haidegliocchichenonhovistomai
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oceanomare.
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Laura // 17//Italia // mi innamorerò di te perche quando mi stringi ho le fitte intercostali. buonanotte amore.'vorrei dirti che l’estathè lo prendo sempre alla pesca, e sulle patatine non metto sempre il ketchup, vorrei dirti che quando piove di solito dimentico l’ombrello, vorrei dirti che mi giro sempre le dita tra le mani quando sono nervosa e che se rido troppo arriva persino a mancarmi il respiro. E il desiderio che esprimo è sempre lo stesso a tutti i compleanni. Vorrei dirti che la matita sugli occhi mi fa sentire più bella, che se mi abbracci e la mia sciarpa sa di te, potrei non levarmela mai più. Che adoro quando mi toccano i capelli e mi accarezzano le mani, vorrei dirti che, dipendesse da me, vivrei sepolta sotto tutti i libri e le parole belle del mondo, che se mi dici “io ti amo” poi ci credo. E se faccio tardi, quasi sempre, è perché aspettare mi mette addosso la paura. Vorrei dirti che scrivo perché senza penna non so parlare; che mi basta una singola nota per indovinare la canzone. E poi l’amore non so se ho idea di cosa sia, ma vorrei dirti tutto di me, se prometti che non scapperai via.
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È come se certe volte non guardassi quello che veramente ho intorno a me, o facessi finta di non guardare o forse
Forse eri tu a non guardare. Pensiamo di sapere tutto , abbiamo gli occhi dappertutto, capiamo gli altri meglio di noi stessi, l’empatia. L’empatia. Sono solo scuse che raccontiamo per sentirci un po’ più sicuri di noi stessi, meno in colpa e forse meno soli? L’empatia, male e bene allo stesso tempo, ci sovrasta solo perché ce ne riempiamo la bocca a poco a poco, siamo tutti empatici. Ma la verità che non vogliamo ammettere un po’ per senso di colpa, solitudine o sicurezza, e che è tutta un’enorme scusa. La verità è che non c’è posto per ‘ sentire un po’ gli altri’ : i sogni , le paure, la tristezza , la felicità e l’allegria e ancora, i rimpianti, la rabbia. A stento ci sentiamo da soli in questo silenzio assordante che ci sfonda i timpani, anche se non si sente niente noi facciamo fatica a sentirci, a capirci, a guardare . A guardare gli altri e noi stessi. Forse eri tu a non guardare, capire, sentire . Così ancorato alla tua idea di bello che silenzio che era sparito per lasciar posto a mille voci tutte insieme e i colori, li vedevi di nuovo, mille colori, mille persone, hai iniziato a guardare dentro te stesso che hai dimenticato come si fa con gli altri. Succede, succede a tutti forse, a tutti quelli che si professano “ empatici” . Ma è solo una scusa, una scusa per andare magari a teatro e dire “ ho sentito pathos” ma non sai neanche che cos’è il pathos. O magari per dire aspetta “ la conosco l’etimologia della parola “ empatia” ‘sono tutte scuse per riempirti la bocca e non guardare a quello che realmente sei diventato, celandoti dietro la scusa dell’empatia, perché tu si che le capisci le persone, quando hai amato più te stesso che gli altri. Eppure questa è l’ultima volta che ti provo a spiegare davvero cosa sia, prova a uscire dalla tua stanza multicolore e piena di voci ed entra in quella piccola buia, senza colori e voci, dove l’unico suono che si sente è il silenzio, e le paure, e la rassegnazione, il bianco, il nero, le urla, e le grida, lo sgomento e l’ansia di vivere, prova ad entrare nella stanza dove si può essere soli, senza spiegazioni , senza perché, ma, se , peró. Nella stanza di ognuno di noi.
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Mi sembra giusto farti sapere che tutto va meglio, a piccoli passi mi sto riprendendo oggi però è un giorno scuro e mi sento triste certe volte, ti giuro non so se sia colpa del maltempo o sono io ad essere in un turbinio di lacrime certi giorni invece mi alzo e mi dico va tutto per il meglio quasi fino a sentirmi un raggio di sole.
Alice Giaquinta - [prima parte]
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La letteratura, come tutta l'arte, è la confessione che la vita non basta.
Fernando Pessoa (via theprovocationofwoodstock)
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Dove sei ora?
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Te lo chiedevo spesso «Dimmi cosa siamo.» «Cosa siamo? Non lo so. So che siamo, conta questo.» Poi cambiavi discorso senza lasciarmi risposte. E adesso che nemmeno mi saluti più, quando la gente chiede di noi non so che inventarmi. «Ma cos'eravate?» E come glielo spiego cos'eravamo?
Niente Poesia, Federica Maneli  (via stobeneanchesetuttovamale)
cos'eravamo noi due tu lo sai?
(via beyourselfisalwaysagoodidea)
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pezzi di vite altrui
era gennaio, una festa come altre. ti avevo già visto e sei stata l'unica che mi ha sorriso. ero solo, con le mie sigarette, la testa che mi girava un po' per il vino e tu eri lì che ballavi con una tua amica con i tacchi un po' troppo alti, mi giravo ed eri lì a mangiare il salmone marinato, mi giravo ed eri lì che mi guardavi nello stesso instante in cui lo facevo io. poi ci presentano " ma ti ricordi di lei? l'hai vista qualche volta, quando venivi per Natale" e io annuii e dissi semplicemente che mi sembrava ti avessi su Instagram. tu mi sorridi, si è vero che ti tengo su Instagram; mi chiedi che scuola frequento, se abito ancora su e "no mi sono trasferito, vivo qui adesso" e poi la tua amica che ti chiama e tu che mi sorridi di nuovo e vai via. non ce l'ho fatta proprio ad avvicinarmi a te di nuovo, ti guardavo da lontano mentre fumavo sigarette. poi l'ho avuto il coraggio, ti ho scritto. e mi piacevi tanto, siamo usciti e credimi che quelle parole che ti ho scritto erano vere, quando tornai a casa quel sabato sera di gennaio ero tanto felice, pensavo a quanto cazzo sei fantastica, tu che parli e non ti fermi e poi mi guardi con quel sorriso assurdo: fai teatro, ti piace leggere e ti piacciono le canzoni strane, hai visto tutta l'Europa e mi hai detto che sono troppo timido che devo parlare di più con te. avevo preso una fissa con te, ti chiamavo quando uscivo da scuola, volevo sempre vederti, anche un caffè mi bastava , uno solo a settimana. la sera facevamo la web, e devo precisare che abitiamo a 2 km di distanza; ma ti volevo vedere , sentire la tua voce , dirti che eri bellissima anche con il pigiama di pail e le occhiaie fin giù il viso, perché era così. mi chiedevi com'è che andava con i miei , perché litigavano e io dicevo che mi mancava la mia vita e qui era tutto nuovo per me, i miei si stavano separando e io mi stavo perdendo. ti dicevo così, ma io sentivo che mi volevi salvare e avevo paura , perché nessuno l'aveva mai fatto con me. nessuno mi aveva mai salvato, ed era tutto strano era tutto nuovo e tu eri indispensabile e non poteva più andare così. non m'interessava più se i miei si lasciavano, basta che io ero con te. quando ci siamo baciati per la prima volta lo ricordo ancora, eravamo molto fatti e io non fumavo da tanto tempo; eravamo su una panchina e senza pensarci troppo ti ho baciato. poi mi hai preso per mano, hai camminato un po' e mi hai detto " ma non ti è piaciuto ? perché subito ti sei staccato" e io ti ho detto che certo che era stato fantastico ma avevo le labbra secche e avevo paura che a te non fosse piaciuto. e tu mi hai detto che era stato bellissimo. Poi hai letto per me al telefono le venti pagine del libro che stavi scrivendo, ogni giorno mi esortavi a scegliere un argomento per la tesina :" già sei stato bocciato, adesso rendi fieri i tuoi" e io l'unica che volevo rendere fiera eri tu. sentivo questo dislivello tra noi: tu solare io timido, a te piace leggere io non l'ho mai aperto un libro, tu professavi di appartenere a un comunismo intellettuale e io non sapevo neanche cosa fosse. eri troppo per me e mi facevi stare troppo bene e ho avuto paura. ho iniziato a non rispondere più a non scriverti più, ho cancellato le nostre conversazioni chilometriche e non ho mai più visto le tue foto su Instagram. forse sei stata male , forse hai pianto, hai pensato che non ero normale; ma credimi che ti ho salvato. quello con cui stai adesso è quello giusto per te, parlate di cose intelligenti, sa portare avanti un discorso con te, ha tanto da dire e non si limita ad ascoltare. me l'ha detto mio cugino che vi ha visti insieme alla tua festa di compleanno, mi ha detto che ero stato un idiota, ha detto che lo dovrei vedere al tuo ragazzo , è intelligente sí, ma anonimo. tu sei troppo e lui troppo poco. ma la verità é che qualche giorno fa hai postato una foto in cui eri tu e la tua purezza, tu a guardare un quadro e mi è battuto forte il cuore quando l'ho vista. eri così vera e a tuo agio, che ho pensato che mi sei mancata tanto in questi mesi e che forse anche io potevo renderti felice e leggere un libro per farti contenta. avrei potuto scattartela io quella foto, e venire al tuo compleanno e ballare con te. alla fine l'ho scelto l'argomento della tesina, sai? la paura , la paura che mi ha portato via da te
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[movimento per l'emancipazione della poesia]
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era come andare sulla luna in Fiat Uno
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sei stato il mio tutto e io il tuo niente
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pezzi di vite altrui
eri un ragazzo molto indeciso. non sapevi che volevi farne della tua vita . diciott'anni. prima l'ingegnere , poi volevi costruire auto , poi fare economia e ancora andare alla marangoni. " voglio diventare fashion blogger" mi dicevi e poi ridevi fingendo di scherzare ma io lo sapevo che era così , che ti piaceva davvero. ore e ore davanti allo specchio " come sto ti piace ? i capelli amore i capelli come stanno? " io che ti dicevo sempre che eri bellissimo e tu facevi finta di non crederci, ma ti piacevi abbastanza e io lo sapevo. poi per la maturità volevi la macchina nuova e volevi andare con me lontano , volevi portarmi a Montecarlo che era il tuo posto preferito e forse un po' anche il mio. parlavi molto di te anche se ti professavi umile e non lo eri, nonostante non mi piace l'arroganza. arrogante ecco si, eri arrogante , sfacciato anche se ti fingevi l'opposto; timido , introverso. il ragazzo dei contrari, ma a me piacevi. " e poi dopo la maturità tu vieni da me passiamo l'estate insieme io voglio venire al mare da te" e ti piaceva come leggevo per te è una volta mi hai fissato a lungo dicendo che volevi avere in mente ogni centimetro del mio viso e io, io ci ho creduto. alcune volte ridevi un po' troppo forte , buttavi all'indietro la testa e strizzavi gli occhi e io me lo ricordo. ricordo anche io ogni centimetro del tuo viso, il tuo profumo lo tengo dentro le narici e quando lo sento per strada mi volto a vedere se ci sei tu. ormai non dovrebbe più importarmene di te ma non riesco ad odiarti, nonostante tutto io non riesco ad odiarti. quando parlavo di qualcosa che ti affascinava mi guardavi con i tuoi occhi grandi , mi facevi domande e volevi esprimere anche tu la tua, altre volte invece eri immerso nel tuo ego e non mi ascoltavi neanche, ma a me piacevi. ti ho asciugato i capelli un sacco di volte e ricordo ancora quando erano morbidi. e la tengo ancora la cicatrice che mi feci per saltarti addosso e la mia mano che finì sulla punta delle tue chiavi della macchina. hai comprato la macchina nuova e adesso ci porti lei. sei vigliacco , bugiardo, arrogante è pieno di te e hai lei e non me. spero che la porterai a Montecarlo, che insieme realizzerete tutti i progetti che avevamo fatto io e te perché voglio che tu sia felice, che almeno tu lo sia, perché anche se hai scelto lei io non ti ho mai smesso di pensare. per tutte le volte che ti ho potuto dire " ti odio" nei miei pensieri, ad alta voce sperando che tu mi sentissi, sei il ricordo più bello di questo anno che è andato via. e voglio solo che sei felice che un giorno mi dirai che mi hai lasciato perché era troppo difficile e stai con lei solo perché è più facile o perché non mi amavi quanto ami lei. potrai anche urlarmi in faccia che non mi hai mai amato , quello che vuoi, davvero, tanto io non ci crederò. mi hai amato forte e con tutto te stesso ma forse non era abbastanza. vorrei solo che un giorno mi dicessi qualcosa un semplice " come stai?" che non è mai arrivato. nonostante i pianti interminabili , le ubriacate che non sono servite a niente, i vuoti nello stomaco in piena notte quando ti avevo sognato e con le lacrime agli occhi come assalita da un incubo anche da sveglia mi dicevo " sono sola"; nonostante non ci credo più nell'amore , perché penso che tutti siano come te e quando vedo due che si tengono per mano vorrei urlare forte che mi fanno schifo che sono felici perché io non lo sono. mi hai cambiata in peggio : sono diventata più ansiosa , cinica , disillusa, inaffidabile , con gli occhi perennemente tristi e quasi insensibile. ma un posto per te c'è sempre dentro di me e non ti dimenticherò , credo mai. sarai sempre il ragazzo di diciott'anni indeciso che rideva forte e amava altrettanto forte
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Tu non le hai lette. Non le hai lette le mille cose che  ho scritto su di te. Sul diario, sui fogli, su uno schermo, sul muro. Ti ho lasciato ovunque.
Labellezzadellepiccolecose - (via labellezzadellepiccolecose.)
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accordami i polsi che è da un po' che non scrivo più
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Che meraviglia
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“IL MIO BUONO ERI TU.”
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Chissà se si può essere felici senza essere anche tristi, se si può voler bene a qualcuno senza doverlo per forza odiare dolcemente a giorni alterni, chissà se è davvero giusto amare senza essere amati e chissà se dare un nome alle stagioni e distinguerle è davvero necessario? Chissà se tutte quelle che hanno i capelli lisci li vorrebbero ricci e viceversa e se è vero che per diventare più forti si deve necessariamente perdere qualcuno, o qualcosa. Chissà che bello avere un albero in giardino e chissà che bello avere un giardino, o comunque continuare a stupirsi dei piccoli germogli e della luce dei lampioni quando ancora non si è fatto buio. Chissà perché le canzoni tristi sono quasi sempre le migliori e perché stare vicino a qualcuno non diventa mai cosa facile, e s’ impara a rimanere in piedi ma non s’ impara mai ad amare. Chissà se è vero per davvero che tutte le cose che ci rendono felici sono illegali o fanno ingrassare. Io sono felice anche così, con un po’ d'acqua e qualcuno con cui chiacchierare del più ma soprattutto del meno. Chissà se tutto quello che penso lo pensano tutti e se ne sono spaventati tanto quanto me. Chissà ogni sera nelle camere da letto se qualcuno si addormenta tenendosi per mano nonostante la fatica, chissà per le strade quante persone si perdono mentre si cercano, chissà quando è davvero solo sesso, chissà cosa vuol dire essere liberi e chissà perché, ogni tanto, ci sentiamo così euforici da illuderci di avere finalmente capito tutto e chissà se mi senti come ti sento io anche se non ci sentiamo più da tempo, chissà come fanno alcune storie finite a non finire, chissà se è tutta colpa della solitudine o di questa smania di trovare il nostro ruolo nella scala sociale, chissà se dalla cima si vede tutto più chiaramente, chissà in questo momento quante persone si stanno baciando, mai abbastanza secondo me, mai abbastanza, in ogni caso speriamo di farcela, con dignità e con amore.
Susanna Casciani. (via urlaglicontroquelchehaidentro)
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