gracetempest99
Grace Furey
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Grace Tempest, il cui vero nome rimarrà segreto, è una ex studentessa del liceo classico e attuale,disperata, studentessa di Giurisprudenza. Non è esattamente entusiasta di dover sgobbare dalla mattina alla sera perevitare una media disastrosa ma sa che potrebbe andarle peggio . Nel (poco) tempo libero legge, scrive e disegna.  
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gracetempest99 · 5 years ago
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Vita da lupo- Capitolo 1: Prefetto
Aprì di scatto gli occhi e si mise a sedere, il cuscino e le coperte stropicciate e madide di sudore intorno a lui. Remus poteva sentire il proprio cuore battere ferocemente nel petto ma, dopo qualche respiro profondo, percepì un rallentamento. Si stava calmando. Inspirò ed espirò silenzioso ancora un paio di volte e poi si asciugò le guance umide, almeno aveva smesso di piangere. Per l'ennesima volta aveva fatto quell'incubo ... Un incubo che in realtà era il ricordo del giorno peggiore della sua vita, il giorno che l'aveva segnato per sempre, irreversibilmente. Lo scenario era sempre lo stesso: lui immerso nell'oscurità familiare della sua camera, addormentato, e all'improvviso un rumore, lui nel letto che comincia ad agitarsi e infine un dolore lancinante al volto... Apre gli occhi solo per vedere una figura antropomorfa con un lungo muso affilato incombere su di lui. Ed ecco che, con una finestra forzata e una zampata, Remus era diventato un lupo mannaro.
Ormai era troppo sveglio per provare a riaddormentarsi. Diede un'occhiata all'orologio ticchettante sul comodino e vide che erano ancora le tre. Poco male, avrebbe impiegato il tempo che lo separava dalla colazione per terminare i compiti delle vacanze. Di lì a due giorni sarebbe tornato ad Hogwarts per il suo quinto anno, in veste di prefetto per di più. Era stato molto orgoglioso della spilla dorata che gli era stata inviata quell'estate, soprattutto perché non se lo era aspettato. Sapeva di piacere a Silente, che d'altronde sembrava avere a cuore i casi più disperati. Essere prefetto richiedeva responsabilità, senso del dovere e affidabilità. Remus presentava le prime due qualità, quanto alla terza... Per alcuni giorni ogni mese non era esattamente affidabile, anzi violento e pericoloso erano aggettivi che gli si addicevano di più. Eppure era felice, realizzato. Anche se Silente era a conoscenza del suo "piccolo problema peloso", come James, Sirius e Peter usavano riferirsi alla licantropia, si stava fidando di lui, e a Remus non importava se Sirius e James avrebbero cominciato a tormentarlo per essere il cocco del preside.
Arrivato davanti al binario nove, Remus salutò i genitori (la madre babbana non poteva attraversare il passaggio e al padre non piaceva l'idea di lasciarla ad aspettare indietro). Lasciò che entrambi lo abbracciassero, un po' imbarazzato ma sorridendo. Notava il velo di preoccupazione nei loro occhi, anche se non era la prima volta lontano da casa, temevano sempre che potesse fare del male a qualcuno o, peggio ancora, a se stesso. Lì rassicurò con un sorriso e si accomiatò da entrambi. Poi, assicurandosi che non ci fosse nessun babbano intorno, afferrò il carrello e corse dritto contro il muro tra il binario nove e dieci. La piattaforma era gremita: studenti e genitori che si urlavano gli ultimi saluti, bagagli che venivano caricati sulle carrozze, animali vaganti i cui proprietari tentavano disperatamente di riacciuffare. Remus non aveva di questi problemi: il suo docile barbagianni beccava tranquillamente il mangime nella gabbia e non sembrava intenzionato ad evadere. Da lontano vide James e Sirius, seguiti da un affannato Peter, farsi strada in mezzo alla folla verso il treno. Decise che li avrebbe raggiunti più tardi visto che, in ogni caso, prima doveva andare nella carrozza dei prefetti.
Ci mise un pò a raggiungere lo scompartimento dei prefetti, ma capì di essere nel posto giusto non appena vide una lunga chioma rossa agitarsi mentre la proprietaria issava il pesante baule sulla rastrelliera. Remus impugnò la bacchetta e sussurrò “Wingardium leviosa", accompagnando le parole con un elegante gesto della mano. Il baule fluttuò via dalle mani della ragazza e andò a depositarsi al suo posto. La rossa si voltò, un po' confusa e un po' divertita. "Mi sembravi in difficoltà" si giustificò Remus mentre sistemava anche il proprio bagaglio e la gabbia di Gatsby il barbagianni, ma Lily ora rideva. "Ti ringrazio, Remus." Poi notò la spilla sul petto del ragazzo. "Oh che bello, sei tu l'altro prefetto allora!" "Così pare. Sai chi c'è delle altre case?" Lily scosse la testa e i due presero posto accanto al finestrino, una di fronte all'altro. "Cosa leggi?" chiese Lily vedendo che Remus aveva estratto dalla tasca un libricino. "Oh, è un manualetto sugli incantesimi non verbali". Lily sgranò gli occhi, quella era magia di un livello molto avanzato e non in molti riuscivano a padroneggiarla. "Sei in grado?" “No, certo che no." Rispose Remus sorridendo. "Però è un argomento interessante e può sempre tornare utile." "Sarebbe bello imparare." Ammise Lily. La conversazione fu interrotta dall'arrivo degli altri prefetti. Si presentarono e i più anziani spiegarono a Remus, Lily e ad un nuovo prefetto di Corvonero, Brian Hutt, le loro mansioni. "Ogni venerdì alle quattro dovrete presentarvi in sala prefetti, dove relazionerete e riceverete le comunicazioni." Terminò così il suo ampolloso discorso un prefetto Serpeverde di settimo anno, Cornelia Loterus, prima di distribuire ai tre nuovi arrivati un libretto viola con sopra stampato a lettere dorate il titolo "Il prefetto rispettabile". "Qui troverete tutte le informazioni necessarie sulle regole della scuola e le restrizioni, anche se dovreste già conoscerle. In ogni caso, vi aiuterà in caso di dubbio. Buon anno e buon lavoro." Con queste parole la Hutt abbandonò lo scompartimento, seguita da tutti, fatta eccezione per i novelli. "Suppongo che possiamo andare anche noi..." disse Remus e vedendo lo sguardo di Lily inseverirsi sentí l'assurdo bisogno di giustificarsi. "Non ho ancora salutato gli altri." "Sì, certo vai. Anch'io andrò da Sev. A dopo." Con un cenno in direzione sia di Remus che di Brian, Lily si allontanò lungo il corridoio. "Allora, quest'anno a chi tocca? A Lysa? A Kendra? A... Remus?!" Sirius sobbalzò sul sedile. "Ti ha dato di volta il cervello, James?" "Idiota, c'è Remus!" Remus osservò i suoi amici dalla soglia. Gli erano mancati infinitamente quei pagliacci. "Onestamente, Sirius, mi sento offeso dalla tua reazione. Credo di essere più simpatico di Kendra." Scherzò Remus. Ora ridevano tutti e tre, Peter dormiva in un angolo, la bocca spalancata e un rivoletto di bava all'angolo della bocca. "Dov'eri finito?" chiese James. "Non hai saputo?" "Cosa dovremmo sapere?" Si insospettí Sirius. James squadrò Remus dall'alto in basso e, dopo una manciata di secondi, si soffermò sulla spilla appuntata al petto dell'amico. "Non ci credo, Lunastorta prefetto!" Come Remus aveva previsto Sirius e James si divertirono un mondo a scherzare su come ora avrebbero dovuto tenere un comportamento irreprensibile, alla presenza di Remus almeno. "Tranquilli, mi sono abituato all'idea che non cambierete mai atteggiamento." Sospirò Remus. "Ma non aspettatevi favoritismi." Sirius diede una pacca a Remus. "Hai sentito, Ramoso? Sarebbe ora di cambiare atteggiamento!" Remus scosse la testa, fintamente esasperato. "Dimmi, Remus, per caso la McGranitt si è impossessata di te attraverso quella spilla?" Sarebbe stato un lungo viaggio, ma Remus ne amò ogni singolo momento.
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gracetempest99 · 5 years ago
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Taron - Capitolo I: Whitewell
Non essendo mai stato in quel villaggio prima, né avendone mai sentito parlare, Taron non poteva affermare con certezza che quel lastricato consumato e le quattro case, o meglio stamberghe, che lo costeggiavano avessero conosciuto tempi migliori, più clementi o semplicemente meno luridi. Tuttavia, Taron sospettava di no. Whitewell aveva ben poche attrattive. La taverna era una stanza dall’aria viziata e con scarsa illuminazione, sepolta com’era nello scantinato di una delle baracche. Il mercato veniva allestito ogni mattina, anche se chiamarlo mercato pareva eccessivo, e non offriva grande varietà di prodotti. L’unico scorcio gradevole era la piccola pineta che dava sul mare. Nessun porto, solo un paio di modesti scafi per la pesca e una zattera, usata per collegare alla terraferma quello che, più che un’isola vera e propria, era uno scoglio un po' troppo cresciuto. La distanza che le separava non era tanta ma, un paio di volte all’anno, nel periodo delle piogge, l’isolotto diventava una prigione da cui era impossibile evadere, a meno che non si trovasse la morte una via d’uscita allettante. In quel preciso momento, a Taron non sarebbe dispiaciuto un viaggetto nell’Aldilà, pur di togliere, letteralmente, le tende e tornarsene da dov’era venuto, dalla sua splendida, fulgida, mozzafiato capitale. Di lei, adorava ogni vicolo, ogni scalinata. Sognava il palazzo che si stagliava al centro della cittadella e i suoi pensieri, nei momenti di veglia, erano dedicati ai suoi tetti dorati e alle guglie dei luoghi di culto. L’unica marea di cui si fosse mai interessato era quella della folla che si riuniva nei grandi cortili dei mercati al mattino, pronta a spendere quanto aveva guadagnato il giorno prima in pesce e carne fresca e nei più pregiati tra i tessuti. Lì, in quell’atmosfera, Taron si sentiva a casa.
Purtroppo, gli era stata affidata una missione e doveva portarla a termine se voleva tornare a Lumes. Per questo, gironzolava per tutta l’isola da ormai tre giorni, in attesa. Di lì a qualche ora una chiatta avrebbe attraccato, avrebbe depositato il suo carico e sarebbe ripartita. Compito di Taron era assicurarsi la merce e traghettarla fino alla capitale, dove l’avrebbe affidata a chi di dovere. Non conosceva esattamente le ragioni di tanta segretezza. Il Capo lo aveva semplicemente spedito in quell’inferno con la sola indicazione della data e del luogo dell’incontro. Ad essere onesti, Taron sospettava che la questione non fosse interamente legale. In generale, la cosa non avrebbe rappresentato un problema per lui; quando si era messo a suo servizio, era ben conscio della natura non sempre pulita degli affari del Capo ma, di solito, veniva messo a parte dei dettagli del lavoro da sbrigare: importazione di metalli pregiati, contrabbando di liquori, fornitura di tappeti alla Regina in persona e così via. Sì, al Capo piaceva diversificare. Questa volta però era diverso, Taron lo sentiva. Mandarlo in un luogo con al massimo una trentina di abitanti, metà dei quali vecchi pescatori, non dargli alcuna informazione sull’identità di chi avrebbe dovuto incontrare, l’esplicita raccomandazione, normalmente sottintesa, di passare inosservato al suo rientro in città … Aveva un brutto presentimento, lo stesso che aveva provato dodici anni prima, quando sua madre era tornata a casa a fianco di uno sconosciuto presentandoglielo come il suo nuovo padre: sette giorni dopo, Taron cominciava ad essere percosso dal suo caro paparino; tre mesi dopo, vagabondava insieme agli orfani nei bassifondi della città, preferendo la vita di strada ad una casa che sembrava diventata una fossa di combattimento. Insomma, Taron si fidava molto del suo sesto senso e nutriva pochi dubbi sul fatto di stare per cacciarsi in grossi guai.
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gracetempest99 · 5 years ago
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“Neanche io sono un mio grande fan”, dialogo.
Lei: Non mi piaci. Lui: Ti capisco: neanche io sono un mio grande fan. Lei: Dico sul serio, gira a largo dal mio negozio. Non voglio più avere nulla a che fare con te. Lui: Negozio? Sul serio? Mi sembra un tantino ottimista. Lei: D’accordo, gira a largo dalla mia baracca, allora! Lui: Non credo proprio. Non puoi rifiutarti di servirmi. Sono un client e, se non avrò quello che sono così generosamente disposto a pagare, solleverò un tale polverone, qui fuori, che non ti permetteranno mai più di sistemare questo tendone puzzolente e sfilacciato, che tu chiami negozio, in mezzo al mercato. Lei: Mi  stai disperdendo la clientela. Innervosisci la gente! Lui: Sarai esiliata ai limiti della piazza! Lo vedi quel vicolo laggiù? Ecco, finirai lì e i tuoi affari tracolleranno. Lei: Come la mia esistenza, pare. Lui: Dammi un maledetto ghiacciolo, donna. Lei: Non te lo meriti, Sei stato orrido, ieri sera. Lui: Ma- Lei: Quale “ma”?! Non c’è nessun ma. Non voglio mai più vederti, né sentire parlare di te. Per me, da oggi, tu non esisti. Lui: Mi puoi perdonare? Sono consapevole di aver sbagliato e ti chiedo scusa per il mio comportamento. E’ stato inaccettabile. Nessuno dovrebbe subire quello che ha subito tu. Lei: Sei stato tu a farmelo subire. Lui: Lo so. Non intendo negarlo in alcun modo. Lei: Mi hai usata. Mi hai fatto venire a casa tua con l’inganno. Ti credevo mio amico e invece ... Hai tradito la mia fiducia.  Lui: Ti imploro, perdonami. Giuro che non ti inviterò mai più ad una mia orgia a tema animali allo zoo. Lei: Credevo stessimo andando ad un evento di beneficenza! Per gli animali a rischio di estinzione! Per proteggere i pinguini e gli orsi polari e i panda .. Sai che non mi piace quel genere di cose ... E’ stato mortificante. Lui: Be’, c’era del vero in quanto ti avevo raccontato, no? Era una serata per aiutare gli animali- gli uomini- fornendo loro qualcosa che dia loro felicità- ecco, gli orgasmi- in questo pazzo pazzo mondo che somiglia sempre più ad uno zoo. E in effetti eravamo tutti ehm ... vestiti da animali. Lei: Non riesco nemmeno a guardarti in faccia. Tieni questo ghiacciolo e vattene. Cosa sono questi, due euro? Per te,al momento, il prezzo è di otto. Lui: Che ladra che sei ... Lei: E tu sei un maniaco.
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gracetempest99 · 5 years ago
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Al momento non c'è molto che possiamo fare: possiamo lamentarci, possiamo criticare, possiamo scrivere, parlare e possiamo andare a votare. Piccole cose che, speriamo, possano fare la differenza oggi. C'è un'ultima cosa che possiamo fare, però: possiamo informarci. E, dopo esserci informati, possiamo ricordare, perché tra non molto, nel bene o nel male, saremo noi a prendere le decisioni importanti. Quando sarà l'ora, spero che ricorderemo.
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gracetempest99 · 5 years ago
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gracetempest99 · 6 years ago
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Esistere
Ogni individuo costituisce un ecosistema a sé. Fermo restando che l’affermazione “nessun uomo è un’isola” potrebbe anche risultare veritiera, ciononostante è inconfutabile che ogni uomo, donna e bambino sia il nucleo di un piccolo mondo a parte, assolutamente scollegato dai mondi altrui, non percettibile. Non si può trovare e, cosa più importante, non vuole essere trovato. Non si tratta della comune sfera privata, è qualcosa di ancora più intimo. Ognuno di noi vede, pensa, percepisce in modo diverso dagli altri e il groviglio cognitivo e sensoriale che si viene a formare non sarà mai completamente compatibile con quello di un’altra persona. Magari troveremo qualcuno che sembra capirci più degli altri, ma non ci capirà mai del tutto e questo ci farà soffrire. Ci farà chiedere se forse non siamo noi gli eccentrici, stravaganti, magari anche psicotici della situazione. Ci porterà a riflettere sul fatto che forse siamo socialmente inadatti, imbarazzanti, incapaci di stringere significative e durature relazioni, amichevoli, romantiche, affettive, fisiche. E così, dopo un paio di decenni, quando ci sembrerà di avere davvero provato di tutto, ma trovandoci nella stessa sconfortante e poco stimolante situazione di un complessato quattordicenne, non sapremo che pesci prendere e come rimediare a quel problema che ci affligge da quando, lasciati inconsapevoli le stanze dei giochi dell’asilo, ci siamo buttati nella vita scolastica e, fin dalle elementari, abbiamo tentato di sopperire a quella bestia che ti divora lo stomaco ventiquattro ore su ventiquattro e, nei momenti di ozio, ti porta mille miglia lontano, e non in preda a magnifici e fantasiosi sogni avventurosi ma in una pozza oscura, profonda dalla quale, col passare del tempo, è sempre più difficile districarsi. E alla fine erano sabbie mobili. Ad un certo punto, presa piena consapevolezza del casino in cui ti trovi, cominci a dibatterti con tutte le tue forze, pienamente e finalmente cosciente del pericolo in cui ti trovi. E non la vuoi fare quella fine. Perché dalla vita qualcosa in più te l’aspettavi. Purtroppo, quello che credi di meritare raramente coincide con quello che ti capita. E sì, sei arrivato a vent'anni e sei sola.
Vorrei poter dire che un tempo non era così. Che è un periodo di transizione, di cambiamento. Ma sarebbe una bugia. Salvo saltuari e brevi momenti in cui il pericolo sembrava scongiurato, accantonato, in realtà la tua verità è sempre stata quella. Il tuo ecosistema è regolato da leggi che ne determinano l’assoluta, irreversibile, nemmeno parzialmente, incompatibilità con qualsiasi altra esistenza. Non è colpa di nessuno. Ad alcuni capita. Puoi pensare che sei nato nel luogo e nel tempo sbagliato, ma probabilmente non è vero. Forse, piuttosto che prendersela con qualcuno di immateriale dovresti riflettere sul fatto che, magari, quello che ha fatto un errore sei tu. A un certo punto della tua vita, ma sempre agli inizi della tua vita, hai fatto una scelta sbagliata. E poi un’altra. E poi un’altra ancora, da più grande. Nel pieno dell’adolescenza ti ritrovi con un carico di errori che nemmeno sai di avere, ma ormai te li devi accollare. Sei uscito dai binari del tuo destino, se ne esiste uno. Ti stai allontanando sempre di più dalla strada maestra, che magari è anche quella più lunga, meno agevole, ma è quella che era stata stabilita per te, se qualcuno aveva avuto la cura di tracciartene una, o forse era quella che in un mondo astratto, irreale, senza ingerenze che ti condizionassero, in un mondo utopico ti avrebbe reso massimamente felice. Quando te ne accorgi, se te ne accorgi, puoi provare a riavvicinarti, ma ormai quel treno è partito. Non ci puoi più salire, nemmeno da clandestino. Semplicemente, non ti appartiene più.
Dunque, cosa si fa a questo punto? Puoi fare come me ed abbandonarti ad un flusso di coscienza che chiunque, tranne chi lo ha scritto, riuscirebbe a leggere per più di due o tre righe. La questione è, dopo aver sprecato tempo a battere sulla tastiera del pc, farai qualcosa di concreto? Userai questo groviglio che ti appartiene e ne farai un’opera d’arte (non necessariamente letteraria, anche una vita può essere un’opera d’arte) oppure chiuderai il pc, andrai a dormire e domani mattina farai finta di non esserti mai lasciata andare a queste elucubrazioni? Così facendo, probabilmente, tra qualche settimana sarai di nuovo qui, a mettere nero su bianco altri pensieri, affini a quelli già espressi, bloccata, impantanata, come sempre. Potrebbe anche darsi che la vera soluzione sia il rimboccarsi le maniche e riprendere in mano la tua vita che no, non è sprecata. Perché hai vent'anni. Cos'hai sprecato a vent'anni? Venti anni. Contro cento non sono nulla. Neanche contro ottanta. Per arrivare a quaranta ce ne sono altri venti. In questi primi venti hai imparato un sacco di cose. A scrivere, a leggere, a disegnare, a correre, a camminare, hai imparato a parlare la tua lingua più un’altra straniera. Hai conosciuto un’infinità di persone, anche se, come già appurato prima, sei sola. Magari ne vale la pena di scoprire se, conoscendo altre persone, rimarrai in questa solitudine o tutto cambia. Personalmente, non credo che le cose cambino immensamente. Voglio dire, non sei stata in un certo modo per un considerevole periodo, perché dovresti cominciare ora? Ragionamento che non fa una piega. Però a questo punto, se nulla cambia, probabilmente potremmo vivere tutti fino a venti anni e poi smettere, tanto cosa vuoi che succeda di più. E invece no, perché con testardaggine ci trasciniamo e ci aggrappiamo alla vita con le unghie e coi denti fino a novanta, cento anni. Dunque, cerchiamo di fare qualcosa di produttivo nelle nostre vite. Qualcosa di significativo. Magari non vinceremo mai il Nobel o l’Oscar, il nostro nome non sarà ricordato nei secoli e, tristemente ma più probabilmente, le persone che conosciamo mentre siamo vivi e vegeti non si ricordano come ci chiamiamo, però possiamo avere delle belle vite. Da soli. Che significano qualcosa perché teniamo a qualcosa o a qualcuno, anche se quella cosa o quel qualcuno non tengono a noi. Non tutto deve essere corredato dalla reciprocità. Noi esistiamo e costituiamo un nostro ecosistema. Personalmente, il mio ecosistema prende atto dell’esistenza di altri ecosistemi e ne è curioso. Gli altri ecosistemi non sono curiosi del mio. Pazienza, non tutti sono animati da un vivace spirito di ricerca. Per alcuni vivere è facile e senza complicazioni. Non c’è bisogno di farsi troppe domande. Nel mio ecosistema tutto, invece, è continuamene messo in discussione, e gli altri nemmeno lo sanno, perché non è percepibile, come già menzionato. Ma va bene così. Viviamo collegati ma non siamo interdipendenti. La ricerca è infinita, e così la scoperta. Si può cambiare.
-SL
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gracetempest99 · 9 years ago
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Happy New Year!!
I wish you a 2016 full of happiness and books :*
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gracetempest99 · 9 years ago
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Question Game
Rules:
1. Always post these rules. 2. Answer the questions given by the person who tagged you. 3. Write 11 questions of your own. 4. Tag 11 People.
Thanks to http://diaryofanauthor.tumblr.com/ for the tag!
1. Why do you read books and why do you like them? I like reading for the same reason I read: I love losing myself through the pages, becoming part of the story and learning who I am thanks to the characters from a book.
2. Name three books you’ve read that changed your life. “Clockwork Angel” by Cassandra Clare; “Me before you” by Jojo Moyes; “Io sto con Marta” by Giorgio Ponte.
3. What character would you like to meet in real life? So difficult to choose! Maybe Peter Pan, it would be such an interesting acquaintance!
4. If you could live in a book for a week, which one would you choose? “Cronache del Mondo Emerso” by Licia Troisi. I love that world and the people who live there so much!
5. Do you like collecting books and owning them or do you borrow them so you can read them for free? Totally the first! I am that kind of person who buy a book for its cover too often …
6. Books with long dialogs or books with long descriptions of feeling or places? A good mix is the perfect receipt for a perfect book. “In media stat virtus”.
7. Have you ever written something? Oh Gosh … My EFP account is full of Shadowhunters fanfictions an I’ve started a few original stories in my own … Right now I am working on a new project but it’s still “work in progress”.
8. Vampires, ghosts, witches or aliens? Vampirates! They are half pirates and half vampires, absolutely awesome! Read it you can ;) .
9. Bad boys or gentlemen? It depends on the meaning of badboy … I hate that stereotypes … Like when you read about a guy who treats the girl as she was nothing without a valid reason. I can say I prefer badboys only if they are like Will Herondale.
10. Series or stand alone? I usually prefer series … I love the waiting thing and how crazy I become when I can’t read the sequel.
11. Write your favourite book quotes. “There’s plenty of sense in nonsense sometimes, if you wish to look for it.” - Will Herondale “Sometimes, when I have to do something I don’t want to do, I pretend I’m a character from a book. It’s easier to know what they would do.” - Will Herondale
1. What do you think about books’ adaptations on the big or little screen? 2. Who is your favourite author? 3. Which kind of books do you read? 4. Have you ever found yourself in a situation of you hating a book the world loved? 5. Who is the character you are more similar to? 6. What pushes you to buy a book? 7. Which is the last book you read? 8. What do you look for in a book? 9. Did it ever happen to you to behave as a character from the book you were Reading? 10. Who is the character you hate the most? 11. Have you ever dreamt of being part of a book you read?
http://attrito.tumblr.com/
http://laragazzadagliocchidicarta.tumblr.com/
http://willjace1419.tumblr.com/
http://with-hope-at-least.tumblr.com/
http://g-fangirl889.tumblr.com/
http://virginiadewinter.tumblr.com/
http://grace--herondale.tumblr.com/
http://ohnotoomanyfandoms.tumblr.com/
http://cercandoalaskayoung.tumblr.com/
http://holestelleinmano.tumblr.com/
http://dmalx.tumblr.com/
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gracetempest99 · 9 years ago
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The 100, second season
Clarke becomes a true leader; Octavia becomes a warrior; Jasper and Monty use their “criminal knoledge” to escape; And Bellamy? What about Bellamy? He keeps getting in and out from the air ways.
Am I the only who noticed this?
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gracetempest99 · 9 years ago
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Incredibile *.*
I finally finished it!! Play the song while scrolling down. This contains spoilers for the Infernal Devices by Cassandra Clare (all three books), so don’t watch it if you have not finished the series yet. Click here if the song doesn’t play. 
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gracetempest99 · 9 years ago
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My childhood in a picture
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gracetempest99 · 9 years ago
Conversation
Shadowhunters TV series
Everything is beautiful, each actor is perfect, I can deal with the storyline's changes but ... Where are Church and Chairmain Meow???
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gracetempest99 · 9 years ago
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In difesa di Tessa Gray (CPss SPOILER!)
Ho letto La Principessa un sacco di tempo fa e non ho il coraggio di rileggerlo, come ho invece fatto con L'Angelo e Il Principe. Solo l'epilogo sono riuscita a rivedere un pò di volte, non senza che una gran quantità di lacrime bagnassero le pagine. Inutile dire che i romanzi de Le Origini sono i miei preferiti in assoluto. I personaggi della Clare sono qualcosa di unico. Will, Tessa, Jem, Sophie, Charlotte, Gideon e tutti gli altri di TID davvero, è come se stessero sempre accanto a me. Li sento molto più vicini e veri rispetto a Clary e gli altri. Magnus Bane poi è il sovrano assoluto. Mi volevo soffermare peò su un altro punto. Leggendo diverse recensioni e opinioni di lettori ho capito che Tessa è il personaggio più odiato di tutti e gli otto libri editi ... Volevo soltanto chiedere il motivo ... Sinceramente io penso che non sia "l'eterna ignava". Non è una questione di "non saper scegliere". Il fatto secondo me è più ampio. Will l'ha trattata male nell'Angelo. Lei ne è innamorata però non ci sta. Chiude con lui ancora prima che sia cominciata Nel Principe ha un legame molto più stretto con Jem. Prima lo considera un amico carissimo, poi diventa qualcosa di più. Jem le chiede di sposarla e lei accetta, non per pietà ma perchè lo ama, e desidera renderlo felice per quel poco che gli resta da vivere ... Quando si scopre la storia della maledizione di Will, Will, innamorato com'è di Tessa e non rendendosi conto dei sentimenti del parabatai, va dalla ragazza e le spiega tutto. Le dichiara il suo amore in una maniera che sinceramente fa venire i brividi per quanto sono belle le parole che usa. Ma Tessa dice NO. Perchè nonostante ami Will, ormai ha già dato la sua parola a Jem. Nè Will nè Tessa vogliono ferire Jem. Tessa per prima perchè AMA VERAMENTE Jem. Lo stesso sentimento che prova per Will ... Da qui in poi Will e Tessa si comportano normalmente. Facendo vivere tranquillo Jem ma non loro. Ma Tessa non tradisce mai Jem. Lei va con Will solo quando viene a sapere che Jem è morto. Poi lui diventa un Fratello Silente e cosa dovevano fare? Tessa e Will si mettono insieme anche con la benedizione di Jem. Non è qualcosa che Jem gli fa pesare. Quindi io credo che Tessa abbia scelto. Ha scelto Jem. La vita però le ha dato la possibilità di vivere due amori. Lei l'hai colta. Io penso che se la cosa fosse capitata a noi (parlo per assurdo ovviamente) avremmo agito nella stessa maniera. O peggio. E' probabile che avremmo scelto di lasciare Jem per Will nel momento in cui Will si è finalmente chiarito.
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gracetempest99 · 10 years ago
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2014
57 books read in a year, I'm so proud of me!  The best I read: Me before you The worst I read: Teardrop (so sorry, I really didn't like it :( I love Fallen but this ... I didn't manage to do anything to let me like it)
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gracetempest99 · 10 years ago
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New traditions
Yesterday, after the Christmas Eve dinner, I spent ten minutes reading the Clockwork Princess chapter about the Christmas party at the Institute. I think it's going to be a tradition!
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gracetempest99 · 10 years ago
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Reblog if you've never had a New Years kiss
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gracetempest99 · 10 years ago
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Clockwork Angel *.*
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REBLOG if you can see your FAV book here
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