporale. Dopo 3 anni ebbemo una piccola crisi, ci lasciammo, mi crolló il mondo addosso, ma facevo il duro, scrissi a tutte, nessuna mi desse retta, come per dire, tu sei suo. Dopo un po’ di tempo la vidi passeggiare con un altro. Fu come un colpo di pistola dritta al cuore non ce la feci dovevo scendere e pestare questo. Scesi dalla macchina violentemente. Lui scappó, lei si mise a piangere gridando di lasciarla in pace. Le scrissi per chiederle scusa, e dopo un po le chiesi di uscire. Uscimmo, andai a prenderla e parlammo, io mi ero messo con un'altra. Solo per essere pari non per altro. Io amavo lei e solo lei. Lei era innamorata si vedeva. Non riusciva a guardarmi senza piangere. La riportai a casa e ci salutammo fino a che una sera di fine dicembre le chiuse se volesse passare il capodanno con me. Accettó. Ero rinato, ero tornato. Dovevo riprendermela. Era mia. La portai a casa mia. Parlammo e la baciai. Da lì i fuochi di capodanno. Era iniziato bene l'anno. Volevo passarlo con lei. Quell'anno e anche quello dopo fino all'ultimo respiro della mia vita. Doveva andare in quel modo. DOVEVA. Ritornammo ufficialmente insieme dopo qualche mese. Dopo incontri di nascosto e scappatelle. Ero divenuto un po’ bastardo. Ma soffrivo più io a trattarla in quel modo. Passammo altri tre anni perfetti. O meglio 2 anni e qualcosina. Iniziammo a cambiare. A crescere. Io aprii insieme a un mio amico un attività ma che non andava così tanto bene. I debiti crescevano. E trascuravo sempre di più le cose importanti per me. Lei inizió ad allontanarsi. Magari a stare meno attenta a ciò che amavo. Così decisi di chiudere e dedicarmi a lei, alla mia famiglia e dare importanza a ciò che in questi mesi avevo trascurato. Riiniziai a trattarla da principessa come meritava. Le passavo 2 anni e nemmeno ma sembrava che le passassi di più. Era la mia piccola e a lei piaceva sentirsi in quel modo. I baci iniziavano a diventare sempre più virtuali che reali. Le coccole si erano trasformate in caccia ai punti neri. Le cene romantiche erano divenute in cene di famiglia, noi dove eravamo? Sbagliammo, sbagliammo entrambi. Lei si distaccó piano piano. Io crollavo piano piano. Avevo capito che non era più lei. Avevo capito che voleva qualcosa di diverso. Avevo capito che io stavo fallendo. Doveva aiutarmi a rialzare, per mesi sono stato messo alla prova, dovevo farle vedere che la amavo, dovevo farle fare tutto ciò che non aveva fatto, volevo farlo davvero, ma non mi diede tempo, non mi diede una mano, CADDI.
Iniziai a lavorare con mio zio per pochi spiccioli, per regalarle un San Valentino da favola, mi limitai a una serata in pizzeria e a un regalino, da lei apprezzato certo, sapevo che le piaceva cio che le stavo per regalare. Tornammo a casa, senza farlo.. tragitto casa sua casa mia in lacrime. Non capivo. Avevo fallito dinuovo. Sono stato sempre un ragazzo che amava vedere felici le persone a lui vicino. Feci sempre di tutto per lei e lei per me,anche se era quello che poteva fare, non avevo bisogno di nulla oltre che vederla felice. Una delle prime uscite cantai per lei, “più bella cosa non c'è” di Eros. Ero stonato mamma mia, avevo vergogna, ma vederla felice mi dava la forza di continuare a cantare. Anche se qualche volta sono stato freddo cupo o come diceva lei “troppo maturo” ho sempre fatto di tutto per vederla sorridere. Mi facevo in due per lei, non mi importava di nient'altro. Me ne fottevo di tutto e tutti, perfino di me stesso, ma di lei no. NON VOLEVO innamorarmi, ma è successo… NON DOVEVO.. beh sono qui, oggi, a 6 anni e 3 mesi di distanza.. sono solo, e ci rimarrò, la mia lei è lontana. Non è più me che vuole. La cosa più brutto é che finalmente l'ho capito. Per mesi mi sono preso per il culo da solo “magari è un momento così, ritornerà tutto come prima, si aggiusterà tutto vedrai”. Non è stato così. Ha smesso di sognare ciò che sognavamo insieme. Sarà doloroso non poter fare tutto ciò che facevo con lei, in ogni cosa c'era un po’ di lei, in ogni piccola cosa c'era lei. In ogni cosa sua invece, lei iniziava a scartarmi sempre più. La amo ancora. Non credo basti questa vita per dimenticarla. Me ne farò una ragione, con la mia testa sarò ancora a quel lontano 2011, dove con lo zaino su una spalla aspettavo la sua uscita da scuola. Starò lì e fermerò quell'immagine in eterno, li stavo bene, qui no, li stavo in inferno ma con il mio Lucifero. NON DOVEVA ANDARE COSÌ. RICORDI.? Il mio ultimo regalo per lei sono stati dei libri, glieli ho dati il giorno del nostro ultimo abbraccio, a lei piace leggere ed è una grande scrittrice, famosa su Tumblr,al contrario di me, io sono anche dislessico ahah avevo 6 in italiano, facevo bei temi, ma il voto si abbassava ad ogni verbo sbagliato. Adesso sono qui in una stanza fredda e buia, qui sono nato, lei era riuscita a farmi vivere, vedere la luce, ma è stata dinuovo lei a risbattermi qui. Donne non giocate con l'amore, ok, noi uomini per la maggior parte siamo stronzi, ma esistono anche i bravi ragazzi. ( scusate se ci sono errori grammaticali o quant'altro ma non ho voglia di rileggerlo, fa male)
-ilmostrodalcuoretenero.
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L'ho amata..l'ho amata da quel lontano novembre del 2011..l'ho amata così, per caso.. NON VOLEVO innamorarmi, doveva essere un passatempo, una scappatella, una ragazzata.. NON DOVEVO innamorarmi, dovevo essere freddo, duro, farla innamorare e poi scappare.. non fu così.. non riuscì ad essere freddo, per quanto il mio passato mi avesse insegnato ad essere cupo, non ci riuscì.. quei occhi color cielo e quelle labbra dal colore delle fragole non me lo permisero.. ci vidimo per la prima volta all'uscita di scuola, aveva una camicia bianca che la rendeva un angelo, capelli raccolti come se avesse un cerchietto e uno zainetto azzurro che faceva di lei una visione celestiale.. la guardai.. non ci credei, stava venendo verso di me, il ragazzino bastardino, magro con i capelli all'insù e lo zaino portato su una spalla sola come per dire: sono figo. Eccola, mi disse ciao, io risposi con un "ehi" ci scambiammo un bacio sulla guancia, lei divenne rossa, poi il silenzio disturbato da un piccolo tamburo, era il mio cuore, non aveva mai battuto così prima di allora, eppure doveva essere solo una storiella da nulla, ma già da lì capii che non era come le altre.
Cosi da lì a pochi giorni ci fidanzammo ma la nostra prima uscita fu dopo due mesi di relazione, di nascosto, i suoi genitori rigidi e lei paurosa. Io arrivai in motorino con un mio amico lei aspettava passeggiando sul lungomare con una mia cugina. Arrivai, era bellissima, solita pettinatura che io amavo, vestita con una maglia rossa e pantaloni neri. Il contrario della prima volta che la vidi. Stavolta sembrava più un diavoletto, ma cazzo il diavoletto più bello del mio inferno. La baciai. Ricambió. Bastó un semplice bacio per smuovere tutto. Il mio mondo si capovolse. Sembrava tutto perfetto, tutto ok, mi sentivo sicuro, nessuno poteva toccarci eravamo io e lei. Solo io e lei.
Crescevamo, passava il tempo, ma nessuno dei due se ne accorgeva, eravamo felici, vabbè le litigate da ragazzini ci stavano, ma amavo anche litigare con lei, era un uragano quando si arrabbiava, ma le bastava un semplice abbraccio per colmarla, buttava le lacrime sporche di mascara sui miei giubbotti e finiva lì, rinasceva, come rinasce la luce dopo un brutto temporale. Dopo 3 anni ebbemo una piccola crisi, ci lasciammo, mi crolló il mondo addosso, ma facevo il duro, scrissi a tutte, nessuna mi desse retta, come per dire, tu sei suo. Dopo un po' di tempo la vidi passeggiare con un altro. Fu come un colpo di pistola dritta al cuore non ce la feci dovevo scendere e pestare questo. Scesi dalla macchina violentemente. Lui scappó, lei si mise a piangere gridando di lasciarla in pace. Le scrissi per chiederle scusa, e dopo un po le chiesi di uscire. Uscimmo, andai a prenderla e parlammo, io mi ero messo con un'altra. Solo per essere pari non per altro. Io amavo lei e solo lei. Lei era innamorata si vedeva. Non riusciva a guardarmi senza piangere. La riportai a casa e ci salutammo fino a che una sera di fine dicembre le chiuse se volesse passare il capodanno con me. Accettó. Ero rinato, ero tornato. Dovevo riprendermela. Era mia. La portai a casa mia. Parlammo e la baciai. Da lì i fuochi di capodanno. Era iniziato bene l'anno. Volevo passarlo con lei. Quell'anno e anche quello dopo fino all'ultimo respiro della mia vita. Doveva andare in quel modo. DOVEVA. Ritornammo ufficialmente insieme dopo qualche mese. Dopo incontri di nascosto e scappatelle. Ero divenuto un po' bastardo. Ma soffrivo più io a trattarla in quel modo. Passammo altri tre anni perfetti. O meglio 2 anni e qualcosina. Iniziammo a cambiare. A crescere. Io aprii insieme a un mio amico un attività ma che non andava così tanto bene. I debiti crescevano. E trascuravo sempre di più le cose importanti per me. Lei inizió ad allontanarsi. Magari a stare meno attenta a ciò che amavo. Così decisi di chiudere e dedicarmi a lei, alla mia famiglia e dare importanza a ciò che in questi mesi avevo trascurato. Riiniziai a trattarla da principessa come meritava. Le passavo 2 anni e nemmeno ma sembrava che le passassi di più. Era la mia piccola e a lei piaceva sentirsi in quel modo. I baci iniziavano a diventare sempre più virtuali che reali. Le coccole si erano trasformate in caccia ai punti neri. Le cene romantiche erano divenute in cene di famiglia, noi dove eravamo? Sbagliammo, sbagliammo entrambi. Lei si distaccó piano piano. Io crollavo piano piano. Avevo capito che non era più lei. Avevo capito che voleva qualcosa di diverso. Avevo capito che io stavo fallendo. Doveva aiutarmi a rialzare, per mesi sono stato messo alla prova, dovevo farle vedere che la amavo, dovevo farle fare tutto ciò che non aveva fatto, volevo farlo davvero, ma non mi diede tempo, non mi diede una mano, CADDI.
Iniziai a lavorare con mio zio per pochi spiccioli, per regalarle un San Valentino da favola, mi limitai a una serata in pizzeria e a un regalino, da lei apprezzato certo, sapevo che le piaceva cio che le stavo per regalare. Tornammo a casa, senza farlo.. tragitto casa sua casa mia in lacrime. Non capivo. Avevo fallito dinuovo. Sono stato sempre un ragazzo che amava vedere felici le persone a lui vicino. Feci sempre di tutto per lei e lei per me,anche se era quello che poteva fare, non avevo bisogno di nulla oltre che vederla felice. Una delle prime uscite cantai per lei, "più bella cosa non c'è" di Eros. Ero stonato mamma mia, avevo vergogna, ma vederla felice mi dava la forza di continuare a cantare. Anche se qualche volta sono stato freddo cupo o come diceva lei "troppo maturo" ho sempre fatto di tutto per vederla sorridere. Mi facevo in due per lei, non mi importava di nient'altro. Me ne fottevo di tutto e tutti, perfino di me stesso, ma di lei no. NON VOLEVO innamorarmi, ma è successo... NON DOVEVO.. beh sono qui, oggi, a 6 anni e 3 mesi di distanza.. sono solo, e ci rimarrò, la mia lei è lontana. Non è più me che vuole. La cosa più brutto é che finalmente l'ho capito. Per mesi mi sono preso per il culo da solo "magari è un momento così, ritornerà tutto come prima, si aggiusterà tutto vedrai". Non è stato così. Ha smesso di sognare ciò che sognavamo insieme. Sarà doloroso non poter fare tutto ciò che facevo con lei, in ogni cosa c'era un po' di lei, in ogni piccola cosa c'era lei. In ogni cosa sua invece, lei iniziava a scartarmi sempre più. La amo ancora. Non credo basti questa vita per dimenticarla. Me ne farò una ragione, con la mia testa sarò ancora a quel lontano 2011, dove con lo zaino su una spalla aspettavo la sua uscita da scuola. Starò lì e fermerò quell'immagine in eterno, li stavo bene, qui no, li stavo in inferno ma con il mio Lucifero. NON DOVEVA ANDARE COSÌ. RICORDI.? Il mio ultimo regalo per lei sono stati dei libri, glieli ho dati il giorno del nostro ultimo abbraccio, a lei piace leggere ed è una grande scrittrice, famosa su Tumblr,al contrario di me, io sono anche dislessico ahah avevo 6 in italiano, facevo bei temi, ma il voto si abbassava ad ogni verbo sbagliato. Adesso sono qui in una stanza fredda e buia, qui sono nato, lei era riuscita a farmi vivere, vedere la luce, ma è stata dinuovo lei a risbattermi qui. Donne non giocate con l'amore, ok, noi uomini per la maggior parte siamo stronzi, ma esistono anche i bravi ragazzi. ( scusate se ci sono errori grammaticali o quant'altro ma non ho voglia di rileggerlo, fa male)
-ilmostrodalcuoretenero.
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So andarmene anche io. Ma poi non torno. Ci metto tempo, ma poi mi hai perso.
Ludovica, soffroeppuremivienedaridere. (via soffroeppuremivienedaridere)
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"E vorrei abbracciarti fino a farti male e ti vorrei chiamare ma prima ti vorrei mancare"
- Gionnyscandal
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Colui che guarda fuori di sé sogna, colui che guarda dentro di sé si sveglia.
Carl Gustav Jung (via unpostodovetumiamavi)
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“Non ho la facoltà di compiere i miracoli, sarò solo il tuo angelo e combatterò i tuoi diavoli"
- Duplici
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