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La più grande prese il volto della più piccola tra le sue mani e posò delicatamente le sue soffici labbra su quelle leggermente screpolate della piccola. Quest'ultima non sapeva che fare. Era immobile davanti a quel gesto. Le labbra della grande erano soffici come le aveva sempre immaginate la notte passate insonni a ripensare a quei messaggi che si inviavano il giorno. Le chiamate fatte la sera e a volte terminate la mattina, come se fossero amiche che non si sentivano da anni e dovevano recuperare il tempo perso. In realtà parlavano di cose che a qualcun altro potevano sembrare cavolate, ma a loro piaceva così. Parlare di cose che gli altri non capivano, perché per loro era un modo per differenziarsi dalla società. Solo quando si accorse che la più grande stava per tirarsi indietro e porre fine a quel bacio che la piccola si risvegliò. Iniziò a muovere timidamente le labbra su quelle della più grande che sorrise. Portò lentamente le braccia intorno al suo collo, come per paura che quella potesse allontanarla. E quando furono entrambe dietro la sua nuca le incrociò. A quel gesto la più grande spostò le sue mani da quelle guance soffici ai piccoli fianchi della piccola. Ed erano lì a scambiarsi quel piccolo bacio sotto l'albero che per la più grande aveva un grande significato e sotto le luci del tramonto. La grande però voleva di più. Voleva scoprire il sapore della bocca della più piccola, così le leccò il labbro inferiore. A quel gesto la piccola si irrigidì. Non aveva mai baciato qualcuno e aveva paura. Anche se si diede mentalmente dell'idiota. Quale diciassettenne non aveva mai dato il suo primo bacio? Lei. Solo lei. Ma per questo a Lauren piaceva. Piaceva che fosse pura e inesperta. Perché l'avrebbe guidata lei dove Camila non sapeva cosa fare. L'avrebbe rassicurata lei quando Camila aveva paura. E sempre lei l'avrebbe amata per tutti i suoi difetti. Perché Lauren era così: si innamorava dei difetti delle ragazze. Perché nei difetti trovava sempre i pregi che gli altri non riuscivano a vedere. Quando sentì la piccola irrigidirsi iniziò ad accarezzarle i fianchi in modo circolare, sperando di tranquillizzarla e rassicurarla. E così fu. Camila iniziò a rilassarsi e separò lentamente le labbra. La lingua della più grande si fece spazio nella sua bocca, ma lei era ferma. Non sapeva che fare e se ne vergognò, ma Lauren capendo il suo disagio iniziò a guidarla nei movimenti. Perché Lauren, dopotutto, sarebbe stata la sua guida in amore, e Camila un'alunna pronta ad imparare e a capire cosa vuol dire amare.

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Si guardava allo specchio e si odiava. Guardava ogni suo difetto e presa da uno scatto di odio e di rabbia tirò un cazzotto contro lo specchio, frantumandolo in mille pezzi. Alcuni pezzi caddero a terra, altri si conficcarono nelle sue nocche e queste iniziarono a sanguinare. Si rivestì in fretta e senza dare peso al dolore alla mano e al sangue che sporcava i suoi vestiti corse fuori dal bagno e poi fuori casa. Iniziò a piangere e si diresse di corsa verso il palazzo abbandonato che era diventato il suo posto da lì a qualche giorno. Appena arrivata salì i gradini barcollanti di corsa e arrivò all'ultimo piano, uscì dalla porta del terrazzo e si diresse verso il muretto. Salí sopra e una folata di vento le buttò i capelli indietro e le fece bruciare la ferita alla mano. Chiuse gli occhi e portò un piede nel vuoto. Bastava un passo e sarebbe stata libera. Un passo alla libertà. "Addio e scusa mamma" disse tra le lacrime. Stava per buttarsi quando due braccia la tirarono in dietro. I due corpi caddero a terra. Quello della castana sopra quello della mora che la stringeva a sé. "Non ti permetterò di farlo" le sussurrò la ragazza dagli occhi verdi, mentre la castana, presa da un pianto violento e dopo essersi calmata, si addormentò tra il suo posto nel mondo: le braccia della mora.

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Lauren fissava lo specchio, le occhiaie profonde, il viso scavato, le labbra screpolate e gli occhi grigi e vuoti. I capelli erano scompigliati, a causa dei suoi movimenti bruschi nel sonno. Fissava lo specchio e le lacrime si formarono sui suoi occhi, anche il suo riflesso iniziò a piangere. "Margot non piangere" sussurrò con voce roca per via dei continui pianti e le labbra del riflesso si muovevano senza emettere suono. "Che fai ti prendi gioco di me?" chiese ridacchiando leggermente. E il riflesso rideva con lei senza emettere suoni. Lauren continuava a ridere e il riflesso rideva con lei senza suoni. Camila era nel letto e sentendo delle risate si svegliò, alzò il busto e si guardò intorno confusa quando vide che il posto accanto al suo era vuoto andò in panico. Si alzò dal letto bruscamente e notando un fascio di luce da sotto la porta del bagno andò in quella direzione e le risate aumentarono, Camila riconobbe la risata di Lauren. Entrò in bagno e vide la figura alta e più magra del solito della sua ragazza. Vedeva come rideva indicando lo specchio. Si avvicinò e la richiamò sussurrando "Lauren.." la ragazza dagli occhi verdi si voltò verso la castana, e Camila sorrise nel rivedere un sorriso vero sul volto della sua amata. "Camila c'è Margot" esclamò indicando lo specchio. Il riflesso ripeté quello che aveva appena fatto la mora. Camila allora capì e rivolse un sorriso triste alla sua amata e mise le sue mani sulle braccia candide di Lauren. "Lauren.." iniziò e la mora rimase con quel sorriso fantastico che l'aveva fatta innamorare "Ascoltami bene e guarda lo specchio" disse facendola voltare verso lo specchio "Chi vedi?" le chiese e "Te e Margot" rispose felice, poi si rese conto e "Io dove sono?" chiese triste. "Lauren, quelle siamo io e te. Margot non c'è." le spiegò Camila. Lauren scoppiò a ridere, ma era una risata finta e isterica. Camila quasi si spaventò "Lauren" la chiamò mentre quella si accasciava a terra, Camila la seguí. Si sedettero a terra e la risata di Lauren divenne un pianto isterico e il suo corpo venne scosso da violenti singhiozzi. Camila la abbracciò e la mora si sfogò di tutte le lacrime tenute dentro da quella maledetta notte. Dalla notte in cui aveva perso la sua gemella, Margot.

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Stava seduta sulla riva del lago con una margherita in una mano e l'altra che staccava petalo dopo petalo. Stava facendo il gioco del 'M'ama e Non m'ama', lo aveva sempre considerato stupido ma ora, sotto il cielo stellato e illuminata solo dalla luce della Luna piena, le sembrava un gioco dal quale dipendeva la sua storia con la mora. Staccò l'ultimo petalo e sussurrò un "Non m'ama", buttò il resto della margherita a terra in modo violento e delle lacrime iniziarono a formarsi sui suoi occhi mentre qualcuna sfuggì al suo controllo. Degli occhi verdi stavano guardando quella scena fin dall'inizio, prima divertita ora, invece, guardava la castana con compassione. Davvero credeva che il suo amore dipendeva da quello stupido gioco? Scosse la testa sorridendo leggermente e si avvicinò da dietro lentamente. Quando arrivò dietro la castana la prese da sotto le braccia e la costrinse ad alzarsi e a girarsi. La castana ancora confusa si ritrovò le labbra morbide della sua amata sulle sue, e sorrise mentre il loro dolce bacio iniziava a sapere un po' di salato a causa delle lacrime della castana. Quando si staccarono la mora asciugò le lacrime della più piccola, che aveva gli occhi persi in quelli verdi della grande, e "T'amo" le sussurrò. Sorrisero entrambe e la castana nascose il viso nel collo della mora, mentre quest'ultima la stringeva forte a sé.

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Cutie :3

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First Camren edit! :) by Reguimalikz on Instagram

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Camila: *phone starts ringing*

Ally: *looks at who is calling*

Ally: *laughs* You still call your dad 'Daddy'?

Camila: *answers call and makes direct eye contact with Ally*

Camila: Hey, Lauren

Ally: *chokes on holy water*

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good old days

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Tu sonrisa me hace sonreír y aclara mi día 🌞

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Io faccio finta. Si è vero. Faccio finta di sorridere. Faccio finta di ridere. Faccio finta di stare bene. Faccio finta di interessarmi alle cose. Faccio finta di voler conoscere persone nuove. Ma voi fate finta di conoscermi.

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Dinah: [hands the phone to Lauren] It's your girlfriend, Camila.

Lauren: She's not my girlfriend!

Lauren: [into the phone] Hey babe.