1985, Bari. Non mi prendo molto sul serio. Neanche gli altri
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Una pandemia.
Due papi
Una guerra.
Bello sto 1300 d. C.
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-A che ora sei tornato ieri sera?
-Eee boh, saranno state le 2 e 59...
Era la domanda standard dei miei, prima ancora del buongiorno, la domenica mattina, ma qualche volta anche in mezzo alla settimana.
La mia risposta era liberamente ispirata al volantino dell'Eurospin, con l'offerta a 2 euro e 99 invece di scrivere 3.
Al supermercato forse funzionava.
Pensavo avrebbe funzionato anche con i miei se avessi detto loro che ero tornato alle 2 e 50 invece che alle 3.
Per un genitore non cambia nulla invece, sarà sempre e comunque troppo tardi e sopratutto incomprensibile
-e che hai fatto?
Livello di difficoltà della domanda: facile
Livello di difficoltà della risposta: facile
Livello di difficoltà nel comprendere questa risposta per un genitore: apocalisse zombie
-Ma niente, il solito, in giro, abbiamo parlato...
-Fino alle 3? Ma cosa avevate da dire fino alle 3? Ma non potete parlare di giorno?
"... di notte le parole scorrono più lente, però è molto più facile parlare con la gente... "
Si avremmo potuto
Ma sarebbe stato come chiedere a Spiderman di salvare New York vestito da Peter Parker. Potrebbe. Ma non può, e comunque non lo farebbe allo stesso modo.
In questi mesi di coprifuoco spesso ho pensato a come sarei io oggi e come sarebbero i miei amici, senza le ore passate a parlare di notte, davanti ad un cornettaro o in macchina, al demetra o di fronte a "storie" a fare chiacchiere con sconosciuti, imbucarsi alle feste, prendere un palo dalla ragazza che ti piace e tu che ti eri preparato tutto il discorsetto, partecipare a concerti di cover band di cui ancora parli con i tuoi miei amici, salutarsi e mentre ti saluti riprendi a parlare e passa un'altra mezz'ora e davvero non te ne rendi conto del tempo che passa.
Non si può spiegare. Di notte è diverso.
L'ombra della notte illumina posti, angoli della città, che di giorno, al sole non vedi.
Il buio rende le persone meno timide e un po' più interessanti.
Sotto il coprifuoco dei ragazzi degli ultimi mesi c'è una brace che non vede l'ora di bruciare. E a me dispiace davvero tanto e non li invidio affatto.
"la notte fa il suo gioco e serve anche a quello, a far sembrare tutto un po' più bello"
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Ieri sera ho incontrato un creativo e gli ho spiegato che probabilmente il mioidraulico non avrà un emisfero destro traboccante di trovate caleidoscopiche, lampi di genialità emotiva e intuizioni out-of-the-box come il suo, ma a occhio pure lui coltivava qualche ambizione il giorno in cui s’è messo l’anima in pace e invece di iscriversi allo IED ha cominciato a sturare cessi con suo padre. Accollandosi peraltro l’inimmaginabile rottura di coglioni di vedersi declassare intellettualmente a bassa manovalanza volenterosa ma inconsapevole da nobilitare con pasoliniana ipocrisia in uno spot per creativi froci. Semplicemente è andato dove andavano i soldi, capisci? Non è che si nasce geneticamente portati per scarrozzare tubi filettati o scoparsi le casalinghe nelle barzellette della Settimana Enigmistica. Mi chiedo quand’è che abbiamo finto di scordarci un ragionamento così semplice; qual è stato l’esatto momento in cui abbiamo deciso che autoalimentare quest’immaginario equivoco di noi genietti sbarazzini che disegniamo triangoli con Illustrator nel nostro attico open-space col pavimento in gres fosse più importante che infilare 50euro nel portafogli. L’utilità marginale del denaro, ricordi? Ci hai pure preso 24 alla LUMSA con una domanda a piacere. Non ti sto dicendo di rinunciare ai tuoi sogni e andare a zappare la terra, sia chiaro; per come la vedo io dovresti continuare a impaginare flyer, scattare foto al gazometro e farti le seghe sul Pantone per il resto della tua vita alla faccia di quei due stronzi con lo stipendio a tempo indeterminato che guardano fiction di provincia di Avellino e ti fanno trovare il San Daniele nel frigo quando scendi a Natale. O a pontificare con arroganza cazzate come il sottoscritto, d’accordo. Ma prega il cielo di essere davvero quel talento inespresso che credi, chiedi la grazia alla madonna di essere realmente tu il ragazzetto più matto di tutti del discorso di Steve Jobs, spera con tutto te stesso di non finire coi barboni a dormire in-the-box; perché ciò che il fricchettone col cancro s’è scordato di dire ai borghesi di Stanford, ciò che tua nonna t’ha ripetuto cento volte quand’eri bambino, ciò che quel tamarro del mio idraulico ha dovuto accettare mentre io sottolineavo annoiato dispense, la più semplice, serena e desolante delle verità, è che nella vita non puoi fare sempre e solo quel cazzo che ti pare. Poi però mi ha messo una mano sul pacco e ho dovuto prenderlo a schiaffi.
Qualcosa del Genere, Avantlaguerre:
http://avantlaguerre.com/2014/01/17/pantone/
(via aliceindustland)
Leggere questo post è stato quasi più liberatorio di una cacata.
(via failonme)
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Berlusconi il Covid se lo sarà preso durante qualche assembramento elegante...
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Tutto vero.
#santino
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Cibo in continuazione e attesa spasmodica che finisca presto.
Sta pandemia somiglia sempre di più ad un matrimonio pugliese.
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Questa quarantena è stata una mazzata per la mia vita sessuale.
Così sono già 6 mesi che non scopo.
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A voi manca l'odore del mare. A me quello della fica.
So' gusti.
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Ma anche voi mangiate sempre a stomaco pieno?
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Dai raga che oggi è già Venerdì. Finalmente il Weekend!
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Ennesimo audio e fake news sulle bevande calde che uccidono il Virus e vitamina C
Le bevande calde si, funzionano, a patto che siano ad una temperatura di 200 gradi e ve ne versiate addosso 200 litri. In questo caso però il Virus non sarebbe l'unico a morire.
È davvero folle pensare che stiamo affossando l'economia, barricandoci in casa, spendendo milioni di euro per acquistare materiale per gli ospedali quando in realtà sarebbero bastati 3 euro per comprare una tisana melissa e frutti rossi da sorseggiare sul balcone e 5 spicchi di arancia.
Se condividete queste cose siete stupidi.
Fatevene una ragione.
E invece no, siete stupidi, e non ve ne farete una ragione.
Ce ne faremo una ragione.
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-Beh? Come va l'isolamento?
-Senti sto reagendo bene, ho fatto entrare i testimoni di Geova.
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Chi doveva partire è partito.
Un po' di gente è tornata giù. A casa.
Perché non doveva succedere lo avete già letto.
Io provo a fare un po' di chiarezza su quello che tutto ciò può comportare.
Avrete sentito parlare spesso della parola TRIAGE, che vuol dire scelta.
E se la situazione sfugge di mano, si rischia di fare un triage come lo si fa in guerra.
E se leggete il post fino alla fine, non sarebbe la prima volta.
È già successo appena 15 anni fa.
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PREMESSA
Non siano ancora in questa situazione. Il triage si è sempre fatto con l'obiettivo di garantire a tutti la cura. Di seguito si descrive un possibile scenario e l'obiettivo è solo quello di scuotere un po' le coscienza e le scelte avventate di molti che ricadono sulla comunità.
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Andiamo con ordine.
Vediamo come funziona l'apparato emergenziale in una situazione ordinaria, per intenderci senza emergenza COVID-19.
Il primo TRIAGE lo fa il 118.
Di tutte le telefonate che arrivano (il 118 Bari e BAT si attesta sulle 900 al giorno circa) gli operatori di centrale (tutti infermieri) devono dare una priorità agli interventi. Ovvero capire chi ha un'emergenza non differibile, ovvero che va soccorso immediatamente perché in pericolo di vita, e chi ha una patologia che permette di posticipare nel tempo il trattamento.
Tutti verranno soccorsi ma in tempi differenti. E qui vengono attribuiti i vari codici rossi, gialli e verdi.
Il triage viene fatto anche in pronto soccorso, e ha un criterio differente rispetto a quello del 118.
Anche qui i pazienti vengono suddivisi in base alle priorità di trattamento. Prima i codici rossi, tutti, e poi tutti gli altri.
Ricordatevi.
I codici rossi, tutti.
Questo perché nell'ordinario, ci sono gli uomini e i mezzi per soccorre tutti.
Cosa cambia con il COVID-19?
Avete visto il film PEARL HARBOUR?
Nel film veniva deciso chi vive e chi muore.
Tu sei un codice rosso e ti posso salvare.
Però aspetta la c'è un altro codice rosso. E rispetto a te è più facile salvare lui che te. Quindi ho cambiato idea. Salvo lui e non te. Ti darò un antidolorifico per non farti soffrire.
Mi dispiace. Ma la guerra è guerra.
Prima vi dicevo che nell'ordinario verranno trattati tutti i codici rossi. Tutti.
Il rischio adesso, con gli ospedali intasati è di dover fare un ulteriore triage.
Ovvero capire tra 2 rossi, chi ha più chance e dedicarsi solo a lui.
Si rischia di dover scegliere chi vive e chi muore.
L'obiezione che potreste farmi è:
"si vabbè ma Pearl Harbour è un film. Tratto da un episodio vero ma comunque romanzato."
E avete ragione.
Nel 2005 a New Orleans a seguito dell'uragano Katrina gli ospedali erano al collasso e i sanitari somministrarono morfina ai pazienti più critici per dare priorità agli altri considerati "più salvabili", per alleviare almeno le sofferenze e dargli una morte dignitosa.
Questo è.
Per fare alcuni tipi di triage bastano poche regole e non serve essere un sanitario.
Fatelo voi il triage, una scelta consapevole, e decidete cosa è più importante.
E se vi sembra uno scenario apocalittico ed esagerato forse non avete compreso che se sta crollando la sanità lombarda, al sud non può che andare peggio.
Si chiede solo di non frequentare luoghi troppo affollati e stare più accorti.
Uno spritz in più o una fiala di morfina in meno.
Fate il triage.
Fate una scelta.
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È un momento in cui tutti parlano di Corona Virus, la maggior parte senza cognizione di causa.
Quando qualcuno non sa una cosa ricordiamoci che c'è sempre il Burraco in alternativa ai post su facebook.
Non entro nel merito dell'epidemiologia perchè non è il mio campo, ma qualcosa sulla gestione dell'emergenza sanitaria invece la so.
Gli ospedali, tutti, hanno un piano, in un qualche cassetto di una scrivania, che si chiama PEIMAF,
Piano di
Emergenza
Interno
Massiccio
Afflusso di
Feriti.
In pratica non è altro che un documento in cui è pianificato cosa (medici, infermieri, Farmacisti, oss etc,) deve fare e quali compiti hanno, nell' ipotesi che arrivino molti feriti presso l'ospedale per garantire loro un determinato standard di qualità di cura. Ricordatevi "standard di qualità di cura".
Sembra una cosa banale a leggerlo così, ovvero, perché un ospedale deve avere un piano per organizzarsi per accogliere feriti, se è una struttura che è nata per quello?
È come se un bar avesse un piano di massiccio afflusso di clienti.
Facciamo un esempio molto semplice, e per semplificare il tutto considero solo i pazienti gravi e non le decine che affollano inutilmente i i pronto soccorso.
Mettiamo che un pronto soccorso X ogni giorno accoglie 30 pazienti, di cui 10 in codice rosso, quindi molto gravi. Se improvvisamente arrivano 2 codici rossi in più, quel pronto soccorso riesce a gestirli, con è vero qualche difficoltà, ma riesce a gestirli.
Ma se invece di 2 codici rossi in più, ne arrivano 6 in più, l'ospedale rischia di andare in affanno e non essere in grado di gestire tutti i pazienti, CON UN DETERMINATO STANDARD DI QUALITA' DI CURA.
Perché ogni codice rosso in più necessiterà di altro personale, altri spazi, altre strumentazioni (ventilatore polmonare, monitor multiparametrico, pompe volumetriche per l'infusione di fluidi etc).
Gli standard di qualità vuol dire che deve esserci per esempio che un medico o infermiere, può seguire un determinato numero di pazienti in base al loro codice di gravità, e non 1 medico ogni 8 pazienti etc.
E qui entra in gioco la famosa terapia intensiva di cui si parla tanto in TV, nei giornali, dal parrucchiere e al baretto di zio peppino.
C'è un sovraccarico delle terapie intensive.
Perchè i pazienti colpiti da corona virus, quelli gravi hanno bisogno di una terapia intensiva.
E qui entra in gioco il PEIMAF
Nel PEIMAF sono elencate tutte le azioni da mettere in atto in caso si emergenza.
Se la terapia intensiva è piena, c'è un modo per "creare" una nuova terapia intensiva, e se si, come?
Ad esempio se nell'ospedale è presente una clinica dermatologica, o oculistica etc.) con sala operatoria, quello spazio può essere riadattato e utilizzato come terapia intensiva, annullando tutte le operazioni che possono essere rimandate (rimozione cataratta ad esempio) a vantaggio del ricovero di un paziente grave.
Mettendo a disposizione le apparecchiature necessarie per garantire un ADEGUATO STANDARD DI QUALITA' DELLA CURA.
Non basta mettere i pazienti nel corridoio dell'ospedale come sto sentendo in tv e al baretto di zio peppino.
Servono uomini e mezzi.
La Sala operatoria di dermatologia o di oculistica, diventa temporaneamente una terapia intensiva adattata.
Ma è necessario anche reperire personale che possa assistere quel paziente.
Rianimatore o medici di emergenza urgenza, infermieri di area critica etc.
Non basta avere solo il macchinario ma personale che garantisca un determinato STANDARD DI QUALITA' DELLA CURA.
Cosa sta facendo il governo?
Le decisioni prese dal governo mirano a dilazionare nel tempo la possibilità che molti infettati possano intasare le terapie intensive.
Ci sono tanti pazienti gravi e non abbastanza terapie intensive. (vi ricordo che in Cina hanno costruito un ospedale.).
Ovvero, visto che non riusciamo a curare, perchè non c'è ancora una cura, e non possiamo mettere in quarantena tutto il paese, adottiamo una strategia che faccia si che per lo meno faccia ammalare la gente un po per volta, in modo da avere la logistica per curare tutti e farlo bene.
Quello che in questi giorni non viene ricordato è che, oltre i pazienti con polmonite da corona virus, ogni giorno ci sono cittadini che hanno patologie che necessitano di terapia intensiva.
La popolazione continua a stare male come negli altri mesi dell'anno.
Chi ha un arresto cardiaco, una crisi respiratoria acuta ha lo stesso diritto di ricevere le cure che avrebbe ricevuto se l'arresto cardiaco lo avesse avuto prima dello scoppio del caso corona.
Questo è quanto.
Altrimenti c'è sempre il burraco.
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