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"Sì! Era proprio la sua colonnina. Suo il letto, sua anche la camera. Ma la cosa più straordinaria e importante di tutte era che anche il Tempo a sua disposizione era il suo, così da poter avere la possibilità di porvi rimedio."
Canto di Natale di Charles Dickens. Nuova Traduzione. Quinta Strofa: Come andò a finire
di @t-annhauser
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"Lo Spettro si avvicinava lento, solenne, silenzioso. Quando gli fu vicino, Scrooge cadde sulle ginocchia, poiché era come se l’aria stessa in cui avanzava spandesse sopra ogni cosa un cupo alone di mistero."
Canto di Natale di Charles Dickens. Nuova Traduzione. Quarta Strofa: L'ultimo dei Tre Spiriti
di @t-annhauser
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"Svegliatosi nel bel mezzo di una prodigiosa e possente russata, e tirandosi su a sedere per rimettere insieme le idee, questa volta Scrooge non ebbe bisogno di farsi ripetere che l'orologio stava di nuovo per battere l’Una."
Canto di Natale di Charles Dickens. Nuova Traduzione. Terza Strofa. Il secondo dei Tre Spiriti
di @t-annhauser
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"Quando Scrooge si svegliò faceva ancora così buio che sbirciando fuori dal letto riuscì a malapena a distinguere il vetro trasparente della finestra dalle pareti in penombra della stanza. Stava scrutando attentamente l’oscurità con i suoi occhi da furetto, quando la campana di una chiesa vicina batté i quattro quarti."
Canto di Natale di Charles Dickens. Nuova Traduzione. Seconda Strofa: Il primo dei Tre Spiriti
di @t-annhauser
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"Innanzitutto: Marley era morto. Su questo non vi era alcun dubbio. Il registro mortuario recava la firma del prete, dell’impiegato comunale, dell'impresario delle pompe funebri e del piagnone capo. Scrooge vi aveva apposto la sua: e il nome di Scrooge, alla Borsa dei Cambi, valeva quanto una sentenza, sotto ogni punto di vista."
Canto di Natale di Charles Dickens. Nuova Traduzione. Prima Strofa: Il fantasma di Marley
di @t-annhauser
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Nei momenti di massima inquietudine mi viene in soccorso il sapere che non esistono colpe, che nemmeno gli dei combattono Anánkē, che la libertà con le sue scelte illusorie porta solo afflizione. Sono calato in una specie di nirvana ontologico-filosofico che approda nell'Amor Fati, o sono molto saggio o molto pazzo, ma visto che la pazzia è di solito diagnosticata da gente immersa fino al collo nella follia del mondo, speriamo di non dare troppo nell'occhio, altrimenti siamo fritti (pardon, sono fritto).
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Prima Strofa: Il Fantasma di Marley
Il primo capitolo, Il Fantasma di Marley, o sarebbe meglio dire la prima strofa, perché di un canto in prosa si tratta, inizia con l'introduzione del personaggio di Scrooge e continua attraverso la visita del nipote e dei signori dell'Esercito della Salvezza. Poi arriva l'incontro con il soprannaturale, con il fantasma del suo vecchio socio che gli preannuncia la visita dei Tre Spiriti che lo salveranno.
Il tono è spiritoso, in tutti i sensi. Scrooge è scettico ancora di fronte al fantasma del socio defunto, che avrà il suo bel da fare per convincerlo di trovarsi di fronte a una vera presenza ultramondana.
Viene introdotto anche Bob Cratchit, il povero impiegato che mestamente subisce le angherie di Scrooge e a stento riesce a ottenere le meritate ferie.
C'è un accenno anche a God Rest You Merry Gentlemen, che ho sentito per la prima volta in un ispettore Barnaby cantato in un coro dalla moglie ed è diventato immediatamente il mio canto di Natale preferito.
Qui una versione del Magdalen Choir di Oxford, il collegio citato anche nel primo capitolo dell'Ulisse di Joyce (il famoso Ades del Madgalen che inseguiva con le forbici Clive Kempthorpe tagliuzzandogli i pantaloni)
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Canto di Natale, nuova traduzione
Today is the day, oggi è il giorno del Canto di Natale. Ci sto lavorando da questa estate, ho creato un blog dedicato su Blogspot, lo potete trovare a questo indirizzo:
Il lavoro è sempre in fieri, ci sono ancora delle parti che non mi convincono, ma mi impegno a rivederlo periodicamente. È una ritraduzione fatta partendo dall'originale inglese e incrociando le due traduzioni esistenti di cui ho notizia, la prima del 1888 e l'altra di epoca più recente, qua e là mi sono servito anche della traduzione spagnola.
L'edizione è annotata, le mie note sono quelle racchiuse tra parentesi quadre. Potrebbero esserci anche degli errori, l'ho riletta così tante volte che ormai la so a memoria e non vedo più niente.
L'ho ritradotta seguendo la mia musica, il mio modo di scrivere, ma senza stravolgere la costruzione della frase. Spero vi piacerà e che possa rendervi felici come ha reso felice me, adoro questa storia.
Per comodità metto anche l'indirizzo in descrizione.
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"There's so much that we need to share / So send a smile and show you care"
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Le foglie, che morte non sono,/ irradiano in cielo la luce,/filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,/che pestarle sia peccato...
Le foglie morte non sono, un tal Lucas
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"How can we attempt changes if we don't evaluate ourselves?"
The Exile and Death of Andrei Tarkovsky (1988), dir. Ebbo Demant
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È impossibile pensare in grande in questa società piccina, si diventa piccini pure noi, per aver grazia di sirene bisogna vivere in fondo agli oceani, completamente e salutarmente avulsi dall'organizzazione sociale, la quale, maturata fino a marcire, da tollerante è diventata sopportante, di impaccio alla felicità degli uomini, e non d'aiuto. Siamo quello in cui viviamo, e se viviamo dentro internet finiremo per diventare come internet, cistifellici.
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'Portrait of Jane Morris Asleep on a Sofa' by Dante Gabriel Rossetti.
Photo by Birmingham Museums Trust, licensed under CC0.
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Constatata la grande disponibilità d'acqua del nord e la cronica penuria d'acqua del sud abbiamo deciso di lavare i panni in Lombardia e stenderli in Calabria.
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